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I Maio: “Non abbiamo cacciato nessuno.” E su A. Piccolo…

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La Virtus Lanciano non sta vivendo un momento felice. Penultimo posto in classifica e autentica dismissione della squadra in atto. La società frentana, infatti, in questo primo scorcio di calciomercato, ha già perso i centrocampisti, Paghera, Di Cecco, Il difensore Pucino, e il bomber Antonio Piccolo, il quale, attraverso una registrazione che circola tra i tifosi, avrebbe parlato di “Giocattolo dismesso”, e usato toni che Guglielmo e Valentina Maio, rispettivamente vice-presidente e presidente del sodalizo frentano, non hanno digerito, come tutte le critiche piovute nei loro confronti, condite anche da insulti di natura personale.

Ecco, allora, che i due rampolli della famiglia Maio, titolari di una nota ditta che si occupa dello smaltimento dei rifiuti, hanno tenuto nella mattinata odierna una conferenza stampa congiunta, nella quale hanno voluto chiarire alcuni punti fondamentali. Toni decisi e incisivi quelli dei due giovani dirigenti rossoneri, che non le hanno certo mandate a dire.

Il primo a prendere la parola è Guglielmo Maio: sguardo scuro e tono perentorio: “Il Lanciano sta operando un mercato di rifondazione, per ripianare il budget e il bilancio. Poi, i nostri sforzi saranno tutti rivolti alla salvezza della squadra: noi non abbiamo assolutamente mollato (usa un epiteto forte ndc). Noi ci mettiamo vita, passione, cuore e non siamo l’agnello sacrificale di nessuno. Noi teniamo al club, che viene prima di tutto, anche di me, di mia sorella e di mio padre, visto che siamo bersagliati tutti i giorni. In questi anni ci siamo tolti una marea di soddisfazioni, anche contro tutto e tutti. Stiamo solo operando per ripianare il budget societario, come fanno tutte le squadre. Non abbiamo problemi economici. Vogliamo solo che la S.S. Virtus Lanciano sia un’azienda indipendente.”

Gugliemo Maio, è un fiume in piena: “Questo è sport: si vince e si perde. Le annate possono andare bene come possono andare male. Mancanza di comunicazione da parte nostra? Non mi pare. Ho sempre risposto a tutti. Ho rilasciato tantissime interviste. Io e la mia famiglia ci abbiamo sempre messo la faccia. Non permetto a nessuno di mancare di rispetto alla mia famiglia. La società è sana. Non mi sono mai messo in tasca un euro grazie al Lanciano. Se i giocatori piangono perché vanno via (il riferimento è a Paghera ndc), si vede che qualcosa di buono da queste parti è stato costruito.”

La parola passa al presidente, Valentina Maio, di solito sempre sorridente e solare, ma non in questa circostanza: “Volevo aggiungere, che non accetto più attacchi personali verso me e la mia famiglia. Vanno in giro audio con giocatori che hanno parlato con i tifosi (il riferimento è alla conversazione di Piccolo con un tifoso). Allora, vi spiego cosa ho detto ai giocatori: io ho un carro da riempire, chi ne vuole fare parte è ben accetto. Ma io e la mia famiglia non abbiamo cacciato nessuno. Ho detto loro di avere bisogno di uomini. Ognuno, poi, ha fatto le sue scelte.” Riguardo Antonio Piccolo, il quale in una conversazione audio con un tifoso avrebbe rilasciato commenti pochi cortigiani verso la società rossonera, ecco il commento di Valentina Maio: “ Basta con questa storia di Piccolo, che è stato eretto a paladino della giustizia. Piccolo è andato allo Spezia perché il Pescara gli aveva offerto di meno. Se il Lanciano non avesse investito su Antonio Piccolo, a quest’ora non sarebbe dove si trova… Dovete avere fiducia in questa società. Non abbiamo fatto male a nessuno. Anche ai giornalisti chiedo rispetto. Ho letto di persone interessate al rilevare la nostra società. Allo stato attuale nessuno ci ha fatto una richiesta concreta. Colasante? Personalmente, nemmeno lo conosco. Ai calciatori avevamo chiesto una mano. Abbiamo detto che potrebbero arrivare 1/2 punti di penalizzazione, e che gli stipendi sarebbero stati pagati in maniera dilazionata, ma sicuramente entro il mese di giugno. A qualcuno la nostra proposta non è andata a genio, e a preferito fare le valigie. Sono scelte di vita.”

La chiosa riguarda il futuro. Ecco cosa dichiarano i fratelli Maio: “La priorità è la salute del club. Lotteremo fino alla fine per salvarci e sono convinto che ci salveremo. Noi faremo il nostro campionato e in campo manderemo 11 persone che lotteranno ogni giornata, senza regalare niente a nessuno.”

