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A Capodimonte una mostra per il centenario Sergio Vacchi

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Cento anni fa nasceva Sergio Vacchi (Castenaso, Bologna, 1º aprile 1925 – Siena, 15 gennaio 2016) uno dei più originali e significativi artisti del Novecento italiano che dall’informale e dal naturalismo passa a un linguaggio personalissimo, non incasellabile in alcuna definizione di scuola, denso di riferimenti storici, mitologici e sociali. A sessant’anni dal suo debutto napoletano, il Museo e Real Bosco di Capodimonte gli dedica l’omaggio “Sogno mediterraneo. Sergio Vacchi” con opere rappresentative della sua produzione dal 1959 al 2006. Scelte insieme alla Fondazione Vacchi, le opere esposte per l’occasione rivelano la forza dirompente dell’originalissima mente dell’artista, un visionario spesso largamente in anticipo sui tempi. La mostra napoletana è accompagnata da un catalogo edito da Forma e aperto dal saggio di Eike Schmidt intitolato ‘Da Adamo ed Eva a Federico II di Hohenstaufen Sergio Vacchi a Napoli 1965-1967’.

In questo 2025 cadono anche le celebrazioni dei 2500 anni dalla fondazione di Napoli, oggi più che mai sulla ribalta internazionale nel ribadire il carattere aperto, cosmopolita di questa metropoli mediterranea e il suo ruolo storicamente all’avanguardia: la mostra del maestro bolognese è quindi l’occasione per ripercorrere anni fondamentali della vita culturale partenopea nel secolo scorso. “La piccola ma concentrata esposizione che offriamo oggi a Capodimonte – scrive Schmidt nel suo saggio – vuole ricordare soprattutto il ruolo di Sergio Vacchi in città nel momento più decisivo per la svolta contemporanea della scena artistica di Napoli e riavvicinarlo al vivacissimo e sperimentale panorama attuale, attraverso alcune delle opere più pregnanti della sua fase successiva”.

La mostra, che rappresenta anche il principale tributo italiano per il centenario, intende quindi ribadire il legame di Vacchi con la città partenopea: basti ricordare che già nel 1965 – un vero “anno cerniera” per Vacchi e per il rinnovamento dell’arte a Napoli – alla Galleria “Il Centro” l’artista presentò “Adamo ed Eva in Italia”: un ciclo che sanciva il ritorno al figurativo. Nello stesso anno Marcello Rumma avviava un’intensa attività di promozione di arte contemporanea e Lucio Amelio apriva la Modern Art Agency. Nel 1966 Vacchi espone alla Galleria San Carlo e nel 2019 il Museo Madre presenta un dipinto (Eva Imperiale – 1965) dell’artista scomparso da poco, nella collettiva “I sei anni di Marcello Rumma 1965-1970”. Come è noto, Sophia Loren e Carlo Ponti sono stati suoi affezionati collezionisti, acquisendone più di cento opere. E nel catalogo, così come nel percorso allestitivo, non poteva mancare l’iconica immagine di Sophia scattata da Dan Forer (1967), nell’intimità della sua casa accanto ad uno degli amati ritratti che Vacchi le aveva fatto.

Già la mostra napoletana del 1965 ha presentato infatti numerose opere di Vacchi, provenienti dalla loro raccolta; poco dopo la coppia Ponti-Loren acquistò la Morte di Federico II di Hohenstaufen – Notturno italiano (1966), un dipinto monumentale largo ben 4 metri. Del ciclo su Federico II – che più di ogni altro rappresenta il fascino del Mezzogiorno nell’opera di Vacchi – fa parte anche la grande tela La telefonata di marmo, qui in mostra, che perfettamente ne cattura lo spirito ermetico e fantastico.

“La mostra intende ricordare il momento straordinario del 1965 – sottolinea Schmidt – la visione di una città che apre, rischia e innova. In pochi anni Napoli passò dalla lunga egemonia della cultura ottocentesca a una centralità internazionale nell’arte contemporanea. L’arrivo di Vacchi si inserì perfettamente in questo nuovo clima, capace di accogliere una pittura insieme colta, visionaria ed esistenziale. A rendere emblematica quella stagione fu l’incontro con due collezionisti d’eccezione, Carlo Ponti e Sophia Loren, che in quel periodo misero insieme una delle raccolte più importanti di arte del ‘900 in Europa. Ma questa esposizione è anche l’occasione per proporre al nostro pubblico, per la prima volta, una selezione di opere dei decenni successivi di un artista fra i più originali del secondo Novecento italiano, di un autentico poeta delle immagini”.

La mostra è ospitata al primo piano della reggia borbonica, tra gli spazi dedicati ai cartoni di Michelangelo e Raffaello e la parte della collezione che include Mantegna, Tiziano, Brueghel, e i capolavori del ‘600 emiliano.

Le sei opere di grande formato si legano idealmente e figurativamente alla realtà storica e fisica partenopea. La tela Primo memoriale organico (1959) è violenta e drammatica come un’eruzione vulcanica: la materia pittorica, densa e grumosa, sembra entrare nelle viscere del Vesuvio e descriverne il magma incandescente un attimo prima che esploda verso l’esterno. In Per un volto del paesaggio (1962) protagonista è il sole, e unico essere vivente un uccello grasso come un gabbiano. L’archeologia, il mare, la storia della regione sono i temi di La telefonata di marmo (1966) e L’amante di Federico II di Hohenstaufen (1966), due dipinti dove Vacchi allude con impareggiabile ironia alla sofisticata eleganza che serpeggia nelle creazioni artigianali, artistiche, architettoniche del Golfo. La rassegna continua con Iter itineris secondo, del 2005, dove l’artista già ottantenne descrive un gregge ammantato di rosso, agnelli con orecchie diaboliche (la dualità della natura umana?) che sembrano planare su un brullo paesaggio costiero. Il tempio greco è piccolo e lontano, come un giocattolo sospeso su un colle: ricordo di glorie passate ormai inutili. Eppure, in questa immagine apocalittica, la speranza si accende in quelle due sciabolate di luce bianca che, come le ali di un arcangelo, attraversano la parte sinistra della tela: profezia e promessa insieme. Della Melancholia Seconda è uno degli ultimi capolavori pittorici di Vacchi, un interno aperto in cui domina il vuoto, un chiaro tributo all’ultima cena leonardesca in cui si affacciano figure animalesche e una mano al centro con un dito che punta verso l’alto.

“Questa mostra al Museo di Capodimonte rappresenta per me e per la Fondazione Vacchi un importante traguardo: ricordando Sergio Vacchi nel centenario dalla sua nascita – sottolinea la presidente della Fondazione Vacchi, Marilena Graniti Vacchi –Napoli svela il ‘Sogno Mediterraneo’ dell’artista, un mondo intriso di storia, memoria, profezia e mistero. Un gioco di specchi tra psiche ed enigmi nascosti negli oggetti della vita quotidiana. La figura di un imperatore colto e illuminato come Federico II è protagonista di un intero ciclo di opere di Vacchi che nel suo lavoro riafferma la cultura millenaria della città e, allo stesso tempo, il suo ruolo di crocevia privilegiato dell’arte contemporanea. Napoli e il “Sogno Mediterraneo” dell’artista si incontrano di nuovo in questa mostra, sapendo di non essersi mai realmente lasciati poiché legati dalla stessa identità folle e geniale. Al contempo, è un’occasione per riscoprire la modernità del linguaggio di Vacchi e la complessità di una forza poetica che continua a parlare al presente”.

Fonte AdnKronos

Juve Stabia, Abate ha gli occhi sull’infermeria gialloblù: Si spera di recuperare tanti uomini per il Palermo

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Il calendario, che si preannuncia infuocato con il recupero della sfida contro il Bari a dicembre, mette ora di fronte alle Vespe l’ostacolo Palermo. In questo snodo cruciale della stagione, gli occhi di mister Ignazio Abate sono puntati sull’infermeria, con la speranza di recuperare pedine fondamentali per un attacco che ha bisogno di ritrovare certezze.

L’ultimo mese dell’anno si prospetta intenso, e la coperta in avanti appare corta. Le notizie non sono rassicuranti: Mosti è uscito malconcio dalla trasferta di Modena e Alessandro Gabrielloni non è ancora al top della condizione.

L’uomo che manca

È proprio sull’attaccante ex Como che si concentrano le maggiori speranze del popolo gialloblù per provare a “gonfiare la rete”. L’assenza di Gabrielloni, infatti, si è fatta sentire non poco, e per diversi motivi.

Se si guarda alle alternative, Burnete non è stato ancora decisivo, De Pieri ha graffiato una volta sola, e Piscopo è oramai stabilmente impiegato come quinto di centrocampo. Di conseguenza, tutto il peso del reparto offensivo è gravato sulle spalle del generoso Candellone, che si è speso molto per la squadra.

