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Castellammare di Stabia
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Higuain ha dato spettacolo in allenamento con due gol d’autore

La Repubblica scrive: “Nell’allenamento di ieri ha dato spettacolo Gonzalo Higuain, segnando una doppietta d’autore nel test amichevole in famiglia. Sarri ha tutto il gruppo a sua disposizione, con l’unica eccezione dello squalificato Jorginho. Il suo posto in cabina di regia contro il Torino sarà preso da Valdifiori, che torna dal primo minuto in campionato dopo una parentesi di oltre tre mesi. L’unico rischio è un calo di tensione ed è per questo che stasera il gruppo andrà in ritiro: a scanso di sgradite sorprese. Sarri ha subito ripreso il controllo della situazione, dopo essersi separato a malincuore dai suoi giocatori durante la sosta”.

Il ritorno della tempesta perfetta MARIO DEAGLIO*

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Ai tempi delle grandi cadute di Borsa del 2008 fu utilizzata l’espressione «tempesta perfetta» per descrivere lo stato dei mercati finanziari. La realtà, però, supera spesso la fantasia e ieri siamo stati testimoni di una ben maggiore tempesta: un’incredibile miscela, potenzialmente disastrosa, di finanza e religione, di strategia e politica, di dati economici di breve periodo e problemi di portata storica ha percorso il mondo nel giro di poche ore. 

Improvvisamente e quasi contemporaneamente, quattro venti cattivi hanno preso a soffiare a ritmo di bufera. Il primo, squisitamente economico, è venuto da Est, e precisamente dalla Cina, dove gli ultimi dati indicano un rallentamento sempre più marcato della crescita economica. Il resto del mondo non potrà attendersi dalla Cina, nei prossimi trimestri, nuovi, importanti stimoli all’espansione economica. Dietro la realtà scintillante di un traboccante sviluppo e di nuove iniziative, fa capolino un’altra Cina, inquinata e insicura, incapace di rappresentare con la sua crescita, come molti avevano sperato, un’oasi di certezza per il resto del mondo. 

Il secondo vento cattivo soffia da Sud, o se si preferisce da Sud-Est, dove la tensione tra sunniti e sciiti si è tradotta in uno scontro durissimo. 

Dopo l’esecuzione di un capo religioso sciita, in pochissime ore si è passati dalla sospensione delle relazioni diplomatiche e dei collegamenti aerei tra Arabia Saudita e Iran alla concreta prospettiva di una guerra religiosa medio-orientale senza precedenti in tempi moderni. 

Quando da noi erano le tre e mezzo del pomeriggio, il suono della campanella di Wall Street apriva le contrattazioni nella maggiore Borsa del mondo e si è trattato del peggior inizio d’anno nella storia finanziaria degli Stati Uniti: la debolezza dei titoli petroliferi, la situazione non chiara di molte banche, la mancanza di buoni segnali di crescita hanno creato un cocktail di negatività con pochi precedenti. I circa 400 punti persi dal maggior indice di Borsa americano (una caduta oltre il 2 per cento) sono un segnale dell’attuale fragilità dell’economia americana. 

E infine ecco il quarto vento di tempesta, un ciclone che scuote un’Europa incapace di prendere alcuna vera iniziativa né sul fronte del terrorismo né su quello delle migrazioni, con un’economia che complessivamente vivacchia senza riuscire a dare vere prospettive di lavoro ai giovani; un’Europa che almeno per il momento, non si sgretola ma sicuramente si screpola. 

Una nuova screpolatura si è infatti aperta a metà giornata con la decisione della Svezia di reintrodurre (dopo decenni) il controllo di identità ai confini con la Danimarca per frenare l’afflusso dei profughi dal Medio Oriente; immediatamente dopo, la Danimarca ha deciso di fare lo stesso ai confini con la Germania. Va considerato che un’intera generazione di giovani europei (gli stessi che faticano a trovar lavoro) trova perfettamente naturale passare senza controlli da un Paese all’altro: per quanto temporaneo e selettivo, il ritorno dei controlli su chi passa i confini rappresenta uno «choc culturale» prima ancora che un brutto passo indietro. L’Europa rende più difficile il movimento delle persone forse perché non sa bene dove vuol andare. Forse solo la Signora Merkel, ormai a fine carriera e quindi senza un vero problema di rielezione, potrebbe cercare di recuperare il «senso» dell’Europa. 

Dove ci porterà tutto questo? È difficile dirlo perché l’intreccio, a livello mondiale, di un numero così elevato di fattori di natura diversa non ha riscontro nella storia recente, perché le ricette del passato non consentono di affrontare una situazione così complessa e perché nessuno sembra avere più alcuna vera forma di controllo su quanto sta avvenendo. La tempesta, per ora, non tocca le realtà, relativamente piccole, come il tentativo italiano di trasformare un rimbalzo congiunturale in una vera e propria ripresa economica e occorre aggrapparsi proprio alle piccole realtà positive per affrontare «dal basso» una situazione in cui le vie d’uscita appaiono problematiche e lontane. Per questo il caso italiano, con tutte le sue difficoltà, ha una rilevanza europea e, forse, mondiale. 

 

*mario.deaglio@libero.it / lastampa

Facebook sitter. MASSIMO GRAMELLINI*

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Ciascuno ha i buoni propositi di inizio anno che si merita. In cima alla mia lista ho messo quello di diventare adulto prima di ritrovarmi vecchio. Marc Zuckerberg di Facebook, che pur essendo molto più giovane è assai più adulto e pratico di me, intende assumere un maggiordomo artificiale ispirato al Jarvis di Iron Man, che gli obbedisca con fedeltà ma con meno servilismo degli umani che scodinzolano intorno a chiunque rilasci una scia di denaro o di potere. Nei piani di Zuckerberg il robot di famiglia dovrebbe soprattutto vigilare sulle esigenze della sua neonata di nome Max: dirgli se dorme, se piange, se ha fame. Una specie di super Salvavita Beghelli, per ora. Ma poi? Qual è il limite, se ne esiste uno?

