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Ilva, operai in sciopero in tutti gli stabilimenti. Corteo a Taranto: “Chiarezza sulla vendita”

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Anche a Novi Ligure, Racconigi e Marghera manifestazione in concomitanza della scadenza relativa alle manifestazioni di interesse per la cessione del siderurgico.

TARANTO – L’ilva è in sciopero. Si sono fermati per quattro ore i lavoratori del primo turno degli stabilimenti  di Taranto, Novi Ligure, Racconigi e Marghera indetto da Fim, Fiom, Uilm, Usb e Flmu in concomitanza della scadenza relativa alle manifestazioni di interesse per l’affitto o la vendita del siderurgico.

Sono terminati i 30 giorni previsti dalla procedura di cessione per presentare la manifestazione di interesse all’acquisizione dell’Ilva. Sinora hanno reso nota la presentazione della propria manifestazione di interesse il gruppo siderurgico Marcegaglia e la Cassa Depositi e Prestiti. Entro giugno prossimo, dice la legge, andrà individuato il nuovo soggetto gestore dell’Ilva.

I lavoratori del secondo turno sciopereranno dalle 19 alle 23. A Taranto un corteo da ponte di pietra Sant’Egidio fino alla prefettura, dove è in programma  il sit in programmato.Sono coinvolti anche gli operai dell’appalto e dell’indotto. Alla mobilitazione aderiscono anche alcuni Comuni e associazioni e ha annunciato la sua presenza il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. Le condizioni del tempo non sono delle migliori: c’è un forte vento e pioviggina.

In merito all’adesione alla manifestazione annunciata da Confindustria le organizzazioni sindacali precisano che “se qualsiasi imprenditore vorrà prendere parte all’iniziativa potrà liberamente farlo: in qualità di cittadino sarà accolto benevolmente. Al contrario non consentiremo la presenza di alcun logo e striscioni di qualsiasi associazione datoriale”.

“I lavoratori – viene sottolineato nel documento che annuncia la manifestazione – ritengono fondamentale ottenere garanzie sull’ambientalizzazione del sito produttivo Ilva e la bonifica del territorio di Taranto” e “ritengono indispensabile porre delle migliorie sulle strutture sanitarie. Chiedono altresì la tutela degli attuali livelli occupazionali dell’intero tessuto industriale tarantino”.

Il calo del petrolio fa bene agli automobilisti

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Mercati internazionali dei prodotti petroliferi di nuovo in picchiata e prezzi raccomandati sulla rete carburanti italiana che registrano oggi la sforbiciata di 2 cent di Eni sulla benzina il ribasso di 1 cent sempre sulla verde di TotalErg e Q8-Shell.

MILANO – Terzo ribasso consecutivo ieri per la quotazione della benzina, questa volta un vero e proprio tonfo, che ha effetti immediati sui listini dei prezzi alla pompa. Continua a scendere anche il Gpl, mentre si registra un movimento al rialzo sul diesel. Stando alla consueta rilevazione di Staffetta Quotidiana, questa mattina Eni ha ridotto i prezzi consigliati della benzina di due centesimi al litro. Mettono mano ai listini anche IP (-1 cent sul Gpl), Q8/Shell (-1 cent sulla benzina, +1 cent sul diesel, -2 cent sul Gpl), e TotalErg (-1 cent sulla benzina e -2 sul Gpl).

Queste le medie dei prezzi praticati comunicati dai gestori all’Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico ed elaborati dalla Staffetta, rilevati alle 8 di ieri mattina su circa 12mila impianti:

  • benzina self service a 1,396 euro/litro (-0,1 cent, pompe bianche 1,374),
  • diesel a 1,191 euro/litro (-0,1 cent, pompe bianche 1,169).
  • Benzina servito a 1,485 euro/litro (-0,1 cent, pompe bianche 1,407),
  • diesel a 1,282 euro/litro (invariato, pompe bianche 1,203).
  • Gpl a 0,555 euro/litro (-0,2 cent, pompe bianche 0,543), metano a 0,983 euro/kg (invariato, pompe bianche 0,976).

Se si guarda ai dati pubblicati dal Mise, in particolare alle medie settimanali, si ottiene il grafico di seguito a indicare il calo del prezzo della benzina. Ben più marcata, dall’estate del 2014, la discesa del prezzo del greggio.

Il calo del petrolio fa bene agli automobilisti

Il calo del petrolio fa bene agli automobilisti

Fulvio Pea: Le Vespe sono in difficoltà ma si possono salvare senza problemi

Nel corso della puntata de “Il Pungiglione Stabiese” programma radiofonico a cura della nostra redazione e in onda ogni lunedì sulle onde di ViviRadioWeb, è intervenuto l’ex allenatore, nella stagione della clamorosa retrocessione dalla B alla Lega Pro della Juve Stabia, Fulvio Pea. Ecco le sue dichiarazioni:

“Quando arrivai sulla panchina della Juve Stabia nel novembre del 2013 la situazione era oramai compromessa. Le vespe erano ultime in classifica per distacco e c’era poco da fare. Abbiamo provato a fare qualcosa e c’è stato qualche sussulto d’orgoglio come la vittoria contro il Pescara al Menti, ma ripeto che ormai non c’era praticamente niente da fare.

Ora la situazione è diversa, le vespe sono in difficoltà ed è noto ma si possono salvare senza problemi, la classifica è corta e con qualche vittoria si possono tirare fuori. È tutt’altra storia rispetto alla Juve Stabia che ho trovato io in B.

Per quando riguarda la vittoria del campionato penso che vinca il Foggia perché è la squadra più attrezzata. Fa sempre gol e ne prende pochi.

Zavettieri non lo conosco di persona, ma so che lavora molto sulla fase difensiva e infatti i gialloblù, a parte qualche partita che non fa testo, hanno subito pochi gol.

La svolta, però, deve arrivare dagli attaccanti e credo che un attaccante promettente come Guido Gomez possa e debba fare molto di più.

La mia avventura a Castellammare come sapete non è stata positiva ma a livello umano posso solo parlare bene della Juve Stabia e del Presidente Manniello di cui avrò sempre un ottimo ricordo per come si è comportato con me durante la mia esperienza in gialloblu.

Ripeto che credo possano salvarsi senza particolari patemi, bisogna lavorare duro.”

Strippoli di Bari dirige il derby del Pinto

Per la quinta giornata di ritorno del campionato di Lega Pro girone C che si disputerà domenica alle ore 15 allo stadio “Alberto Pinto” di Caserta è stato designato Giuseppe STRIPPOLI della sezione di Bari a dirigere la gara tra Casertana e Juve Stabia.

Strippoli, nato a Bari il 30 dicembre 1983, è al suo terzo campionato in Lega Pro, l’unico precedente con la squadra stabiese risale allo scorso 4 novembre quando il team di Zavettieri affrontò nei sedicesimi di finale di coppa Italia di Lega Pro allo “Zaccheria” di Foggia i satanelli perdendo per tre reti ad uno, per i rossoneri ci fu la tripletta ad opera di Viola mentre per i gialloblù il gol fu messo a segno su calcio di rigore da Alessandro PADOVANI CELIN.

L’assistente numero uno sarà: Davide ARGENTIERI della sezione di Viterbo, mentre il numero due Andrea DESSENA della sezione di Ozieri.

