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Castellammare di Stabia
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Lettera a Jovanotti: adrenalina e emozione (Ilenia Anna Sicignano)

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Ancora stamattina ho le tue parole, la tua musica, la tua chitarra nelle orecchie.

Lettera logoCaro Lorenzo, ieri 5 gennaio 2016 al Palamaggiò di Caserta mi hai fatto provare la vita sulla pelle. Fai questo: prendi l’allegria e la diffondi, come fosse acqua, come fosse fuoco, come fosse ossigeno. Non sono riuscita a piangere, come capita spesso ai concerti, perché l’emozione era troppa ma la felicità era doppia. Mi sembrava ingiusto sprecare lacrime per una festa così, per una bomba di energia come quella di ieri. Riuscivo quasi a intravedere intorno a te un’aura pura, un’aura come se fossi un angelo. E lo eri. Ma non un angelo tranquillo, candido, pacifico, paradisiaco. No. Tu eri molto di più: eri un angelo dell’inferno, un angelo che saliva su e giù dal palco, che dal primo minuto all’ultimo ha saltato, ballato, girato, sorriso,  emozionato. Sei stato tutto ciò che c’è di positivo al mondo, sembrava che tutto stesse a posto, che perfino il caos avesse un ordine con te. Per non parlare della tua voce: scarica di adrenalina pura. Hai fatto battere il cuore a più di 6 mila persone e tutte, nessuno escluso, ballavano e piangevano con te. Quando sono uscita dal Palamaggiò avevo il fiatone, come se avessi cantato al posto tuo: tu scuoti le anime, le mani, le vite. Quando ti ho visto e ho notato la tua forza ho pensato una cosa singolare: è fortunata tua moglie. Ama, vive, condivide tutto con una persona come te, una persona che dovrebbe essere in ogni angolo di mondo perché ti ricorda quanto sia bella la vita, l’estate, i colori, la musica, la famiglia, l’amicizia. E’ surreale un uomo così, eppure tu ieri eri lì a circa 8 metri dai miei occhi. Tu non sei un cantante, né un cabarettista, né un musicista, né uno showman, tu sei il filo che lega le persone le une con le altre, perché quando hai cantato “Gli immortali”, tutti sembravano impazziti.. ci sentivamo tutti come gli dei dell’Olimpo. Ci sentivamo una famiglia, ci sentivamo un Paese, ci sentivamo essenza, linfa. Sei l’energia fatta persona, la magnificenza, la scossa elettrica, l’iniezione di adrenalina…. Se potessi ci ritornerei oggi al Palamaggiò, e anche dopodomani, e di nuovo al San Paolo, e di nuovo ancora ,ovunque..non mi stancherò mai di guardarti. Le tue lunghe gambe sono il vero show! 

Concorso pubblico, per esami, a 320 posti di allievo vice ispettore Polizia di Stato

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Concorso indetto con D.M. 17 dicembre 2015

Dal 22 dicembre 2015 nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana 4^ Serie speciale “Concorsi ed esami” è pubblicato il concorso pubblico, per esami, per il conferimento di trecentoventi posti di allievo vice ispettore della Polizia di Stato.

Le domande di partecipazione dovranno essere presentate dalle ore 00.00 del 23 dicembre 2015 alle ore 23.59 del 21 gennaio 2016 utilizzando esclusivamente laprocedura informatica della domanda online.

Il 2 febbraio 2016 saranno pubblicati i 5000 quesiti dell’eventuale prova preselettiva.

ALCUNE INDICAZIONI DI BASE

L’invio del modulo deve essere effettuato portando a termine la compilazione della procedura online sul sito Poliziadistato.it oppure Concorsips.interno.it. Conclusa l’acquisizione informatica per la partecipazione al concorso, il candidato è tenuto a stampare la ricevuta che va mostrata ai varchi d’ingresso il giorno della prova preliminare.

Per aspirare ad uno dei 320 posti messi a disposizione dal corpo dell’arma bisogna rispettare alcuni requisiti. L’ammissione al concorso di Polizia è aperta a coloro che sono in possesso della cittadinanza italiana, in pieno godimento dei propri diritti politici; inoltre, il limite anagrafico è fissato a 32 anni d’età. Si legge sul bando del dipartimento della Pubblica Sicurezza che il candidato deve possedere un titolo di studio (diploma di scuola superiore). Infine, è essenziale essere di sana e robusta costituzione fisica, ed avere un’idoneità all’attività sportiva ed i giusti requisiti psichici.

Nel caso in cui vengano fatte recapitare più di 5.000 domande, dovrà essere effettuata una prova preselettiva, la quale andrà a scremare il numero degli aspiranti allievo vice ispettore. Il test si articolerà in quesiti a risposta multipla, con le possibili domande su diverse discipline che saranno pubblicate online il 2 febbraio, per un totale di 1.000 quiz per ciascuna disciplina. Il 26 febbraio, invece, verranno resi noti luogo e data di svolgimento. Al termine della preselezione sarà redatta la graduatoria in base ai punteggi ottenuti. I primi 3.200 candidati potranno accedere alla prova scritta di cui sarà pubblicata la sede, con il giorno dello svolgimento, il 22 marzo. Coloro che supereranno quest’altro ostacolo saranno sottoposti a test fisici con corsa (1.000 metri), salto in alto e sollevamento alla sbarra. Successivamente verranno effettuati esami clinici e colloquio orale. Si concluderà l’iter con la pubblicazione della graduatoria di merito

  • Bando

Nasce Castellammare in digitale

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Castellammare di Stabia. Dalla creatività possono nascere grandi cose ed ottenere ottimi risultati. Le attività commerciali della città delle acque non trascorrono un bel momento, tanto che si è anche vista qualche serranda chiudere. Tante le circostanze negative come la crisi economica, una città che non è pronta ad accogliere cittadini dei comuni limitrofi, potenziali clienti, il mercato della distribuzione che cambia orientandosi sull’ e-commerce.Per i commercianti è nata un’ opportunità da non sottovalutare:“Castellammare in digitale”. 

 

 

Un progetto che porta la firma di Antonio Castellano, un giovane stabiese che ha deciso di creare un portale per i negozi stabiesi. L’intento è quello di raccogliere le attività commerciali della città su una piattaforma dove gli affiliati possono promuovere il loro lavoro, i loro prodotti e ampliare la loro visibilità. Avere una vera e propria vetrina virtuale da aggiungere alla classica vetrina su strada. I potenziali clienti potranno visualizzare i prodotti comodamente da casa ed orientarsi per l’acquisto. Il portale offre una copertura web a 360° poiché si rivolge sia a coloro che amano navigare sul web sia a coloro che preferiscono i canali social. Fondamentali saranno Facebook e Twitter, le piattaforme più utilizzate. 