Non liquidate la faccenda come uno sfizio da ricchi perché arriverà il momento in cui il maggiordomo artificiale di Zuckerberg busserà, debitamente brevettato, alla vostra porta. Portatovi probabilmente dallo stesso Zuckerberg, che dopo essere diventato ricco mettendo, o fingendo di mettere, gli esseri umani in relazione tra loro pensa già a farli interagire con le macchine, addirittura con una baby-sitter al silicio. Ma se una creatura che cresce accanto a una tata filippina impara a dire «girappa» invece di giraffa e «porno» invece di forno, cosa diventerebbe la piccola Max Zuckerberg il giorno in cui si relazionasse con un oggetto privo di emozioni e sempre uguale a se stesso? E se poi quell’oggetto arrivasse a provarle davvero, le emozioni, dove troverebbe la piccola Max la forza e il diritto di spegnerlo?

Giuntoli blinda i gioielli: Mertens, Ghoulam e Koulibaly rinnoveranno fino al 2020

La Gazzetta dello Sport scrive: “Dopo aver sistemato il rinnovo di Jorginho (2020), Cristiano Giuntoli ha rimandato ogni altra discussione di questo genere alla fine di marzo, quando si avrà un quadro più chiaro sulle ambizioni della squadra. D’altra parte, tutti i giocatori sono coperti, almeno fino al 2018, ma il dirigente allungherà i contratti di Koulibaly, Mertens e Ghoulam fino al 2020”. Capitolo El Kaddouri: “El Kaddouri potrebbe andare all’Atalanta già nei prossimi giorni se il Napoli dovesse ingaggiare il giovane Grassi per giugno”.

TEATRO SOCIALE, BRESCIA. MOLIÈRE: LA RECITA DI VERSAILLES (dal 6 al 9 gennaio)

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TEATRO SOCIALE

Via Felice Cavallotti, 20 – Brescia

Da mercoledì 6 a sabato 9 gennaio 2016 (ore 20.30)

Domenica 10 gennaio (ore 15.30)

Teatro Stabile di Bolzano

presenta

MOLIÈRE: LA RECITA DI VERSAILLES

Rossi MOLIRE LA RECITA DI VERSAILLES

di Stefano Massini, Paolo Rossi, Giampiero Solari

scene e costumi Elisabetta Gabbioneta – luci Gigi Saccomandi

Regia di GIAMPIERO SOLARI

con Paolo Rossi

Lucia Vasini, Fulvio Falzarano, Mario Sala, Emanuele Dell’Aquila, Alex Orciari, Stefano Bembi,

Mariaberta Blasko, Riccardo Zini, Irene Villa, Karoline Comarella, Paolo Grossi

Durata dello spettacolo: 2.20 (con intervallo)

Da mercoledì 6 a sabato 9 gennaio 2016 alle ore 20.30 e domenica 10 gennaio alle ore 15.30 al teatro Sociale di Brescia sarà in scena la commedia MOLIÈRE: LA RECITA DI VERSAILLES, regia di Giampiero Solari, prodotto dal Teatro Stabile di Bolzano.

La riscrittura dell’opera, firmata da Stefano Massini, uno dei maggiori drammaturghi italiani, Paolo Rossi e Giampiero Solari, si prefigge di approfondire l’arte comica, fondendo tradizione e attualità con rigore e poesia. Ne nasce una divertente rappresentazione della vita quotidiana dei teatranti, alla ricerca del capolavoro, tra brani tratti dalle commedie più celebri e stralci della biografia straordinariamente affascinante del grande capocomico francese. Un viaggio nel teatro, nelle opere e nella biografia di Molière, il racconto del dietro le quinte di una compagnia in prova che deve allestire uno spettacolo in tutta fretta, una nuova commedia che mette a confronto in un gioco di specchi temporali ed esistenziali il lavoro e la vita del capocomico Molière e del personaggio capocomico Paolo Rossi. 

Con Paolo Rossi troviamo una brillante compagnia, composta da Lucia Vasini, Fulvio Falzarano, Mario Sala, Emanuele Dell’Aquila, Alex Orciari, Stefano Bembi, Mariaberta Blasko, Riccrdo Zini, Irene Villa, Karoline Comarella, Paolo Grossi. Canzoni originali di Gianmaria Testa, musiche eseguite dal vivo “I Virtuosi del Carso. 

Vendita biglietti:

TEATRO SOCIALE

  • I biglietti sono in prevendita alla biglietteria del Teatro Sociale in orario della stessa. Via Felice Cavallotti, 20 – Brescia Biglietteria tel. 030 2808600 sociale.biglietteria@ctbteatrostabile.it SEDE PIAZZA LOGGIA
  • È possibile acquistare i biglietti per gli spettacoli di tutta la stagione al nuovo punto vendita nella sede del CTB in Piazza Loggia, 6 – dal 5 al 10 gennaio dalle 10.00 alle 13.00 (esclusi i sabato e festivi) Tel. 030 2928609
  • ON-LINE in tutti i punti vendita del circuito Vivaticket.it
  • LIBRERIA SERRA TARANTOLA Via F.lli Porcellaga, 4 – Brescia · Tel. 030290171 Orari: 9.15 – 12.15 /15.30 – 19.00 (lunedì mattina e domenica chiuso)

Prezzo dei biglietti singoli:

  • Platea Intero € 26,00 – Ridotto gruppi 23,00 – Ridotto speciale 18,00
  • Galleria centrale Intero € 18,00 – Ridotto gruppi 16,00 – Ridotto speciale € 13,00
  • Galleria laterale Intero € 12,00 – Ridotto Gruppi € 11,00 – Ridotto speciale € 10,00

INFO: CTB Centro Teatrale Bresciano

Piazza della Loggia, 6 – 25121 Brescia – tel. 030 2928611/617 – fax 030 2928619

(dalle ore 9.00 alle 12.30 e dalle ore 15.00 alle ore 17.30)

e-mail: organizzazione@ctbteatrostabile.it

ctbteatrostabile.it

Arabia Saudita interrompe relazioni con Iran, sospesi tutti voli

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Mosca si dice pronta a mediare e dispiaciuta per l’escalation in corso

E’ altissima la tensione tra Riad e Teheran con l’Arabia Saudita e il Bahrain che decidono di interrompere le relazioni diplomatiche con l’Iran che promette vendetta per l’esecuzione dell’imam Nimr al-Nimr. Ora i sauditi hanno deciso di sospendere tutti i voli da e verso l’Iran. Mosca si dice pronta a mediare. Intanto in Iraq due moschee sunnite sono state attaccate. In queste ore il segretario di Stato Usa Kerry ha telefonato ai ministri degli Esteri dei due Paesi, mentre l’inviato dell’Onu De Mistura volerà nelle due capitali per tentare di disinnescare l’escalation.