Queste le dichiarazioni dei fratelli Maio, nel momento più difficile della loro gestione. Riuscirà la famiglia, che dal 2008 detiene le redini del club abruzzese, a salvare anche quest’anno il club rossonero riportando il sorriso sul bellissimo volto di Valentina Maio? Ai posteri l’ardua sentenza…

CHRISTIAN BARISANI

Il Pungiglione Stabiese: I Satanelli? Serve un Del Sante!

DIRETTA

“Il Pungiglione Stabiese” programma webradio condotto da Mario Vollono andrà in onda eccezionalmente oggi 07 gennaio alle ore 20:15.

In studio ci saranno Gianluca Apicella (Magazine Pragma), e Salvatore Sorrentino (ViViCentro).

Parleremo del calciomercato della Juve Stabia che ha visto Del Sante la prima operazione conclusa dalle Vespe. Per l’occasione avremo come ospite telefonico il suo procuratore Andrea Cattoli che ci parlerà del suo assistito.

Parleremo della prossima gara, ultima del girone di andata, in cui le Vespe faranno visita al quotatissimo Foggia di Mister De Zerbi. Per conoscere meglio il prossimo avversario avremo in collegamento telefonico il collega Attilio Scarano di Calciofoggia.it.

Chiuderemo la puntata come di conseutudine parlando del settore giovanile della Juve Stabia collegandoci telefonicamente con Alberico Turi responsabile del settore giovanile.

Avvisiamo i radioascoltatori che è possibile intervenire in diretta telefonica chiamando il numero 081.048.73.45 oppure inviando un messaggio Whatsapp al 338.94.05.888.

Gli ascoltatori possono inoltre scrivere, nel corso del programma, sul profilo facebook “Pungiglione Stabiese” per lasciare i loro messaggi e le loro domande.

“Il pungiglione stabiese” è la vostra casa. Intervenite in tanti! 

Vi ringraziamo per l’affetto e la stima che ci avete mostrato nel precedente campionato e speriamo di offrirvi una trasmissione sempre più bella e ricca di notizie.

Perugia, bomba rudimentale davanti filiale di Banca Etruria Confezionata per esplodere

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Dentro il pacco, alcune lattine con dei chiodi collegate a una batteria. Ad accorgersene è stato un cliente della banca che ha allertato i carabinieri: il plico è stato fatto brillare.

PERUGIA – È considerato dagli investigatori un ordigno rudimentale seppure a basso potenziale quello trovato stamani davanti all’ingresso della filiale di Banca Etruria a Ponte San Giovanni, alla periferia di Perugia. È stato disinnescato dagli artificieri dei carabinieri che stanno svolgendo accertamenti. Ad accorgersi del pacco è stato un cliente della banca. Il pacco era pronto ad esplodere.

Chiodi e pile per l’innesco

L’ordigno rudimentale era stato confezionato con una busta lasciata davanti all’ingresso dell’istituto di credito. Per precauzione gli artificieri l’hanno fatto esplodere. All’interno sono stati trovati dei chiodi arrugginiti dentro delle lattine, della polvere fertilizzante e delle pile per l’innesco. Materiali che – secondo i primi accertamenti – erano in grado di provocare una fiammata. La busta è stata lasciata probabilmente durante la notte. I carabinieri hanno subito avviato le indagini per risalire a chi l’abbia lasciata. Al vaglio degli investigatori anche le immagini di sorveglianza della zona.

La condanna del gesto

L’Associazione Vittime del Salva-Banca condanna l’episodio «Apprendiamo – si legge in una nota – dagli organi di stampa la notizia di un pacco bomba rudimentale davanti alla filiale di Banca Etruria a Ponte S. Giovanni (Pg). Qualora tale episodio fosse accertato, condanniamo con determinazione tale gesto e qualsiasi altra forma di protesta criminosa. La nostra protesta continuerà nella legalità e nel rispetto delle regole che ci ha sempre contraddistinto».

 

 

 

