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Maradona, pace fatta con Diego Jr: “Sono contento, lottavo da anni per questo”

Queste le sue parole a napolimagazine.com

Diego Armando Maradona e Diego Jr., pace fatta! Il figlio del Pibe de Oro, in Argentina per la versione sudamericana del programma “Ballando con le stelle”, è stato raggiunto nel pomeriggio di ieri da una telefonata di Maradona il quale gli ha chiesto di incontrarlo per chiudere questa vicenda durata fin troppi anni e perchè c’erano tante cose da dire. Risposta affermativa di Diego Jr, che ha replicato al padre “dimmi dove e quando, io ci sarò”. Incontro avvenuto la sera stessa tra Diego Maradona e Diego Jr, al quale era presente anche la moglie Nunzia. Raggiunto da NapoliMagazine.Com, Diego Armando Maradona Jr ha raccontato così l’esito del piacevole incontro con il papà: “Sono contento, era una cosa per la quale lottavo da anni. Sono davvero felice per quanto è successo. Quello che ci siamo detti rimane tra me e lui. Siamo ovviamente contenti di poter cominciare ad avere un rapporto normale tra padre e figlio”.

Terremoto, nuova scossa e altri crolli: diversi feriti, nessuno in pericolo di vita

Una nuova scossa di terremoto: questi gli ultimi sviluppi sulla tragedia di questi giorni

Secondo quanto riferisce il primario del Pronto Soccorso dell’ospedale De Lellis di Rieti, dott. Flavio Mancini, circa mezz’ora fa c’è stata una nuova scossa ad Amatrice che ha provocato ulteriori crolli, i quali hanno colpito alcuni soccorritori accorsi sul posto. Sono stati tutti condotti all’ospedale di Rieti, ma per fortuna, nessuno di loro è in pericolo di vita.

vivicentro.it/cronaca – vivicentro.it/centro/cronaca

Foggia, il ds Di Bari: “Sarà un girone avvincente: c’è anche la Juve Stabia!”

Queste le sue parole

Giuseppe Di Bari, attuale Direttore sportivo del Foggia, compagine di Lega Pro, inserita nel girone della Juve Stabia, è stato intervistato da TMW Radio. Tra le tante cose, ha parlato anche delle avversarie più temibili del Girone C: “Credo che sarà un girone avvincente e che ci sarà più di una squadra che creerà dei problemi. Non sto qui a fare nomi come Matera, Catania o Juve Stabia ma dico solo che, a mio avviso, sarà un campionato molto combattuto”.

Palinuro, recuperato il corpo di Anzola, il terzo subacqueo

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E’ stato recuperato, nelle acque di Palinuro, il corpo di Silvio Anzola, l’ingegnere di Milano disperso lo scorso venerdì nel corso di un’immersione nella grotta della Scaletta. Il sub era in compagnia di Mauro Cammardella, titolare di un centro sub di Palinuro, e Mauro Tancredi, due cilentani esperti e appassionati di mare, i cui cadaveri erano stati già rinvenuti nella giornata di domenica.

Il corpo del manager era in un cunicolo della grotta ed è stato riportato a galla dal gruppo di specialisti dei vigili del fuoco che aveva già partecipato alle operazioni di soccorso al Giglio per il naufragio della Concordia

La salma era già stata individuata dagli speleosub nel pomeriggio di ieri, poche ore prima della celebrazione dei funerali di Cammardella e Tancredi, nella chiesa Santa Maria di Loreto di Palinuro. Le operazioni di recupero, a una profondità di circa 40 metri, sono state particolarmente delicate, lunghe e complesse.

Ora sarà compito del medico legale Adamo Maiese effettuare un primo esame esterno della salma di Anzola, così come avvenuto per Cammardella e Tancredi, che poi verrà trasferito all’ospedale di Vallo della Lucania dove sarà eseguito l’esame autoptico per fare maggiormente chiarezza su quanto avvenuto.

COLLEGATE:

vivicentro.it/sud/cronaca – vivicentro/cronaca

Sorteggi Champions League, c’è una consolazione per il Napoli

Lo riporta Il Corriere della Sera

Dopo l’eliminazione della Roma, l’Italia si presenta solo con Juventus e Napoli, un contingente molto ridotto rispetto a Spagna, Inghilterra e Germania (4 squadre) ma anche a Francia (3) e Portogallo (3). Il campione in carica è il Real Madrid, la finale si giocherà a Cardiff in Galles il 3 giugno. La Juventus nel sorteggio è inserita in prima fascia e quindi tra le grandi sicuramente non incontrerà Real e Barcellona, Bayern e Psg (e nemmeno il Leicester di Ranieri), che sono invece tutte possibili avversarie del Napoli, che è in seconda fascia. La squadra di Sarri si consola al pensiero di evitare Manchester City, Atletico Madrid, Borussia Dortmund, Arsenal o Siviglia, che invece possono incrociare la Juve. In terza fascia i pericoli principali (sia per Juventus che per Napoli) sono Tottenham e Lione. In quarta fascia da evitare possibilmente il Monaco. Come sempre sono impossibili incroci tra club dello stesso Paese. Anche le squadre russe e ucraine non possono incontrarsi tra di loro, a causa della guerra.