Ma il vuoto lasciato da Gabrielloni non è solo numerico. Oltre al fattore puramente offensivo, alla Juve Stabia mancano la sua qualità e la sua esperienza. Nelle poche uscite stagionali, il centravanti ha sempre offerto l’impressione di essere un giocatore completo: capace di “fare legna” ma dotato di tanta tecnica. In sintesi, un profilo ibrido, un po’ operaio e un po’ architetto. A questo si aggiungono una fisicità e quel pizzico di malizia che, oggettivamente, mancano a molti elementi della giovane rosa a disposizione di Abate.

Il suo recupero, per tutti questi fattori, non è importante: è importantissimo.

Stringere i denti prima della sosta

Servirà la migliore versione della Juve Stabia per provare a fare punti contro un avversario di caratura. Il Palermo è una squadra forte, ben allenata e costruita dichiaratamente per vincere il campionato.

La sfida è ardua, e il fattore assenze sta iniziando a diventare il problema principale di questa parte di stagione che entra nel vivo. Certo, l’imminente sosta può essere merce fondamentale per svuotare l’infermeria e ricaricare le batterie.

Ma prima, c’è il Palermo. C’è da stringere i denti e difendere il Menti, per continuare un percorso che, fin qui, è stato decisamente positivo.

Pompei scopre l’Egitto nella sua cucina

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Una situla (vaso) in pasta vitrea, con scene di caccia in stile egiziano, prodotta in Alessandria d’Egitto, è riemersa tra i resti del Thermopolium della Regio V a Pompei, quello che è stato ribattezzato “street food” dell’antichità, scavato parzialmente nel 2020/21. Il prezioso vaso, riutilizzato come contenitore da cucina, testimonia la sorprendente commistione di culture e religioni nella vita quotidiana della città vesuviana prima dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Il contenitore invetriato, solitamente presente in area vesuviana come elemento pregiato di decorazione di giardini e ambienti rappresentativi, qui era stato riutilizzato evidentemente come contenitore da cucina. Le analisi successive ai restauri in corso potranno rivelare il contenuto, come spiega un articolo dell’E-journal degli scavi di Pompei, che illustra gli interventi di cantiere che hanno interessato questi ambienti.

I nuovi scavi avviati nel 2023 nell’area della Regio V, con la finalità di migliorare le condizioni di conservazione degli ambienti adiacenti al Thermopolium, hanno messo in luce gli ambienti di servizio e il piccolo appartamento al primo piano dove abitavano i gestori dell’attività di ristorazione. Nell’ambiente al piano terra con il piano cottura sono stati rinvenuti ancora al proprio posto gli strumenti utilizzati per la preparazione dei cibi (mortai, tegami) e numerose anfore vinarie di provenienza mediterranea.

“Vediamo qui in atto una certa creatività nell’arredare spazi sacri e profani, cioè l’altare domestico e la cucina, con oggetti che testimoniano la permeabilità e la mobilità di gusti, stili e verosimilmente anche di idee religiose nell’Impero Romano – spiega il direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel – E vediamo questo fenomeno qui non a un livello elitario, ma in una retrobottega di una ‘popina’, uno ‘street food’ di Pompei, vale a dire a un livello medio-basso della società locale, che si rivela però essenziale nella promozione di forme culturali e religiose orientali, tra cui i culti egiziani, ma più tardi anche il cristianesimo”.

Al momento dell’eruzione del Vesuvio, il vano attiguo al Thermopolium fungeva da ambiente di servizio. Gli spazi erano organizzati in modo funzionale: un piccolo bagno era situato a lato di un ingresso che si apriva sul vicolo cosiddetto dei Balconi, una zona era, invece, destinata allo stoccaggio di anfore e altri contenitori per la conservazione di liquidi. Lo spazio rimanente era occupato da oggetti utilizzati per la lavorazione, la cottura e la conservazione dei cibi.

Tra i reperti più interessanti recuperati la situla in faience riccamente decorata, testimonianza degli scambi commerciali e culturali che caratterizzavano Pompei. Il piano superiore all’ambiente di servizio era suddiviso in due piccole stanze, una delle quali affrescata e decorata in IV stile, con architetture prospettiche illusionistiche e un pavimento colorato di giallo. La stanza era arredata con mobili, forse in parte rivestiti da lastre marmoree policrome, e con oggetti personali conservati in cassette lignee riccamente adornate.

Il progetto di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza di questi ambienti ha previsto anche il restauro degli apparati murari e decorativi emersi nei precedenti interventi, con l’obiettivo di preservarne la bellezza e l’integrità. Per proteggere gli ambienti dall’azione degli agenti atmosferici e conservare adeguatamente i reperti, sono state realizzate apposite coperture amovibili, progettate per integrarsi armoniosamente con il contesto archeologico. Mentre un impianto di illuminazione consentirà, mettendo in risalto i singoli dettagli, di ammirare in maniera più adeguata il contesto. (di Paolo Martini)

Fonte AdnKronos

Napoli – Eintracht Francoforte (0-0): Le foto dei protagonisti in campo durante la gara di Champions League

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Guarda le foto di Napoli – Eintracht Francoforte realizzate dal nostro fotografo Giovanni Somma che ci raccontano così il pareggio degli Azzurri contro i Teutonici allenati da Dino Toppmoller allo stadio Maradona di Napoli

Il Tabellino

Napoli (4-3-3): Milinkovic-Savic; Di Lorenzo, Rrahmani, Buongiorno, Gutierrez; Anguissa, Lobotka (28′ st Lang), McTominay; Politano (20′ st Neres), Hojlund, Elmas

A disposizione: Contini, Ferrante, Juan Jesus, Neres, Olivera, Vergara, Beukema, Ambrosino, Lang.

Allenatore: Conte

Eintracht Francoforte (3-4-2-1): Zetterer; Collins, Koch, Theate; Kristensen, Chaibi (45’+3′ st Dahoud), Larsson (34′ st Skhri), Brown (45’+3′ st Amenda); Gotze, Bahoya (20′ st Knauff); Burkardt.

A disposizione: Grahl, Kaua Santos, Wahi, Doan, Chandler, Buta, Batshuayi. Allenatore: Toppmoller

Arbitro: Pinheiro (Portogallo)

Ammoniti: Rrahmani, Gutierrez (N)

LE FOTO DEI PROTAGONISTI IN CAMPO

Sarno, Gori: Eliminato lo scarico in ambiente di Via Roma

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Nuovo obiettivo ambientale raggiunto nell’ambito del programma Energie per il Sarno. Questa mattina, alla presenza del Vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola, dei vertici di Gori e di Ente Idrico Campano e del Sindaco di Sarno, Francesco Squillante, è stato chiuso lo scarico in ambiente di via Roma, nel comune di Sarno. Un traguardo condiviso con l’intera comunità durante la presentazione degli interventi, avvenuta presso il teatro Luigi De Lise, alla presenza di numerosi cittadini, rappresentanti delle istituzioni e una delegazione di alunni provenienti da alcune scolaresche del territorio.

Si accorciano sempre di più le distanze che ci separano da quel giorno in cui potremo tornare qui e pronunciare parole che fino a poco tempo fa sembravano fantascienza: diremo che il Sarno, per anni considerato — spesso in maniera esagerata — il fiume più inquinato d’Europa, è tornato ad essere uno dei fiumi più puliti d’Europa. È un’affermazione forte, ma fondata sui risultati concreti che stiamo raggiungendo. Abbiamo eliminato 113 scarichi, restituendo dignità a un bacino che interessa oltre 300.000 abitanti, i cui reflui in passato confluivano direttamente o indirettamente nel fiume. Oggi questo traguardo è possibile grazie a un programma condiviso e finanziato dalla Regione Campania, realizzato in sinergia con l’Ente Idrico Campano e con Gori, che stanno traducendo la visione in opere, e le opere in futuroha dichiarato il Vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola.

L’intervento è stato realizzato nell’ambito dei lavori di completamento della rete fognaria compresi nel programma Energie per il Sarno, che vede in prima linea Regione Campania, Ente Idrico Campano e Gori. Esso ha previsto l’eliminazione dello scarico di via Roma, che convogliava i reflui nella parte iniziale del rio Palazzo, ed il collettamento dei reflui di 9678 abitanti presso il depuratore di Angri, grazie all’attivazione della stazione di sollevamento S3, alla posa di un collettore misto su via Roma e alla realizzazione di un nuovo derivatore che raccoglie i reflui provenienti dal bacino adiacente al torrente. Nel comune di Sarno, oltre allo scarico di via Roma, sono stati eliminati altri 5 scarichi che interessavano il rivo Cerola, via Beveraturo, il rio Palazzo ed un canale artificiale situato in via San Marino. Nei prossimi mesi proseguiranno le attività per la chiusura di ulteriori 6 scarichi ancora attivi sul territorio di Sarno, con impatti tangibili sulla qualità delle acque dell’intero bacino idrografico.