Mafia Capitale, prime condanne per i politici

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Roma – Prime condanne per i politici nel quadro del procedimento Mafia Capitale a Roma. Il Gup Alessandra Boffi ha inflitto 2 anni 2 mesi a Daniele Ozzimo, ex assessore alla Casa della giunta Marino, in quota Pd, e 2 anni e 4 mesi di reclusione all’ex consigliere comunale di Centro democratico Massimo Caprari. I due rispondevano di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio al pari di Gerardo e Tommaso Addeo, gli ex collaboratori di Luca Odevaine (gia’ componente del Tavolo di Coordinamento Nazionale per i richiedenti asilo) ai quali il gup ha inflitto un anno e dieci mesi di carcere a testa, e di Paolo Solvi, condannato a due anni e due mesi nella veste di ex braccio destro dell’ex presidente del Municipio X (Ostia) Andrea Tassone. 
“Me lo aspettavo. Si sa come vanno a finire queste cose in questo Paese…”, ha commentato a caldo Ozzimo. “Siamo pronti a presentare appello”, ha annunciato l’ex esponente Pd.
Sempre oggi, altri 4 imputati hanno patteggiato la pena. Due anni e otto mesi per Francesco Ferrara, due anni e sei mesi per Domenico Cammisa, Salvatore Menolascina e Carmelo Parabita, oltre alla confisca di 400mila euro: sono queste le condanne che gli ex dirigenti della cooperativa ‘La Cascina’ hanno concordato, d’intesa con la Procura di Roma, davanti al gup Alessandra Boffi. Erano accusati di concorso in corruzione nei confronti di Luca Odevaine, il quale, come componente del ‘Tavolo di Coordinamento Nazionale sull’accoglienza per i richiedenti e i titolari di protezione internazionale’, avrebbe ricevuto dai quattro “la promessa di una retribuzione di 10mila euro mensili, aumentata a 20mila dopo l’aggiudicazione del bando di gara del 7 aprile del 2014 relativo all’appalto per la gestione del Cara di Mineo”, affinche’ si creassero le condizioni per assegnare i flussi di immigrati alle strutture gestite dal gruppo ‘La Cascina’, previo accordo con i dirigenti della stessa cooperativa del contenuto del bando. Secondo l’ipotesi accusatoria, Odevaine ricevette i soldi dal 2011 al 2014, in parte direttamente e in parte attraverso due suoi collaboratori, i quali, assieme a Gerardo e Tommaso Addeo (giudicati oggi in abbreviato) “curavano la predisposizione della documentazione fittizia finalizzata a giustificare l’ingresso delle somme nelle casse delle fondazioni e delle societa’ riferibili a Odevaine”.

Mertens: “Al primo posto non ci pensiamo ora, a Frosinone per vincere”

Dries Mertens ha rilasciato alcune dichiarazioni a Radio Gol su Kiss Kiss Napoli: “A Bergamo abbiamo fatto una buona gara, ieri abbiamo iniziato bene il 2016. Con tre punti contro il Torino. I granata giocano molto bene, siamo stati bravi perchè dopo la sosta non è mai facile vincere”.

In conclusione i saluti del belga: “Grazie a tutti i tifosi azzurri, buon anno e divertitevi!”.

Il gruppo è unito? “Sono arrivato qui tre anni fa insieme a tanti calciatori, dopo tanti anni insieme le cose vanno sempre meglio. I calciatori sono sempre insieme, è un fattore buono per il gruppo e i risultati si vedono”.

L’intesa con Higuain? “Non c’è solo con lui, siamo 25 calciatori in rosa e siamo tutti uniti. Anche la panchina è importante”.

Cosa dobbiamo aspettarci dal Napoli? “Dobbiamo proseguire così, poi vedremo. Dobbiamo valutare gara dopo gara, bisogna vincere a Frosinone. Poi vedremo”.

Feeling con le curve? “Si, dobbiamo portarla sempre. Non solo quando giochi bene, i tifosi sono importanti perchè se giochi e hai delle difficoltà i tifosi ti aiutano”.

Tu e tua moglie state bene in città? “Certamente, non era facile trasferirsi da giovane in un’altra città con la fidanzata. Qui c’è tanta gente che ti aiuta sempre, è bellissimo”.

Insigne avversario in occasione di Italia-Belgio all’Europeo? “Insigne, Jorginho, Valdifiori e Gabbiadini. Spero che quel giorno possano esserci tanti napoletani in campo”.

Quanto è cresciuto Mertens in questi anni? “Sono molto contento per il mio progetto a Napoli, quest’anno è importante e speriamo che alla fine possa dare di più anche io”.

Vuoi vincere l’Europeo? “E’ come l’Europa League, abbiamo vinto sei gare nel girone ma se perdiamo col Villarreal sarà come aver fatto nulla. Così anche col Belgio, dobbiamo mettere da parte il ranking. Siamo primi ma non abbiamo vinto nulla, vogliamo rimediare”.

Belgio ancora primo nel ranking Fifa? “Siamo contenti, è una cosa bella per un Paese piccolo”.

L’Europa League resta un obiettivo? “Sì, ma dobbiamo dimenticare le sei vittorie nel girone. Il Villarreal è una squadra forte, dobbiamo iniziare così come abbiamo finito”.

La grande stagione finora? “Sappiamo che non dobbiamo parlare troppo, ma continuare su questa strada”.

La trasferta di Frosinone? “Siamo tutti preparati, siamo pronti. Abbiamo vinto ieri in casa ma dobbiamo farlo anche a Frosinone”.

Il Napoli resta in contatto con la vetta: “Non pensiamo agli altri, ma solo a noi stessi. Come dice sempre Sarri”.

 

Foggia-Juve Stabia, parte la prevendita

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S.S. Juve Stabia rende noto che sono disponibili, come da vigente normativa, ESCLUSIVAMENTE per i possessori della Tessera del Tifoso, i tagliandi di ingresso del Settore Ospiti dello Stadio “Pino Zaccheria” di Foggia per assistere all’incontro di calcio Foggia-Juve Stabia, in programma domenica 10 gennaio alle ore 15,00 e valevole per la 17a giornata del Girone C della Lega Pro Divisione Unica 2015/16.      
 