Cannavaro: “L’addio di Higuain? Ci hanno guadagnato tutti, poi se metti la clausola…”

Queste le sue parole

La Gazzetta dello Sport ha intervistato Fabio Cannavaro, allenatore del Tianjin Quanjian, squadra cinese, questi alcuni passaggi: “La Juve sembra essere formata per vincere la Champions. Higuain è più forte di Morata, ma non sarà facile rimpiazzare Pogba con Pjanic. Mancherà la forza fisica del francese. Sorteggi? Essere in prima fascia aiuta sempre, eviterei l’Atletico in seconda e il Tottenham in terza. Napoli? Spero evitino anche loro il Tottenham che è in terza fascia. Mi auguro che gli azzurri becchino nel girone una grande spagnola, certe sfide farebbero crescere il gruppo allenato da Sarri. Spero passeranno il girone, anche perchè non è che devono vincere la Champions. Dal momento che perdi Higuain, praticamente insostituibile, prendere Milik è un’ottima scelta. Poi sono convinto che Insigne crescerà ancora e che si confermeranno Koulibaly e Jorginho. Per loro la scommessa è tenere alta la competitività in due tornei, perché la Champions toglie tante energie. Il Napoli, con la Roma, possono avvicinare la Juve nella lotta scudetto. La garanzia è Sarri. Non è semplice metabolizzare l’addio di Higuain. È stato molto amato, era diventato il simbolo nella corsa contro la Juve. E vederlo ora lì non è facile per la mia gente. Certo però che se metti una clausola… La verità è che in quest’affare ci hanno guadagnato tutti, nessuno escluso. Resto perplesso perché ho visto partire Lavezzi, poi Cavani, ora Higuain. Se vendi i migliori diventa complicato crescere”.

Serie A, a Valeri Napoli-Milan: queste tutte le designazioni

Queste tutte le designazioni

Ecco il quadro completo delle designazioni arbitrali per la seconda giornata di Serie A

CAGLIARI – ROMA
MAZZOLENI
POSADO – LONGO
IV: TASSO
ADD1: BANTI
ADD2: NASCA

CROTONE – GENOA
RIZZOLI
VALERIANI – DE MEO
IV: BARBIRATI
ADD1: PAIRETTO
ADD2: DI PAOLO

FIORENTINA – CHIEVO
FABBRI
DI VUOLO – LA ROCCA
IV: MARZALONI
ADD1: GIACOMELLI
ADD2: MANGANIELLO

INTER – PALERMO h. 18.00
RUSSO
PRETI – FIORITO
IV: SCHENONE
ADD1: CALVARESE
ADD2: AURELIANO

LAZIO – JUVENTUS Sabato 27/08 h. 18.00
GUIDA
TONOLINI – TEGONI
IV: MANGANELLI
ADD1: DAMATO
ADD2: IRRATI

NAPOLI – MILAN Sabato 27/08 h. 20.45
VALERI
DOBOSZ – MARRAZZO
IV: DI LIBERATORE
ADD1: MASSA
ADD2: DI BELLO

SAMPDORIA – ATALANTA
DOVERI
GIALLATINI – DEL GIOVANE
IV: RANGHETTI
ADD1: GAVILLUCCI
ADD2: SERRA

SASSUOLO – PESCARA
TAGLIAVENTO
GAVA – COSTANZO
IV: PASSERI
ADD1: MARIANI
ADD2: ILLUZZI

TORINO – BOLOGNA
ROCCHI
LO CICERO – MELI
IV: VIVENZI
ADD1: GHERSINI
ADD2 MARINI

UDINESE – EMPOLI
MARESCA
PAGANESSI – DI FIORE
IV: CARIOLATO
ADD1: ORSATO
ADD2: SACCHI

ESCLUSIVA- Ciullo: “Juve Stabia, che colpo Montalto. E sul campionato…”

Salvatore Ciullo ci parla dell’ultimo acquisto della Juve Stabia

Abbiamo contattato l’ex tecnico, fra le altre, della Juve Stabia e del Martina Franca, Salvatore Ciullo per chiedergli un suo parere sul trasferimento di Adriano Montalto, alle sue dipendenze due anni fa a Martina Franca, dal Trapani alla Juve Stabia.

Al tecnico di Taurisano abbiamo chiesto anche un parere sul prossimo campionato di Lega Pro Girone C, che vedrà la Juve Stabia tra le squadre che punteranno al vertice.

Ecco le sue dichiarazioni:

“Montalto è un giocatore molto importante per la categoria, con me a Martina ha fatto 10 gol segnando di testa, su rigore, su punizione o con il suo potente sinistro. È un attaccante completo che può giocare sia come seconda che come prima punta. Con me ha fatto la prima punta nel tridente con Arcidiacono e Carretta e i dieci gol siglati dimostrano che nel tridente si può esaltare. Secondo me fa la differenza e auguro a lui e alla Juve Stabia un campionato ricco di soddisfazioni, credo che possa esaltarsi in una piazza come quella stabiese.

L’anno scorso è stato un anno particolarmente sfortunato e non auguro a nessun allenatore l’ecatombe di infortuni che ho dovuto subire io.

Le vespe hanno allestito una squadra molto importante e vanno fatti i complimenti al presidente Manniello, che io ricordo come un presidente tifoso che ama la sua squadra, e al D.S. Logiudice per aver costruito una squadra che secondo me se la giocherà al vertice fino alla fine.

Alcuni giocatori presi quest’anno erano già sul nostro taccuino l’anno scorso ma poi non se n’è fatto niente. Lo stesso Montalto era una nostra idea ma poi ha deciso di giocare in B con la maglia della sua città.

Nonostante l’amaro esonero dell’anno scorso, resto tifoso della Juve Stabia e spero possa fare bene nel prossimo campionato, sono stato benissimo i pochi mesi che sono stato lì e non posso parlare male della società e della piazza.

Come al solito, ci sono le solite 4-5 squadre che hanno costruito corazzate e che cercheranno di vincere il campionato. Poi, secondo me, c’è la Virtus Francavilla che può essere la sorpresa del campionato dopo aver preso alcuni giocatori che fino a qualche mese fa erano impegnati nei play off per andare in B come De Angelis o Vasco Faisca.

Futuro? Ho avuto alcuni sondaggi da club di Lega Pro e D ma non si è concretizzato niente. Ora sono in attesa di una chiamata, ho tanta voglia di riscattare la sfortunata stagione con la Juve Stabia.”

De Laurentiis insiste per Tevez e dice ‘no’ al Chelsea per Ghoulam

Questi gli ultimi sviluppi di mercato

Raffaele Auriemma su Tuttosport parla di un De Laurentiis che non si dà per vinto e continua a tenere calda la suggestione Tevez. Il Boca Juniors ha già detto di no eppure il patron non si dà per vinto.