Negli ultimi anni il commercio sul web sta avendo la meglio rispetto al classico modo di acquistare i prodotti ed è per questo che bisogna adeguarsi rispetto al mercato.

 

Non sono mancate le difficoltà soprattutto burocratiche. Nonostante ciò Antonio Castellano si dice realizzato per aver creato un progetto innovativo per la sua Castellammare. E’ un’ opportunità, afferma, per far conoscere la nostra città sul web e di fare pubblicità a tutte le attività che aderiranno.

 

Emilio D’Averio

Arriva in Italia la ‘truffa della busta verde’. A segnalare il pericolo è la Polizia di Stato sui social network.

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Negli ultimi tempi, le truffe sono aumentate smoderatamente. Sul web sono innumerevoli i tentativi di phishing, cioè quelle truffe informatiche create appositamente per rubare i dati personali della banca online. Il malintenzionato invia una e-mail contraffatta alla vittima. In questo modo cerca di carpire tutte le informazioni necessarie per accedere alla home bancking.

Una nuova truffa postale è in atto: quella della busta verde! Diversi italiani ne stanno già pagando le spese. La Polizia di Stato sta cercando di mettere in guardia tutti i cittadini. L’avviso è chiaro! Non bisogna pagare la multa indicata. Questa busta di colore verde sta arrivando nelle case di tanti italiani. Ma purtroppo non tutti sono al corrente di cosa sia veramente.

Ma di cosa si tratta veramente e come riconoscerla per non sbagliare? 

Una busta verde proveniente dalla Croazia

La truffa questa volta ha assunto la forma di una busta verde proveniente dallaCroazia, più precisamente dalla città di Pola. La busta contiene un invito a pagare una multa, scritto sia in croato che in italiano, con tanto di timbri che fanno pensare che sia partita da chissà quale autorità. L’importo che viene richiesto è compreso tra i 184,73 ed i 250,65 euro. Mentre la causale riguarda una multa per eccesso di velocità. E’ anche prevista una penalità fantomatica in caso di mancato pagamento: una procedura di pignoramento. La cifra dovrebbe essere versata su un IBAN italiano.

La Polizia di Stato, oltre ad invitare ovviamente a non pagare questa finta multa, invita anche a denunciare questa come altre truffe simili. Il malcapitato, magari pur non essendo mai stato in Croazia, potrebbe essere preso dal panico e pagare l’importo. Magari credendo in un errore e pensando di poter poi fare ricorso. Per poi accorgersi di aver perso i soldi versati. Dunque, parafrasando un noto film Horror diventato un cult: non aprite quella busta. Dalla Croazia, paese stupendo, accettate solo belle cartoline.

È facile ingannarsi, quando la truffa arriva sotto forma di raccomandata postale. Solitamente, Come è stato già segnalato sull’account Facebook “Una vita da social”, diversi italiani hanno ricevuto una busta di colore verde. Il loro aspetto è molto simile a quella usata per gli atti giudiziari. Di solito, esse contengono lettere con finte ingiunzioni di pagamento provenienti dalla città di Pola in Croazia. 

 

Per essere precisi sono dei documenti scritti in croato e tradotti in italiano, corredati da appositi timbri. Tutto potrebbe far sembrare che essi siano stati spediti da qualche autorità, ma senza alcuna verifica di autenticità. Essi rappresentano un vera e propria intimazione a pagare una sanzione. La motivazione indicata è la violazione del codice stradale con una multa compresa tra € 184,73 e € 250,65. Secondo quanto scritto nella lettera, in caso di mancato adempimento verrà avviata una pratica di pignoramento. Il pagamento dovrà essere effettuato su un IBAN italiano.

Ovviamente, il suddetto atto è però illegittimo e, quindi, non ha nessun valore legale! In caso di ricezione, è consigliabile contattare le forze dell’ordine. Sarà loro compito fornire le spiegazioni più dettagliate sul da farsi. Sono già in corso opportuni accertamenti, atti a smascherare gli autori di questa truffa. Per sensibilizzare gli italiani di qualsiasi età, la polizia ha dato vita ad una campagna educativa, Una vita da social. In essa vengono trattati diversi temi “sulla sicurezza nell’uso della Rete”. Chiunque può parteciparvi! Giovani, studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, ma anche insegnanti e genitori possono così mettersi al sicuro da inganni ed estorsioni.

/blastingnews

RILEGGI LIVE – Napoli-Torino 2-1 (16′ Insigne; 32′ Quagliarella; 40′ Hamsik)

Premi F5 per aggiornare

95′ Fine partita!

94” Mertens prova da fuori ma la sua conclusione è molto alta

90′ Vengono concessi 5 minuti di recupero

88′ Dentro Chalobah e fuori Marek Hamsik!

87′ Diagonale di Mertens dopo un’azione personale che finisce di poco a lato

86′ Giallo per Albiol per proteste

81′ Fuori Acquah e dentro Benassi per il Torino

78′ Espulsi sia Sarri che Ventura: le due squadre non avranno in panchina i propri allenatori

74′ Higuain la piazza, ma Padelli si allunga e blocca

73′ Dentro Allan e fuori David Lopez per gli azzurri. Per il Torino, fuori Peres e dentro Zappacosta

72′ Brutto fallo su Mertens da parte di Bovo: giallo per lui

67′ Cambio anche per il Napoli: dentro Mertens, fuori Insigne

66′ Cambio per il Torino: dentro Maxi Lopez e fuori Belotti

60′ Insigne a giro su punizione: Padelli si salva mettendo in corner. Sugli sviluppi Koulibaly anticipa il portiere del Toro ma la sfera finisce sul fondo

59′ Higuain si gira in un fazzoletto e punta la porta: giallo per Glik che lo trattiene

50′ Acquah prova da fuori area: palla alta!

47′ Fallo su Callejon di Baselli: ammonito!

45′ Partiti, palla al Torino!

SECONDO TEMPO

 

45′ Fine primo tempo

40′ GOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOL del Napoli. Insigne pesca Hamsik in area, tiro tra le gambe e dalla sinistra: 2-1!