Dieci anni fa, quando è nato l’EIC, siamo partiti da zero e la bonifica integrale del Sarno è stata la nostra priorità. E come istituzione abbiamo fatto la nostra parte: gli scarichi abusivi chiusi finora sono la risposta che questo territorio aspettava da troppo tempo. Insieme alla realizzazione degli impianti fognari lì dove non c’erano. La rinascita del territorio sulle rive del Sarno, il risanamento di flora e fauna sono motivo di soddisfazione e orgoglio.  Ma adesso tocca ai cittadini continuare quest’opera e agire ciascuno, in ogni gesto, nella tutela dell’ambiente. Questa è la vera rivoluzioneha sottolineato il Presidente dell’Ente Idrico Campano, Luca Mascolo.

Con la chiusura di oggi, sale a 278.733 su 421.000 il totale degli abitanti serviti da depurazione. Contestualmente, gli scarichi eliminati nel bacino del Sarno raggiungono quota 80 su 113, pari a circa il 70% del totale. Un progresso che si traduce in acque più pulite, migliori condizioni igienico-sanitarie e una percezione diversa del fiume, sempre più vissuto come risorsa per la comunità e leva di sviluppo.

“La chiusura dello scarico di via Roma segna un altro passo concreto nel percorso di risanamento del fiume Sarno. È il risultato di un lavoro di squadra quotidiano, costruito in piena sinergia con la Regione Campania e l’Ente Idrico Campano, che condividono con noi la stessa visione di sviluppo sostenibile e tutela ambientale.
Ogni intervento realizzato restituisce fiducia ai cittadini e dimostra che la collaborazione istituzionale può generare risultati misurabili e duraturi. Il Sarno sta cambiando volto, e con esso cambia anche la consapevolezza collettiva del valore di questo fiume, che torna a essere una risorsa per il territorio e per il futuro delle comunità che lo vivono”
il commento del Presidente di Gori, Sabino De Blasi.

Oggi chiudiamo uno scarico importante, un risultato che si inserisce nel percorso di bonifica del fiume Sarno e che testimonia la coerenza tra gli impegni assunti e i risultati raggiunti. Ma questo è solo uno dei tanti interventi che stanno cambiando il volto del distretto Sarnese Vesuviano. Nell’ambito di un altro programma, che si chiama “Azioni per l’Acqua”, proprio a Sarno abbiamo sostituito 6 km di condotte idriche, ridotto del 50% le perdite e riqualificato 6 km di strade: un lavoro che significa rigenerazione urbana, efficienza e qualità del servizio” le parole del Coordinatore del distretto Sarnese Vesuviano dell’Ente Idrico Campano, Raffaele Coppola.

La chiusura di questo scarico consente di collettare in rete fognaria i reflui di quasi 10.000 abitanti, con un beneficio diretto per l’ambiente. È un intervento avviato nel gennaio 2023 e che si conclude oggi, novembre 2025, con un risultato significativo: vedere un’opera pubblica completata in meno di 24 mesi è un segnale di efficienza e di concretezza che genera fiducia e produce effetti tangibili sul fiume e sulla città. È la dimostrazione che, quando istituzioni e gestori lavorano in sinergia, i risultati arrivano e migliorano davvero la vita dei cittadini” ha dichiarato il Sindaco di Sarno, Francesco Squillante.

Energie per il Sarno conferma così la sua natura di programma a servizio di un’intera comunità: infrastrutture moderne, tecnologie mirate e cantieri organizzati per ridurre l’impatto urbano, con il chiaro obiettivo di restituire futuro al fiume e ai territori che lo circondano.

L’AZZURRO PENSIERO. Scialbo 0-0 al Maradona con l’Eintracht. Il Napoli è bloccato in avanti

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Finisce a reti inviolate l’intenso scontro tra Napoli e Eintracht Francoforte nella quarta giornata della fase a gironi di UEFA Champions League. Lo Stadio Diego Armando Maradona ha ospitato una partita combattuta e densa sotto il profilo agonistico, ma che, nonostante la notevole intensità e l’impegno profuso da entrambe le formazioni, non è riuscita a regalare emozioni sul tabellone. Il risultato di 0-0 lascia l’amaro in bocca ai tifosi partenopei, ma non compromette il cammino in Europa.

​🎙 L’Analisi di Antonio Conte: Dominio Infruttuoso

​Il tecnico azzurro, Antonio Conte, ha commentato il pareggio con un misto di soddisfazione per la prestazione e rammarico per il risultato, sottolineando come la sua squadra abbia fallito nella fase di finalizzazione.

​”Spiace non aver conquistato il successo perché abbiamo avuto alcune occasioni da gol che potevano decidere il risultato. Per gran parte della gara abbiamo dominato il gioco ma ci è mancata la concretizzazione,” ha dichiarato Conte.

​L’allenatore ha poi espresso il suo dispiacere per i sostenitori presenti: “C’è rammarico anche per i tifosi che ci hanno sostenuto e che avrebbero meritato di assistere a una nostra vittoria, che alla fine sarebbe stata anche meritata”.
​Conte ha riconosciuto il merito difensivo degli avversari, pur non nascondendo la sua sorpresa per l’atteggiamento: “L’Eintracht si è difeso ad oltranza, non sembrava a tratti una squadra tedesca, però dal canto nostro bisogna dire che nonostante la supremazia se non fai gol non è possibile vincere”.

Nonostante lo zero a zero, il tecnico ha tratto indicazioni positive, soprattutto dagli elementi meno impiegati: “Ho tratto comunque indicazioni positive, gli uomini che avevano sinora giocato di meno si sono espressi a ottimi livelli. Stiamo continuando a lavorare e crescere e bisogna guardare avanti con la consapevolezza che sarà una stagione molto intensa”.

​🗣 Di Lorenzo: “Meritavamo di Vincere”

​Anche il capitano azzurro, Giovanni Di Lorenzo, ha confermato la sensazione di aver lasciato per strada due punti preziosi.

​”Meritavamo di vincere, su questo non credo ci siano dubbi. Non siamo stati lucidi in fase conclusiva, è mancato in alcune occasioni l’ultimo passaggio e a volte la precisione. Però la prestazione è stata buona e potevamo conquistare i tre punti,” ha commentato il difensore.

​Di Lorenzo ha ribadito l’importanza del sostegno del pubblico, ma ha mantenuto alta l’asticella della fiducia in vista del prosieguo del girone: “Ci avrebbe reso felici regalare un successo al nostro pubblico che ci ha davvero spinto fino alla fine. Ma nulla è compromesso, mancano ancora quattro partite nel girone e abbiamo le potenzialità per centrare il passaggio del turno”.

📋 La Partita

​Il match è stato caratterizzato da un pressing costante del Napoli, che ha cercato in ogni modo di scardinare la solida e compatta difesa tedesca. L’Eintracht, dal canto suo, ha optato per un approccio più cauto, cercando di sfruttare le ripartenze, senza però creare pericoli seri alla porta azzurra. L’aggressività a centrocampo e la battaglia sulle fasce sono state le costanti di una serata in cui, per gli uomini di Conte, è mancato solo il guizzo decisivo per trovare la via del gol.
​Il pareggio muove la classifica per entrambe, ma per il Napoli è un’occasione sprecata per consolidare la propria posizione. La corsa per la qualificazione resta aperta, con gli Azzurri chiamati ora a non sbagliare nelle prossime sfide per centrare l’obiettivo degli ottavi.

Juve Stabia, il ritorno al Menti dopo la tempesta. Adesso il Palermo: serve una masterclass

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Si torna finalmente a respirare l’aria del Menti. Dopo la pausa forzata per cause di forza maggiore, la Juve Stabia riabbraccia il suo pubblico, ma lo fa con l’urgenza di invertire una rotta che si è fatta improvvisamente complicata. Il ritorno alla normalità coincide con il rientro da una doppia trasferta che ha lasciato più dubbi che certezze, fruttando un solo punto.

L’ultima uscita a Modena, in particolare, ha suonato come un campanello d’allarme. La sconfitta allo Stadio Braglia ha inciso non solo sul morale e sulla classifica, ma ha messo a nudo le difficoltà attuali della squadra di Ignazio Abate.

L’emergenza e i problemi del “Braglia”

La trasferta emiliana ha confermato un trend preoccupante: lontano da Castellammare, questa Juve Stabia soffre. La difesa, che al Menti offre spesso garanzie, in trasferta si conferma “ballerina”, concedendo spazi e occasioni con troppa facilità.

