Deamicisiana o Luciferina: le due facce di una distorta medaglia

È di oggi la notizia, di cui a foto di copertina, pubblicata da “la Repubblica”...

LEGGI ANCHE

È di oggi la notizia, di cui a foto di copertina, pubblicata da “la Repubblica” e stento ancora a crederci per molteplici ragioni, non ultima perché l’ho subito percepita come “Troppo Deamicisiana”. Ma lasciamo stare questo aspetto che pure è indicativo del come sia ormai diventata l’informazione che tende a seguire le Deamicisiane o Luciferine visioni di quello che ormai è sempre più un italiotico popolo di una Repubblica che ormai appare essere sempre più “delle banane” e seguiamo il caso.

Una caso del genere, e l’articolo che lo rilancia è, – a mio modestissimo avviso –, l’altra faccia della Luna, o se preferite, della medaglia – del mondo dei Negazionisti e Menefreghisti.

La faccia dei Deamicisiani ad ogni costo e quindi del: ohhhhhh, ma che bello!, di quelli pronti a dirlo anche magari guardando una fiamma rigogliosa senza nemmeno rendersi conto che trattasi di un incendio, magari anche doloso e che, sempre magari, ha provocato o avrebbe potuto provocare vittime innocenti.

A loro, ai Deamicisiani, appare bello come tiranniche o bufalare appaiono altre cose per il popolo non meno italitotico del Negazionisti e Menefreghisti.

Ed entrambi mi restano in gola visto che, sino a prova contraria, due negativi contrapposti non è che danno un positivo anzi, raddoppiano semplicemente una negatività comunque pericolosa, di sicuro non edificante.

La notizia, come forse era nell’intento, ha subito fatto il giro del web e subito sono cominciate a piovere “watsappate” d’entusiasmo e di solidarietà con anche espressioni di: ma che belli!

Boh!

“Che belli!”

Ma de che mi sono subito chiesto mettendo persino in dubbio, ed in auto-discussione, la mia immediata percezione del “fatto”. Ma poi, alla fine, mi sono autoassolto e ho dato maggior corpo all’istintiva reazione di disappunto che mi aveva pervaso, di getto, al prendere nota della notizia. E a seguire ve ne do spiegazione.

Anzitutto, se la notizia fosse vera e facesse riferimento ad un caso reale e la fonte, la Repubblica, è troppo “scafata” per consentire di dubitarne; di sicuro avranno ben controllato ed approfondito la cosa ma, da qui a porgerla come qualcosa da lodare e di meritevole ne corre, sempre almeno secondo il mio modo forse arido, ma non cieco, modo di ragionare e di vedere le cose ed i fatti della vita, senza occhiali ne zuccherati ne con fette di salame al posto dei vetri.

Dando quindi per reale e buona la notizia (vista, ripeto, l’autorevole ed indiscutibile fonte) risalta il fatto che, in un mondo reale e concreto, sarebbero da biasimare tutti, nipote e quant’altri hanno reso possibile il ricovero, e condannati a, anzitutto, chiedere scusa ai quanti magari sono lasciati su barelle in attesa di un posto letto. Poi a risarcire le spese di ricovero considerando quanto costa un posto letto in ospedale (anche diverse migliaia di euro al giorno in casi gravi, comunque vicino ai mille per checchessia).

Infatti, stando sempre al quanto scrive “la Repubblica”, l’agente immobiliare Matteo NON necessitava affatto di un ricovero, per cui “la Repubblica” riporta, testualmente:

 “Seppur con sintomi lievi, Matteo non ci ha pensato due volte ad assistere Paolo e a farsi ricoverare con lui.” Il primario dell’ospedale ha acconsentito. E noi due, pur di stare insieme, abbiamo cambiato stanza più volte. Io, una settimana dopo il ricovero potevo già essere dimesso e completare la mia quarantena a casa, guardando serie Tv su Netflix o mangiando sushi”.

Ma che fantastico quadretto, e che fantastico primario che così spende e spande soldi pubblici per ?????

Ancora una volta, Boh!

Se proprio aveva un letto vuoto del quale proprio non aveva altro possibile, utile e reale, necessario, utilizzo gli bastava magari uscire per strada e scegliere tra i tanti derelitti senzatetto che dormono per strada tra i quali, magari, domani mattina si potrebbe trovare anche qualcuno morto proprio per Covid, o broncopolmonite, per freddo o altro. E non sarebbe la prima volta che fatti del genere accadono! O NO?