39′ Ghoulam per Higuain che si gira e calcia, ma la sua conclusione è alta

32′ Quagliarella trasforma in gol il calcio di rigore: 1-1

31′ Rigore fischiato al Torino per fallo molto dubbio di Ghoulam su Peres

28′ Higuain di forza su Glik: destro potente, parato da Padelli

26′ Quagliarella di testa, su cross di Molinaro, a botta sicura: Reina salva tutto con una grande parata

25′ Insigne, uno-due al volo con Higuain, ma la sua conclusione è alta

24′ Baselli calcia da fuori area, blocca Reina a terra

22′ Valdifiori per Hamsik che scappa sulla sinistra, palla al centro deviata in corner

16′ GOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOL del Napoli. Higuain lancia Callejon che tocca al volo per Insigne: il suo pallonetto è micidiale, 1-0!

12′ Insigne tocca di testa per Hamsik che rincorre la sfera e calcia al volo: di poco a lato…

11′ Callejon calcia da fuori area, Padelli riesce a deviare ancora in corner: sfortunato lo spagnolo

8′ Risponde Belotti, palla alta sopra la traversa

7′ Hysaj restituisce palla a Callejon che calcia: Padelli mette in corner. Sugli sviluppi, Higuain calcia di prima intenzione, ma la sfera esce

6′ Giallo per Higuain per una trattenuta sulla trequarti del Toro

2′ Ci prova Higuain su una palla sporca: tiro dal limite dell’area centrale. Intanto subito giallo per Vives per un brutto fallo su Callejon

1′ Partiti, palla al Napoli!

PRIMO TEMPO

 

20:43 – Squadre in campo!

20:33 – Le squadre fanno il loro rientro negli spogliatoi

20:20 – Prosegue il riscaldamento delle due squadre

20:10 – Squadre in campo per il riscaldamento

19:58 – In campo anche Reina tra gli applausi

19:55 – In campo i portieri del Toro per il riscaldamento

19:50 – In campo Rafael e Gabriel per il riscaldamento

19:48 – Le formazioni ufficiali:

NAPOLI (4-3-3) – Reina, Hysaj, Albiol, Koulibaly, Ghoulam, David Lopez, Valdifiori, Hamsik, Callejon, Insigne, Higuain. A disp. Gabriel, Rafael, Strinic, Allan, Maggio, Mertens, Dezi, Chiriches, Gabbiadini, El Kaddouri, Chalobah, Luperto. All. Sarri

TORINO (3-5-2) – Padelli; Bovo, Glik, Moretti; Peres, Acquah, Vives, Baselli, Molinaro; Quagliarella, Belotti. A disp. Castellazzi, Ichazo, Zappacosta, Lopez, Gazzi, Benassi, Martinez, Jansson, Silva, Prcic, Pryyma. All. Ventura
 

19:31 – Torino in campo, tra i fischi, per tastare l’erba del San Paolo

19:29 – Il San Paolo comincia a riempirsi…

Buonasera e benvenuti alla diretta della gara di campionato che si giocherà allo stadio San Paolo tra Napoli e Torino. Vivicentro.it vi aggiornerà in tempo reale.

dal nostro inviato al San Paolo, Ciro Novellino

Maccarone: “Ho sentito Sarri, per come è superstizioso preferisco non augurargli nulla”

“Se Sarri fosse rimasto avremmo continuato a fare bene, ma Giampaolo è l’allenatore ideale per sostituirlo”. Massimo Maccarone ci racconta la filosofia del tecnico del Napoli e del suo erede all’Empoli.

Ci puoi dire in cosa sono simili e in che cosa differiscono Maurizio Sarri e Marco Giampaolo?

“La differenza principale è che mister Sarri era un vero martello, mentre mister Giampaolo ci lascia un po’ più di libertà. Per tre anni con Sarri ci siamo allenati costantemente su cose ben specifiche, e quindi in partita le facevamo a memoria. Giampaolo lascia un po’ più di spazio all’iniziativa individuale, non solo a livello offensivo ma di tutta la squadra”.

Cambiare dopo qualche anno, quindi, può essere positivo per la squadra?

“Dipende molto dai risultati del campo. Se le cose vanno bene, io sono disposto a ripetere le stesse cose anche per dieci anni consecutivi! Detto questo, con Sarri ci siamo sempre allenati bene, con intensità e divertimento. Lui era bravissimo a spiegarti cosa voleva da te, e se fosse rimasto di certo avremmo continuato a lavorare molto bene”

Con Sarri sei tornato a offrire il rendimento dei tuoi anni migliori. Ti senti ancora col tuo ex mister? C’è qualcosa che ti senti di augurargli?

“Sì, ci siamo sentiti recentemente per gli auguri di Natale, ma a me non piace troppo chiamare perché non vorrei mai disturbare. A Sarri però preferisco non augurare niente, perché è davvero molto superstizioso e so che non gli farebbe piacere!”

