BEIRUT devastata da due potenti esplosioni: 100 morti e 4.000 feriti

(IT) – Beirut devastata da due potenti esplosioni: 2.750 ton di nitrato di ammonio sarebbero...

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(IT) – Beirut devastata da due potenti esplosioni: 2.750 ton di nitrato di ammonio sarebbero all’origine della tragedia. Oltre 100 i morti e 4.000 i feriti secondo l’ultimo aggiornamento della Croce Rossa. Danni in un raggio di 10 Km. (VIDEO)

(RO) – Beirutul devastat de două explozii puternice: 2.750 tone de azotat de amoniu ar fi la originea tragediei. Peste 100 de morți și 4.000 de răniți în conformitate cu cea mai recentă actualizare a Crucii Roșii. Daune pe o rază de 10 km. (VIDEO)

BEIRUT devastata da due potenti esplosioni: 100 morti e 4.000 feriti

L’enorme esplosione, avvenuta alle 18.30 di ieri nel porto di Beirut, è stata il seguito di una prima esplosione che già aveva creato scompiglio in migliaia di cittadini che erano lì ad osservarne, anche da lontano, l’incendio che ne era derivato. Questa seconda esplosione, molto più potente della prima, ha generato un enorme fungo alto decine di metri simile all’esplosione di una bomba atomica (nello specifico, alla mente, è subito tornata l’immagine dell’esplosione a Nagasaki della quale, i casi della vita, ricorre l’anniversario in questi giorni).

Anche l’onda d’urto che ne è derivata è stata di una forza spaventosa che ha distrutto le finestre degli edifici nel raggio di diversi chilometri, ha provocato il crollo delle facciate e danneggiato molte auto.

Secondo le ultime informazioni fornite dalla Croce Rossa i morti contati, ad ora, sarebbero più di 1oo con 4.000 feriti ma diverse persone sono ancora intrappolate sotto le macerie come confermato anche dal ministro della Salute libanese Hamad Hasan che ha parlato anche di danni altissimi ed ha invitato i cittadini a lasciare la Città perché coperta ancora da una nube tossica.

La coincidenza con il fatto che un tribunale delle Nazioni Unite avrebbe dovuto pronunciare il verdetto nel processo a quattro uomini del gruppo sciita Hezbollah  per l’assassinio di Rafik Hariri in un attentato dinamitardo nel 2005, ha subito alimentato sospetti di un possibile attentato.

Notizia e ricostruzione smentita quasi subito dall’evidenza dei fatti che hanno “accertato” come la seconda esplosione fosse dovuta a 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio che erano state immagazzinate in un deposito portuale a Beirut cosa che ha richiamato alla memoria un’altra precedente tragedia avvenuta in America dove, il 16 aprile del 1947 nel porto di Texas City, due navi cariche di nitrato d’ammonio saltarono generando una esplosione da 3,8 chilotoni che causò la morte di 581 persone con oltre 3.000 feriti.

La Cronaca dal posto ci segnala che molti edifici sono stati colpiti dall’esplosione, incluso un quartier generale della CNN in città, e una nuvola rossa di fumo ha fluttuato sulla città dopo l’esplosione, mentre i vigili del fuoco hanno cercato di spegnere l’incendio.

L’onda d’urto, secondo testimoni oculari, ha colpito anche le case a 10 chilometri di distanza. Una cittadina a diversi chilometri dal luogo dell’esplosione dice che le finestre di casa sua si sono tutte rotte e che l’esplosione “sembrava un terremoto” mentre un altro testimone, Hadi Nasrallah, ha così descritto quanto ha potuto vedere:

 “Ho visto una luce intensa e non ho sentito nulla. Ho guardato il tassista, volevo assicurarmi che stesse vedendo la stessa cosa. Ha fermato la macchina, mi ha guardato e poi ho sentito un’esplosione molto forte. I finestrini dell’auto si sono rotti, le macchine intorno a noi, gli edifici … tutti i finestrini erano rotti. In quel momento, a Beirut, pioveva vetro dappertutto”

Un’altra testimonianza la fornisce un corrispondente dell’AFP che, su France Presse, scrive: Nella zona del distretto portuale, la distruzione è totale. 

” Ho visto una palla di fuoco e fumo che si alzava su Beirut. La gente urlava e correva, molte di loro sanguinavano. I balconi cadevano dagli edifici. Le finestre degli edifici alti sono state distrutte e sono cadute in strada “

Sempre secondo quanto riportato da AFP, anche il primo ministro Hassan Diab è intervenuto sulla tragedia ed ha detto:

“È inammissibile che un carico di nitrato di ammonio, stimato in 2.750 tonnellate, sia presente per sei anni in un magazzino senza precauzioni “.

“È inaccettabile e non possiamo tacere su questo tema”

“Non avremo pace finché non troveremo la persona responsabile dell’accaduto per fargliene rendere conto”.

