Cinque NO consapevoli, ai Referendum sulla giustizia

Cinque NO consapevoli, ai Referendum sulla giustizia voluti da Lega e Radicali

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Cinque NO consapevoli, ai Referendum sulla giustizia voluti da Lega e Radicali

 

Domenica 12 giugno, gli italiani sono convocati a referendum, per esprimere la loro opinione su cinque quesiti riguardanti la giustizia. Partito radicale e Lega, partendo da presupposti ideologici diversi, hanno ritenuto opportuno chiamare i cittadini ad esprimersi su una materia alquanto controversa quale è la questione della giustizia nel nostro singolare Paese.

È risaputo che in Italia la pubblica amministrazione non gode di una buona reputazione. E l’amministrazione della giustizia – sia civile che penale – con le sue lungaggini non suscita certo fiducia nel cittadino medio.

I quesiti sono cinque e riguardano svariate tematiche, quale l’incadidabilità (o la decadenza se eletti) di cittadini condannati (legge Severino). Abolizione del carcere preventivo, previsto dall’art. 274 del Codice di procedura penale. Separazione della carriera dei magistrati, distinguendo tra pubblici ministeri e giudici giudicanti. Abolizione per i magistrati dell’obbligo di essere presentati da una lista di colleghi per candidarsi al CSM (consiglio superiore della magistratura). Diritto di voto degli avvocati nella valutazione dei magistrati.

Come si evince da una sommaria lettura dei quesiti referendari, si tratta di problematiche piuttosto complesse, nel quale il cittadino medio non possiede competenza alcuna. L’unico quesito che può essere vissuto con civile passione e consapevolezza è il primo, quello che concerne la cosiddetta legge Severino, dal nome della prima firmataria che fu ministro della giustizia nel governo Monti.

E fu in forza di questa legge che Silvio Berlusconi decadde da eletto al Parlamento italiano. I suoi fans hanno vissuto il provvedimento come un’onta che offuscava la “nitida” immagine del loro idolo.

Noi siamo del parere che la riforma della giustizia non si può fare a colpi di referendum, che anche se non abrogano, comunque potrebbero in qualche modo “forzare” la mano del legislatore, in un periodo come questo nel quale la riforma Cartabbia è calendarizzata in Parlamento. In attesa di essere votata nelle prossime settimane.

Le riforme vanno pensate e discusse da parte dei giuristi competenti. I partiti legittimamente esprimono il loro pensiero. Ma l’elettorato nel suo insieme non può essere investito di questioni delicate come queste. Rischiando di eccitare tifoserie che poco giovamento potrebbero arrecare ad un dibattito che esige – invece – ponderatezza ed equilibrio.

Pertanto noi propendiamo per cinque NO – netti – che respingono ogni tentazione di abrogazioni sommarie. E lascino al Parlamento lo spazio ed il compito di legiferare serenamente e nell’interesse dei cittadini e non delle varie cordate politiche.

Speriamo che la saggezza del corpo elettorale anche stavolta si manifesti. O facendo mancare i numeri per il quorum. O votando consapevolmente un netto NO ad ogni tentativo di scorciatoie populistiche.

Cinque NO consapevoli, ai  Referendum sulla giustizia // Carmelo TOSCANO/ Redazione Lombardia

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