Giovanni MATRONE

A chi dà fastidio il superministro Ue. EUGENIO SCALFARI

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Domenica scorsa avevo anticipato la notizia che i due governatori delle Banche centrali di Germania e Francia avevano proposto la creazione d’un ministro del Tesoro unico per i paesi dell’Eurozona, ipotesi già formulata da Mario Draghi e motivata dalla situazione di crisi economica e sociale non soltanto europea ma di tutto il mondo. Per l’Europa tuttavia quella proposta aveva ed ha una motivazione aggiuntiva e ancora più determinata: un ministro del Tesoro unico non è limitato a render più forte la politica di crescita ma rappresenta anche un passo avanti verso gli Stati Uniti d’Europa, obiettivo fondamentale per affrontare i problemi d’una società globale come quella nella quale ormai da tempo viviamo.

Quando ho anticipato la notizia del documento stilato e firmato da quei due governatori disponevo soltanto d’una sintesi dell’articolo da loro pubblicato sulla Süddeutsche Zeitung e su Le Monde, ma ora ne ho sottomano il testo integrale, ufficialmente tradotto anche in italiano ed anche nelle altre lingue dei principali paesi dell’Ue. Vale la pena dunque di ritornarvi poiché approfondisce, dal punto di vista dei due banchieri in questione, la nostra crisi in corso e le varie possibilità di porvi riparo.

È opportuna tuttavia un’osservazione preliminare: il governatore della Banca centrale tedesca (Bundesbank) non è affatto un fautore della politica monetariamente espansiva adottata da Draghi; nel Consiglio della Bce rappresenta la minoranza dissenziente. Quanto al banchiere francese, il suo Paese continua ad essere dominato da quel mito della “grandeur” ormai terribilmente invecchiato ma al quale la Francia non sa e non vuole rinunciare; nonostante quel mito, la Banque de France sponsorizza la creazione del ministro del Tesoro europeo che comporterebbe per il suo governo una rinuncia di sovranità mai pensata.

La cosa che mi ha stupito in questi ultimi tre giorni è il silenzio totale delle varie stazioni televisive su questo tema e così pure quella di quasi tutti i giornali. Siamo stati i primi e i soli a dare la notizia e ad esaminarla. Ci fa piacere ma è comunque stupefacente.

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Il testo integrale dell’articolo firmato dai due governatori, pubblicato integralmente nel nostro giornale di ieri, esamina meticolosamente la natura e le cause della crisi che sta ormai dilagando non solo in Europa ma anche in Russia, in Cina, in Brasile, in India, in Giappone, in Indonesia. E poi lancia la proposta del Tesoro dell’eurozona.

La materia è molto complessa e la riassumo così: questo rafforzamento dell’eurozona consentirebbe una politica di crescita diffusa in tutti i paesi che ne fanno parte. Quella politica cioè che la Bundesbank e il governo della Merkel hanno fin qui avversato. Questo passo dell’articolo merita una citazione.

“Si tratta d’un programma ambizioso di unione dei finanziamenti e degli investimenti. Infatti una delle sfide principali riguarda il prodursi d’un risparmio abbondante che non viene sufficientemente mobilitato per investimenti produttivi. L’Europa può fare di più per colmare questo divario. L’emissione di azioni come strumento di finanziamento delle imprese sembra l’evoluzione più promettente. Oggi è la metà degli Stati Uniti mentre il debito è il doppio… L’asimmetria tra sovranità nazionale e solidarietà comune costituisce una minaccia per la stabilità della nostra Unione monetaria. Una maggiore integrazione e una condivisione di sovranità e dei poteri a livello europeo dell’eurozona comporta una più grande responsabilità democratica”.

I due firmatari della proposta in questione non si nascondono tuttavia che potrebbe non essere accettata dai diciannove governi dell’eurozona e ancor di più se fossero chiamati a valutarla anche i ventotto membri dell’Unione europea.

Qual è in tal caso l’alternativa? Eccola: “Un apparato decentralizzato, fondato sulla responsabilità individuale dei singoli Stati nazionali comporterebbe regole più stringenti, a cominciare dal fiscal compact e così pure il rischio delle esposizioni debitorie degli Stati… Andare in questa direzione consente di conservare la sovranità nazionale, con un livello di solidarietà inevitabilmente più basso e un riequilibrio tra responsabilità e controllo”.

È un po’ oscura la descrizione di questa alternativa al ministro del Tesoro unico, ma la sostanza comunque è chiarissima: se non si vuole rinunciare alla sovranità nazionale, allora le regole europee sui debiti sovrani e sulla flessibilità dovranno inevitabilmente diventare più rigide. Addio crescita diffusa, rigore e austerità torneranno ad imporsi.

Quale sarà la scelta tra queste due opzioni?

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Se facciamo funzionare la logica e una certa conoscenza della crisi che ci circonda e ci incalza, credo che il governo tedesco sia favorevole al Tesoro unico dell’eurozona. Gli consentirebbe di uscire dalla politica del rigore che attualmente la Germania non adotta per la propria economia ma di fatto impone alle altre nazioni.

Il governatore della Bundesbank lo fa capire nel finale del documento. Finora la Merkel gli ha lasciato carta bianca ma di fatto è stata d’accordo con Draghi. Adesso sta con tutti e due perché su questo punto hanno lo stesso obiettivo. Attenzione però: se l’obiettivo non sarà raggiunto, allora la diatriba tra Bundesbank e Draghi tornerà e in questo caso la Bundesbank sarà più forte e la cancelliera l’appoggerà.

E Renzi? Che cosa farà il nostro presidente del Consiglio finora è un mistero. È impegnato sulla legge per le unioni civili, materia anch’essa molto importante che lo mette alla testa del fronte laico. L’esito è incerto ma il Pd è compatto con lui. Il fatto è positivo e per quel che vale gli auguriamo piena vittoria. Verrà però il momento – subito dopo – d’affrontare il tema del Tesoro unico per i paesi membri dell’eurozona. Ci auguriamo che Renzi faccia proprie le proposte di Draghi e dei due capi della Bundesbank e della Banque de France, ma temiamo di no. Il presidente del gruppo socialista al Parlamento europeo, che è l’italiano Pittella, ci ha mandato una lunga lettera nella quale, apparentemente, plaude alla creazione del ministro del Tesoro unico. Ma la sostanza di quella lettera (probabilmente concordata con Palazzo Chigi) è del tutto diversa. Il ministro del Tesoro unico non riguarda l’eurozona ma tutta l’Unione e altro non è che uno dei commissari della Commissione che dovrebbe avere le mansioni di Moscovici lievemente rafforzate. I suoi poteri sarebbero comunque di competenza della Commissione, del Parlamento di Bruxelles e, ovviamente, dei 28 paesi che siedono nell’Ecofin. Il fatto che gli diano quel nome non conta niente. Sarebbe più o meno, in fatto di economia, quello che la Mogherini è in fatto di Difesa e politica estera: consulente, presente ad alcune riunioni dei ministri nazionali. Ma Gentiloni gestisce la politica estera italiana e non certo la Mogherini.

Insomma non volete perdere un grammo di sovranità. Piuttosto sia lui, quel finto ministro del Tesoro, ad aiutarvi per ottenere maggiore flessibilità.