Capitolo difensore centrale. Ieri Giuntoli ha avuto un colloquio con Ramadani, agente di Maksmovic, affidandogli un mandato verbale a trattare con il Torino la cessione del proprio assistito. A Napoli nutrono un grande ottimismo nella chiusura della trattativa, anche se il club azzurro continua ad offrire 25 milioni più due di bonus ed il presidente Cairo continua a chiederne 30 più bonus. Il rischio può arrivare dal Chelsea che continua a cercare un difensore centrale diverso da Koulibaly (in pochi giorni firmerà un nuovo contratto col Napoli) e che potrebbe essere proprio Maksimovic. L’alternativa per il Napoli si chiama Mangala, per il quale De Laurentiis ha ottenuto l’ok del prestito dal Manchester City. Secco no di Giuntoli a Pastorello che aveva il mandato del Chelsea per prendere Ghoulam. Domani è atteso Marko Rog, dopo aver giocato i preliminari Champions con la Dinamo Zagabria, per sottoporsi alle visite mediche e poi firmare il contratto.

Filmare il rapporto con la fidanzatina e mostrarlo agli amici è reato di pornografia minorile

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Cassazione: irrilevante il fatto che il video è stato cancellato dal dispositivo
Scatta il reato di pornografia minorile per il minorenne che con lo smartphone filma un rapporto orale con una coetanea, infrasedicenne, e mostra il video ai coetanei per vantarsene. Le testimonianze dei compagni che hanno visionato il video sono idonee a far scattare l’imputazione, nonostante il filmato sia stato cancellato dal dispositivo.
In particolare, come ha evidenziato la Corte di Cassazione, terza sezione penale, nella sentenza n. 35295/2016 (qui sotto allegata), ai fini dell’integrazione del reato di pornografia minorile di cui all’art. 600-ter c.p., è necessario che la condotta del soggetto agente abbia una consistenza tale da implicare il concreto pericolo di diffusione del materiale pornografico prodotto; esulano, quindi, dall’area applicativa della norma solo quelle ipotesi in cui la produzione pornografica sia destinata a restare nella sfera strettamente privata dell’autore.
La Suprema Corte ha così dichiarato inammissibile il ricorso dei genitori dell’imputato, nei confronti del quale il Tribunale dei minorenni aveva dichiarato il non luogo al procedere poiché ai tempi del fatto aveva meno di 14 anni, circostanza che pur impedendo una più ampia formula assolutoria, non impedisce l’accertamento della responsabilità dell’imputato.
Il Collegio condivide la giurisprudenza in base alla quale la sentenza di non luogo a procedere, ex art. 26 D.P.R. n. 448 del 1998, per difetto di imputabilità del minore, postula il necessario accertamento di responsabilità dell’imputato e delle ragioni del mancato proscioglimento nel merito.
Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale per i Minorenni, evidenziano gli Ermellini, ha esposto ampiamente le ragioni che impedivano l’adozione di una più ampia formula liberatoria nei confronti del giovane.
La motivazione del giudice a quo risulta coerentemente fondata sulle dichiarazioni di un altro minore che aveva dichiarato di aver visto insieme ai compagni il video pedopornorafico sul cellulare dell’imputato che se ne vantava; tali dichiarazioni sono state ritenute complete, dettagliate e non contraddette dalle dichiarazioni rese dagli altri minori che sapevano dell’esistenza del video pur non avendolo visto.
Nel caso di specie sufficienti elementi integrano il pericolo concreto che l’imputato potesse in futuro diffondere e mostrare il materiale archiviato a una pluralità indeterminata di soggetti (indeterminatezza che va intesa non come implicante un elevato numero di soggetti, ma piuttosto la non numerabilità ex ante degli stessi)
Assumono rilievo sotto tale profilo l’effettuazione di una videoripresa del rapporto orale che coinvolgeva la minore, la contestuale conservazione della stessa nella memoria di un telefono cellulare e la successiva sottoposizione alla visione da parte di terzi.

Cass., III sez. pen., sent. 35295/2016

vivicentro/l’esperto
vivicentro.it/Filmare il rapporto con la fidanzatina e mostrarlo agli amici è reato di pedopornografia
StudioCataldi/Reato di pedopornografia per il minore che filma il rapporto con la fidanzatina e lo mostra agli amici (Lucia Izzo)

Gli esperti: ecco perché la terra ha tremato nell’Italia centrale

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La spiegazione degli esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia : una grande parte del territorio italiano è posto su una micro placca tettonica chiamata “adriatica” che coincide a Ovest con la dorsale appenninica, si spinge a Nord sulle Alpi orientali e poi ridiscende verso Sud lungo i Balcani e la Grecia occidentale. Questa sorta di “promontorio”, facente parte della placca africana, spinge contro la placca europea e l’attrito genera quel tipo di terremoto che alle 3.36 del mattino ha colpito il Reatino, del tutto analogo a quello che hanno generato il sisma dell’Aquila del 2009 e di Colfiorito nel 1997. La spiegazione è stata data oggi all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, dalla direttrice della struttura terremoti dell’Ingv, Daniela Pantosti, e dai sismologi Alessandro Amato e Massimo Cocco.

Ora, ha spiegato Amato, si deve immaginare un rettangolo di forma molto allungata che coincide perfettamente con la dorsale appenninica e della “costa” occidentale della micro-placca sottostante. A sinistra del rettangolo, cioè nella parte tirrenica, si verificano dei micro spostamenti (misurabili dal sistema sistema Gps) orientati verso Nord, mentre in tutta la parte adriatica, dalla Puglia all’Emilia Romagna, si registrano degli spostamenti più cospicui e frequenti orientati verso Nord Est, che consistono in qualche millimetro l’anno. Questo vuol dire che c’è una zona adriatica che si sposta verso Nord Est e una zona tirrenica sostanzialmente ferma o in lieve movimento in un’altra direzione. E’ proprio all’interno di quel rettangolo, dove i due spostamenti sono compresenti, che si registrano i terremoti caratteristici dell’Appennino centrale e meridionale.

