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Renzi sulle riforme costituzionali: “Se perdo il referendum, lascio la politica” MONICA RUBINO*

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ll premier a Repubblica Tv risponde a Claudio Tito sulle questioni politiche più calde. “Quarto, Capuozzo resti ma doveva denunciare. M5s non ha monopolio etico”. Banche: “Sì a commissione, no a processi-show”. Ue: “No a Europa tecnocratica”. Reato di clandestinità”: “Va eliminato ma stretta su espulsioni per chi delinque”.

ROMA – Riforme e referendum, Quarto e il rapporto con i 5S. Ma anche il sistema bancario italiano, la politica economica dell’Ue e la lotta al terrorismo. Sono i temi sui quali risponde il premier Matteo Renzi, intervistato da Claudio Tito a Repubblica Tv. Al centro le riforme costituzionali: “Se perdo il referendum sulle riforme costituzionali smetto di far politica”, dice Renzi dopo il via libera ieri della Camera al ddl Boschi.  “Ad aprile – continua il premier – dopo il secondo passaggio parlamentare, partiremo subito con la campagna referendaria. Insisto su questa questione non perché voglio trasformare il referendum in plebiscito, come ha detto qualcuno. Ma perché intendo assumermi precise responsabilità.

Renzi: “Se perdo referendum su riforma costituzionale, lascio la politica

Poi chiarisce che dopo il referendum non si andrà a votare: “Premesso che decide il presidente della Repubblica, l’intenzione del governo è arrivare a fine legislatura perché l’idea che si rispettino le scadenze naturali è un principio di buon senso. Sia chiaro – precisa – è tutto legittimo, anche andare a votare domani mattina. E noi non abbiamo paura delle elezioni. Ma per me nel 2017 si fa il congresso del partito. E poi nel 2018 si vota”.

Caso Quarto. Quanto al caso Quarto e ai rapporti con il M5s, Renzi pensa che la sindaca Rosa Capuozzo – oggi espulsa ufficialmente dal Movimento – “avrebbe dovuto denunciare chi la minacciava ma non deve dimettersi”. E continua: “Io sono garantista. Per la vicenda di Quarto occorre avere rispetto. L’idea che il 5s abbia il monopolio della morale per noi non è mai esistita e adesso penso che sia venuta meno anche per gli elettori. Noi abbiamo fatto pulizia all’interno del Pd”.

Giachetti al Campidoglio? Restando in tema di governo locale e di amministrative, Renzi risponde anche a una domanda sul possibile candidato del Pd a Roma, che alcuni indicano in Roberto Giachetti, già deputato dem alla Camera: “Giachetti al Campidoglio? Bisogna chiedere a lui. Certo conosce Roma meglio di chiunque altro. È romano e romanista, ma deciderà lui se candidarsi o no”.

Banche. A proposito del fallimento di Banca Etruria, Renzi afferma di essere favorevole a una commissione di inchiesta ma “se si farà – osserva – deve essere una commissione d’inchiesta non su una banca ma sul sistema bancario degli ultimi 15 anni, dove sono successe cose nel silenzio della politica, che ha fatto finta di non vedere autentici errori del sistema bancario”.  Insomma “massima trasparenza e discussione nel merito ma non processi-show”.

Quanto alle dichiarazioni del ministro delle Riforme Maria Elena Boschi (la quale ha detto che, se il padre fosse indagato nell’inchiesta sulle banche, lei non si dimetterebbe), Renzi sostiene: “È una posizione nostra, perchè se passa la linea che chi ha il padre indagato deve dimettersi, il primo dovrei essere io. La responsabilità penale in Italia è personale. C’è un tentativo evidente di buttare addosso a questo governo le responsabilità delle misure prese, ma io le rivendico”.

“Con il nostro governo – continua Renzi – non ci sono impuniti. Non guardiamo in faccia a nessuno e chi ha sbagliato pagherà”.  Poi aggiunge: “Il sistema bancario italiano noi abbiamo iniziato a cambiarlo e continueremo a farlo. E non abbiamo nessun scheletro nell’armadio”. La vicenda delle banche rivela che il “Giglio magico” è un gruppo di potere? “Io rispondo nel merito – premette Renzi – se voi mi chiedete cosa è accaduto in Banca Etruria, io dico che è stato il governo della Repubblica a commissariare il Cda dove siedeva Pier Luigi Boschi. Li abbiamo sanzionati noi, li abbiamo mandati a casa- spiega il presidente del Consiglio- perchè la legge è uguale per tutti”. Renzi poi si chiede: “Ma di cosa stiamo parlando? Se parliamo del fatto che sia giusto che chi ha il potere lo eserciti, io dico che sì, certo, è giusto. Perchè il potere è una forma di servizio all’Italia”. E assicura: “Le quattro banche salvate da un decreto legge, Carife, Banca Etruria, Carichieti e Banca delle Marche adesso sono solide”.

Quanto all’ipotesi di revisione delle competenze di Consob e Bankitalia da parte del governo, il premier chiarisce: “Consob e Bankitalia sono due istituzioni che il governo ha il dovere di proteggere ma se qualcuno ha sbagliato va messo in condizione di rispondere. Massimo rispetto dal governo ma certo bisogna fare sempre di più per il funzionamento degli organismi”.

Il Pd. Alla domanda se voglia cambiare il Pd, il premier risponde: “Io voglio cambiare l’Italia, abbiamo portato il Pd nel Pse europeo e vogliamo contribuire attivamente a modificare la politica economica dell’Ue. Ho preso un partito che aveva il 20% e l’ho portato al 40%. Abbiamo vinto in molte regioni, qualcuna l’abbiamo persa – ad esempio la Liguria  – ma questo Pd è il motore della sinistra europea ed è la vera occasione di cambiamento della politica italiana. Discuteremo se anticipare il Congresso del partito del 2017, sarà l’assemblea del Pd a scegliere”.

L’Ue e la politica economica. Si passa poi a temi economici. “La nostra legge di stabilità rispetta integralmente tutto quello che chiede l’Europa – assicura Renzi – La flessibilità non la decide Valdis Dombrovskis (ex premier lettone e nuovo Commissario per l’euro, fautore della disciplina fiscale, ndr), ma il collegio della Commissione”. E aggiunge: scherzando: “Il mio modello è Obama e non Dombrovskis, con tutto il rispetto per quest’ultimo”. Sul rapporto con la Germania poi il presidente del Consiglio chiarisce: “La Germania è il nostro partner per eccellenza in Europa, tutt’altro che il nostro nemico. E io ho vinto le elezioni europee dicendo il contrario di chi diceva che Markel era il nostro nemico. Con Merkel c’è un rapporto molto frequente, c’è partnership strategica, ma questo non significa che io non rappresenti un Paese importante in Europa. Se in Europa io alzo una mano e dico ‘mi spiegate questa cosa’, non è polemica. In Europa abbiamo avuto un problema economico, ma prima ancora di reputazione”.

Per Renzi “la politica economica europea degli ultimi 7 anni è sbagliata. Ci vuole una discussione sulla politica europea e ammetto che su questo non vado sempre d’accordo con la Merkel. Al netto della politica italiana- aggiunge – l’insistenza sull’austerity e sul rigore è un errore”. Il premier sottolinea poi che “nessun sano di mente può pensare di imbarcarsi in questo momento a cambiare i trattati. Ma cambiare politica economica a trattati vigenti si può fare. Tra un’Europa solo tecnocratica e un’Europa sociale, io sto dalla parte di quella sociale”, conclude il premier.

Infine, sui dati preoccupanti dell’occupazione in Italia, Renzi afferma: “Io speravo di andare sotto il 12 per cento di disoccupazione, ma non ce la facciamo ad andare nemmeno sotto il 10 per cento nel 2016, non è un obiettivo realistico. Io dico che l’obiettivo è far ripartire il settore immobiliare con un livello di efficientamento energetico degno di questo nome”.

Terrorismo. Renzi non manca di esprimere “la solidarietà italiana del governo e del popolo italiano al popolo turco”, dopo l’attentato di Istanbul di questa mattina. E ribadisce che per fronteggiare la minaccia del terrorismo “l’Italia ha impostato un metodo di lavoro, funziona meglio di altri Paesi, stiamo procedendo alle impronte ma anche il riconoscimento facciale, abbiamo una presenza sul territorio importante. La verità è che non possiamo pensare di affrontare questa emergenza solo dal punto di vista della sicurezza”. Occorre infatti anche affrontare la questione culturale: “Accanto a questa svolta c’è un elemento che è rilevante per la sinistra europea – continua il premier – se diciamo che per ogni centesimo investito in sicurezza spendiamo un centesimo in cultura per le periferie, diciamo una cosa controcorrente. Eppure gli attentatori di Parigi sono nati nelle periferie di Parigi e Bruxelles”.