A questo si aggiungono diversi fattori che stanno complicando i piani del tecnico:

Singoli sottotono: Alcuni uomini chiave non stanno incidendo, o non riescono a farlo, con la continuità richiesta.

L’incubo rigori: L’ennesimo penalty fischiato contro le Vespe acuisce un senso di frustrazione e sottolinea una certa difficoltà nel gestire la pressione nell’area.

Gli infortuni: Come se non bastasse, lo scenario è reso ancora più cupo da una situazione infortuni che non dà tregua, limitando le rotazioni e la brillantezza fisica della rosa.

Showdown: Il ritorno di Inzaghi

Il calendario, spietato, non offre appigli. La prossima fermata si chiama Palermo. Non una squadra qualsiasi, ma una delle principali candidate alla vittoria finale del campionato, una corazzata costruita per dominare.

Alla guida dei rosanero, una vecchia (e temibile) conoscenza del calcio campano e italiano: Filippo Inzaghi. Per Abate e per i tifosi stabiesi, è un nuovo appuntamento contro l’ex tecnico di Benevento e Pisa, un uomo che conosce fin troppo bene la parola “vittoria” e che sa come preparare queste battaglie.

Serve la svolta offensiva

Inutile girarci intorno: per uscire indenni, e magari con un risultato positivo, contro questo Palermo, servirà una Juve Stabia in versione masterclass.

Per arrivare a questo, è fondamentale ritrovare convinzione nel reparto offensivo. Anche a Modena, le occasioni per pungere non sono mancate, ma il risultato è stato nullo. Un po’ per la bravura del portiere avversario, molto per un attacco che vive di fiammate estemporanee.

È mancata, e manca da un po’, la giocata di squadra, quella fluidità d’azione vista, ad esempio, in occasione dello splendido gol di Giacomo De Pieri contro il Padova.

Sabato, il pubblico del Menti sarà decisivo. La spinta dei tifosi sarà fondamentale, ma non potrà bastare. Toccherà ai ragazzi di Ignazio Abate cambiare marcia, ritrovando non solo la brillantezza fisica, ma soprattutto quella concentrazione e quell’attenzione (le “quantità”) che sono latitate pesantemente al Braglia. Il Palermo non aspetta.

Juve Stabia – Palermo sarà diretta da Matteo Marchetti di Ostia Lido

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Matteo Marchetti è stato designato dall’AIA per dirigere Juve Stabia – Palermo. Dopo una stagione scorsa ad alti livello anche questo evento segna un’altra tappa importante nella carriera di Marchetti, che segue le orme di Riccardo Tozzi, il primo arbitro della sezione di Ostia Lido a raggiungere la CAN.

Una carriera in rapida ascesa

Nato a Roma il 10 novembre del 1989 è al suo 6° anno alla CAN. Matteo Marchetti ha bruciato le tappe, scalando le categorie arbitrali in poco più di un decennio. Dal suo esordio in Eccellenza nel 2010, è passato alla Commissione Arbitri Interregionale, alla Lega Pro, e infine alla Serie B nel 2020. Il suo debutto in Serie A è avvenuto il 20 febbraio 2021, nella partita Genoa-Verona.

Un arbitro preparato e dialogante

Laureando in Giurisprudenza, Marchetti è noto per la sua conoscenza approfondita del regolamento. I colleghi lo descrivono come un arbitro “freddo” e dalla tempra glaciale, capace di mantenere la calma anche nelle situazioni più tese. Il suo stile si caratterizza per la tendenza a concedere pochi rigori e a non sventolare cartellini con facilità, preferendo il dialogo con i giocatori.

La scheda statistica del direttore di gara

In carriera ha diretto 262 partite con 82 rigori assegnati e 58 espulsioni decretate.

Quest’anno ha diretto 11 partite (2 di serie A, 3 di serie B, 1 Youth League, 2 qualificazioni europee U19, 1 qualificazione Europa League e 1 qualificazione Champions League) con questo esito:  4 vittorie interne, 3 pareggi, 4 vittorie esterne con 5 rigori e 1 espulsione.

Conta 5 precedenti con la Juve Stabia: 3 vittorie – 2 pareggi – 0 sconfitte

24/25 Serie B 05.04.2025 Juve Stabia 1 – 0 Salernitana (Fortini)

20/21 Coppa Italia 1° Turno 23.09.2020   Juve Stabia  2:1 Tritium (Aldè (aut.), Marzeglia (T), Mastalli)

18/19 Serie C – Girone C      23.01.2019   Potenza       0:0 Juve Stabia

18/19 Serie C – Girone C      10.11.2018   Cavese        0:1 Juve Stabia (Paponi)

17/18 Serie C – Girone C      09.09.2017   Catanzaro    0:0 Juve Stabia

Conta 2 precedenti con il Palermo: 0 vittorie – 1 pareggio – 1 sconfitta

Conta 3 precedenti con il Palermo U19: 2 vittorie – 1 pareggio – 0 sconfitte

Assistente:

1° Sig. Mattia REGATTIERI della sezione di Finale Emilia

2° Sig. Simone PISTARELLI della sezione di Fermo

IV uomo  Sig.ra Maria MAROTTA della sezione di Sapri

VAR:

Sig. Antonio GIUA della sezione di Olbia

AVAR 

Sig. Francesco MERAVIGLIA della sezione di Pistoia

Castellammare, giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate: La città commemora i caduti delle guerre

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Organizzata dall’Amministrazione Comunale, in collaborazione con l’Associazione Marinai d’Italia e alla presenza di autorità militari, religiose e civili, è stata celebrata a Castellammare di Stabia la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate.

La commemorazione è iniziata con un corteo partito da Piazza Matteotti, con i vertici di tutti i corpi militari della città, di esponenti dell’Amministrazione comunale e del mondo dell’associazionismo e della cultura.

In rappresentanza delle scuole del territorio, erano presenti alunni e docenti degli Istituti di Istruzione Superiore  “M.P.Vitruvio” e “E. Ferrari” di Castellammare. Per l’Amministrazione comunale, era presente l’Assessore all’Educazione e alle Pari Opportunità, Annalisa di Nuzzo.

Mentre la banda intonava le note solenni del Piave ed altri suggestivi inni militari, il corteo ha attraversato Corso Vittorio Emanuele e Via Mazzini, fino alla Concattedrale di Santissima Maria Assunta e San Catello, in Piazza Giovanni XXIII.

A celebrare la Santa messa il parroco della Concattedrale, don Antonio De Simone, in un clima di intensa e commossa partecipazione, che ha unito i presenti in un sentimento di riconoscenza e stima per i nostri martiri, che non sono morti invano se il loro ricordo resta vivo in noi.

La celebrazione religiosa è culminata con la benedizione delle corone d’alloro, la prima delle quali è stata deposta nell’Ara Pacis, un monumento ai caduti posto all’interno stesso della Concattedrale, con sei lapidi su cui sono incisi i nomi dei militari stabiesi caduti durante la Prima guerra mondiale.

Altre corone sono state poi deposte in Villa Comunale sul “Monumento Stabia al Marinaio” e sul “Monumento a Manfredi Talamo”, cittadino stabiese e Tenente Colonnello dei Carabinieri, fucilato alle Fosse Ardeatine a Roma il 24 marzo 1944.

Il corteo si è poi spostato in Piazza Principe Umberto, tra i luoghi più rappresentativi della nostra città, dove al “Monumento ai Caduti”, sulla cui cima si erge maestosa la Vittoria alata – la Nike degli antichi Greci – è stata deposta la quarta corona.

Una quinta è stata infine deposta da una delegazione sul Sacrario nella Basilica di Pozzano, dove riposano gli altri eroici militari stabiesi.

Don Antonio De Simone, dopo aver ringraziato i rappresentanti delle Forze dell’Ordine e tutte le persone intervenute, ha ringraziato anche i giovani studenti, sottolineando l’importanza della trasmissione intergenerazionale di valori e identità, affinché essi possano essere messaggeri di un futuro basato sulla pace:

“Se siamo qui oggi lo dobbiamo a questi uomini che hanno combattuto per la libertà e per il bene delle future generazioni. Siamo qui per dare testimonianza a questi giovani perché è a loro che consegniamo la memoria che deve essere anche motivo per poter fare bene e fare meglio. In questa celebrazione vogliamo poter esprimere sentimenti di pace e di amore”.

