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DIMARO LIVE, VIDEO – Montuori: “Vado via da Dimaro, sogno svanito. La colpa non solo di Higuain…”

Queste le sue parole

Il Napoli continua a lavorare a Dimaro sotto gli occhi attenti di Maurizio Sarri. Dopo la vittoria di ieri sera contro il Trento, ci si ritrova per una doppia seduta, ma a tenere banco è il caso Higuain, ormai sposo bianconero: Ne abbiamo parlato con Gennaro Montuori.

dal nostro inviato a Dimaro, Ciro Novellino

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Napoli-Icardi, Wanda Nara conferma l’ incontro tra le parti

Non ci sono dubbi: il Napoli ha scelto Mauro Icardi per sostituire Higuain, profilo che piace alla società e al tecnico Maurizio Sarri. In queste ore è in corso un incontro tra la dirigenza partenopea e l’ entourage del bomber argentino. Le conferme arrivano direttamente da Wanda Nara, moglie ed agente del calciatore che sul proprio profilo Twitter scrive così:
“Incontro con l’ intermediario, io sono nel mio ufficio a Milano, bacio :)”.

Sky – Il Napoli punta su Icardi per sostituire Higuain: incontro in corso con gli agenti

Higuain alla Juventus, il Napoli prova a rispondere sul mercato all’addio del ‘Pipita’. Il nome caldo questa mattina è quello di Mauro Icardi, un altro centravanti argentino da regalare a Maurizio Sarri. Napoli che si è subito mosso con l’entourage del calciatore, tutt’ora in corso un incontro con gli agenti dell’attaccante dell’Inter. Per il Napoli presenti il presidente De Laurentiis, l’amministratore delegato Chiavelli e il direttore sportivo Giuntoli. Non è presente invece Wanda Nara, in collegamento da Milano.
Si discutono i dettagli del contratto, con l’ostacolo che potrebbe essere rappresentato dai diritti d’immagine. Il Napoli sarebbe disposto a lasciare al calciatore il 50% degli stessi, tenendo per sè l’altra metà. Ma gli azzurri partirebbero comunque da una parte fissa per l’ingaggio molto alta, intorno ai 5/5.5 milioni di euro con dei bonus poi per i gol segnati, un eventuale titolo di capocannoniere e altri obiettivi da raggiungere. Gli agenti del calciatore, inoltre, hanno poi chiesto l’inserimento di una clausola risolutoria all’interno del contratto. Il Napoli fa sul serio, continua a parlare con l’entourage di Icardi per poi andare dall’Inter per trattare il costo del cartellino. Per regalare a Maurizio Sarri un altro argentino per il dopo Higuain”. Lo riporta l’ esperto Gianluca Di Marzio sul proprio portale ufficiale.

Da gianlucadimarzio.com

CURIOSITA’ – Juve Stabia, le regole del ritiro di Gubbio

Juve Stabia, le norme di comportamento per i calciatori in ritiro

Il ritiro è da sempre in ambito calcistico un’esperienza particolare, in grado di formare, o meno, equilibri che possono rivelarsi decisivi sulla stagione di una squadra.

Discorso analogo per il ritiro della Juve Stabia, raggiunto dalla nostra redazione per uno speciale che sarà on line nelle prossime ore.

Curiosità raccolta dalla nostra redazione sono le regole, o norme di comportamento, valevoli per i tesserati della Juve Stabia pressenti a Gubbio. E’ fondamentale tenere alta la concentrazione e focalizzarsi esclusivamente sul lavoro da fare e sulla preparazione in vista della stagione.

Lo scatto qui sotto racconta quali sono le norme cui i calciatori stabiesi devono adeguarsi. Le riportiamo anche scritte, vista la poca luce nella foto: sveglia ore 7.30, ore 9-9.30 allenamento, ore 12.30 pranzo, ore 15.50 sveglia pomeridiana, ore 16.30 secondo allenamento, ore 20 cena, ore 23 in camera.

Telefonini da usare solo durante le ore libere, divieto di fumo in presenza di allenatore e calciatori.

 

RIPRODUZIONE RISERVATA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE

 

Juve Stabia, goleada in amichevole con il Ponte d’Assi. La cronaca del match

Juve Stabia-Ponte d’Assi: la diretta su ViViCentro.it

Questo pomeriggio alle 17 la Juve Stabia si esibirà nella seconda amichevole del ritiro precampionato di Gubbio e noi ne daremo la diretta.

La redazione di ViViCentro ha raggiunto gli uomini di Fontana per uno speciale sul ritiro della Juve Stabia che sarà on line nelle prossime ore. Farà ovviamente parte dello speciale anche il live dell’amichevole della Juve Stabia contro il Ponte d’Assi, che andrà in scena oggi alle 17.

Tutti i tifosi delle Vespe che sono quindi interessati all’andamento del match possono collegarsi a partire dalle 17 all’indirizzo dove sarà possibile seguire la diretta live della seconda amichevole dei gialloblù.

Ricordiamo che la prima partita amichevole della Juve Stabia è stata giocata il 21 luglio contro il Real Padule ed è terminata 16-1 per gli uomini di Fontana.

Siamo pronti a raccontarvi live le emozioni dell’amichevole tra Juve Stabia e Ponte D’Assi.

Ecco le formazioni:

JUVE STABIA 4-3-3: RUSSO, CANCELLOTTI, LIOTTI, CAPODAGLIO, ATANASOV, BERTOLO, ZIBERT, IZZILLO, DEL SANTE, MAROTTA, CICERELLO. A Disp: BACCI, PALUMBO, SANTACROCE, LIVIERO, ESPOSITO, SERVILLO, ROSAFIO, RIPA, LISI, MATASSA.

