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Castellammare di Stabia

Sequestri di patrimoni illeciti nel territorio ennese

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La Guardia di Finanza di Enna ha effettuato sequestri di appartamenti, commerciali, autorimesse, fabbricati, terreni, conti correnti e auto.

Le Fiamme gialle del Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria della Guardia di Finanza di Enna, hanno proceduto nell’ultimo anno a sequestri patrimoniali, in applicazione della normativa speciale antimafia che permette di aggredire i patrimoni riconducibili a presunti affiliati ad associazioni di tipo mafioso, qualora gli stessi patrimoni risultino sproporzionati rispetto al reddito dichiarato o non siano state comunicate le variazioni patrimoniali registrate nei patrimoni degli stessi.

È dei giorni scorsi, infatti, l’esecuzione di un decreto di sequestro di beni (ai sensi del D. Lgs. n° 159/2011 c.d. Codice Antimafia), emesso dal Tribunale di Caltanissetta – Sezione Misure di Prevenzione, concernente numerosi automezzi nella disponibilità di B.S. di anni 50, originario del Comune di Troina (EN), attualmente detenuto presso la Casa Circondariale di Caltanissetta per reati di mafia.

Il provvedimento ha consentito il sequestro di un’ulteriore parte del patrimonio mobiliare illecitamente accumulato e riconducibile all’imprenditore Troinese, già destinatario di ordinanza di custodia cautelare in carcere nell’ambito dell’operazione denominata “DISCOVERY 2”, in quanto ritenuto appartenente al gruppo criminale operante nel territorio di Troina, dedito prevalentemente alla commissione di estorsioni e rapine, compiute con l’aggravante mafiosa.

Si tratta in particolare di numerose autovetture poste in sequestro, tra cui spiccano due Mercedes ed un’Alfa Giulia di apprezzabile valore storico, oltre ad un fuoristrada ed un mezzo furgonato, cha vanno ad aggiungersi al precedente provvedimento ablativo, eseguito dalle Fiamme Gialle di Enna nello scorso dicembre, riguardante 19 appezzamenti di terreno e 4 fabbricati, tutti nella disponibilità della parte, ricadenti nel territorio dell’ennese, pari ad oltre 200.000,00 euro.

Sempre nell’ambito delle attività di prevenzione antimafia condotta dai Finanzieri del Comando Provinciale di Enna, volta al costante monitoraggio dei soggetti raggiunti da una misura definitiva di prevenzione personale per sospetta appartenenza alla criminalità organizzata, è stata, invece, esaminata la posizione di un sorvegliato della provincia di Enna già condannato per associazione di stampo mafioso, soggetto all’obbligo, per dieci anni, di comunicare al competente Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria della Guardia di Finanza tutte le variazioni che intervengono nel proprio patrimonio, al non verificarsi della prescritta comunicazione scattano gravi sanzioni penali seguite dalla confisca dei beni non segnalati o del corrispettivo derivante dalla loro cessione a terzi.

span style="font-size: 14pt;">È stato constatato che M.S. di anni 66, originario di Regalbuto (EN), coinvolto nel processo IBLIS “25 Febbraio 2020 Operazione Thor, Carabinieri del ROS di Catania”  aveva posto in essere una serie di improvvide operazioni immobiliari per oltre 600.000,00 euro omettendo di darne comunicazione. Per questi beni è stato disposto dal Tribunale di Enna il sequestro preventivo finalizzato alla confisca

.

Tra i beni sottoposti a sequestro spiccano 7 appartamenti, 2 locali commerciali, 2 autorimesse, 2 fabbricati a destinazione produttiva, 133 ettari di terreno e 5 fabbricati rurali, oltre a liquidità bancarie per €.51.000.00.

Il 50enne Barbera era stato arrestato durante l’operazione antimafia “Discovery” e condannato a 13 anni di carcere per far parte di Cosa Nostra a Troina, legata al clan catanese Santapaola. Aveva già subito un sequestro di beni. Tra cui c’era pure una chiesetta del ‘500 sconsacrata, usata come deposito per ricettazione. Lì dentro una volta fu trovata pure una jeep rubata. Anche questa è finita nell’elenco dei beni che sono stati sequestrati a Troina a Barbera, detto ‘Pippo u randazzisi’. Il provvedimento è stato eseguito dalla Guardia di finanza di Enna, in esecuzione di un decreto del Tribunale di Caltanissetta.

I Finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria, coordinati dal Procuratore aggiunto della Dda di Caltanissetta Santi Roberto Condorelli, avevano accertato che il Barbera aveva destinato i proventi delle attività illecite nell’acquisto di beni immobili, molti dei quali cointestati con altri vicini all’organizzazione mafiosa. Un patrimonio in evidente sproporzione rispetto ai modesti redditi dichiarati.

L’operazione denominata “Discovery 2” segue una precedente operazione “Discovery” che portò a novembre 2019 ad una condanna da parte della Corte di Appello di Caltanissetta, confermativa del 1° grado condanne in primo grado del processo antimafia “Discovery”. L’operazione di Polizia del 2015, coordinata dalla Dda di Caltanissetta, che disarticolò un clan di Cosa Nostra a Troina. A processo finirono i componenti del clan, ma anche alcuni giovani di Cerami non legati ad alcuna organizzazione mafiosa, che per l’accusa erano dediti prevalentemente ai furti con il cosiddetto metodo del cavallo di ritorno.

La sentenza della Corte nissena, presieduta da Pasqua Seminara, aveva confermato, in sostanza, il verdetto di primo grado, emesso nel 2018 dal Tribunale di Enna, presieduto dal Presidente della sezione penale Francesco Paolo Pitarresi. Fu convalidata la condanna a 18 anni del cinquantunenne Davide Schinocca, ritenuto a capo del clan di Troina. Con accuse a vario titolo di associazione mafiosa, rapina, porto illegale d’armi, tentata estorsione, furto, incendio e reati minori sono state confermate le condanne a 13 anni per Salvatore Barbera, Domenico Sotera e Luigi Compagnone; a 4 anni 6 mesi e 600 euro di multa per Bruno Lombardo; a 8 anni e 12 mila euro di multa per Giuseppe Zitelli; a 9 anni e 9 mila euro di multa per Gaetano Sotera; a 10 anni e 10 mila euro di multa per Sebastiano Grasso; a 8 anni e 8 mila euro di multa per Cristian Modica; a 7 anni e 7 mila euro di multa per Sebastiano Foti; e a 1 anno 6 mesi e 3 mila euro di multa per Giuseppe Sotera.

Da sottolineare la posizione del Comune di Troina, che si è costituito parte civile “26 Gennaio 2020 Il Comune di Troina si costituisce contro la mafia dei Nebrodi” per volontà del sindaco Fabio Venezia, è assistito dall’avvocato Salvatore Timpanaro, che ha rappresentato l’ente nei vari gradi di giudizio; anche nel filone che si è svolto con giudizio abbreviato, già conclusosi con sentenza definitiva.

Prosegue l’azione del Comando Provinciale di Enna e dei dipendenti Reparti finalizzata alla ricerca e repressione dei più gravi e insidiosi crimini di natura economico – finanziaria e all’aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati.

Sebastiano Adduso

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