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C’è l’Inter, scatta la parola d’ordine nel quartiere generale di Castel Volturno

La Repubblica si proietta alla sfida di domani tra Napoli e Inter: “Avanti tutta e niente calcoli. Nemmeno in Coppa Italia, dopo la passeggiata del debutto (3-0) contro il Verona e alla vigilia della sfida secca di quarti di finale contro l’Inter, che si giocherà domani sera allo stadio San Paolo. Ieri mattina tecnico e giocatori erano già al lavoro a Castel Volturno, senza quartiere. La parola d’ordine è superare il turno. «Tutti gli obiettivi hanno la stessa importanza, non privilegiamo il campionato sulle Coppe », aveva dichiarato all’inizio della stagione Maurizio Sarri, dando poi sostanza alle sue parole con i fatti. Nemmeno l’inevitabile turn over ha frenato la marcia degli azzurri, che si sono messi seriamente a caccia del loro personale triplete: nonostante la dolorosa esclusione dalla Champions. Pure domani, contro l’Inter, andrà in campo il migliore Napoli possibile”.

Juve Stabia: In arrivo il terzo acquisto di questa sessione di calciomercato

DanieleRosania

Nuovo arrivo in casa Juve Stabia. A due settimane dall’inizio del mercato invernale, il duo Manniello- Logiudice ha concluso il terzo acquisto per rinforzare la squadra che attualmente è al decimo posto in classifica con 22 punti.

Dopo aver perfezionato, il primo giorno di mercato, l’acquisto dell’attaccante Stefano Del Sante e aver perfezionato, nella giornata di ieri, l’acquisto del centrocampista Nicolas Izzillo, il ds Pasquale Logiudice sta per concludere una terza trattativa con la Paganese. In azzurrostellato dovrebbe approdare Maurizio Vella, ormai fuori dal progetto stabiese, mentre alle falde del Faito arriverà Daniele Rosania.

Nato nel 1991 a Terracina, in provincia di Latina, viene acquistato dall’Ascoli, compagine di Serie B. Ma non disputa alcuna partita. Nel 2011/2012, dunque, si trasferisce al Lanciano in C1. Coi frentani colleziona dieci presenze. Rimane comunque in ombra. Assiste al grande salto alla volta dei cadetti. Anche in questo caso, però, non si guadagna la fiducia del tecnico, e viene relegato in panchina. Quindi torna all’Ascoli, che nel gennaio del 2014 lo gira al Catanzaro. Con la casacca giallorossa fa la sua apparizione in un’unica gara. Lo nota il Pordenone. Perciò fa le valigie, intento a scrivere un nuovo capitolo della sua storia sportiva. Detto, fatto. Scende in campo 22 volte, accaparrandosi l’apprezzamento dei tifosi e una maglia da titolare. Conduce un buon campionato. Ma i ramarri retrocedono, salvo poi essere ripescati. E nel frattempo Rosania resta svincolato. Non se lo lascia sfuggire la Paganese. Il difensore continua così il proprio cammino in Lega Pro, per lui gavetta e permanente realtà.

La tecnica di questo calciatore è un diamante grezzo ancora da affinare. Gioca di mestiere, tralasciando preziosismi inutili e azioni di prestigio. Piuttosto, si distingue per la concretezza degli interventi. Mosso da un grande senso del dovere e del sacrificio, corre al limite del fiato e della stanchezza. Occhio, infatti, al temperamento del giovane, che possiede grinta e impulsività che alcune volte gli sono costate l’espulsione dal campo.

Daniele Rosania andrà a sostituire il partente Marco Migliorini e già tra martedì e mercoledì dovrebbe arrivare alla corte di mister Zavettieri.

Pronto un piano B alternativo a Grassi: ecco i tre nomi

La Gazzetta dello Sport parla di un piano B qualora non dovesse concretizzarsi il colpo Grassi dall’Atalanta: “Diversamente, il direttore sportivo proverà a concludere un’altra delle trattative che ha in piedi. Come quella di Zielinski, per esempio, che gioca ad Empoli, ma è dell’Udinese. In questo caso, però, l’operazione verrebbe formalizzata a giugno. Nelle ultime ore, gli emissari di Giuntoli hanno trattato il mediano Obiang, l’ex sampdoriano, ora al West Ham, e Sissoko del Newcastle. Dall’Olanda, invece, è arrivata l’indiscrezione secondo la quale Bazoer, mediano metodista dell’Aiax, sarebbe stato seguito dal Napoli”.

Unioni civili, la Regione Lombardia al Family day: gonfalone in piazza e slogan sul Pirellone. Polemiche. ANDREA MONTANARI*

La manifestazione contro il convegno omofobo

La giunta: “La natura è più forte di chi vuole stravolgerla”. Il Pd: “Boicottiamo la scritta di luci sul grattacielo”.