PONTE D’ASSI 4-4-2: MEARINI, BELARDI, BRUNELLI, TOMASSOLI, MANCI, COLDAGELLI, ATTADIA, SCALAMONTI, BARBACCI, MONARCHI E. MONARCHI A. A Disp: MENICONI, FABBRETTI, URBANI, MAURIZI, PASCOLINI, PIEROTTI, URBANELLI, HOXA, ORSINI

1′: Inizia l’amichevole

3′:  Zibert prova la conclusione da fuori, palla di poco lontana dal palo

4′: Rigore per le vespe: Mearini para il rigore di Marotta ma non può nulla su Del Sante, 1-0 per le vespe

8′: Raddoppio Juve Stabia, Zibert lancia in profondità Del Sante che firma la doppietta

19′: Tris delle vespe: corner di Marotta e colpo di testa vincente di Atanasov

34′: Quarto gol della Juve Stabia: grandissimo lancio di Zibert per Izzillo, che scarta il portiere e segna

37′: Cinquina gialloblu: Izzillo, con una magia, serve Cicirello che segna il 5 a 0

45′: 6 a 0 delle vespe: cross al bacio di Cancellotti per il migliore in campo Zibert che, al volo, segna il gol del 6 a 0. Sul gol dello sloveno finisce il primo tempo.

46′ inizia il secondo tempo, ecco la formazione: BACCI, PALUMBO, SANTACROCE, LIOTTI, LIVIERO, ZIBERT, ESPOSITO, SERVILLO, LISI, RIPA, ROSAFIO.

52′: 7 a 0. Cross di Rosafio e colpo di testa vincente di Ripa

57′: Gol di Rosafio direttamente da calcio d’angolo. 8 a 0

58′: Doppietta di Rosafio. Il portiere avversario respinga il tiro di Ripa ma nulla può sul tap in di Rosafio. 9 a 0

69′: Rigore Juve Stabia, Ripa fa gol. 10 a 0

80′: Ripa fa sedere il portiere e segna il gol dell’11 a 0

83′: palo di Lisi e palla che arriva a Rosafio, tiro a porta spalancata e miracolo del portiere avversario

90′: Finisce qui. La Juve Stabia batte 11 a 0 il Ponte D’Assi

Gramellini e l’invito ai mussulmani a mobilitarsi

Nel Buongiorno di oggi, Gramellini si è sentito obbligato a tornare sul quanto ha scritto nel suo ultimo articolo d’opinione che era una lettera aperta ai mussulmani titolata: Caro musulmano i tuoi fratelli adesso siamo noi, scritta subito a ridosso dei fatti di Nizza, e che è stata presa come un mero invito alla delazione suscitando un “vespaio” di commenti e pareri pro e contro la succitata “delazione”. Di tutto – commenti pro e contro – Gramellini ci rende nota premettendo il suo pensiero sull’inattesa “querelle” venutasi a creare.

Personalmente, leggendo i commenti “CONTRO”, mi sento molto ma molto avvilito nel dover prendere atto, ancora una volta, di quanto lassismo travestito da “perbenismo benpensante di persone democratiche e civili” permane in troppe persone. Ho letto domande stucchevoli tipo:

  1. Ma allora, io siciliano, dovrei dissociarmi dalla mafia per affermare che sono onesto? ed ancora
  2. Ma allora, chi non si dissocia, mussulmano, cattolico o altro, da chi male agisce è connivente?
  3. Ma allora, il cattolico che non si dissocia dai preti pedofili è connivente?
  4. Ma llora, io calabrese che non sono mai sceso in pazza contro la ‘ndrangheta sono connivente?

e via di questo passo con tante altre “amenità” del genere.

EBBENE, sempre personalmente, rispondo con una grande SI: SI, SI, SI …… SI ed ancora SI, non di connivenza diretta (alcuni anche) ma di lassismo per comodità questo SI.

Avranno ben visto, sentito, letto, questi “cuori nobili e puri” (del non disturbatemi, devo riposarmi, ho altro da fare, tengo famiglia) di manifestazioni ed esternazioni di pensiero esecranti alcune azioni ed alcune affiliazioni. Cosa sono questi per loro? Matti o gente anti-liberali e antidemocratiche, magari impiccioni che non hanno null’altro da fare e che non si fanno gli affari loro? Cosa? mi piacerebbe proprio saperlo come anche mi piacerebbe sapere cosa c’è di veramente nobile nel girare la testa e far finta di niente. Condannare l’estremismo mussulmano, la mafia, la delinquenza, il mal-comportamento ed invitare i tanti altri corretti (mussulmani, cattolici, induisti, buddisti, taoisti, scintoisti, rasta, testimoni di Geova, laici o quel che vi pare) a farlo NON è cosa esecrabile ed il farlo, il condannare, non è cosa indegna.

Questo modo di prendersela con comodità e lassismo mi ha riportato alla memoria quanto diceva il grande Petrolini :”Io non ce l’ho con te, ce l’ho con quello che sta vicino a te e non ti butta di sotto”. Ecco. Io non ce l’ho con i “corretti” ma con i “corrotti” e con quanti, conoscendoli, nulla fanno per “arrestarli” (in tutti i sensi possibili del termine).

Ciò detto, leggiamo quanto Gramellini scrive e la testimonianza dei pensieri che ci riporta in:

Cari lettori, vi spiego perché credo che i musulmani debbano mobilitarsi. MASSIMO GRAMELLINI

La querelle nata dopo la strage di Nizza e l’invito a denunciare i fondamentalisti

Sinceramente, e lo scrivo col sorriso sulle labbra, mai avrei immaginato che un famigerato seguace del politicamente corretto come il sottoscritto si potesse trasformare con tanta rapidità in un emulo della Fallaci. Il mio articolo, vergato sull’onda emotiva dei fatti di Nizza, non era una chiamata di correo, ma una mano tesa e una richiesta di collaborazione.