uefa.com

Ripartire da dove si è finito nel 2015

San Paolo casa mia. Riparte da Fuorigrotta la corsa scudetto del Napoli. Stasera gli azzurri si presentano in campo in campo per affrontare il Torino nella prima sfida del nuovo anno. L’ultima si chiuse molto bene per la gioia di Sarri che così si gettò alle spalle la sconfitta con il Bologna e il pareggio con la Roma. Il successo con l’Atalanta regalò sorrisi, gioie, il secondo posto e permise ad Higuaìn di esultare ancora con due gol. Gli ennesimi. Per la precisione ben sedici dall’inizio della stagione in diciassette gare. L’appetito del Pipita non è finito ed è per questo che stasera non ha intenzione di digiunare contro i granata di Ventura. Dall’altra parte ci sarà la vecchia conoscenza della piazza azzurra Quagliarella che non vorrà essere da meno. Ma l’amico Fabio sa che l’argentino ha raggiunto livelli altissimi e che ci sarà veramente da sudare le famose sette camicie per fermarlo. È concentrato solo sulla partita Maurizio Sarri. Chi si aspettava delle risposte alle domande sul mercato è rimasto deluso. Ma fa parte del personaggio. L’uomo in tuta pensa solo a lavorare mentre le altre cose le lascia a chi ne ha le mansioni. Giuntoli, quindi. Il direttore sportivo azzurro che sta dragando il mercato italiano e esterno per completare la rosa e per sperare di poter arrivare primi alla meta. Non sarà facile vista la concorrenza ma bisogna fare di tutto per non avere poi il rammarico di non averci provato. L’equilibrio, mai come quest’anno, è tanto e accontentarsi sarebbe da stupidi. Siccome De Laurentiis non lo è ha pensato opportuno di mettere in bilancio una cifra molto alta da investire sul mercato. I nomi che si fanno sono tanti, ci sono campioni ma anche calciatori con le caratteristiche che richiede il toscanaccio. Gomes sarebbe il top, ma anche Herrera o Poli potrebbero andare bene. Per Vecino sono tutti assalti inutili mentre per Soriano non è mai detta l’ultima parola. C’è anche un tassello in difesa da coprire. E l’uomo giusto potrebbe essere Maksimovic che il presidente Cairo ritiene un gioiello al pari di un bomber da trenta gol. Chiede venticinque milioni il patron torinista ma don Aurelio non lo accontenterà. Ha fatto la sua offerta e si sbilancerà solo di poco. Ma gennaio è lungo ed è importante partire con il piede giusto. «Si migliora lavorando», ha detto Sarri in conferenza stampa. Non vuole mettere pressioni ai suoi il tecnico, anche perché l’aspetto psicologico è fondamentale. Da questo punto di vista il Napoli sta bene, potrebbero nascere difficoltà per quanto riguarda l’aspetto fisico. La lunga sosta può riservare delle sorprese, ma anche Ventura non ha potuto lavorare come avrebbe voluto. Quindi, potrà vincere chi giocherà meglio. E il Napoli se si mette lo fa senza problemi. Sarà una partita a scacchi. Chi farà la mossa giusta si porterà a casa i primi tre punti del 2016. Il Toro, giustamente, vuole far sua la partita perché arriva da un momento difficile. Ma anche gli azzurri hanno abbastanza motivazioni. Sono secondi in classifica e se tutto va per il verso giusto addirittura potrebbero diventare campioni di inverno. Sarebbe un titolo momentaneo ma, comunque, caricherebbe l’ambiente. A Sarri per adesso servono le prestazioni e non i risultati. Ma la classifica caro Maurizio va guardata altrimenti è inutile andare avanti. Nessuno si tirerebbe indietro se dovesse arrivare una vittoria anche giocando male. Poi magari si migliorerà ma all’esordio del nuovo anno “amma vencer” come amava dire Reja. Ma è lo stesso pensiero di Sarri. Su questo non ci sono dubbi.


Il Roma

Da Bologna: “Zuniga via, Giuntoli conferma!”, De Laurentiis contribuisce all’ingaggio

Il Bologna prenderà Camilo Zuniga e a confermarlo è stato lo stesso direttore sportivo del Napoli Cristiano Giuntoli, che ha dato questa notizia ai suoi ex dirigenti del Carpi nel corso della trattativa legata all’eventuale ritorno di Gabriel in Emilia. Secondo quanto riportato dall’edizione odierna del Corriere di Bologna, sarà sufficiente aspettare un paio di giorni per la definizione dell’affare e lo sbarco del calciatore al Dall’Ara: “il Bologna lo rileverebbe in prestito con diritto di riscatto, con De Laurentiis che contribuirebbe pesantemente al pagamento dell’ingaggio”.

Gabbiadini, l’agente: “Manolo ha tantissime richieste dall’Italia e dall’estero”

Silvio Pagliari, agente dell’attaccante del Napoli Manolo Gabbiadini, torna a parlare e lo fa dalle colonne dell’edizione odierna del Corriere dello Sport, al quale ha rilasciato una lunga intervista. Vi proponiamo alcuni stralci: “Gabbiadini resterà a Napoli? Manolo ha tantissime richieste, in Italia e all’estero, ma è dichiarato incedibile dal Napoli, quindi… Quanto conta Euro 2016 nelle scelte dei giocatori? Tutti vogliono mettersi in mostra agli occhi di Conte, è chiaro che per chi è in una grande squadra è più difficile. Però è anche vero il contrario: se Zaza e Gabbiadini giocano nella Juve e nel Napoli è perché sono da squadra top”.  

De Laurentiis vuole un top player: ecco i 5 nomi

La Gazzetta dello Sport scrive sul mercato in entrata del Napoli: “De Laurentiis ha annunciato l’arrivo di un top player. Di nomi ne sono stati fatti, in questo ultimo periodo, da Gomes a Kramer, da Hector Herrera a Soriano, da Maksimovic a Vecino, tutte operazioni che, eventualmente, richiederebbero un investimento di alcune decine di milioni. Si parla di rinforzi e Sarri non ha modificato il suo pensiero a tale proposito, aggiungendo pure che non indicherebbe mai il ruolo che andrebbe rinforzato per non demotivare chi in questo momento lo ricopre”. Quanto prima, si aspetta un rinforzo per il centrocampo, meglio ancora se duttile e in grado di ricoprire tutte e tre le posizioni. André Gomes resta il sogno, mentre Hector Herrera del Porto piace molto all’allenatore come pure Vecino della Fiorentina.

Napoli-Torino, i convocati di Sarri: out Henrique

Napoli-Torino alle ore 20,45 per il turno infrasettimanale della 18esima giornata di Serie A. Dirige il match l’arbitro Di Bello di Brindisi. Nella lista di Sarri non figura il brasiliano Henrique, atteso nel ritiro della Fluminense negli Stati Uniti.

I convocati: Reina, Gabriel, Rafael, Maggio, Hysaj, Strinic, Ghoulam, Albiol, Koulibaly, Chiriches, Luperto, Valdifiori, Dezi, Allan, David Lopez, Hamsik, Chalobah, El Kaddouri, Callejon, Insigne, Mertens, Gabbiadini, Higuain.

Koulibaly: “De Laurentiis ha rifiutato 15mln per tenermi”

Kalidou Koulibaly ha rilasciato una lunga intervista a L’Equipe: “Nella mia carriera ho dovuto lavorare molto fin dal settore giovanile del Metz. Vedevo ragazzi che si allenavano e venivano chiamati da club professionistici per giocare, in me ho sempre avuto questa ambizione: guadagnare con il calcio per aiutare la mia famiglia. Mio padre è un operaio mentre mamma è una casalinga, loro mi hanno aiutato molto. Dopo l’esperienza al Metz sono andato al Genk. Devo dire che inizialmente il Belgio mi faceva paura come campionato, ma poi giocandoci ho scoperto che davvero è un torneo interessante”

BENITEZ – “Mi ha chiamato due volte quando ero al Genk, parlo del dicembre del 2013, quando ho sentito la sua voce per la prima volta pensavo ad uno scherzo tanto che risposi: “Basta scherzare, non ne ho voglia”. Quando poi il mio agente Satin mi ha confermato che era davvero Rafa e che stavo per passare al Napoli ho capito che non era più uno scherzo. In azzurro sono arrivato nell’estate del 2014. Devo ammetterlo, vedendo nomi come Higuain, Callejon, Albiol mi ha fatto un po’di paura. Loro erano campioni assoluti mentre io mi stavo appena affacciando al mondo professionistico e in un grande club.

