Missione in Tunisia della Meloni non risolve la crisi migratoria

Durante la seconda missione in Tunisia, Giorgia Meloni non ha raggiunto il successo sperato per la gestione dei migranti e degli aiuti finanziari.

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Durante la seconda missione in Tunisia, Giorgia Meloni non ha raggiunto il successo sperato per la gestione dei migranti e degli aiuti finanziari.
Nonostante l’approvazione del nuovo accordo UE sui migranti, la Tunisia continua ad essere un punto di partenza per l’immigrazione subsahariana.

In breve: Durante la sua seconda missione in Tunisia, Giorgia Meloni tenta di raggiungere un accordo sulla gestione della crisi migratoria. Tuttavia, nonostante l’approvazione del nuovo accordo UE sui migranti, la Tunisia continua ad essere un punto di partenza per l’immigrazione subsahariana. Inoltre, il presidente della Tunisia, Kais Saied, ha ribadito la sua opposizione ad essere una guardia di frontiera per altri stati. La premier italiana, tuttavia, spera di organizzare una conferenza internazionale sulla migrazione e lo sviluppo in collaborazione con il presidente Saied.

Missione Meloni in Tunisia non risolve la crisi migratoria

Durante la sua seconda missione in Tunisia, Giorgia Meloni tenta di raggiungere un accordo sulla gestione della crisi migratoria che sta continuando a creare problemi in Europa. Nonostante l’approvazione del nuovo accordo UE sui migranti, la Tunisia continua ad essere un punto di partenza per l’immigrazione subsahariana, che si è notevolmente intensificata negli ultimi anni. Il nodo principale è il fatto che l’accordo, raggiunto a Bruxelles solo tre giorni fa, autorizza gli stati a ricollocare i migranti verso i cosiddetti ‘paesi di transito’, a patto che siano sicuri. Questa soluzione, tuttavia, ha sollevato alcune preoccupazioni, in quanto molti di questi ‘paesi di transito’ sono considerati dittature, il cui trattamento dei migranti non è sempre umano.

 

L’Europa è stata sollecitata a intervenire dalla Francia e dall’Italia, che sono i paesi che stanno subendo maggiormente l’impatto dell’immigrazione subsahariana, ma la situazione in Tunisia è molto delicata. Il presidente della Tunisia, Kais Saied, ha dichiarato apertamente: ”Non saremo la guardia di frontiera di altri Stati”. La Tunisia non vuole svolgere il ruolo di poliziotto dell’Europa e non accetterà mai il trattamento disumano inflitto a chiunque si trovi sul suo suolo. Saied sta lavorando per garantire che tutti gli immigrati si trovino in una situazione regolare, senza subire alcuna forma di discriminazione.

La premier italiana, Giorgia Meloni, ha chiuso l’incontro con un annuncio: ”Roma e l’Italia saranno pronte a organizzare la conferenza internazionale sulla migrazione e lo sviluppo”. Questa conferenza sarà un’ulteriore tappa di questo percorso di vicinanza tra i paesi coinvolti e si concentrerà sull’integrazione e la cooperazione economica, oltre che sulla gestione della crisi migratoria.

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