Mi spiace che le voci critiche, alcune intrise di un vittimismo francamente stucchevole, abbiano ignorato il riferimento storico alla vicenda delle Br. Neanche gli operai comunisti erano fiancheggiatori dei brigatisti. Anzi, è proprio perché non lo erano che riuscirono a isolarli. Ma cominciarono a farlo il giorno in cui smisero di usare formule generiche come l’attuale «Not in my name» per riconoscere che la malapianta non veniva da Marte, ma dal loro stesso giardino.

Non dubito che la giornalista italiana di religione islamica che si rifiuta di considerarmi suo fratello sia in prima fila nel battersi per estirpare la pianta che uccide «infedeli» e musulmani in numero addirittura superiore. Ma non può affermare in coscienza che il giardino le sia estraneo (i seminatori di morte agiscono in nome di Allah) né che gli islamici d’Occidente impegnati con lei nella difesa dei nostri valori – in primis la laicità delle istituzioni e del diritto – siano già la maggioranza. Per un imam francese che attacca le stragi ce ne sono dieci che tacciono o le giustificano (come denunciato la settimana scorsa da quello di Nîmes). E ancora l’altro ieri ci è toccato leggere su Facebook le parole del presunto leader di una comunità islamica italiana e di suo figlio che grondavano ammirazione per il sultano bigotto Erdogan.

Forse non sono abbastanza autorevole per sostenere certe tesi. Segnalo dunque alla sorella giornalista e ai suoi estimatori questo passaggio della recente intervista a uno dei massimi esperti mondiali di mondo arabo e Islam politico, il professor Gilles Keppel. «Solo la società civile, le famiglie e gli amici dei potenziali terroristi possono fermare i jihadisti. Come nei primi Anni Ottanta i brigatisti rossi vennero fermati anche dalla sinistra italiana, che iniziò a chiamarli terroristi e non più compagni che sbagliano, così oggi occorre che le società musulmane da noi denuncino e fermino i potenziali terroristi tra loro». Sarà diventato populista anche Keppel?

I FAVOREVOLI  

– Hai pienamente ragione. Da musulmana e da italiana ti prometto che farò il possibile per proteggere questa mia bellissima l’Italia. (La Omi)

– Condivido. Pensiero bellissimo e concreto. Ma non vedo per il momento nessun corteo di musulmani moderati scendere in piazza e manifestare contro tutta questa barbarie. (Mara Franceschelli)

– É esattamente quello che penso da sempre. Lo penso come ex ragazzina cresciuta in una famiglia di iscritti al P.C.I., e come insegnante di tanti bimbi musulmani con le cui famiglie mi sono confrontata nel corso di questi anni. (Anna Marinucci)

– Caro Massimo, condivido ciò che dici, ma rimane solo un bel pensiero, forse un sogno. Non vedo da nessuna parte, in nessuna comunità, la volontà forte di comunione per fermare la violenza, di qualsiasi colore essa sia. (Nadia Paci)

– Ho sempre pensato che solo la collaborazione con gli islamici può sconfiggere l’estremismo isolandolo dall’interno, perché essere islamici non significa essere terroristi, così come essere siciliani (ed io lo sono) non significa essere mafiosi. (Anna Garufo)

– Condivido il tuo pensiero, e mi è piaciuto molto l’esempio di Guido Rossa. Anche per me la sua uccisione è stata la chiave di volta per l’isolamento dei brigatisti e del loro fallimento. Aiutiamo i musulmani moderati a trovare il coraggio di fare la stessa cosa. (Giuseppe Migliarino)

– Da musulmana, italiana di adozione, fa male vedere questi scenari. Però non voglio più sentire la parola «tolleranza». O ti comporti bene o fuori di qua. Punto. Hanno sognato l’Europa, la libertà, la bellezza. Basta! (Fatiha Ouahli)

– Ho letto l’articolo sulla Stampa e condivido. L’importante è essere coscienti che si deve condannare. È un dovere! L’indifferenza coincide con la connivenza. (Morena Trerè)

– I musulmani devono denunciare, così come facevano gli operai di sinistra quando sospettavano o sapevano che un loro collega era brigatista. (Riccardo Milanesio)

– I musulmani dovrebbero iniziare ad uscire fuori, rendersi parte civile e parlare. Non basta più rammaricarsi e dichiararsi diversi da questi folli, dovete agire, perché solo voi, nella vostra comunità potete captare segnali d’allarme. Personalmente ho letto nell’articolo una richiesta di aiuto, ed è quello che tutti vi stanno chiedendo. (Alan Dindo)

I CONTRARI  

LAPRESSE

-Ho un amico musulmano, ma non penso che lui ne sappia più di me e di lei sull’identità di chi ci sta attaccando. Non si riesce a capire che questa continua richiesta di presa di distanza non fa altro che esasperare persone oneste, vittime come e più di noi di questa situazione. (Miriam Zirna)

-Sta quindi affermando che milioni di musulmani si macchiano di omertà con i loro oppressori? Quanti morti sta producendo il fondamentalismo in Medio Oriente, tra i musulmani? Noi rivolgiamo lo sguardo da quella parte solo se sono coinvolti altri occidentali, altrimenti troviamo più interessante un gossip estivo. (Scleraclara Silvestri)

– Che responsabilità ha una persona musulmana di quello che fa un terrorista? Tutti i cattolici sono forse responsabili per i preti pedofili? (Cristina Moretto)

– Fermare i terroristi non è compito dei musulmani perché noi siamo le prime vittime dei terroristi e della gente che punta il dito, fa battute e fissa lo sguardo. Del fatto che dobbiamo essere grati all’Italia (Europa) perché ci accoglie mi dispiace ma è il contrario perché penso di aver dato all’Italia più di quanto ho ottenuto. (Ayoub Moussaid)

