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Il sisma evidenzia forza e debolezza

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La forza è nella professionalità dei soccorritori, mentre la debolezza è la rassegnazione ad abitare in centri vulnerabili ai terremoti. Polvere e paura: i volti della tragedia assomigliano a quello della suora con la fronte insanguinata. Nel terremoto che ha ferito l’Italia i morti sono almeno 247. I dispersi centinaia, gli sfollati migliaia.

La debolezza e la forza di un Paese MAURIZIO MOLINARI

Il sisma che ha ferito l’Italia evidenzia forza e debolezza del carattere nazionale. La forza è nello slancio dei volontari e nella professionalità dei soccorritori impegnati a sollevare ogni pietra dietro la quale può esserci una vita, nella solidarietà fra abitanti della terra ferita, nel rispetto per le vittime sconosciute e nella corsa a donare ai sopravvissuti. La debolezza è invece nella rassegnazione ad abitare in centri urbani vulnerabili ai terremoti, nella fatalità con cui si accetta la furia della Natura, nella passività con cui ci si trasferisce in alloggi precari sapendo che dureranno a lungo, nel sentimento di impotenza davanti ad un edificio che crolla in aree remote, difficili da raggiungere, spesso prive di servizi basilari. Bisogna costruire sulla forza della nostra nazione con la stessa determinazione con cui dobbiamo aggredirne le debolezze.

La strada per riuscirci è trasformare il coraggio e l’intraprendenza dei soccorritori in un modello di intervento per poter sconfiggere il tabù di edifici considerati impossibili da difendere dai sismi solo perché costruiti in epoche lontane e in aree rischiose. Come dimostrano gli studi dell’Università di Princeton e i precedenti del Cile – terra di terremoti – l’ingegneria anti-sismica ha la nuova frontiera nella tecnica del «retrofit» che consente di ristrutturare gli edifici per farli resistere a potenti scosse.

Fra le sfide del nuovo secolo c’è ridefinire la presenza sul territorio per convivere con i pericoli ambientali, a cominciare dai terremoti visto che ne abbiamo subiti in Italia ben 400 negli ultimi 2000 anni, inclusi almeno 15 grandi dal 1905. Per comprendere come ricorrere alla creatività per sanare le debolezze bisogna ascoltare Carmine Galasso, docente di Ingegneria anti-sismica all’University College di Londra, secondo il quale abbiamo «uno dei più avanzati standard di costruzioni» ma dobbiamo ancora «adattare i vecchi edifici alle nuove regole». Ovvero, sappiamo come proteggerci ma tardiamo a farlo.

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L’Italia ferita dal terremoto (VIDEO)

Nel terremoto che ha ferito l’Italia i morti sono almeno 247. I dispersi centinaia, gli sfollati migliaia. Polvere e paura: i volti della tragedia assomigliano a quello della suora con la fronte insanguinata. Il sisma evidenzia la forza e la debolezza del carattere nazionale: la forza è nella professionalità dei soccorritori, mentre la debolezza è la rassegnazione ad abitare in centri vulnerabili ai terremoti.

Ore 3:36, la terra trema. Sbriciolati i paesi, l’incubo dei dispersi NICCOLÒ ZANCAN*

Terremoto nel cuore della notte: “È peggio dell’Aquila”. Almeno 132 vittime. Pescara del Tronto non esiste più

Cercano un bambino che si chiama Leone. Trovano un piccolo cane ferito. Salta fuori da un buco polveroso con appiccicato sul dorso un pezzo di scotch. C’è scritto: «Questo è il cane di Barbara». Ma Barbara dov’è? Barbara che era arrivata da Roma per stare qualche giorno con la famiglia del suo fidanzato la tirano fuori a metà pomeriggio. «Io voglio credere che non si sia accorta di niente, come quelle due ragazzine che abbiamo trovato abbracciate. Come la badante che non riuscivamo proprio a rintracciare, perché era sprofondata giù di sessanta metri». Roberto Bartola del soccorso speleologico delle Marche si toglie il casco dopo quattordici ore di tentativi inutili. Tira un vento spaventoso. Il cielo è limpidissimo. Scende la sera sulle ennesime rovine italiane, all’incrocio esatto fra Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo.