L’assessore Annalisa Di Nuzzo, nel suo intervento, ha posto l’accento sull’importanza di questa commemorazione per rinnovare il senso di responsabilità storica e per rafforzare i valori irrinunciabili della nazione:

“Questa celebrazione rappresenta quella che è l’identità italiana, che ha attraversato il tempo a partire dai valori del Risorgimento e, in qualche modo, il 4 novembre passa come testimone al secolo successivo in un’Italia che ha sempre combattuto per la legalità, la democrazia, l’antifascismo.”

“Voi, in questa fase storica, siete costruttori di pace, di garanzia e di tutela di tutte le forme di cui la nostra cultura vive ed ha bisogno – ha sottolineato – il 4 novembre è un momento non soltanto celebrativo, ma dove c’è il cuore della memoria sociale”.

“Noi tutti – ha concluso – costruiamo ogni giorno la continuità con il passato, perché solo vivendo e mettendo in pratica in piccoli gesti quotidiani quei valori di cui le Forze Armate, la Difesa, e noi stessi siamo portatori come Amministratori, si costruisce un mondo di pace, che non è un’utopia”.

La Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate è una ricorrenza importante e suggestiva, perché si celebra proprio il 4 novembre?

Questa festività civile è stata istituita per ricordare la vittoria della nostra nazione nella Prima guerra mondiale e il completamento dell’unità nazionale, con l’annessione di Trieste e Trento.

Con l’Armistizio di Villa Giusti, firmato presso Padova tra l’Italia e l’Austria-Ungheria il 3 novembre del 1918, ed entrato in vigore dal 4 novembre, finiva la grande guerra e dall’anno successivo si celebrava la Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate.

Nel 1921, in occasione di questa solenne celebrazione, il Milite Ignoto venne sepolto nell’”Altare della Patria” a Roma, per ricordare il sacrificio di tutti i valorosi militari italiani morti per la libertà.

Il 4 novembre è dunque un’occasione per onorare i soldati caduti e per riconoscere il costo umano dei conflitti, ma la giornata è anche dedicata a esprimere gratitudine per l’impegno quotidiano delle Forze Armate, sia in patria che nelle missioni internazionali per la pace.

Juve Stabia, Leone è sempre di più il leader del centrocampo. A Modena gli è mancato solo il gol

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La sconfitta per 3-0 subita dalla Juve Stabia contro il Modena è stata amara. Tuttavia, anche nella notte più fonda, è emerso un barlume di speranza e talento, incarnato dalla prestazione di Giuseppe Leone.

Leone non si è nascosto. Nel cuore del centrocampo, dove il Modena ha cercato di imporre il suo ritmo, ha risposto con lampi di classe e tocchi deliziosi, provando a cucire il gioco e a innescare le ripartenze. La sua conclusione velenosa nel primo tempo, sulla quale il portiere Chichizola ha dovuto compiere un intervento decisivo, è la prova di una personalità che non teme il peso del campo difficile. Mentre la squadra affondava, il centrocampista ha mostrato un coraggio e una determinazione che non tutti i compagni hanno avuto, offrendo una performance confortante e ricca di spunti.

In una squadra che ha bisogno disperatamente di ritrovare la formula magica in trasferta, la capacità di Leone di tenere palla e di smistare con qualità rappresenta un valore aggiunto imprescindibile. È un centrocampista moderno che unisce quantità e, soprattutto, una visione di gioco superiore alla media.

La “Carta Leone” per la sfida al Palermo

Mister Abate ha bisogno di certezze per la prossima, cruciale sfida casalinga. Al “Menti” arriva il Palermo, un avversario di altissimo livello che non farà sconti. Ed è qui che la “carta Leone” può rivelarsi vincente.

Contro una squadra che farà del possesso palla e del tasso tecnico il suo punto di forza, la capacità di Leone di interdire e, allo stesso tempo, di verticalizzare velocemente per saltare il pressing avversario, sarà fondamentale. La sua intelligenza tattica potrebbe essere l’arma per bilanciare la linea mediana e supportare gli attaccanti in modo efficace.

Se la Juve Stabia vuole reagire immediatamente e invertire la tendenza negativa, deve farlo ripartendo dalle prestazioni individuali di eccellenza. La prestazione di Leone a Modena non è stata solo una nota a margine; è la base da cui costruire il riscatto. Ora tocca a lui confermare, davanti al suo pubblico, di essere il vero faro di questo centrocampo.

Conte: “L’Eintracht ha imparato bene come si fa il catenaccio”

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Il Napoli pareggia 0-0 anche contro l’Eintracht. A commentare la prestazione degli azzurri è l’allenatore Antonio Conte a Sky Sport: “Possiamo dire quello che si vuole, ma se non segni non vinci e se sei bravissimo finisce 0-0. Abbiamo giocato contro una squadra tedesca, che ha imparato bene come si fa il catenaccio. Si parla tanto di calcio europeo offensivo, poi però… Se avessimo fatto una partita come questa in Germania avrebbero parlato di catenaccio. Noi stiamo cercando di andare avanti a livello calcistico e di proporre qualcosa di europeo. Abbiamo avuto grandi occasioni, ci dispiace ma non posso dire qualcosa ai ragazzi”.

Sugli infortunati: “Stiamo finendo una fase di sette partite in cui ci siamo inventati situazioni nuove. Elmas, per esempio, è diventato play dopo l’uscita di Lobotka. Lang ha invece fatto bene quando è subentrato. Noi dobbiamo continuare a lavorare, la nostra ambizione è quella di crescere e fare esperienza. Stiamo affrontando tutte le difficoltà nel migliore dei modi. Abbiamo fatto la partita pur senza trovare gol”.

Sulla rosa che ha ora a disposizione: “A livello numerico facciamo fatica, eravamo un po’ tirati a centrocampo e ora dobbiamo tirare la cinghia e inventarci una soluzione. Dobbiamo gestire bene tutti i giocatori e io non posso dire niente sullo spirito dei ragazzi, noi ce la stiamo mettendo tutta. Alla fine qualcuno giudicherà e prenderà decisioni”.

Il Napoli non fa gol: 0-0 anche con l’Eintracht

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Ancora un pareggio, ancora uno 0-0. Dopo il pari senza reti contro il Como sabato in Serie A, il Napoli conquista un punto anche in Champions League contro l’Eintracht Francoforte. Un risultato giusto, considerando quanto visto sul campo, in cui il Napoli ha fatto tanta fatica a creare occasioni, mentre i tedeschi sono riusciti nel loro obiettivo di salutare il Maradona con un pareggio, avendo fatto una partita completamente difensiva dall’inizio alla fine.

Il racconto del match

Nel primo tempo si è creato pochissimo. Il Napoli ha fatto tanta fatica ad attaccare e a rendersi pericolo. Tanto possesso palla degli azzurri, che non sono però mai riusciti a impensierire la difesa del Francoforte se non con un tiro di Elmas, che è stato uno dei giocatori più accesi di tutta la partita. Copione simile anche nel secondo tempo, in cui nel Napoli ha provato a farsi vedere Noa Lang (entrato nel secondo tempo), ma l’occasione più ghiotta della partita è forse arrivata dall’Eintracht, con il destro in area di Knauff parato da Milinkovic-Savic.

Il tabellino

NAPOLI (4-3-3): Milinkovic-Savic; Di Lorenzo, Rrahmani, Buongiorno, Gutierrez; Anguissa, Lobotka (74′ Noa Lang), McTominay; Politano (65′ Neres), Elmas, Hojlund. All. Conte

EINTRACHT FRANCOFORTE (3-4-2-1): Zetterer; Collins, Koch, Theate; Kristensen, Chaibi (90′ Dahound), Larsson (79′ Skhiri) Brown (90′ Amenda); Gotze, Bahoya (65′ Knauff); Burkardt. All. Topmoller

Arbitro: Pinheiro (Portogallo)
Note: ammoniti Rrahmani (N), Gutierrez (N), Zettere (E)

Juve Stabia, sconfitta al Braglia non da dramma: 10 reti subite nelle ultime 4 trasferte impongono attenzione

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La sconfitta per 3-0 subita dalla Juve Stabia sul difficile campo del Modena rappresenta un passo falso, ma va inquadrata nella giusta prospettiva. Sebbene perdere al “Braglia” possa rientrare nelle dinamiche di un campionato lungo e complesso, il dato delle dieci reti incassate nelle ultime quattro trasferte (Catanzaro, Carrara, Padova e Modena) merita senza dubbio un’attenta riflessione da parte di mister Ignazio Abate e del suo staff.

Tuttavia, è fondamentale evitare drammi. Siamo ancora nella prima fase della stagione, circa a un quarto del cammino totale, e c’è tutto il tempo per analizzare e correggere la rotta.