– Quindi alla stessa maniera io siciliano mi dovrei dissociare dalla mafia? (Ruggero Albanese)

– Quando i musulmani scendono in piazza per protestare contro l’Isis e quando fanno circolare gli hashtag #notinmyname lei ha l’internet che non funziona? (Giuliana Maria Dea)

– Sono tempi difficili per i musulmani d’Italia. Non deve essere semplice trovarsi tra l’incudine e il martello, tra una certa Italia che ti considera un terrorista o un loro fiancheggiatore solo perchè hai un’altra religione e alcuni tuoi connazionali che ti considerano un traditore perchè «vivi all’occidentale» (Alessandro Brambilla)

– Distinguendo i «noi» e i «loro» continuiamo a non creare i ponti e ad aspettarceli da altri. Così si continuerà ad andare da nessuna parte. (Virginia Castiglione)

– Lei non considera la complicità dell’Occidente e gli errori commessi, complicità che esula dal discorso religioso e che oggi paga salato il conto. (Claudia Chillemi)

– Un musulmano che non condanna l’Islam estremista non è un complice, è un musulmano come un altro. Bisogna fare una dichiarazione per venire considerati persone per bene? Io sono di origini calabresi ma non sono mai sceso in piazza a manifestare contro la ’ndrangheta: sono omertoso allora? (Matteo Aroi)

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vivicentro.it/opinione
vivicentro – Gramellini e l’invito ai mussulmani a mobilitarsi STANISLAO BARRETTA
lastampa – Cari lettori, vi spiego perché credo che i musulmani debbano mobilitarsi. MASSIMO GRAMELLINI

DIMARO LIVE – Il tifo si è schierato: cori pro Sarri e anti Juve e Higuain

Ecco cosa sta accadendo

Una tribuna gremita oggi al comunale di Carciato. I tifosi sono accorsi in massa e si sono schierati: tanti cori anti Juve e Higuain, cori contro De Laurentiis con il tormentone ‘Aurelio fuori i milioni’, ma anche cori per Marek Hamsik e brividi all’ingresso in campo di Sarri che hanno fatto molto piacere al tecnico. Vola anche un “Higuain bastardo sei tu!” Ma non solo, arriva anche un ‘Spezzagli le gambe, oh Tonelli spezzagli le gambe”

dal nostro inviato a Dimaro, Ciro Novellino

Juve Stabia, in ritiro a Gubbio altre tre Vespette!

Ecco di chi si tratta

Il ritiro a Gubbio continua a svolgersi per la Juve Stabia, agli ordini di Gaetano Fontana. Si lavora sul mercato, ma, intanto, si cerca di allungare la rosa con qualche altro tassello e rinforzo dalla Berretti che lo scorso anno fu allenata da Nicola Liguori e che bene ha fatto. Il settore giovanile del direttore Alberico Turi sforna sempre giovani calciatori che riescono anche ad affermarsi. Secondo quanto raccolto dalla redazione di Vivicentro.it i tre giovani sono Giampaolo Montella, portiere classe ’98, Davide Servillo, centrocampista classe ’98 e Francesco Matassa, attaccante classe ’98.

a cura di Ciro Novellino

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Valdifiori vuole il Torino, ma De Laurentiis si è legato al dito il passato

I dettagli da Tuttosport

La trattativa tra Napoli e Torino per Valdifiori prosegue. Il calciatore ha già fatto sapere di gradire la destinazione, ma De Laurentiis al momento valuta il giocatore non meno di 5 milioni. De Laurentiis si sarebbe legato al dito il tira e molla di Cairo quando il Napoli voleva Maksimovic e per questo motivo vorrebbero fare la stessa cosa per Valdifiori che però spinge per accasarsi al Toro.

Quattro contropartite: Marotta insiste per un accordo con De Laurentiis

I dettagli

Tuttosport non esclude contropartite nell’affare Higuain: “Marotta, come prima mossa, ha infatti avvisato il consigliere delegato del Napoli, Andrea Chiavelli, dell’avvenuta intesa tra la Juventus e Higuain. Lasciando aperta ogni possibilità ad una trattativa vera e propria da qui al 31 luglio, quando cioè scadrà la clausola che può liberare Higuain. Nell’affare, come contropartite tecniche, potrebbero rientrare il trequartista Roberto Pereyra (che il Napoli voleva prima che si accendesse l’affare Higuain), il portiere Neto, eventualmente il centrocampista Mario Lemina e l’attaccante Simone Zaza. Elementi ritenuti sacrificabili o non più funzionali al progetto. Se De Laurentiis decidesse di aprire alla trattative, allora si procederà alla valutazione caso per caso delle contropartite proposte. Altrimenti, Marotta farà partire la comunicazione ufficiale e chiuderà l’operazione”.

I due profili preferiti da Sarri sono Icardi e Morata

I dettagli

La Gazzetta dello Sport parla dell’erede che dovrà prendere il posto di Higuain: “I due profili preferiti da Sarri sono anche i più difficili e portano dritti a Icardi e Morata. Ma se per lo spagnolo ex Juve sembra una missione impossibile per costo di cartellino e ingaggio, per il capitano dell’Inter il Napoli ha già mosso i primi passi, sotto forma di un assegno da 30 milioni più il cartellino di Gabbiadini (da sempre gradito a Mancini). Offerta rispedita al mittente perché l’Inter — a cui gli azzurri hanno chiesto informazioni pure per Brozovic, seguito dall’Arsenal — ritiene il capitano incedibile, o quantomeno intrattabile per meno di 50/60 milioni. Ma siamo solo ai primi sondaggi. Effettuati anche con l’altro club di Milano”.