È ancora quell’Italia minore di cui ci si accorge sempre troppo tardi, appena in tempo per rimpiangerla. Quella dei vecchi e dei giovani ancora insieme. Delle sagre degli spaghetti in mezzo ai boschi, delle «bisteccate». Vacanze dai nonni, camminate, fiori freschi sui davanzali nelle case restaurate dei vecchi borghi. Adesso è tutto crollato. Diciamo così, ma è solo per semplificare. Non c’è nessuna logica in quello che è successo. Qualcosa è crollato fino a sbriciolarsi completamente, qualcosa si è salvato. Magari nello spazio della stessa strada, persino fra case gemelle. Come se qui si fossero abbattute la zampate di un dio perfido: quattro affondi terrificanti prima di passare oltre. Accumoli, Amatrice, Arquata. Qui la frazione Pescara del Tronto è cancellata. Più di 130 morti alle undici di sera, più di 250 feriti. Non è chiaro il numero dei dispersi.

LA STRADA DELLE VACANZE

La vecchia strada Salaria tiene insieme tutto questo dolore. Devi percorrerla ai sessanta all’ora assieme ai mezzi di soccorso incolonnati come in guerra. E’ la statale numero 4 che collega Roma all’Adriatico, un versante all’altro. La strada che portava alle vacanze, ma adesso non più.

All’altezza di Rieti inizi ad accorgerti di quanti volontari stiano convergendo da ogni parte d’Italia. Ma è poco prima di Fonte del Campo, un piccolo paese sulla strada, che ti fanno segno di rallentare con le bandiere arancioni. L’asfalto ha ceduto senza crollare. La Salaria è fatta a gradini. Ma ha retto. Invece non funzionano i telefoni, è impossibile collegarsi ad internet. Le notizie sono imprecise. Tanto che i soccorritori chiedono di lasciare aperti i wifi a tutti i residenti. Ma come si fa senza elettricità? Puoi avere tutta la tecnologia del mondo ma stanno scavando ancora a mani nude. È un buon segno. È delicatezza. Cercano di non peggiorare lo sfacelo. Forse c’è ancora qualche speranza. Ma poi alle sette di sera la Salaria si riempie di mezzi pesanti. Sono camion che trasportano gru e pale meccaniche. «Sentivamo una voce chiamare, un uomo di mezz’età, ma ora non si sente più», dice un ragazzo che si chiama Marco Firmani. Era ad Ascoli a festeggiare con la famiglia la laurea appena conseguita in Biologia molecolare. Con quattro amici è partito alle sei del mattino per non sentirsi inutile. Ed è ancora qui: «Ti dico la verità, la situazione è disperata, non sentiamo più voci là sotto alle macerie. E’ una cosa molto triste». Vanno su con i cani molecolari adesso, addestrati a cercare tracce.

QUEI CORPI NEI SACCHI  

Si arrampicano su scale di legno mentre continuano le scosse, mettono piedi su macerie che rotolano a valle su altri soccorritori. Tornano indietro con due sacchi arancioni. «Due signori anziani», dice uno. «Marito e moglie» spiega l’altro. Poi arriva un altro morto in un sacco da ferito. Hanno tentato di fargli il massaggio cardiaco. Gli hanno girato un lenzuolo intorno al viso. Perché è il rispetto che si deve alla morte. Ora ci sono tre salme in fila sulla piccola strada in salita, accanto alla cagnetta di Barbara che invece è viva ma non si muove, irrigidita dalla paura. Portano via i morti sulle autoambulanze. Senti le grida di chi ha capito. Mentre i soccorritori continuano ad andare avanti indietro, senza smettere di arrampicarsi su questa geografia rovesciata. Case al contrario. Il letto di un bambino. Le zucchine dell’orto. Un bidet, una scarpa con il tacco, il giornale di Frate Pellegrino.

Questa è anche un’Italia fatta di parole che ormai sono diventate pezzi immarcescibili del nostro lessico famigliare, tramandati negli anni da generazioni: macerie, frane, sciacalli, tendopoli, incuria. Dopo il Friuli, dopo l’Irpinia, dopo l’Aquila e l’Emilia. Si arriva sempre a scoprire che questo Paese bellissimo è privo di manutenzione. È mezzo crollato l’ospedale di Amatrice, evacuato nel panico dopo la prima scossa, per il quale erano stati stanziati 2 milioni di euro per la messa in sicurezza. Ma il consolidamento non era ancora stato fatto. È un’Italia sempre piena di rimpianti.

IL SINDACO IN LACRIME  

Di sera la temperature scende a 10 gradi. Stanno montando tende ovunque lungo la Salaria. Nei parcheggi dei supermercati e negli spiazzi dei benzinai. Frane minacciano di crollare dai costoni della montagna. La terra continua a tremare. Ogni tanto una nuvola di polvere si stacca dalle rovine e sbuffa via. Stefano Petrucci, sindaco di Accumoli, all’ennesima intervista scoppia in lacrime: «Nove deceduti, altri due li stiamo tirando fuori adesso. È difficile immaginare un futuro qui. Questi sono paesi abitati da una popolazione ultra settantenne. I pochi giovani che avevano deciso di vivere con noi si sono visti crollare addosso tutti i loro sforzi. Ho paura che perderemo questa terra, le nostre radici. Ho paura di quando ve ne andrete e resteremo soli, con le tende e con l’inverno».