Ricordo il primo giorno quando Benitez mi convocò nel suo ufficio per dirmi cosa dovevo fare. Mi indicò con gli occhiali i movimenti da fare sul campo e mi disse queste parole: “Se mi seguirai in quello che ti dico, diventerai un grande giocatore”. Già nel primo allenamento mi dedicò un lavoro personalizzato per dirmi le cose che facevo male e dove dovevo migliorarmi. Quando poi lui è andato al Real, nessuno di noi lo sapeva.

Qualcuno ha provato ad acquistarmi in estate, ma de Laurentiis ha detto no rifiutando 15 milioni dal Norwich. Anche mister Sarri ha creduto in me e dopo il ritiro mi ha dato fiducia”.

Lutto nel mondo del cinema, è morta Silvana Pampanini. Aveva compiuto 90 anni a settembre.

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Negli anni ‘50 era stata tra i simboli della bellezza italiana. Aveva recitato con Alberto Sordi, Totò e Marcello Mastroianni

Muore a 90 anni Silvana Pampanini, una delle icone del cinema italiano degli anni ’50. L’attrice si è spenta dopo un lungo ricovero presso il Policlinico Agostino Gemelli: due mesi fa era stata sottoposta a un complesso intervento chirurgico addominale. Dopo un’iniziale ripresa, tanto da far pensare a un ritorno a casa, sono insorte complicanze che ne hanno interrotto il recupero. I funerali si svolgeranno venerdì 8 gennaio ore 11 presso la Parrocchia Santa Croce in Via Guido Reni 2 Roma. 

Di famiglia veneta trapiantata a Roma da tre generazioni, nipote della famosa cantante d’opera Rosetta Pampanini, Silvana era ancora una studentessa quando, a sua insaputa, la maestra di canto la iscrisse al concorso di Miss Italia rilanciato a Stresa nel settembre del 1946 dopo la pausa bellica: nonostante la vittoria ufficiale di Rossana Martini le vivaci proteste del pubblico determinarono l’assegnazione del premio “ex aequo” anche a Silvana. 

Sul grande schermo la Pampanini apparve, spesso doppiata nella voce ma non nel canto, accanto a tutti i migliori attori italiani del dopoguerra: da Totò ad Alberto Sordi passando per Vittorio De Sica e Marcello Mastroianni. Negli anni ’50 molti film con la Pampanini furono distribuiti in tutto il mondo. I titoli più noti sono: “I pompieri di Viggiù” che nel 1949 la rivelò al grande pubblico; nel 1951 “O.K. Nerone”, suo primo successo internazionale nonché parodia di Quo vadis? e “Bellezze in bicicletta” in cui cantò una delle più celebri canzoni dell’epoca; nel 1952 il pluripremiato “Processo alla città” e “La presidentessa” tratto da una brillante pochade francese; nel 1953 un riuscito episodio di Un giorno in pretura per cui si lasciò invecchiare di 30 anni dal truccatore; nel 1955 la commedia “La bella di Roma” di Luigi Comencini e il campione di incassi “Racconti romani” da un soggetto di Alberto Moravia. Infine La strada lunga un anno di Giuseppe De Santis, candidato all’Oscar 1959 e vincitore del Globo d’Oro come miglior film straniero.

Juve Stabia, se parte Migliorini è pronta la difesa dell’Est?

miglioriniiIl leitmotiv della sessione di mercato della Juve Stabia è il nome di Marco Migliorini, che compare in quasi tutte le trattative riguardanti le Vespe. Il difensore scuola Toro è ancora una volta il pezzo pregiato del marcato gialloblè, che risulta nel mirino di molte squadre di categorie superiori.

Già in estate Migliorini era stato vicinissimo alla cessione; su di lui si erano infatti fiondate, tra le altre, Avellino, Salernitana, Ascoli, Spezia ma soprattutto il Lugano, compagine svizzera allenata da Zdenek Zeman. Proprio la società allenata dal boemo era arrivata ad assecondare le richieste di Manniello e Logiudice per il proprio gioiello, ma la trattativa saltò per intoppi burocratici non risolvibili entro la chiusura del calciomercato. D’altronde episodi del genere sono all’ordine del giorno, basti pensare che, sempre in estate, anche il passaggio di Soriano al Napoli non si concluse perché definito pochi minuti dopo il GONG finale.

Dopo sei mesi la situazione non è cambiata, è sempre il Colosso della difesa l’oggetto del desiderio continuamente richiesto a Manniello e Logiudice. A rendere più probabile la cessione, ad oggi, è anche il rapporto non più idilliaco tra il giocatore e la piazza stabiese. Anche questa volta, per l’acquisto del difensore, appaiono favoriti i lupi biancoverdi dell’Avellino, pronti ad offrire come contropartita l’esterno Giron oltre ad un conguaglio economico.

Sullo sfondo resta forte la pressione anche dello Spezia, pronto a mettere sul piatto circa 250.000 euro a fronte dei 600.000 richiesti invece dalla Juve Stabia.

In caso di cessione di Migliorini, ovviamente, la Juve Stabia dovrebbe rifare il look alla difesa e le possibilità di vedere una batteria di centrali dell’Est Europa sono alte.

Sì, perchè il sogno della società termale, per sostituire Marco,è il gigante albanese classe 92 Kastriot Dermaku, attualmente all’Empoli ma senza mai essere sceso in campo. Il giovane centrale sarebbe un colpo di mercato importantissimo per la categoria, avendo già maturato esperienza in Lega Pro ed essendo il profilo ideale per età, carisma, doti fisiche e tecniche per la Juve Stabia. Dermaku, tra l’altro, conosce bene le Vespe, avendole incontrate lo scorso anno quando vestiva la maglia del Melfi; anzi, nella gara in lucania del campionato scorso fu proprio l’incornata vincente del difensore albanese a spianare la strada della vittoria degli uomini di Bitetto sui gialloblè. Le concorrenza per l’albanese è altissima, ma Logiudice farà di tutto per regalare il difensore a Zavettieri.

Altro rinforzo proveniente dall’Est potrebbe essere il bulgaro Zhivko Stanislavov Atanasov, attualmente monitorato dalle Vespe e già aggregato al gruppo di Zavettieri. Il centrale classe 91 sfiora il metro e 90 di altezza e sembra avere tempismo e senso della posizione non solo in difesa ma anche sui calci piazzati, risultando dunque anche un’arma per far male agli avversari. Se l’ex difensore dello Slavia Sofia convincerà lo staff gialloblè, il suo ingaggio sarà più che una semplice ipotesi. Proprio la parabola di Atanasov, con le settimane in prova e l’eventuale tesseramento, potrebbe ricordare l’iter dell’acquisto di Jan Polak, arrivato tra l’indifferenza generale per un semplice provino e poi diventato colonna delle Vespe.