“In sostanza – ha detto Amato -, la parte adriatica e la parte tirrenica si allontanano lentamente, a causa di rotazione di blocchi geologici, con una velocità di 3, 4, 5 millimetri per anno, che sembra una cosa piccola ma in realtà, se ragioniamo in tempi geologici, dopo cento o duecento anni i millimetri son diventati metri. Questo significa che c’è abbastanza energia, lungo le faglie che abbiamo in Appennino, per farle muovere. Le faglie resistono fino a che possono e poi devono sbloccarsi, scattano e provocano un terremoto. In questo caso è avvenuto un terremoto di magnitudo 6 in una faglia lunga circa 20, 25 Km, con uno spostamento che sarà di qualche decimetro da una parte rispetto all’altra”. Il terremoto di questa mattina si è dunque verificato in una “zona sismica ben nota – ha aggiunto Massimo Cocco -, che è al più alto livello di pericolosità sismica. Nella classificazione sismica è infatti la 1, la più alta”, quella in cui “tutti gli edifici nuovi devono essere costruiti con criteri antisismici. Il problema – ha sottolineato Cocco – è che in quelle zone di edifici nuovi ce ne sono ben pochi e addirittura il 50% delle scuole è stato costruito prima del 1980, quindi senza alcun criterio antisismico”.

Per questo, ha concluso, “l’unico modo per evitare i danni è la prevenzione”. “Rispetto alle grandi faglie dei terremoti di subduzione, come quelli che l Pacifico, dove ci sono terremoti di magnitudo 9 o addirittura superiori, e ci sono faglie lunghe centinaia o più di mille chilometri”, quelle che caratterizzano l’Appennino “sono microfaglie”, prosegue Amato. “Ma alla nostra scala e soprattutto con il nostro tessuto edilizio, che purtroppo è molto vulnerabile, queste faglie diventano delle faglie importanti. Non dovrebbe essere così, perché da questo tipo di terremoti ci si può difendere. Dovremmo approfittare almeno di questa circostanza per mettere in sicurezza il territorio”.

vivicentro.it/l’esperto
adnkronos/ Sam/Int9

Gabbiadini, l’intermediario: “Tranne clamorosi colpi di scena andrà a Firenze”

Le sue parole

Vincenzo Morabito, intermediario nella trattativa Gabbiadini-Everton, è intervenuto ai microfoni di Radio Crc: “Il Napoli in questo momento è impegnato nell’operazione più importante che dovrebbe portare Kalinic in azzurro e Gabbiadini alla Fiorentina”.

Su Maksimovic: “Come alternativa, Mangala resta un’ipotesi aperta. Il Manchester City, infatti, è disponibile a darlo in prestito. Ma il Napoli vuole provare a chiudere per il croato, una trattativa che dura addirittura da 12 mesi e mi chiedo come sia possibile. Forse andava cambiato il mediatore…”. 

Sul Chelsea e Koulibaly: “Ora i tifosi possono stare tranquilli, ma il prossimo anno sarà diverso. Sarà difficile, infatti, trattenere il giocatore”.

Su Gabbiadini e l’Everton: “Il club ha cambiato programma, le operazioni si fanno in due e le convenienze devono essere da entrambe le parti. Ora il giocatore sta procedendo spedito verso Firenze. Salvo clamorosi colpi di scena, credo che la nuova destinazione sarà alla viola”. 

De Laurentiis: “Sono sconvolto, devolverò parte dell’incasso di Napoli-Milan ai terremotati”

Questo l’annuncio del patron

La Ssc Napoli si mobilita per lo spaventoso terremoto che ha colpito il centro Italia. Il patron azzurro Aurelio De Laurentiis ha deciso di devolvere parte dell’incasso di Napoli-Milan alle popolazioni colpite. Ecco cosa ha scritto su Twitter:

“Come tutti sono sconvolto dalla tragedia del terremoto. Conosco bene quei paesi, da bambino ci passavo tanto tempo con la famiglia. Ho deciso di devolvere una parte dell’incasso di Napoli-Milan in favore delle popolazioni colpite. L’utilizzo dei fondi sarà definito di comune accordo con la Protezione Civile”.

Juve Stabia, anche gli Ultras vicini alle popolazioni colpite dal terremoto

I tifosi della Juve Stabia si sono sempre distinti per rispetto, educazione e solidarietà. All’indomani del tremendo terremoto che ha colpito il centro Italia, gli Ultras stabiesi danno l’ennesima dimostrazione dei loro profondi valori.

La Curva Sud ha infatti deciso di destinare quanta più acqua possibile alle popolazioni terremotate. L’obiettivo è quindi raccogliere tutta l’acqua che si può per poi farla arrivare nelle zone di emergenza. Un gesto concreto di enorme valore.

Per contribuire a questa splendida iniziativa basta recarsi all’associazione Gaetano Musella, adiacente allo Stadio Menti, lato tribune.

Riportiamo il comunicato che spiega l’iniziativa della Curva Sud:

 

La Curva Sud Stabiesi si stringe al dolore del popolo terremotato, ed informa la città che ci stiamo attivando (siccome siamo la città delle acque) di far arrivare diversi furgoni di acqua come bene di primissima necessità .
Per chi vuole contribuire con un piccolo gesto ci trova presso la nostra sede Associazione Gaetano Musella vicino allo stadio .
Un piccolo gesto vale un grande aiuto !!!
Non lo facciamo per la notorietà , ma perchè c’è lo ordina il nostro cuore.

 

Catania mai sconfitto in casa dallo Stabia: tutti i precedenti

Il Catania e lo Stabia si sono incontrate in gare di campionato quattro volte, prima al “vecchio campo Polisportivo” e poi allo stadio “Cibali” di Catania e in tutti e quattro gli incontri gli etnei hanno avuto la meglio. Vediamo nei dettagli tutti i precedenti:

1931 / 1932 – Campionato Nazionale di Prima Divisione girone ‘ F ‘

8 novembre 1931 – 6° giornata d’andata: CATANIA – STABIA 2 – 0.