Il Foggia Calcio, nel rispetto delle direttive ministeriali, NON HA ADERITO al progetto “Porta un amico allo stadio”. Inoltre, la vendita dei tagliandi ai residenti della regione Campania è limitata ESCLUSIVAMENTE al Settore Ospiti dello Stadio “Pino Zaccheria”.
I biglietti sono in vendita al prezzo di € 15.00, più diritti di prevendita, fino alle ore 20,00 di venerdì 8 gennaio, presso le rivendite del circuito Booking Show. A Castellammare di Stabia punto vendita abilitato presso:  

 TICKETPOINT di Amoroso Giuseppina , Corso Alcide de Gasperi 32  

Parigi, uomo con finta cintura esplosiva entra in commissariato: ucciso. Urlava Allahu Akbar (VIDEO)

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Un uomo è stato ucciso mentre cercava di entrare nel commissariato del quartiere della Goutte d’or (diciottessimo arrondissement) di Parigi. Secondo le prime ricostruzioni, indossava un ordigno simile a “una cintura esplosiva” ed era armato con un coltello: l’ipotesi degli inquirenti è che la cintura fosse falsa, ma alcuni testimoni hanno detto che “si vedevano dei fili sporgenti che uscivano dalla giacca”. Intorno alle 12 avrebbe cercato di entrare nella struttura e avrebbe gridato “Allah akbar” (“Allah è grande”). A confermare la dinamica è stato il portavoce del ministero dell’Interno. A un anno esatto dall’attentato al settimanale satirico Charlie Hebdo che ne ha decimato la redazione e quasi due mesi dopo la strage del 13 novembre scorso, Parigi torna a dover affrontare la minaccia concreta del terrorismo.

La polizia ha chiesto agli abitanti delle case vicine al commissariato di chiudere le finestre e di non affacciarsi ai balconi. Il portavoce del ministero dell’Interno, che da subito si era mostrato cauto limitandosi a dire che l’uomo indossava «un dispositivo che potrebbe essere una cintura esplosiva», ha spiegato che «secondo le prime informazioni che ci sono state riferite, l’uomo avrebbe agito da solo». Sull’accaduto, ha aggiunto, «bisogna essere estremamente prudenti, è presto per parlare di atto terroristico».

È presente sul posto anche il ministro dell’interno Bernard Cazeneuve.

VIDEO 1

VIDEO 2

 

Quando la tifosa Pampanini seguì la Roma a Castellammare

Era il 4 maggio 1952 quando la giovanissima e bellissima Silvana Pampanini la nota attrice romana scomparsa nel giorno dell’Epifania a novantanni, prese posto sulle scalee del vecchio campo San Marco per seguire la “sua” Roma impegnata a Castellammare contro lo Stabia.

Nell’allora campionato di B la Roma era in corso per la vittoria del torneo e quindi accedere alla massima serie mentre lo Stabia s’avviava ad un mesto ritorno in serie C.

Questo il ricordo del tifoso Luigi della “vecchia guardia”: “ricordo che io poco più che quindicenne seguivo già le sorti della squadra di Castellammare, andavamo sotto al campo e chiedevamo all’adulto di turno: capò pòzzo trasì cu voi? – in quella gara di fine campionato c’era la bellissima Pampanini e in tanti tra gli adolescenti s’intrufolavano sotto le scalee del San Marco che a quel tempo erano in legno per cercare di vedere le gambe della bella Silvana! Altro aneddoto legato a quella gara, continua ancora Luigi, fu quello legato al nostro portiere Renato Giudici che quando venne a sapere della presenza in tribuna della Pampanini chiese se a fine gara poteva incontrarla essendone un grande fan e gli fu risposto che se avesse avuto un buon rendimento sarebbe stato accontentato. Lo Stabia pur essendo ultimo riuscì a pareggiare contro la capolista e Giudici con i suoi prodigiosi interventi riuscì a mantenere la porta inviolata e vide esaudita la sua richiesta!”.

Castellammare di Stabia 4 maggio 1952 – Campo San Marco

Campionato di Serie B – STABIA – ROMA 0 – 0

Le formazioni:

STABIA: Giudici; Ciccone, Tiriticco, Mainiero, Vultaggio, Sforza, Lopez, Palma, Rosi, Di Costanzo, Malavasi.

ROMA: Albani, Tre Re, Cardarelli, Acconcia, Bortoletto, Venturi, Merlin, Galli, Bettini, Zecca, Sundqvist.

Arbitro: De Leo di Mestre.