Secondo una dichiarazione rilasciata al termine della riunione il Consiglio supremo di difesa ha raccomandato al governo di dichiarare lo “stato di emergenza” a Beirut per due settimane e, durante questo periodo, una “forza militare sarà responsabile di tutte le prerogative di sicurezza” mentre, oggi, Mercoledi, il governo libanese si riunirà in una riunione di emergenza.

Nell’immediato della tragedia si è fatto sentire anche il solito Donald Trump, Presidente USA, che ha perso un’altra occasione per tacere etichettando l’esplosione a Beirut come probabile frutto di un “attacco” affermando:

funzionari militari statunitensi “sembrano credere” che l’esplosione non sia stata accidentale, nonostante le informazioni ufficiali delle autorità libanesi.

Tuttavia, i funzionari del Pentagono degli Stati Uniti lo contraddicono e dicono che non ci sono indicazioni che l’esplosione di Beirut sia stata un attacco. Ma l’essere subito smentito, anche dal suo stesso entourage nonché dalle fonti da lui citate, è ormai diventata cosa normale ed abituale per il personaggio sempre più in affanno per le prossime elezioni. Ma questo è altro.

Tornando alla tragedia di Beirut e alle cose serie, resta da segnalare che l’area portuale è stata isolata dalle forze di sicurezza che consentono l’accesso solo alla protezione civile, alle ambulanze e ai camion dei pompieri. Accesso negato anche ai giornalisti.

La portata della tragedia diventa sempre più enorme man mano che passa il tempo e che si ha modo e tempo di far mente locale e poter avvertire anche tutti gli altri immensi danni collaterali creati dall’esplosione. Tra le tante, non ultima, quella dall’accertata distruzione anche dei depositi di grano che erano in zona e che contenevano, a quanto si apprende, l’80% delle scorte per tutto il Libano il che apre ora uno scenario terribile anche in termini economici e di sopravvivenza di tutta la popolazione libanese.

In conclusione segnaliamo che il militare italiano segnalato come coinvolto dall’esplosione sta relativamente bene, comunque non è grave. E questo rassicura se non altro gli italiani come rassicura i rumeni l’apprendere che, secondo il ministero degli Affari esteri, Bogdan Aurescu, non ci sono informazioni che tra le vittime ci siano cittadini rumeni.

A documentazione dell’accaduto si moltiplicano i filmati amatoriali fatti da cittadini sul posto. Tutti mostrano uno scenario di grande distruzione con auto ribaltate o distrutte. Uno di questi filmati, brevissimo, è giunto anche a noi attraverso Bissan Fakih che lo pubblica sul suo Twitter scrivendo: “A video I received on WhatsApp of the scalr of explosion in #Beirut, confirming it was at the port” e noi ve lo proponiamo a seguire:

BEIRUT devastat de două explozii puternice: 100 de morți și 4.000 de răniți

Gigantesculă explozie, care a avut loc ieri, la ora 18.30, în portul Beirut, a fost rezultatul unei prime explozii care a creat deja haos la mii de cetățeni care erau acolo pentru a observa, chiar și de la distanță, incendiul rezultat. Această a doua explozie, mult mai puternică decât prima, a generat o ciupercă uriașă de zeci de metri înălțime similară cu explozia unei bombe atomice (în mod special, în minte, imaginea exploziei din Nagasaki s-a întors imediat).

Valul de șoc rezultat a fost, de asemenea, o forță înspăimântătoare care a distrus ferestrele clădirilor pe o rază de câțiva kilometri, a prăbușit fațadele și a deteriorat multe mașini.

Conform celor mai recente informații furnizate de Crucea Roșie, numărul mortilor a fost de peste 1.000 cu 4.000 de răniți, dar mai multe persoane sunt încă prinse sub dărâmături, așa cum a confirmat ministrul libanez al Sănătății, Hamad Hasan, care a vorbit și despre daune foarte mari a invitat cetățenii să părăsească orașul, deoarece este încă acoperit de un nor toxic.

Coincidența în care un tribunal al ONU ar fi trebuit să se pronunțe în procesul de patru oameni al grupului șiit Hezbollah pentru asasinarea lui Rafik Hariri într-un atentat din 2005 a ridicat imediat suspiciuni cu privire la un posibil atac.

Știrile și reconstrucțiile au fost refuzate aproape imediat de dovezile care au „verificat” că a doua explozie s-a datorat celor 2.750 de tone de azotat de amoniu care au fost depozitate într-un depozit port din Beirut, care amintea de o altă tragedie anterioară. a avut loc în America, unde, la 16 aprilie 1947, în portul Texas City, două nave încărcate cu azotat de amoniu au sărit generând o explozie de 3,8 kilotone care a ucis 581 de persoane cu peste 3.000 de răniți.