1937 / 1938 – Campionato Nazionale di Serie C girone ‘ E ‘

8 maggio 1938 – 15° giornata di ritorno: STABIA – CATANIA 6 – 0 risultato tennistico a favore degli etnei che realizzarono tre reti per tempo, nel primo: Ravizzoli, Pinto e Corallo; nel secondo ancora Ravizzoli e Corallo ed infine Bellini.

1948 / 1949 – Campionato Nazionale di Serie C girone ‘ D ‘

26 dicembre 1948 – 14° giornata d’andata: CATANIA – STABIA 1 – 0 gol vittoria dei siciliani a metà primo tempo con Porcelli.

1951 / 1952 – Campionato Nazionale di Serie B

1° giugno 1952 – 16° giornata di ritorno: CATANIA – STABIA 4 – 2 (arbitro Jonni Cesare di Macerata) Brondi e una doppietta di Bartolini chiusero il primo tempo a favore dei rossazzurri, nel secondo, per le vespe prima accorciò l’attaccante Italo MARRA, poi ancora siciliani in gol su calcio di rigore realizzato da Klein ed infine per i gialloblù andò a segno l’attaccante Egidio DI COSTANZO.

Davide DI NICOLA
Davide DI NICOLA

Catania e Juve Stabia, si sono affrontate in gare di campionato due volte allo stadio “Angelo Massimino” di Catania ed in entrambi i confronti, la gara è terminata con il medesimo risultato, questi i precedenti:

1999 / 2000 – Campionato Nazionale di Serie C1 girone ‘ B ‘

21 novembre 1999 – 11° giornata d’andata: CATANIA – JUVE STABIA 1 – 1 (arbitro Attilio Belloli di Bergamo) al gol del vantaggio degli etnei di Passiatore a metà primo tempo, pareggiò ad inizio ripresa il bomber Davide DI NICOLA.

Diop
Abou DIOP

2015 / 2016 – Campionato Nazionale di Lega Pro girone ‘ C ‘

13 marzo 2016 – 9° giornata di ritorno: CATANIA – JUVE STABIA 1 – 1 (arbitro Fabio Schirru di Nichelino) l’ex Bombagi al ventisettesimo del primo tempo portò in vantaggio i siciliani ma dopo appena dieci minuti le vespe ristabilirono la parità con Abou DIOP.

Giovanni Matrone

 

Emergenza terremoto: l’aiuto del PD, come contribuire

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RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO per l’ Emergenza Terremoto

Carissime, carissimi,
dopo il devastante terremoto che nella notte scorsa ha colpito il centro Italia ci siamo subito raccordati con il livello nazionale per fare in modo che anche il PD lombardo possa essere d’aiuto nel far fronte all’ Emergenza Terremoto .
Tutti noi possiamo contribuire – in particolare attraverso la rete dei nostri Circoli e delle Feste de L’Unità che si stanno svolgendo nella nostra Regione – non solo personalmente ma anche diffondendo attraverso tutti i canali disponibili (le Feste, il passaparola, i siti e social network…) le coordinate bancarie per la raccolta fondi in favore della popolazione colpita.

Vi preghiamo quindi di rendere il più possibile nota questa iniziativa.

Coordinate bancarie:
Iban – IT96H0103003200000006365314
Bic – PASCITMMROM

Partito Democratico
“Raccolta Fondi per Terremoto”
Via di Sant’Andrea delle Fratte 16
00187 Roma

Sono sicuro che ci attiveremo da subito nel modo più ampio possibile: grazie a tutti voi per quello che farete.

Un caro saluto,

Michele Orlando
segretario provinciale

vivicentro.it/terzapagina – vivicentro.it/nord/terzapagina

Specchio dei Tempi in aiuto dei terremotati: come donare

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Effettuato un primo versamento di 100.000 euro, aperta la sottoscrizione fra i lettori

Oltre millecento lettori de «La Stampa» hanno già versato un contributo alla sottoscrizione che la «Fondazione Specchio dei tempi» ha lanciato per sostenere le popolazioni colpite dal terremoto. Dopo che la Fondazione aveva destinato 100.000 euro di fondi propri, sono arrivate le donazioni con le carte di credito, quelle via bonifico e i versamenti sul conto corrente postale. In appena dieci ore, è stata raccolta una somma vicina ai 175.000 euro.

Come sempre «Specchio dei tempi» individuerà i progetti da realizzare in pochi giorni. Domenica saremo nei paesi più colpiti, incontrando i sindaci e la gente. E contiamo entro la prossima settimana di definire i primi interventi. L’obiettivo resta quello consueto: sostenere la ripresa dell’attività di scuole, asili, strutture pubbliche e sanitarie. «Cercheremo di dare una mano presto e bene – spiega il presidente Lodovico Passerin d’Entreves – con la responsabilità che merita la fiducia di tanti lettori».

Intanto a Genova «Il Secolo XIX» ha iniziato una raccolta fondi che confluirà nella sottoscrizione di Specchio.

COME DONARE

– Si dona con un bonifico sul conto corrente intestato a Fondazione – La Stampa Specchio dei tempi, via Lugaro 15, 10126 Torino, Iban: IT14 P033 5901 6001 0000 0117 200.

– Su conto corrente postale numero 7104, intestato a La Stampa – Specchio dei tempi.

– Oppure agli sportelli in via Lugaro 21 – anche con carta di credito o bancomat – dalle 14 alle 19, (sabato e domenica 16-19).

– È possibile usare la carta di credito anche con donazioni online (www.specchiodeitempi.org).

È utile indicare, nella causale «Terremoto Centro Italia». Le offerte (eccetto quelle in contanti) sono fiscalmente deducibili.

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Pescara del Tronto : la piccola Giorgia salvata dopo 15 ore

A Pescara del Tronto, borgo raso al suolo dal sisma, i soccorritori non perdono mai la speranza. Lavorano senza lesinare sulla fatica. La loro soddisfazione si chiama Giorgia, 8 anni, estratta viva dalle macerie dopo 15 ore di polvere, sassi, e paura.