Quanto al reato di clandestinità, infine, Renzi specifica che “ci vuole una normativa che, mentre abolisce il reato di clandestinità, sia molto più veloce nei processi di espulsione e più dura verso chi delinque”. Renzi annuncia un “pacchetto di norme” che però non sarà approvato dal Consiglio dei ministri questa settimana. “Ci vuole del tempo, ci stiamo lavorando in collegamento con le norme europee”.

La corsa al seggio Onu. Restando in tema di politica estera, a pochi mesi dal voto Renzi conferma inoltre che la corsa per il seggio come membro non permanente nel Consiglio di sicurezza dell’Onu è ancora aperta, seppur in grande salita: “Stiamo combattendo una battaglia non facile, ma io ci credo”. Il presidente del Consiglio ricorda che il nostro Paese è in lizza per un seggio nel biennio 2017-2018 e che dovrà prevalere contro la candidatura di Svezia e Olanda, gli altri due Paesi occidentali che ambiscono a sedere nel gruppo dei 15 che decidono in Consiglio di sicurezza. Renzi aveva già spiegato i motivi e i punti di forza di questa candidatura durante il discorso all’assemblea generale Onu il 29 settembre scorso. Come punti di forza l’Italia può puntare sulle attività di accoglienza dei migranti svolte in questi anni, sull’impegno nelle missioni di pace internazionali, l’attitudine al multilateralismo.

La Fiorentina e gli Europei di calcio. L’ultima battuta il premier la riserva alla sua squadra del cuore, la Fiorentina: “Sta facendo un grandissimo campionato, mani in alto e grande scaramanzia sui viola”. Poi preferisce deviare il discorso sulla Nazionale di Conte: “Mi piacerebbe tanto, tanto, che agli Europei ci levassimo delle grandi soddisfazioni. Se vincessimo convocherei un Consiglio dei ministri straordinario il giorno dopo”

drà a votare: “Premesso che decide il presidente della Repubblica, l’intenzione del governo è arrivare a fine legislatura perché l’idea che si rispettino le scadenze naturali è un principio di buon senso. Sia chiaro – precisa – è tutto legittimo, anche andare a votare domani mattina. E noi non abbiamo paura delle elezioni. Ma per me nel 2017 si fa il congresso del partito. E poi nel 2018 si vota”.


Caso Quarto. Quanto al caso Quarto e ai rapporti con il M5s, Renzi pensa che la sindaca Rosa Capuozzo – oggi espulsa ufficialmente dal Movimento – “avrebbe dovuto denunciare chi la minacciava ma non deve dimettersi”. E continua: “Io sono garantista. Per la vicenda di Quarto occorre avere rispetto. L’idea che il 5s abbia il monopolio della morale per noi non è mai esistita e adesso penso che sia venuta meno anche per gli elettori. Noi abbiamo fatto pulizia all’interno del Pd”.

Giachetti al Campidoglio? Restando in tema di governo locale e di amministrative, Renzi risponde anche a una domanda sul possibile candidato del Pd a Roma, che alcuni indicano in Roberto Giachetti, già deputato dem alla Camera: “Giachetti al Campidoglio? Bisogna chiedere a lui. Certo conosce Roma meglio di chiunque altro. È romano e romanista, ma deciderà lui se candidarsi o no”.

Banche. A proposito del fallimento di Banca Etruria, Renzi afferma di essere favorevole a una commissione di inchiesta ma “se si farà – osserva – deve essere una commissione d’inchiesta non su una banca ma sul sistema bancario degli ultimi 15 anni, dove sono successe cose nel silenzio della politica, che ha fatto finta di non vedere autentici errori del sistema bancario”.  Insomma “massima trasparenza e discussione nel merito ma non processi-show”.

Quanto alle dichiarazioni del ministro delle Riforme Maria Elena Boschi (la quale ha detto che, se il padre fosse indagato nell’inchiesta sulle banche, lei non si dimetterebbe), Renzi sostiene: “È una posizione nostra, perchè se passa la linea che chi ha il padre indagato deve dimettersi, il primo dovrei essere io. La responsabilità penale in Italia è personale. C’è un tentativo evidente di buttare addosso a questo governo le responsabilità delle misure prese, ma io le rivendico”.

Banche, Renzi: “Boschi? Se chi ha padre indagato deve dimettersi, il primo sarei io”


“Con il nostro governo – continua Renzi – non ci sono impuniti. Non guardiamo in faccia a nessuno e chi ha sbagliato pagherà”.  Poi aggiunge: “Il sistema bancario italiano noi abbiamo iniziato a cambiarlo e continueremo a farlo. E non abbiamo nessun scheletro nell’armadio”. La vicenda delle banche rivela che il “Giglio magico” è un gruppo di potere? “Io rispondo nel merito – premette Renzi – se voi mi chiedete cosa è accaduto in Banca Etruria, io dico che è stato il governo della Repubblica a commissariare il Cda dove siedeva Pier Luigi Boschi. Li abbiamo sanzionati noi, li abbiamo mandati a casa- spiega il presidente del Consiglio- perchè la legge è uguale per tutti”. Renzi poi si chiede: “Ma di cosa stiamo parlando? Se parliamo del fatto che sia giusto che chi ha il potere lo eserciti, io dico che sì, certo, è giusto. Perchè il potere è una forma di servizio all’Italia”. E assicura: “Le quattro banche salvate da un decreto legge, Carife, Banca Etruria, Carichieti e Banca delle Marche adesso sono solide”.

Quanto all’ipotesi di revisione delle competenze di Consob e Bankitalia da parte del governo, il premier chiarisce: “Consob e Bankitalia sono due istituzioni che il governo ha il dovere di proteggere ma se qualcuno ha sbagliato va messo in condizione di rispondere. Massimo rispetto dal governo ma certo bisogna fare sempre di più per il funzionamento degli organismi”.

Il Pd. Alla domanda se voglia cambiare il Pd, il premier risponde: “Io voglio cambiare l’Italia, abbiamo portato il Pd nel Pse europeo e vogliamo contribuire attivamente a modificare la politica economica dell’Ue. Ho preso un partito che aveva il 20% e l’ho portato al 40%. Abbiamo vinto in molte regioni, qualcuna l’abbiamo persa – ad esempio la Liguria  – ma questo Pd è il motore della sinistra europea ed è la vera occasione di cambiamento della politica italiana. Discuteremo se anticipare il Congresso del partito del 2017, sarà l’assemblea del Pd a scegliere”.

L’Ue e la politica economica. Si passa poi a temi economici. “La nostra legge di stabilità rispetta integralmente tutto quello che chiede l’Europa – assicura Renzi – La flessibilità non la decide Valdis Dombrovskis (ex premier lettone e nuovo Commissario per l’euro, fautore della disciplina fiscale, ndr), ma il collegio della Commissione”. E aggiunge: scherzando: “Il mio modello è Obama e non Dombrovskis, con tutto il rispetto per quest’ultimo”. Sul rapporto con la Germania poi il presidente del Consiglio chiarisce: “La Germania è il nostro partner per eccellenza in Europa, tutt’altro che il nostro nemico. E io ho vinto le elezioni europee dicendo il contrario di chi diceva che Markel era il nostro nemico. Con Merkel c’è un rapporto molto frequente, c’è partnership strategica, ma questo non significa che io non rappresenti un Paese importante in Europa. Se in Europa io alzo una mano e dico ‘mi spiegate questa cosa’, non è polemica. In Europa abbiamo avuto un problema economico, ma prima ancora di reputazione”.

Per Renzi “la politica economica europea degli ultimi 7 anni è sbagliata. Ci vuole una discussione sulla politica europea e ammetto che su questo non vado sempre d’accordo con la Merkel. Al netto della politica italiana- aggiunge – l’insistenza sull’austerity e sul rigore è un errore”. Il premier sottolinea poi che “nessun sano di mente può pensare di imbarcarsi in questo momento a cambiare i trattati. Ma cambiare politica economica a trattati vigenti si può fare. Tra un’Europa solo tecnocratica e un’Europa sociale, io sto dalla parte di quella sociale”, conclude il premier.