Un dato da invertire

Dieci gol subiti lontano dal “Menti” sono un numero significativo che segnala una discontinuità di rendimento tra le mura amiche e quelle esterne. La solidità mostrata in casa sembra venire meno quando la squadra viaggia in esterna. Non si tratta di criticare la singola sconfitta – cadere a Modena, come prima a Carrara, è un risultato che può capitare a chiunque – ma di comprendere perché la squadra appaia più vulnerabile in contesti agonistici elevati.

La sensazione è che la Juve Stabia, appena lascia Castellammare, fatichi a ritrovare quella fortezza che aveva caratterizzato anche i primi mesi della gestione Abate.

L’analisi tattica e le attenuanti

Come spesso accade in questi casi, si è aperto un dibattito sull’approccio tattico. Alcuni osservatori hanno puntato il dito su un modulo (il 3-5-1-1 visto a Modena) forse troppo prudente, con il solo Candellone a reggere il peso dell’attacco. Questa scelta, pur dettata dalla volontà di garantire maggiore copertura, ha finito per lasciare la squadra un po’ schiacciata, faticando a creare pericoli e alleggerire la pressione sulla difesa.

È doveroso, però, sottolineare un fattore cruciale che ha pesato sulle recenti prestazioni: le numerose e importanti assenze. Queste defezioni rappresentano un’attenuante di rilievo per l’ex tecnico del Milan, che ha dovuto spesso ridisegnare l’assetto con gli uomini a disposizione.

Un attacco meno incisivo e una difesa che, anche a causa di episodi sfortunati come l’autogol di Ruggero, ha mostrato qualche disattenzione, hanno contribuito ai risultati negativi in trasferta.

Ritrovare la rotta

Il punto, quindi, non è fare processi sommari, ma ritrovare l’equilibrio. La sconfitta di Modena non è un “monito” definitivo, ma uno spunto di riflessione importante.

Mister Abate ha ora il compito, e le capacità per farlo, di studiare le contromisure per “blindare” i viaggi della squadra. Dieci gol sono un segnale che richiede interventi, sia sul piano tattico (magari trovando un filtro più efficace a centrocampo) sia su quello della mentalità nell’approccio alle gare esterne.

Servirà ritrovare solidità difensiva, ma forse anche un pizzico di coraggio in più nella proposta offensiva, così da tenere gli avversari più bassi e meno liberi di attaccare. Il campionato è lungo e il “Menti” non può essere l’unica fonte di punti. La Juve Stabia ha tutte le carte in regola per tornare a essere temibile su ogni campo, a partire dal prossimo impegno.

Juve Stabia, definito il recupero della gara con il Bari precedentemente rinviata

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La Lega Nazionale Professionisti Serie B ha sciolto le riserve, fissando la data per il recupero dell’attesa sfida tra Juve Stabia e Bari, valida per la decima giornata del campionato di Serie BKT 2025-2026.

Con un comunicato ufficiale, il Presidente della Lega B ha disposto che la partita verrà disputata: Giovedì 4 dicembre 2025, ore 19:30

Il contesto del rinvio

La gara, originariamente prevista per fine ottobre, era stata rinviata (come stabilito dal C.U. LNPB n. 45 del 25 ottobre) a seguito di una formale richiesta avanzata dagli amministratori giudiziari che attualmente guidano la società campana.

Questa misura straordinaria si è resa necessaria dopo che, il 21 ottobre 2025, il club è stato affidato alla gestione controllata. L’amministrazione giudiziaria è scattata su proposta congiunta di figure chiave nella lotta alla criminalità: il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, il Procuratore della Repubblica presso il tribunale napoletano e il Questore.

L’obiettivo dichiarato di questo intervento è di fondamentale importanza: liberare la Juve Stabia dalla pressione delle organizzazioni criminali radicate sul territorio comunale, garantendo così la legalità e la trasparenza nella gestione del club. Il rinvio della partita contro il Bari era stato richiesto proprio per consentire agli amministratori di insediarsi e prendere pieno controllo della situazione organizzativa in un momento estremamente delicato.

La decisione della Lega

Nel comunicato odierno, la Lega Serie B, preso atto della richiesta e “visto l’art. 28.1 dello Statuto LNPB”, ha quindi individuato nel primo giovedì di dicembre la finestra utile per riprogrammare il match.

Si chiude così l’incertezza sportiva su questa partita, che si giocherà in un turno infrasettimanale serale. Resta, tuttavia, massima l’attenzione sulla complessa situazione extra-calcistica del club gialloblù, che cerca di proseguire il proprio cammino in campionato mentre le autorità lavorano per allontanare le ombre della criminalità che ne potevano minacciare la legalità della gestione economica e finanziaria.

Juve Stabia, la decisione del giudice sportivo dopo Modena: Ancora una volta oltre al danno anche la beffa

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Non solo la sconfitta. Il pesante 3-0 subito dalla Juve Stabia allo Stadio Braglia contro il Modena, nell’undicesima giornata di Serie BKT, lascia strascichi pesanti anche sul fronte disciplinare. Il Giudice Sportivo, avv. Emilio Battaglia, nella riunione del 4 novembre, ha infatti ufficializzato i provvedimenti, e per le Vespe è arrivata l’ennesima “beffa” oltre al danno.

La Squalifica e l’Errore nel Verbale

Il dirigente Alberto Gerbo è stato squalificato per una giornata effettiva di gara. La motivazione ufficiale recita: “per avere, al 23° del secondo tempo, alzandosi dalla panchina, contestato in modo irrispettoso l’operato arbitrale”.

Tuttavia, come emerge dalle cronache della partita, il verbale contiene un evidente errore di trascrizione: l’episodio non è avvenuto al 23′ della ripresa, bensì al 23′ del primo tempo. Un dettaglio non da poco, che si lega a uno degli episodi più controversi della gara, ancor prima del contestato rigore del 2-0.

Cosa Ha Scatenato la Protesta: L’Incredibile Fuorigioco sul Retropassaggio

La protesta di Gerbo, che fatichiamo a immaginare “irrispettosa”, data “la signorilità e l’educazione” del dirigente, è scaturita da un errore tecnico arbitrale definito “evidente”.

L’azione incriminata ha visto un chiaro retropassaggio di un difensore del Modena verso il proprio portiere. Sulla traiettoria si è inserito l’attaccante della Juve Stabia, Candellone. Incredibilmente, il secondo assistente ha sollevato la bandierina, segnalando un fuorigioco.

Come noto, e come dovrebbe essere noto a un assistente di Serie B, il retropassaggio volontario sana qualsiasi posizione di fuorigioco. Anche se Candellone si fosse trovato oltre l’ultimo difensore (con solo il portiere tra sé e la linea di porta), non sarebbe mai potuto essere fuorigioco.

La responsabilità, però, non è solo dell’assistente. L’arbitro, che aveva piena visione dell’azione e del “retropassaggio” del difensore modenese, aveva l’autorità e il dovere di non fischiare, ignorando la segnalazione errata del suo collaboratore.

Il Danno e la Beffa: Juve Stabia nel Mirino?

Questo episodio, sommato al rigore concesso al Modena con l’ausilio di un VAR “depotenziato” (come analizzato dopo la gara), e ad altri falli e ammonizioni mancate, ha cementato la sensazione di una direzione arbitrale “lesiva nei particolari e nelle condotte generiche” dell’imparzialità.

Ora, al danno della sconfitta si aggiunge la beffa: Alberto Gerbo sarà costretto a saltare la prossima gara, privando mister Abate di un supporto importante in panchina.

Resta l’amara considerazione, diffusa nell’ambiente gialloblù, che mentre il “sestetto” arbitrale sarà regolarmente in giro per l’Italia a dirigere altre gare, magari commettendo altri errori “marchiani”, a pagare è solo la Juve Stabia. La frustrazione è palpabile: la sensazione è che questi errori, siano essi o frutto di malafede (cosa gravissima che vogliamo escludere) per “gratificare i poteri forti” o di semplice e scandalosa incompetenza, colpiscano sempre le “piccole” società, considerate “poco o per niente” nei piani alti del calcio italiano.