Attento però, egregio premier: il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, è stato molto chiaro su questo punto: il rigore imposto dalla Germania aumenterà, il debito sovrano sarà più sorvegliato e le procedure contro le infrazioni aumenteranno. Pagheremo un prezzo alquanto salato per consentire che la sovranità italiana non venga minimamente toccata.

Un dibattito fuori dalla Storia MASSIMO GRAMELLINI*

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Da oggi il Senato si esprime sulle unioni civili e si divide sull’adozione del figliastro, che gli ossessionati dall’inglese chiamano stepchild adoption. Renzi, qui in versione di sinistra, ha deciso di non stralciarla dal disegno di legge Cirinnà, affidando la responsabilità di una eventuale bocciatura ai cattolici intransigenti del suo partito e a quelli del movimento Cinquestelle, cui Grillo ha lasciato libertà di coscienza. 

Il rispetto per la buona fede di chi avversa l’adozione del figliastro è fuori discussione. Accanto agli opportunisti, ai moralisti incoerenti e ai talebani, la piazza del Family Day ospitava tante persone che sono sinceramente e profondamente convinte che i figli possano crescere solo con genitori di sesso diverso. Riconoscono che le famiglie cosiddette naturali non siano esenti da disfunzioni in grado di dare lavoro a psicanalisti e cronisti di nera, ma difendono il principio della loro unicità.  

E in nome di quel principio ritengono giusto vietare l’estensione di certi diritti, cioè di certe possibilità, ad altri esseri umani.  

I fautori della conservazione parlano, però, come se il disegno di legge in votazione al Senato plasmasse dal nulla una nuova realtà. Non è così. La «Cirinnà», con grave ritardo rispetto al resto d’Europa, si limita a regolare una situazione già esistente. In Italia ci sono centinaia di creature con un solo genitore biologico che ha un compagno o una compagna del suo stesso sesso. Cosa succederebbe se il genitore morisse e l’adozione del figliastro da parte del partner non entrasse in vigore? Che quei bambini e adolescenti verrebbero strappati alla famiglia che li ha cresciuti e ributtati sulla giostra degli orfanotrofi.  

Prima di dare qualsiasi risposta è sempre utile capire quale sia la domanda. E qui la domanda è: quei bambini vanno tutelati, sì o no? Se uno ha la forza di dire no, ha una posizione diversa dalla mia – il che può essere un titolo di merito – ma anche da quella della stragrande maggioranza delle nazioni occidentali, dove l’adozione del figliastro è da tempo un’ovvietà che non ha affatto disintegrato la famiglia tradizionale, tanto è vero che in quei Paesi nascono molti più figli che nel nostro. E forse nascono perché l’attenzione verso la famiglia tradizionale si esprime in politiche fiscali e servizi sociali adeguati. Non limitandosi a impedire ad altre famiglie di esistere. 

La contrapposizione tra guelfi e ghibellini del sesso è fuori dalla Storia e ormai anche dalla cronaca. In una democrazia i diritti non si elidono, si aggiungono. Concederne alle coppie gay non significa sottrarne a quelle etero. Significa prendere atto della vita vera e delle sue diversità. Avendo coscienza che certi processi sono ineluttabili e vanno solo armonizzati e regolati. La macchina dei diritti civili prevede il freno, ma non la retromarcia.  

*lastampa

 
Alcuni diritti riservati.

Iene…. Ridens. (Lo Piano – Santarossa)

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Abusi combi

Le immagini riportate dalle tv nazionali fugano ogni dubbio, un reality show di immagini riprese negli asili nido, dove maestre, educatrici, insegnanti materne, picchiano in maniera brutale bambini in eta’ compresa fra due e quattro anni. Per non parlare delle punizioni a cui erano sottoposti bambini piu’ vivaci, messi al freddo solo perche’ non avevano mangiato nei tempi previsti. 

Stessa cosa dicasi per alcune case di riposo, dove  ” certe operatrici” spesso senza alcuna qualifica, se non quelle di Cocruta cocruta (Iene Ridens), si sono rese protagoniste di squallidi episodi di violenza’. Nella maggior parte dei casi infierivano contro disabili che non avevano ne’ la possibilita’ di difendersi ne’ di chiedere aiuto. Sicuramente le “operatrici del settore” avevano trovato il modo di sfogare le proprie frustazioni mentali.  
 
E’ piu’ che lecito domandarsi :
 
Per quale motivo l’Autorita’ giudiziaria aspetta giorni e giorni prima d’intervenire? Non bastano le registrazioni di qualche minuto? o necessita un lungometraggio per incastrare le Iene Ridens? nel frattempo,prima che si prendano le misure cautelari di merito,i minori e gli anziani continuano a prendere schiaffoni e botte sulla testa: non sarebbe piu’ giusto stringere i tempi? o anche in questi casi specifici la burocrazia viene prima che Giustizia possa intervenire?.

 
E poi ancora :
 
Perche’ le Iene Ridens, una volta smascherate vengono “mandate” a casa e non in una “gabbia” circondatoriale? Sarebbe piu’ giusto che il Magistrato giudicante optasse per la seconda scelta.
 
Le domande continuano :
 
Perche’ per queste Iene che nulla hanno di umano, vengono richiesti solo 6 mesi di reclusione con la condizionale, i benefici di Legge e la non iscrizione nel cartellino penale?. La pena a cui andranno incontro non sembra congrua in confronto al reato commesso: dovrebbero essere interdette vita natural durante da ogni contatto con il pubblico.
 
Quarta domanda:
 
Perche’ chi e’ colpevole di tali misfatti viene sospeso dall’incarico per soli pochi mesi e poi? continuera’ la sua attivita’? come se nulla fosse successo?, cosi’ potra’ continuare a svolgere il proprio ruolo?
 
Quinta Domanda:
 
Perche’ non mandare sugli schermi televisivi nazionali i lineamenti delle Iene Ridens? e’ vergognoso che i loro volti ne’ le generalita’ non vengano dati in pasto all’opinione pubblica.Bisognerebbe ingrandire a dismisura le loro immagini, quel tondino sulle loro facce nasconde ingiustamente la loro immagine.
 
L’argomento trattato e’ molto delicato, sara’ difficile per tanti bambini dimenticare, alcuni traumi: si potrebbero cicatrizzare dopo molti anni, sempre se il tempo riuscira’ a farlo. 
 
Stessa cosa dicasi per tutti gli anziani costretti a subire quasi giornalmente brutalita’ fisiche e psicologiche, alcune case di riposo sono veri e propri lager: andrebbero non chiuse ma cementate, rappresentano per i degenti l’anticamera della morte, e un sicuro guadagno dopo il decesso, quanti interessi continuano a girare sul caro estinto?.
 
Per Finire :
 
Leggi piu’ severe per le tante Iene Ridens che operano nel sociale, controlli piu’ attenti in tutte le strutture che ospitano bambini e anziani, sarebbe il minimo che lo Stato dovrebbe fare per garantirne l’incolumita’.

