Renzi sulle riforme costituzionali: “Se perdo il referendum, lascio la politica” MONICA RUBINO*

ll premier a Repubblica Tv risponde a Claudio Tito sulle questioni politiche più calde. “Quarto,...

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ll premier a Repubblica Tv risponde a Claudio Tito sulle questioni politiche più calde. “Quarto, Capuozzo resti ma doveva denunciare. M5s non ha monopolio etico”. Banche: “Sì a commissione, no a processi-show”. Ue: “No a Europa tecnocratica”. Reato di clandestinità”: “Va eliminato ma stretta su espulsioni per chi delinque”.

ROMA – Riforme e referendum, Quarto e il rapporto con i 5S. Ma anche il sistema bancario italiano, la politica economica dell’Ue e la lotta al terrorismo. Sono i temi sui quali risponde il premier Matteo Renzi, intervistato da Claudio Tito a Repubblica Tv. Al centro le riforme costituzionali: “Se perdo il referendum sulle riforme costituzionali smetto di far politica”, dice Renzi dopo il via libera ieri della Camera al ddl Boschi.  “Ad aprile – continua il premier – dopo il secondo passaggio parlamentare, partiremo subito con la campagna referendaria. Insisto su questa questione non perché voglio trasformare il referendum in plebiscito, come ha detto qualcuno. Ma perché intendo assumermi precise responsabilità.

Renzi: “Se perdo referendum su riforma costituzionale, lascio la politica

Poi chiarisce che dopo il referendum non si andrà a votare: “Premesso che decide il presidente della Repubblica, l’intenzione del governo è arrivare a fine legislatura perché l’idea che si rispettino le scadenze naturali è un principio di buon senso. Sia chiaro – precisa – è tutto legittimo, anche andare a votare domani mattina. E noi non abbiamo paura delle elezioni. Ma per me nel 2017 si fa il congresso del partito. E poi nel 2018 si vota”.

Caso Quarto. Quanto al caso Quarto e ai rapporti con il M5s, Renzi pensa che la sindaca Rosa Capuozzo – oggi espulsa ufficialmente dal Movimento – “avrebbe dovuto denunciare chi la minacciava ma non deve dimettersi”. E continua: “Io sono garantista. Per la vicenda di Quarto occorre avere rispetto. L’idea che il 5s abbia il monopolio della morale per noi non è mai esistita e adesso penso che sia venuta meno anche per gli elettori. Noi abbiamo fatto pulizia all’interno del Pd”.

Giachetti al Campidoglio? Restando in tema di governo locale e di amministrative, Renzi risponde anche a una domanda sul possibile candidato del Pd a Roma, che alcuni indicano in Roberto Giachetti, già deputato dem alla Camera: “Giachetti al Campidoglio? Bisogna chiedere a lui. Certo conosce Roma meglio di chiunque altro. È romano e romanista, ma deciderà lui se candidarsi o no”.

Banche. A proposito del fallimento di Banca Etruria, Renzi afferma di essere favorevole a una commissione di inchiesta ma “se si farà – osserva – deve essere una commissione d’inchiesta non su una banca ma sul sistema bancario degli ultimi 15 anni, dove sono successe cose nel silenzio della politica, che ha fatto finta di non vedere autentici errori del sistema bancario”.  Insomma “massima trasparenza e discussione nel merito ma non processi-show”.

Quanto alle dichiarazioni del ministro delle Riforme Maria Elena Boschi (la quale ha detto che, se il padre fosse indagato nell’inchiesta sulle banche, lei non si dimetterebbe), Renzi sostiene: “È una posizione nostra, perchè se passa la linea che chi ha il padre indagato deve dimettersi, il primo dovrei essere io. La responsabilità penale in Italia è personale. C’è un tentativo evidente di buttare addosso a questo governo le responsabilità delle misure prese, ma io le rivendico”.