 “La vendetta divina si abbatterà sui politici sauditi”, ha detto ieri la Guida suprema Ali Khamenei nel secondo giorno dell’ira sciita contro la monarchia saudita. Parole durissime accompagnate da una immagine più che eloquente: un boia bifronte, una parte vestita con l’abito bianco saudita e l’altro con quello nero di Jihadi John, l’impietoso tagliatore di teste dell’Isis. 

boia isis

Ma da Riad la risposta è stata pronta: “Il regime iraniano è l’ultimo al mondo che può accusare gli altri di sostenere il terrorismo”, ha detto un funzionario del ministero saudita, visto che “sponsorizza il terrore ed è condannato dalle Nazioni Unite e da molti Paesi”. Riad interrompe i propri rapporti con Teheran evacuando i propri diplonmatici da Teheran e invitando quelli iraniani a lasciare l’Arabia Saudita entro 48 ore. Anche il Bahrain, secondo la tv panaraba al Arabiya, ha dato 48 ore di tempo ai diplomatici iraniani per lasciare il Paese.

Intanto nonostante i circa 50 arresti annunciati dalla magistratura, altre proteste si sono ripetute oggi nello stesso luogo, con scontri e qualche agente ferito. Proteste concluse con un atto simbolico da parte dei manifestanti: una targa nuova, con il nome dello Sheikh Nimr, al posto di quella che indicava Boustan street.

L’assalto al consolato nel Nord dell’Iran : إحراق القنصلية السعودية من قبل المحتجين الإيرانيين في مدينة مشهد رداً علی اعدام الشيخ النمر


 

Le autorità iraniane hanno annunciato che per l’assalto all’ambasciata saudita a Teheran sono state arrestate 40 persone. Secondo l’agenzia Isna, il procuratore di teheran Abbas Jafari Dowlatabadi ha detto che “sono in corso indagini per identificare altre persone coinvolte dell’attacco”.

Sceicco Al Nimr

Lo Sheikh Al Nimr, che nel 2009 aveva fatto appello alla secessione delle province orientali, ricche di petrolio e dove vive la maggioranza dei due milioni di sciiti del Regno, era stato condannato lo scorso anno da una Corte speciale a Riad per “sedizione” e per avere posseduto armi. Il leader sciita aveva respinto quest’ultima accusa e aveva detto di non aver mai incitato alla violenza. Suo fratello, Mohammad al Nimr, ha riferito che la famiglia è rimasta “scioccata” dalla notizia delle esecuzioni, ma ha fatto appello alla popolazione sciita perché ogni protesta “sia pacifica”. Mohammad al Nimr è il padre di Ali, il giovane anch’egli condannato a morte per il quale la comunità internazionale si è mobilitata negli ultimi mesi, ma che non compare nella lista dei giustiziati oggi. Amnesty International ha riferito che Ali al Nimr è stato arrestato nel febbraio del 2012, quando aveva 17 anni, ed è stato condannato a morte per rapina a mano armata e per aver attaccato le forze di sicurezza. Quella di oggi è stata la più grande esecuzione di massa in Arabia Saudita dal 1980, quando vennero messi a morte 63 militanti fondamentalisti per un assalto alla Grande Moschea della Mecca l’anno precedente. Nel 2015 invece, secondo varie organizzazioni per i diritti umani, le esecuzioni nel Regno sono state almeno 157, il numero più alto negli ultimi 20 anni.

Roma, uomo nudo nella basilica di San Pietro: bloccato dalla Gendarmeria

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Un uomo completamente nudo è entrato oggi nella Basilica di San Pietro. Una foto lo ritrae all’interno della chiesa, con indosso soltanto un paio di scarpe da ginnastica e uno zainetto a tracolla.

Sorpresa e sconcerto a San Pietro, dove un uomo si è spogliato nella Basilica fino a restare completamente nudo, aggirandosi tra fedeli e turisti increduli. Una foto finita su Facebook lo ritrae all’interno della chiesa, con indosso soltanto un paio di scarpe da ginnastica e uno zainetto a tracolla. Prima di essere fermato dalla gendarmeria vaticana l’uomo ha avuto il tempo di camminare nella basilica, percorrendo la navata centrale fino all’altezza del cupolone, a ridosso del baldacchino barocco del Bernini.

L’uomo, che è stato fermato dalla Gendarmeria del Vaticano, è un cittadino italiano di origini brasiliane e si chiama Luis Carlos Cherubino.

Cherubino, al suo ingresso nella chiesa, era vestito normalmente e ha passato i controlli di routine. Dopo essere stato fermato è stato ricoverato nel reparto di psichiatria del vicino ospedale Santo Spirito. «Riteniamo che sia un senza fissa dimora», ha detto il vice direttore della sala stampa della Santa Sede, padre Ciro Benedettini.

Ilva di Taranto, via libera del ministro Guidi alle manifestazioni di interesse (Domenico Palmiotti)

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Sulla rampa di lancio la cessione dell’Ilva. Oggi il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, ha firmato il decreto che autorizza l’esecuzione del programma di cessione dei complessi aziendali del gruppo siderurgico predisposto dai commissari straordinari Piero Gnudi, Corrado Carruba ed Enrico Laghi e che avrà una durata fino a 4 anni. Il ministro ha anche avviato le procedure per il trasferimento delle aziende. Domani, poi, sarà pubblicato sulla stampa nazionale ed internazionale – dovrebbe trattarsi di tre quotidiani italiani e due esteri – un invito a manifestare interesse all’operazione di trasferimento dei complessi dell’Ilva.

