Ieri la scuola si è mobilitata con un Flash-mob virtuale contro la DAD (Didattica a distanza). L’evento, di cui riportiamo qui il link (https://www.facebook.com/events/178051926835444/), è stato organizzato dall’Assemblea “SCUOLA A DISTANZA ZERO”, nella riunione telematica del 16 maggio scorso. L’assemblea unisce, negli intenti e nelle rivendicazioni, diverse soggettività, tra cui il gruppo di genitori SCUOLA E BAMBINI AL TEMPO DEL COVID-19, diversi collettivi studenteschi e i Cobas Scuola Napoli.
Tantissime le foto pubblicate, da parte di docenti e studenti che, relegati nell’asfittica dimensione virtuale, hanno affidato a cartelli di protesta l’urlo della Scuola insostituibile e insurrogabile, quella dei corpi che interagiscono, sperimentano e si relazionano in uno spazio democratico e inclusivo.
L’iniziativa ha inteso denunciare i limiti e i rischi educativi, operativi e sociali della “Scuola digitale”, sponsorizzata dai colossi del Big Tech e da un ministero che pare intenzionato a “normalizzarla”, il che determinerebbe il passaggio definitivo dalla Scuola del pensiero critico e delle conoscenze a quella del pensiero unico e delle competenze immediatamente “spendibili” sul mercato, già avviato dalla contestatissima e pessima Legge 107 (“Buona Scuola” renziana).
Per archiviare definitivamente questo improponibile e fallimentare surrogato della Scuola viva e vera, si è deciso di palesare la netta contrarietà del mondo della scuola alle ipotesi di “didattica mista” (metà in presenza e metà in video) che si stanno prospettando e che inquietano non poco.
Gli slogan più frequentemente usati da quelli che si sono scattati foto collettive o in piccoli gruppi, esibendo cartelli, sono stati “INSEGNARE NON E’ ASSEGNARE; IMPARARE NON E’ CLICCARE”; “FINE DELLA TRASMISSIONE. QUESTA NON E’ LEZIONE” e “PER USCIRE DAI LORO SCHEMI, USCIAMO DAI NOSTRI SCHERMI”, anche con riferimento polemico al fatto che la decretazione d’emergenza della Fase 2 si sta occupando di riaprire le attività produttive e non i luoghi della conoscenza, della ricerca e della cultura, e sta ancora limitando il fondamentale diritto all’espressione del dissenso.
L’assemblea, che ha aderito, oggi, Sabato 23 maggio, anche all’iniziativa “PRIORITA’ ALLA SCUOLA”, che si è svolta in diverse città (a Napoli a Piazza Dante, dalle ore 10,30), nel pieno rispetto delle misure di sicurezza vigenti, chiede:
investimenti adeguati per l’edilizia scolastica; riapertura delle scuole di prossimità; scorporo delle classi-pollaio; sospensione del pagamento del cosiddetto “contributo volontario”, incostituzionale e reso più oneroso dalla crisi; pensionamento dei docenti che hanno raggiunto i 60 anni e assunzioni in numero adeguato rispetto alle esigenze effettive.
La Scuola non è un “costo” da tagliare, ma la garanzia di un futuro all’insegna del progresso vero, quello, cioè, che la distanza la riduce a zero, facendo uguaglianza.
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