Carnevale, città sotto assedio. Cittadini insorgono sui social

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polizia municipale 555

 

Castellammare di Stabia. Stato d’assedio o quasi nella città delle acque. E’ carnevale, un giorno di festa, o meglio dovrebbe esserlo. Purtroppo non è così. Oggi pomeriggio un gruppo di ragazzi ha preso il controllo della città, vista l’assenza delle forze dell’ ordine. In molti punti del territorio questi gruppi organizzati hanno iniziato a lanciare uova e arance contro i passanti. Atti che si sono sempre verificati allo scoccare del carnevale, un qualcosa che da anni costringe gli stabiesi a restare a casa. Certo che a carnevale ogni scherzo vale ma c’è pur sempre un limite. Tanta è la rabbia per quello che si è verificato in quest’oggi e molti hanno utilizzato i social come valvola di sfogo. Ad essere colpiti sono donne, uomini, bambini ed anziani. Tutti coloro che si trovano a passare nel posto sbagliato al momento sbagliato. Sei anni fa toccò addirittura ad una pattuglia dei vigili urbani, quest’oggi è toccato ad una volante del locale comando dei carabinieri. Una vigilessa, oggi,  è dovuta ricorrere alle cure mediche all’ ospedale “S. Leonardo”. Insomma scene che rimandano a posti poco raccomandabili presenti sul pianeta terra. Qualcuno fa riferimento alle Favelas delle grandi città dicendo che si può riscontrare più civiltà. Colpita, al San Marco, anche un’ auto con all’ interno un neonato. “Abbiamo appena rischiato di finire in ospedale, dichiara il guidatore, in macchina con due bambini tra cui un neonato altezza chiesa ragazzi mascherati che lanciano arance! Ho chiamato i carabinieri 4 volte ma nessuno risponde , ci sarà a breve qualche ferito ne sono certa ! Andrò via da questa città”

Il gioco è bello quando dura poco e con un buon senso della misura non si creano spiacevoli episodi. Questo avviene consuetudinalmente ogni anno, perché le forze di polizia non presidiano il territorio in queste circostanze?

 

La reazione sui social è stata forte.

“ siete il cancro della mia città voi e quelle forze dell’ordine che se ne sbattono  dei delinquenti, facile prendersela con la brava gente, invece di metterli qualche giorno dentro sti cornuti che spesso sono anche maggiorenni…i rioni dove accadono queste cose li conoscono tutti, costa assai piazzare 2 fottuti vigili carabinieri e poliziotti in questi angoli degradati della città??? soprattutto dopo le prime segnalazioni…. non ci vuole niente ma evidentemente non lo si vuol fare….e allora qualcuno sotto ha ingiustamente invocato il Vesuvio, io invece invoco qualche folle armato che si becca un arancia sul parabrezza e gli spara nelle gambe a qualcuno di questi….qua la giustizia se non te la fai da te non esiste!!” 

 

“ il Carnevale che dovrebbe essere una festa. Assurdo nel senso che è la rabbia di un popolo che non ne può più della gentaglia che ha rovinato C/Mare. Questo Paese non merita questa fine e lo dico per tutte le persone perbene che ci vivono”

“Premettendo che nutro profondo rispetto per le forze dell ‘ordine e le autorità , mo dico io ma il prefetto che ha preso le redini in mano per la guida di questa città sempre più di me…a perché non ha fatto piantonare i punti critici della città dove questi emeriti cretini mettono a repentaglio l incolumità degli automobilisti con il lancio di arance?? Caro prefetto o chiunque lei sia si sa da vent’anni che gli imbecilli fanno queste cose il giorno di carnevale perché lei non ha fatto niente per evitare tutto questo?”

 

“Lo dico davvero. e con tutto il cuore. Auguro a quei coglioni che stanno lanciando di tutto sulle auto che da un’altra parte della città qualcuno centri un’auto che sbandi e possa centrare in pieno qualche vostro parente, lasciandolo steso per terra. Vi auguro di soffrire un male incurabile, di quelli che vi costringono ad andare in farmacia per sopravvivere e beccarvi le uova sul vetro dal fenomeno di turno. E magari fare pure un incidente. Perchè prima morite voi, prima ci salviamo noi.  Siamo nel 2016, non nel medioevo. Crescete.

 

Parole dure nei confronti di chi mina all’ incolumità altrui. Come ogni anno ci si augura che il successivo sia diverso. Non ci resta che continuare a sperare. 

REGGIA DI QUISISANA: MOSTRA ARCHEOLOGICA “DAL BUIO ALLA LUCE”, PROOROGA al 31/12/2016

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INTEGRAZIONE PERCORSO ESPOSITIVO.

E’ stata autorizzata dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo l’integrazione dei reperti già esposti nell’ambito della Mostra archeologica “Dal buio alla luce”, allestita presso il Palazzo Reale di Quisisana e prorogata sino al 31 dicembre 2016.

La Mostra, riguardante i preziosissimi reperti archeologici di Stabia provenienti dalle ville rustiche dell’ager stabianus e dalle lussuose e panoramiche domus costruite sulla collina di Varano, conservati per lungo tempo nei locali della scuola media Stabiae di via Nocera, è nata dalla collaborazione tra Amministrazione comunale, Soprintendenza Pompei e Parco Regionale dei Monti Lattari. Inaugurata a giugno 2014, sarà arricchita con l’esposizione di 28 reperti relativi ai finimenti dei cavalli dello splendido carro in metallo e legno carbonizzato rinvenuto nel 1981 nel quartiere rustico di Villa Arianna, oggetto di un accurato intervento di restauro.

Grecia: proseguono i soccorsi della Guardia Costiera italiana nel mar Egeo (VIDEO)

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Soccorso CP232 1 9febb16Prosegue in Grecia l’impegno della Guardia Costiera italiana, presente su richiesta di Frontex dallo scorso 25 gennaio con 2 motovedette e un elicottero nel Mar Egeo. Nella notte appena trascorsa, le unità navali della Guardia Costiera italiana sono state impegnate in tre distinte operazioni di soccorso in mare che hanno portato complessivamente al salvataggio di 91 vite umane.

Il primo soccorso è avvenuto a poche miglia di distanza dall’isola di Samos, dove l’equipaggio della motovedetta CP 322 della Guardia Costiera italiana ha tratto in salvo 68 persone di sedicente origine siriana, tra cui 20 bambini e 20 donne. In particolare, una parte dei migranti, 39 persone, si trovava a bordo di un gommone in procinto di finire su una scogliera; mentre i restanti 29 migranti, nel tentativo di trovare riparo, si erano già rifugiati su una scogliera a picco sul mare. L’operazione, estremamente complessa per la scarsa visibilità, la presenza di scogli affioranti e le difficoltà di raggiungere i naufraghi, ha visto prima il salvataggio dei migranti a bordo del gommone e subito dopo il soccorso delle persone sulla scogliera, grazie all’intervento dei soccorritori navali (Rescue Swimmer) della Guardia Costiera italiana che, arrampicandosi sulla roccia, sono riusciti a portare in salvo tutte le persone.

Scenario diverso, ma altrettanto impegnativo quello nelle acque a nord di Kos, dove l’equipaggio della CP 292 della Guardia Costiera italiana ha soccorso in due diverse operazioni rispettivamente 10 e 13 migranti, tutti uomini di sedicente origine pakistana. I migranti stavano tentando di raggiungere la terra ferma a bordo di piccole unità gonfiabili a remi, estremamente pericolose per l’eccessivo numero di persone a bordo e l’assenza della benché minima dotazione di sicurezza.

