Il voto dei russi: la Duma resta nelle mani di Putin

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La Duma, il parlamento russo, resta saldamente nelle mani del partito di Vladimir Putin ma le elezioni parlamentari registrano il crollo dell’affluenza, sotto il 40%.

Putin vince le elezioni parlamentari, ma in Russia crolla l’affeluenza

I partiti di opposizione sono sotto la soglia di sbarramento del 5%

Il partito del presidente Vladimir Putin, Russia Unita, risulta il vincitore – stando agli exit poll – delle elezioni parlamentari russe. L’incognita semmai è capire quale sarà l’esatta dimensione della vittoria visto che le rilevazioni statistiche oscillano in una forchetta del 44-48%. Ma sono dettagli. Il premier e segretario del partito Dmitri Medvedev ha già assicurato che Russia Unita ha la «maggioranza assoluta» in Parlamento. E pazienza se l’affluenza è crollata al 39,37% (dato delle 18:00) e il 60,2% finale registrato nel 2011 pare impossibile da acchiappare.

Lo `zar´, parlando nella sede del partito, ha definito la performance di Russia Unita «un buon risultato» nonostante l’affluenza «non molto alta ma comunque positiva». «Noi sappiamo che la vita della gente non è facile – ha detto – e che ci sono molti problemi da risolvere ma le persone hanno votato per Russia Unita e desiderano stabilità: davanti a noi abbiamo molte sfide». Oltre al partito del presidente nella Duma entreranno i `soliti noti´ dell’opposizione, ovvero i Liberaldemocratici, i Comunisti e Russia Giusta, resta da vedere con che percentuali. La cosiddetta opposizione democratica, Parnas e Yabloko, non sarebbe invece in grado di sorpassare la fatidica sogli di sbarramento del 5%, a meno di (improbabili) sorprese durante il conteggio dei voti, che si protrarrà in tutti gli 11 fusi orari in cui è divisa la Federazione Russa sino allo spoglio «preliminare» dei voti, previsto per le 10 del mattino (le 9 in Italia).

Capitolo brogli. Se nel 2011 le violazioni sistematiche hanno suscitato sdegno nei russi spingendoli a scendere in piazza per protestare, il Cremlino ha dato mandato a Viacheslav Volodin, legato presidenziale con la delega agli Affari Interni, di organizzare elezioni `pulite´. A capo della Commissione Elettorale è stata promossa Ella Pamfilova, ex garante per i diritti umani rispettata anche dalle opposizioni. Ebbene. Durante la giornata sono state registrate diverse irregolarità, sia a Mosca che nelle regioni. In rete sono finiti video che immortalavano gli operatori dei seggi `rimpinzare´ le urne di schede – il più eclatante a Rostov-sul-Don, trasmesso anche dall’emittente di Stato Rossiya 24. Le denuncie di brogli sono venute sia dai partiti di opposizione – Yabloko, Parnas ma anche i Comunisti – che da ONG come Golos, impegnate da anni a combattere le violazioni nei seggi.

I social network, naturalmente, hanno documentato ogni tipo di strategia persuasiva `creativa´, come biglietti del cinema gratis a Yalta e tre litri di birra (a voto) a Novosibirsk. C’è chi si è preso anche la briga di sottolineare come a Mosca il comune offrisse navette gratis ai pensionati per andare a votare. Pamfilova, che alla vigilia del voto ha promesso le dimissioni in caso di «fiasco», ha concluso che le elezioni sono da considerarsi «legittime» sebbene non «immacolate» e attende il rapporto dell’Osce atteso per domani. Ma ha già messo le mani avanti: a contare è più il «giudizio degli elettori» che quello degli oltre 800 osservatori sparpagliati ai quattro angoli del Paese e se ci saranno delle «lezioni da trarre» ben venga.

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