LE SALME SUL PIAZZALE

E’ la prima notte del terremoto del 24 agosto 2016. Le salme vengono allineate in un parcheggio su un piccolo pezzo di prato. Ognuno cerca di fare la sua parte. Ma è anche un modo per non mettersi a guardare tutto questo. Non esiste ancora un censimento della tragedia. Quante persone mancano all’appello? La protezione civile: «Non possiamo dare un numero che non abbiamo». Neanche i sindaci sanno rispondere. La notte è illuminata da gruppi elettrogeni. Montano pezzi di fognature. Senti il rumore dei generatori, mentre stanno facendo altri tentativi. Arriva dell’acqua, portano del pane. Una famiglia scappa via per tornare a Roma. Li vedi infilare quello che resta delle loro casa di vacanza nei sacchi dell’immondizia, prima di chiudere il bagagliaio.

FUOCHI NELLA NOTTE  

Ma a Pescara del Tronto i pochi scampati non se ne vogliono andare. Accendono fuochi davanti a quello che resta. Tutto è reso più difficile dalla pendenza. Ogni cosa rischia di crollare ulteriormente. Passa un soccorritore della protezione civile: «Ero anche all’Aquila nel 2009, ma qui è peggio». Non può essere questa l’ultima frase della notte più lunga. Dove è finito il bambino Leone? Dove sarà sua nonna? Perché sono sempre le stesse domande a farci piangere?

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lastampa/Ore 3:36, la terra trema. Sbriciolati i paesi, l’incubo dei dispersi NICCOLÒ ZANCAN*

*INVIATO A PESCARA DEL TRONTO

Polvere e paura: i volti della tragedia

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Polvere e paura: i volti della tragedia assomigliano a quello della suora con la fronte insanguinata (nella foto in alto). Nel terremoto che ha ferito l’Italia i morti sono almeno 247. I dispersi centinaia, gli sfollati migliaia. Il sisma evidenzia la forza e la debolezza del carattere nazionale: la forza è nella professionalità dei soccorritori, mentre la debolezza è la rassegnazione ad abitare in centri vulnerabili ai terremoti.

Polvere e sangue, il volto della tragedia MASSIMO GRAMELLINI

I volti delle tragedie si assomigliano tutti: polvere, sangue, paura. Questa suora con la fronte insanguinata e un telefonino attempato nella mano sinistra si chiama Mariana, è albanese, ha 32 anni. Appena i muri della stanza hanno cominciato a crollarle addosso si è nascosta sotto il letto e ha invocato aiuto, fino a quando un ragazzo l’ha tirata fuori in qualche modo dalle macerie del convento di Amatrice che ancora ricoprono tre sue consorelle e quattro ospiti anziani. Si è vestita al buio e a strati, indossando tutto quello che riusciva a recuperare nell’armadio sommerso dai detriti. L’hanno sdraiata sulla strada, accanto alla barella di un ferito più grave che la coperta sottrae all’obiettivo del fotografo, in attesa di correre in ambulanza verso un qualsiasi ospedale rimasto in piedi, dal momento che quello del paese si è sfaldato come neve al sole.

La suora insanguinata è un’immagine che evoca giudizi divini o possibili attentati a sfondo religioso, ma qui Dio c’entra poco e le belve del terrorismo per nulla. Questo è un attentato che gli italiani si sono fatti da soli. Ogni cinque anni, puntuale come una ricorrenza sacra, la terra dell’Appennino trema. E ogni cinque anni ci sono quartieri e paesi che crollano. Si piange, si deplora – qualcuno ride pure annusando il profumo degli appalti – e poi si ricomincia come prima, come sempre. Senza mai degnarsi di avviare un programma di rattoppo del territorio, magari copiando Giappone e California, dove i terremoti di magnitudo 6 da tempo non mietono più vittime né fanno squagliare ospedali.

Le cronache zampillano di casi umani, soccorritori coraggiosi, volontari commoventi. Nell’emergenza lo Stato esibisce la sua faccia migliore, ieri per la prima volta incarnata alla Protezione Civile da una donna, la sensibile e tosta Immacolata Postiglione, e persino la politica caciarona mostra eccezionalmente uno sguardo grave e responsabile. Ma sulle luci della riscossa, specialità della casa, incombono l’ombra della mancata prevenzione e il solito mantra che accompagna ogni tragedia dell’incuria in Italia: quando la smetteremo di lasciarci sorprendere dal prevedibile?

