Voto di scambio a Torre del Greco, i Verdi: “ Una vergogna da punire severamente”

La denuncia dei Verdi sul voto di scambio di scambio a Torre del Greco che...

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La denuncia dei Verdi sul voto di scambio di scambio a Torre del Greco che ha portato all’arresto di 14 soggetti, spregevole l’uso dei pacchi Unicef per fini elettorali.

Voto di scambio a Torre del Greco, eseguite 14 misure cautelari. Sullo scandalo che ha interessato la cittadina corallina sono intervenuti anche i Verdi che affermano: “Vergogna da punire severamente. Spregevole l’uso dei pacchi Unicef per fini elettorali, il caos rifiuti nasce anche da qui”.

Una vergogna che dovrà essere punita con la massima severità. Riponiamo massima fiducia nel lavoro dei giudici e ringraziamo i carabinieri che hanno scoperchiato un vero e proprio vaso di pandora”  queste le parole del consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli che definisce così lo scandalo del  voto di scambio a Torre del Greco. “Il sistema si basava su voti comprati per pochi euro o addirittura grazie a pacchi di generi alimentari dell’Unicef. Al di là del reato in sé troviamo oltremodo spregevole l’uso di pacchi destinati ad aiuti umanitari per fini elettorali. Tra l’altro uno dei consiglieri comunali, attualmente ai domiciliari, avrebbe promesso l’assunzione a cinque netturbini selezionati col progetto Garanzia Giovani. Ricordiamo gli episodi dei mezzi di raccolta bloccati dai gruppi di tirocinanti che reclamavano un’assunzione senza averne alcun titolo. Ora capiamo bene quale sistema avesse generato la loro assurda pretesa. Un circolo vizioso che ha contribuito a generare il caos rifiuti che ha recentemente interessato la città”.

Grazie ad amici di amici – spiega un cittadino corallino che si è poi trasferito prima delle elezioni – sono stato convocato presso l’ufficio di un candidato. Sono andato lì con tutta la mia famiglia e mi ha promesso, in cambio del blocco di voti, l’assunzione di mia moglie presso un supermercato. Tra l’altro sua sorella, da quel giorno, ha iniziato a tampinarmi su Whatsapp chiedendomi di partecipare ad una serie di riunioni che servivano a contare i voti. A quelle elezioni non ho mai votato, essendomi trasferito grazie ad un lavoro che ho trovato fuori regione ma da quel che ho potuto vedere si trattava di un sistema consolidato”.

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