“THE HATEFUL EIGHT” (Critica di Patricia Santarossa) – TRAILER

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Pochi anni dopo la Guerra Civile americana (1861-1865), nel gelido Wyoming otto persone sono bloccate per una tormenta di neve.

“THE HATEFUL EIGHT” (Critica di Patricia Santarossa) – TRAILER

“Il Boia”, uno spregiudicato Bounty Killer, trasporta in catene l’assassina Daisy: e, tra fiumi di parole, si fa strada il sospetto che non tutti sono ciò che dicono di essere, proprio in relazione alla donna; fino allo scontro finale. Embé, che vi debbo dire: Quentin Tarantino, regista e sceneggiatore del film (USA,15), ci “ha fatti” un’altra volta! Ha imbastito un circo, uno spettacolone, una sarabanda di fatti, parole e persone; effetti e situazioni pirotecniche; veloci ribaltamenti delle situazioni che si fa seguire fino all’ultimo dei 167 minuti della sua mastodontica durata: ma siamo alle “durate medie” dei film di Tarantino. Questi è un regista che ama cinema: lo ama fino ad ingurgitarne in quantità pantagrueliche; lo fagocita con una voracità senza freni o stacchi da stanchezza o da indigestione. A me sembra proprio un personaggio dantesco. Eppure, in questa sterminata quantità di “cibo dell’anima”, che è il cinema e che lui continuamente, dipsomaniacalmente assume, riesce ad operare un geniale discernimento. Egli, nonostante ogni apparenza, lo filtra e lo elabora: non lo subisce.

Lo ama fino alla follia, ma ha la capacità sommamente intellettuale di essere in grado di elaborare delle linee interpretative che sono unitarie e in grado di connettersi al pubblico. Molti registi sono cinefili: ma lo sono della qualità più raffinata e criptica: spesso velleitaria e, nella sostanza, spettacolarmente, emotivamente impotenti, per non dire noiosi. Non ci rimandano nulla, se non la loro impotenza e spocchia intellettuale. Invece, quando mi accingo a vedere “un” Tarantino, mi domando, pieno di golose aspettative, come i bambini alla vista di un clown amato: e mò vediamo che ci combina e come ci stupirà…Uno dei registi che Q.T. ama di più è Sergio Leone: tutta la storia dei cadaveri di criminali spacciati dai Bounty Killer, e addirittura offerti e scambiati, con un grottesco gore implicito, corruttivamente in cambio di favori, per il valore delle taglie poste “vivi o morti” su di loro, è alla base di “Qualche dollaro in più” (65). E poi c’è la sua icona vivente musicale: Ennio Morricone, da Tarantino considerato come un Maestro degno di stare a pari di Mozart e Bach; e che finalmente ha collaborato fattivamente col regista fin dall’inizio; e non solo con una canzone, come in “Django”. Ma non solo il maestro Leone: come ha permesso di rivalutare dei registi italiani degli anni 70, da lui conosciuti, amati e giudicati con maggiore obiettività e lungimiranza di molta critica nostrana, qui è citato un altro di quei misconosciuti ma validi professionisti (con qualche punta elevata): mi riferisco a Sergio Corbucci. Del quale è citato uno dei suoi più convincenti film :”Il grande silenzio” (67) con Jean-Louis Trintignant, pure musicato da E. Morricone, “spaghetti western” ambientato su un vasto e suggestivo paesaggio innevato; e che pure trattava di bounty killer, anche se da un punto di vista diverso, meno cinico e più democratico e giustizialista (diremmo oggi).

L’importante di “Hateful eight”, tutto ambientato in un unico ambiente, a parte l’uso dell’angolatura da 70mm, che dà, come ha detto il regista, un senso di sfondo inglobante continuamente tutti i personaggi, che dilata al massimo le sue dimensioni, quasi rendendolo astratto; è la potenza dei suoi personaggi. Tutti attori vetero-tarantiniani: a partire da Samuel L. Jackson, Kurt Russell, Tim Roth, Michael Madsen ecc.. Essi passano dallo sbrodolo verbale, il più sconclusionato e logorroico possibile, con la massima disinvoltura e con la stessa aria sardonica e distaccata, ad un’interazione fisica violenta e feroce. La loro presenza e consapevolezza gestuale è imponente. Ma anche la new entry Jennifer Jason Leigh, menata a più non posso dal pur legalitario Kurt Russell (il Boia), ha energia, una sua personale configurazione e un masochistico senso dell’humour. Però in tutto quel fiume di parole rivivono la tensioni sociali dei loro tempi: quelle della Guerra Civile, e soprattutto quelle relative al problema della schiavitù dei neri, i cui retaggi culturali, il razzismo, non sono stati nemmeno scalfiti. In questo senso giustamente il regista dà valore anche politico al suo narrare. Il film sembra lento: ma non lo è, perché all’inizio deve preparare l’atmosfera di reciproco sospetto hitchockiano, che deve realizzarsi, pezzo a pezzo nella narrazione. E poi, una volta messa in moto la macchina, essa è inarrestabile. E, come al solito, Trantino ci frega: come in “Pulp Fiction” le storie, i “capitoli” come vengono da lui nominati, non sono nella successione in cui li vediamo, qui avviene che il “Capitolo 5”, prima del finale, precede il Primo, ne è l’antefatto. Ma ciò non impoverisce o attenua l’impatto: ma lo potenzia; perché ormai tutti gli attori sono in presenza di sé e di ciò che realmente sono e di ciò che avrebbero dovuto combinare fin dall’inizio. Il puzzle si è definitivamente ricombinato: in questo senso il film è anche un “giallo”. Ma il miracolo non ci sarebbe potuto essere senza la qualità armonizzata dei suoi principali collaboratori artistici: la scenografa Yohei Taneda, che ha dato quell’aria stilizzata di disordine della frontiera: tutto confuso, ma tutto obbediente alla regola della funzionalità; il montatore Fred Raskin che ha intervallato il passaggio da una personaggio all’altro, ovvero da una frombolata di parole all’altra, con stacchi e angolature continue, fluenti, ma assai varie; e il Direttore della Foto, Robert Richardson. Costui è uno dei più insigni del cinema di Hollywood: ha lavorato con i più grandi, Oliver Stone soprattutto, ma anche Scorsese; e spesso con Tarantino. Qui fa il miracolo di darci il senso cromatico della neve anche “dentro” il rifugio; ne coglie quell’atmosfera attutente dell’aria solo attraverso i cambi di angolatura ottica, che accompagnano i singoli personaggi, il loro disvelarsi e fare.

Patricia Santarossa

GIOVANISSIMI NAZIONALI, COLANTONIO E LEPRE REGALANO UNA VITTORIA ALL’ISCHIA

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Con una prestazione maiuscola, l’Ischia batte la Fidelis Andria e conquista la seconda vittoria stagionale, allontanandosi dal fondo della classifica.

Bella soddisfazione per il gruppo Under 15 che nel girone di ritorno sta mostrando evidenti progressi.