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L’Italia non si arrenda, i terremoti non sono una fatalità destinale

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L’Italia è un Paese montuoso, ad altissimo rischio sismico I terremoti lo hanno sempre tartassato Questo, però, non significa che la devastazione portata dalla terra tremante sia una fatalità destinale. Adesso, la lotta che ci attende è il restauro di quegli antichi borghi perché resistano ai terremoti futuri.

Ora evitiamo le lacrime di facciata ANTONIO SCURATI

Nessuno pianga. Non una sola lacrima mediatica sia versata per Amatrice a favore di telecamere o di obiettivi fotografici.

E non mi riferisco, ovviamente, alle lacrime di strazio della novantasettenne Giulietta che tra le macerie, con il suo ultimo fiato, piange sull’apocalisse senza rimedio del suo piccolo mondo collinare o a quelle di qualsiasi altra vittima colpita nella fibra più intima del suo essere da questo strazio. Tutti costoro piangeranno, com’è naturale che sia. Spesso, purtroppo, non resterà loro altro che il pianto e a noi, prima ancora che di prestare loro aiuto e soccorso, toccherà, secondo umanità, di compiangerli, di abbracciarli nella nostra compassione. Piangano, dunque, le vittime. E noi con loro. Ma non gli attori mancati di un possibile copione alternativo a quello della fatale tragedia che non fu mai recitato. Sono le lacrime dei leader politici, degli amministratori con grandi responsabilità nazionali, dei «potenti» che avrebbero potuto fare e non hanno fatto – lacrime sempre più frequenti in questi nostri anni emozionabili e inetti – che non vorremmo più vedere sulla scena mediatica della disperazione altrui.

Il pianto plateale dell’uomo pubblico si è recentemente affermato come una delle significative novità del nostro tempo. Fino a pochi decenni or sono, sarebbe stato impensabile che un leader politico, religioso o sportivo, si sciogliesse in lacrime di fronte al suo seguito. Una tale manifestazione di emotività incontrollabile avrebbe quasi sicuramente segnato la sua fine. Se Winston Churchill, di fronte all’aggressione nazista, promettendo ai suoi connazionali la vittoria al prezzo di sangue, sudore e lacrime, avesse pianto mentre lo faceva, gli inglesi non lo avrebbero seguito e Hitler avrebbe probabilmente vinto la Seconda guerra mondiale. Oggi, al contrario, i vistosi segni di commozione sul volto degli uomini eminenti sono diventati una costante e, in talune circostanze, quasi un obbligo opportunistico. Li rendono più «umani», più vicini, osserverà qualcuno. Nel caso di drammi terribili come quelli del terremoto di Amatrice, vanno, invece rifiutati, stigmatizzati con fermezza. E non per la loro presunta insincerità, ma perché il pianto plateale del potenziale agente di un’azione collettiva che avrebbe potuto prevenire e scongiurare la tragedia riduce la collettività civile e politica a una audience di meri spettatori passivi e inetti. La facile e immediata possibilità di consumo mediatico della sofferenza patita da persone a noi estranee in occasione di guerre, calamità naturali o catastrofi storiche è forse la principale e più pericolosa novità della nostra epoca. Ogni volta che un leader politico, accorso sulla scena del disastro, invece di agire piange, l’epoca affonda in se stessa.

L’Italia è un Paese collinare, montuoso, ad altissimo rischio sismico. I terremoti lo hanno sempre tartassato e sempre lo tartasseranno. Questo, però, non significa che la devastazione portata dalla terra tremante sia una fatalità destinale. Lo sbriciolarsi di edifici privati e pubblici, in pietra o in cemento, sotto la sferza di scosse o alluvioni, non è il colpo del destino ma la colpa di case costruite senza criteri antisismici, di un patrimonio costruttivo vetusto e mal tenuto. I nostri avi, per secoli, hanno ricostruito città e paesi distrutti nel punto esatto in cui erano crollati. Quell’ostinazione era il loro modo di lottare contro il fato. La lotta che attende noi è il restauro di quegli antichi borghi perché resistano ai terremoti futuri.

Noi italiani moderni siamo figli del melodramma. Abbiamo Verdi come padre. Il genio di Busseto c’insegnò che nel pianto, nella lacrima di commozione, si distilla la verità della condizione umana. Ma ciò che nell’arte è sublime, nella vita è nevrosi o, peggio, colpevole inerzia. Risparmiamo, dunque, il pianto e prodighiamo ogni sforzo per rifondare il Paese, i paesi. Il terremoto siamo noi.