Giovanni MATRONE

Il mappamondo inatteso della felicità: vince la Colombia, malissimo l’Italia

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La ricerca del Gallup su speranza, ottimismo economico e felicità premia il Paese sudamericano. La penisola compare tra i dieci peggiori Stati per ogni voce: ultimi nella speranza che il 2016 sia migliore del 2015, terzultimi nelle aspettative economiche e decimi (peggiori) insieme alla Francia per felicità complessiva.

MILANO – Un mappamondo della felicità rovesciato rispetto a quello che ci si aspetterebbe in base al sentore comune: lo disegna il Gallup, istituto di ricerche di mercato, nel tradizionale rapporto su speranza e soddisfazione economica. Un lavoro che premia, per la voce della felicità, un terzetto inatteso: Colombia al primo posto, poi Fiji ed Arabia Saudita. In fondo alla classifica, Iraq, Tunisia e Grecia.

La ricerca è condotta intervistando (telefonicamente, online o direttamente) oltre 66mila persone in 68 Paesi, con un campione nazionale equamente diviso di un migliaio di uomini e altrettante donne. Il periodo di osservazione è tra il settembre e il dicembre 2015. Globalmente, il report dice che la felicità netta (il risultato tra coloro che si dichiarano felici meno quelli che sono infelici) è del 56%. Il dato è frutto di un 66% che si definisce felice (in calo dal 70% del 2014), un 23% a mezza via e il 10% che si dice infelice. Dal punto di vista economico, il 45% del mondo pensa che l’anno appena iniziato sarà migliore dello scorso e il 22% è pessimista.

L’Italia non figura affatto bene: la speranza generale di un 2016 migliore rispetto ai dodici mesi precedenti è da ultimo posto in graduatoria, con un saldo del -37% che indica chiaramente quanto i pessimisti superino gli ottimisti. A seguire, ci sono l’Iraq e la martoriata Grecia. In testa, Bangladesh, Cina e Nigeria. La nazione africana domina invece la classifica sulle prospettive economico, con un saldo positivo del 61%. Anche in questo caso, il Belpaese sfigura: siamo terzultimi (-47%), gli unici che la vedono peggio di noi sono greci e austriaci. Così, nell’indice complessivo della felicità ci ritroviamo nella colonnina rossa degli ultimi dieci, a pari merito con i francesi, con un saldo di ottimismo limitato al 33% (contro, ricordiamo, una media di felicità netta del 56% e una punta dell’85% in Colombia).

Il cronista registra, pur con qualche dubbio. Il periodo di osservazione, ad esempio, è stato denso di eventi. Solo economicamente, si pensi al rallentamento della ripresa, alle mosse delle Banche centrali o al nuovo spauracchio cinese. Ancora, stride la rilevazione con il fatto che gli indici sulla fiducia economica censiti dagli Istituti nazionali ed europei sono da tempo a livelli massimi. Per non parlare di quanto accaduto sul fronte internazionale e della sicurezza, a cominciare dagli attentati di Parigi. In ogni caso, per la Colombia cominci la festa.

Hamsik: “Meglio i tre punti che le 300 partite in A!”

Marek Hamsik ha festeggiato la sua 300esima partita in Serie A, la 299esima con la maglia del Napoli, con un bel gol al Torino e commenta così sul proprio sito: “Sapevamo che iniziare bene il 2016 sarebbe stato molto importante, e siamo felici di aver vinto. E’ stato un duello molto duro, non abbiamo giocato il nostro miglior calcio ma siamo riusciti a guadagnare i tre punti. Sono felice di aver giocato ben 300 partite, ma lo sapete che per me è molto importante  aver preso i tre punti. In questo momento siamo terzi ad un punto dall’Inter in testa: andremo avanti partita dopo partita, soltanto alla fine vedremo dove siamo arrivati”.

Paolini di Ascoli Piceno arbitra Foggia-Juve Stabia

Per l’ultima giornata d’andata del campionato di Lega Pro girone C che si disputerà domenica 10 alle ore 15 al “Pino Zaccheria” di Foggia è stato designato Edoardo PAOLINI della sezione di Ascoli Piceno a dirigere la gara tra Foggia e Juve Stabia.

Paolini, nato a Ravenna il 21 gennaio 1986 è al suo quinto campionato in Lega Pro, nelle stagioni passate ha diretto in due occasioni la Juve Stabia primavera; 10 marzo 2012 a Formello le vespette impattarono uno ad uno contro la Lazio e il 24 novembre 2012 con lo stesso risultato finì la gara in casa contro il Bari.

Nello scorso campionato, il 25 ottobre 2014 alla decima giornata d’andata le vespe espugnarono il “San Vito” di Cosenza con una rete nel primo tempo di Francesco BOMBAGI.

L’assistente numero uno sarà : Francesco ROSSINI della sezione di Padova mentre il numero due Stefano VIOLA della sezione di Bari.