Andrisani tra ricordi storici e l’analisi della Serie B attuale

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L’ex calciatore della Juve Stabia, Michele Andrisani, ha fornito la sua prospettiva sul calcio moderno e sulla stagione in corso delle “Vespe”, ricordando al contempo il fascino del passato gialloblé.
Il Calcio e la Difficoltà della Serie B
Andrisani ha sottolineato che il calcio ha subito una trasformazione, passando da uno sport più tecnico (“un calcio più tecnico”) a uno più fisico (“un calcio più fisico”). Sebbene ammetta di preferire il vecchio stile, riconosce la necessità di adeguarsi.
Riguardo alla Serie B, l’ex calciatore la definisce un campionato molto difficile e lungo. Per avere successo in questa categoria, devono prevalere soprattutto l’aspetto fisico, l’intensità e la cattiveria agonistica. Andrisani ha osservato che i risultati in Serie B possono cambiare rapidamente: ha citato l’esempio del Bari che, pur trovandosi in una situazione di classifica deficitaria, è riuscito a vincere contro il Cesena con il minimo indispensabile. Questo dimostra che tre risultati utili possono portare una squadra “quasi a ridosso dei play-off”. È fondamentale “stare sempre sul pezzo” e non abbassare mai la guardia.
La Juve Stabia di Oggi e Gli Obiettivi
Andrisani, pur non avendo seguito la recente sconfitta sonora contro il Modena, ha espresso un giudizio positivo sull’inizio di stagione della Juve Stabia, affermando che ha “iniziato bene molto bene” e si trova a ridosso della zona play-off, nonostante abbia una partita in meno.
A suo avviso, l’obiettivo per la squadra quest’anno dovrebbe essere quello di raggiungere almeno un posto nei play-off (“quantomeno un posto nei play-off”). Nonostante la perdita di Adorante, un attaccante che l’anno scorso aveva fatto la differenza, Andrisani ha evidenziato che Candellone sta comunque facendo molto bene a Castellammare. L’ex giocatore è convinto che la Juve Stabia “dirà la sua fino alla fine”, anche grazie alla piazza di Castellammare, che conosce bene, e che sosterrà la squadra come il dodicesimo uomo in campo.
Riguardo al rinvio della partita contro il Bari, Andrisani concorda con l’allenatore Abate sul fatto che la sosta forzata abbia spezzato il ritmo della squadra, facendo “più male che bene” alla Juve Stabia che si stava esprimendo bene. Al contrario, la pausa ha favorito il Bari.
Ricordi di Castellammare e il Confronto con il Passato
Castellammare di Stabia è ricordata da Andrisani come “una piazza importante” con una tifoseria straordinaria. L’esperienza, in particolare la stagione 1998-1999, è stata “veramente bellissimo”, nonostante la sconfitta nella finale per la Serie B al Partenio. Quell’anno la squadra fu seguita in modo incredibile e subì solamente 12 o 13 gol in tutto il campionato.
Interrogato sulla possibilità di scambiare la Juve Stabia attuale con quella della Serie C1 dell’epoca, Andrisani ha risposto di no. Ritiene che quella squadra, grazie alla sua qualità tecnica e alla “giusta cattiveria agonistica”, avrebbe recitato “un ruolo da protagonista proprio assoluto” nell’attuale Serie B. Era un gruppo formato da giocatori molto tecnici, alcuni dei quali avrebbero giocato tranquillamente in Serie A, come Fontana, Menolascina e Fresta.
Il cruccio maggiore della sua esperienza è legato proprio a quella finale persa, in particolare al fatto che l’allora mister Zoratti non gli permise di giocare.
La Figura di Roberto Fiore
Michele Andrisani ha speso parole di grande ammirazione per l’ex presidente Roberto Fiore, definendolo “un papà”. Fiore era sempre vicino alla squadra e “innamorato” dei suoi calciatori. L’unico rammarico è non aver potuto regalare a Fiore la promozione in Serie B, che desiderava tantissimo. Fiore era una persona passionale, esperta di calcio (avendo fatto parte del Napoli nell’era di Sivori e Altafini). Era solito allestire squadre da vertice, non lesinando nell’acquisto di calciatori, ed era un sostenitore della “trazione anteriore” in campo.
La Situazione di Fabio Caserta
Andrisani ha anche commentato la situazione di Fabio Caserta al Bari, che fu suo compagno di squadra al Taranto. Lo definisce “un ottimo allenatore” e un ragazzo umile, ma che sta incontrando difficoltà dovute, in parte, all’arrivo tardivo di alcuni giocatori (come Castrovilli) e alle loro condizioni fisiche. A Bari, una piazza “molto esigente”, le squadre dovrebbero sempre giocare per vincere. Andrisani ha però riconosciuto il coraggio di Caserta nel non accontentarsi del pareggio contro il Cesena, inserendo la seconda punta e venendo premiato.

L’ombra del VAR si abbatte ancora una volta sulla Juve Stabia: Allarme o solo coincidenza?

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La vittoria del Modena sulla Juve Stabia per 3-0, nell’undicesima giornata del campionato di Serie BKT 2025-2026, è stata indubbiamente indirizzata dal magnifico eurogol di Nieling che ha sbloccato il risultato, ma è il calcio di rigore concesso ai padroni di casa per il momentaneo 2-0, con l’ausilio del VAR, a lasciare l’amaro in bocca e a sollevare un’inquietante serie di interrogativi.

L’episodio incriminato, che ha portato alla trasformazione di Gliozzi, si è consumato poco dopo l’ora di gioco. Le immagini trasmesse, come spesso accade nella tecnologia “depotenziata” in uso in Serie B, hanno lasciato dubbi concreti sulla reale posizione del contatto tra il difensore stabiese e l’attaccante modenese: fallo in area o al limite?

VAR “Light” e Mancanza di Telecamere: Un Problema Ricorrente

La perplessità nasce dalla cronica mancanza di una copertura di telecamere adeguata negli stadi della cadetteria, in particolare di quelle fondamentali come le telecamere dietro la porta e ai lati opposti rispetto all’azione principale. Senza un’angolazione che elimini il “cono d’ombra”, la certezza millimetrica del punto di contatto rimane un miraggio.

Questo scenario rievoca con preoccupante puntualità la situazione già vista in precedenza:

Il precedente di Padova: In un’altra gara, un rigore fu concesso al Padova per un presunto fallo di mano di Piscopo, in un frangente in cui la sagoma del calciatore stesso copriva l’unica inquadratura disponibile, rendendo impossibile una verifica inequivocabile.

La sensazione è che il VAR, pur essendo uno strumento prezioso, in Serie B si trovi ad operare con mezzi insufficienti per garantire la stessa accuratezza che si presume in Serie A, finendo per avallare decisioni che, nella migliore delle ipotesi, sono da considerare di una “generosità” eccessiva.

Il Terrore del Dischetto: I Dati Allarmanti Sulla Juve Stabia

Al di là del singolo episodio, è la statistica a colorare di nero il momento della Juve Stabia. I numeri sono impietosi e fanno scattare un campanello d’allarme serio sulla presunta equità di trattamento arbitrale nei confronti delle “Vespe”:

  • 3 rigori subiti nelle ultime 4 partite (contro Carrara, Padova e ora Modena).
  • Solo 3 calci di rigore a favore dalla scorsa stagione (2 nel campionato precedente e appena 1 dopo le prime 10 giornate di quello attuale).

Questa disparità numerica, specialmente considerando la serie ravvicinata di rigori contro, alimenta la frustrazione e la convinzione che la squadra stia pagando un dazio troppo elevato per episodi controversi in zone nevralgiche del campo, spesso decisi con l’ausilio di una tecnologia “a vista limitata”.

La Juve Stabia è chiamata ora a superare l’inevitabile sconcerto, mentre la Lega B e gli organi arbitrali devono riflettere seriamente sull’opportunità di garantire, anche in cadetteria, una dotazione tecnica per il VAR che sia all’altezza del compito, per non lasciare più margini di dubbio su episodi che, come quello del Braglia, finiscono per alterare in modo significativo l’andamento delle partite.

Augurissimi Carlo Ametrano: buon onomastico dal mondo

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Oggi è San Carlo e la redazione di ViViCentro ha voluto fare gli auguri di buon compleanno al giornalista e scrittore Carlo Ametrano. Di seguito le sue dichiarazioni.

Carlo, tanti auguri!

“Grazie di cuore, ogni anno vi ricordate sempre”.

E tu ogni anno sei protagonista di una grande stagione.

“Quella di quest’anno è stata eccezionale. Ringrazio tutta la gente che mi sta chiamando in tutto il mondo, per me è un grande onore”.

Entriamo dentro la tua stagione: per prima cosa l’Ayrton Senna Day.

“Il 30 aprile è stato fenomenale. C’è stata anche una tv brasiliana. Sono arrivate tante persone, giornalisti, televisioni, piloti e non solo. Un grazie ad Augusto Zuffa che ogni anno ci ospita in quel Paradiso che è il suo agriturismo ‘Cantine Zuffa’ a Imola”.

Poi c’è stato il GP di Imola.

“Sì, esatto. Siamo stati al Gran Premio con Gualtiero Pischedda, Davide Sforzi e suo figlio Leon e Domenico Sabatino. Parliamo di un’altra bella esperienza: abbiamo visto l’esordio di Hamilton in Ferrari in Italia. Bellissimo. Poi c’è stato anche l’Orgoglio Motoristico Romano e di questo cui ringrazio come sempre il presidente Stefano Pandolfi, persona squisita e incredibile. Fanno ogni anno un lavoro pazzesco, un evento imperdibile”.