Infine, sui dati preoccupanti dell’occupazione in Italia, Renzi afferma: “Io speravo di andare sotto il 12 per cento di disoccupazione, ma non ce la facciamo ad andare nemmeno sotto il 10 per cento nel 2016, non è un obiettivo realistico. Io dico che l’obiettivo è far ripartire il settore immobiliare con un livello di efficientamento energetico degno di questo nome”.

Terrorismo. Renzi non manca di esprimere “la solidarietà italiana del governo e del popolo italiano al popolo turco”, dopo l’attentato di Istanbul di questa mattina. E ribadisce che per fronteggiare la minaccia del terrorismo “l’Italia ha impostato un metodo di lavoro, funziona meglio di altri Paesi, stiamo procedendo alle impronte ma anche il riconoscimento facciale, abbiamo una presenza sul territorio importante. La verità è che non possiamo pensare di affrontare questa emergenza solo dal punto di vista della sicurezza”. Occorre infatti anche affrontare la questione culturale: “Accanto a questa svolta c’è un elemento che è rilevante per la sinistra europea – continua il premier – se diciamo che per ogni centesimo investito in sicurezza spendiamo un centesimo in cultura per le periferie, diciamo una cosa controcorrente. Eppure gli attentatori di Parigi sono nati nelle periferie di Parigi e Bruxelles”.

Quanto al reato di clandestinità, infine, Renzi specifica che “ci vuole una normativa che, mentre abolisce il reato di clandestinità, sia molto più veloce nei processi di espulsione e più dura verso chi delinque”. Renzi annuncia un “pacchetto di norme” che però non sarà approvato dal Consiglio dei ministri questa settimana. “Ci vuole del tempo, ci stiamo lavorando in collegamento con le norme europee”.

Renzi: “Reato di clandestinità da abolire ma rafforzare espulsioni”



La corsa al seggio Onu. Restando in tema di politica estera, a pochi mesi dal voto Renzi conferma inoltre che la corsa per il seggio come membro non permanente nel Consiglio di sicurezza dell’Onu è ancora aperta, seppur in grande salita: “Stiamo combattendo una battaglia non facile, ma io ci credo”. Il presidente del Consiglio ricorda che il nostro Paese è in lizza per un seggio nel biennio 2017-2018 e che dovrà prevalere contro la candidatura di Svezia e Olanda, gli altri due Paesi occidentali che ambiscono a sedere nel gruppo dei 15 che decidono in Consiglio di sicurezza. Renzi aveva già spiegato i motivi e i punti di forza di questa candidatura durante il discorso all’assemblea generale Onu il 29 settembre scorso. Come punti di forza l’Italia può puntare sulle attività di accoglienza dei migranti svolte in questi anni, sull’impegno nelle missioni di pace internazionali, l’attitudine al multilateralismo.

La Fiorentina e gli Europei di calcio. L’ultima battuta il premier la riserva alla sua squadra del cuore, la Fiorentina: “Sta facendo un grandissimo campionato, mani in alto e grande scaramanzia sui viola”. Poi preferisce deviare il discorso sulla Nazionale di Conte: “Mi piacerebbe tanto, tanto, che agli Europei ci levassimo delle grandi soddisfazioni. Se vincessimo convocherei un Consiglio dei ministri straordinario il giorno dopo”

Occupazione: crolla l’edilizia, crescono i servizi

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Il settore che ha subito maggiormente la crisi, in termini di perdita di occupati è il settore delle costruzioni. Dal 2008 ad oggi infatti, sono andati persi 464mila posti di lavoro, che in termini percentuali corrispondono al 23,8%.

Per fortuna dati migliori si sono avuti nel settore agricolo e industriale dove il calo degli occupati è stato rispettivamente del -3,35% e del -8,76% con entrambi i settori che hanno visto però crescere negli ultimi due anni il numero dei propri addetti: +26mila 300 occupati in agricoltura e +48mila occupati nell’industria.

A crescere è invece l’occupazione nel terziario: nel settore dei servizi il numero degli occupati è addirittura cresciuto rispetto al periodo pre-crisi (+1,74%): 267mila nuovi posti di lavoro, di cui ben 233mila negli ultimi due anni, dimostrano come sia il terziario il settore che sta trainando maggiormente la ripresa dell’occupazione nel nostro Paese.

A fornire questi interessanti dati è una ricerca effettuata dal Centro studi ImpresaLavoro, realizzata mediante l’elaborazione di dati Istat.

Lo studio ha anche analizzato i livelli occupazionali nelle singole regioni italiane; da ciò è emerso che solo in Liguria il comparto delle costruzioni è riuscito a mantenere un livello occupazionale in linea con i parametri del 2008.

In tutto il resto del Paese purtroppo la percentuale di occupati nell’edilizia è arretrata sensibilmente; le maggiori perdite in Molise (-46,67%), in Calabria (-39,09%) e in Sicilia (38,73%). Tuttavia il settore non è in crisi solo al Sud: l’occupazione nelle costruzioni cala nettamente anche in Emilia Romagna (-29,33%), Valle d’Aosta (-29,16%) e Umbria (-29,14%).

per quanto riguarda il settore industriale, dall’analisi di ImpresaLavoro emerge che il calo di occupazione nel settore, si è avuto praticamente in tutte le regioni del Paese.

La Lombardia perde rispetto al 2008 il 3,64% degli occupati, il Veneto il 14,04%, il Piemonte il 7,10%, il Friuli Venezia Giulia l’8,84%. Va Meglio l’Emilia Romagna che oggi registra l’1,76% di occupati in più rispetto a sette anni fa ed è, assieme alla Basilicata, la regione in cui la crisi del comparto si è percepita di meno.

In Sardegna si è avuto il calo più forte: -23,45%.

L’agricoltura fa invece segnare cali dei livelli occupazionali più modesti; addirittura in otto regioni italiane si registra un numero di occupati nel settore superiore a quello del 2008.

Il dato migliore si registra nelle Marche (+31,75%), seguita a ruota dall’Abruzzo (+30,01%).

Il terziario è invece il comparto che traina la ripresa: nel solo Lazio +9,55% di occupati rispetto al 2008, in Trentino Alto Adige +8,54%, Toscana +5,43% e Umbria +4,78%.

Dati contrastanti si hanno invece per il Sud del Paese: l’Abruzzo perde l’11,46% degli occupati, la Calabria il 9,31%, la Sicilia il 4,40%.

Francesco Alfano

ESCLUSIVA – L’ex delle Vespe Vincenzo Moretti: Con qualche acquisto la Juve Stabia può fare il salto di qualità..

Nel corso della trasmissione radiofonica “Il Pungiglione Stabiese” abbiamo ascoltato in esclusiva l’ex terzino sinistro delle Vespe, Vincenzo Moretti. Ecco cosa ci ha confidato l’ex difensore, ricordando la sua esperienza in gialloblè.

 

Ovviamente conosco bene la piazza e il Presidente Manniello; seguo la Juve Stabia e spero faccia bene. Sarà importante questo mercato di gennaio per rinforzare la rosa in tre o quattro posizioni scoperte. Con qualche innesto di livello le Vespe potrebbero risalire la classifica senza affanni, d’altronde, a mio avviso, il livello del campionato di Lega Pro non è molto alto, quindi la rimonta dei gialloblù è più che possibile.

 

Castellammare è stata la piazza in cui ho terminato la mia carriera da calciatore e non posso non avere un grandissimo ricordo di quell’esperienza, visto che vincemmo il campionato. Inoltre sono legato alla Società anche perchè mi sento quasi quotidianamente con Alberico Turi, responsabile del settore giovanile gialloblè, per confrontarmi con lui circa i giovani stabiesi e quelli della mia scuola calcio. Come sono legato alla Juve Stabia, resto affezionato a tutte le squadre in cui ho militato, soprattutto all’Avellino.

 

Ho sentito della recente scomparsa del tifoso stabiese Catello, soprannominato Lelar. Pur non conoscendolo, esprimo la mia vicinanza alla sua famiglia ed anzi, sono convinto che starà tifando per le Vespe da lassù.

