Convegno ANPI su “Il Fascismo di frontiera e l’orrore delle Foibe”.

Convegno ANPI tenuto presso la sede di SOS Impresa. Riflessioni opportune ma anche puntualizzazioni sui...

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Convegno ANPI tenuto presso la sede di SOS Impresa. Riflessioni opportune ma anche puntualizzazioni sui fatti occorsi nelle scuole stabiesi

Convegno ANPI su “Il Fascismo di frontiera e l’orrore delle Foibe”.

Castellammare di Stabia – La sede di SOS Impresa di Castellammare, ha ospitato domenica 16 febbraio scorso, un convegno organizzato dall’ANPI di Castellamare – Gragnano, dal titolo “Il Fascismo di frontiera e l’orrore delle Foibe”.

Tre interessanti interventi che hanno posto una serie di riflessioni su quanto in questo periodo sta accadendo, avvero l’intenzione della destra estrema di voler assumere la paternità e dunque appropriarsi della tragedia delle Foibe, per aspetti squisitamente politici.

Questo il concetto iniziale di Giuseppe Di Massa, presidente ANPI locale, ribadito e tratteggiato da punti di vista differenti dall’avvocata Assunta Cacciapuoti vice presedente ANPI locale e dal professor Ciro Raia, Storico responsabile scuola ANPI

Sicuramente anche un solo foibizzato, ha aggiunto Di Massa va condannato, ma la tragedia deve essere necessariamente contestualizzata, ridimensionata nel numero delle vittime perché, sempre strumentalmente viene gonfiato e, nel contempo, tenere presente il momento di tensione internazionale che ha caratterizzato il periodo subito dopo la fina della guerra, la confusione politica esistente per la quale non si sapeva chi fosse l’alleato e chi il nemico.

“Perché oggi l’ANPI sta parlando delle Foibe?” E’ l’interrogativo posto da Cacciapuoti attraverso il quale ha voluto sottolineare la inutilità della contrapposizione, così come le Foibe si stanno rappresentando all’opinione pubblica. “La Resistenza appartiene a tutti i colori politici – ha ancora aggiunto – e soprattutto il dolore non è di parte”.

In quel momento storico alla gente mancava tutto e soprattutto la libertà, ha proseguito la vice presidente Anpi, e quel momento storico va letto in maniera empatica, mettendosi nei panni di quella gente.

Cade il fascismo e si genera l’odio, nessuna giustificazione alle atrocità che si sono verificate, ma è la storia. E qual punto comincia dunque il dolore. L’Italia si proietta nel boom economico e inevitabilmente dimentica le atrocità, mette alle sue spalle la guerra e anche le Foibe.

Argomento che si riprende negli anni ’80 con l’avvio della crisi sia dei sistemi e sia dell’economia. Dunque nessun voler nascondere quella fase alla quale va data comunque diritto di cittadinanza.

“In altri tempi il momento difficile cui stiamo vivendo – ha esordito il prof. Raia – sarebbe stato affrontato nelle sedi dei partiti e dei sindacati. Questo non avviene e dunque la non conoscenza e l’ignoranza, e soprattutto nella scuola, è preoccupante”.
Una complessiva “ignoranza volontaria” quella che ci fa girare dall’altra parte e ci fa stare bene e non ci rende consapevoli e responsabili di cosa sta avvenendo intorno a noi.

Il Giorno del Ricordo e il Giorno della Memoria, ha affermato lo storico Raia, ricordo e memoria due termini che significano la stessa cosa che vengono rappresentati in maniera differente per appunto scopi politici.
Sono due pagine di storia distinte e separate, ma hanno un denominatore comune ovvero il fascismo e il nazismo.

Auschwitz è stato un genocidio, ha ricordato il responsbile scuola ANPI. La fine di un percorso dove la gente doveva morire per un’idea di Hitler che aveva deciso di annientare una razza.

Per le Foibe non si può parlare di genocidio, anche se, concetto più volto ribadito, occorre dare la giusta considerazione, riconoscere che si tratta di una tragedia anche se in un contesto particolare e in una lettura della storia non ancora chiara e con testimonianze, cosa di cui la storia ha bisogno, mancanti.

Da qui la proposta dell’ANPI di “allargare la Giornata della Memoria alle Foibe”.

Il presidente Di Massa ha informato i presenti di aver presentato un progetto da inserire nel dossier per la candidatura di Castellammare Capitale Italiana della Cultura, per una iniziativa da tenere nel 2021, in occasione del centenario dell’assalto dei fascisti al Municipio della città. Un episodio dimenticato e che va ricordato.
La sala della SOS Impresa, stracolma di cittadini, che per quanto hanno apprezzato le qualificate e puntuali, indispensabili e opportune riflessioni, in buona sostanza attendevano che si parlasse anche dell’episodio occorso nel Liceo Severi, con la proiezione del film Red Land e la diffusione nelle scuole di fumetti editi da una casa editrice vicina a Casapaund.

Una serie d’interventi che hanno sottolineato, non tanto il contenuto del film e la diffusione dei fumetti, dando per scontato la non condivisione, ma il come il tutto è accaduto.

Iniziativa, quella del film, non decisa da Collegio dei docenti, non in programma, con interruzione delle lezioni in maniera improvvisa e con la presenza di un consigliere comunale che non si risparmia in nessuna occasione, o coglie ogni occasione, per “ostentare ritualità e lessico fascista”.

Oltre alla presenza dell’assessora alla scuola, nel corso della proiezione, che insegna in quell’Istituto e che ha avallato il tutto.
Responsabilità della dirigente scolastica che, tanto è stato affermato, quanto meno è stata poco attenta a cosa stesse avvenendo nella sua scuola, contravvenendo a quanto dettano le regole all’interno della stessa e ai protocolli esistenti.

Presenza continua e costante dell’amministrazione comunale all’interno delle scuole, per la quale si intende chiedere spiegazioni all’assessore alla scuola.

Una costruttiva discussione, anche se un po’ animata e che non ha assomigliato nemmeno da lontano a “chiacchiere da pollaio”, che ha messo sul tavolo un argomento che merita approfondimento per un verso, e azioni immediate e concrete da un altro verso.

In quella sede è stata decisa una riunione, da tenere martedì prossimo, alla quale qualcuno si preoccuperà di invitare tutte le associazioni, i consiglieri comunali, le forze politiche, i sindacati e i movimenti, per redigere un documento relativo ai fatti che sono accaduti in questi ultimi giorni che hanno anche tristi e gravi precedenti.
Giovanni Mura

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