Un’Italia che convince, che piace. Gli azzurri di Roberto Mancini battono anche il Belgio e volano in semifinale. Wembley, stiamo tornando.
Caro Wembley, stiamo tornando
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E un’altra dunque è andata. L’Italia di Mancini batte 2-1 il Belgio grazie alle reti di Barella e Lorenzo Insigne, tutte nel primo tempo. Inutile il gol di Lukaku al quarantacinquesimo su calcio di rigore. Un’altra dunque prova del nove superata verrebbe da dire, questa però davvero era quella della consacrazione(ovviamente solo per gli scettici). Gli azzurri hanno dominato e avrebbero meritato pure qualcosina di più. Il cinismo forse, unito alla freddezza, continua a essere un leggero problema di questa Nazionale. Il 2-1 è un risultato che per quanto prodotto è un po’ immeritato. Basti pensare che nel secondo tempo l’Italia ha fatto nettamente la partita, creando molto di più rispetto ai Diavoli Rossi. Diciamolo: la squadra in svantaggio, che quindi doveva recuperare il risultato, sembrava quella che indossava la maglia bianca, non quella rossa.
La qualità degli interpreti
Alla fine però la sfida è stata portata a casa. Ma la cosa più bella resta il modo in cui lo si fa. Gli uomini di Mancini poco valutano e considerano il modo di giocare dell’avversario. Scendono in campo e fanno il loro calcio, la loro pressione e soprattutto anche il loro modo di difendere. Si sa infatti dopotutto che, giocando un calcio molto offensivo, una pressione a vuoto può spalancare il campo agli avversari. Come è capitato contro il Belgio ieri certo, ma in pochissime circostanze. Perché sì, ok voler praticare un determinato calcio, ma bisogna avere anche gli uomini per poterlo fare. Mancini questo lo sa e la sua Nazionale è plasmata davvero a pennello: basti pensare al centrocampo formato da Barella super recupera palloni insieme a Verratti, o al modo di dettare i tempi da parte di Jorginho, senza dimenticare che se il centrocampista centrale è marcato, a impostare, ci pensa Bonucci. Le alternative? Ci sono, come Locatelli e Pessina, ma nella serata di ieri non sono servite.
L’unica tristezza
Un tema a parte resta la meravigliosa fascia sinistra azzurra. Quella che vedeva la coppia Spinazzola-Insigne. L’unica tristezza alla fine della splendida notte all’Allianz resta proprio l’infortunio del terzino della Roma. Rottura del tendine e all’incirca cinque mesi di stop. Un brutto colpo per Mancini che farà dunque affidamento per la prossima sfida contro la Spagna su Emerson Palmieri. Ma questo, come detto anche in precedenza, non cambierà per niente l’idea di intraprendere la partita dei nostri azzurri che anzi, da oggi, hanno anche una spinta in più: giocare e dare il meglio anche per il miglior terzino sinistro di tutto Euro 2020.
La Spagna chiama
E adesso dunque si ritorna a Wembley. L’ultima volta dell’Italia a Londra è stato il ventisei giugno, agli ottavi soffertissimi contro l’Austria. Di fronte questa volta ci sarà la Spagna di Luis Enrique. Una Nazionale che nel corso del tempo ha trovato la sua condizione. Dopo un inizio di Europeo difficile infatti(che hanno visto comunque la Spagna chiudere seconda nel loro girone) Enrique ha trovato la giusta quadra alla squadra. Morata è l’attaccante, pronto a sfidare i suoi compagni di squadra come Bonucci e Chiellini, mentre il perno del centrocampo(e in questo momento uomo in più) si chiama Busquets che insieme a Pedri forma un centrocampo di pura classe. Il loro Ct è abbastanza sicuro, soprattutto se dice: “Non ho visto squadre migliori della Spagna“. E allora cresce l’attesa per martedì alle 21.00, però noi almeno un piccolo consiglio al caro Luis lo vogliamo dare: quello di guardarsi qualche partita dell’Italia, di sicuro non se ne pentirà.