La Regione pensa di inviare il gonfalone con la rosa camuna al Family day organizzato sabato 30 a Roma dal comitato “Difendiamo i nostri figli” e di illuminare lo stesso giorno il Pirellone con la scritta “Family day”. Come già accaduto in occasione della commemorazione degli attentati terroristici di Parigi e lo scorso primo dicembre, Giornata mondiale per la lotta all’Aids. L’idea è del governatore Roberto Maroni che avrebbe chiesto ai tecnici di verificare la fattibilità. Del resto, esiste già un precedente. Quando l’allora governatore Roberto Formigoni invio il gonfalone ufficiale della Regione al Family day del 2007.

Esattamente un anno dopo il convegno organizzato dalla Regione in difesa della famiglia tradizionale utilizzando il logo di Expo 2015, che fu accusato di ospitare anche tesi omofobe e si concluse tra le polemiche, l’assessore regionale alla Cultura Cristina Cappellini della Lega rivendica: “La natura è più forte di chi tenta di stravolgerla”. Ricorda con orgoglio “un anno speso dalla Regione per ribadire che la famiglia è quella formata da mamma, papà e figli” e attacca il candidato alle primarie del centrosinistra Giuseppe Sala che allora era commissario unico di Expo. “Era tra coloro che volevano boicottare il convegno e ci chiese di togliere il logo dalla locandina. Ricordatevi di questo cittadini, cattolici e non, che andrete a votare il sindaco di Milano tra qualche mese”. Quindi l’affondo contro il testo del disegno di legge Cirinnà sui diritti civili alle coppie di fatto al voto nelle prossime settimane in Parlamento. “Potrà anche essere approvato dal Parlamento, in una versione o in un’altra. Ma la natura è più forte di chi tenta di stravolgerla e prima o poi la verità vincerà”.

                                                   Convegno famiglia, La Russa urla allo studente: ”Culattone”


Nonostante la bufera provocata un anno fa dalla cacciata dal convegno dello studente della Bocconi Angelo Antinoro, che aveva tentato di chiedere alla platea: “Quanti di voi sono sicuri che i vostri figli siano eterosessuali”? Prendendosi, per questo, del “rompi balle” dal direttore di Tempi Luigi Amicone e del “culattone” dall’ex ministro Ignazio La Russa. Polemiche provocate anche dalla presenza in platea di don Mauro Inzoli, l’ex sacerdote ridotto allo stato laicale dopo l’accusa di pedofilia in un’inchiesta della Procura di Cremona.

L’assessore Cappellini, invece, continua a non avere dubbi. “Non abbiamo mai ceduto di un millimetro né io né Maroni e così abbiamo vinto. Forti delle nostre idee, dei nostri principi e in nome di tutte quelle persone che hanno riempito il nostro auditorium”. Dall’opposizione, il capogruppo del Pd in Regione Enrico Brambilla reagisce: “Cominciamo a preoccuparci dell’ossessione dell’assessore per la cosiddetta famiglia naturale, argomento che pare occuparla molto più delle politiche culturali di cui ha la delega. Per altro, di tutta questa attenzione le famiglie lombarde, a parte i discutibili convegni, non se ne sono proprio accorte. Quanto alle finestre dei nostri uffici, se tenerle accese o spente lo decidiamo noi, non Maroni o la Cappellini”.

*larepubblica

Porto, offerto in prestito Imbula: eccola risposta del Napoli

Imbula è stato il grande protagonista della scorsa sessione di mercato: era tutto fatto con l’Inter, poi alla fine il dietrofront e la decisione di accettare la proposta del Porto. Operazione da 22 milioni con l’Olympique Marsiglia, fin qui non un grande successo. Al punto che il Porto lo metterebbe volentieri sul mercato, malgrado le smentite. Imbula è stato proposto almeno in un paio di occasioni al Napoli, anche con insistenza. La risposta è stato un no secco, il centrocampista è un profilo che non interessa è che viene ritenuto assolutamente incompatibile con le necessità di Sarri. Lo riferisce Alfredo Pedullà.