Il paesino delle vacanze raso al suolo come in guerra FRANCESCO GRIGNETTI*

Giorgia, a 8 anni viva dopo 15 ore: il miracolo nel borgo cancellato. Salvata dalle macerie nella frazione distrutta ha sorriso ai suoi salvatori

Il paese che non c’è più era qui, aggrappato a una collina. Al suo posto c’è ora un grande silenzio. Il mormorio del fiume Tronto, a valle; il vento tra gli alberi; e poi il respiro affannoso di chi scava, e scava, e scava.

Pescara del Tronto, il paese che non c’è più, alle 3,30 della notte ha smesso di essere un borgo ed è tornato ad essere pietre. Qui sembra davvero che sia finita la speranza, oltre che la vita dei suoi abitanti. Un paese non può scomparire così, d’un colpo, come se l’avessero bombardato nella notte. E invece, no. A Pescara del Tronto i soccorritori non danno mai per morta la speranza. Lavorano senza lesinare sulla fatica. Gente in divisa e chi è arrivato con il badile del cantiere e vuole dare una mano. E hanno ragione a non mollare. La loro soddisfazione si chiamerà Giorgia, 8 anni, trovata dopo 15 ore di polvere, sassi, e paura. L’hanno chiamata a lungo e non rispondeva. I parenti che erano fermi a indicare quali massi spostare tremavano ormai. E la sorellina Giulia, di qualche anno più grande, purtroppo a sera non l’avevano ancora trovata. Lei invece, la piccola Giulia, che ha avuto anche la forza di sorridere ai suoi salvatori, salva per miracolo perché si è formato un incastro di travi che l’hanno protetta dalle pietre, alla fine è stata tirata fuori. Erano le 18. Dai resti di Pescara del Tronto si è alzato un lungo applauso liberatorio, spontaneo, tra chi, vigili del fuoco, paramedici, speleologi e soccorso alpino, volontari vari, mangiava polvere da ore e trovava per lo più cadaveri.

Per arrivare a Pescara del Tronto, lasciata la via Salaria, ci si inerpica per una strada che ora è ridotta a un sentiero. «La nostra frazione è rasa al suolo», si dispera il sindaco di Arquata del Tronto, Alessandro Petrucci. Sì, qui la natura si è accanita particolarmente. «Una cosa così non avrei potuto mai immaginarla», racconta un sopravvissuto, Vincenzo Di Schiavi, come tanti romano di adozione. «Sembrava che non dovesse finire mai. La scossa sarà andata avanti due o tre minuti. Prima il letto ha sussultato e ci ha svegliato, a me e mia moglie; poi ha cominciato a oscillare. Le scosse sbattevano il letto contro il muro. Bum, bum. Non riuscivamo a scendere».

Il signor Vincenzo e la moglie si sono salvati. Suo suocero, che abitava in una vecchia casa in pietra, non ce l’ha fatta. Il corpo l’hanno trovato attorno all’ora di pranzo. Mentre racconta, si tiene stretto il cagnolino al petto. E così fa la moglie. «Boh, dicono che i cani ti avvertono di un terremoto in arrivo. Questi hanno dormito…».

Il dramma di Pescara del Tronto è che storie così sono in pochi a poterle raccontare. Il grosso dei suoi abitanti è ancora sotto le macerie. Si parla di 100, 120 abitanti sepolti. «Dio perdona, la natura no», dice il vescovo di Ascoli, monsignor D’Ercole, che dalle 5 del mattino è in giro per queste frazioni e poi si è fermato al parco giochi di Pescara del Tronto, trasformata in un obitorio a cielo aperto. «Perché la natura si vendica, se la offendi». E mentre parla, fa un largo giro con le braccia indicando le case che un tempo dovevano essere tutte aggrappate a questa collina e che ora sono una distesa di macerie.

Pescara del Tronto era un paesino di villeggianti. La sua parabola ricorda quella di tutti i nostri borghi di montagna: cinquanta anime d’inverno, cinquecento a ferragosto, quando tutte le seconde case sono aperte. «Se questa scossa succedeva una settimana fa, qui era una strage», spiega un altro dei sopravvissuti, Giuseppe Cafini, che normalmente vive a Pomezia. «Noi ci siamo salvati perché grazie a Dio i solai hanno retto. Una parete è come esplosa, ma il resto ha tenuto». Quando la botta è finita, ha preso una torcia e con l’aiuto della moglie ha portato fuori padre, suocera, e badante.

Subito dopo la scossa, hanno cominciato a vagare tra le rovine e a chiamarsi tra di loro, gli abitanti. Al buio. «Accanto a me c’era una famiglia di romani, che si erano comprati una casetta e ci avevano messo almeno 5 anni a mettersela a posto. Ho capito che non c’era niente da fare. Era venuto tutto giù». I vigili del fuoco li hanno estratti al mattino: morti padre, madre e figlia. Uno strazio.

E c’è chi si è salvato perché sono arrivati i parenti a salvarlo. Riccardo Vertecchi, 60 anni, che abita a Cascia, si è messo in macchina alle 5 del mattino con il fratello. Gente di poche parole e molti fatti, i suoi nipotini Leone e Samuele erano stati con lui a Cascia fino a ferragosto. Poi erano andati dai nonni, a Pescara del Tronto. Mentre Mauro, il papà dei bambini, arrivava anche lui guidando lungo la Salaria, il signor Riccardo è andato a prendersi i piccoli. Scavando a mani nude, assieme ai primi vigili del fuoco che nel frattempo erano arrivati da Ascoli, ha salvato bimbi e nonna. «Un miracolo». Il nonno non ce l’ha fatta. E come lui tanti, troppi bambini.

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* INVIATO AD ARQUATA DEL TRONTO

Accumoli : distrutta una famiglia! Schiacciati in casa dal campanile

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Ad Accumoli un’intera famiglia è morta nel sonno: una giovane coppia e due piccoli bimbi, Stefano e Riccardo – rispettivamente 7 anni e 8 mesi – sono rimasti intrappolati nella loro casa, schiacciata dal campanile della chiesa adiacente crollato sul tetto.

