Campane a lutto e lenzuola bianche ai balconi, la piccola isola di Procida dice no al ridimensionamento dell’ospedale

La protesta a Procida: lenzuola bianche ai balconi (foto di Guglielmo Taliercio) Tagli al “Gaetanina...

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La protesta a Procida: lenzuola bianche ai balconi (foto di Guglielmo Taliercio)
Tagli al “Gaetanina Scotto” di Procida, la protesta di cittadini, chiesa e politica locale: “Non rinunciamo ai nostri diritti”

Lenzuola bianche penzolano, in segno di protesta, davanti ai balconi delle case colorate di Procida. Poi, a un tratto, le campane a lutto squarciano, all’unisono, il silenzio surreale di una lunga mattinata di attesa e di inquietudine.

E’ la risposta compatta della popolazione di Procida all’imminente ridimensionamento dell’unico presidio ospedaliero dell’isola, il “Gaetanina Scotto”, che – secondo quanto sarebbe stato prospettato in questi giorni all’amministrazione comunale dal commissario per la Sanità in Campania, Joseph Polimeni, sulla scia del decreto ministeriale 70/2015 – prevede la soppressione del pronto soccorso attivo h24 e la sua sostituzione con un punto di primo intervento con appena tre posti letto di cosiddetta “osservazione breve”.

L’isola non ci sta e, anche grazie alla costituzione di un comitato cittadino di protesta, ha inaugurato una mobilitazione popolare che, secondo indiscrezioni, potrebbe portare anche al clamoroso blocco del porto di Marina Grande. “Siamo al fianco dei nostri concittadini, pronti ad appoggiare ogni iniziativa”, promette il sindaco Dino Ambrosino, impegnato in un consiglio comunale permanente nel quale è stata anche prospettata, come ipotesi, la dimissione in blocco di tutti i consiglieri per dire no “a  un taglio grave e inammissibile che metterebbe a repentaglio le vite degli isolani e dei turisti, costringendo a dirottare in terraferma ogni emergenza di tipo sanitario. Procida – ha spiegato il primo cittadino  conta 10.500 abitanti, che da maggio a settembre raddoppiano. Sbarcano sull’isola 250.000 ospiti all’anno che hanno diritto all’assistenza sanitaria. Lo Stato e la Regione hanno il dovere di garantire il nostro territorio così come fanno per Ischia e per Capri. Non accetteremo nulla di meno di quel poco che abbiamo”.

Al fianco della politica e dei cittadini, anche la chiesa. Alle 11, le campane delle chiese di Procida hanno accompagnato la prima iniziativa di protesta degli isolani. Don Lello Ponticelli, decano della chiesa di Procida, ha espresso viva preoccupazione “rispetto alle notizie circa la decisione che la Regione starebbe per prendere a proposito dell’Ospedale di Procida. Nella speranza che le esigenze dell’isola vengano tenute nella massima considerazione, – si legge in una nota diffusa in queste ore – i sacerdoti invitano i fedeli e la comunità a dare con forza e compostezza tutto l’apporto necessario alle iniziative volte a salvaguardare il diritto alla salute e, in particolare, la presenza e il pieno funzionamento del presidio ospedaliero. Un primo segno, questa mattina, è stato quello di accompagnare con il suono delle campane a lutto le prime iniziative promosse dal Comitato Cittadino”.

E sul caso del ridimensionamento dell’ospedale di Procida si è espresso anche Stefano Caldoro, leader dell’opposizione di centrodestra nel Consiglio regionale della Campania: “Il Nuovo Piano Ospedaliero– ha denunciato –  prevede la soppressione sull’isola di Procida del PSA h24 dedicato all’emergenza-urgenza, sostituito da un Punto di Primo Intervento, in contrasto a quanto regolamentato dal Piano per le aree disagiate.

L’intero Consiglio Comunale di Procida, da quanto apprendo, è pronto a decisioni eclatanti e forti. Una scelta su Procida immotivata ed incomprensibile per le condizioni generali della sanità campana oggi ed anche in considerazione del contenimento della spesa; con la chiusura del PSA non ci sono sicuramente riduzione degli sprechi, anzi aumenteranno considerevolmente i trasferimenti, con più oneri e maggiori rischi per la salute dei pazienti non stabilizzati in loco. Presenteremo un ordine del giorno in Consiglio regionale al fine di sollecitare il presidente della Giunta ad avviare ogni iniziativa utile presso il Ministero della Sanità per recuperare questa scelta sbagliata e ridare serenità ai nostri concittadini procidani. Per altri territori, soprattutto in provincia di Salerno, sono state previste deroghe. Con lo stesso meccanismo si salvi Procida”.

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