In pratica, i soggetti industriali dovranno dichiararsi ed uscire allo scoperto. Sono concessi 30 giorni di tempo. Successivamente partirà l’approfondimento delle singole proposte e dalle manifestazioni di interesse si passerà alla “due diligence” da parte delle società ammesse e alle offerte vincolanti. Le procedure di trasferimento dovranno chiudersi entro il 30 giugno prossimo così come prevede il decreto-legge approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 4 dicembre. Decreto che il 7 e 8 gennaio approderà nelle commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera, riunite in seduta congiunta, per affrontare la conversione in legge (relatori i deputati Lorenzo Basso per le Attività produttive e Fritz Massa per l’Ambiente, entrambi del Pd). Dopo l’aula di Montecitorio, dove sarà discusso tra l’11 e il 12 gennaio, il decreto andrà all’esame del Senato.

 
 

È proprio questo decreto a mettere l’Ilva sul mercato fissando la data finale del 30 giugno e concedendo all’azienda un prestito di 300 milioni per gestire la fase di passaggio (soldi che dovrà restituire con gli interessi chi acquisirà l’azienda). Anche un precedente decreto, poi convertito a marzo nella legge 20, aveva stabilito che gli impianti dell’Ilva passassero dall’amministrazione straordinaria ad una newco costituita dal fondo di turnaround e dalla Cassa Depositi e Prestiti. Nei fatti, però, la newco, anche se più volte annunciata, non è stata mai costituita e quindi nessun passaggio di asset aziendali è avvenuto.

Il Governo già un anno fa, ad amministrazione straordinaria appena avviata, aveva tentato di cedere l’Ilva. In pole position erano la multinazionale Arcelor Mittal col gruppo italiano Marcegaglia ma l’operazione non andò in porto. Furono ritenute di ostacolo, dai potenziali acquirenti, le prescrizioni ambientali imposte dall’Aia nello stabilimento di Taranto, che soprattutto Arcelor Mittal giudicò onerose ed eccedenti rispetto alle norme europee, ma anche le troppe incertezze legate agli oneri dei risarcimenti ambientali e agli sviluppi delle inchieste della Magistratura di Taranto. E sei mesi prima dell’inizio del 2015 – si erano appena insediati all’Ilva i commissari Gnudi e Carrubba che avevano preso il posto di Enrico Bondi ed Edo Ronchi – sia i tecnici di Arcelor Mittal che quelli del gruppo indiano Jindal erano venuti a vedere l’acciaieria di Taranto e ad esaminare da vicino la situazione, conti compresi. Un anno e mezzo dopo la multinazionale Arcelor Mittal è ancora interessata all’Ilva e potrebbe far parte della nuova cordata insieme a Cdp e ad operatori italiani come Marcegaglia, Arvedi e Amenduni. Negli ultimi giorni, però, si è fatto anche il nome di un gruppo svizzero dove ci sarebbero manager che in passato hanno lavorato per l’Ilva sotto l’aspetto commerciale. Gruppo che viene ritenuto in grado di affrontare i significativi costi finanziari che l’approccio all’Ilva comporta.

*ilsole24ore

Trema la terra in Campania

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sismografo

Due scosse di terremoto registrate oggi in Campania, dovute anche ai fenomeni sismici che hanno interessato in nottata la Calabria, in mattinata  la Grecia con la zona ionica.  Alle 12.29 una scossa di magnitudo 2,4 con epicentro in provincia di Avellino, precisamente a 14 chilometri ad est di Avellino con ipocentro ad 11 km. Lo rivela l’ Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. 

 

Nel pomeriggio i fenomeni sismici hanno interessato la zona del salernitano con una scossa di magnitudo 2.0 è stata avvertita intorno alle 15.13  con epicentro localizzato nel comune di Colliano, ad una profondità di  circa 5.8 chilometri. Lo sciame sismico si è avvertito nei comuni limitrofi come Valva, Oliveto, Buccino, Contursi Terme, San Gregorio Magno, Laviano.  Fortunatamente non sono stati registrati danni a persone o cose. Gli abitanti, però, impauriti si sono rivolte ai Vigili del Fuoco, il cui centralino ha registrato molte telefonate. 

 

La paura è alta in Campania. Non tutti gli edifici oggi possono “affrontare” un terremoto. 

Questi fatti rimandano alla strage  dell’ Irpinia degli anni 80 in cui persero la vita centinaia di persone, il cui ricordo è ancora vivo nonostante siano trascorsi 36 anni. 

La situazione resta comunque tranquilla, assicura l’ Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

 

Emilio D’Averio

STABIA – Atti vandalici in Città? D’Apice: “Arrestate i trasgressori”

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“Quello che si è appreso e abbiamo visto tutti, questa mattina, grazie a organi di stampa locali, non fa onore né a chi ha compiuto il vile gesto vandalico e né a tutta la popolazione stabiese che, inevitabilmente e senza alcun distinguo, la rende tutta complice e tutta colpevole agli occhi dell’opinione pubblica”, lo ha detto Emanuele D’Apice, esponente dell’Associazione “Castellammare Insieme” e referente cittadino del Coordinatore nazionale enti locali di Forza Italia, Severino Nappi, nel merito dell’atto vandalico che ha visto danneggiato uno dei mosaici del tratto di Villa Comunale, riconsegnato dopo oltre 7mesi ai cittadini.

“Chi ha compiuto questo reato, perché di questo si tratta, va assicurato alla giustizia e processato per direttissima, come si farebbe in qualsiasi altra nazione della Comunità Europea”. 
“Castellammare, per rinascere veramente, deve iniziare a ricercare non solo l’esempio da seguire per riflesso condizionato, ma pretendere punizioni esemplari per i trasgressori delle leggi, che chiedono solo di essere applicate. Alle istituzioni tutte, infine, il compito di monitorare, identificare e arrestare – proprio come si farebbe con dei criminali, perché di tali si tratta, l’autore o gli autori di tali reati contro il Patrimonio pubblico. Azioni di contrasto durissime, facendo ricorso non solo agli uomini, ma anche agli strumenti tecnologici di ultima generazione, delle quali le forze dell’ordine territoriali sono state dotate, costate ai contribuenti milioni e milioni di euro di soldi pubblici e non sempre utilizzate per come dovrebbero”.