De Laurentiis-Higuain, la rottura nel post Napoli-Lazio

I dettagli

La Gazzetta dello Sport racconta un retroscena su Gonzalo Higuain: “A Napoli si è consacrato nell’Olimpo dei più grandi centravanti del mondo. Tre stagioni e due trofei vinti di cui uno, la Supercoppa, da protagonista assoluto. Doppietta alla Juve con gol del pari ad un minuto dalla fine dei supplementari, roba che i napoletani non possono dimenticare. Gioie e dolori: il rigore calciato alto contro la Lazio all’ultima giornata del campionato 2014-2015 sembrava una cicatrice difficile da rimarginare ma la scorsa stagione ha suturato pure quella ferita. Tuttavia, il suo rapporto con De Laurentiis è cambiato proprio dopo quel penalty sbagliato. Nello spogliatoio il Pipita era molto rammaricato. Si aspettava una parola di conforto dal presidente ed invece, raccontano i ben informati, ci fu solo freddezza. Poco dopo la macchina sui cui Gonzalo viaggiava in compagnia di mamma Nancy venne colpita da alcuni pseudo tifosi ancora infuriati”.

Higuain manderà domani a De Laurentiis una mail alla Pjanic

I dettagli

La Repubblica scrive sul passaggio di Higuain alla Juventus: “Il blitz della Juve s’è concretizzato all’inizio del week-end, lasciando al club il tempo di riordinare le idee. Solo domattina, alla riapertura degli uffici, De Laurentiis riceverà la lettera di Higuain (uguale a quella inviata da Pjanic alla Roma): con la richiesta dell’argentino di essere lasciato libero seduta stante, previo il pagamento della clausola rescissoria. Destinazione Torino. Il Napoli ha capito che era tutto finito ieri mattina, quando di buon’ora ha squillato il telefono di De Laurentiis. Dall’altra parte Beppe Marotta, che ha preferito avvisare di persona il numero uno azzurro: evitando di farlo trovare davanti al fatto compiuto. «Pagheremo la clausola, la Juve vuole Higuain». Ma il presidente è rimasto lo stesso un po’ spiazzato: appena il giorno prima era riuscito a mettersi in contatto con il Pipita, che gli aveva confermato il suo arrivo nel ritiro di Dimaro. I due si erano addirittura dati appuntamento per oggi, in un albergo tra i boschi della Val di Sole, a Monclassico”

L’analisi di Scalfari sulla “Democrazia”: cos’è, dov’è?

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Come ogni domenica anche oggi, come editoriale, vi proponiamo quanto scritto da Scalfari che oggi si esercita in una analisi a tutto tondo del termine “democrazia”: cosa vuol dire, cosa è, dove è praticata, dove no?, e ci traccia quindi un esaudiente cammino e percorso di analisi, conoscenza e riflessioni.

L’editoriale di Scalfari di oggi è titolato:

Il Califfo e il fulmine di Zeus sul popolo sovrano

Leggiamolo!

SOLTANTO l’Is, il Daesh, il Califfato o comunque vogliate chiamarlo non difendono la democrazia ma un Dio proprio, un proprio Allah che fa giustizia di tutti gli altri Dei, ovunque siano e comunque si chiamino. In realtà il vero Dio per il Califfato è il Califfato medesimo, depositario di tutto il bene e nemico senza quartiere di tutto il male. Il terrorismo è l’arma del Califfato per sterminare il male. Ricordate gli dei olimpici? Zeus aveva il fulmine, Nettuno le tempeste del mare, Vulcano il fuoco e Ade i tartassati degli Inferi. Il Califfato prosegue questa tradizione e il terrorismo ricorda il fulmine di Zeus e gli Inferi di Ade.

In tutti gli altri Paesi, specie quelli del Medio Oriente e della civiltà occidentale, la democrazia è la parola ricorrente sia pure in diversi significati che variano col variare della storia e delle diverse religioni. Noi in America, in Europa e in Italia ci siamo spesso dichiarati tali salvo nei frequenti casi di potere assoluto. In quella situazione però il potere assoluto e accentrato nella mani di una sola persona e del ristrettissimo gruppo dei suoi consiglieri, si diceva venisse usato per il bene del popolo. Ma quale popolo? Quello governato e sottomesso alla sovranità del Capo, che fosse Re o Papa o duca o marchese o cardinale o vescovo. La democrazia era assente nella pratica, ma presente nel ricordo è la speranza di un futuro migliore costantemente perseguito e auspicato. Ma anche la democrazia presupponeva un potere affidato al popolo.

A quel popolo che governava quel territorio, lo difendeva e spesso pensava di estenderne i confini aggredendo altri popoli. In che modo? Non certo con pacifica predicazione ma con la guerra, difensiva o offensiva. La storia di tutto il mondo è caratterizzata da questi valori, anche se chiamarli tali è alquanto abusivo. Valori? Ideali? Oppure, più realisticamente, finalità. Obiettivi, speranze futuribili?

Ho scritto di queste cose in alcuni miei libri ma in particolare in quello intitolato “L’uomo che non credeva in Dio” e un altro dal titolo “L’amore, la sfida, il destino”, ma non è stata materia dei miei servizi giornalistici. Credo che ora sia il momento di farlo per rendere più comprensibile ciò che accade tutti i giorni e in tutti i Paesi del mondo, “croce e delizia al cor”, ma molto più croce che delizia e non soltanto al cor ma anche al corpo e dunque alla vita.

***

La democrazia è il potere affidato al popolo. Ma qual è il popolo sovrano? Come si configura socialmente? Un tempo, poco più di cent’anni fa, in quasi tutti i paesi era limitato ai maschi ed anche al censo. I maschi poveri erano esenti dalle imposte e quindi dal voto. Sudditi, non sovrani. Ma la rivoluzione inglese guidata da Cromwell e quella francese del 1789 modificarono la visione del popolo sovrano. In Inghilterra e in Francia più rapidamente che altrove. L’Italia fu l’ultima ad allinearsi alla modernità nel voto tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Quando, almeno in teoria, i popoli erano ovunque sovrani. Questa sovranità si manifesta con tre valori (questa volta bisogna chiamarli tali): la libertà, l’eguaglianza, la fratellanza. La loro bandiera fu il tricolore francese, acquisito in Italia circa un secolo dopo e cioè nel 1861 quando Cavour proclamò il Regno d’Italia.