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Eccellenza, Barano:” Il difensore Autiero in prova “

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Barano in Eccellenza!

Rinforzare il reparto difensivo è la grande priorità in casa Barano Calcio. Il dg Gianfranco Pilato è al lavoro per completare la rosa con l’acquisto di due calciatori di esperienza e valore: un centrocampista, in grado di non far rimpiangere Carlo Siciliano, ed un difensore appunto. Dopo Vitaliano Rossetti, un altro difensore è giunto oggi in prova al “Don Luigi Di Iorio” Ciro Autiero. Classe 1988, in grado di giocare sia da esterno che al centro del pacchetto arretrato, Autiero è reduce dalla stagione al Mondragone. In passato, il  calciatore, con esperienza anche in quarta serie con Francavilla e Genzano, ha indossato, in due circostanze diverse, la casacca di un’altra compagine isolana: il Procida Calcio.Il difensore svolgerà un periodo di prova e si allenerà al “Don Luigi Di Iorio” fino a giovedì per poter essere valutato dall’allenatore bianconero Giuseppe Monti.

Catania – Juve Stabia, inizia la prevendita dei biglietti senza il porta un amico

Inizia la prevendita dei biglietti di Catania – Juve Stabia

Sabato inizia ufficialmente il campionato per la Juve Stabia che sarà ospitata dal Catania e oggi inzia la prevendita dei biglietti per il settore ospiti dello stadio “Massimino”.

Per questa gara c’era tanta preoccupazione per un possibile divieto di trasferta per i tifosi gialloblè, a causa dei rapporti non “idilliaci” tra le due tifoserie. Il buon senso però ha avuto ragione su questo possibile divieto, per cui i tifosi della Juve Stabia potranno seguire la loro squadra del cuore in questo primo appuntamento di un campionato che porterà con se tanta speranza di poter vivere i fasti di un tempo non troppo lontano. Questo il testo del comunicato stampa della Juve Stabia:

“S.S. Juve Stabia rende noto che sono disponibili, come da vigente normativa, ESCLUSIVAMENTE per i possessori della Tessera del Tifoso, i tagliandi di ingresso del Settore Ospiti dello Stadio “Angelo Massimino” di Catania per assistere all’incontro di calcio Catania-Juve Stabia, in programma sabato 27 agosto alle ore 16,30 e valevole per la 1a giornata del Girone C della Lega Pro Divisione Unica 2016/17.

Il Calcio Catania, nel rispetto delle direttive ministeriali, NON HA ADERITO al progetto “Porta un amico allo stadio”.

I biglietti sono in vendita al prezzo di € 10, più eventuali diritti di prevendita, fino alle ore 19,00 di venerdì 26 agosto, presso le ricevitorie abilitate al circuito TICKETONE.”

Juve Stabia, un ex si accasa al Mantova

Samuele Romeo è un calciatore del Mantova

Samuele Romeo passa ufficialmente al Mantova. L’ex difensore della Juve Stabia era svincolato in virtù del mancato rinnovo di contratto con la Juve Stabia.

Per il difensore siciliano, che ha indossato per due stagioni e mezza la maglia delle Vespe, comincia la nuova avventura a Mantova. 

Al difensore ha portato bene l’intervento telefonico di lunedì alla trasmissione radiofonica di ViViCentro, Il Pungiglione Stabiese. Per Romeo, subito dopo la trasmissione, è infatti arrivata la chiamata della nuova squadra.

A Samuele vanno gli auguri per un futuro ricco di soddisfazioni.

Di seguito il comunicato del Mantova:

“Il difensore Samuele Romeo, classe 1989 ha firmato un contratto annuale con la società biancorossa dopo le esperienze in serie C con la Juve Stabia e in serie B con la stessa Juve Stabia e Empoli. Romeo da oggi pomeriggio è a disposizione di mister Prina e dei compagni e indosserà la maglia numero 3″

TERREMOTO – Architetti : «Messa in sicurezza edifici frenata dal conservatorismo»

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Terremoto Centro Italia, interviene il presidente dell’Ordine catanese Giuseppe Scannella: uscire dall’inerzia per avviare interventi preventivi