 

Nutro profonda stima per il Presidente Manniello; vi assicuro che ha una passione enorme per la squadra della sua città e che mette l’anima per il bene della Juve Stabia. Un Presidente con la passione di Manniello è molto raro da trovare e a mio avviso Castellammare dovrebbe essere molto più grata al Patron. Se qualche imprenditore locale affiancasse Manniello nella gestione della Società, aiutandolo economicamente, potrebbero aversi risultati sportivi ancora più importanti di quelli attuali.

 

Sono rimasto legato a tutte le persone che ho conosciuto a Castellammare. Anzi, colgo l’occasione per fare i miei complimenti a Massimo Rastelli, che ho avuto il piacere di avere sia come compagno di squadra che come allenatore. Proprio alla Juve Stabia Massimo ha iniziato la sua carriera da allenatore e fin dall’inizio si vedeva che aveva grandi doti da tecnico, anche nella gestione del gruppo. Rastelli a Cagliari sta facendo grandi cose; certo, ha una corazzata a disposizione ma serve buon senso soprattutto per allenare le grandi squadre. Auguro a Massimo il meglio.

 

Tornando alla Juve Stabia, sabato ci sarà un match molto importante contro il Melfi. Le Vespe sono una squadra in grado di giocarsela con chiunque e credo che il Melfi, con tutto il rispetto per Mister Ugolotti, non possa far paura alla squadra di Zavettieri. La Juve Stabia deve scendere agguerrita in campo, sia alla luce del grande match fatto a Foggia e sia perchè al Menti sono stati raccolti pochi punti quindi occorre invertire la tendenza. Inoltre, giocare a Castellammare è sempre difficile per gli avversari, dunque sono molto fiducioso circa la vittoria delle Vespe di sabato.

 

Dispiace che il Romeo Menti segni ormai pochi presenti durante le partite della Juve Stabia. E’ un qualcosa difficile da credere, soprattutto perchè da calciatore ero abituato a vedere lo stadio stracolmo. Invito gli stabiesi a sostenere la squadra andando allo stadio ed aiutando economicamente il Patron Manniello perchè in un momento così difficile avere sostegno, economico ed in termini di incitamento, dai tifosi è fondamentale.

 

Infine saluto tutti i tifosi della Juve Stabia ed in particolare il Presidente Manniello e il responsabile del settore giovanile Alberico Turi.

Forza Vespe!

 

Raffaele Izzo

Quarto, M5s espelle la sindaca. Renzi: “Resti, ma avrebbe dovuto denunciare”

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Grillo: “Siamo il Movimento 5 Stelle e non un Pd qualsiasi”. Il premier: “Non avete il monopolio della morale”. Il Pd: “attendiamo l’espulsione di Di Maio”. Il vice presidente della Camera e Fico, presidente della commissione vigilanza Rai: “Mai saputo dei ricatti”.

E’ stata avviata la procedura di espulsione nei confronti della sindaca M5s di Quarto, Rosa Capuozzo (parte lesa di unatentata estorsione da parte del consigliere ex grillino De Robbioaccusato a sua volta di tentata estorsione e voto di scambio), ma non basta a placare la bagarre politica. Grillo dal suo blog attacca (“Siamo il Movimento 5 Stelle e non un Pd qualsiasi”), Renzi risponde ( “Non avete il monopolio della morale”) e contemporaneamente il Pd replica (“Di Maio e Fico sapevano e hanno taciuto), mentre il vice presidente della Camera e il presidente della commissione vigilanza Rai si difendono in un video su Facebook:  “Mai saputo di minacce e ricatti, chi dice il contrario sarà querelato”.

L’inchiesta. Dopo le perquisizioni a casa della sindaca, Rosa Capuozzo, il  pm Henry John Woodcock con i procuratori aggiunti Filippo Beatrice e Giuseppe Borrelli hanno depositato altre 150 pagine dell’inchiesta sul caso Quarto, comune dell’area flegrea governato dai Cinque stelle, in cui, secondo le indagini, alcuni voti sarebbero stati condizionati dalla camorra. Carte da cui affiorano clamorose circostanze, tra cui il fatto che il Movimento nazionale era pienamente consapevole, già dal 25 novembre, del ricatto esercitato sul sindaco dal consigliere Giovanni De Robbio e dell’inchiesta antimafia, e pensava di risolverla col “silenzio”, in attesa delle istruzioni dai big.

L’espulsione della Capuozzo e l’attacco al Pd di Grillo. La conferma arriva stamattina dallo stesso Beppe Grillo: “Rosa Capuozzo è stata raggiunta da un provvedimento di espulsione dal Movimento 5 Stelle per grave violazione dei suoi principi. Perché siamo il Movimento 5 Stelle e non un Pd qualsiasi”, scrive Grillo in un post dal titolo ‘Noi nel M5s facciamo cosi’ #onesta”. Il leader del M5s sottolinea che “è dovere di un sindaco del Movimento 5 stelle denunciare immediatamente e senza tentennamenti alle autorità ogni ricatto o minaccia che riceve”.

Interviene Renzi. Ma per il Presidente del Consiglio Matteo Renzi “è chiaro a tutti che il Movimento 5 stelle non ha il monopolio della morale. Per noi questa idea non è mai esistita. Ma adesso è venuta meno anche per gli elettori e i militanti del movimento”. Bisogna capire, prosegue il premier, “se qualcuno era a conoscenza e ha preferito tacere, mi sembra ingiusto buttare la croce addosso a lei. Io sono per il garantismo più totale, è un valore costitutivo della sinistra contro le derive del giustizialismo. Questa giovane sindaca aveva chiesto un aiuto ai dirigenti del suo partito, personalmente mi sembra ingiusto buttare la croce addosso a lei. Certo avrebbe dovuto denunciare ma non è giusto che debba dimettersi”

Il Pd. “Il direttorio sapeva da mesi e ha preferito tacere, sperando di cavarsela” attacca il Pd, con inteventi di onorevoli e sentatori sui social network. L’attacco è diretto: “Di Maio e Fico a Quarto facevano passerelle ma poi non una parola e atteggiamenti a dir poco reticenti. Perché? Di cosa hanno paura?”. Più diretto il predidente del Pd, Matteo Orfini, he su Twitter scrive: “Grillo espelle il sindaco di Quarto perchè non ha denunciato le minacce. Ma lei aveva avvertito Di Maio. Attendiamo a breve l’espulsione di Di Maio”.

  • Ecco perché abbiamo espulso la Capuozzo. Diretta Facebook di Di Maio, Fico e Di Battista (VIDEO)

Il video di difesa di Di Maio, Fico e Di Battista. Il deputato 5 stelle, Roberto Fico, in una diretta streaming su Facebook, insieme ai colleghi del Direttorio Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, replica: “Io e Luigi Di Maio  non abbiamo mai saputo di nessun ricatto, minaccia o scambio tramite minaccia per ottenere qualcosa. Sono cose di cui siamo all’oscuro perché se l’avessimo saputo avremmo optato per una denuncia”.

Il sindaco di Napoli. Per Luigi de Magistris: “I 5 Stelle si stanno caratterizzando sempre più come un Movimento che fa espulsioni e  in questa vicenda aumenta l’aspetto torbido”, ma espime solidarietà alla Capuozzp, che però “deve chiarire e spiegare”. 

Agli italiani non piace il profilattico

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Calano le vendite dei preservativi, aumentano le malattie. Dall’Herpes all’Hpv colpevole del cancro. E a rischiare sono i giovani. Ecco perché diciamo no al sesso protetto.

È D’ACCORDO perfino Papa Francesco. “Il preservativo? È uno dei metodi ” per combattere l’Aids, ha detto Bergoglio tornando in aereo dal Centrafrica. Uno dei metodi. Il più semplice e importante, per prevenire gravidanze indesiderate, ma soprattutto per evitare infezioni diffuse e malattie gravi quanto l’Aids, appunto. Ma niente: a letto gli italiani restano fatalisti. O forse: irresponsabili. Il condom non è mai diventato quella protezione scontata e universale che è in paesi vicini. Anzi, come mostrano in esclusiva i numeri raccolti in queste pagine, la diffusione è ferma o continua a calare. Mentre non calano affatto le malattie sessualmente trasmesse: quelle gravissime come l’Aids, ma più spesso quelle confessate di rado quanto largamente diffuse come la clamidia, l’herpes, o la stessa sifilide. Patologie non certo mortali, oggi, ma molto serie lo stesso.