Proprio il difensore ceco diventerebbe, con gli arrivi di Dermaku e Atanasov, il leader della nuova difesa tutta dell’Est della Juve Stabia.

Se son rose, fioriranno.

 

Raffaele Izzo

L’escalation di Pyongyang. Dubbi e conseguenze del test nucleare Nondcoreano

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Escalation inattesa e senza precedenti della Corea del Nord che ha annunciato in mattinata ora locale di aver fatto esplodere in un centro atomico al nord del Paese una bomba termonucleare all’idrogeno. 

Seul – L’annuncio di un nuovo test atomico, stavolta con una bomba a idrogeno (più potente di una bomba nucleare), da parte del regime di Pyongyang torna a far innalzare la tensione nel penisola coreana. Di seguito alcuni interrogativi, i dubbi e le conseguenze sul piano diplomatico e di sicurezza del nuovo test.

E’ CREDIBILE L’ANNUNCIO DI PYONGYANG? – Gli analisti concordano sul fatto che il regime nordcoreano con ogni probabilità ha effettivamente condotto un qualche tipo di esplosione nucleare, ma sono scettici sull’affermazione che si sia trattato di una “bomba a idrogeno”. Il primo indizio che qualcosa è effettivamente accaduto è venuto dal terremoto di magnitudo 5,1 registrato vicino all’impianto nucleare di Punggye-ri. Ma gli esperti osservano che i dati tellurici registrati indicano che la violenza dell’esplosione è stata decisamente al di sotto di quella che ci si aspetterebbe da una bomba a idrogeno; il che probabilmente significa che il regime ancora non è riuscito a completare la seconda fase dell’esplosione a idrogeno.

DOVE E’ STATO REALIZZATO IL TEST? – Nello stesso laboratorio che i precedenti, nel sito nucleare di Punggye-ri, in una regione isolata e montagnosa del nord-est del Paese, a circa 100km dalla frontiera con la Cina e 200km dal confine russo. Secondo gli esperti, il sito -largamente documentato dai satelliti-spia- è stato costruito in oltre 20 anni.

COSA INDICA IL TEST IN RELAZIONE ALLO SVILUPPO DEL PROGRAMMA NUCLEARE NORDCOREANO? – Assodati i dubbi sull’effettivo test di una bomba a idrogeno, l’esplosione odierna conferma l’impegno del regime a portare avanti comunque il suo programma nucleare. La Corea del Nord ha realizzato tre test nucleari tra il 2006 e il 2013 (i primi due molto probabilmente con bombe al plutonio a bassa resa; il terzo con una bomba all’uranio forse con un dispositivo miniaturizzato) e lo scorso anno ha annunciato di aver messo a punto una bomba a idrogeno. Christopher Hill, l’ex capo negoziatore americano per i colloqui a sei sulla denuclearizzazione della Corea del Nord, ha rilevato che il regime sta continuando il suo programma di esperimenti a dispetto della comunità internazionale: “Il problema è enorme indipendentemente dal tipo di esplosione odierna”, ha detto alla Bbc.

COSA SIGNIFICA IL TEST PER L RELAZIONI DIPLOMATICHE IN ASIA? – Il test segna un nuovo ribasso nelle relazioni tra la Corea del Nord e la Cina, per decenni il suo principale sostenitore: Pechino ha subito condannato formalmente il test e questo indica che la pazienza del potente vicino si sta esaurendo perchè considera il regime un elemento di instabilità nella penisola coreana, dove la Cina ha forti relazioni commerciali con la Corea del Sud.

PERCHE’ ORA? – Il giovane dittatore al potere a Pygonyang, Kim Jong-Un, che ha effettuato numerose epurazioni da quando è salito al potere dopo la morte del padre, Kim Jong-Il, nel dicembre 2011, vuole probabilmente consolidare la sua base di consenso e dimostrare che porta a termine risultati addirittura superiori a quelli del padre e del nonno, il fondatore della dinastia nordcoreana, Kim Il-Sung.L’annuncio precede di due soli giorni il suo compleanno, l’8 gennaio, e precede anche l’atteso congresso del partito unico al potere, il Partito dei Lavoratori, il primo congresso in 35 anni.

COSA ACCADRA’ ORA? – Nel passato, i test nucleari e di missili balistici del regime nordcoreano sono stati seguiti da risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu e da sanzioni. In questo caso, è già stato convocato per oggi su richiesta di Giappone e Stati Uniti, una riunione del Consiglio di Sicurezza al Palazzo di Vetro.

Bologna, criticarono inchiesta sul sindaco: i pm querelano consiglieri Pd e Sel

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Il sindaco di Bologna Virginio Merola

Claudio Mazzanti e Cathy La Torre bollarono come “vicenda surreale” e di “follia pura” l’indagine della procura sull’acqua restituita agli occupanti di uno stabile.

BOLOGNA – ll 23 luglio, intervenendo a difesa del sindaco di Bologna Virginio Merola finito indagato, criticarono con dichiarazioni riportate dai media l’operato dei magistrati titolari dell’indagine, per abuso di ufficio, sul riallaccio dell’acqua a due immobili occupati abusivamente. Per questo due consiglieri comunali, il capogruppo Pd Claudio Mazzanti e la collega di Sel Cathy La Torre, sono stati querelati per diffamazione dai Pm Antonello Gustapane e Antonella Scandellari.

L’inchiesta è ad Ancona, che ha competenza sulle vicende che riguardano i magistrati di Bologna, in questo caso persone offese dal reato ipotizzato. La notizia è stata riportata dal Corriere di Bologna e trova conferme in ambienti giudiziari. Mazzanti, commentando l’indagine, parlò di “vicenda surreale”. La Torre la definì “follia pura”. Ora il pm di Ancona Ruggiero Dicuonzo dovrà stabilire se le espressioni dei politici siano state lesive della reputazione dei magistrati inquirenti o se invece possano rientrare nella legittima espressione del pensiero e del diritto di critica.

In queste ore si stanno identificando tutte le persone che riportarono le dichiarazioni. Il procuratore aggiunto Valter Giovannini a luglio intervenne per chiedere “rispetto del nostro lavoro, in questo momento particolarmente delicato, difficile e sovraesposto”. Invito rivolto soprattutto “a chi ricopre cariche pubbliche”.