Accumoli, la famiglia distrutta dal campanile appena restaurato PAOLO FESTUCCIA*

Una giovane coppia muore nel sonno con i due figli. Il tetto della casa sfondato dalle macerie della chiesa

Alle 3.36 erano tutti al centro in paese. Anziani e bambini, nonne e cugini. Poi la conta e il terrore. All’appello mancavano in tanti. E lungo la curva tra chiesa e caserma nessun segnale di Andrea e Graziella.

Tutti lì, dentro la casa squarciata dal sisma: un’intera famiglia, una giovane coppia e due piccoli bimbi: Stefano e Riccardo, rispettivamente 7 anni e 8 mesi. Intrappolati dentro un palazzo sfondato dal peso del campanile della chiesa adiacente crollato sul tetto. Un campanile restaurato con i fondi del terremoto aquilano e che conficcandosi nell’abitazione ha ucciso un’intera famiglia trascinando via la loro casa e ogni speranza di vita. Speranze giudicate flebili sin dai primi momenti, ma alle quali un intero paese ha provato a legarsi. «Dobbiamo crederci…». E del resto, «loro dormivano in quell’altra stanza», indicavano da fuori i parenti ai primi interventi della protezione civile.

Gli uomini dei soccorsi forzano l’ingresso, provano a superare le scale bloccate dai crolli. Sentono lamenti, ma alla fine devono arrendersi: «Impossibile, non si riesce proprio ad entrare». Due agenti della polizia, Candido Vallocchia e Enrico Marchioni, scavano a mani nude, poi più tardi ritentano i vigili del fuoco. Ma il risultato non cambia. Nel frattempo sono passate oltre quattro ore quando arriva la prima pala meccanica. Si prova ad aprire il fianco della casa nella parte inferiore. Dall’interno nessun lamento, nessuna richiesta d’aiuto. Nella casa c’è un’intera famiglia, papà Andrea di 35 anni e mamma Graziella di 32. Sono accumulesi doc. Andrea lavora, la moglie si occupa dei figli: una vera passione.

Una «famiglia perfetta», e «lui un giovane straordinario, gran lavoratore», commenta chi da ore davanti a quella casa spera in un finale diverso. «Colpa del campanile – assicura una donna in fondo alla via di fronte al belvedere -. Se non ci fosse stato quel campanile…». E ancora: «Ma come è possibile che sia crollato dopo essere stato restaurato». Certo è, però, dice Antonio, quasi novanta primavere suonate e lacrime al volto, «Na botta cocì no a so se sentita mai».

Eppure la serata era filata via liscia. Fino a dopo «mezzanotte con Andrea abbiamo giocato a carte in piazza. Chi lo avrebbe mai immaginato. Questa botta non ci voleva. Abbiamo perduto tutto. Una tragedia, recentemente sua moglie aveva perduto anche il fratello in un incidente stradale. Un grande dolore per tutta la famiglia».

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Un momento complicato per la perdita di un affetto tanto caro, insomma, difficile ma come tante volte lo è la vita. Ma la loro ultima serata, quella tra martedì e mercoledì, come molte altre in queste sere di agosto appena passate era filata via liscia nella piccola piazza di San Francesco. Il bimbo più piccolo (Riccardo) al letto presto, e Stefano il grande deluso per le sorti della Roma. Anche lui come tanti altri bambini sognava i grandi del calcio, le vittorie della Roma, «Totti e gli altri compagni», racconta una parente scesa in strada senza scarpe nella notte più drammatica e difficile per Accumoli. Andrea era socievole, suonava nella banda, era un pezzo di gioventù e di vita per Accumoli all’interno di un sistema sociale dove i più giovani cercano di andare, cambiare, uscire da quel piccolo mondo montano che solo in estate prova a diventare città. Andrea era autentico, come «l’intera famiglia. Mai avrebbero lasciato Accumoli».

Poi le due terribili scosse. Ma è stata la prima «che li ha portati via», commenta uno degli operatori cinofili che con il suo labrador ha fiutato i cadaveri. «Loro due erano nel letto con il bimbo più piccolo in un lettino accanto. Sono stati uccisi nel sonno, quasi senza rendersene conto».

Fuori dal palazzo sventrato si vede appesa poco dopo la porta una foto incorniciata con la coppia abbracciata. Insieme, felici e sorridenti. Così come lo erano del resto – ascoltando i racconti – nella loro vita. Mai uno screzio, un problema uscito dalle mura domestiche. Affiatati e legati dalla passione per i figli. Riccardo, il più piccolo, pare fosse ancora vivo quando sono arrivati intorno alle quattro e mezzo del mattino i primi soccorritori. Poi, però, raccontano, lo sciame sismico che si è protratto nei momenti successivi «lo ha portato via irrimediabilmente». Riccardo è stato anche il primo della famiglia che i soccorritori hanno condotto fuori dall’interno della casa. Quando il bimbo esce avvolto in una coperta di colore verde tra le braccia di un vigile del fuoco nessuno riesce a trattenere le lacrime. Anche tra coloro che lo hanno tirato via da quelle macerie. C’è un misto di dolore, rassegnazione, ma anche di rabbia. Rabbia per una giovane famiglia che non ce l’ha fatta sin dal momento della prima grande scossa ad accorrere al centro della piazza come gli altri accumulesi. Che sia il destino, la vita o peggio ancora quel campanile appena ristrutturato della chiesa accanto che non ha retto alle scosse, di certo Accumoli da domani è ancora più sola.

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L’ hotel Roma non c’è più: il terremoto l’ha distrutto

Era una serata di festa all’ hotel Roma, il più noto albergo di Amatrice, 40 stanze, molte occupate. Ora l’albergo più gettonato della zona non c’è più, proprio come Amatrice. Metà hotel è implosa, l’altra metà si è inclinata a valle e le stanze sono volate giù, per decine di metri.

