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Castellammare di Stabia

Il sisma evidenzia forza e debolezza

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La forza è nella professionalità dei soccorritori, mentre la debolezza è la rassegnazione ad abitare in centri vulnerabili ai terremoti. Polvere e paura: i volti della tragedia assomigliano a quello della suora con la fronte insanguinata. Nel terremoto che ha ferito l’Italia i morti sono almeno 247. I dispersi centinaia, gli sfollati migliaia.

La debolezza e la forza di un Paese MAURIZIO MOLINARI

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l sisma che ha ferito l’Italia evidenzia forza e debolezza del carattere nazionale. La forza è nello slancio dei volontari e nella professionalità dei soccorritori impegnati a sollevare ogni pietra dietro la quale può esserci una vita, nella solidarietà fra abitanti della terra ferita, nel rispetto per le vittime sconosciute e nella corsa a donare ai sopravvissuti. La debolezza è invece nella rassegnazione ad abitare in centri urbani vulnerabili ai terremoti, nella fatalità con cui si accetta la furia della Natura, nella passività con cui ci si trasferisce in alloggi precari sapendo che dureranno a lungo, nel sentimento di impotenza davanti ad un edificio che crolla in aree remote, difficili da raggiungere, spesso prive di servizi basilari. Bisogna costruire sulla forza della nostra nazione con la stessa determinazione con cui dobbiamo aggredirne le debolezze.

La strada per riuscirci è trasformare il coraggio e l’intraprendenza dei soccorritori in un modello di intervento per poter sconfiggere il tabù di edifici considerati impossibili da difendere dai sismi solo perché costruiti in epoche lontane e in aree rischiose. Come dimostrano gli studi dell’Università di Princeton e i precedenti del Cile – terra di terremoti – l’ingegneria anti-sismica ha la nuova frontiera nella tecnica del «retrofit» che consente di ristrutturare gli edifici per farli resistere a potenti scosse.

Fra le sfide del nuovo secolo c’è ridefinire la presenza sul territorio per convivere con i pericoli ambientali, a cominciare dai terremoti visto che ne abbiamo subiti in Italia ben 400 negli ultimi 2000 anni, inclusi almeno 15 grandi dal 1905. Per comprendere come ricorrere alla creatività per sanare le debolezze bisogna ascoltare Carmine Galasso, docente di Ingegneria anti-sismica all’University College di Londra, secondo il quale abbiamo «uno dei più avanzati standard di costruzioni» ma dobbiamo ancora «adattare i vecchi edifici alle nuove regole». Ovvero, sappiamo come proteggerci ma tardiamo a farlo.

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