Castellammare di Stabia: sei mesi di reclusione per nonna violenta

Nella città  di Castellammare di Stabia è stata condannata a sei mesi di reclusione (pena sospesa) la nonna che aggredì la maestra di sua nipote.

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Nella città  di Castellammare di Stabia è stata condannata a sei mesi di reclusione (pena sospesa) la nonna che aggredì la maestra di sua nipote.

CASTELLAMMARE DI STABIA – RICORDIAMO L’ACCADUTO

L’episodio si verificò nel 2016 al primo circolo didattico “Basilio Cecchi” di via Dante Alighieri. Protagonista è I. C., 61enne di Castellammare di Stabia, condannata in primo grado dai magistrati del tribunale di Torre Annunziata.

La  donna si presentò all’esterno dell’istituto scolastico dopo aver saputo che una maestra 62enne aveva sgridato il giorno prima la nipote in aula. “Lascia stare mia nipote, ti uccido”: queste le parole pronunciate dalla 61enne nei confronti della maestra A.C. La docente fu minacciata di morte e colpita con pugni, schiaffi e calci allo stomaco.

Un’aggressione che costò all’insegnante, portata all’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia, più di un mese di prognosi per le ferite riportate.

Un episodio che creò grande scalpore tra tutto il personale scolastico della Basilio Cecchi, tra gli istituti più grandi di Castellammare di Stabia.

A distanza di 6 anni dallo spiacevolissimo accaduto, è arrivata la sentenza dei magistrati oplontini che hanno condannato a sei mesi di reclusione (pena sospesa) la nonna violenta.

GENITORI E NONNI: LA VIOLENZA VERSO I DOCENTI È UN REATO AGGRAVATO CHE PORTA DRITTI IN CARCERE. LE PAROLE DI BUSSETTI

“Quando si verificano situazioni che evidenziano una possibile rottura del patto formativo scuola famiglia, c’è il rischio che il docente possa essere sminuito nel ruolo di educatore”. A sostenerlo fu il ministro Bussetti nel corso del Question Time alla Camera nell’aprile 2019: “Privati di questo ruolo, i docenti diventano oggetto di manifestazioni violente, estremizzate a volte da inspiegabili quanto inutili prevaricazioni. E insieme ai docenti la scuola tutta risente del clima generale di impoverimento culturale”.

Purtroppo da allora, i casi di violenza da parte dei familiari degli studenti di qualsiasi grado di scuola verso i docenti sono ancora oggi numerosi e si sta cercando si ridurli mettendo in atto provvedimenti adeguati.

I DOCENTI: PUBBLICI UFFICIALI

A ben vedere, tuttavia, una prima importante “stretta” verso questo genere di reati c’è già stata. E i docenti sono già equiparati come pubblici ufficiali.

Sempre due anni fa, infatti, con Il decreto sicurezza bis si è parlato delle violenze prodotte verso gli insegnanti e tutto il personale in servizio nella scuola. La norma – dopo una  richiesta di legge ad hoc –  dice che “chiunque, in luogo pubblico o aperto al pubblico e in presenza di più persone, offende l’onore ed il prestigio di un pubblico ufficiale mentre compie un atto d’ufficio ed a causa o nell’esercizio delle sue funzioni è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni. La pena è aumentata se l’offesa consiste nell’attribuzione di un fatto determinato”.

Atti violenti contro i professori possono essere costituiti non solo da offese, percosse, lesioni e violenza privata, ma il reato scatta anche in caso di stalking, minaccia e diffamazione.

Anche l’ingiuria, oggi depenalizzata, costituisce reato se rivolta ad un pubblico ufficiale: si tratta, infatti, di oltraggio a pubblico ufficiale, delitto che può essere commesso dall’alunno che insulti apertamente il docente o che lo denigri in presenza di altre persone.

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Ci auguriamo che in futuro non accadano più episodi di violenza come quello accaduto in questa scuola di Castellammare di Stabia.

Violenza protratta a danno di coloro che sono educatori e contribuiscono, insieme con le famiglie, a formare i cittadini delle società del domani.

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