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CAMPIONATO DI PROMOZIONE. IL BARANO CALA IL POKER ALLA NUOVA ISCHIA

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Nuova Ischia – Barano Calcio 2-4

Barano NuovaIschiaIl Barano vince il derby allo stadio “Rispoli”in rimonta,dopo l’espulsione di Kadam per la squadra di Mister Isidoro. La formazione isolana di Billone Monti conquista la terza vittoria consecutiva e si porta soltanto a due punti dalla capolista Afragolese. Nel finale i padroni di casa rimangono in 9 per l’espulsione di Trofa.

ISCHIA. Allo stadio “Rispoli” di Ischia va in scena il derby isolana tra Nuova Ischia e Barano Calcio. E’ il pubblico delle grandi occasioni,sugli spalti presenti oltre 400 persone. Parte subito forte la formazione di casa, al 3′ Monti svirgola la palla, dove ne approfitta Di Costanzo che entra in area ma il suo diagonale si stampa sul palo con la deviazione di Palmiero. Passano pochi minuti e gli ospiti rispondono con una doppia occasione: prima con Farina che dal limite dell’area non inquadra la porta e poi con Marano all’11’. Il match è molto combattuto nella metà campo con la Nuova Ischia che approccia meglio la partita mettendo in difficoltà gli aquilotti.

Al minuto 25, corner di Mazzella, Sirabella nel tentativo di anticipare un suo avversario colpisce la propria traversa procurando un brivido a tutti i suoi tifosi. 

Al 30’ Mazzella s’invola verso la porta ma viene contrastato in area di rigore da Monti, che atterra l’attaccante isolano. Il direttore di gara decreta il penalty. Sul dischetto Kadam trasforma, e sigla il gol del vantaggio. La Nuova Ischia prova a legittimare il vantaggio con una punizione di Kadam che sfiora il palo al 34′.

Il Barano tiene testa e al 43’ cross di Accurso per Cuomo che con una splendida rovesciata al volo sigla il gol del pareggio delle aquile.

La prima frazione di gioco termina sul risultato di 1-1.

Nella ripresa il copione non cambia, le due squadre si danno battaglia nella metà campo, il gioco è molto spezzettato.

I primi 20 minuti di gioco sono di studio tra le due formazioni.

La svolta del match arriva al 27′,Daniel Mazzella conquista una punizione dal limite, lo stesso attaccante si presenta sulla sfera che supera la barriera e batte un incolpevole Palmiero per il nuovo vantaggio della squadra di Mister Isidoro. Mister Billone mischia le carte in tavola, inserendo Impagliazzo e schierando una squadra ultra offensiva.

Al 33′ Savio viene affrontato da Trofa che lo mette giù dentro l’ area di rigore,per un presunto fallo.

Il direttore di gara indica il dischetto, tra le proteste della squadra di mister Isidoro Di Meglio.

Savio si presenta sul dischetto che non sbaglia e batte Telese per il 2 a 2. Dopo il gol del pareggio, si accende una rissa con Savio, con l’intenzione di recuperare il pallone per portarlo a centrocampo,ma l’attaccante viene toccato da Kadam, che si becca così il secondo giallo, e rimane la sua squadra in 10 uomini. Passano appena 2’ e il neo entrato Impagliazzo sorprende Telese con un tiro dal limite che si infila nell’angolo basso per il 2 a 3 e doccia fredda per i padroni di casa, esultano i tifosi ospiti. La Nuova Ischia si getta in avanti nel tentativo di agguantare il pareggio,facendo entrante Muscariello per Varchetta.

Al 38’il Barano chiude definitivamente il match. Il capitano Farina viene servito e da posizione defilata lascia partire una conclusione verso lo specchio della porta, Telese si oppone la sulla conclusione corta respinta, Paradiso con una sfortunata deviazione infila nella propria porta per il 2 a 4.

I padroni di casa restano in 9 contro 11 per l’ espulsione di Trofa che colpisce un avversario con una manata.Dopo 3 minuti di recupero termina la partita,il Barano vince il derby in rimonta per 2 a 4 e si porta a due punti dalla capolista Afragolese. Per la Nuova Ischia al di là della sconfitta, da sottolineare una grande prestazione di tutta la squadra oggi in campo,che sia un tassello importante da cui ripartire ed affrontare il prossimo impegno contro il Quarto Grado in trasferta la prossima settimana.