“Con il nostro governo – continua Renzi – non ci sono impuniti. Non guardiamo in faccia a nessuno e chi ha sbagliato pagherà”.  Poi aggiunge: “Il sistema bancario italiano noi abbiamo iniziato a cambiarlo e continueremo a farlo. E non abbiamo nessun scheletro nell’armadio”. La vicenda delle banche rivela che il “Giglio magico” è un gruppo di potere? “Io rispondo nel merito – premette Renzi – se voi mi chiedete cosa è accaduto in Banca Etruria, io dico che è stato il governo della Repubblica a commissariare il Cda dove siedeva Pier Luigi Boschi. Li abbiamo sanzionati noi, li abbiamo mandati a casa- spiega il presidente del Consiglio- perchè la legge è uguale per tutti”. Renzi poi si chiede: “Ma di cosa stiamo parlando? Se parliamo del fatto che sia giusto che chi ha il potere lo eserciti, io dico che sì, certo, è giusto. Perchè il potere è una forma di servizio all’Italia”. E assicura: “Le quattro banche salvate da un decreto legge, Carife, Banca Etruria, Carichieti e Banca delle Marche adesso sono solide”.

Quanto all’ipotesi di revisione delle competenze di Consob e Bankitalia da parte del governo, il premier chiarisce: “Consob e Bankitalia sono due istituzioni che il governo ha il dovere di proteggere ma se qualcuno ha sbagliato va messo in condizione di rispondere. Massimo rispetto dal governo ma certo bisogna fare sempre di più per il funzionamento degli organismi”.

Il Pd. Alla domanda se voglia cambiare il Pd, il premier risponde: “Io voglio cambiare l’Italia, abbiamo portato il Pd nel Pse europeo e vogliamo contribuire attivamente a modificare la politica economica dell’Ue. Ho preso un partito che aveva il 20% e l’ho portato al 40%. Abbiamo vinto in molte regioni, qualcuna l’abbiamo persa – ad esempio la Liguria  – ma questo Pd è il motore della sinistra europea ed è la vera occasione di cambiamento della politica italiana. Discuteremo se anticipare il Congresso del partito del 2017, sarà l’assemblea del Pd a scegliere”.

L’Ue e la politica economica. Si passa poi a temi economici. “La nostra legge di stabilità rispetta integralmente tutto quello che chiede l’Europa – assicura Renzi – La flessibilità non la decide Valdis Dombrovskis (ex premier lettone e nuovo Commissario per l’euro, fautore della disciplina fiscale, ndr), ma il collegio della Commissione”. E aggiunge: scherzando: “Il mio modello è Obama e non Dombrovskis, con tutto il rispetto per quest’ultimo”. Sul rapporto con la Germania poi il presidente del Consiglio chiarisce: “La Germania è il nostro partner per eccellenza in Europa, tutt’altro che il nostro nemico. E io ho vinto le elezioni europee dicendo il contrario di chi diceva che Markel era il nostro nemico. Con Merkel c’è un rapporto molto frequente, c’è partnership strategica, ma questo non significa che io non rappresenti un Paese importante in Europa. Se in Europa io alzo una mano e dico ‘mi spiegate questa cosa’, non è polemica. In Europa abbiamo avuto un problema economico, ma prima ancora di reputazione”.

Per Renzi “la politica economica europea degli ultimi 7 anni è sbagliata. Ci vuole una discussione sulla politica europea e ammetto che su questo non vado sempre d’accordo con la Merkel. Al netto della politica italiana- aggiunge – l’insistenza sull’austerity e sul rigore è un errore”. Il premier sottolinea poi che “nessun sano di mente può pensare di imbarcarsi in questo momento a cambiare i trattati. Ma cambiare politica economica a trattati vigenti si può fare. Tra un’Europa solo tecnocratica e un’Europa sociale, io sto dalla parte di quella sociale”, conclude il premier.

Infine, sui dati preoccupanti dell’occupazione in Italia, Renzi afferma: “Io speravo di andare sotto il 12 per cento di disoccupazione, ma non ce la facciamo ad andare nemmeno sotto il 10 per cento nel 2016, non è un obiettivo realistico. Io dico che l’obiettivo è far ripartire il settore immobiliare con un livello di efficientamento energetico degno di questo nome”.