Dunque popolo sovrano, tutti coloro che la legge autorizzava a votare e questo avviene sia pure con diverse modalità in tutti i Paesi della civiltà occidentale e in quelli che il colonialismo rese o tentò di rendere simili ai nostri. Accade però che molti cittadini elettori non abbiano voglia di esercitare quel loro diritto e se ne astengono. Fisiologicamente il 20 per cento degli elettori non esercita il suo diritto, ma in molti Paesi la quota degli astenuti è cresciuta, ormai si aggira intorno al 30 e in certo casi al 40 per cento con punte estreme che arrivano addirittura al 50 per cento. In questi casi la sovranità è in mano ad un popolo ampiamente falcidiato, composto a sua volta da due categorie assai diverse tra loro: una consapevole dei suoi diritti e degli interessi generali che lo Stato democratico deve rappresentare; l’altra di persone che perseguono l’interesse proprio e dei loro capi locali e qui emergono anche fenomeni di corruzione che inquinano i risultati elettorali.

Infine c’è un fenomeno che spesso accade e cioè il fascino di un Capo, il suo carisma che si impone a masse di elettori. Di questo fenomeno ho parlato qualche settimana fa citando un brano estremamente significativo di Paul Valéry sulla dittatura. Lo ricordo perché è un fenomeno ormai abbastanza diffuso, che mina dall’interno la democrazia, il popolo sovrano e i valori generali dei quali uno Stato democratico dovrebbe essere depositario. Personalmente non credo molto al popolo sovrano. Credo piuttosto ad una classe dirigente che guida l’economia, le banche, la cultura, la scienza e naturalmente la politica.

Questa classe dirigente ha come base di sostegno il popolo sovrano; base di sostegno, non più di questo, ma una base di sostegno è comunque fondamentale; se la base cede, l’intera classe dirigente precipita nella crisi e nella sconfitta. Quanto alla politica, da che mondo è mondo essa si compone di un’oligarchia con al vertice un Capo il quale è l’espressione dell’oligarchia. Aristotele, che metteva la politica in cima a tutto, l’affidava ad un’oligarchia e così è sempre stato. Se manca l’oligarchia c’è un sovrano assoluto, con la soppressione della libertà.

Infine la libertà ha bisogno dell’eguaglianza la quale a sua volta ha bisogno della libertà e tutte e due si uniscono in nome della fratellanza che personalmente vedo così come papa Francesco vede lo Spirito Santo nel suo rapporto con Dio padre e il figlio Cristo. Perdonerete questa citazione un po’ ardita, ma è per dire che la fratellanza trasforma in umanesimo la libertà e l’eguaglianza. Bisogna amare il popolo e operare per il suo bene, scegliere la pace e non la guerra, l’amore e non il potere.

Stiamo attraversando un periodo amarissimo; il Califfato l’avevamo ormai imparato a conoscere, ma il sultanato turco è l’ultimo dei disastri che l’area balcanica e mediterranea sta attraversando. Ci vorrà molta forza d’animo e molta speranza di futuro per attraversare l’Inferno che c’è caduto addosso. Ed ora un poscritto dedicato a Matteo Renzi. Ho saputo da una fonte molto attendibile che non posso citare per ragioni di deontologia professionale, che Renzi ha deciso di metter mano alla riforma elettorale in modo drastico e prima del referendum costituzionale. Quindi entro qualche settimana. Sarebbe un passo decisivo e positivo per la democrazia italiana. Mi auguro che la mia fonte colga il vero e lo auguro al nostro Paese.

vivicentro.it/editoriale

vivicentro – L’analisi di Scalfari sulla “Democrazia”: cos’è, dov’è?

repubblica – Il Califfo e il fulmine di Zeus sul popolo sovrano di EUGENIO SCALFARI

Anche Sarri ha meditato a lungo l’addio…

I dettagli

Il Corriere del Mezzogiorno racconta un sorpredente retroscena anche su Maurizio Sarri: “Higuain se ne va, sfruttando il diritto di rescissione sentenziato dalla clausola, dopo tre anni in cui più volte ha fatto pesare l’inadeguatezza del progetto del Napoli, dall’alto di settantuno reti in centoquattro partite. Come lui, prima di lui, Cavani, Lavezzi, Benitez, avevano lasciato Castelvolturno consapevoli che gli investimenti della società non sarebbero stati sufficienti a vincere il titolo in Italia né tantomeno una competizione europea. Persino Sarri, consacratosi come grande allenatore alla guida del Napoli e subito legatosi alla città e alla squadra, ha meditato a lungo di andar via, dopo la grande delusione di gennaio, quando aveva chiesto al presidente De Laurentiis tre acquisti esponendosi personalmente riguardo le possibilità di vincere così lo scudetto, e ricevendo in compenso due giocatori non richiesti e probabilmente inadatti alla sua idea di fare calcio, tanto da non venire impiegati nemmeno un minuto in cinque lunghi mesi”.