A settembre il Minardi Day.

“In conclusione, come sempre immancabile. Un grazie a Gian Carlo Minardi e Pietro Benvenuti”.

Per salutarci vogliamo ricordare i tuoi appuntamenti?

“Da non perdere il giovedì sera come sempre l’appuntamento con Odeon Tv, mentre ogni post GP di Formula 1 su ViViCentro trovate il mio pagellone. Dicembre sarà un mese impegnativo, ma presto vi dirò di più. Ringrazio tutti voi che mi avete fatto gli auguri”.

Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa: Dalle officine borboniche alla memoria delle ferrovie. Fotogallery

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Sul mare del Golfo di Napoli, in un contesto paesaggistico straordinario, tra il mare, il Vesuvio e isole all’orizzonte.

Fra il quartiere napoletano di San Giovanni a Teduccio e i comuni di Portici e San Giorgio a Cremano, si trova il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa.

Un luogo che più che un semplice museo è un vero e proprio monumento all’industrializzazione ferroviaria italiana, alle origini della ferrovia in Italia, e alla storia tecnica e sociale che ha accompagnato il Paese.

Le origini e la sede: un contesto storico di rilievo

Le officine che oggi ospitano il museo nacquero per volontà di Ferdinando II di Borbone nel 1840, come “Reale Opificio Meccanico, Pirotecnico e per le Locomotive”, nel Regno delle Due Sicilie.
Questo sito fu scelto perché adiacente alla prima linea ferroviaria italiana, la tratta Linea Napoli–Portici, inaugurata il 3 ottobre 1839.
In questo modo, Pietrarsa diventa testimonianza non solo del trasporto ferroviario, ma anche della nascita dell’industria meccanica italiana.
Il museo oggi occupa un’area di circa 36.000 metri quadrati, di cui circa 14.000 coperti.

La collezione e le esperienze di visita

La collezione del museo comprende oltre 55 rotabili storici (locomotive, carrozze, automotrici) disposti negli antichi padiglioni dell’opificio borbonico.
Il percorso museale consente un viaggio dal 1839 fino agli anni ’80 del Novecento: dalla locomotiva a vapore al diesel, dall’elettromotore agli automotori, e anche plastici e modelli ferroviari.
Un esempio significativo: la riproduzione della locomotiva Bayard, gemella della “Vesuvio” che trainò il convoglio inaugurale della linea Napoli-Portici.
Sono previste modalità di visita interattive: realtà aumentata, esperienze multimediali per vivere “in prima persona” la storia della locomotiva e del sito.

Architterura e ambiente: un museo immersivo

La sede museale è inserita in uno dei contesti paesaggistici più affascinanti della Campania: tra il mare e il Vesuvio.
Le antiche officine ottocentesche sono state restaurate e valorizzate (restauri principali tra 2014-2017) per integrarsi con gli spazi esterni, tra cui un giardino botanico (il “Giardino del Mediterraneo”) con piante provenienti da più parti del mondo.
Questa combinazione di architettura industriale d’epoca, strumenti ferroviari storici e paesaggio naturale rende la visita non solo tecnica, ma fortemente emotiva.

Un polo culturale e funzionale oltre il museo

Il Museo di Pietrarsa non è solo esposizione: è anche centro congressi, eventi, mostre, sfilate, mercatini. Gli spazi esterni (terrazza panoramica, giardino, anfiteatro) e le sale interne permettono un uso versatile.
Questa vocazione multipla lo rende un punto di riferimento per cultura, educazione, turismo industriale.

Dal 31 ottobre al 2 novembre 2025 si è tenuta la VI edizione di “Ferrovie in Miniatura”,  un appuntamento annuale con i fermodellisti che hanno esposto le loro opere nei padiglioni storici del sito.
Durante lo scorso fine settimana festivo, modelli di treni in scala di varia grandezza e plastici ferroviari sono stati ammirati in tutti gli spazi del Polo Museale della Fondazione FS.

La manifestazione, organizzata in collaborazione con la Federazione Italiana Modellisti Ferroviari, è stata arricchita da numerose iniziative che hanno coinvolto i visitatori, con workshop tematici e attività ludico-didattiche tra cui la partecipazione dei Archibugieri Trombonieri SENATORE di Cava de Tirreni.

GUARDA LA FOTOGALLERY (foto di Antonio Toscano)

 

Juve Stabia, il Menti riapre: Le Vespe tornano a casa e sfidano il Palermo. Domani inizia la prevendita

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Sabato si torna al “Romeo Menti”. Dopo lo stop forzato di mercoledì scorso, che ha visto il rinvio della partita contro il Bari, la Juve Stabia è pronta a riabbracciare i propri tifosi tra le mura amiche.

La sospensione della gara infrasettimanale era stata una doccia fredda, seppur necessaria. Gli amministratori giudiziari avevano richiesto più tempo per riorganizzare la macchina dei servizi interni allo stadio, un passo indispensabile dopo le interdittive antimafia emesse dalla Prefettura nei confronti delle aziende che gestivano precedentemente tali servizi.

Superato l’ostacolo burocratico, ora la palla passa, letteralmente, dal campo alla passione dei tifosi. L’occasione è di quelle importanti: sabato 8 novembre, alle ore 17:15, a Castellammare di Stabia arriverà la corazzata Palermo, una delle pretendenti di diritto alla promozione.

L’appello di Mister Abate

La squadra avrà bisogno del massimo supporto, come sottolineato anche da Mister Abate. Il tecnico, subito dopo la trasferta di Modena, non ha usato mezzi termini per richiamare il pubblico stabiese allo stadio, lanciando un messaggio forte e chiaro: “I tifosi sono una benzina per i ragazzi”.

L’invito è quello di creare un Menti infuocato, che possa spingere le Vespe oltre l’ostacolo e trasformare l’amarezza di questi ultimi giorni in energia positiva.

Info Biglietti: Prevendita al via, trasferta limitata

La S.S. Juve Stabia ha diramato il comunicato ufficiale per la vendita dei tagliandi. La prevendita per Juve Stabia-Palermo inizierà domani, martedì 4 novembre, alle ore 10:00 e terminerà all’orario di inizio della gara.

È fondamentale sottolineare che la vendita non sarà effettuata ai botteghini dello stadio “Romeo Menti”. I tifosi potranno acquistare il proprio biglietto esclusivamente presso i punti vendita cittadini autorizzati o sul circuito online Etes (www.etes.it).

Restrizioni per gli ospiti: Come da disposizione del Prefetto di Napoli, Michele di Bari, la trasferta sarà di fatto vietata ai residenti a Palermo e provincia, che non potranno acquistare biglietti per nessun settore dello stadio. Il settore ospiti (Curva Ferrovia, capienza 300 posti) sarà accessibile solo ed esclusivamente ai non residenti nella Provincia di Palermo che siano in possesso della Fidelity Card.

Dettaglio Prezzi e Promozioni

Questi i prezzi stabiliti dalla società (ai quali vanno aggiunti 2 euro di diritti di prevendita):

  • Curva Sud: €15 (Ridotto Donna: €10 / Ridotto Under 14: €5)
  • Tribuna Varano: €20 (Ridotto Donna: €15 / Ridotto Under 14: €8)
  • Tribuna Quisisana: €25 (Ridotto Donna: €20 / Ridotto Under 14: €10)
  • Tribuna Monte Faito (A e B): €40 (Ridotto Donna: €30 / Ridotto Under 14: €13)
  • Tribuna Roberto Fiore: €100 (prezzo unico)

Promozione Under 14: Per i primi 100 ragazzi Under 14, accompagnati da un adulto in possesso del biglietto, l’ingresso sarà omaggiato nello stesso settore dell’adulto. I tagliandi gratuiti potranno essere prenotati e ritirati SOLO ED ESCLUSIVAMENTE presso lo Store Juve Stabia, sito in corso Garibaldi, 24.

Punti Vendita Autorizzati:

  • Store Juve Stabia, c.so Garibaldi, 24
  • Bar Dolci Momenti, Via G. Cosenza 192
  • Bar Gialloblu, Viale Europa 101
  • Tabaccheria del Corso, Corso Vittorio Emanuele 11
  • Anca Caffè, Strada Panoramica 1b/1c
  • Movida Caffè, Via Napoli 297
  • Tabaccheria Muratori, via Napoli, 229
  • StanleyBet, Via Bonito, 175
  • Agenzia Intralot, viale Europa; 31
  • Gadget Mania, via Castellammare; 208
  • Tabaccheria N.1, Via Petraro; 397