Fuggiaschi e No-Vax: due facce della stessa emotività collettiva

Assalto alla diligenza dei fuggiaschi verso il Sud e silenzio enigmatico dei No-Vax al tempo del coronavirus

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Assalto alla diligenza dei fuggiaschi verso il Sud e silenzio enigmatico dei No-Vax al tempo del coronavirus

 

Fuggiaschi e No-Vax: due facce della stessa inenarrabile emotività collettiva

 

Appena avuto sentore del decreto che disciplina i nostri comportamenti al tempo dell’emergenza, molti nostri connazionali hanno avuto la brillante alzata di ingegno di fare come sono abituati a fare in autostrada: prendere la corsia di emergenza e scavalcare i fessi che disciplinatamente fanno la fila.

Molto bravi! – Me ne vado al Sud, dai miei, dove il contagio non c’è -.  Certamente. Così se la nonna o l’anziana madre stanno ancora bene, noi gli regaliamo un po’ di “aria del Continente”, che è arricchita con qualche “corona” di virus. Come regalo, non potevano trovare di meglio, questi nostri “con-terroni”.

Così se al Sud – Dio non voglia ! – divampasse alla grande il contagio come al Nord, per fuggire non gli resterebbe altro che salire su un barcone e sperimentare l’esperienza di fare i migranti verso l’Africa. Cosi invertiamo le rotte migratorie nel Mediterraneo ed equilibriamo i conti.

L’umanità ha sempre vissuto epidemie e pestilenze varie e se l’è sempre cavata. Anche a memoria di noi contemporanei,  abbiamo vissuto epidemia che sembravano apocalittiche e poi – lentamente – si sono autolimitate. Come è nell’ordine delle cose. Ci ricordiamo tutti dei virus HIV, Ebola, SARS, Aviaria, mucca pazza. Abbiamo subito e sofferto per quei bollettini di guerra che ci hanno martellato per mesi.

Poi abbiamo visto che un po’ per le cure ed un po’ per i comportamenti appropriati, le emergenze gradatamente sono rientrate. È come quando divampa un grande incendio, sono due le cose da fare: circoscrivere il fuoco per evitare il peggio e poi cercare di spegnerlo. È quello che si sta cercando di fare con le norme appena emanate: cercare di circoscrivere l’incendio dell’epidemia. Perché a spegnerlo ci stanno pensando già gli eroici medici ed infermieri degli ospedali che si sottopongono a turni massacranti, sia per lo sforzo fisico che per la massiccia dose di stress emotivo cui vanno incontro.

Dovrebbe bastare il loro eroico esempio di queste settimane per farci accettare le semplici regole che ci vengono imposte:

  • Lavarsi le mani spesso e con metodo appropriato
  • Evitare luoghi affollati
  • Mantenere distanza di sicurezza tra persone, per evitare di contagiarsi con l’alito o gli starnuti
  • Non stringere la mano che è facile veicolo di contagio (tosse e starnuti). Conseguenza logica è tossire o starnutire alla piega del gomito.

Non siamo di fronte ad una catastrofe naturale come un terremoto dove manca tutto. Siamo in periodo di emergenza, è vero, ma abbiamo la fortuna di avere case riscaldate , confortevoli e cibo a volontà. Se non si può andare al bar, al ristorante, in palestra o al cinema, queste non sono certo attività vitali indispensabili. Chi non riesce a rinunciarvi è figlio dell’opulenza di questa società del benessere, che ritiene indispensabili delle semplici abitudini voluttuarie. Abbiamo anche la fortuna di avere telefoni, videochiamate, social di ogni tipo: possiamo comunicare con gli altri ad abbundantiam. Il cinema in casa lo abbiamo con TV, internet; l’aperitivo del bar o il pranzetto del ristorante possiamo prenderci il piacere di prepararli in casa per i nostri cari. Idem per la palestra, si può fare ginnastica in casa a corpo libero, anche senza attrezzi e macchinari vari. Magari la facessimo tutti e tutti i giorni! E poi ci sarebbe anche la possibilità della lettura di qualche libro o qualche rivista che regalano sempre un po’ conoscenza e di sapere.  Queste giornate di emergenza potrebbero essere l’occasione di riscoprire il calore della nostra casa e la bellezza di poter parlare un po’ di più con i propri famigliari.

Chi non ha fatto sentire la propria voce in queste settimane sono quegli  scienziati  dei No-Vax, quelli che una di loro aveva  minacciato il professor Roberto Burioni, stimato virologo del San Raffaele di Milano, dicendogli via web che sapevano dove abita e dove andarlo a trovare eventualmente, lui e sua figlia.  Sempre molto coraggiosi, con la tastiera in mano,  gli eroi mediatici!

Non sappiamo se  tireranno fuori dal loro fertile cilindro qualche  argomento per dirci che la vaccinazione contro il coronavirus non si dovrà fare. Noi sappiamo, però, che il virus è stato sequenziato nel suo RNA e che, sicuramente, più di una casa farmaceutica è sulle sue tracce per mettere a punto il relativo vaccino. Se questo, come è probabile avverrà, nel prossimo autunno vedremo le file chilometriche di gente in coda per farsi vaccinare. Costi quel che costi. E tra questi in attesa, chi sa se non ci sarà anche qualche amico No-Vax , magari ricreduto, in coda pure lui  a farsi immunizzare? Per il sì e per il no: non si sa mai, meglio mettersi al sicuro!

Salvo poi arrivare a casa, imbracciare la tastiera e, coraggiosamente, continuare a sparare contro i vaccini. E la battaglia tra ladri e carabinieri potrà continuare ancora. Ognuno si diverte come può e come sa.

A  parte la benevola ironia che usiamo per sdrammatizzare la nostra tragica situazione odierna, da quanto stiamo vivendo,  tutti dovremo imparare qualche cosa. Tutti ad avere comportamenti adeguati e responsabili. E gli anici No-Vax a non demonizzare i vaccini. Se oggi avessimo avuto un vaccino già pronto,  avremmo assistito ad una simile ecatombe? quanti sarebbero stati i morti per causa coronavirus? e quanti i morti per danno da vaccino?

Sono queste le domande che dovrebbero farci riflettere, pacatamente e serenamente, dopo che avremo seppellito i morti e conteggiato i danni patiti.

E proprio stavolta è il caso di dire: Dio salvi l’Italia!

Fuggiaschi e No-Vax: due facce della stessa inenarrabile emotività collettiva// Carmelo TOSCANO/ Redazione Lombardia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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