E v’è di più:

“E noi due, – dice Matteo –, pur di stare insieme, abbiamo cambiato stanza più volte.”

Ma che cari, che bello, e che CARO il trasloco continuo da una stanza all’altra tra materiali di igienizzazione e personale per farla.

E poi ancora benzina sul fuoco o alcol sulla ferita fatta al normale buonsenso, eccolo a dire, candidamente:

“Io, una settimana dopo il ricovero potevo già essere dimesso e completare la mia quarantena a casa, guardando serie Tv su Netflix o mangiando sushi”.

Ripeto: che caro lui e che bravo il Primario d’Ospedale che ha non solo avvallato un SUO ricovero che proprio NON doveva esserci sin dal primo giorno ma che l’ha addirittura protratto anche oltre ogni possibile presunta ed inventabile necessità.

Insomma, considerando che, come chiaramente è stato detto, lui era ASINTOMATICO, e come si sperticano a dirci dalla TV un’ora sì e l’altra pure, gli Asintomatici non solo non vanno ricoverati, ma nemmeno devono avvicinarsi ad un Pronto Soccorso! Ma siamo a casa nostra per cui tutto è opinabile e magari detto tanto per…. per cui:  questo è!

Quanto è costata la sua degenza aggiuntiva in Ospedale? 10.000, 20.000 euro? Di più?

Ovviamente non è dato saperlo anche perché (ma forse mi è sfuggito) non è dato saperne l’effettiva durata ma, foss’anche solo 1.000 euro, sarebbero mille euro che, se donati ad una famiglia alla fame, le avrebbe consentito di vivere per un mese, magari anche due, in un modo più decente ma anche qui, ancora una volta e come direbbe Totò: … ed io pago!

O NO?

So che così scrivendo mi attirerò strali da più parti di “Troll et similia” ma se un difetto ho è quello di non riuscire a far finta di niente e ad accettare come quisquiglie cose che tali non sono per cui un bel: ma chi se ne frega, mai fu più appropriato!

Questo fatto, ribadisco, non è una quisquiglia. Non la è affatto ed anzi, volendo allargarsi, rappresenta un ennesimo caso di “malasanità” o, quantomeno, di “sperpero di risorse pubbliche”.

Altra cosa che mi sembra già di sentire è che, questa volta, sono io che sto facendo dell’altrismo e dell’altrovismo (piaghe e prassi prettamente italiotica contro la quale ho ogni volta “tuonato”) visto che, per semplice inciso esplicativo, ho fatto un possibile esempio di diverso possibile impiego del quanto speso (in realtà, è bene rimarcarlo: sperperato). Ma così non credo proprio che sia. Ma anche questa è, ovviamente, una mia semplice e umile opinione e come tale contestabile ma…. con fatti e ragionamenti concreti e non solo tanto per…..!

Ma ora andiamo avanti e arriviamo al gran finale.

Arrivando al fondo dell’articolo e leggere anche l’auto beatificazione dell’Agente immobiliare Matteo che, sia pur ricoverato in Ospedale (a nostre spese) segnala che è riuscito a vendere (a suo personale utile) una casa da remoto affermando, sorridendo (parole di la Repubblica):

” La mia prima conquista fatta dal letto di un ospedale”

il fondo, o il tetto, è finanche superato anche se il tutto è perfettamente in linea con l’Italico andazzo degli “utili privati e perdite (spese) pubbliche” di immemore, ma immarciscente, memoria.

Così è, a quanto sembra, ancora una volta!

Ed allora che così sia, ma che almeno si abbia la decenza di non pretendere (come anche di non proporre) magari pure medaglie, fossero anche di cartone, e quindi concludo, come troppo spesso sono costretto a fare, con quelli che sono diventati due”mantra must” italiani, di sicuro miei: Io speriamo che me la cavo e “Povera Patria(cliccate sui link per vederli e ascoltarli).

Stanislao Barretta

© TUTTI I DIRITTI RISERVATI. Si diffida da qualsiasi riproduzione o utilizzo, parziale o totale, del presente contenuto. È possibile richiedere autorizzazione scritta alla nostra Redazione. L’autorizzazione prevede comunque la citazione della fonte con l’inserimento del link del presente articolo e delle eventuali fonti in esso citate.

Carlo Ametrano presenta il Senna Day: “Imola la mia seconda casa. Il 30 aprile sarà emozionante”

Le parole di Carlo Ametrano in vista del Senna Day, evento che si terrà il prossimo 30 aprile alle ore 19 alle Cantine Zuffa
Pubblicita

Ti potrebbe interessare