L’ex deputato all’Ars del Pd ammette: ho incontrato il boss

Ha ammesso di aver incontrato il boss trapanese, ma ha sostenuto di non aver saputo,...

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Ha ammesso di aver incontrato il boss trapanese, ma ha sostenuto di non aver saputo, prima dell’incontro, che il capomafia sarebbe stato presente.

Ha ammesso di aver incontrato il boss trapanese Piero Virga, ma ha sostenuto di non aver saputo, prima dell’incontro, che il capomafia sarebbe stato presente. Paolo Ruggirello, ex deputato all’Ars del Pd, arrestato con l’accusa di associazione mafiosa, ha tentato di difendersi così davanti ai Pm di Palermo Gianluca De Leo e Claudio Camilleri nel corso dell’interrogatorio di garanzia seguito alla richiesta di conclusione delle indagini.

Ruggirello ha anche ammesso che a fare da tramite tra l’ex deputato e il capomafia sarebbe stato il pregiudicato mafioso Carmelo Salerno.

Dopo l’interrogatorio ha chiesto al Gip la revoca del carcere e la sostituzione coi domiciliari, ma il Giudice Piergiorgio Morosini ha respinto l’istanza, definendo “inverosimili» le spiegazioni fornite dall’ex deputato”.

È in carcere da marzo, con l’accusa pesante di associazione mafiosa, qualche giorno fa, l’ex deputato regionale Paolo Ruggirello ha chiesto di parlare con i Pm di Palermo. E ha ammesso di avere incontrato il boss trapanese Pietro Virga, poco prima delle regionali del 2017, ma sostiene che fu un incontro a sorpresa, addirittura “un’imboscata” fatta da un conoscente che gli aveva promesso di presentagli una persona che poteva dare una mano in campagna elettorale.

“Quando capii che era Virga era troppo tardi per allontanarmi” ha detto Ruggirello. Ma questa sua versione non ha convinto i Magistrati “Virga mi chiese 50 mila euro per affrontare la campagna elettorale, mi ricordo che promise 1000 voti dietro il pagamento di 50 mila euro. E io accettai, ma solo per potermi allontanare il più presto possibile da quel luogo”.

Uno dei protagonisti di quell’incontro ha raccontato ai Pm che Ruggirello avrebbe anche pagato un acconto per i voti promessi, 20 mila euro. Ad accusare il politico è uno degli esponenti del clan, Pietro Cusenza.

Ci eravamo occupati dell’arresto dell’ex deputato all’Assemblea Regionale Siciliana Piero Virga nell’articolo “Arresti per associazione mafiosa e voto di scambio a Trapani tra cui un ex deputato Pd”. Ruggirello, 52 anni, trapanese, eletto all’Ars due volte, è stato deputato questore. Si è candidato alle ultime elezioni politiche ma non ce l’ha fatta.

Ruggirello è accusato di aver cercato il sostegno elettorale della “famiglia mafiosa” di Trapani, di essere stato punto di riferimento delle cosche nella politica regionale, di aver fatto vincere appalti ai clan e di avere incontrato il capomafia in diverse occasioni. Oltre a lui finirono in cella in 28. Tra gli arrestati anche l’ex assessore comunale di Trapani Ivana Inferrera accusata di voto di scambio politico-mafioso, e l’ex consigliere comunale di Erice (Tp) Giovanni Maltese.

Il rinvio a giudizio per l’ex deputato regionale siciliano Paolo Ruggirello e altri 28 indagati è stato chiesto oggi dalla Direzione distrettuale di Palermo che coordina l’inchiesta. Coinvolti anche Francesco e Pietro Virga, figli del boss Vincenzo, arrestato da latitante nel 2001, il presunto capomafia Francesco Orlando, tutti detenuti. L’inchiesta aveva svelato le attività delle famiglie mafiose di Trapani, Paceco e Marsala, attive soprattutto nella raccolta dei voti in prossimità delle tornate elettorali. Contestati anche episodi di estorsione e danneggiamento con incendio, tutti aggravati dal metodo mafioso. L’ex deputato Ruggirello, accusato di associazione mafiosa, è stato interrogato dal gip Piergiorgio Morosini nei giorni scorsi.

Adduso Sebastiano

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