Giovanni MATRONE

Cairo si arrende, sì per Maksimovic

Sembra essere arrivato il momento del sì. Il Torino, ieri avversaria al San Paolo, ha finalmente dato l’ok alla cessione di Nikola Maksimovic al Napoli. Non c’è ancora l’accordo, ma il presidente granata Cairo ha detto sì al trasferimento del serbo in azzurro a titolo definitivo. Ieri lunga riunione tra i presidenti prima e durante la partita. De Laurentiis è entrato in tribuna soltanto ad inizio secondo tempo, mentre nel dopopartita è apparso molto sereno, non solo per la vittoria ma anche per la riuscita (almeno parziale) dell’operazione. 18 milioni di euro (in realtà sono 15 più bonus) per il passaggio a gennaio a Napoli. C’è il sì del giocatore, che non spinge per lasciare Torino ma che non vede l’ora di questa nuova opportunità. Ma ancora non è il momento della stretta di mano.

Il Torino ha ceduto alle pressioni del Napoli, ma ha chiesto tempo. Sì, tempo per trovare un sostituto di Maksimovic. Ventura ha bisogno di un altro difensore per sostituirlo. Giocando con la difesa a tre ha bisogno di un reparto folto, e quindi serve subito un altro giocatore. Al Napoli non è piaciuto sentire questa notizia, perché a Giuntoli non risultano trattative da parte del Torino per prendere un difensore. Non ci sono i presupposti per uno scambio.

Il Napoli cederà Henrique, è vero, ma in Brasile, e probabilmente il difensore ex Palmeiras non interessa ai granata. Chi allora? De Laurentiis non può far altro che sollecitare e aspettare. Perché, inutile girarci intorno, questo stallo può anche diventare una scusa per non mollare Maksimovic. Per questo motivo comincerà da oggi un altro pressing per sbloccare la trattativa al più presto, magari facendo leva sul giocatore, che ha giocato con la Primavera e sta dando segnali di recupero dopo il lungo infortunio. Il Torino ha promesso di fare prima possibile, ma al momento non ha chiuso con nessuno.

Il Roma

[VIDEO] Sarri espulso va in tribuna…

Maurizio Sarri, durante il match contro il Torino, è stato espulso al pari di Ventura. Il tecnico azzurro si sposta in tribuna. Ecco le immagini di quei momenti, pubblicati su Youtube.


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Leggi approvate, 8 su 10 sono del Governo

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Studio del Censis: dopo i massacri di Parigi e l’avanzata dello Stato islamico, modificate le abitudini di vita. Evitati i principali luoghi simbolo, non si prendono treni e aerei e spesso non si esce più nemmeno la sera.

La produzione legislativa è per la maggior parte in mano all’Esecutivo. Delle 174 leggi approvate da inizio Legislatura solamente il 20% era di iniziativa parlamentareNumeri e dati del Premierato all’Italiana.

All’interno del nostro ordinamento costituzionale, vari attori esercitano la funzione legislativa. Insieme al Consiglio Nazionale dell’Economica e del Lavoro, i cittadini e le regioni, sono due i veri protagonisti: il Parlamento e il Governo.

Nonostante costituzionalmente sia il primo ad essere titolare del potere legislativo, nel corso del tempo il secondo, detentore di quello esecutivo, ha fortemente ampliato il suo raggio d’azione. E’ ormai diventata una prassi infatti, che la stragrande maggioranza delle leggi approvate dal nostro parlamento siano di iniziativa del governo.

Non solo, dei migliaia dei disegni di legge che vengono depositati ogni legislatura, una percentuale bassissima diventa effettivamente legge. In media se in un mese vengono depositate oltre 180 proposte di legge, solamente 6 completamente l’iter. Le iniziative del governo hanno una percentuale di successo molto più alta rispetto a quelle dei parlamentari: 32% vs. 0,87%.

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La produzione legislativa del nostro parlamento è evidentemente ormai in mano al governo.Delle oltre 565 leggi approvate nelle ultime due legislature infatti, ben 440 sono state presentate dai vari esecutivi che si sono succeduti. Fra i governi presi in considerazione, l’apice è stato raggiunto con il governo di Enrico Letta, periodo in cui il parlamento aveva presentato solamente l’11% delle leggi approvate.

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/openpolis

Zuniga-Bologna, sarà prestito con diritto di riscatto

La Repubblica Bologna scrive su Zuniga: “Si tratta di Juan Camilo Zuniga, terzino destro (volendo sinistro), nonché laterale di centrocampo, che i rossoblù stanno per ottenere dal Napoli, con un corposo contributo all’ingaggio. I soldi, come sempre, sono l’ultimo ostacolo da aggirare. Ma anche su questo argomento iersera Corvino viaggiava spedito, sicuro di chiudere l’affare, facendo così felice Donadoni che invocava rapidità d’esecuzione. Nel Napoli Zuniga quest’anno non ha mai giocato, essendo di fatto fuori rosa. La sua ultima partita da novanta minuti, per intendersi, è datata 26 ottobre 2014: da lì, solo una comparsata di 9’ e una serie infinita di mancate convocazioni e infortuni. Il problema del Napoli, ovvero il vantaggio del Bologna, è che Zuniga guadagna poco più di 3 milioni netti a stagione, e il suo contratto scadrà solo nel 2017. Cederlo in prestito al Bologna, per De Laurentiis, sarebbe comunque un vantaggio, anche a costo di finanziare due terzi dello stipendio. Resta ora da capire se a Zuniga verrà prolungato il contratto per agevolare a giugno un eventuale riscatto da parte del Bologna. Un dettaglio, insomma, per un affare galoppato nelle ultime ore alternativo e parallelo a quello di Santon dell’Inter”