Higuain-Napoli, si lavora per prolungare fino al 2019

La Repubblica parla di un piano per blindare Gonzalo Higuain a Napoli: “Questo Higuain, però, farebbe molto comodo a tutti. «Ci interessa, ma il mio amico De Laurentiis purtroppo non vuole cederlo”, ha detto nei giorni scorsi Rummenigge, rivelando l’interesse del Bayern. Sotto traccia si è informato anche il Psg, stoppato a sua volta dai 94 milioni e rotti da pagare. «Si vede che i contratti sappiamo farli», ha gonfiato il petto il presidente del Napoli, che sta a sua volta lavorando per prolungare la permanenza in maglia azzurra del campione argentino fino al 2019. Le parti ne stanno parlando, con stima reciproca. La prossima clausola, in caso di accordo, sfonderà il muro dei cento milioni: il prezzo giusto per il cannoniere più prolifico d’Europa”

VIDEO ViViCentro – A Cicciano in onore di Sant’Antonio Abate, ecco lo spettacolo della ditta F.lli Romano

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Continua la due giorni di spettacoli pirotecnici diurni e notturni in onore di Sant’Antonio Abate in quel di Cicciano. La giornata di ieri ha previsto soltanto spettacoli diurni: vi proponiamo quello della ditta F.lli Romano da Angri (Sa).

dal nostro inviato a Cicciano, Gennaro Novellino

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Crollo senza fine del petrolio, le Borse Ue cercano di tenere botta RAFFAELE RICCIARDI

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Un uomo pedala vicino alla raffineria al Sud di Teheran (ap)

La fine delle sanzioni all’Iran apre le porte a una nuova iniezione di greggio sul mercato, con l’effetto di portare il Brent fin sotto quota 28 dollari al barile: minimi da dodici anni. Seduta ancora in negativo per la Borsa di Tokyo, mentre i listini del Vecchio continente aprono poco mossi. Banca centrale cinese in campo per fermare le oscillazioni delle yuan. Wall Street resta chiusa.

MILANO – Il petrolio accelera la corsa al ribasso, dopo che le sanzioni verso l’Iran sono state ufficialmente rimosse: una normalizzazione dei rapporti internazionali che mette Teheran nelle condizioni di tornare a pompare altri barili di greggio in un mercato già di per sé saturo. Il ritorno di uno dei maggiori produttori di oro nero sulla scena internazionale, infatti, rischia di alimentare ancor di più quell’eccesso di domanda determinato dalla politica dell’Opec, che ha preferito difendere le sue quote di mercato a danno dei produttori Usa, piuttosto che stringere i rubinetti per tenere i prezzi un po’ più alti. Con questo timore, tanto il Brent che il Wti quotano ampiamente sotto 30 dollari al barile: nel primo caso si arriva a toccare un minimo sotto 28 dollari al barile, salvo poi risalire, a livelli mai raggiunti negli ultimi dodici anni. Nel caso del benchmark americano, la quotazione è intorno ai 29 dollari al barile.

Proprio l’andamento del greggio è uno dei parametri maggiormente osservati nelle sale operative, insieme alla Cina, in una giornata orfana degli operatori Usa: Wall Street rimane chiusa per clebrare il Martin Luther King jr. day. I listini europei aprono in cauto rialzo, nonostante la debolezza dell’Asia. A Milano, il Ftse Mib segna +0,03% in avvio. L’agenda macroeconomica è piuttosto scarica e si segnala solo il commercio estero italiano; evento-principe della settimana è la riunione della Bce. Londra sale dello 0,3%, Parigi è invariata e Francoforte aggiunge lo 0,1%.

Chiusura in calo, in mattinata, per la Borsa di Tokyo, che peraltro ha ridotto nel finale le perdite registrate in avvio di seduta. L’indice Nikkei ha chiuso gli scambi a 16.955 punti (-1,12%), livello minimo da settembre scorso, dopo avere aperto in calo del 2,8 per cento. Si tratta della nona seduta in perdita, su 10, dall’inizio dell’anno. L’indice Topix ha lasciato sul terreno l’1,04% a 1.387 punti. Sostenuti gli scambi, con 2,23 miliardi di azioni passate di mano. La produzione industriale giapponese, dato definitivo, a novembre ha registrato un calo dello 0,9% su base mensile rispetto al -1% della lettura preliminare. Ad ottobre si registrò un 1,4%, su base annua la crescita è dell’1,7%.

E’ andata meglio alla Borsa di Shanghai, con l’indice Composite che a recuperato leggermente a 2.913,84 punti (+0,44%); anche Shenzhen ha registrato un deciso rialzo (+1,58%). Diverso invece l’umore di Hong Kong, con l’indice Hang Seng in calo dell’1,45%. La Banca centrale cinese è attiva per ridurre la volatilità sui mercati valutari: ha annunciato che imporrà dei livelli di riserve sui depositi in yuan per le banche estere, modellandoli su quelli delle banche nazionali. La mossa, che segue la sospensione ad operare sul mercato dei cambi decisa a fine 2015 per alcuni colossi come Deutsche Bank o Standard, mira a bloccare fondi per oltre 30 miliardi di dollari e ridurre così la volatilità e le operazioni speculative.

