Bambina di 11 anni violentata dal parente a cui i genitori l’affidavano senza timore

Un 63enne è stato arrestato dai Carabinieri della Stazione di Aci Sant'Antonio (CT) per violenza sessuale aggravata su una bambina

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Un 63enne è stato arrestato dai Carabinieri della Stazione di Aci Sant’Antonio (CT) per violenza sessuale aggravata su una bambina

I Carabinieri della Stazione di Aci Sant’Antonio comune della provincia di Catania hanno arrestato un 63enne per violenza sessuale aggravata su una bambina di 11 anni. L’uomo è un parente dei genitori della vittima al quale la ragazzina veniva affidata con fiducia.

Nei suoi confronti il Gip del tribunale di Catania, su richiesta della Procura distrettuale, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari. Gli abusi, avvenuti in un paese della provincia di Catania, sarebbero cominciati nel novembre del 2020.

LE INDAGINI

A denunciare la gravità della vicenda è stata la madre della bambina quando, conversando con la figlia, aveva appreso che l’uomo era solito palpeggiarla nelle parti intime.

Quest’ultimo, chiamato dalla Procura artificiosamente “Mario”, è il padre della cognata della donna la quale, per agevolare lo stretto rapporto esistente tra la figlia ed i cuginetti, era solita lasciarla presso l’abitazione dell’uomo, suocero del fratello appunto.

«Le morbose attenzioni – scrive la Procura – da parte di “Mario” sarebbero iniziate nello scorso mese di novembre e la bambina, nel corso del suo racconto alla madre, le aveva più volte chiesto di rimproverare l’uomo perché le accarezzava le gambe ed anche perché, in più occasioni, le aveva toccato la vagina infilandosi nel letto sotto le coperte come per partecipare al gioco tra lei ed i propri nipoti. La bambina in occasioni di tali violazioni della propria intimità aveva manifestato un forte turbamento e, per uscire dall’impasse nel quale era venutasi a trovare, si allontanava immediatamente con la scusa di dover prendere un bicchier d’acqua oppure, addirittura, chiedeva alla cugina di porre una sua gamba su di lei in maniera da impedire tali “avvicinamenti”».

“Mario” aveva creato il “gioco del fantasma” nel quale lui “giocava” con i bambini sotto le coperte, pretendendo però che la bambina si ponesse al centro del letto e poter così realizzare le violenze.

Evidentemente, l’insano trasporto che “Mario” nutriva per la piccola aveva fatto perdere ogni freno inibitore all’uomo che in un’altra occasione, mentre la piccola stava dormendo, era riuscito a denudarla nella parte inferiore giungendo anche alla penetrazione con un dito dell’organo genitale.

Sintomatica, ai fini della comprensione del disagio psicologico subìto dalla bambina a causa di tali comportamenti, è la vergogna provata ed il timore da lei manifestato alla madre di non essere ritenuta credibile a favore invece di “Mario”.

Ovvia la reazione di sdegno e rammarico della madre a questa toccante rivelazione della figlia per non aver colto per tempo tutti quei segnali che, solo successivamente ed in maniera ormai purtroppo tardiva, potevano essere rivelatori del malessere della bimba che, comunque, era fortemente motivata a rivolgersi ai Carabinieri per agire nei confronti dell’uomo perché <<… ha fatto una cosa brutta! …>>.

Anche la nonna materna della bambina, analizzando a posteriori la vicenda e le sue varie sfaccettature, ha ricordato che “Mario” le aveva più volte riferito che la bambina si era affezionata a lui chiedendole pertanto di portarla più spesso presso la sua casa ma, soprattutto, ha dato un senso logico a tutte quelle volte nelle quali l’uomo smetteva di giocare a carte con gli adulti asserendo di essere stanco, allontanandosi invece per andare a “giocare” morbosamente nel letto con i bambini.”

L’attenta audizione della bambina in stretta osservanza delle disposizioni contenute nella Carta di Noto, uno strumento per operatori nel campo dell’abuso sessuale ai minori, ha consentito l’acquisizione di quegli elementi investigativi che sono stati sviluppati e compendiati dall’Arma di Aci Sant’Antonio alla Procura etnea, consentendo il consolidamento del quadro probatorio a carico del 63enne e di richiedere per lui la misura cautelare poi emessa dal G.I.P. del Tribunale etneo.

Adduso Sebastiano

(le altre informazioni regionali le trovi anche su Vivicentro – Redazione Sicilia)

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