Lettera a vivicentroCATANIA – A poche ore dal forte sisma di magnitudo 6.0 – che ha colpito la vasta area fra Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo  provocando morti e feriti – il presidente dell’Ordine degli Architetti di Catania Giuseppe Scannella interviene con una nota per sollecitare la classe politica a uscire dall’inerzia: «L’ennesima tragedia avvenuta nel Centro Italia, non per questo inaspettata, ci riporta alla mente le infinite volte che la comunità degli architetti e ingegneri, insieme alle altre professioni tecniche, ha sollecitato i responsabili della cosa pubblica a mettere in campo una seria e generale messa in sicurezza del patrimonio edilizio del Paese. Lo ha fatto e lo fa a tutti i livelli, da quello nazionale a quello locale, suggerendo azioni, sollecitando provvedimenti, contestando quelli nel frattempo emessi. È il caso, solo per citare un esempio recente e che ci riguarda direttamente, dello studio di dettaglio sul centro storico della nostra città – sottolinea Scannella – ma il discorso vale per moltissima parte della Sicilia e d’Italia, per il quale abbiamo contestato un eccesso di conservatorismo, un’inopportuna limitazione orizzontale degli interventi possibili sul tessuto edificato, specie quello più debole».

«Abbiamo contestato – conclude Scannella – anche la mancanza di una seria e praticabile politica di incentivazione economica verso queste azioni che, tra l’altro, potrebbero diventare un potentissimo volano economico per una crescita che, malgrado annunci più o meno trionfalistici, non parte. Lo abbiamo fatto proprio paventando i rischi di questo patrimonio, che si vorrebbe conservare così com’è e che, invece, proprio da questo eccesso di conservatorismo che sconfina nell’inerzia, è messo a rischio. È un paradosso che ad ogni evento si mette in evidenza, come le facce scure e contrite di quelli che si potrebbero considerare i veri responsabili delle morti e del disagio economico che, inevitabilmente, ne consegue».

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Sky – Kalinic-Gabbiadini, ora si può: c’è l’ ok di Paulo Sousa

Una nuova trattativa, proprio nell’ultima settimana di mercato. Napoli e Fiorentina a colloquio per parlare di un possibile scambio tra Gabbiadini e Kalinic. Ancora non è chiara la formula con cui si potrebbe chiudere l’affare, trattativa non facile. I due club ci stanno comunque provando e un incontro tra i club sarebbe in corso: si lavora sulle valutazioni e sui conguagli. Le due società sono convinte e c’è anche l’ok di Paulo Sousa: trattativa in corso. Ulteriori aggiornamenti nelle prossime ore. Lo riferisce Gianluca Di Marzio, giornalista di Sky Sport ed esperto di calciomercato, sul proprio sito ufficiale.

Da gianlucadimarzio.com

FOTOGALLERY ViViCentro – Champions, il racconto di Roma-Porto

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Una serata amara per la Roma di Spalletti, una sconfitta pesante quella subita allo stadio Olimpico contro il Porto che è costato l’accesso al tabellone principale della Champions League. Questi gli scatti di Giovanni Somma per Vivicentro.it

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Terremoto ad Amatrice e Accumuli: documentazione della Polizia in sorvolo e sul territorio (VIDEO)

La prima scossa di terremoto alle 03.36, poi nel pomeriggio un’altra. Tre le maggiori, nel Reatino e nelle Marche. Pescara del Tronto ed Arquata devastate. Ad Amatrice e’ crollato anche lo storico Hotel Roma, nel centro storico della cittadina reatina

Come segnalato negli aggiornamenti precedenti, le vittime accertate del terremoto nell’Italia centrale  sono al momento 73: – 53 nel Lazio e 20 nelle Marche -. Lo ha riferito la Protezione Civile ma aggiornamenti non ufficiali segnalano già almeno 100ma “la situazione è in continuo aggiornamento” mentre si procede senza sosta a scavare nelle zone già raggiunte dai soccorsi.

L’immane tragedia si è abbattuta principalmente sui Comuni di Amatrice, Accumoli ed Arquata del Tronto e, in questo video fornito dalla Polizia di Stato, si può prendere visione di parte della tragica situazione

DOSSIER:

Caceres: “Non so dove giocherò, ma sto bene!”

Queste le sue parole

L’ex difensore della Juventus, attualmente svincolato e seguito dal Napoli, Martin Caceres, ha parlato a Calciomercato.com: “Mi sento molto bene, mi sto allenando tanto. Mi trovo molto bene qui. La realtà è che non so neanche io dove giocherò. Spero in una grande squadra. Ci sono delle trattative in corso, vedremo. Intanto mi continuo ad allenare, aspettando novità nei prossimi giorni. Inter e Milan mi cercano? Questa zona mi piace molto, per questo motivo mi trovo ancora qui. Vediamo cosa succederà”.