L’euro tratta in ribasso. La moneta unica vale 1,0814 dollari, mentre venerdì – secondo le rilevazioni della Bce – veniva scambiata a 1,0914 sul biglietto verde. Rublo ai minimi dal dicembre 2014: la valuta europea è scambiata adesso a 85,85 sul rublo, mentre il biglietto verde è a 78,81 sulla moneta russa. Pesano, per l’economia russa, i tracolli dei prezzi energetici. Apertura poco mossa per lo spread fra Btp e Bund tedesco: il differenziale segna 101 punti contro i 100 della chiusura di venerdì. Il rendimento espresso è pari all’1,56%.

Come accennato, oggi Wall Street resta chiusa ma è reduce da un nuovo, forte, calo per la preoccupazione riguardante l’economia cinese. Gli ultimi 10 giorni di scambi sono stati i peggiori d’inizio anno in assoluto. Le turbolenze nei mercati finanziari alimentano le attese per un rialzo dei tassi graduale da parte della Federal Reserve, tanto che JP Morgan ha posticipato a giugno da marzo le stime per la prossima stretta. Il Dow Jones ha ceduto il 2,39%, scendendo sotto i 16.000 punti per la prima volta dallo scorso 29 settembre. Per l’indice benchmark S&P500 è stata la terza settimana di fila in calo, la striscia temporale più lunga dallo scorso luglio. Va sottolineato comunque un aspetto positivo: i minimi dell’agosto 2015 sono stati mantenuti.

VIDEO ViViCentro – A Cicciano in onore di Sant’Antonio Abate, ecco lo spettacolo della ditta Ugo Lieto

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Continua la due giorni di spettacoli pirotecnici diurni e notturni in onore di Sant’Antonio Abate in quel di Cicciano. La giornata di ieri ha previsto soltanto spettacoli diurni: vi proponiamo quello della ditta Ugo Lieto da Roccarainola (Na).

dal nostro inviato a Cicciano, Gennaro Novellino

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VIDEO ViViCentro – A Cicciano in onore di Sant’Antonio Abate, ecco lo spettacolo della ditta Giuseppe Catapano

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Continua la due giorni di spettacoli pirotecnici diurni e notturni in onore di Sant’Antonio Abate in quel di Cicciano. La giornata di ieri ha previsto soltanto spettacoli diurni: vi proponiamo quello della ditta Giuseppe Catapano da Saviano (Na).

dal nostro inviato a Cicciano, Gennaro Novellino

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Il canto che ricorda la Shoah ma celebra l’amore per la vita MAURIZIO MOLINARI*

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È stato il canto di «Ani Maamin» a concludere la visita di Papa Francesco nella Sinagoga di Roma come era avvenuto con Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Il testo che inizia con le parole «Io credo» si richiama ai tredici principi di fede di Maimonide e la melodia è attribuita a Azriel David Fastag, un chasid di Modzitzer che si ritiene l’abbia composta dentro un carro bestiame mentre lo portavano a Treblinka. Ad intonarlo furono gruppi di ebrei che si incamminavano verso le camere a gas nei campi di sterminio.  

Ogni anno, durante la cena del Seder che ricorda l’Uscita degli ebrei dall’Egitto narrata nell’Esodo, molte famiglie ebraiche cantano «Ani Maamin» per ricordare i caduti del ghetto di Varsavia e i sei milioni di vittime del nazifascismo.  

Fu Elio Toaff, allora rabbino di Roma, a volerlo nella cerimonia per Giovanni Paolo II per indicare il legame con la memoria della Shoah. È un motivo che, in una versione più recente del cantante chassidico Shlomo Charlebah, celebra l’amore per la vita e la fede nella venuta del Messia.  

Il fattore-Iran che spaventa l’economia MARIO DEAGLIO*

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La revoca delle sanzioni internazionali all’Iran, sospettato di voler fabbricare la bomba atomica, è stata accolta, quanto meno nel mondo ricco, con un senso generale di soddisfazione: è sembrata, e a molti ancora sembra, come il punto di inizio di un’inversione di tendenza rispetto all’impressionante flusso di notizie mondiali negative che, all’incirca dall’inizio dell’anno, stanno contrassegnando le Borse, l’economia e la politica di tutto il mondo. L’illusione che ci si trovi davanti a un generico «vogliamoci bene» è durata poche ore (del resto, la revoca delle sanzioni è avvenuta senza alcun sorriso e con pochissime strette di mano): dopo aver scambiato con l’Iran alcuni prigionieri, gli Stati Uniti hanno immediatamente reimposto le sanzioni, sia pure in maniera limitata e senza coinvolgere gli alleati.  