Il ritorno della questione cattolica MARCELLO SORGI*

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Il tema delle unioni civili, come quello dei matrimoni gay, ha diviso tutti i Paesi in cui s’è arrivati a una regolamentazione per legge, dall’America all’Europa. Era inevitabile dunque che accadesse in Italia, ora che anche qui è arrivato il momento delle decisioni, e dopo tanti rinvii Renzi punta all’approvazione del testo in discussione in Parlamento in tempi brevi o brevissimi, prima della campagna elettorale per le amministrative.  

Era altrettanto scontato che tutto ciò avrebbe riacceso le polemiche, non solo all’interno della maggioranza di governo, dove il principale alleato del Pd, il Nuovo centrodestra, più sensibile alla campagna contraria condotta dalla Conferenza dei vescovi italiani, e dichiaratamente contrario al diritto, all’interno delle unioni omosessuali, di adozione del figlio (nato o in prospettiva concepito artificialmente) di uno dei membri della coppia, da parte dell’altro o dell’altra. Ma anche dentro lo stesso Partito democratico, che sconta perplessità simili nella sua componente cattolica.  

Era meno prevedibile, invece, che divergenze affiorassero anche a livello istituzionale, con timori, su cui circolano voci senza conferme da parte del Quirinale, per una legge che, come tutte quelle approvate in Parlamento, toccherebbe poi al Capo dello Stato firmare e promulgare, o rinviare alle Camere per un nuovo esame. 

In passato, anche di recente, nel 2006 ai tempi dell’ultimo governo Prodi – in cui ministro della Famiglia era l’attuale presidente della commissione antimafia Rosi Bindi, cattolica, ma favorevole alle unioni civili -, i rischi di una rottura interna alla coalizione di centrosinistra portarono all’accantonamento del problema. Stavolta la volontà di trovare una soluzione legislativa è prevalente, perché la pressione della società civile, e in particolare delle associazioni gay, è diventata più forte, l’Italia è rimasta tra i Paesi attardatisi troppo in materia, ed esiste in Parlamento uno schieramento che molti scommettono uscirebbe vincitore nel confronto con quello dei frenatori.  

Oltre alla maggior parte dei gruppi parlamentari del Pd e della sinistra radicale, il partito trasversale pro-unioni civili si allarga a un pezzo di centrodestra, compreso Berlusconi, pronunciatosi seppure con ripensamenti, a favore delle unioni gay, e arriva al Movimento 5 stelle, favorevole quasi in blocco anche al diritto alle adozioni. L’iter parlamentare si trascina da mesi. Ma a questo punto basterebbe lasciare libertà di coscienza ai parlamentari e mettere ai voti gli emendamenti, moderati o radicali che siano, per ritrovarsi con la legge approvata. Renzi, certo, correrebbe dei rischi a forzare con una parte della sua maggioranza, stringendo al contempo la mano al M5s. Ma come s’è visto qualche settimana fa – con l’inedita alleanza Pd-5 stelle, che finalmente ha portato a casa l’elezione di tre giudici costituzionali, dopo più di trenta votazioni a vuoto delle Camere riunite -, con Grillo le convergenze sono occasionali, senza sbocchi successivi. Alla fine il Parlamento è sovrano, e le ferite politiche si aprono e si rimarginano in poco tempo. 

La questione cattolica – intesa come legittima riserva dei credenti, non tutti, su una legge considerata a rischio per il futuro delle famiglie – tuttavia non va trascurata, anche se si pone in termini diversi. Non siamo a dieci anni fa, quando un premier cattolico come Prodi preferì archiviare il dossier per non mettere sotto stress la sua assai traballante coalizione. E neppure a quarantasei anni fa, quando nel ’70 la legge sul divorzio fu approvata a dispetto della Dc, che rappresentava ancora il partito di maggioranza relativa (e promosse subito dopo, perdendolo, il primo referendum abrogativo), e dell’allora presidente del Consiglio democristiano Giovanni Leone, che si dimise per non contribuire con la sua firma ad aprire la strada allo scioglimento legittimo dei matrimoni.  

Oggi Renzi, cattolico anche lui, al contrario dei suoi predecessori che in materia di valori scelsero di fare un passo indietro, laicamente considera obiettivo del suo governo, al pari delle altre riforme, riconoscere i diritti delle coppie non sposate, e segnatamente di quelle omosessuali. Quanto a Mattarella, non parla: per il modo che ha di intendere il suo ruolo, eserciterà riservatamente la sua moral suasion, se lo ritiene, e interverrà, se lo giudicherà necessario, solo dopo l’approvazione della legge, e soltanto nel caso in cui il testo solleciti qualche dubbio. Governo e Parlamento sono insomma pienamente liberi di decidere su un tema così delicato. 

Una ragione di più per non trascurare un aspetto importante. Una legge come questa, chiamata a regolare, non solo i diritti delle coppie di fatto, ma anche quelli dei figli, e perfino, secondo le interpretazioni più contestate, dei nascituri, va scritta con grande attenzione: valutandone bene, fino in fondo, i confini, le implicazioni e le conseguenze, e facendo in modo che il testo approvato non si risolva in un collage di incisi e rammendi, usciti, come purtroppo accade spesso, da una serie infinita di votazioni contrapposte. Non è un compito tecnico. È altamente politico, e va svolto nel migliore dei modi. Se lo aspettano, non solo i cattolici, la cui coscienza è di nuovo messa alla prova. Ma proprio i cittadini in attesa dell’eguaglianza e dei diritti negati loro da troppo tempo. 

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GrilLost in translation. MASSIMO GRAMELLINI*

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A fine anno il blog di Beppe Grillo rilanciava l’intervista al «Financial Times» del premier in pectore dei Cinquestelle, Luigi Di Maio. I toni del blog erano enfatici e un po’ provinciali, come succede spesso a noi italiani quando un’istituzione anglosassone si degna di abbassare lo sguardo sulle nostre meschine esistenze. Il giornale della supercasta dei soldi consacrava la parabola dei pentastellati fin dal titolo, definendoli «maturi per il governo». Sfuggono le ragioni per cui un movimento che prende voti in odio all’establishment dovrebbe guaire di felicità per gli attestati di stima del nemico. Ma persino questa bizzarria sarebbe passata inosservata in mezzo ai botti di san Silvestro, se non fosse accaduta una cosa inaudita: qualcuno si è preso la briga di leggere il «Financial Times» in inglese. E questo qualcuno è un bieco economista e deputato del Pd, due disgrazie in un solo destino. Giampaolo Galli – il nome del reprobo – ha scoperto che il titolo originale era più controverso e comunque diverso: «Il M5S vuole essere preso sul serio». E che alcune paroline antipatiche come «populist» erano misteriosamente scomparse nella traduzione italiana.