Dopo un fallo commesso poco prima della linea dei sedici metri di un difensore ospite che rischia l’espulsione, si registra un tocco di mano in area di un calciatore della Fidelis: l’arbitro assegna senza esitazione il rigore che Onofrio Colantonio trasforma.

Poco dopo Battipaglia impegna il portiere dalla media distanza. La difesa ischitana fa buona guardia, rischiando poco. Nella ripresa, al 10’, Mancino pareggia i conti. Ma l’Ischia non demorde e continua a crederci.

A dieci minuti dalla fine azione dalla destra di Brandi che mette al centro: l’estremo difensore cerca di respingere la sfera ma viene beffato dal neo entrato Lepre che insacca con un colpo di testa.

Nel finale Attolico tocca la palla con una mano in piena area, costringendo il signor Guida di Torre Annunziata a decretare ancora la massima punizione. Sul dischetto si presenta Brandi ma il possente quanto bravo Ndiaye blocca, dimostrandosi tra i più quotati dell’Andria.

Prossimo turno in casa del Benevento secondo in classifica.

ISCHIA ISOLAVERDE-FIDELIS ANDRIA 2-1

ISCHIA ISOLAVERDE: Ingenito, Piscitelli, Tamburro, Acampora, Oliva, Di Salvatore, Del Gaudio, Brandi, Battipaglia, Colantonio, Zaccaro. In panchina Ventriglia, Ceparano, Lauro, Sansone, Lepre, Domigno, Tarallo, Sgambato, Chiocchetti. All. Borrelli. 

FIDELIS ANDRIA: Ndiaye, Tammacco, Storelli, Laporta, Attolico, Di Chio, Di Modugno, Labalestra, Dibari, Sannicandro, Mancino. In panchina Modugno, Cortese, Pasquale, Lopez, Bruno, Piarulli, Pizzulli, Peres, Traversa. All. Nanni.

ARBITRO: Guida di Torre Annunziata.

MARCATORI: 15’ p.t. Colantonio (rig.), 10’ s.t. Mancino, 25’ s.t. Lepre.

CLASSIFICA Gir. G:

  1. Bari 35;
  2. Benevento 33;
  3. Martina Franca 29;
  4. Casertana e Lecce 26;
  5. Avellino 21;
  6. Juve Stabia 20;
  7. Fidelis Andria 18;
  8. Monopoli 12;
  9. Ischia Isolaverde e Foggia 11;
  10. Melfi 8.

I risultati

  • Casertana-Avellino 2-2
  • Monopoli-Bari 1-7
  • Martina Franca-Benevento 3-0
  • Foggia-Juve Stabia 0-0
  • Lecce-Melfi 3-0
  • Ischia-Andria 2-1

ESCLUSIVA – Logiudice: “Bisogna ripartire dalla reazione del secondo tempo di Pagani”

Nel corso della puntata de “Il Pungiglione Stabiese” programma radiofonico a cura della nostra redazione e in onda ogni lunedì sulle onde di ViviRadioWeb, è intervenuto il direttore sportivo della Juve Stabia Pasquale Logiudice.

Ecco le sue dichiarazioni:

“Credo che stia pensando molto, dal punto di vista psicologico, la rocambolesca partita pareggiata 5-5 con l’Ischia, da quel momento si è rotto qualcosa. La squadra non ha dato più quello che dava prima e ha regalato molto alle squadre avversarie, sopratutto in casa. I nostri pareggi sono stati più vittorie che sconfitte, in quanto come gioco abbiamo espresso poco. Mi viene in mente anche la gara con il Melfi, in cui abbiamo sofferto troppo e il pareggio era giusto. Non nascondo che ieri a Pagani mi sono nati dubbi anche sul mio operato, ho rivisto i gol e gli errori individuali ci sono, purtroppo bisogna lavorare tanto. Zavettieri? Dobbiamo ripartire dalla reazione del secondo tempo, nel primo tempo abbiamo fatto errori come contro l’Ischia. Bisogna ripartire dalla reazione del secondo tempo perché non c’è stata solo la reazione d’orgoglio, che può averla qualsiasi squadra, ma abbiamo dimostrato anche di avere tanta qualità, dobbiamo sfruttare al massimo le nostre qualità e lavorare sodo in vista dei prossimi match. Credo che la seconda frazione sia stata esclusivamente di marca gialloble, sono stati tutti meriti nostri e non demeriti della Paganese, come diceva ieri Grassadonia. Purtroppo avevamo alcune defezioni e i 3 entrati nella ripresa non erano al meglio. Il mercato? Avevamo bisogno di difensori centrali e abbiamo deciso di prendere Rosania in cambio di Vella che non giocava, è esploso Carillo e abbiamo chiuso un’operazione sulla falsariga di Polak, prendendo Navratil che ora deve tornare in condizione. Avevamo questa carenza in quella zona del campo e abbiamo sopperito numericamente. Migliorini? Era un discorso nato in estate, abbiamo deciso di dargli la possibilità di giocare in B. Squadra smembrata? Assolutamente no. Abbiamo rifiutato offerte allettanti da squadre di B per i nostri giocatori, su tutti Polak e Nicastro. Manniello poteva benissimo vendere i giocatori per fare cassa, essendo il mercato l’unico mezzo per guadagnare considerando l’assenza di diritti televisivi e i pochi spettatori. Quindi Manniello ha deciso di tenere i giocatori per salvarci il prima possibile. I tifosi? Sono maturi, dobbiamo fare quadrato e remare tutti nella stessa direzione per raggiungere una fondamentale salvezza.”

Orgoglio Stabiese, i tifosi si radunano al Menti mercoledì 10 febbraio

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Non c’è montagna più alta di quella che scalerò … E per noi stabiesi non c’è ostacolo che tenga !!

MERCOLEDI’ 10 FEBBRAIO ORE 21:00 ci sarà un incontro al Romeo Menti tra tutti coloro che amano i colori gialloblù. Siete invitati tutti , dal più grande al più piccolo.

E’ arrivato il momento di mettere da parte rancori e delusioni , dobbiamo avere un unico obbiettivo comune : ” LA JUVE STABIA !! ” Si deve invertire la rotta , teniamo un attimo da parte società e calciatori e rispolveriamo quella passione che nutre dentro ognuno di noi . Solo NOI , TUTTI UNITI , potremmo riprenderci le giuste soddisfazioni, iniziando dalla prossima partita a Caserta. C’è bisogno del sostegno di ognuno di noi. Diciamo spesso : ” SIAMO NOI LA JUVE STABIA “.. E’ il momento di dimostrarlo ora ! Vi aspettiamo in tanti con in testa e nel cuore la nostra passione !!!

ALLIEVI NAZIONALI, ISCHIA: ”UN GOL DI CORATELLA REGALA LA VITTORIA E IL PRIMATO IN CLASSIFICA”

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Colpaccio a Matera e primo posto in solitaria! L’Ischia sorpassa la Juve Stabia, sconfitta dall’Akragas, ritornando al primo posto. I ragazzi guidati da mister Fusaro si prendono una bella soddisfazione, continuando nel loro percorso di crescita sotto tutti i punti di vista.