Terrorismo. Renzi non manca di esprimere “la solidarietà italiana del governo e del popolo italiano al popolo turco”, dopo l’attentato di Istanbul di questa mattina. E ribadisce che per fronteggiare la minaccia del terrorismo “l’Italia ha impostato un metodo di lavoro, funziona meglio di altri Paesi, stiamo procedendo alle impronte ma anche il riconoscimento facciale, abbiamo una presenza sul territorio importante. La verità è che non possiamo pensare di affrontare questa emergenza solo dal punto di vista della sicurezza”. Occorre infatti anche affrontare la questione culturale: “Accanto a questa svolta c’è un elemento che è rilevante per la sinistra europea – continua il premier – se diciamo che per ogni centesimo investito in sicurezza spendiamo un centesimo in cultura per le periferie, diciamo una cosa controcorrente. Eppure gli attentatori di Parigi sono nati nelle periferie di Parigi e Bruxelles”.

Quanto al reato di clandestinità, infine, Renzi specifica che “ci vuole una normativa che, mentre abolisce il reato di clandestinità, sia molto più veloce nei processi di espulsione e più dura verso chi delinque”. Renzi annuncia un “pacchetto di norme” che però non sarà approvato dal Consiglio dei ministri questa settimana. “Ci vuole del tempo, ci stiamo lavorando in collegamento con le norme europee”.

La corsa al seggio Onu. Restando in tema di politica estera, a pochi mesi dal voto Renzi conferma inoltre che la corsa per il seggio come membro non permanente nel Consiglio di sicurezza dell’Onu è ancora aperta, seppur in grande salita: “Stiamo combattendo una battaglia non facile, ma io ci credo”. Il presidente del Consiglio ricorda che il nostro Paese è in lizza per un seggio nel biennio 2017-2018 e che dovrà prevalere contro la candidatura di Svezia e Olanda, gli altri due Paesi occidentali che ambiscono a sedere nel gruppo dei 15 che decidono in Consiglio di sicurezza. Renzi aveva già spiegato i motivi e i punti di forza di questa candidatura durante il discorso all’assemblea generale Onu il 29 settembre scorso. Come punti di forza l’Italia può puntare sulle attività di accoglienza dei migranti svolte in questi anni, sull’impegno nelle missioni di pace internazionali, l’attitudine al multilateralismo.

La Fiorentina e gli Europei di calcio. L’ultima battuta il premier la riserva alla sua squadra del cuore, la Fiorentina: “Sta facendo un grandissimo campionato, mani in alto e grande scaramanzia sui viola”. Poi preferisce deviare il discorso sulla Nazionale di Conte: “Mi piacerebbe tanto, tanto, che agli Europei ci levassimo delle grandi soddisfazioni. Se vincessimo convocherei un Consiglio dei ministri straordinario il giorno dopo”

drà a votare: “Premesso che decide il presidente della Repubblica, l’intenzione del governo è arrivare a fine legislatura perché l’idea che si rispettino le scadenze naturali è un principio di buon senso. Sia chiaro – precisa – è tutto legittimo, anche andare a votare domani mattina. E noi non abbiamo paura delle elezioni. Ma per me nel 2017 si fa il congresso del partito. E poi nel 2018 si vota”.


Caso Quarto. Quanto al caso Quarto e ai rapporti con il M5s, Renzi pensa che la sindaca Rosa Capuozzo – oggi espulsa ufficialmente dal Movimento – “avrebbe dovuto denunciare chi la minacciava ma non deve dimettersi”. E continua: “Io sono garantista. Per la vicenda di Quarto occorre avere rispetto. L’idea che il 5s abbia il monopolio della morale per noi non è mai esistita e adesso penso che sia venuta meno anche per gli elettori. Noi abbiamo fatto pulizia all’interno del Pd”.

Giachetti al Campidoglio? Restando in tema di governo locale e di amministrative, Renzi risponde anche a una domanda sul possibile candidato del Pd a Roma, che alcuni indicano in Roberto Giachetti, già deputato dem alla Camera: “Giachetti al Campidoglio? Bisogna chiedere a lui. Certo conosce Roma meglio di chiunque altro. È romano e romanista, ma deciderà lui se candidarsi o no”.