Diawara, l’agente: “Napoli è un punto d’arrivo per qualsiasi calciatore”

Avv. Daniele Piraino, procuratore di Amadou Diawara, a Radio Kiss Kiss Napoli: “Non so se il Napoli ha attuato un’opzione su Diawara. Non essendo dirigente di uno dei due club non posso essere a conoscenza delle politiche societarie. Ho contatti costanti con il Bologna, è ovvio, per valutare la crescita calcistica del mio assistito. Detto ciò, un interesse del Napoli non può che far piacere. Ne siamo lusingati. Parliamo infatti di uno dei club più importanti d’Italia e non solo. Napoli è una piazza difficile da rifiutare per chiunque. Da anni ormai la squadra azzurra lotta per i vertici e non soltanto in Serie A ma si è affermata di diritto nei club più importanti del panorama calcistico europeo. Poi, Maurizio Sarri è un allenatore bravissimo che è riuscito a correggere alcuni difetti che la squadra palesava negli ultimi campionati. Oggi Napoli è un punto d’arrivo per qualsiasi calciatore. Ripeto: difficile rifiutare una piazza importante come quella napoletana”.

L’affare Maksimovic è una telenovela: De Laurentiis e Cairo ne avranno parlato al San Paolo

La Gazzetta dello Sport parla della pista Nikola Maksimovic per il Napoli. Secondo il quotidiano i presidenti De Laurentiis e Cairo ne avrebbero parlato ieri sera nel post-gara di Napoli-Torino. Il produttore cinematografico, su indicazione dello staff tecnico, ha tentato l’affondo decisivo subito dopo il fischio finale per una trattativa che ha le sembianze di una vera e propria telenovela.

Insigne gol alla Maradona, inedito Hamsik e inesauribile Callejon

La Gazzetta dello Sport scrive su Napoli-Torino: “Anno nuovo, campionato abbastanza vecchio. La Juve vola, l’Inter impone la legge dell’1-0, la Fiorentina si diverte, la Roma inciampa e il Napoli non è più prepotente come prima ma, da Higuain in giù, ha tanta qualità in attacco che può risolvere (quasi) ogni situazione. Anche quando l’argentino sbatte su Padelli e Glik. Anche quando di fronte c’è un Torino che non si arrende mai, fino all’ultimo crede nel pari e rimpiange d’aver lasciato troppo in panchina Maxi Lopez. Ci pensano il solito, enorme, Insigne – gol alla Maradona, 8o centro in campionato, assist non da meno, il 6o –, Hamsik che al San Paolo non l’aveva ancora messa dentro, e l’inesauribile Callejon esterno-mediano: confermando che in casa, 7 successi e 2 pareggi, non ce n’è per nessuno. Ma l’ex Quagliarella spaventa non poco Sarri: con il rigore del temporaneo 1-1 e con un colpo di testa che San Reina schiaffeggia sulla linea. Sarebbe stato troppo”

Sarri a Sky: “Vi svelo il motivo dell’assenza di Allan”

Maurizio Sarri parla ai microfoni di Sky: “Vittoria della maturità? Mi sarebbe piaciuto vedere più cattiveria nel chiudere la partita, casualmente è il primo tempo è finito per un solo gol di vantaggio. Assenza di Allan? Ha giocato David Lopez perchè in campo c’era Valdifiori che ha un po’ meno presenza difensiva rispetto a Jorginho. Ho preferito dare più densità al centrocampo. Jorginho nettamente più forte di Valfifiori? Abbiamo fatto 25 partite, 14 ne ha giocate  da titolare Jorginho e 11 Valdifiori, non direi che ci sia tutta questa differenza. La mia non è una polemica, anzi. Quant’è bravo Insigne? Quant’è stata brava la mamma di Insigne direi. Quella stessa conclusione di Insigne, se finisce in curva nessuno se la ricorderà mai, invece c’è stata quella prodezza. Mentalità per chiudere la partita? Contro l’Inter abbiamo rischiato molto di più di stasera, col Torino abbiamo gestito abbastanza bene. Gabbiadini è fuori da 2 mesi, comincia a stare leggermente meglio ma ancora non benissimo. Per quanto riguarda me, il mercato durerebbe 48 ore. Se acquistiamo qualcuno? Il presidente non deve darmi delle rassicurazioni? Non deve darmele, poi col direttore sportivo ci confrontiamo tutti i giorni, sa benissimo cosa serve e quali sono le mie idee”.