L’INFOGRAFICA

I numeri sono evidenti. Nelle farmacie o para- farmacie le confezioni di profilattici vendute sono scese dagli 11,1 milioni del 2007 ai 9,3 del 2014. E la batosta (-16 per cento) non è stata recuperata dai supermercati: i singoli preservativi comprati in cassa sono passati dai 42 milioni nel 2013 ai 41,5 del 2014, per risalire poi leggermente l’anno scorso. Uno stallo. Colpevole anche la crisi economica, perché il condom, pur essendo una delle più efficaci misure di sanità pubblica, è costoso. Di certo dai dati Ims Health e Nielsen emerge la tendenza al low cost: gli unici a registrare un vero “boom” sono infatti i contraccettivi acquistati nei discount. Balzati del 13 per cento due anni fa, di pari passo al successo discreto di internet. E il prezzo aumenta: nonostante i clienti siano sempre meno, i fatturati in farmacia di produttori come Durex o Control (che pur interpellati non hanno ritenuto di commentare) salgono.

Ma non c’è dubbio che il disamore degli italiani per il condom non sia solo colpa dei portafogli vuoti. Così come non c’è dubbio che questa noncuranza abbia un impatto potente sulla vita, soprattutto dei giovani. Perché il condom previene le gravidanze indesiderate. E protegge dalle malattie: in Italia nel 2014 sono state registrate 3.695 nuove diagnosi di Aids. L’84 per cento di queste è attribuibile a rapporti sessuali non protetti. Fino al 2004 nei centri monitorati dall’Istituto superiore della sanità i casi di infezioni da clamidia, sifilide o gonorrea sono stati mediamente 4mila all’anno. Dal 2005 al 2013 sono aumentati del 31 per cento, e sono oggi più di 5mila, molto diffuse fra gli adolescenti. E la causa è nota. Nel 46 per cento dei casi gli uomini, e nel 48 le donne, hanno ammesso di non aver usato contraccettivi nei mesi precedenti l’infezione. Solo l’8,8 aveva indossato il profilattico sempre. Gli altri “saltuariamente”. Certo, la clamidia si combatte con un antibiotico. Ma può essere un fattore, a lungo termine, della sterilità. E per via sessuale si trasmette poi anche Hpv, che è tra le cause certe del tumore della cervice. Così temuto che la vaccinazione è oggi gratuita per tutte le ragazze dagli 11 anni in su, con l’intenzione di evitare l’infezione sin dai primi contatti sessuali poiché il vaccino contro Hpv è uno dei pochissimi gesti anticancro certamente efficaci. Tanto che nel nuovo piano vaccinale, in attesa di finanziamento, è previsto anche per i maschi.

Ma se l’immunizzazione contro il papilloma è materia di intervento sanitario, il condom resta del tutto ignorato dai prontuari farmaceutici. “Il preservativo dovrebbe essere un’abitudine – commenta Paolo Scollo, presidente della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia -, una normale misura di protezione che riguarda tutto il corpo sociale. Eppure resistono ancora tabù, in famiglia come a scuola”.

Diffidenza che sembra davvero appartenere al passato in altri paesi europei: l’Italia è ultima, in fondo alla lista. Nel Regno Unito i profilattici venduti nei supermercati sono costati l’anno scorso agli amanti 69 milioni di euro. Due volte e mezzo l’Italia. Rapportato alla popolazione, fanno 1,07 euro spesi pro capite, contro i nostri 43 centesimi. Investono più di noi per il sesso responsabile anche Germania e Francia.

E a Londra ci sono ben 847 centri che distribuiscono gratis i condom. Perché è considerato fondamentale che anche i ragazzi squattrinati possano amarsi. Responsabilmente. In Francia l’ex ministro all’Istruzione Vincent Peillon aveva proposto di mettere distributori nelle hall dei licei perché non bastava fossero già regalati nelle infermerie scolastiche. Da noi? “Abbiamo chiesto diversi appuntamenti con il ministero – racconta Scollo – ma non ci ha mai ricevuti. L’educazione sessuale è un tema che scandalizza e divide. Ancora”.

/ di LORENZO DI PIETRO E FRANCESCA SIRONI

Napoli, sfigurata dal silicone liquido ritrova il sorriso dopo 8 anni: la storia di Giovanna

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Nonostante l’uso del silicone liquido in medicina estetica sia vietato da oltre vent’anni, nel nostro Paese esistono ancora medici senza scrupoli che lo iniettano a pazienti inconsapevoli. Come nel caso della 30enne napoletana Giovanna Mele, che ha passato 8 anni con le labbra sfigurate ed è stata operata più volte per rimuovere la sostanza, senza successo.
La sua storia ha avuto però un lieto fine grazie ai chirurghi Raffaele Rauso e Pierfrancesco Bove che operano in un centro estetico che è tra i pochi in Italia a saper intervenire sui danni del silicone liquido.

Questa la sua storia:

Giovanna Mele prima dopoGiovanna Mele, 30 anni, di Napoli, era stata ingannata da un medico che le aveva iniettato una sostanza illegale, il silicone liquido. Dopo anni di sofferenze e tre operazioni sbagliate si è rivolta agli specialisti di un centro estetico che si occupa di Medicina e Chirurgia Estetica in Lombardia, Toscana, Lazio e Campania, che hanno eseguito un complesso interevento per restituirle labbra belle e armoniche

Voleva realizzare un piccolo desiderio, avere delle labbra un po’ più piene. Ma per colpa di un medico che le ha iniettato una sostanza illegale in Italia da più di vent’anni, il silicone liquido, si è trovata con la bocca sfigurata e ha vissuto otto anni di calvario fra consulti, visite e tre interventi che avrebbero dovuto essere riparativi, e invece hanno peggiorato la situazione. La sua storia, però, ha avuto un lieto fine: oggi Giovanna Mele, 30enne di Napoli, può di nuovo sorridere perché rimediare ai danni causati dal silicone liquido è possibile. A patto di scegliere specialisti in grado di eseguire un intervento complesso e delicato, come i chirurghi plastici Raffaele Rauso e Pierfrancesco Bove, che hanno rimosso la sostanza permanente dalle labbra e le hanno rimodellate per restituire alla paziente l’aspetto di un tempo.

«Il silicone labiale è un biopolimero si interseca nelle maglie tissutali e diventa molto difficile rimuoverlo senza dare un pessimo risultato estetico. Difficile ma non impossibile – spiegano Bove e Rauso –. L’intervento è reso tecnicamente complesso dal fatto che le labbra sanguinano molto durante l’operazione. In più bisogna considerare che in un caso come quello di Giovanna, dove c’erano già stati tentativi di rimozione del silicone, rioperare un’altra volta è molto più complicato».

Per restituire a Giovanna il sorriso i chirurghi Rauso e Bove hanno dovuto prima di tutto rimuovere una sostanza, il silicone liquido, che in Italia è illegale dal 1992 perché, fra le altre cose, si smembra e migra nei tessuti, causando, come nel caso della paziente, granulomi e asimmetrie.

Dopodiché hanno dovuto rimodellare le labbra intervenendo con tecniche complesse: «Un altro grande problema – spiegano Rauso e Bove – è nato dalla resezione di tessuto proprio della paziente, nel quale il silicone si era intersecato. In quel caso abbiamo dovuto girare un lembo di muscolo orbicolare per cercare di limitare il gap che si era formato».

Per rendere la cicatrice invisibile i due chirurghi sono riusciti a intervenire sulla zona di transizione tra la mucosa umida e secca che caratterizza i tessuti labiali. Il tutto si è svolto in sedazione completa.

«Sono un’altra persona, me l’hanno confermato tutti coloro che mi hanno vista subito dopo quest’ultimo intervento – commenta la stessa Giovanna Mele –. O meglio, sono tornata quella che ero a 22 anni, prima di rivolgermi a un chirurgo che mi ha ingannata, perché gli avevo richiesto un filler non permanente e naturale, e invece mi ha iniettato una sostanza artificiale e proibita, lasciandomi sfigurata». Le sofferenze di Giovanna sono proseguite per otto anni, fra costosi consulti e visite finiti con un nulla di fatto ma anche, purtroppo, tre interventi in day hospital presso una struttura pubblica male eseguiti, in cui non solo il silicone liquido non era stato rimosso, ma si erano create delle brutte cicatrici. «La sofferenza è stata anche psicologica, perché io, che lavoro come commessa, non avevo più il coraggio di truccarmi ed ero a disagio nel farmi vedere in pubblico – racconta sempre Giovanna –. Non mi sono però arresa e finalmente ho trovato una sede ed un’équipe fantastica composta dai dottori, dall’anestesista e dalle infermiere, che mi hanno seguita con professionalità prima, durante e dopo l’operazione. Non finirò mai di ringraziarli».