I gialloblù hanno meritato di vincere in virtù di una ottima condotta di gara. L’1-0 finale sta decisamente stretto. Coratella dopo dieci minuti ha la possibilità di sbloccare il risultato ma si fa parare un calcio di rigore, concesso dal direttore di gara per fallo su Vanacore. Quest’ultimo da fuori area colpisce la traversa (20’) a portiere battuto. Coratella al 25’ e al 31’ a tu per con Ranieri non riesce a mettere la palla in rete. Infine al 35’ Marigliano tutto solo davanti al portiere spedisce la sfera sul fondo. Matera non pervenuto. Nel secondo tempo c’è maggiore equilibrio, anche se sul piano tecnico l’Ischia si fa preferire. Il pallino del gioco è maggiormente nelle mani della squadra di mister Fusaro che cerca di mettere in crisi la difesa lucana. A metà tempo, in seguito ad un calcio piazzato, da posizione defilata controlla e scarica il pallone sotto l’incrocio dei pali. Il Matera accusa il colpo, resta in dieci a causa di una espulsione, ma non riesce a rimediare perché l’Ischia è tonica e ci tiene a portare a casa l’intera posta in palio. La neo capolista domenica prossima se la vedrà con la quotata Paganese.

MATERA-ISCHIA ISOLAVERDE 0-1

MATERA: Ranieri, Colella, Lampugnani, Hysaj, Angelastri, Cristillo, Taccogna, Pirolo, Dellino, Camporeale, Daddato. In panchina Fortunato, Marcellino, Di Chiara, Giuga, Marocco, Colucci, Strippoli, Guastamacchia, Zumpano. All. Abbrescia.

ISCHIA ISOLAVERDE: Pezzella, Barrella, Severino (10’ s.t. Perna), Cardone, Sivero, Rinaldi, Vanacore, Vecchione (10’ s.t. Buonocore), Coratella, Catavere (25’ s.t. Vatiero), Marigliano (20’ s.t. Mancini). In panchina D’Amato, Gaglione, Guadagno, Vitiello, Sicoro. All. Fusaro.

ARBITRO: Abbatangelo di Policoro (ass. Eramo di Matera e Viola di Policoro).

MARCATORE: 25’ s.t. Coratella.

CLASSIFICA Gir. F:

  1. Ischia Isolaverde 39;
  2. Juve Stabia 38;
  3. Martina Franca 37;
  4. Matera 26;
  5. Cosenza 25;
  6. Monopoli 24;
  7. Napoli 21;
  8. Akragas 20;
  9. Paganese 17;
  10. F.Andria* 14;
  11. Catania 13;
  12. Lecce* 12; 
  13. Messina 11.

(* una gara in meno)

I risultati

  • Akragas-Juve Stabia 2-1
  • Napoli-Catania 3-0
  • Matera-Ischia 0-1
  • Paganese-Catanzaro 1-2
  • Messina-Martina Franca 1-2
  • Cosenza-Monopoli 1-0
  • Andria-Lecce 0-2

ISCHIA, OGGI ALLENAMENTO A CASAMICCIOLA

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Dopo la strepitosa vittoria contro il Catania,per 2-0 la squadra è tornata al lavoro.

I gialloblu nella giornata di ieri hanno ripreso la preparazione al “Kennedy”in vista della trasferta di Agrigento domenica contro l’Akragas. La squadra partirà sabato e rientrerà domenica sera in aereo. Lavoro differenziato per i giocatori che sono stati impegnati nella partita contro il Catania.Il resto della squadra tutti a disposizione di mister Di Costanzo tranne il difensore Sirigu,che sabato a poche ore dalla sfida contro gli etnei ha dato forfait. Nella serata di ieri si è sottoposto ad un esame ecografico alla coscia sinistra. Come dichiarato da mister Di Costanzo la società è vigile sul mercato degli svincolati,da ieri infatti con la squadra si allena il terzino sinistro Giuseppe Pugliese classe ’83. L’esperto difensore è fermo da oltre un anno,dopo l’esperienza in Lega Pro con il Monza. Ha militato in serie B con le maglie di Verona,Varese e Cittadella,inoltre ha vestito la casacca del Monopoli in Lega Pro per quattro anni e in Serie D con il Noicattaro. Un giocatore a cui non manca di certo l’esperienza,ma ci sarà da valutare la sua condizione fisica-atletica.

Il ritorno ad Ischia. Nella giornata di oggi,i gialloblu torneranno ad allenarsi sull’isola dove resteranno fino a giovedì. Sarà una settimana importante,nella quale si proverà a recuperare giocatori importanti come Pepe,Blasi e lo stesso Di Vicino che potranno essere fondamentali per la lotta alla salvezza diretta. La squadra isolana di Mister Di Costanzo e il suo staff effettueranno la seduta di allenamento alle ore 15:00 presso il campo sportivo “Monti “ di Casamicciola Terme.

Toninelli: sanzioni eletti M5S? E’ un modo per non imbarcare furbi

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“Non lasciamo l’Italia in mano ai soliti partiti”

Roma, 9 feb. – “Oggi tutti parlano delle sanzioni che gravano sui futuri eletti del M5s a Roma. Anche se quello delle sanzioni non è certamente il punto più rilevante ma solo il più mediatico, è un bene che se ne parli perché ci permette di dire che nel M5s viene prima il programma rispetto alle persone che lo devono realizzare”. Lo afferma il deputato del Movimento cinque stelle Danilo Toninelli, in un post su Facebook.

“Se entri nel Movimento sposi un progetto concreto. Se lo violi ti devi fermare, mentre invece il progetto va avanti. L’intransigenza contro chi viola il programma e i principi del M5s è l’unico modo per far scendere dal nostro treno i furbi e i disonesti – spiega Toninelli -. E questo è un aiuto soprattutto per chi continuerà a viaggiare su questo treno. Possiamo immaginare l’Italia come un corpo scheletrico che per riprendere vigore ha bisogno di essere nutrito di legalità e giustizia sociale. Se lo lasciamo in mano ai soliti vecchi partiti possiamo stare certi che non potrà sopravvivere”.

Renzi: “Se l’Europa non cambia strategia è finita”

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Il presidente del Consiglio a Bloomberg: puntare sulla crescita.

Roma, 9 feb. – Se l’Unione europea non cambia strategia, puntando sulla crescita, “è finita”. Ne è convinto il presidente del Consiglio Matteo Renzi, che ha rilasciato un’intervista a Bloomberg per parlare di temi europei, dalla Brexit a Schengen. Renzi chiede all’Europa di “porre l’accento su un’agenda per la crescita e sul taglio della burocrazia” al cuore della sua politica. “Se l’Europa non cambia la sua visione, la sua strategia, l’Europa è finita”.

Nell’incontro con il premier olandese Mark Rutte all’Aia la scorsa settimana c’è stato “accordo sulle priorità per l’Europa, sulla necessità di crescita”, ha detto Renzi all’agenzia finanziaria Usa. “Sono certo che le migrazioni saranno il problema più importante per l’Europa nei prossimi 12 mesi”, ha proseguito il premier. “Dobbiamo raggiungere un accordo con le nazioni africane sui rimpatri, dobbiamo sviluppare infrastrutture là, investire là”, ha detto ancora. Quanto alla possibilità che l’Europa rinunci al trattato di Schengen per rispondere alla crisi dei migranti, “senza Schengen, l’identità europea è a rischio” ha avvertito Renzi: “sono preoccupato delle possibile fine di Schengen”.

