Capitali da rafforzare e sofferenze da smaltire: ecco a cosa serve Atlante

Perché nasce il fondo Atlante ? Il fondo si propone come una soluzione “di sistema”...

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Perché nasce il fondo Atlante ?
Il fondo si propone come una soluzione “di sistema” al problema delle banche italiane, in un contesto di loro grande fragilità sui mercati (-41% in Borsa da inizio anno, 34 miliardi di capitalizzazione bruciata). Atlante parte alla vigilia di due aumenti di capitale molto difficili, quelli della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca. In tutto, si tratta di 2,5 miliardi a rischio: il timore è che una parte preponderante di questi aumenti non venga sottoscritta dal mercato, con effetti molto gravi per l’intero sistema finanziario e per i risparmiatori.
Cosa può fare Atlante per risolvere il problema?
Atlante interviene acquistando la parte non sottoscritta degli aumenti di capitale: il primo a partire dal punto di vista temporale (e quello più difficile) è quello della Vicenza (si attende l’ok della Consob intorno al 18-19 aprile); poi a ruota seguirà Veneto Banca. Ma non saranno i soli.
Il fondo servirà solo per gli aumenti di capitale?
No, l’altro obiettivo forte è quello di fare da supporto ad operazioni di cessione e gestione dei crediti deteriorati da parte delle banche italiane. Sono gli ormai noti Non performing loans (di cui le sofferenze sono la parte peggiore) che pesano come macigni sui bilanci delle banche italiane. Il compito del fondo è di aiutare il sistema a smaltire questo insieme di crediti in difficoltà, comprandone almeno una parte dalle banche.
Perché le banche non vendono questi crediti direttamente sul mercato, agli operatori specializzati?
Perché le valutazioni dei fondi specializzati sono spesso molto basse: per esempio nel caso delle quattro banche finite in “risoluzione” (Etruria, Banca Marche, Carichieti e Cariferrara) sono stati valutati al 18% del loro valore nominale.
E il fondo quanto le pagherà?
Questo punto non è ancora stato determinato ma sembra ci sia la volontà di avvicinarsi al valore di carico delle banche (mediamente il 40% del valore iniziale del prestito). Il fondo punterebbe infatti solo a quei prestiti che hanno garanzie molto alte (da parte del debitore) e facilmente recuperabili, per non esporre il fondo a perdite potenzialmente elevate.
Ma di chi è Atlante?
Atlante è un fondo gestito dalla Società di gestione del risparmio (Sgr) Quaestio. Come tutti i fondi, avrà dei sottoscrittori che compreranno le quote. I soggetti che interverranno sono appunto in fase di definizione in queste ore. Ci saranno le banche, la Cdp, le assicurazioni, alcune Fondazioni e altri soggetti; anche Poste ci sta pensando: “Vedremo come si svolge”, ha detto l’amministratore delegato del gruppo, Francesco Caio.
Utilizzerà soldi o garanzie pubbliche?
No, le risorse che utilizzerà – sono stati ipotizzati fino a sei miliardi – vengono tutti dai sottoscrittori del fondo.
Non si rischia che Bruxelles possa comunque considerarlo aiuto di Stato?
Il fondo si muove in base ad un intervento volontario e il coinvolgimento di soggetti partecipati dallo Stato (a cominciare da Cdp) è fatto in base ai principi dell’investitore privato di mercato.
Basteranno 4-6 miliardi per risolvere i problemi delle banche italiane?
La potenza di fuoco su cui potrà contare Atlante sarà più alta, perché il fondo potrà indebitarsi e raccogliere risorse sul mercato. Non potrà farlo per la parte che destinerà a sottoscrivere l’inoptato delle banche sotto aumento di capitale, ma potrà ricorrere alla “leva”, all’indebitamento, per comprare i pre- stiti in sofferenza dalle banche. Potrà indebitarsi fino ad una volta e mezza rispetto al patrimonio che impiega per questa voce.
A chi servirà questo secondo tipo di intervento?
A molte banche italiane, ma in cima alla lista c’è ovviamente il Montepaschi, la grande emergenza. Anche Carige ha molti crediti deteriorati in bilancio. Il Banco popolare ha appena varato un aumento da un miliardo, proprio per diluire il peso delle sue sofferenze.
Quando partirà operativamente?
Il progetto è in via di realizzazione (tra l’altro i cda devono approvare la scelta di aderire) ma l’obiettivo primario è di partire in tempo utile per l’aumento di capitale della Popolare di Vicenza.

vivicentro.it-economia / Capitali da rafforzare e sofferenze da smaltire: ecco a cosa serve Atlante di Vittoria Puledda

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