Editoriale | Il Napoli eduardiano ha superato i suoi fantasmi?

Il Napoli non solo ha superato le due trasferte Milano e Roma con sei punti...

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Il Napoli non solo ha superato le due trasferte Milano e Roma con sei punti per la Champions

Ha anche vinto i suoi stessi fantasmi. E lo ha fatto senza ricorrere alle vecchie videocassette di Eduardo.

Saranno tra virgolette bastati i video a studio, della settimana che può permettersi di scaglionare spazio e tempo. E di dedicare, occupazione all’uno e ritmo all’altro. Questi fantasmi di Partenope calcistica, rappresentati da notti lunghe ma non brave dell’Europa League. Da recuperi preclusi dall’intensità.

Il post Covid dell’ogni tre giorni, ha messo ansie sinanchè alle ansie stesse. Ansie su ansie. Come onda su onda.

Ed il Mare Nostrum di scatti, rimodulazioni, variazioni, ripetute, impostazioni, costruzioni ed interdizioni, si è arenato nelle secche della acque agitate delle contro correnti avverse.

 

Cavalloni o Tsunami?

 

In quei frangenti sono bastati due cavalloni per abbattersi come Tsunami sul relitto dell’inerme capitano azzurro.

Ora che il vento è tornato a favore, bisogna superare anche Seneca per cui: “Nessun vento è favorevole al marinaio che non sa dove andare”. Il Napoli sa benissimo dove vuol andare.

Il Campionato ha atteso. Non resta che aver anche idea chiara su chi far la volata. Certo dipenderà dalle contendenti. Partendo dalla seconda Milan, sembrava in discesa. D’altronde la Juventus è andata a perdere contro un Benevento definito in caduta libera.

Ascesa e discesa sembrano esser due punti di vista. L’Atalanta è lì da provinciale, come detto dal suo tecnico condottiero Gasperrini, tra le metropolitane. A due punti eccolo il Napoli. E se non c’è  due senza tre, il recupero con i bianconeri posticipato il 7 aprile, non è segnato. E’ uscito dal famoso trittico. E dal di fuori, ne potrebbe ingenerare rientro. Rientro laddove la griglia di partenza configurava verosimilmente la proclamata profondità di rosa del Napoli, tra le pretendenti almeno alla lotta scudetto.

 

Ora certo non sarà semplice neanche il posizionamento Champions

 

Ma questo Mertens è quello che ci si aspettava. Con il centesimo gol in Serie A. Il numero 133 in tutte le competizioni. Quello che non si limita a sporcare (a piccole macchie) la ripartenza avversaria. Ma che dall’alto fa della pressione il richiamo ai compagni. Per i quali cerca approssimazione di spazi, involandosi in profondità. Insomma le caratteristiche che dovrebbe lasciare in eredità al giovane Osimhen. Oltre ad astuzia classe. Come per l’una e per l’altra espressa nel colpo di testa ad intesa a calcetto con Politano; così come nella pennellata su punizione tornata magica.

Questo è Zielinski. Con il suo pasculare prende falli da trasformare in reti. Che con la leggiadria fluttuante di frizzi, tacchi e lazzi, è sempre presente con leggerezza ai suoi compagni; e diventa pesante, un macigno, per chi gli si para dinanzi. Punto di riferimento per i suoi, e senza estremi di riferimento per gli altri.

Questo è Insigne. Una certezza ormai come da nazionale. Con i cambi di gioco al di là di chi trovino a 30 metri più in là sulla destra.

Questo è Politano. Prende il posto di Callejon nel cuore di Lorenzo. E sul fazzoletto di campo dove raccogliere il bacio sinistro del 24 frattese. E sbeffeggiarlo testa a testa sul folletto belga.

Questo è Koulibaly. Centrocampista ed attaccante aggiunto, che però non perde una virgola del mostruoso difensore.

Questa è la coppia Fabian Ruiz – Demme. Non solo coprono i centrali difensivi. Ma si organizzano pure per allargare e stringere l’armonica della mediana. Così che in esterna, Hysaj a Mario Rui, tengono a bada tra il miglior Spinazzola e Karsdorp.

 

A questo punto è giusto che Gattuso vada via? Su cosa si deve basare il ripensamento?

 

Qiuesto è il Napoli senza lo scheletro dei propri fantasmi, cui troppo presto ci si è suggestionati. Si perché, quel periodo è stata una suggestione.

E’ giusto che il ghostbusters ceda il passo alla fine della caccia – campionato? Proprio ora che è passata la paura..

L’unica risposta possibile è si, se solo bastino le ombre per farla ritornare questa paura. No, se quelle stesse ombre abbiano invece fortificato la lotta a Questi fantasmi. Ci insegna sempre Eduardo che la notte deve passare. Siamo a metà del giorno. Il resto del cammino servirà non solo per la prossemità continentale. Con conseguente possibilità di continuare sulla strada della prevalenza economica dei diritti tv. Già anche piuttosto, una riemersione di vita calcistica emancipata dagli spettri.

Ed in epoca Covid non è per nulla poco.

 

Editoriale | Il Napoli eduardiano ha superato i suoi fantasmi? / Carmine D’Argenio

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