Residenze assistenziali il Sud ancora penalizzato

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In Italia lo squilibrio tra settentrione e meridione si manifesta anche nel numero di posti letto presenti nelle strutture residenziali, socio-assistenziali dove l’offerta raggiunge il 66% dei posti al nord e si ferma ad appena il 10% al sud. I presidi attivi sono più di dodici mila per 384 mila posti letto ( 6,3 ogni 1000 persone residenti), oltre 367 mila invece gli ospiti, ma tre su quattro sono over 65. E’ quanto emerge da un report dell’Istat sui presidi che erogano servizi residenziali (ospitalità assistita con pernottamento) di tipo socio assistenziale e/o socio sanitario a persone in stato di bisogno (escluse le strutture ospedaliere pubbliche e private). Sul totale delle persone assistite, infatti, sono quasi 279 mila (il 75,8 per cento) quelli che hanno almeno 65 anni, mentre oltre 71 mila (19,3 per cento) hanno un’età compresa tra i 18 e i 64 anni, circa 17 mila (4,8 per cento) sono quelli con meno di 18 anni. Tra gli ospiti anziani, spiega il report, i non autosufficienti sono 210 mila. Tra gli anziani, oltre la metà sono ultra ottantacinquenni e donne in più di tre casi su quattro. Tra gli adulti fino a 64 anni prevalgono gli uomini, che sono il 62 per cento. Tra le motivazioni, per quasi sette ospiti adulti su dieci il ricovero è legato principalmente alla presenza di disabilità o di patologie psichiatriche. I minori assistiti sono oltre diciassettemila, di cui poco più di 4 su dieci è stato accolto nelle strutture per problemi legati al nucleo familiare, come “incapacità educativa, problemi economici o psicofisici dei familiari”, spiega l’Istat. Tra i minori, inoltre, circa 4 mila ragazzi ( il 22 per cento dei minori ospiti) hanno dipendenze patologiche o altri tipi di disagio e poco meno di 3 mila minori ( il 15 per cento del totale) risultano avere patologie psichiatriche o disabilità. Gli stranieri sono una minoranza : sono circa sedicimila, il 4,5 per cento degli ospiti complessivi. Nel 55 per cento dei casi sono adulti (2,5 ogni 1000 adulti stranieri residenti), nel 41 per cento minori (6 ogni 1000 minori stranieri residenti) e soltanto per il 4 per cento anziani ( 5 ogni 1000 anziani stranieri residenti). La mappa sul territorio italiano dei presidi mostra però forti squilibri territoriali : l’offerta raggiunge i livelli più alti nelle regioni del Nord, dove si concentra il 66 per cento dei posti letto complessivi ( 9,1 ogni mille residenti), e tocca i valori minimi nel Sud con il 10,4 per cento dei posti letto ( soltanto 2,8 posti letto ogni mille residenti ). Le regioni del Nord, inoltre, dispongono anche della quota di posti letto a carattere socio-sanitario, con 7,4 posti letto ogni mille residenti, contro un valore di 2 posti letto nelle regioni del Sud. Per quanto riguarda le strutture, infine, il 36 per cento delle strutture appartiene a enti non profit, il 23,6 per cento a enti pubblici, il 25,1 per cento a enti privati for profit e il 13,7 per cento a enti religiosi. Nell’88 per cento dei casi sono gli stessi titolari a gestire direttamente il presidio.

Fabio D’Amora

Guardia Costiera: soccorsi quasi 400 migranti nel Canale di Sicilia Posta in arrivo (VIDEO)

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Sono in totale 385 i migranti tratti in salvo oggi, 31 gennaio 2016,  nel Canale di Sicilia in tre distinte le operazioni di ricerca e soccorso coordinate dalla Centrale Operativa della Guardia Costiera a Roma del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti.

 I migranti, che viaggiavano su tre gommoni in difficoltà, hanno chiesto aiuto tramite telefoni satellitari.

Sul primo gommone in mattinata è intervenuta nave Ludwigshafen, inserita nel dispositivo Eunavfor Med, traendo in salvo 134 migranti.

Il secondo gommone, in tarda mattinata, è  stato raggiunto da Nave Dattilo della Guardia Costiera, che ha soccorso 133 migranti.

Anche il l terzo gommone è stato soccorso , nel pomeriggio di oggi, da nave Dattilo della Guardia Costiera che ha tratto in salvo 118 migranti.