Quella Concorrenza al Califfo STEFANO STEFANINI*

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Non sappiamo cosa pensasse il sorridente Kim Jong-un mentre scribacchiava l’ordine di detonazione sotterranea di un ordigno nucleare, dichiarandolo bomba all’idrogeno: «Adesso gliela facciamo vedere al mondo?» 

Oppure, «Non voglio essere secondo alla propaganda degli orrendi video dello Stato Islamico?» Pyongyang ha imparato che oggi il potere dell’immagine è pervasivo e istantaneo. Non sappiamo se fosse veramente una bomba termonucleare. La prima valutazione americana è piuttosto scettica. Metro ancor più importante del successo nordcoreano sarebbe però la miniaturizzazione che indicherebbe che gli ordigni atomici possono adesso essere messi a disposizione dei missili – spesso imprecisi ma sempre di più lunga gittata – di cui dispone la Corea del Nord. Gli accertamenti definitivi richiederanno tempo e potrebbero anche ridimensionare quest’ultima bravata nucleare di Pyongyang. Ai fini dell’effetto psicologico il danno è stato fatto – altra analogia con il terrorismo.  

Sappiamo che la scossa politica e strategica è stata immediata e ben più forte di quella tellurica, pur non indifferente (un sisma di 5,1 sulla scala Richter). Il nuovo esperimento atomico nordcoreano acuisce l’instabilità di una regione asiatica già attraversata da tensioni e rivalità; allarma seriamente i vicini sudcoreani e giapponesi, alla portata dei missili nordcoreani; dà un pessimo esempio internazionale ai tanti altri aspiranti all’ingresso nel club nucleare. La condanna è stata unanime (Stati Uniti, Russia, Europa, Nazioni Unite) e immediata. E vi si è unita senza distinguo anche la Cina. Più ancora della condanna è sorprendente l’ammissione di Pechino di non essere stata a conoscenza dell’iniziativa nordcoreana. Vi è poco motivo di dubitarne la sincerità: già le fonti d’intelligence della Nato avevano anticipato che era stata colta di sorpresa. La reazione cinese sta pertanto ad indicare tre cose: incapacità di controllare Pyongyang, che pure dipende dalla Cina per la propria magra sopravvivenza economica; preoccupazione di trovarsi alle prese con un regime senza più freni grazie alla capacità di ricatto offerta dall’arma nucleare; luce verde a un’ulteriore stretta sanzionatoria, unico strumento di pressione a disposizione della comunità internazionale. Di quest’ultima la verifica si avrà presto in Consiglio di Sicurezza dell’Onu. 

Non è mai stato chiaro quanto Pechino controlli Pyongyang. Meno di quanto sarebbe auspicabile, visto che la Cina è l’unico canale per comunicare con la Corea del Nord. Gli americani lo utilizzano regolarmente – non ce ne sono altri. Per quanto la Corea del Nord abbia bisogno dell’aiuto cinese, il ruolo di protettore è una scelta quasi obbligata per la Cina. Per trovare amici regionali Pechino deve arrivare a Myanmar, Sri Lanka e Pakistan. Se si eccettua la disagiata intesa con la Russia, densa di sfiducie reciproche e di contenziosi sotterrati (o rinviati), tutti i vicini dell’area Asia-Pacifico hanno con la Cina serie divergenze e tensioni, territoriali e altre. Pechino ha il complesso del contenimento, che vede imposto sia per la presenza degli Stati Uniti sul piano militare e strategico, sia per il recente trattato di partnership transpacifica (TPP) che – oltre alla liberalizzazione commerciale – ha pure una valenza di contenimento dello strapotere economico cinese. 

Pechino non può pertanto «mollare» la Corea del Nord. Il che fa del regime nordcoreano una sorta di servo-padrone nei confronti del grande protettore. Può darsi però che questa volta Kim Jon-un abbia tirato troppo la corda. Più crescono le capacità nucleari e missilistiche della Corea del Nord minore il controllo che la Cina può esercitare su Pyongyang, specie con un leader imprevedibile e portato all’avventurismo. Con la detonazione nucleare il nodo viene al pettine. La sconsideratezza di Kim Jong-un è particolarmente inquietante sul piano regionale e internazionale. Sul primo, la Cina sta affrontando la sindrome del rallentamento di crescita economica (per quanto cerchi di nasconderla). Se il motore cinese s’inceppa, l’intera area Asia-Pacifico ne avverte le conseguenze. Sul secondo, Pyongyang rischia di diventare il modello di «proliferatore di successo». Proviamo solo ad immaginare cosa potrebbe diventare la rivalità fra Iran e Arabia Saudita (o sciita-sunnita), se entrambi disponessero dell’arma atomica. Questa è la miccia da disinnescare. 

*lastampa