Si conferma, una volta di più, che la realtà mediorientale non si presta a facili semplificazioni e che dalla revoca delle sanzioni potrebbero derivare, accanto a effetti positivi diretti e immediati, anche importanti effetti negativi indiretti. Da un lato, la domanda iraniana di importazioni, bloccata da oltre un decennio si rivolgerà principalmente all’Europa con la forza di decine di miliardi di dollari iraniani detenuti all’estero che, a seguito degli accordi raggiunti, saranno «scongelati». Alcuni contratti importanti sono già abbozzati, come ricordava La Stampa di ieri. 

Per l’Italia in particolare, l’aumento di domanda derivante dalla fine di sanzioni internazionali all’Iran potrebbe rappresentare una sorta di parziale «compensazione» a fronte dei danni derivanti all’economia italiana dalle sanzioni internazionali imposte alla Russia. 

Vediamo ora gli effetti negativi, tralasciando le conseguenze che potrebbero derivare dall’attitudine non amichevole di Washington nei confronti di Teheran: nel giro di poche settimane, l’Iran si prepara a inondare il mercato petrolifero con almeno mezzo milione di barili aggiuntivi al giorno, stando al suo ministro degli Esteri, il che farà aumentare di almeno un terzo lo squilibrio tra un’offerta abbondante e una domanda molto debole, visto l’elevato livello delle scorte già esistenti. 

Un tempo, una simile notizia sarebbe una stata salutata con giubilo dai Paesi importatori, in particolare da quelli europei. Ora però che il prezzo del petrolio ha già raggiunto livelli eccezionalmente bassi, questo abbassamento non sembra essere nell’interesse di nessuno: non dei Paesi esportatori ma neppure dei Paesi importatori, come l’Italia e gran parte dei membri dell’Unione europea, che ricavano una parte non trascurabile delle loro entrate fiscali proprio dalla tassazione del greggio, legata al prezzo di mercato. 

Negli ultimi giorni, segnali d’allarme sono giunti da buona parte dei Paesi produttori, mentre le Borse punivano con forti ribassi pressoché tutte le compagnie petrolifere. In Venezuela, il presidente ha appena definito «catastrofica» la situazione economica, proprio per la riduzione degli incassi derivanti dall’esportazione di petrolio; in Nigeria, le transazioni bancarie sono paralizzate dalla paura; negli stessi ricchissimi Paesi del Golfo, le Borse hanno fatto registrare ieri cadute pesantissime e i governi si preparano a chiedere prestiti sul mercato internazionale. 

In sostanza, il gioco petrolifero sembra essere scappato di mano a tutti, in un Medio Oriente in cui il miscuglio tra razionalità e religione si è ormai spostato nettamente a favore della religione. La razionalità dei comportamenti dei produttori di petrolio pare, infatti, un ricordo del passato e la componente religiosa è largamente determinante. Il più che millenario conflitto tra i musulmani sciiti (che hanno il proprio capofila precisamente nell’Iran), appoggiati dalla Russia e i musulmani sunniti (che hanno nel territorio dell’Arabia Saudita il principale centro religioso e l’origine dei maggiori flussi di petrolio) determina i comportamenti dei governi e i prezzi dei mercati. In un certo senso si può dire che il resto del mondo vive sull’orlo di una guerra di religione che, per la sua intensità e la sua violenza, fa impallidire la Guerra dei Trent’anni tra protestanti e cattolici, scoppiata quasi quattrocento anni fa. E che ritardò fortemente la crescita economica dell’Europa. 

 

* mario.deaglio@libero.it  / lastampa

VIDEO ViViCentro – A Cicciano in onore di Sant’Antonio Abate, ecco lo spettacolo della ditta Luigi Di Matteo

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Si è aperta oggi, 17 gennaio, la due giorni di spettacoli pirotecnici diurni e notturni in onore di Sant’Antonio Abate in quel di Cicciano. La giornata di oggi prevede soltanto spettacoli diurni: il secondo a scendere in pista è la ditta Luigi Di Matteo da Sant’Antimo (Na)

dal nostro inviato a Cicciano, Gennaro Novellino

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Pescara: forza 3… O forza 6?