RILEGGI LIVE – Dimaro, seduta mattutina: tifosi infuriati per la cessione di Higuain

Segui il nostro LIVE da Dimaro

11:48 – Fine seduta

11:42 – Ci prova Allan di destro da lontanissimo: palla alta

11:36 – Botta alla caviglia destra per David Lopez che zoppica vistosamente

11:31 – Hamsik e Callejon lasciano il campo in anticipo

11:28 – Senza la casacchina, in blu: Hysaj, Albiol, Luperto, Strinic, David López, Jorginho, El Kaddouri, Insigne, Dumitru e Tutino

11:27 – Lavoro con il pallone per gli azzurri, con la casacchina Ghoulam, Dezi, Chiriches, Lasicki, Valdifiori, Maggio, Celiento, Grassi, Negro, Sepe e Allan

11:06 – Allunghi fino a metà campo per il gruppo tutto in linea

10:58 – Giro di campo per gli azzurri con corsa lenta

10:47 – Higuain chi? Già dimenticato, cori per Sarri e Hamsik

10:33 – Tonelli in palestra

10:19 – Anche Tutino scende in campo e si dirige in palestra

10:16 – Rafael e David Lopez in palestra

09:30 – La seduta comincerà alle 10:45

09:01 – Si accendono gli animi in tribuna con il nervosismo dei tifosi per la cessione di Higuain

Buongiorno e benvenuti alla diretta testuale della seduta di allenamento di questa mattina. Vivicentro.it vi aggiornerà in tempo reale.

dal nostro inviato a Dimaro, Ciro Novellino

Sarri si sente tradito da Higuain: c’era una promessa fatta

I dettagli

Come riporta la Gazzetta dello Sport, anche Sarri era convinto di riabbracciare Higuain visto il loro rapporto. Negli ultimi giorni Sarri e il Pipita erano tornati a sentirsi e l’argentino aveva confermato l’arrivo a Dimaro. Il mister studiava le parole giuste per poter convincere Higuain a restare ancora a Napoli, ma ora si sente tradito.

Higuain ha già scelto la 9 della Juve: accordo raggiunto venerdì a Madrid

I dettagli

La Gazzetta dello Sport scrive su Gonzalo Higuain alla Juve. L’ufficialità potrebbe arrivare lunedì: “L’accelerata è arrivata ieri, dopo giorni di ciaccole (copyright De Laurentiis), sceneggiate da cinepanettone, smentite ufficiali e conferme a mezza bocca. Higuain venerdì ha fatto le visite mediche e attende solo l’ufficialità per scegliere la nuova maglia (il numero 9 è libero dopo la partenza di Morata), resta da capire come la Signora pagherà il Napoli. I bianconeri sono pronti a versare la clausola rescissoria, ma sono anche disponibili a sedersi a un tavolo per aprire una trattativa. Quello che è certo è che Higuain ha già un accordo con la Signora e cambierà squadra la prossima stagione. Venerdì sera Marotta e Paratici hanno disertato la serata dei calendari per raggiungere a Madrid Gonzalo e il fratello Nicolas, procuratore del Pipita, e hanno chiuso l’affare. Gonzalo ha fatto anche le visite mediche all’ospedale La Moraleja. Tutto questo senza violare le regole, perché il fatto che Higuain abbia una clausola rescissoria permette alla Juve di non chiedere l’autorizzazione. Ieri mattina Marotta ha chiamato Andrea Chiavelli, amministratore delegato del Napoli e braccio destro del presidente, e gli ha comunicato la decisione del Pipita di lasciare gli azzurri per trasferirsi a Torino. Dopodiché ha offerto al club in via amichevole la possibilità di avviare una trattativa di mercato. In serata c’è stato anche un contatto telefonico tra l’a.d. bianconero e De Laurentiis. Se il Napoli dirà di no, allora la Juve pagherà la clausola. Dal club azzurro non filtrano segnali di apertura: De Laurentiis ha sempre detto che si sarebbe arreso all’addio di Higuain solo di fronte al pagamento della clausola da 90 milioni (e non 94,7 perché in questo caso non è il giocatore a svincolarsi ma è una squadra a pagare) e difficilmente farà retromarcia, anche per non dare un segnale di debolezza ai tifosi, che non l’hanno presa bene”.

FOTOGALLERY – Amichevole a Trento, è la notte di Gabbiadini

A TRENTO E’ LA NOTTE DI GABBIADINI,
DOPPIETTA DECISIVA NEL 4-0 AZZURRO

TRENTO, 23 LUGLIO 2016 – Si Chiude 4-0 la prima partita del Napoli post era Higuain, con una doppietta di Gabbiadini che a Trento si conferma match winner azzurro se pur contro la squadra del presidente Mauro Giacca che milita nell’Eccellenza del Trentino, pur con mire di LND. Netta la differenza in campo ma l’organizzazione generale dell’incontro merita applausi.

NAPOLI: Sepe (dal 46’ Rafael); Maggio (dal 46’ Hysaj), Chiriches (dal 46’ Albiol), Koulibaly (dal 63’ Luperto), Ghoulam (dal 46’ Strinic); Lopez (dal 46’ Allan), Valdifiori (dal 46’ Jorginho), Hamsik (dal 46’ Grassi); Callejon (dal 60’ Roberto Insigne), Gabbiadini (dal 63’ Dumitru), El Kaddouri (dal 63’ Dezi). A disp.: Rafael, Contini, Hysaj, Allan, Jorginho, Dezi, Insigne R., Luperto, Albiol, Lasicki, Dumitru, Grassi, Strinic. All. Sarri

TRENTO: Scali (dal 46’ Demetz), Tomasi (dal 46’ Di Fusco – dall’87’ Segnana), Rizzon (dal 73’ Panizza), Cascone (dall’84’ Turri), Casagrande, Caliari (37’ Appiah), Conci (dal 46’ Gattamelata), Boldini, Gherardi, Ferrarese (dal 46’ Bentivoglio – dall’86’ Cavagna), Menegot (27’ Brusco – 61’ Ferraglia). A disp.: Demetz, Panizza, Di Fusco, Gattamelata, Lucena, Bentivoglio, Brusco. All. Manfioletti

Arbitro della gara: Davide Copat di Pordenone

Assistenti: Mattia Segat di Pordenone e Fabio Fabris di Pordenone

Marcatori: 6’, 34’ Gabbiadini, 57’ Albiol, 89’ Dumitru

Note: 2500 spettatori presenti

E’ stata una giornata lunga per i tifosi del Napoli, scossi dalle indiscrezioni di mercato riguardanti il futuro di Gonzalo Higuain. C’è il calcio giocato, però, a far tornare alto l’umore dei supporters azzurri, giunti in 2500 al “Briamasco” di Trento nella sfida contro la formazione locale impegnata nel campionato d’Eccellenza. Nel secondo test del ritiro di Dimaro, il Napoli batte 4-0 il Trento grazie alla doppietta di Gabbiadini e alle reti di Albiol e Dumitru.