Zielinski, il suo spazio è destinato ad aumentare

Il centrocampista un colpo importante per il Napoli

Piotr Zielinski, centrocampista polacco del Napoli, è destinato ad avere molta importanza nello scacchiere azzurro. La Gazzetta dello Sport scrive: “E’ arrivato in condizioni fisiche non ottimali ma pur avendo una autonomia limitata ha già confermato le sue qualità di tocco e inserimento. Può giocare in tutti i ruoli del centrocampo per la sua duttilità. Difficile, non impossibile, che sia tra gli undici titolari contro il Milan ma è praticamente certo che il suo spazio è destinato ad aumentare di partita in partita”.

Psg, Kluivert allo sceicco Al-Khelaifi: “Vendiamo Cavani”

La svolta, è lecito sognare…

Vi abbiamo parlato di una possibilità di rivedere Edinson Cavani in azzurro (CLICCA QUI per i dettagli), oggi ci sono nuovi sviluppi. Secondo quanto riferisce TV TF1 (Tele France, ndr) il ds del Psg Patrick Kluivert starebbe provando dietro le quinte a convincere lo sceicco Nasser Al-Khelaifi a comprare Diego Costa che è andato in rete nelle prime due gare di Premier, gol decisivi tra l’altro, ma potrebbe lasciare Stamford Bridge per far posto a James Rodriguez, sogno proibito di Antonio Conte che fatica a trovare spazio al Real Madrid. L’ex tecnico della Juve a sua volta punterebbe nel ruolo sul gioiello belga Batshuayi. Un incastro complicatissimo e di difficile realizzazione in 7 giorni, ma che potrebbe aprire alla cessione eccellente del Matador, chissà proprio in direzione Napoli.

Dalla Spagna – Salta il trasferimento di David Lopez al Betis

Il calciatore potrebbe tornare in azzurro

Secondo Sevilla.eldesmarque.com, potrebbe clamorosamente saltare l’affare tra il Napoli ed il Betis Siviglia per il passaggio in Spagna del centrocampista David Lopez. La dirigenza andalusa sarebbe stanca dei comportamenti del presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis ed avrebbe annullato il trasferimento nonostante fossero state già fatte le visite mediche. Al Betis non è piaciuto il modo di fare del Napoli che avrebbe spedito in Spagna il calciatore senza una vera e propria documentazione.

Tevez al Napoli, De Laurentiis vuole riprovarci

Lo riferisce Alfredo Pedullà sul proprio sito
Il Napoli ci aveva pensato, come raccontato, nelle ore successive al trasferimento di Higuain alla Juve. E farà un altro tentativo nel giro di 24 ore. Ci riferiamo a Carlitos Tevez, apparentemente felice al Napoli, e che ha avuto messaggi anche dall’Inter. Il suo padrino calcistico è Kia Joorabchia, solo che i nerazzurri in queste ora hanno altri problemi da risolvere. Tevez aveva sparato un richiesta altissima di ingaggio, ma De Laurentiis vuole riprovarci. A costo di farsi dire nuovamente no. La posizione di Gabbiadini resta in bilico: Everton a parte (occhio sempre a Balotelli per gli inglesi), la suggestione Fiorentina può concretizzarsi negli ultimissimi giorni di mercato. Ma dipenderà soprattutto dalla posizione dei viola relativamente a Kalinic che piace molto a Sarri. Il Napoli nel frattempo prepara un ultimo tentativo in direzione Tevez.

Castellammare e Sorrento, oggi e domani raccolta in favore dei terremotati

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Le terribili immagini del terremoto che ha devastato il centro Italia stanno facendo il giro del mondo ed i numeri sono purtroppo in costante evoluzione.

Castellammare si è attivata per dare sostegno alle vittime del sisma con una raccolta di beni necessari nelle zone colpite. Dalle 19.30 a Piazza Ferrovia sarà possibile consegnare qualsiasi cosa possa essere utile alle vittime del terremoto. Nei prossimi giorni, giovedì 25 e venerdì 26, invece, si svolgerà la raccolta indetta direttamente dal Comune di Castellammare. Il punto di raccolta sarà la Scuola Moscarella con orario che andrà dalle 8.30 alle 22.

Tra i beni di prima necessità ci sono: Cibi a lunga conservazione, Zucchero, Sale, Tonno, Fagioli, Carne in scatola, Latte, Biscotti, Fette biscottate, Pasta, Caffè, Marmellata.

Prodotti per l’igiene personale, Carta igienica, Sapone, Tovaglioli, Shampoo, Bagno schiuma, Asciugamani, Accappatoi, Dentifrici, Spazzolini. Indumenti in ottimo stato, Biancheria intima, Maglioni, Scarpe, Pantaloni, Giacche a vento.

La macchina della solidarietà si è attivata anche a Sorrento e dintorni. In queste zone i punti di raccolta saranno attivi giovedì 25 agosto dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20 a Sorrento a Piazza Lauro, a Piano di Sorrento all’angolo Piazza Cota e a Sant’Agnello a Piazza Matteotti. I prodotti necessari sono quelli elencati poco sopra.