La sofferta vittoria del Pescara per 2-1, arrivata ieri nei minuti di recupero contro il pericolante Livorno (i labronici, dopo un inizio di campionato pirotecnico, caratterizzato da 5 successi di fila, sono sprofondati in piena zona play-out, e, attualmente sono la squadra che ha il peggiore stato di forma nella serie cadetta), si può tranquillamente catalogare come una vittoria di “rigore”, in virtù delle due marcature abruzzesi arrivate proprio grazie a due penalty. Riavvolgendo il nastro della partita, sembra piuttosto evidente come il primo calcio di rigore fischiato contro i labronici, per un fallo su Mitrita, fosse viziato da un precedente fallo di Lapadula su un difensore toscano, non ravvisato del mediocre direttore di gara, Serra di Torino, il quale in precedenza, e per la precisione al 3’, aveva espulso Emerson, per un presunto fallo del calciatore amaranto su Lapadula (assolutamente anonima la sua prestazione ieri: le sirene del calciomercato lo hanno forse distratto?), mentre le immagini mostrano chiaramente come sia l’attaccante del Pescara ad appoggiarsi per primo su Emerson. Un’espulsione, quindi, piuttosto affrettata da parte dell’incerto direttore di gara, che ha condizionato l’intera contesa, dal momento che la squadra di Mutti ha dovuto giocare tutta la gara in dieci, rivedendo il suo assetto tecnico-tattico.

Eppure, la formazione maremmana, non ha lasciato grandi spazi ad un Pescara che ha attaccato a testa bassa, ma con poco ordine e in maniera poco incisiva, cercando quasi sempre delle prevedibili verticalizzazioni per vie centrali, senza allargare il gioco.

Pensare che i toscani erano anche passati in vantaggio, con la complicità di Fiorillo, completamente fuori tempo sul terzo tempo vincente di Moscati, nell’unica e vera occasione avuta dalla squadra di Mutti. La squadra di Oddo ha avuto il merito di non scomporsi, e attaccando a pieno organico, è riuscita a procurarsi il rigore che ha permesso a Cocco finalmente di sbloccarsi, e al Pescara di pareggiare una gara che si era messa veramente male per gli abruzzesi. In zona Cesarini, infine, è arrivato il secondo rigore della giornata per i Dannunziani, il sesto stagionale, parso più netto rispetto al primo, che ha permesso al Pescara di salvare la faccia.

Sesto rigore stagionale, che vale il terzo posto solitario in classifica. Per gli amanti delle statistiche, la squadra abruzzese è il team che ha fruito del maggior numero di penalty fino ad oggi in serie cadetta, dopo il Vicenza e il Brescia (7 i calci di rigore decretati a favore dei berici, 8 quelli in favore delle Rondinelle).

Scorrendo la classifica, e prendendo in considerazione le squadre che sono in zona play-off, vale a dire quelle comprese tra il terzo e l’ottavo posto, emerge un dato curioso: il Pescara, attualmente terzo, e il Brescia, attualmente quinto, hanno fruito di un numero rilevante di penalty. Le altre squadre, invece, hanno visto pochissime volte i direttori di gara indicare il dischetto a loro vantaggio: si tratta del Novara, quarto a 38 punti, ma penalizzato di 2 lunghezze, che ha fruito di un solo penalty, un solo rigore a testa concessi anche al Bari, sesto in graduatoria e al Cesena, ottavo. Peggio è andata, almeno fino ad ora, all’Avellino: gli irpini, ottavi in classifica, non hanno ancora avuto un penalty a favore. Il campionato è ancora lungo, e di tempo per recuperare ce n’è. In tutti i sensi…

CHRISTIAN BARISANI

Pari e patta tra Gragnano e Rende (1-1) – VIDEO

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Pareggio inutile per il Gragnano di mister Coppola, che non va oltre l’1-1 interno contro il Rende di mister Trocini.

Gragnano1 Rende1Il trainer dei padroni di casa schiera i suoi con il 4-4-2 con Salineri in porta, Baleotto, Gargiulo, Odierna e Perinelli in difesa, La Monica, Carfora, Mascolo e Vitiello in difesa con Leone e Foggia in avanti.

Stesso modulo per i cosentini che scendono in campo con DeBrasi in porta, Bruno, Sanzone, Benincasa, Musca in difesa, Scarnato, Papa, Fiore e Falbo a centrocampo e il tandem Goretta- Zangaro in attacco.

Primo tempo di marca gialloblù, il Gragnano attacca sin dall’inizio nel gelo dello stadio San Michele e trova il vantaggio dopo 8 minuti con il bomber Foggia, al suo undicesimo gol stagionale. Il Rende si schiaccia in difesa e solo qualche intervento importante dell’ottimo portiere classe ’95 Giuseppe De Brasi evita che i padroni di casa raddoppino.

Nella ripresa la musica cambia, Foggia spreca una ghiotta occasione a tu per tu con De Brasi provando un improbabile cucchiaio, da quel momento il Rende si sveglia e si divora almeno 3 gol con Goretta, Zangaro e Kyeremateng, attaccante in prova con la Juve Stabia 4 anni fa entrato al posto di Perinelli.