METEO, previsioni ancora di locale NEVE martedì 5 al NORD e fino in pianura

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Dopo le nevicate diffuse dal 2 al 4 Gennaio su molte pianure del Nord, anche su quelle orientali, tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, un ulteriore fronte instabile è atteso per la giornata di Martedì 5 sulle nostre regioni settentrionali, ancora in grado di spalmare qualche nevicata fino in pianura. L’opportunità maggiore cadrà nel corso della mattinata di Martedì 5, quando un’ennesima perturbazione atlantica, proveniente da Sudovest, raggiungerà gran parte del Paese e anche le aree settentrionali. Qui, incontrando un contesto termico ancora piuttosto freddo, darà luogo ad altre nevicate, mediamente deboli-moderate, fino al piano.

Nevicate deboli-moderate attese per martedì 5 gennaioNevicate deboli-moderate attese per martedì 5 gennaioCome visibile dall’immagine qui sopra, non ci saranno le condizioni termiche per NEVE sulle pianure più meridionali, cioè quelle emiliane e anche su quelle orientali, veneto-friulane, dove potrebbe cadere la pioggia; non ci sarà neve nemmeno sul basso Piemonte, qui perché la perturbazione non dovrebbe arrivare, agendo un po’ più ad Est. L’occasione per fioccate fino in pianura tornerà a presentarsi, invece, sulle aree pianeggianti lombarde, soprattutto meridionali ed orientali; neve al piano, ovviamente, su tutti i settori alpini e prealpini centro-orientali. Neve anche su Ovest Alpi e Valle d’Aosta. Nel corso della giornata, cesseranno le nevicate in pianura e anche su gran parte delle Prealpi; continuerà a cadere una neve moderata, invece, seppure in forma localizzata, sui settori alpini, in particolare sulla Valle d’Aosta, sull’Alto Adige e sulle Alpi orientali friulane.

Neve su Alpi per giovedì 7 gennaioNeve su Alpi per giovedì 7 gennaioNei giorni a seguire, cesseranno le piogge e anche le nevicate sulle pianure, ma non sulle Alpi,dove, seppure sempre più localizzate, continueranno anche per la giornata della Befana. Nella seconda immagine qui sopra, evidenziamo il ritorno della neve, anche localmente abbondante, su tutto l’arco alpino, per Giovedì 7 gennaio. Fioccate più irregolari e deboli su tutte le Prealpi;fenomeni più intensi dovrebbero riguardare i settori alpini, in particolare quelli occidentali, ma anche quelli settentrionali. Accumuli fino a 30 centimetri sulla Valle d’Aosta e sulle Alpi occidentali. 
Vi invitiamo a seguire costantemente le nostre rubriche con ulteriori aggiornamenti sulle nevicate dei prossimi giorni.

APPROFONDIMENTO anche per singole Regioni e Città

Nord

Valle d’Aosta

Piemonte

Liguria

Lombardia

Trentino Alto Adige

Veneto

Friuli Venezia Giulia

Emilia Romagna

Centro

Toscana

Marche

Umbria

Abruzzo

Lazio

Molise

Sud e isole

Puglia

Campania

Basilicata

Calabria

Sicilia

Sardegna

Schengen perde pezzi, anche Svezia e Danimarca chiudono i confini

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Anche Copenaghen e Stoccolma hanno notificato alla Commissione Ue la reintroduzione dei controlli alle frontiere. Berlino: “Schengen è in pericolo

Un altro pezzo di Schenghen va in frantumi per lo tsunami di migranti che si e’ riversato in Europa. La Svezia ha introdotto controlli sui viaggiatori provenienti dalla Danimarca, incluse le decine di migliaia di pendolari danesi, con l’obiettivo dichiarato di ridurre il numero di profughi che giungono nel Paese.”

In sintesi: non ci saranno piu’ treni diretti tra Danimarca e Svezia e pertanto i tempi di percorrenza passeranno dagli attuali 40 minuti a 70.

Con i nuovi controlli, l’effettiva area Schengen si fa sempre più piccola: fino ad ora hanno già notificato alla Commissione europea deroghe alla libera circolazione anche Norvegia, Austria, Germania e Francia.

In questa situazione il sistema Schengen “è a rischio” ammette Martin Schaefe, portavoce del ministro degli Esteri tedesco, secondo cui “la libertà di movimento è un principio importante, uno dei risultati più grandi dell’Unione europea negli ultimi anni, ma è in pericolo a causa del flusso di profughi”. Il portavoce del governo di Berlino, Steffen Seibert ha invece confermato che il primo ministro danese, Lars Loekke Rasmussen, aveva informato telefonicamente la cancelliera della decisione di riattivare i controlli di confine e ha ricordato che “la soluzione non verrà trovata ai confini nazionali fra il Paese A e il Paese B” ma serve una “soluzione europea”.

Bari, escavatore sfonda ufficio postale con gli anziani già in coda per la pensione. La rapina fallisce

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A Palo del Colle, pochi minuti prima dell’apertura, in quattro assaltano la cassaforte con decine di migliaia di euro in cassa davanti ai clienti. Ma i carabinieri sventano il colpo e i rapinatori fuggono.

Per colpire hanno scelto il giorno di pagamento delle pensioni, quando nella cassaforte dell’ufficio postale di Palo del Colle, in provincia di Bari, erano depositate decine di migliaia di euro. Con gli anziani già in coda per riscuotere i soldi, quattro malviventi hanno fatto irruzione a bordo di un escavatore che ha cominciato a martellare contro il muro esterno dell’ufficio posale.

La forza dei colpi ha sfondato una delle pareti al cui interno c’era la cassaforte. I quattro rapinatori, vestiti con abiti scuri, sono stati però interrotti e messi in fuga da un’auto dei carabinieri di Palo che passava da quelle parti. Hanno abbandonato il mezzo pesante e si sono dati alla fuga a bordo di un furgone.