Banche. A proposito del fallimento di Banca Etruria, Renzi afferma di essere favorevole a una commissione di inchiesta ma “se si farà – osserva – deve essere una commissione d’inchiesta non su una banca ma sul sistema bancario degli ultimi 15 anni, dove sono successe cose nel silenzio della politica, che ha fatto finta di non vedere autentici errori del sistema bancario”.  Insomma “massima trasparenza e discussione nel merito ma non processi-show”.

Quanto alle dichiarazioni del ministro delle Riforme Maria Elena Boschi (la quale ha detto che, se il padre fosse indagato nell’inchiesta sulle banche, lei non si dimetterebbe), Renzi sostiene: “È una posizione nostra, perchè se passa la linea che chi ha il padre indagato deve dimettersi, il primo dovrei essere io. La responsabilità penale in Italia è personale. C’è un tentativo evidente di buttare addosso a questo governo le responsabilità delle misure prese, ma io le rivendico”.

Banche, Renzi: “Boschi? Se chi ha padre indagato deve dimettersi, il primo sarei io”


“Con il nostro governo – continua Renzi – non ci sono impuniti. Non guardiamo in faccia a nessuno e chi ha sbagliato pagherà”.  Poi aggiunge: “Il sistema bancario italiano noi abbiamo iniziato a cambiarlo e continueremo a farlo. E non abbiamo nessun scheletro nell’armadio”. La vicenda delle banche rivela che il “Giglio magico” è un gruppo di potere? “Io rispondo nel merito – premette Renzi – se voi mi chiedete cosa è accaduto in Banca Etruria, io dico che è stato il governo della Repubblica a commissariare il Cda dove siedeva Pier Luigi Boschi. Li abbiamo sanzionati noi, li abbiamo mandati a casa- spiega il presidente del Consiglio- perchè la legge è uguale per tutti”. Renzi poi si chiede: “Ma di cosa stiamo parlando? Se parliamo del fatto che sia giusto che chi ha il potere lo eserciti, io dico che sì, certo, è giusto. Perchè il potere è una forma di servizio all’Italia”. E assicura: “Le quattro banche salvate da un decreto legge, Carife, Banca Etruria, Carichieti e Banca delle Marche adesso sono solide”.

Quanto all’ipotesi di revisione delle competenze di Consob e Bankitalia da parte del governo, il premier chiarisce: “Consob e Bankitalia sono due istituzioni che il governo ha il dovere di proteggere ma se qualcuno ha sbagliato va messo in condizione di rispondere. Massimo rispetto dal governo ma certo bisogna fare sempre di più per il funzionamento degli organismi”.

Il Pd. Alla domanda se voglia cambiare il Pd, il premier risponde: “Io voglio cambiare l’Italia, abbiamo portato il Pd nel Pse europeo e vogliamo contribuire attivamente a modificare la politica economica dell’Ue. Ho preso un partito che aveva il 20% e l’ho portato al 40%. Abbiamo vinto in molte regioni, qualcuna l’abbiamo persa – ad esempio la Liguria  – ma questo Pd è il motore della sinistra europea ed è la vera occasione di cambiamento della politica italiana. Discuteremo se anticipare il Congresso del partito del 2017, sarà l’assemblea del Pd a scegliere”.

L’Ue e la politica economica. Si passa poi a temi economici. “La nostra legge di stabilità rispetta integralmente tutto quello che chiede l’Europa – assicura Renzi – La flessibilità non la decide Valdis Dombrovskis (ex premier lettone e nuovo Commissario per l’euro, fautore della disciplina fiscale, ndr), ma il collegio della Commissione”. E aggiunge: scherzando: “Il mio modello è Obama e non Dombrovskis, con tutto il rispetto per quest’ultimo”. Sul rapporto con la Germania poi il presidente del Consiglio chiarisce: “La Germania è il nostro partner per eccellenza in Europa, tutt’altro che il nostro nemico. E io ho vinto le elezioni europee dicendo il contrario di chi diceva che Markel era il nostro nemico. Con Merkel c’è un rapporto molto frequente, c’è partnership strategica, ma questo non significa che io non rappresenti un Paese importante in Europa. Se in Europa io alzo una mano e dico ‘mi spiegate questa cosa’, non è polemica. In Europa abbiamo avuto un problema economico, ma prima ancora di reputazione”.

