Festival del cinema di Venezia, vince il Messico combattivo degli anni ’70

La 75° edizione del Festival del cinema di Venezia si conclude con l’immagine del regista...

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La 75° edizione del Festival del cinema di Venezia si conclude con l’immagine del regista messicano Alfonso Cuarón che emozionato tiene tra le mani il Leone d’oro, il premio più importante della rassegna.

Infatti è il suo ultimo lavoro Roma ad avere convinto e emozionato maggiormente la giuria composta da Christoph Waltz, Taika Waititi, Naomi Watts, Malgorzata Szumowska, Trine Dyrholm e Nicole Garcia.

VINCE ROMA

Roma non è un rimando alla capitale d’Italia, ma è il nome di un quartiere di Città del Messico. Il film è ambientato nel 1971, l’anno in cui i militari uccisero alcuni studenti che protestavano, tra le altre cose, contro la privatizzazione delle università. È un film drammatico ispirato in parte alla vita del regista, cresciuto proprio a Roma negli anni Settanta.

Girato in bianco e nero, Roma racconta la storia di Cleo (Yalitza Aparicio), giovane domestica di una famiglia che vive a Città del Messico nel quartiere borghese Roma.  Cuarón prende ispirazione dalla propria infanzia per creare un ritratto intenso ed emozionante delle difficoltà familiari e delle gerarchie sociali durante i disordini politici negli anni Settanta. I personaggi del film parlano spagnolo e mixteco, la lingua di un popolo indigeno mesoamericano.

UN FILM CHE SA DI AMARCORD

Come ha riconosciuto lo stesso regista è il suo personalissimo Amarcord, la sua memoria in bianco e nero in un film girato in un perfetto realismo. Reale è la ricostruzione della casa in cui il regista ha vissuto (compresi i mobili); reale la ricostruzione della strada della sua infanzia, mentre il posto del massacro del Corpus Christi (la violenta repressione nel 1971, con tanto di morti, di una protesta studentesca) è quello vero.

Ciò che Cuaron racconta è un momento cruciale della storia messicana che ha trasformato per sempre e profondamente il suo paese d’origine.

Roma racconta tante cose attraverso la storia due donne abbandonate di classi diverse, anzi lontanissime, dai loro rispettivi compagni. Da una parte c’è Cleo (la straordinaria Yalitza Aparicio) giovane domestica mixteca sedotta e abbandonata dal suo ragazzo e, dall’altra, la sua padrona, la signora Sofia (Marina de Tavira) a sua volta lasciata dal marito, Antonio (Fernando Grediaga), con il quale ha avuto quattro figli ancora adolescenti.

Queste due storie parallele sono vissute all’interno di una famiglia che va avanti, nonostante tutto, tra cose non dette, piccole e grandi tragedie e in cui ognuno rappresenta il suo naturale carattere.

VINCE ANCHE NETFLIX

Roma è infatti prodotto da Netflix, il colosso dello streaming online diventato dal 2014 anche major produttiva di cinema oltre che di serie tv. Il film si vedrà su Netflix a dicembre e, secondo quanto si apprende, avrà lo stesso mese anche uscita in sale cinematografiche selezionate. Anche il film dei fratelli Coen, The Ballad of Buster Scruggs, che ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura, è prodotto da Netflix.

TUTTI I PREMI DELLA 75°EDIZIONE

 

 

 

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