Castellammare, processo “Domino” per gli affari del Clan D’Alessandro

Castellammare, processo "Domino" per gli affari del Clan D’Alessandro : richiesti oltre 40 anni di carcere per 5 imputati. Per Onorato chiesti 16 anni

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Castellammare di Stabia, processo “Domino” per gli affari del Clan D’Alessandro : richiesti oltre 40 anni di carcere per 5 imputati. Per Onorato chiesti 16 anni.

Castellammare, processo “Domino” per gli affari del Clan D’Alessandro

Gli imputati sono accusati, a vario titolo, dei reati di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione illecita e cessione di sostanza stupefacente, reati tutti aggravati dalle finalità mafiose. 

Oltre 40 anni di carcere richiesti per cinque imputati del processo Domino , che vede alla sbarra esponenti ritenuti vicini al clan D’Alessandro e agli Afeltra – Di Martino. La pena più consistente invocata per Silverio Onorato: 16 anni di carcere.

Durante la requisitoria svoltasi al tribunale di Torre Annunziata, il pm ha espresso le richieste di condanna nei confronti degli imputati accusati di traffico di stupefacenti aggravato dalla finalità mafiosa.

Gli imputati sono accusati, a vario titolo, dei reati di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione illecita e cessione di sostanza stupefacente, reati tutti aggravati dalle finalità mafiose, per aver agito avvalendosi della forza intimidatrice derivante dall’appartenenza al clan D’Alessandro nonché della cosca degli Afeltra – DI Martino, attiva sui monti Lattari.

La prima veniva coltivata sui monti Lattari o, in alcuni casi, importata da altre regioni . 

Secondo gli inquirenti, nel periodo compreso tra il 2017 e il 2018 il clan D’Alessandro aveva assunto il monopolio del mercato degli stupefacenti in tutta l’area stabiese, toccando anche alcuni comuni della penisola sorrentina, come Vico Equense e la stessa Sorrento. 

Grazie all’alleanza strategica con gli Afeltra – Di Martino, tale sistema era stato esteso anche sull’area dei monti Lattari. Per l’acquisto degli stupefacenti, su larga scala, il clan D’Alessandro si era affidato ad una rete di «broker», deputati a reperire lo stupefacente attraverso nuovi canali di approvvigionamento, che fungevano da intermediari per il clan nell’acquisto del narcotico.

Castellammare di Stabia, processo “Domino” per gli affari del Clan D’Alessandro / Lorenza Sabbatino / Redazione Campania

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