Raffaele Izzo

 

 

Ultim’ora: sale a 100 il numero delle vittime del sisma. Crollato un albergo pieno di turisti, soccorsi impossibilitati (VIDEO)

Sale a 100 il numero delle vittime del sisma. Ad Amatrice crolla un albergo pieno di turisti, i soccorsi non riescono ancora a raggiungere il posto

Si fa sempre più grave il bilancio delle vittime del sisma: altri 30 corpi senza vita sono stati estratti dalle macerie e si sta procedendo alla loro identificazione. Sale così a 100 il numero provvisorio dell’immane tragedia che si è abbattuta principalmente sui Comuni di Amatrice, Accumoli ed Arquata del Tronto, mentre si procede senza sosta a scavare nelle zone già raggiunte dai soccorsi.

Non tutti i punti sono però raggiungibili, come un albergo in una frazione di montagna nel comune di Amatrice crollato dopo le scosse di terremoto di questa notte: è l’albergo Roma, che ieri era pieno di turisti per la sagra del paese. La Protezione Civile insieme ai Vigili del Fuoco e alle altre squadre di soccorso, non sono ancora riusciti ad aprire un varco per raggiungere l’albergo a causa delle macerie che hanno bloccato il passaggio di alcuni vicoli e strade. Non si è in grado di fare un bilancio delle persone che mancano all’appello proprio per la presenza di molti turisti in visita in questi luoghi caratteristici.

Anche ad Accumoli la popolazione era quantuplicata per il periodo estivo. Non si conosce ancora il numero preciso delle persone che si trovano ancora sepolte sotto le macerie e continua la disperata ricerca dei superstiti, aggrappati alla preghiera di poter ascoltare un flebile voce proveniente dal cumulo di detriti, una voce che riaccenda la speranza di vita e di salvezza in quella vasta desolazione che fino ad ieri rappresentava un luogo meraviglioso e tranquillo dove trascorrere le vacanze estive.

Sono inagibili anche gli ospedali dei comuni interessati dal sisma, pertanto sono state allestite delle postazioni esterne di emergenza, mentre nell’ospedale di Rieti sono accorsi in tanti per donare il sangue alle centinaia di feriti scampati alla furia del terremoto.

Si attende in serata il bollettino ufficiale di morti e feriti con l’auspicio che chi manca all’appello abbia trovato riparo e salvezza da qualche parte.

Maria D’Auria

Sportitalia – Scambio Gabbiadini-Kalinic? Più di una suggestione

“Oltre un mese fa vi avevamo parlato della possibilità Manolo Gabbiadini per la Fiorentina nell’operazione Kalinic. Una situazione che può tornare di moda nelle prossime ore. Il Napoli farà un tentativo, Gabbiadini piace molto ai viola, situazione da seguire. Dipenderà molto dalla posizione definitiva della Fiorentina su Kalinic”, così Alfredo Pedullà sul proprio portale ufficiale. Napoli, dunque, alla costante ricerca di una punta centrale di ruolo dopo la non brillante prestazione di Manolo Gabbiadini nel corso del primo tempo di Pescara.

Da alfredopedullà.com

Giua di Pisa: il precedente con la Juve Stabia

Per la prima giornata d’andata del campionato di Lega Pro girone C che si disputerà sabato 27 agosto 2016 alle ore 16 e 30 allo stadio “Angelo Massimino” di Catania è stato designato Antonio GIUA della sezione di Pisa a dirigere la gara tra Catania e Juve Stabia.

Antonio Giua di Pisa
Antonio Giua di Pisa

Giua, nato a Sassari l’11 marzo 1988 è al suo quarto campionato in Lega Pro, il suo unico precedente con le vespe risale al 1° aprile del 2015 quando al “Menti” andò in scena il derby campano contro i casertani dell’Aversa Normanna.

La gara terminò col punteggio di tre a due a favore dei gialloblù dell’allora mister Savini con la seguente sequenza di reti: nel primo tempo vespe in vantaggio con Antonio GAMMONE, pari dei granata con Mosciaro e tempo chiuso con i gialloblù in vantaggio grazie alla rete di testa di Francesco BOMBAGI; nella ripresa subito pari dei casertani con Capua, ma a dieci dalla fine Francesco NICASTRO mise a segno il gol della vittoria.

Assistente numero uno: Riccardo FABBRO della sezione di Roma 2;

Assistente numero due: Tommaso DIOMAIUTA della sezione di Albano Laziale.

Giovanni MATRONE