Lettieri a Lapo Elkan: “Sció sció ciucciuè”

“Vi stiamo aspettando, tanto lo sappiamo che alla fine vincerete voi, #ScióScióCiuccuè”. Lo scrive, sul suo account Instagram, Gianni Lettieri, imprenditore e candidato sindaco a Napoli, replicando ironicamente a Lapo Elkann che aveva lanciato, sullo stesso social, l’hashtag #stiamoarrivando, riferito alla Juventus.

Quasi 10 milioni di italiani sono a rischio povertà

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Non solo disoccupati: se si considerano anche i precari e tutti gli altri occupati con prospettive incerte, una buona fascia della popolazione viene considerata nell’area del ‘disagio sociale’. Tra il terzo trimestre 2014 e 2015 ci sono entrate 238mila persone in più.

MILANO – La disoccupazione sarà sì in discesa, ma non è l’unico parametro per verificare quanto effettivamente una famiglia sia in difficoltà. Per avere una risposta più ampia, infatti, si parla di ‘disagio sociale’ e si scopre che è diventata più larga la mappa degli italiani che fanno i conti con l’assenza di posti di lavoro: è aumentata del 3% da settembre 2014 a settembre 2015. Nel bacino dei deboli 283mila persone in più, secondo i dati elaborati da Unimpresa. Il risultato è che oltre 9,5 milioni di italiani non ce la fanno e sono a rischio povertà.

Nel dettaglio, spiega una nota, da settembre 2014 a settembre 2015 altre 283mila persone sono entrate nel bacino dei deboli in Italia: complessivamente, adesso, si tratta di 9 milioni e 533 mila soggetti in difficoltà. Ai disoccupati vanno aggiunte ampie fasce di lavoratori, ma con condizioni precarie o economicamente deboli che estendono la platea degli italiani in crisi. Si tratta di un’enorme “area di disagio”: agli oltre 3 milioni di persone disoccupate, bisogna sommare anzitutto i contratti di lavoro a tempo determinato, sia quelli part time (740mila persone) sia quelli a orario pieno (1,83 milioni); vanno poi considerati i lavoratori autonomi part time (821mila), i collaboratori (346mila) e i contratti a tempo indeterminato part time (2,68 milioni). Questo gruppo di persone occupate – ma con prospettive incerte circa la stabilità dell’impiego o con retribuzioni contenute – ammonta complessivamente a 6,43 milioni di unità. Il totale del’area di disagio sociale, calcolata dal Centro studi di Unimpresa sulla base dei dati Istat, oggi comprende dunque 9,53 milioni di persone, in aumento rispetto a un anno fa di 283mila unità (+3,1%).

Il deterioramento del mercato del lavoro non ha come conseguenza la sola espulsione degli occupati, ma anche la mancata stabilizzazione dei lavoratori precari e il crescere dei contratti atipici. Una situazione solo parzialmente migliorata dalle agevolazioni offerte dal Jobs Act. Di qui l’estendersi del bacino dei “deboli”. Il dato sui 9,53 milioni di persone è relativo al terzo trimestre del 2015 e complessivamente risulta in aumento del 3,1% rispetto al terzo trimestre del 2014, quando l’asticella era fermata a 9,25 milioni di unità: in un anno quindi 283mila persone sono entrate nell’area di disagio sociale. Nel terzo trimestre del 2014 i disoccupati erano in totale 3,10 milioni: 1,59 milioni di ex occupati, 626mila ex inattivi e 884mila in cerca di prima occupazione. A settembre 2015 i disoccupati risultano complessivamente stabili. In lieve crescita di 3mila unità (+0,2%) gli ex occupati, mentre salgono di 6mila unità (+1,0%) gli ex inattivi; aumento compensato dal calo di quanti sono in cerca di prima occupazione, diminuiti di 9mila unità (-1,0%).

In netto aumento il dato degli occupati in difficoltà: erano 6,14 milioni a settembre 2014 e sono risultati 6,14 milioni a settembre scorso. Una crescita dell’area di difficoltà che rappresenta un’ulteriore spia della grave situazione in cui versa l’economia italiana, nonostante alcuni segnali di miglioramento: anche le forme meno stabili di impiego e quelle retribuite meno pagano il conto della recessione, complice anche uno spostamento delle persone dalla fascia degli occupati deboli a dei disoccupati. I contratti a temine part time sono aumentati di 43mila unità da 697mila a 740mila (+6,2%), i contratti a termine full time sono cresciuti di 126mila unità da 1,71 milioni a 1,83 milioni (+7,4%), i contratti a tempo indeterminato part time sono cresciuti del 4,9% da 2,55 milioni a 2,68 milioni (+126mila). Scendono i contratti di collaborazione (-26mila unità) da 372mila a 346mila (-7,0%) e risultano in lieve aumenti gli autonomi part time (+1,7%) da 807mila a 821mila (+14mila).

“Alle famiglie e alle imprese finora sono arrivati pochi fondi e mal distribuiti. Offriamo al governo, ai partiti e alle istituzioni, i numeri e gli argomenti su cui ragionare per capire quanto sono profonde la crisi e la recessione nel nostro Paese: il 2015 si è chiuso con una crescita del pil, ma è troppo modesta e c’è ancora molto da fare e la ripresa deve essere più consistente” commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi. “Può apparire anomalo – aggiunge Longobardi – che un’associazione di imprese analizzi il fenomeno dell’occupazione, quasi dal lato del lavoratore. Ma per noi la persona e la famiglia sono centrali da sempre, perché riteniamo che siano il cuore dell’impresa. Bisogna poi considerare che l’enorme disagio sociale che abbiamo fotografato ha conseguenze enormi nel ciclo economico: più di 9 milioni di persone sono in difficoltà e questo vuol dire che spenderanno meno, tireranno la cinghia per cercare di arrivare a fine mese. Tutto ciò con effetti negativi sui consumi, quindi sulla produzione e sui conti delle imprese”. Secondo il presidente di Unimpresa “serve maggiore attenzione proprio alla famiglia da parte del governo”.

Nessuno in Italia ha la fase offensiva del Napoli

La Gazzetta dello Sport pubblica delle statistiche interessanti riguardo la rimonta della Juve e soprattutto sul Napoli campione d’inverno. La squadra di Maurizio Sarri, andando ad analizzare le squadre che lotteranno per il titolo, ha una fase offensiva da record. Gli azzurri hanno creato 262 occasioni mentre i passaggi totali riusciti nella metà campo avversaria sono 3.355. Nessuno in Italia ha questi numeri, ma c’è dell’altro. Il Napoli è quarto in Europa per differenza tiri fatti e subiti (69). Prima degli azzurri ci sono: Bayern 108, Real Madrid 81 e infine Psg 75. Se questi non sono numeri straordinari, poco ci manca.

ISCHIA, RIPRESA DEGLI ALLENAMENTI. MANCINO VERSO L’ADDIO ?

