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Conte, addio al veleno: “Non avevo nessuno al mio fianco”

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Dopo l’eliminazione contro la Germania, Conte traccia un bilancio del suo ciclo e svela: “A novembre dopo le qualificazioni volevo restare per un altro biennio, ma non mi sono mai sentito appoggiato da nessuno. Solo il presidente mi è stato vicino, fino a un certo punto. Ora il mio futuro è il Chelsea, ma lascio una piccola macchina da guerra”

BORDEAUX  L’ultimo atto di Antonio Conte è un sasso contro il calcio italiano, una cartolina avvelenata dalla Francia: “Non mi sono mai sentito appoggiato da nessuno, non avevo nessuno al mio fianco”. Germania-Italia è finita da poco, gli azzurri usciti ai rigori dopo una partita difficile ed emozionante, e il ct, che da domani andrà in vacanza per una settimana prima di pensare al Chelsea, ne ha per tutti mentre si congeda dalla panchina azzurra.

LA PARTITA –“Penso che la Germania avesse grande rispetto dell’Italia. Il fatto che la squadra campione del mondo abbia cambiato sistema di gioco per affrontarci significa quanto meno che ci considerava in modo importante. È stata una partita dura, maschia, sotto tutti i punti di vista, noi abbiamo sicuramente gettato il cuore oltre l’ostacolo. Non dimentichiamo che Sturaro nel primo tempo ha avuto una distrazione al ginocchio e ha giocato in maniera stoica, anche perché avrei avuto difficoltà a trovare qualcun altro da mettere al suo posto. Penso che questi ragazzi lascino qualcosa di importante, hanno dimostrato che volere è potere e che attraverso il lavoro si possono ottenere dei risultati all’inizio impensabili. Dispiace uscire così, nella lotteria dei rigori eravamo in vantaggio prima del quarto tiro, però va avanti una squadra fortissima, ripeto, la più forte del mondo. Essere riusciti a tenerle testa ci deve sicuramente dare una piccola soddisfazione”.

IL SOGNO – “Ci credevamo, in questo sogno. Abbiamo cercato con le unghie e con i denti di restarvi aggrappati, la delusione nello spogliatoio era tanta. Il calcio regala soddisfazioni e amarezze ma questi ragazzi devono andare a casa sereni, hanno dato tutto quello che potevano e di questo li ringrazierò per sempre, li porterò nel mio cuore, sono stati due anni fantastici culminati con un mese e mezzo incredibile, non finirò mai di ringraziare tutti. Si era creato qualcosa di magico, eravamo una bella famiglia”.

L’ADDIO – “La decisione di lasciare la Nazionale dopo due anni è stata presa in anticipo, non nego che c’è stato un momento in cui avrei voluto avere l’opportunità di continuare, però di fronte ad alcune evidenze, di fronte ad alcuni fatti, purtroppo non ho potuto soprassedere, anche perché sinceramente non vedevo nessuno al mio fianco, compresi i giornalisti, sembrava dovessi fare sempre io la guerra, Conte contro tutti. Invece io ho sempre lavorato e mi sono battuto non per me ma in funzione della Nazionale, non per me, invece è passato sempre questo messaggio, forse perché a qualcuno piaceva o poteva avere l’opportunità di farci delle trasmissioni televisive. Non mi sono mai sentito appoggiato da nessuno. Avevo il presidente che mi è stato vicino, sempre, e però il presidente è arrivato sempre fino a un certo punto. A novembre, dopo le qualificazioni, per un momento avevo pensato di continuare per un altro biennio, ma quando mi sono accorto che non era cambiato niente ho deciso di tornare a essere un allenatore di club e ho comunicato la scelta al presidente. In un secondo momento è arrivata la grande opportunità del Chelsea e ho accettato. Mi dispiace perché è questo un percorso fatto insieme, eravamo una famiglia. Si lascia una traccia indelebile e mi auguro che possa dare dei frutti, in questo gruppo ci sono tanti ragazzi che erano alle prime esperienze e possono solo crescere. Mi auguro che in futuro si dia spazio anche alla Nazionale”.

L’EREDITÀ – “Lascio una piccola macchina da guerra. Io ve l’avevo detto, mi sono battuto fino all’ultimo per spostare anche la finale di Coppa Italia, uno sforzo vano purtroppo, per lavorare di più con i ragazzi. L’unica possibilità per fare qualcosa di bello ed entusiasmante era questa, ne abbiamo avuto dimostrazione contro la Germania: la nostra era una squadra tosta rispettata da tutti gli avversari. La Nazionale dà emozioni e stimoli incredibili, abbiamo avuto tanto orgoglio, mi auguro che il messaggio sia passato nonostante l’eliminazione. C’è un gruppo che può crescere, fare un Europeo dà esperienza, a livello internazionale hai bisogno di giocare queste partite per maturare e io sono fiducioso per il futuro di questa squadra. Bisogna proseguire sulla traccia che abbiamo lasciato e sono convinto che la Federazione farà tutte le scelte migliori per continuare il lavoro che abbiamo iniziato, sia pure a fatica. Sono fiducioso”.

LA GENTE – “La più grande vittoria per me è aver lavorato con questo gruppo di ragazzi. Con loro e con lo staff, dai magazzinieri ai cuochi. Ho avuto l’onore di lavorare con queste persone che mi hanno dato tutto. Quando dai tutto, nessuno ti può rimproverare nulla e questi ragazzi hanno dato tutto ciò che avevano. È giusto che la gente apprezzi questo. Quando vedi che c’è lavoro, sacrificio, passione, entusiasmo. Quando ami quello che fai, ami il tuo paese, ami la maglia che
indossi, emergono valori forti”.

IL CHELSEA – “Adesso il mio futuro è il Chelsea. Inizierà fra pochi giorni la nuova stagione e quindi mi sarebbe piaciuto non avere assolutamente neanche un giorno di vacanza, significava andare avanti all’Europeo prima di intraprendere questa grandissima avventura. Adesso mi prenderò sette giorni, avrò bisogno di scaricare la delusione per questa eliminazione e poi iniziare l’avventura al Chelsea. Una sfida importante, difficile. Però a me piacciono questo tipo di sfide”.

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