Ora, delle due l’una. O i grillini non conoscono l’inglese, e allora sono dei dilettanti né più né meno (ma forse un po’ di più) di chi ci governa. Oppure lo conoscono così bene da avere volutamente manipolato la realtà a fini di propaganda. E anche in questo caso si stenta purtroppo a scorgere una grande differenza con la classe dirigente che vorrebbero sostituire.

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La sfida del nuovo Barack: commuovere l’America. GIANNI RIOTTA*

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Il filosofo Baruch Spinoza raccomandava «Non ridere, non lugere, sed intelligere», non ridere, né piangere ma capire, contraddetto dal poeta William Blake, persuaso invece che «a tear is an intellectual thing», una lacrima è un fatto intellettuale. Nella sua vita pubblica, Obama ha sempre seguito la saggezza di Spinoza, freddo, cerebrale, distaccato, spesso incapace di scaldare l’opinione pubblica pur di non distaccarsi dall’algida strategia politica.  

A sorpresa ieri, in quello che sulla rivista The Atlantic l’analista James Fallows già definisce «l’atto che in futuro sarà più studiato della sua condotta», Obama è scoppiato in lacrime annunciando un pacchetto, non troppo severo, di provvedimenti per limitare l’accesso alle armi dopo le numerose stragi, ultima in California, a San Bernardino.

  • Obama contro “la lobby delle armi”: oggi i primi provvedimenti

Obama ha citato gli scolari della prima elementare di Newtown, in Connecticut, caduti nel massacro di 20 bambini e 6 adulti, nel 2012, sotto i colpi del killer Adam Lanza che impugnava una carabina Bushmaster XM15-E2S e una pistola Glock 20SF. Dapprima ha tentato di ricacciare il pianto e continuare con il discorso, quindi, come nel verso di Blake, ha lasciato scorrere le lacrime, riconoscendo «quando ripenso a quei bambini divento pazzo di rabbia…». 

Non è la prima volta che il Presidente lascia affiorare i sentimenti, un breve giro su YouTube offre la cineteca delle sue lacrime, ma ieri il compassato leader ha incluso il dolore stesso nel messaggio politico, lasciando un segno profondo, razionale e sentimentale. 

Barack Obama è ferito dalla resistenza delle lobby pro armi da fuoco, in prima fila la National Rifle Association, ad ogni controllo, non un porto d’armi severo come in Europa, ma perfino più accurati controlli psicologici, o della fedina penale, per chi acquista un’arma da guerra. Intervenendo nella campagna elettorale contro chi si oppone alla libera vendita, la Nra spaventa i candidati e alle fiere degli armaioli impone l’acquisto diretto, dopo un controllo superficiale del background risolto da 5 minuti al computer http://goo.gl/nu30Mh . Il pacchetto proposto da Obama non risolverà il problema, né ha la durezza che volevano i più radicali, per esempio non elimina la vendita in saldo alle fiere. Il nuovo leader repubblicano della Camera, Paul Ryan, annuncia opposizione, e i candidati dell’opposizione alla Casa Bianca insistono a sostenere l’interpretazione letterale del Secondo Emendamento alla Costituzione, che a loro modo di vedere garantisce il diritto a tenere in tinello Uzi, Kalashnikov e M 16. Con saggezza, invece, i Padri Costituenti parlavano di «Ben regolata milizia» popolare, non di matti armati sino ai denti. 

Sarebbe però sbagliato pesare con il bilancino da notista la performance di Obama ieri. Il Presidente, a dieci mesi dalla fine del mandato, ha fatto della questione porto d’armi un tema nevralgico della campagna 2016, costringendo i repubblicani a venire allo scoperto in difesa della Nra e concedendo un vantaggio tattico alla capofila democratica Hillary Clinton, sua ex Segretario di Stato (l’altro candidato, il senatore socialista Sanders, è meno duro contro le armi, perché eletto sulle montagne del Vermont, dove ogni casa rurale ha un fucile in cantina). 

Obama poteva proporre un articolato provvedimento che poi il Congresso, repubblicano, gli avrebbe pian piano svuotato. Sarebbe stato più razionale ma meno efficace: piangendo in diretta ha diviso il Paese in due, davanti al ricordo straziante dei bambini caduti a Newtown. Con disciplina l’ex studente della Columbia University e di Harvard ha nascosto l’anima inquieta, pur di non spaventare l’opinione pubblica, che per la prima volta nella storia della repubblica eleggeva un Presidente afroamericano. Bambino, giovane, adulto, Obama ha represso rabbia, sentimenti, emozioni pur di farsi accettare dalla middle class bianca. A fine corsa ritrova i toni del predicatore nero delle chiese di periferia a Chicago, i sermoni dove le lacrime del pastore dal pulpito echeggiano tra i banchi dei fedeli, «fatto» non solo «intellettuale», come in Blake, ma anche religioso e politico. Avete visto ieri il nuovo Barack Obama, un uomo che, lasciata Washington a soli 55 anni, a lungo emozionerà e dividerà l’America. 

* Facebook riotta.it  / lastampa

 

 

SARNO: rapina al supermercato. Uomo a volto coperto porta via l’incasso

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Ieri sera Sarno è stata protagonista di due fatti di cronaca.

Erano circa le 19 quando le sirene delle forze dell’ordine hanno interrotto l’uggioso pomeriggio per dirigersi a Foce nei pressi di un noto esercizio commerciale dove da poco era avvenuta una rapina: un uomo, volto coperto da passamontagna, pistola alla mano, ha fatto irruzione all’interno dell’attività e, minacciando il proprietario, si è fatto consegnare l’incasso serale.

Poco dopo, sempre nelle campagne di Foce, scatta l’allarme di una villa iniziando a suonare: tre malviventi si erano introdotti all’interno dell’abitazione. I vicini, richiamati dal suono, si sono recati sul posto. I ladri,scoperti e sentendosi braccati, si sono dati alla fuga raggiungendo l’auto ferma sul ciglio della strada. Episodi inquietanti consumati ancora una volta nelle prime ore serali. Una banda che viola la vita privata dei sarnesi, mette a repentaglio la sicurezza cittadina ormai da più di un mese.

Su entrambi gli episodi indagano le forze dell’ordine.