Dopo una serie di attacchi a vuoto, al minuto 88 il Rende trova il pari, cross dalla destra di Papa e colpo di testa del neo entrato Feraco che batte Salineri e fa esultare i circa 20 tifosi giunti al San Michele dalla cittadina in provincia di Cosenza.

Il tecnico del Gragnano getta nella mischia l’attaccante ex primavera della Juve Stabia Claudio Pagano con la speranza di trovare il colpo della vittoria allo scadere ma, dopo 5 minuti di recupero, la gara finisce tra i fischi dei circa 300 tifosi di casa, i quali si aspettavano di più dal match odierno contro una squadra in difficoltà come quella bianco rossa.

VIDEO ViViCentro – A Cicciano in onore di Sant’Antonio Abate, ecco lo spettacolo della ditta Carmine Lieto

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Si è aperta oggi, 17 gennaio, la due giorni di spettacoli pirotecnici diurni e notturni in onore di Sant’Antonio Abate in quel di Cicciano. La giornata di oggi prevede soltanto spettacoli diurni: il primo a scendere in pista, alle ore 14, è Carmine Lieto da Visciano (Na).

dal nostro inviato a Cicciano, Gennaro Novellino

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ISCHIA, VITTORIA SFUMATA AL 93’ PER UN CALCIO DI RIGORE MOLTO DUBBIO, TERMINA 2-2 CON LA LUPA CASTELLI

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I gialloblu sfiorano la vittoria,non basta un super Kanoute che realizza una doppietta. Nel finale l’arbitro concede un penalty inesistente.

RIETI. Non basta una doppietta di Kanoute a regalare la prima gioia del 2016 all’Ischia Isolaverde che vede svanire i tre punti a una manciata di secondi dalla fine per un calcio di rigore più che discutibile concesso ai laziali.

Esordio in panchina per mister Porta che schiera i suoi con un 4-5-1: in difesa, Moracci e Filosa centrali con Florio e Bruno terzini, centrocampo composto da Spezzani e Palma in mediana con Porcino e Armeno laterali, in avanti Calamai a sostegno di Kanoute.

Avvio deciso dei padroni di casa che nei primi minuti sfiorano a ripetizione in vantaggio con Mastropietro e Petta che colpisce la traversa.

Alla prima occasione, i gialloblù passano in vantaggio con Kanoute che supera Gaio Secco e deposita la palla in rete a porta vuota.

Passano pochi minuti e i laziali pervengono al pari sugli sviluppi di un calcio d’angolo con Petta.

Dopo un avvio scintillante, il ritmo del match si abbassa.

Al 41’ l’Ischia passa nuovamente ancora con Kanoute che da pochi passi trafigge Gobbo Secco sul suo palo.

L’ultima emozione della prima frazione è di marca laziale con Scardina che sfiora la marcatura con un colpo di testa che sfiora il palo alla destra di Iuliano.

Nella ripresa, l’Ischia riesce a controllare bene il match.

Al 75’, la Lupa si divora una ghiotta occasione con Morbidelli che sciupa tutto dinanzi a Iuliano.

I gialloblù si rendono pericolosi in contropiede con due conclusioni di Calamai.

Quando sembra ormai finita, la Lupa trova il pari su un calcio di rigore abbastanza dubbio ( presunto tocco con il braccio di Moracci) realizzato da Morbidelli.

Le proteste veementi degli isolani costa un cartellino giallo a capitan Armeno che diffidato salterà la sfida con il Messina in programma domenica 23 Gennaio alle ore 14.

Con questo punto, gli isolani salgono a quota quindici in classifica.

LUPA CASTELLI ROMANI-ISCHIA ISOLAVERDE 2-2

LUPA CASTELLI ROMANI: Gobbo Secco, Rosato (40’st Roberti), De Gol, Prutsch, Petta, Aquaro, Morbidelli, Strasser (1’st Icardi), Scardina, Falasca(19’st Maiorano), Mastropietro. A disp.Tassi, Carta, Scicchitano, Montesi, Ricamato, Kosovan, Lucarini, Proietti. All.Di Franco.

ISCHIA ISOLAVERDE: Iuliano, Florio, Bruno, Filosa, Moracci, Spezzani, Armeno, Calamai, Kanoute, Palma, Porcino (32’st Guarino). A disp. Modesti, Savi, Bargiggia, De Clemente, Manna, Di Bello, D’Angelo. All.Porta.