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L’Ischia dopo la sconfitta interna contro il Cosenza, ieri pomeriggio al “Kennedy A” ha ripreso la preparazione in vista della trasferta di sabato prossimo a Rieti contro la Lupa Castelli Romani in programma alle ore 14:00. Il gruppo gialloblù ha svolto un lavoro basato sulla corsa e sui possessi di palla. L’allenamento atletico si è concluso con una partitella a metà campo. Oggi pomeriggio lavoro basato sulla velocità e sull’intensità. Dall’infermeria non arrivano notizie positive per il reparto d’attacco: L’attaccante Luca Orlando continua ad allenarsi in maniera differenziata, sottoponendosi ad una seduta prevalentemente atletica. L’ex messinese salterà anche la trasferta di sabato a Rieti. Lo staff tecnico conta di recuperarlo per la gara interna col Messina. Fermo ai box anche Nicola Mancino:il fantasista è rimasto a riposo per il riacutizzarsi del dolore al polpaccio della gamba destra che gli ha impedito di scendere in campo sabato scorso contro il Cosenza.Per l’ex casertano l’avventura in maglia gialloblu sembra essere arrivata al capolinea .Il calciatore nelle ultime ore sembra essere seguito dal Rimini e dal Catanzaro.Come ci vi avevamo accennato dopo la sosta natalizia ,con i gialloblu si allena Giorgio Di Vicino,35 anni,trequartista ex Napoli che sembra essere ad un passo dalla firma. Questo è uno dei due indizi che lasciano presupporre sembra di più la cessione di Mancino. Ieri alla ripresa degli allenamenti era presente un volto nuovo:si tratta di Roberto Merino classe ’82, trequartista peruviano con passaporto spagnolo,che in Italia qualche anno fa ha indossato le maglie di Salernitana e Nocerina. Merino è reduce da cinque mesi coi peruviani dell’Uniòn Commercio. Mister Bitetto da ieri pomeriggio ha iniziato a valutare la sua condizione tecnica ed atletica. Per quanto riguarda il ruolo di vice Iuliano,sempre nella giornata di ieri è arrivato l’ex Juve Stabia Nicola Modesti. Oggi nella seduta pomeridiana,sarà valutato dal preparatore Visconti.

La Premier lo cerca, ma Higuain sceglie il Napoli

Il Corriere della Sera scrive su Higuain: “Oggi Gonzalo è un leader, anche se la personalità più forte in squadra resta quella di Reina. Ma dalla porta Pepe non sempre riesce a farsi sentire, e a quello allora ci pensa Higuain, che in certe giocate è come se dicesse ai suoi «andiamo a segnare, noi siamo il Napoli». Ed è a Napoli che vuole vincere, pure se dalla Premier ora lo vorrebbero in molti. Vuole vincere a qui e soltanto quando avrà vinto penserà a realizzare l’altro progetto che per ora ha deciso di rinviare: sposarsi e fare un figlio”

Aereo … Imperiale (Lo Piano, Santarossa)

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E’ in fase d’ultimazione nei cantieri aereonautici italiani, un aereo imperiale da 180 milioni di euro, un simpetalo di scienza, tecnologia, raffinatezza ed eleganza. Per il suo costo si sarebbe potuto potrebbe paragonare alla mitica astronave spaziale Enterprise, sempre alla ricerca di mondi nuovi al di fuori del nostro sistema solare.

Ambienti di Lusso :

L”interno della carlinga e’ stato totalmente modificato, soppresse le vecchie e obsolete poltrone ancora in dotazione negli aerei di linea di tutto il Mondo, anche per le cappelliere stessa sorte, cosi’ come per i 2 piccoli servizi igienici posizionati in testa e in coda degli aerei, in cui noi tutti comuni mortali viaggiatori dobbiamo avere il diploma di contorsionista prima per entrare, per poi prendere posizione sul water., al loro posto ve ne saranno altri forniti di sauna idromassaggio e solarium. 
Molto curato l’arredamento interno, sara’ sicuramente un segreto di Stato conoscere se lo stile sara’ classico, moderno, liberty o shabby, sicuramente non si sara’ badato a spese.  Nella sua capiente carlinga sono stati creati salottini, comode stanze da letto, una cucina fornita di ogni ben di Dio, un vero peccato che non vi sia potuto installare  un campo da golf.
 
I fortunati argonauti parlamentari, saranno ospiti di se stessi, vitto e alloggio saranno come sempre a carico di tutti i contribuenti, anche di quelli che sono costretti a vivere con una pensione di 250 euro mensili o di quelli costretti a morire di stenti in una casa ”macchina”. 
Mentre in Italia continua a piovere sul bagnato, i fortunati parlamentari scorazzeranno nei cieli del Mondo, i loro profumati sederini potranno essere al sicuro spofondando sulle comode poltrone dell’aereo presidenziale. 
Vergogna Made In Italy
Sarebbe giusto finirla con queste ostentazioni di ricchezza da parte di coloro che ci governano, fondate sulle lacrime di chi li mantiene, basta buttare i soldi pubblici con questi costosi tappeti volanti, la fantascienza e’ una cosa, la realta’ un’altra, bisogna stare con i piedi per terra, non tentare di andare a scoprire nuovi mondi al di fuori del nostro sistema solare.
Si parla che in Italia sia tutto in ripresa, niente di piu’ falso, la nostra economia e’ ancora al palo, le piccole attivita’ continuano a morire, fisco e burocrazia continuano ad esserne il vero cancro sociale, si va avanti per raccomandazioni, bustarelle, scambi di favori, la politica del malaffare continua imperterrita nella sua nefanda opera demolitrice.
In questi giorni si e’ molto discusso sugli orologi di Renzi, sul loro costo, sul motivo per cui non sono stati dati in beneficenza: solo polvere negli occhi, in confronto agli sprechi giornalieri, i soldi ci sono ma ma ma escono solo per favorire gli amici e i parenti stretti degli amici, mai per dare un fattivo contributo alla Comunita’. 
Quando si capiranno questi concetti potremmo sperare in un futuro migliore per le generazioni che verranno, oggi la nebbia che appanna milioni di Italiani, e’ ancora piu’ fitta del buio della notte. 
PS :
Solo per avere un’idea di quanti siano 180 milioni di euro basti pensare che ne vengono spesi:
 
  • 10 per la diagnosi precoce delle patologie ereditarie,
  • 45 per le bonifiche dei siti contaminati dall’amianto,
  • meno di 50 per il recupero dell’efficienza del sistema giudiziario,
  • solo 3 per fronteggiare l’Ebola.
 
L’Aereo Imperiale? una vergogna Nazionale.

“Presidente, mi trovo a Caserta: un quarto d’ora e sono da lei”, così nasce l’amore tra Sarri e De Laurentiis

La Repubblica racconta un retroscena sul primo incontro tra Sarri e De Laurentiis in estate: “Sarri è una persona semplice, oltre a essere un maestro della panchina. Ed entrambe le qualità l’hanno aiutato a coronare il suo sogno, spianandogli nella scorsa estate la strada verso Napoli. “Era scritto da qualche parte, visto che sono nato a Bagnoli e da ragazzino tifavo per gli azzurri”. Pure il destino ci ha messo del suo, in effetti. Lo scorso 5 giugno, poco dopo il tramonto, il tecnico aveva appena imboccato l’autostrada del Sole in compagnia della moglie, reduce da un meeting estivo sulla costiera Amalfitana. “Suona il mio cellulare e si presenta a sorpresa De Laurentiis, chiedendomi la disponibilità per fissare il più presto possibile un appuntamento. Certo che sì – gli risposi – mi trovo già a Caserta e in un quarto d’ora sono lì””

Il Punto – 12 gennaio

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Da mesi le banche italiane sono ai disonori della cronaca. Giustamente. Ma l’assenza di credito nel nostro paese non dipende solo dalle malefatte dei loro manager. Ad appesantire i bilanci bancari c’è una forte esposizione verso (tante) imprese zombie. Per uscirne ci vorranno capitale, fusioni e acquisizioni sotto l’ombrello della Bce. Un processo già cominciato che andrà avanti per anni.

Dopo un breve momento di apertura, l’Europa erige muri fisici e simbolici contro i richiedenti asilo. Al di là dei muri, se nel 2016 non arriverà la pace in Siria e negli altri paesi in guerra, altre migliaia di persone sfideranno le politiche di contenimento cercando scampo con ogni possibile mezzo.
Sono oggettivi gli indici bibliometrici nella valutazione dei docenti universitari? Nell’ambito degli studi giuridici sono molte le critiche che li bersagliano. Più o meno fondate. L’importante è non usarli come unico strumento di selezione ma come uno tra altri a disposizione dei valutatori.
Tra i giudici costituzionali eletti dal Parlamento a dicembre, due – Barbera e Modugno – sono costituzionalisti di fama che potranno influire notevolmente sugli orientamenti della Consulta quando dovrà pronunciarsi su questioni spinose. Per esempio, sul nuovo sistema elettorale.
Si applica – con varie eccezioni – anche ai lavoratori della pubblica amministrazione il nuovo articolo 18. Lo stabilisce una sentenza della Cassazione. Che però apre alcuni interrogativi: il governo – che ha sempre sostenuto il contrario – farà una norma ad hoc? E si estende al settore pubblico anche il Jobs act?