Durante l’inseguimento hanno abbandonato il furgone sulla statale 96, all’altezza della cementeria, e hanno proseguito la fuga a bordo di un’altra automobile. Indagano i carabinieri  della compagnia di Trani e quelli del nucleo investigativo di Bari. E’ intervenuta anche la sezione investigazioni scientifiche

Quo vado? Beh al cinema a vedere Zalone! (Critica e Trailer)

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L’Italia sta impazzendo per il nuovo film di Checco Zalone “Quo Vado?” : alla fine del primo weekend risulta aver incassato circa 22 milioni di euro, battendo addirittura “Sole a Catinelle”. Il motivo di tutto questo clamore? Beh, sicuramente il personaggio stesso di Checco che con il suo accento rustico e i suoi comportamenti grotteschi ha reso il pubblico schiavo dei suoi sketch.

Quo Vado? è un film leggero, che viene subito digerito e apprezzato, è una bomba di risate.. e di allegria. Pieno di luoghi comuni e esasperante attaccamento al posto fisso, può essere considerato anche una semisatira del patriottismo italiano. E’ una critica semplice e diretta del tipo di lavoratore terrone che punta alla concretezza, allo stipendio sicuro e soprattutto alla tredicesima, mettendo da parte perfino amore e famiglia. Il tutto visto in chiave ironica e positiva, giustificando quasi i “nostri” modi di fare, proprio perché sono tipici dell’italiano medio. Un’ottima regia, a cura di Gennaro Nunziante, che ha colto in pieno l’atteggiamento dei personaggi e il legame che unisce l’italiano alla sua Patria, in qualunque parte del mondo.

Checco Zalone ha subito una notevole crescita professionale che l’ha condotto dalla semplice risata sulla battuta demenziale a una situazione ironica che però fa riflettere. È stato un percorso tortuoso e difficile , durato quattro film (Cado dalle nubi, Che bella giornata, Sole a catinelle, Quo Vado?) che ha riconosciuto Zalone come uno dei migliori attori comici italiani. Il suo personaggio non attira più soltanto il pubblico medio abituato a Cinepanettoni , Zelig e Colorado, ma affascina anche persone che vedono nell’ironia la chiave per analizzare la realtà. Alla larga da moralisti, può essere giudicato come un grande successo cinematografico per questo inizio di 2016. 

12 mesi fa ci lasciò Pino Daniele: Un ricordo indelebile (VIDEO)

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Pino Daniele 24Un anno fa la corsa disperata in auto verso la vita. Un viaggio senza freni quello di Pino Daniele che tragicamente l’ha visto morire a soli 60 anni per un arresto cardiaco. Un pilastro della musica e del mondo partenopeo, un ambasciatore di Napoli nel mondo. La notizia della sua morte fece, in pochi minuti, il giro dei social. Molti gli increduli che però hanno dovuto fare poi i conti con la realtà. Un triste risveglio quello della mattina seguente per i suoi fans che appresero la notizia. Per giorni si è parlato e tutt’ora se ne parla delle sue immense opere in musica che hanno celebrato il suo talento incondizionato.

La sua tecnica strumentale e compositiva è stata influenzata dalla musica rock, dal jazz di Louis Armstrong, dal chitarrista George Benson e soprattutto dal genere blues.  La sua passione per i più svariati generi musicali ha dato origine a un nuovo stile da lui stesso denominato “tarumbò”. Per  indicare la mescolanza di tarantella e blues, assunti come simbolo delle rispettive culture di appartenenza.

Un uomo che non aveva mai ostentato la sua celebrità, che se ne andava a passeggio per le strade di campagna vicine alla sua abitazione in Maremma. Questo era Pino Daniele. Semplicità ed umiltà hanno contraddistinto il cantautore napoletano, oltre alle sue capacità musicali. Un esempio  da seguire per i nuovi musicisti che si presentano al pubblico. Pino Daniele viveva la sua vita in modo normale e veniva trattato come tale.

Ora non c’è più fisicamente ma continua a vivere nella sua musica, nelle sue composizioni, nei ricordi di chi lo ha amato e lo ama, di chi, ancora oggi, ascoltando le sue melodie, gli scende una lacrima, perché se ne è andato presto, troppo presto.

A Pino Daniele (Luciano Somma)

Emilio D’Averio

Una scintilla nello scontro fra tribù MAURIZIO MOLINARI*

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La decisione dell’Arabia Saudita di rompere le relazioni diplomatiche con l’Iran porta il conflitto fra sunniti e sciiti sull’orlo del precipizio. L’esecuzione dell’imam sciita Nimr al-Nimr da parte di Riad e l’assalto con le molotov all’ambasciata saudita a Teheran avvicinano i due giganti del Golfo a un confronto diretto per l’egemonia su un Medio Oriente segnato dal domino dell’implosione degli Stati arabi. Ayatollah iraniani e sceicchi sauditi già duellano, più o meno direttamente, in Siria, Yemen, Iraq, Libano e Bahrein sullo sfondo di uno scontro nutrito da una rivalità religiosa che risale alla disputa sulla successione a Maometto.  

Entrambii fronti parlano di «Jihad» contro l’avversario perché in gioco c’è la guida dell’Islam. Il linguaggio che adoperano evoca gli scontri tribali. Ali Khamenei, Leader Supremo dell’Iran, promette «vendetta divina» mentre Riad giustifica l’esecuzione di al-Nimr citando il verso del Corano su «crocefissioni e taglio delle gambe» per gli apostati. Con le navi da guerra dei due Paesi schierate a breve distanza nelle acque del Golfo e i rispettivi contingenti in stato d’allerta da molti mesi, il rischio di una scintilla è divenuto reale, trasmettendo nelle capitali del Medio Oriente la percezione che siamo entrati in una nuova fase. E’ l’Arabia Saudita di re Salman a guidare l’escalation in corso perché percepisce che è l’Iran di Hassan Rouhani ad avere il vento a favore grazie all’alleanza militare con la Russia di Vladimir Putin in Siria, all’accordo con la comunità internazionale che legittima il proprio programma nucleare ed alla crescente intesa con l’America di Barack Obama, testimoniata dalla decisione americana di rinviare le sanzioni a Teheran per i recenti test missilistici che hanno violato proprio le intese di Vienna.  