ARBITRO: Andrea Zingarelli di Siena (Ass. Antonio Donvito di Monza e Sante Selicato di Siena)

MARCATORI: 11’pt, 43’pt Kanoute, 14’pt Petta, 48’st rig.Morbidelli.

NOTE: Angoli: 8-3 per la Lupa. Ammonito: Calamai (I), Petta (LCR), Maiorano (LCR), Armeno (I).

Recupero: 1’pt-4’st.

ISCHIA, MISTER PORTA: ”IL RIGORE CI HA PENALIZZATO, PECCATO POTEVAMO PORTARE A CASA UNA GRANDE VITTORIA” (VIDEO)

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RIETI. L’Ischia si vede sfumare la vittoria soltanto nel finale. Poteva valere una doppia vittoria, non solo per i tre punti in classifica ma anche per il morale della squadra, dopo le varie vicissitudini vissute in settimana. A condizionare il risultato finale è stata una decisione dell’arbitro. In sala stampa al termine dell’incontro ha commentato così il tecnico Antonio Porta

”Il rigore non c’era assolutamente, sulla ribattuta di Filosa, Moracci ha preso la palla con la spalla. Ero un fallo netto per noi ed è diventato rigore,a partita chiusa. Ci siamo rimasti male – prosegue Porta – anche perché i ragazzi hanno dato tutto,avevano anche sfiorato il gol della sicurezza. Se andiamo a vedere su Palma poteva esserci anche un calcio di rigore. Usciamo da questa partita un po’ delusi dagli epidosi,tutti hanno visto che il rigore non c’era assolutamente. 

Nel primo tempo abbiamo sofferto un po’ all’inizio,anche perché loro hanno cambiato parecchie persone e dovevamo prendere le giuste misure. Noi è vero abbiamo qualche infortunato,soprattutto nel reparto offensivo dove abbiamo dovuto fare di necessità virtù,lasciando il solo Kanoute in avanti. Abbiamo avuto anche l’opportunità nel finale di mettere un difensore in più,difendendoci a cinque e portando a casa tre punti importanti. Abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare”.

Una squadra che necessità di essere rinforzata in alcuni reparti,e magari cercando di ottenere più punti possibili per la salvezza diretta.

”Io ho fatto solo due allenamenti con la squadra,ma la conosco bene,la rosa è stata costruita bene. Se noi pensiamo che oggi mancavano Fall,Mancino e Orlando tutti calciatori offensivi e di qualità. A noi basta recuperare gli infortunati. Abbiamo perso anche Izzillo,ma recuperando gli infortunati questa squadra tranquillamente può puntare alla salvezza”.

Avellino – Migliorini: i dettagli dell’affare..

L’accordo totale tra Juve Stabia ed Avellino per la cessione di Marco Migliorini ai Lupi è stato definitivamente confermato ieri al termine del derby tra Avellino, appunto, e Salernitana.

Nel post partita, su specifica domanda dei giornalisti, l’allenatore dei biancoverdi, Attilio Tesser, ha chiarito che l’arrivo del forte difensore è cosa fatta e, con tutta probabilità, il comunicato ufficiale arriverà nella giornata di lunedì dopo che il giocatore avrà sostenuto le visite mediche.

Le cifra su cui le due Società hanno chiuso l’affare dovrebbe aggirarsi intorno ai 350.000 euro per la cessione a titolo definitivo di Migliorini; spetterà, inoltre, alla compagine gialloblù anche il 20 % di un’eventuale futura rivendita del giocatore da parte dell’Avellino. Chiaro segnale, questo, di come la Juve Stabia creda che Migliorini sia solo di passaggio in Irpinia e di come il difensore sia destinato a palcoscenici ancora più importanti.

Migliorini si legherà all’Avellino con un contratto quadriennale.

Dopo aver perso Trotta, in procinto di passare al Sassuolo, i Lupi si rafforzano con un altro giovane di qualità, ma con diversa posizione in campo, per tentare l’assalto ai play off.

Alle Vespe ed al D.S. Logiudice spetta invece l’arduo compito di trovare un difensore in grado di non far rimpiangere il gigante scuola Torino.

 

UFFICIALE SCAMBIO SULL’ASSE ISCHIA-CATANZARO

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La Società Sportiva Ischia Isolaverde comunica di aver raggiunto l’accordo con l’US Catanzaro 2011 per il trasferimento a titolo definitivo di Giampaolo Sirigu e la cessione in giallorosso del difensore Matteo Patti. Sirigu, difensore centrale, nato a Nuoro il 3 Marzo 1994, dopo l’esperienza in Serie D con il Budoni (28 presenze e 1 rete), debutta nel calcio professionistico con la maglia del Savoia con la quale racimola 28 presenze nella stagione 2014-2015.