Per Renzi “la politica economica europea degli ultimi 7 anni è sbagliata. Ci vuole una discussione sulla politica europea e ammetto che su questo non vado sempre d’accordo con la Merkel. Al netto della politica italiana- aggiunge – l’insistenza sull’austerity e sul rigore è un errore”. Il premier sottolinea poi che “nessun sano di mente può pensare di imbarcarsi in questo momento a cambiare i trattati. Ma cambiare politica economica a trattati vigenti si può fare. Tra un’Europa solo tecnocratica e un’Europa sociale, io sto dalla parte di quella sociale”, conclude il premier.

Infine, sui dati preoccupanti dell’occupazione in Italia, Renzi afferma: “Io speravo di andare sotto il 12 per cento di disoccupazione, ma non ce la facciamo ad andare nemmeno sotto il 10 per cento nel 2016, non è un obiettivo realistico. Io dico che l’obiettivo è far ripartire il settore immobiliare con un livello di efficientamento energetico degno di questo nome”.

Terrorismo. Renzi non manca di esprimere “la solidarietà italiana del governo e del popolo italiano al popolo turco”, dopo l’attentato di Istanbul di questa mattina. E ribadisce che per fronteggiare la minaccia del terrorismo “l’Italia ha impostato un metodo di lavoro, funziona meglio di altri Paesi, stiamo procedendo alle impronte ma anche il riconoscimento facciale, abbiamo una presenza sul territorio importante. La verità è che non possiamo pensare di affrontare questa emergenza solo dal punto di vista della sicurezza”. Occorre infatti anche affrontare la questione culturale: “Accanto a questa svolta c’è un elemento che è rilevante per la sinistra europea – continua il premier – se diciamo che per ogni centesimo investito in sicurezza spendiamo un centesimo in cultura per le periferie, diciamo una cosa controcorrente. Eppure gli attentatori di Parigi sono nati nelle periferie di Parigi e Bruxelles”.

Quanto al reato di clandestinità, infine, Renzi specifica che “ci vuole una normativa che, mentre abolisce il reato di clandestinità, sia molto più veloce nei processi di espulsione e più dura verso chi delinque”. Renzi annuncia un “pacchetto di norme” che però non sarà approvato dal Consiglio dei ministri questa settimana. “Ci vuole del tempo, ci stiamo lavorando in collegamento con le norme europee”.

Renzi: “Reato di clandestinità da abolire ma rafforzare espulsioni”



La corsa al seggio Onu. Restando in tema di politica estera, a pochi mesi dal voto Renzi conferma inoltre che la corsa per il seggio come membro non permanente nel Consiglio di sicurezza dell’Onu è ancora aperta, seppur in grande salita: “Stiamo combattendo una battaglia non facile, ma io ci credo”. Il presidente del Consiglio ricorda che il nostro Paese è in lizza per un seggio nel biennio 2017-2018 e che dovrà prevalere contro la candidatura di Svezia e Olanda, gli altri due Paesi occidentali che ambiscono a sedere nel gruppo dei 15 che decidono in Consiglio di sicurezza. Renzi aveva già spiegato i motivi e i punti di forza di questa candidatura durante il discorso all’assemblea generale Onu il 29 settembre scorso. Come punti di forza l’Italia può puntare sulle attività di accoglienza dei migranti svolte in questi anni, sull’impegno nelle missioni di pace internazionali, l’attitudine al multilateralismo.

La Fiorentina e gli Europei di calcio. L’ultima battuta il premier la riserva alla sua squadra del cuore, la Fiorentina: “Sta facendo un grandissimo campionato, mani in alto e grande scaramanzia sui viola”. Poi preferisce deviare il discorso sulla Nazionale di Conte: “Mi piacerebbe tanto, tanto, che agli Europei ci levassimo delle grandi soddisfazioni. Se vincessimo convocherei un Consiglio dei ministri straordinario il giorno dopo”

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