Per avere un’idea dell’atmosfera che regna a Riad bisogna guardare a cosa sta avvenendo nelle capitali degli alleati sunniti più stretti. Dal Cairo Said Allawndi, voce di spicco del Centro di studi strategici di «Al Ahram», afferma che «l’Iran è diventato uno strumento degli Stati Uniti intenzionati a destabilizzare l’intero mondo arabo» paventando dunque un complotto internazionale contro i sunniti.Da Ankara il presidente turco Recep Tayyip Erdogan afferma che «in questo momento abbiamo bisogno anche di Israele», ovvero anche di un Paese finora definito «diabolico», visto che incombe lo scontro con gli sciiti. La creazione di una coalizione militare sunnita, composta di 34 Stati, per contrastare l’alleanza pan-sciita guidata dall’Iran trasforma il momento della rottura delle relazioni iraniano-saudita nella genesi di un nuovo spartiacque fra opposti schieramenti che si estendono su un potenziale campo di battaglia di oltre 9000 km, dai confini del Marocco a quelli del Pakistan.  

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SSC Napoli, il dott. Canonico: “C’è la prevenzione dietro ai pochi infortuni in rosa”

La redazione di Sportmagazinenews ha incontrato in esclusiva il dott. Raffaele Canonico. Specializzato in medicina dello sport, fisiologia dell’atleta, doping, il dott. Canonico è anche nutrizionista e fa parte dello staff medico della SSCNapoli, insieme ai dott. Alfonso De Nicola ed Enrico D’Andrea. Nella nostra intervista, il dott. Raffaele Canonico, ha parlato di come si è evoluto il rapporto medico-atleta in questi anni, ma anche dell’alimentazione corretta per un giocatore, e per finire non usa mezzi termini per chi fa uso di sostanze dopanti. Queste le sue dichiarazioni.

Lei è presente nello staff medico della SSCNapoli da oltre 10 anni: come si è evoluto nel tempo il rapporto tra medico e calciatore e la stessa medicina dello sport nell’essere da supporto alla performance agonistica ? “La medicina dello sport è e viene spesso identificata con il rilascio del certificato medico di idoneità allo sport agonistico, in realtà è una specializzazione che negli anni si è evoluta fino a spaziare a 360 gradi dalla fisiologia, alla cardiologia, dalla traumatologia alla riabilitazione, dalla alimentazione alla valutazione funzionale. E questo è successo anche nell’arco degli ultimi dieci anni all’interno della squadra dove si è cominciato con due medici e due fisioterapisti fino ad arrivare ai giorni nostri con tre medici e cinque fisioterapisti, ognuno dei quali con delle proprie caratteristiche e delle sotto-specializzazioni”

Ci può spiegare dal punto di vista alimentare la giornata tipo di un atleta ? “L’importante è fornire il corretto apporto di nutrienti all’atleta sia dal punto di vista calorico che da quello relativo alla qualità del cibo (per esempio cibi biologici) e al metodo di cottura degli stessi. Cercare sempre di fare 5-6 pasti nell’arco della giornata, pasti comunque correlati alla tipologia, al numero ed agli orari degli allenamenti stessi. Importante è anche il recupero delle energie soprattutto negli atleti top (sia di sport individuali che di sport di squadra) perché la prevenzione delle problematiche a carico dei tessuti molli (muscoli, tendini) nasce anche da lì”

Il periodo natalizio e di fine anno è sempre stato particolare per un atleta. Come deve comportarsi il professionista a tavola in questi giorni di feste ? “Diciamo che un piccolo sgarro è consentito, l’importante è che che non diventi la regola e soprattutto conviene sempre fare anche un minimo di allenamento. Probabilmente la cosa più importante è quella di cercare di non abusare con alcolici e super alcolici che potrebbero affaticare parecchio soprattutto il fegato, organo tanto importante durante l’attività fisica almeno quanto i muscoli”

Lo staff medico del Calcio Napoli ha sposato il progetto del Passaporto Ematico. Ci spiega di cosa si tratta ? “Il passaporto ematico è un’idea del dott. Davide Polito dell’Associazione Sportiva Fioravante Polito. In pratica abbiamo sposato l’idea della prevenzione tanto cara all’associazione. Il nostro staff medico ha solo messo in pratica quello che l’associazione vuole far diventare legge nazionale. Esami ematici e cardiaci per i nostri tesserati e per tutti gli sportivi italiani più volte all’anno, solo così potranno essere prevenute malattie ed episodi spiacevoli che purtroppo abbiamo visto in questi anni su vari campi italiani. Morosini, Bovolenta ed altri atleti sono morti in campo e noi, così come l’associazione Fioravante Polito, vogliamo che episodi del genere non succedano più”

Cosa pensa del doping e come può essere debellato questo problema nello sport ? “Doping è barare! Fenomeno molto diffuso non solo a livello professionistico ma anche e soprattutto a livello di categorie più basse e nel mondo master. Forse gli sport più colpiti sono quelli individuali perché spesso viene portato il proprio corpo al limite e/o oltre e quindi non si può fare a meno di queste sostanze. Spesso si arriva addirittura alla dipendenza, infatti una volta terminata l’attività agonistica il passaggio alla dipendenza da sostanze d’abuso spesso è quasi una cosa naturale. Debellarlo è difficile o quasi impossibile finché ci saranno persone di tutte le categorie (atleti, allenatori, medici, fisioterapisti ecc.) che lavorano nello sport che hanno come unico scopo la vittoria a tutti i costi spesso legata anche a grossi interessi. In tal senso il passaporto ematico può e deve essere un deterrente per il doping. Bisognerebbe lavorare soprattutto sui giovani insegnando la cultura del rispetto dell’avversario e l’importanza di una sconfitta”

Un orrore piccolo piccolo MASSIMO GRAMELLINI*

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orrore piccolo addestrato ISIS 700x394L’anno si apre con il destino assurdo di due bambini, vittime microscopiche eppure gigantesche di una guerra che non vogliamo vedere. Il bimbo della foto di sinistra compare in coda al primo video stagionale di macelleria Isis. Indossa la mimetica degli adulti e una fascia nera tra i capelli imbizzarriti. A occhio non sembra ancora avere nemmeno l’età per andare a scuola, ma gli sgozzatori sono docenti precoci e gli hanno già insegnato la lezioncina del bravo minacciatore. Nelle immagini lo si vede allungare un braccio non più lungo di quello di un bambolotto e indicare un punto all’orizzonte per promettere morte certa a tutti gli infedeli che vi abitano. Vorrebbe fare paura e invece incute pietà, ma mai quanta il bimbo della foto di destra, che riposa dentro una bara. Di lui sappiamo il nome, Khalid, l’età – due anni – e il motivo per cui si trovava in pieno inverno a solcare le acque gelide dell’Egeo su un gommone destinato a infrangersi contro gli scogli: la giovane mamma siriana voleva sottrarlo a un’infanzia di guerra. Il sudario di legno lo nasconde alla nostra emotività, che dopo la foto del piccolo Aylan riverso su una spiaggia turca ha bisogno di choc sempre più forti per accendersi.  