Rispetto alla formazione contro l’Anaune, Sarri ne cambia quattro: Sepe, Valdifiori, David Lopez e Hamsik prendono il posto di Rafael, Jorginho, Allan e Grassi. Il Napoli nel primo tempo sfodera un bel calcio mettendo in mostra un buon livello in termini di ritmo, intensità e consapevolezza dei meccanismi tattici impartiti da Sarri, acclamato anche stasera dal pubblico partenopeo.

Sono due perle di Gabbiadini a far esultare i tifosi del Napoli. Manolo, nella notte delle notizie su Higuain, ricorda a tutti le potenzialità del suo sinistro dalla distanza con cui batte Scali al 6’ e al 34’. Il bottino a fine primo tempo potrebbe essere ancora più ampio, sono tante le occasioni clamorose fallite sotto porta da Callejon, El Kaddouri e compagni.

Nella ripresa Sarri realizza sei cambi: entrano Rafael per Sepe, Hysaj per Maggio, Albiol per Chiriches, Strinic per Ghoulam, Jorginho per Valdifiori, Allan per David Lopez, Grassi per Hamsik. Al 57’ è già 3-0, la costruzione della rete è tutta spagnola. Callejon batte il calcio d’angolo, Albiol stacca di testa e batte Demetz per il tris azzurro. Raul dedica la rete alla moglie e al figlio in tribuna, che stanno condividendo l’esperienza del ritiro così come è avvenuto anche per altri suoi compagni di squadra.

Nel secondo tempo i ritmi s’abbassano, complice anche la girandola dei cambi realizzata da Sarri, alla ricerca di risposte da tutta la rosa a sua disposizione. All’89’ c’è tempo anche per il 4-0: lancio di Jorginho, sponda di Roberto Insigne e rete di Dumitru, bravo ad attaccare lo spazio creatosi in area di rigore.

Presenze illustri in tribuna al “Briamasco” di Trento, è stato avvistato il direttore sportivo dell’Atalanta Giovanni Sartori, che ha potuto così osservare gli azzurri dal vivo puntando il proprio mirino sui possibili obiettivi di mercato del club nerazzurro.

FONTE: Ufficio Stampa Nicer Trento

GUARDA LA FOTOGALLERY: (FONTE Ufficio Stampa Nicer Trento, FOTO DI Italo Cuomo)

 

 

”Romeo e Giulietta” chiude in bellezza la stagione del Teatro Romano

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”Romeo e Giulietta”, sabato 23 Luglio, ha chiuso la stagione teatrale di prosa che da anni viene ospitata dal Teatro Romano di Verona . Quest’anno ricorrono i 400 anni della morte del grande tragediografo Inglese e le dodici serate in cartellone dell’Estate teatrale Veronese gli sono state tutte dedicate .

Il regista Andrea Baracco ha osato in modo impavido rappresentare in chiave moderna la tragedia d’amore più emozionante e la più conosciuta scritta dal drammaturgo Inglese William Shaekespeare , ”Romeo e Giulietta”.

Interpretata da un famoso Alessandro Preziosi che ha impersonificato Mercuzio, da una talentuosa Lucia Lavia nei panni di Giulietta e da Antonio Folletto che ha dato prova di eccezionale performance fisica nel ruolo di Romeo. Un trio che ha saputo trasmettere allo spettatore ciò che il regista ha voluto : un dramma borghese,un dramma generazionale.

La scenografia di Marta Crisolini Malatesta è statica , due cubi di plexiglass con le pareti trasparenti a rappresentare le dimore delle due famiglie rivali, i Montecchi da una parte e i Capuleti dall’altra . Immediatamente lo spettatore percepisce l’idea di una rappresentazione in chiave moderna . Così anche i costumi dei protagonisti,curati da Irene Monti, non altro che abiti attuali , non richiamano sicuramente alla nostra mente quei tempi passati del 1300 .

Le musiche di Giacomo Vezzani accompagnano l’intera rappresentazione, l’apertura è affidata alla ben nota canzone di Fabrizio de André con ”Amore che viene amore che vai”, altri pezzi musicali sono sicuramente mutuati da brani rock.

Il linguaggio degli attori a volte triviale, volgare , molto pesante, altra caratteristica di una rappresentazione translata in tempi moderni da quella tradizionale, infastidisce.

Assistiamo ad un alternarsi tra dinamismo e staticità da parte dei protagonisti , a notevoli colpi di scena . I monologhi e i dialoghi di Mercuzio sciorinati da un bravo Preziosi catturano sicuramente l’attenzione del pubblico. Un Mercuzio ambiguo sia nei gesti che nel tono della voce.

La scena finale si chiude con gli innamorati che dopo aver bevuto la porzione velenosa si concedono un’ultima sigaretta, quella del ”condannato a morte”, ignari attendono la morte .

È una interpretazione unica, singolare. Per gli amanti della tragedia è di forte impatto, non a tutti può piacere , sicuramente questo modo di rappresentazione può far avvicinare al teatro e far appassionare un genere di spettatori giovani .

”Romeo e Giulietta” sarà in programmazione nella tourné in vari teatri e città italiane: Da vedere!

Francesco Cecoro