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  • Non sparate (troppo) sul banchiere
    12.01.16
    Massimo Bordignon e Enrico MInelli

    Nella nostra economia resta fondamentale il ruolo delle banche. E la politica europea sul credito determina i parametri perché possa essere svolto. Sarebbe un peccato se nel sistema bancario prevalesse la mancanza di coraggio. Interpretazioni semplicistiche e rischi per la debole ripresa italiana.

  • Perché i muri non possono fermare i rifugiati
    12.01.16
    Maurizio Ambrosini

    Per i rifugiati il 2015 si è chiuso male e il 2016 non promette niente di buono. Se per un breve momento è sembrata prevalere la cultura dell’accoglienza, ora si è tornati alla strategia del contenimento. Ma chi vive in situazioni di guerra continuerà a cercare scampo con ogni possibile mezzo.

  • Giuristi all’indice
    12.01.16
    Marco Ventoruzzo

    L’abilitazione scientifica nazionale si basa, almeno in parte, su misure “bibliometriche” di produttività e qualità accademica. Senza rinunciare a valutazioni qualitative dei singoli lavori di ricerca, possono rappresentare un filtro minimo. Anche in settori restii ad accettarle, come il diritto.

  • La Consulta si rinnova. E la giurisprudenza?
    12.01.16
    Oreste Pollicino


    Finalmente il Parlamento ha eletto i tre nuovi giudici costituzionali: uno studioso di diritto del lavoro e due noti costituzionalisti. Quale contributo porteranno nella giurisprudenza della Corte? Senza dimenticare che le decisioni sono comunque collegiali, si possono fare alcune previsioni.

  • Se il pubblico impiego ha regole uguali al privato
    12.01.16
    Luigi Oliveri

    Si estendono ai dipendenti pubblici gli effetti della riforma Fornero sull’articolo 18. Allora non resta che adottare una legge che modifichi il testo unico sul pubblico impiego. La questione si ripropone per le previsioni del Jobs act. Eventuali norme ad hoc e legittimità costituzionale.

Giuntoli vola in Portogallo per trattare direttamente con Herrera

La Gazzetta dello Sport scrive su Hector Herrera delPorto che piace molto al Napoli: “Bisogna stringere i tempi. Le indicazioni d Maurizio Sarri ci sono già da tempo, servono un mediano ed un difensore. Sono queste le due priorità del mercato napoletano. Ed in questo senso che si sta adoperando il diesse Cristiano Giuntoli. Un obiettivo ben individuato c’è, anche se costa tanto. Si tratta di Hector Herrera, 25 anni, centrocampista del Porto, per il quale sono stati richiesti 30 milioni di euro e ha una clausola di 40 milioni. Un investimento forte, il secondo dell’era De Laurentiis, ammesso che l’operazione vada a buon fine. Ed allora, la missione di Giuntoli è partita, il diesse è pronto a raggiungere il Portogallo per trattare direttamente col giocatore, al quale verrebbe proposto un ingaggio di 2,5 milioni di euro stagione per un quadriennale. La duttilità del centrocampista è quanto serve alla mediana napoletana, Herrera è in grado di ricoprire i tre ruoli alla stessa maniera. In più, è in grado d’inserirsi negli spazi offensivi e di concludere in gol”. 

Nuova querelle Zuniga-De Laurentiis, rallentato il prestito al Bologna

La Repubblica di Bologna fa il punto della situazione sulla trattativa che dovrebbe portare Zuniga alla corte di Donadoni: “Zuniga può fare il terzino sia a destra che a sinistra. E’ fermo da tempo, l’unica incognita sono le sue condizioni di salute. Il valore tecnico è indiscutibile. L’annuncio del colombiano però è stato ancora procrastinato. Il Bologna ammette il rallentamento dell’operazione, ma sostiene che col giocatore e col Napoli sia tutto sistemato. Resta da capire, secondo Casteldebole, quando il laterale destro troverà l’accordo con De Laurentiis per liberarsi. In ogni caso, Zuniga è un’operazione molto più complessa di quella che ha portato Floccari in rossoblù: il Bologna, infatti, otterrebbe il giocatore in prestito con diritto di riscatto, dunque riservandosi la facoltà di stabilire a fine stagione se le sue condizioni fisiche permetteranno il rinnovo o meno. Zuniga, contemporaneame, deve firmare col Napoli un prolungamento del contratto per spalmare il suo ingaggio da 3 milioni netti a stagione. Solo così il Bologna potrà eventualmente riscattarlo a giugno”

Il contratto di Sarri non cambia neanche con lo scudetto

La Repubblica scrive su Sarri e De Laurentiis: “I problemi non li crea: tendenzialmente li risolve. Ed è pure economico, come ha avuto modo di capire il suo nuovo presidente. Ci è mancato poco che il successore di Benitez firmasse in bianco, pur di catapultarsi con il pieno di entusiasmo nella sua bramata avventura napoletana. Stipendio netto di 700 mila euro: un quinto di quanto prendeva lo spagnolo Rafa e molto meno degli altri colleghi top della serie A. Era una scommessa e nella rapida trattativa estiva De Laurentiis l’ha fatto pesare, investendo su Sarri con parsimonia e una robusta dose di furbizia. Il presidente ha infatti puntato il minimo sindacale sul nuovo tecnico, ma allo stesso tempo l’ha blindato con un contratto potenzialmente lunghissimo: fino al 2020, nonostante la facciata della scadenza annuale. L’allenatore, in teoria, non avrà infatti diritto ad alcun “adeguamento” economico. Nemmeno se riporterà lo scudetto a Napoli con un’impresa storica. Casomai per Sarri scatteranno dei premi: 350 mila euro per la vittoria dell’Europa League, 500 mila in caso di qualificazione per la prossima Champions. Del bonus tricolore si sussurra solo, invece. Ammonterebbe a 1 milione: ma le parti – scaramanticamente non confermano. Sarri e De Laurentiis si incontreranno presto: questo è certo. La conferma del tecnico a metà stagione e già scontata ed è altrettanto evidente che il presidente ne riconoscerà i meriti: al di là delle pastoie contrattuali”

Le foto di Frosinone 1 – Napoli 5

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Guarda le foto realizzate dal nostro fotografo Giovanni Somma, che ci racconta così la vittoria schiacciante del Napoli ai danni del Frosinone.

Davanti a circa 20000 spettatori presenti allo stadio “Matusa” con ben 3000 tifosi partenopei, il Napoli di Sarri mette la freccia supera in classifica l’Inter, sconfitta in casa dal Sassuolo, e conquista il titolo di campione d’inverno.

Era dal campionato 89-90 che il Napoli non riusciva ad essere in testa alla fine del girone, un chiaro segnale a tutte le pretendenti alla vittoria finale che questo Napoli c’è e lotterà fino alla fine per conquistare la vittoria finale. La prima battaglia è stata vinta, ora ce ne saranno di altre altrettanto stimolanti!

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La controproposta di Kramer a Giuntoli: queste le pretese economiche

La Gazzetta dello Sport scrive: “Se l’operazione Herrera dovesse complicarsi, allora Giuntoli avrebbe già in mano l’eventuale alternativa: Cristoph Kramer, 24 anni, centrocampista del Bayer Leverkusen, nel mirino azzurro anche quando il ruolo di d.s. apparteneva a Riccardo Bigon. Tra Giuntoli e il club tedesco ci sono già stati dei contatti, ma il giocatore ha già fatto sapere che vuole guadagnare due milioni a stagione, rispetto agli 1,5 milioni di euro che intasca dal Leverkusen. Una differenza sostanziosa, che Giuntoli proverà a limare nel momento in cui dovesse saltare la discussione con il Porto per Herrera”.

Cannavaro: “Tornare? Non sarei mai voluto andare via”

Paolo Cannavaro, difensore del Sassuolo, ha parlato durante Tiki Taka su Italia 1:”Il Napoli sa mettere in difficoltà chiunque e i 41 punti sono tutti meritati così come quella posizione e il titolo di campioni d’inverno”.  Festeggiamenti dei tifosi? “Meglio questo che altro”. Tornare al Napoli? “Non sarei mai voluto andare via più che altro, purtroppo è andata così”.Scudetto? “Il Napoli ha qualcosa in più nel gioco rispetto alle altre. Sono partiti male, ma si sono resi conto subito che quel modulo penalizzava tanti giocatori”.