L’anno comincia così, con un bambino in guerra che promette la morte e un altro in fuga dalla guerra che muore. E non ci sono parole né morali possibili. Solo il dovere di non chiudere gli occhi. 

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Juve Stabia: nel calciomercato non è tutto oro quel che luccica..

Parte ufficialmente oggi il calciomercato di gennaio 2016, durante il quale la Juve Stabia sarà, speriamo, protagonista nel rafforzare e rendere la propria rosa più competitiva in vista di una seconda parte di stagione che vede qualsiasi obbiettivo ancora raggiungibile.

Il mercato invernale, però, come sottolineato dagli addetti ai lavori, è ancor più difficile del mercato estivo; a gennaio infatti occorre prendere calciatori che siano pronti, in grado di fare già da subito la differenza e congeniali al progetto, senza la preparazione tipica dei ritiri estivi.

Negli ultimi anni la finestra di mercato invernale per la Juve Stabia è stata sempre ricca di operazioni e trasferimenti, i cui risultati sono stati in alcuni casi sorprendenti ed in altri, purtroppo, deludenti.

Avvenne proprio nel gennaio del 2012, durante il primo campionato di Serie B, l’operazione economicamente più importante della storia della Juve Stabia. Il 31 gennaio 2012, infatti, l’allora D.S. Di Somma concluse la lunghissima trattativa con l’Atalanta per portare Riccardo Cazzola tra le fila dei nerazzurri in Serie A. Per i gialloblù l’offerta economica superiore al milione di euro, più l’inserimento del cartellino di un certo Fabio Caserta, proveniente da Bergamo fu irrinunciabile e consentì al Gladiatore stabiese di confrontarsi con la massima serie dopo una gavetta durata anni.

Proprio la cessione di Cazzola, se da un lato portò risorse economiche insperate alle Vespe, dall’altro compromise in parte il raggiungimento dei play off, svaniti a fine stagione per pochi punti.

Il gennaio successivo, quello del 2013, vide una mini rivoluzione in casa gialloblè, che non produsse di certo gli effetti sperati. Gli epurati di Braglia furono Erpen, Genevier e Danilevicius. Il funambolico esterno argentino pagò le incomprensioni con il tecnico toscano e fu spedito senza troppi rimpianti alla Pro Vercelli, dove in breve divenne uno dei trascinatori della squadra. A caldeggiare la partenza del regista francese Genevier, fu invece la moglie dello stesso calciatore, desiderosa di tornare a vivere al Nord e fomentatrice del suo trasferimento sempre alla Pro Vercelli. I due calciatori vennero sostituiti da Verdi e Suciu, devastanti nelle prime due partite del mese di gennaio (su tutte la vittoria di Vicenza) e fantasmi per i successivi sei mesi (Suciu anche per tutta la stagione successiva). Lasciò, senza troppi rimpianti, anche Thomas Danilevicius per accasarsi al Latina, che sarebbe stato poi promosso in Serie B. La partenza dei tre pezzi da novanta e lo scarso apporto portato dai vari sostituti portò la squadra in un tunnel senza via d’uscita, tanto che dalle posizioni alte del mese di gennaio, i gialloblù conquistarono la salvezza solo alla penultima giornata di campionato.

Il mercato di gennaio 2014 vide Manniello e l’allora D.S. Lupo rivoltare la squadra per tentare di dare un decisivo cambio di rotta ad una stagione compromessa molti mesi prima. Andarono via i vari Calderoni, Diop, Branescu, Giandonato, Martinelli ed arrivarono, tra gli altri, Benassi, Falco, De Falco, Piccioni, Romeo ecc. Quella rivoluzione non sortì effetti e la squadra retrocesse mestamente in Lega Pro con molte giornate di anticipo.

L’ultima finestra di mercato invernale, quella del 2015, infine, vide l’avvicendamento tra gli esterni offensivi Vella e Carrozza, arrivato a Castellammare più per il suo curriculum nelle serie superiori che per la sua reale utilità. Da ricordare è, ancora, la resistenza del Patron Manniello nel rifiutare l’offerta di 150.000 euro del Pescara per Samuel Di Carmine, che sarebbe andato in scadenza di contratto pochi mesi dopo. Il Patron, in maniera encomiabile, preferì rinunciare a quella somma di denaro pur di non privare la squadra del suo bomber principe e per non lasciare nulla di intentato nell’assalto ai play off.

Ora non resta che goderci il calciomercato che parte oggi, con la speranza che alla fine del mese possa essere nata una Juve Stabia più forte e completa nei vari reparti ed in grado di scalare la classifica verso le posizioni di vertice.

 

Raffaele Izzo

Napoli-Torino, le probabili formazioni

La Gazzetta dello Sport pubblica le probabili formazioni di Napoli-Torino. Maurizio Sarri propone i titolarissimi con Reina, Hysaj, Albiol, Koulibaly e Ghoulam in difesa. A centrocampo non c’è lo squalificato Jorginho, al suo posto giocherà Mirko Valdifiori. L’ex Empoli sarà affiancato da Hamsik e Allan. In attacco Callejon, Higuain e Insigne. Ventura si affida al 3-5-2. Davanti a Padelli giocheranno Bovo, Glik e Moretti. A centrocampo Vives, Baselli,Benassi, Peres e Avelar. In attacco Belotti-Quagliarella.