L’ultima notte dell’hotel Roma: “Qui non ci sono più feriti” MATTIA FELTRI*

Era serata di festa nell’albergo di Amatrice, 40 stanze, quasi tutte occupate dai turisti. La disperazione dei soccorritori: “Bimbi estratti dalle macerie, dove sono i genitori?”

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Le lancette dell’orologio della torre civica di Amatrice sono rimaste bloccate sull’istante del disastro (Reuters)
Le lancette dell’orologio della torre civica di Amatrice sono rimaste bloccate sull’istante del disastro (reuters)

Il silenzio è l’ultima cattiva notizia. «Non si sente più un’ambulanza né un grido. Non un solo rumore», dice una volontaria della Misericordia di Antrodoco, provincia di Rieti. È metà pomeriggio ad Amatrice e il primario dell’ospedale, Stefano Previtera, da qualche ora aspetta feriti che non arrivano più.

«Tutto finito a mezzogiorno. Davamo le prime cure e poi la gente veniva portata agli ospedali di Rieti, Roma, Ascoli. Ma adesso, purtroppo…». La volontaria telefona alla sorella, che è dall’altro lato del paese, sotto l’hotel Roma. «Dice che hanno tirato fuori dei feriti stamattina, poi basta. Lì è il disastro».

L’hotel Roma, il più gettonato del luogo, come Amatrice, non c’è più. L’altra notte ospitava un centinaio di turisti. Molti bambini, ma non si sa quanti. L’hotel poggiava su un terrapieno che per la scossa ha ceduto. Metà hotel è implosa, l’altra metà si è inclinata a valle e le stanze sono volate giù, come fossero di cartapesta, per decine di metri. «Non ne troveranno più uno vivo» dice al tramonto Marcello, che fa il costruttore edile nella zona. Ma forse è soltanto la disperazione. Forse l’orrore di questo panorama. Sta cercando i nipoti della fidanzata, due gemelli di sette anni, e non li trova. Nessuno qui sa chi ci fosse dentro l’albergo. La proprietaria vaga vicino al punto di raccolta nell’area Est del paese. «Il piano terra è rimasto quasi intatto, ma sopra non c’è più niente», dice. Abbraccia un’amica, deglutisce, e non risponde più alle domande.

I VIGILI DEL FUOCO  

Già da ieri sera i vigili del fuoco e la protezione civile hanno cominciato a entrare nelle macerie dell’albergo. Martedì sera c’era stata una delle tante sagre che il Roma ospita d’estate. Le cose che si fanno nei paesini dell’entroterra, si mangia e si beve e si canta fino a tardi e sabato era previsto il clou, la serata dello spaghetto all’amatriciana, della cui ricetta originaria, in tutta la sua sacralità, il ristorante dell’hotel è considerato il depositario. «Qui ad Amatrice vive sì e no un migliaio di persone, con le settanta frazioni si arriverà a tremila. Ma questa è la settimana di pieno, non è mai così per il resto dell’anno. Fra un settimana sarebbe stato terribile ma non così, così è insopportabile», dice Luca, tecnico radiologo nel piccolo ospedale di Amatrice. Dice che qui molti, soprattutto molti romani, hanno una seconda casa, dove magari vivono i genitori che d’estate tengono i nipotini in vacanza. I segni dei bambini sono ovunque, lungo il corso del paese spazzato via dalle scosse. Peluche di Peppa Pig, un pupazzetto dei Pokemon, un’automobilina Ferrari, pezzi di Lego, fumetti, scarpette, piccole felpe Gap, sussidiari scolastici, quaderni dei compiti. Anziane signore piangono con le mani rovinate. All’alba sono state sorprese dai soccorsi mentre scavavano. Giulio, 26 anni, subito dopo la scossa ha preso un camion – anche se non ha la patente specifica – ed è andato dal suocero a prendere attrezzi buoni a spostare pietre e sassi e lavandini venuti giù sulla strada insieme ai frigoriferi e agli armadi . «Ho tirato fuori due bambini, erano molto piccoli, avranno avuto un anno e mezzo o due. Un maschio e una femmina. Io sono di qui, conosco tutti, ma loro non so chi fossero. Sicuramente dei villeggianti. Stavano bene, dicevano qualche parola. Erano spaventati ma non piangevano. Sono stati bravissimi. Li ho portati in un punto di raccolta. Di loro non so più niente. Se abbiano perso i genitori, se qualcuno li stia cercando. Niente. Ho tirato fuori anche una ragazzina ma per lei non c’era niente da fare. Ho tirato fuori dei morti e non conoscevo il loro volto».

LO STRAZIO DEI PARENTI  

I parenti arrivano da fuori, intasano la strada che, bloccata per tutti gli altri a sette chilometri dal centro, conduce verso la fine di questo piccolo mondo. Antonio, di San Benedetto del Tronto, ci dà un passaggio: «Non ho notizie di mia madre ma grazie al cielo avevo portato via i miei figli proprio ieri. Hanno tredici e undici anni. Non riesco a pensare a che cosa poteva succedere, e poi adesso devo pensare a mamma». I pochi corpi recuperati giacciono in obitori di fortuna, in giardini con carriole rovesciate e ringhiere divelte. Sono avvolti in lenzuola da cui esce una mano, capelli intrisi di polvere. Gente in ciabatte, in pigiama, con borse di plastica colme di pochi vestiti, bottiglie d’acqua e confezioni di biscotti, aspetta per il riconoscimento. C’è il sangue, ci sono le lacrime, tutto lo spaventoso corredo di questi momenti. Ci sono case e palazzine quasi tutte collassate. Uomini e donne in fila, ognuno con una propria disperazione, che aspettano di essere chiamati per controllare il volto dei morti. Una ragazza che viene da Roma singhiozza: «Qui dentro i miei genitori non ci sono. Sì lo so, forse sono ancora vivi. Ma dove sono? Nessuno lo sa». Arriva un’altra scossa, la millesima. Non la ascolta più nessuno.

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