Il premier ha detto di attendersi che i leader Ue trovino un accordo sull’intesa messa a punto tra Bruxelles e Londra per evitare la Brexit. “Vedo un accordo al vertice del 18 e 19 febbraio”, ha detto Renzi. “Scommetto su David” Cameron, il primo ministro britannico. “Non possiamo permette che l’assenza di un accordo causi la Brexit”.

Renzi ha parlato di un “buon compromesso” proposto dal presidente del Consiglio Ue Donald tusk. “Le lettera inviata da Tusk è un buon compromesso. Penso che sia un cambiamento molto importante per la Ue. David ha ottenuto qualcosa”. Anche la cancelliera tedesca Angela Merkel sosterrà Londra, secondo Renzi. “Angela si impegnerà a sostenere David, è una leader e il referendum è rischioso, ma va nella giusta direzione”. 

Regeni, l’Egitto respinge le accuse

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Giulio Regeni trovato con entrambe le orecchie mozzate Fonti investigative: “Strappata unghia mano e piede. Piccoli tagli su tutto il corpo” Egitto insiste: “Mai arrestato. E’ un atto criminale, non era una spia”. Gentiloni: “Non ci accontentiamo di verità presunte”. Pm Roma ascolta i genitori.

Il Cairo –  Il passaporto e il cellulare spariti, entrambe le orecchie mozzate, decine di piccoli tagli sul corpo, fin sotto la pianta dei piedi, provocati da uno strumento che potrebbe essere simile ad un punteruolo, numerose ossa rotte, le unghie di un dito della mano e di uno del piede strappate.

L’Egitto continua a smentire che Giulio Regeni sia finito nelle mani degli apparati di sicurezza e sia stato torturato, ma tutti gli elementi finora a disposizione dell’Italia sembrano andare nella direzione contraria: “La polizia non è coinvolta nella morte di Giulio Regeni“. così il ministro dell’Interno egiziano Magdy Abdel Ghaffar che respinge con decisione le accuse di un coinvolgimento delle forze di sicurezza locali nella morte del 28enne ricercatore trovato cadavere non lontano dal Cairo, vittima secondo l’autopsia di percosse e torture. “Non è accaduto”, ha risposto Ghaffar ad un giornalista che chiedeva se il giovane fosse stato “arrestato dalla polizia”.

“Respingiamo queste accuse – ha insistito – è completamente inaccettabile che vengano rivolte. Sono voci, non possiamo neppure accettare un’allusione”. In precedenza, una fonte anonima dello stesso governo egiziano aveva suggerito l’ipotesi che l’omicidio sia stato commesso proprio per scaricarne la colpa sulla polizia: “la polizia non può agire così con uno straniero. Altri occidentali sono detenuti per crimini ben più gravi di qualsiasi atto Regeni possa aver commesso”.

Non solo: “Aver fatto ritrovare il corpo durante la visita rappresenta un evidente tentativo di compromettere le relazioni con l’Italia, il primo Paese europeo a sostenere l’Egitto dopo la rivolta del 30 giugno 2013 (data della deposizione dell’ex presidente Mohamed Morsi, ndr)”.

Ricostruzione discutibile, che sicuramente non vale a smorzare l’attenzione internazionale sul caso: secondo il New York Times, del delitto si parlerà nei prossimi incontri tra la diplomazia egiziana e quella Usa, impegnata di frequente a ricordare al Cairo l’importanza del rispetto dei diritti civili e umani.

Le tappe del giallo – Infografica

E il riferimento alla morte del ricercatore sarà “probabilmente” sollevato anche nel corso del viaggio che Sarah B. Sewall, sottosegretario del Dipartimento di Stato per i diritti umani, farà nella capitale egiziana oppure quando il capo della diplomazia americana, John Kerry, riceverà a Washington il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shiukry. Sul fronte delle indagini, oggi è emerso che l’analisi del telefonino di Giulio “conferma le testimonianze dei coinquilini e degli amici”, secondo cui il giovane si stava recando ad una festa di compleanno il giorno in cui è scomparso, il 25 gennaio.

“Regeni ha lasciato la sua abitazione alle 19,30 – ha spiegato il direttore della procura di Giza, Hossam Nassar – per incontrare il suo amico Gennaro, insegnante di Scienze politiche all’Università britannica”. Il ricercatore però non è mai arrivato all’appuntamento: “è scomparso 25 minuti dopo la sua ultima telefonata all’amico” che – preoccupato per il connazionale, “ha telefonato alla sua amica Noura Fatihi”.

Contemporaneamente, in Italia, il pm titolare dell’inchiesta; Sergio Colaiocco, sta cercando di ricostruire la rete di amicizie e conoscenze di Giulio Regeni, in Italia e in Egitto. Il magistrato, in attesa di acquisire le prime informazioni utili dal team di esperti di Sco e Ros spediti nella capitale egiziana, ha messo a verbale le dichiarazioni dei genitori di Giulio, Claudio e Paola, per capire il quadro delle relazioni coltivate dal figlio e le ragioni della sua presenza in Egitto in coincidenza con il quinto anniversario della rivoluzione di piazza Tahrir. La coppia ha rappresentato al pm i timori e le aspettative di Giulio, che si trovava al Cairo per una tesi sulle tematiche socio-economiche dell’Egitto: secondo i genitori, il ragazzo era consapevole del difficile clima politico che si respira da tempo al Cairo, ma non ha mai espresso esplicite preoccupazioni per la propria incolumità.

“Non ci accontenteremo di verità presunte”, ha in ogni caso assicurato in un’intervista Repubblica il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. “Vogliamo che si individuino i reali responsabili – ha ribadito – e che siano puniti in base alla legge. Conosco la professionalità dei nostri investigatori, e se verrà loro consentito di lavorare, come in queste ore sembra possibile, potremo ottenere dei risultati. è questo che il governo italiano pretende”. 

La domanda è e resta:

è stato ucciso da qualcuno a cui è sfuggita la situazione di mano, e in questo caso la ‘pressione’ di Sisi è servita quanto meno a far ritrovare il corpo che altrimenti mai sarebbe apparso, oppure è finito nella mani di soggetti che avevano come obiettivo quello di colpire il governo egiziano?

agi-ansa

Ferrara: “Dybala-Higuain? Con me giocherebbero entrambi!”

Ciro Ferrara, ex difensore del Napoli e della Juventus, ha parlato al Corriere del Mezzogiorno di Juventus-Napoli: Higuain o Dybala? Con me giocherebbero entrambi titolari. Dybala è fortissimo ma io vorrei la maglia di Higuain e sono pronto a ricambiare con la mia maglietta del Napoli. L’unica pecca di Gonzalo è che è del River Plate, io tifo in Argentina Boca Juniors. Sarri o Allegri? Due ottimi allenatori. Sarri è riuscito a trasferire in città e ai tifosi equilibrio e misura. La maglia numero 10 a Insigne? Tengo a Lorenzo. L’ho allenato nell’Under 21 ma quella 10 a tinte bianco e azzurre è di Diego. La chiave della gara? Gli esterni. Callejon e Insigne per il Napoli. Cuadrado e Alex Sandro per la Juventus”.