Cronica din locație ne spune că multe clădiri au fost afectate de explozie, inclusiv un sediu CNN din oraș și un nor roșu de fum a plutit peste oraș după explozie, în timp ce pompierii au încercat să scoată ‘foc.

Valul de șoc, potrivit martorilor oculari, a lovit de asemenea case la 10 kilometri distanță. Un oraș mic aflat la câțiva kilometri de locul exploziei spune că geamurile casei sale s-au rupt toate și că explozia “arăta ca un cutremur” în timp ce un alt martor, Hadi Nasrallah, a descris ce a putut vedea:

“Am văzut o lumină strălucitoare și nu am auzit nimic. M-am uitat la taximetrist, am vrut să mă asigur că vede același lucru. A oprit mașina, m-a privit și apoi am auzit o explozie foarte puternică. Geamurile mașinii s-au întâmplat. sunt sparte, mașinile din jurul nostru, clădirile … toate geamurile erau sparte. În acel moment, în Beirut, sticla ploua peste tot “

O altă mărturie este oferită de un corespondent AFP care, în France Presse, scrie: În zona districtului port, distrugerea este totală.

“Am văzut o minge de foc și fum ridicându-se peste Beirut. Oamenii urlau și alergau, mulți dintre ei sângerau. Balcoanele cădeau de pe clădiri. Ferestrele clădirilor înalte au fost distruse și au căzut în stradă.”

În conformitate cu cele raportate de AFP, premierul Hassan Diab a vorbit și despre tragedie și a spus:

“Este inacceptabil ca o marfă de azotat de amoniu, estimată la 2.750 tone, să fie prezentă timp de șase ani într-un depozit fără măsuri de precauție”.

“Este inacceptabil și nu putem rămâne tăcuți pe această temă”

“Nu vom avea pace până nu vom găsi persoana responsabilă de ceea ce s-a întâmplat pentru a-l face responsabil”.

Potrivit unui comunicat lansat la sfârșitul ședinței, Consiliul Suprem de Apărare a recomandat guvernului să declare o „stare de urgență” în Beirut timp de două săptămâni și, în această perioadă, o „forță militară va fi responsabilă pentru toate prerogativele de securitate” în timp ce , astăzi, miercuri, guvernul libanez se va întruni într-o ședință de urgență.

În urma imediată a tragediei, s-a făcut auzit și obișnuitul Donald Trump, președintele SUA, care a pierdut o altă oportunitate de a păstra liniștea prin etichetarea exploziei din Beirut ca rezultatul probabil al unui „atac” care a declarat:

Oficialii militari americani „par să creadă” că explozia nu a fost întâmplătoare, în ciuda informațiilor oficiale ale autorităților libaneze.

Cu toate acestea, oficialii americani ai Pentagonului contrazic acest lucru și spun că nu există indicii că explozia Beirut a fost un atac. Fiind refuzat imediat, chiar și de propriul anturaj, precum și de sursele pe care le-a citat, acum a devenit normal și obișnuit pentru personajul care este din ce în ce mai neliniștit pentru următoarele alegeri. Dar este altceva.

Revenind la tragedia din Beirut și la problemele grave, rămâne de menționat că zona portului a fost izolată de forțele de securitate care permit accesul numai la protecția civilă, ambulanțe și camioane de pompieri. Accesul refuzat chiar și jurnaliștilor.

Amploarea tragediei devine din ce în ce mai enormă pe măsură ce trece timpul și pe măsură ce există timp și ocazie de a gândi la nivel local și, de asemenea, de a putea simți toate celelalte daune colaterale imense create de explozie. Printre numeroasele, nu în ultimul rând, cea a distrugerii constatate a depozitelor de cereale care se aflau în zonă și care conțineau, din câte știm, 80% din stocurile pentru întregul Liban, ceea ce deschide acum un scenariu teribil și în termeni. economică și de supraviețuire a întregii populații libaneză.

În concluzie, subliniem că soldatul italian raportat ca implicat în explozie este relativ bine, cu toate acestea nu este grav. Și acest lucru îi liniștește pe italieni cel puțin pe măsură ce îi liniștește pe români să afle că, potrivit Ministerului Afacerilor Externe, Bogdan Aurescu, nu există informații că printre victime sunt cetățeni români.

Ca documentație a incidentului, filmele amatoare realizate de cetățenii locali se înmulțesc. Toate arată un scenariu de mare distrugere cu mașini răsturnate sau prăpădite. Unul dintre aceste scurtmetraje ne-a venit și prin intermediul Bissan Fakih, care îl publică pe Twitter-ul său scris: „Un videoclip pe care l-am primit pe WhatsApp pe scalpul exploziei din #Beirut, confirmând că este la port” și noi propunem să urmăm:

Cristina Adriana Botis

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