VIDEO in elaborazione

AMARONE DELLA VALPOLICELLA: PIÙ ANTIOSSIDANTI NEL BICCHIERE GRAZIE A TRADIZIONE PRODUTTIVA E VITIGNI AUTOCTONI.

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Un bicchiere di Amarone della Valpolicella, grazie all’elevata presenza di antiossidanti naturali, riduce il rischio di malattie cardiovascolari, aiuta a mantenerci giovani e favorisce il nostro benessere. Il Grande rosso della Valpolicella non è quindi solo puro piacere edonistico ma svela anche un animo salutista, questo grazie ad una importante presenza di resveratrolo, sostanza naturale presente nelle uve, soprattutto quelle a bacca rossa, in misura 3 volte superiore rispetto ad altri vini rossi (4,4 mg/l).

Già nel 2004 uno studio scientifico pubblicato sul Journal of Sensory Studies dal titolo “Study on sensory and composition changes in italian Amarone Valpolicella red wine during aging”, a cura di Ella Pagliarini e colleghi (Università di Milano), evidenziava questa proprietà presente nel vino Amarone della Valpolicella. Successivamente nel 2008, il tema veniva approfondito nella ricerca universitaria dal titolo: “Fattori viticoli e resveratrolo nell’uva e nel vino” di Luigi Bavaresco e colleghi (Università di Piacenza), confermando tale dato e scoprendone il segreto: la tradizione produttiva dell’Amarone della Valpolicella e l’appassimento delle sue cultivar autoctone: Corvina, Corvinone, Rondinella e Molinara.

“E’ importante che un brand come l’Amarone confermi il suo ruolo di alimento” sottolinea Olga Bussinello, direttore del Consorzio, “ricordiamoci che nella storia millenaria del nostro Paese, questo prodotto è stato protagonista della nostra tavola con una funzione alimentare e nutritiva. Negli ultimi anni, invece, le sue proprietà salutistiche sono state messe in secondo piano a favore di un ruolo frivolo e modaiolo.”

Conclude Olga Bussinello: “il vino non fa solo bene o solo male, ma il suo effetto dipende dalla dose e lo stato di salute di ogni individuo. Non è necessario rimarcare qui le conseguenze negative dell’abuso di questa bevanda, mentre è fondamentale ricordare i suoi effetti benefici a dosi moderate come suggerisce la dieta mediterranea che prevede due o tre bicchieri al giorno per l’uomo e un po’ meno per la donna.”

Appuntamento, quindi, ad Anteprima Amarone 2012, organizzata dal Consorzio di Tutela Vini Valpolicella con la partecipazione di 74 aziende che presenteranno l’annata 2012 ed una selezione di annate storiche.

L’evento, in collaborazione con la Regione Veneto, la Banca Popolare di Verona e la Camera di Commercio di Verona, avrà luogo al Palazzo della Gran Guardia sabato 30 e domenica 31 gennaio.

L’ingresso al pubblico è previsto dalle ore 16.00 alle 19.00 di sabato e dalle 10.00 alle 18.00 di domenica.

I biglietti sono disponibili in prevendita sul sito www.anteprimaamarone.it (prezzo del biglietto 30 euro).

ESCLUSIVA – Il Matera blocca l’arrivo di Gammone, le Vespe si fiondano su..

Incredibile intoppo nella trattativa tra Gammone e la Juve Stabia. A bloccare l’affare che avrebbe previsto il ritorno dell’esterno a Castellammare, è il Matera. La Società lucana, infatti, sembra non essere più intenzionata a dare il proprio benestare alla partenza della talentuosa ala.

La Juve Stabia, dopo aver provato più volte a convincere il Matera a lasciar partire Gammone, ha preso atto della risposta negativa dei lucani ed ha già provveduto a prendere un altro esterno.

Stando alle indiscrezioni da noi raccolte, le Vespe hanno ormai chiuso per l’arrivo in gialloblù dell’esterno Giulio Grifoni.

Il calciatore è classe 1993 ed e cresciuto nel vivaio della Fiorentina, sempre in prima linea nel far crescere giovani interessanti.

Grifoni ha vestito in passato le maglie di Venezia e Gavoranno, mentre nelle ultime tre stagioni ha militato tra le fila del Prato. Proprio con la maglia dei toscani Grifoni ha vissuto le sue migliori stagioni, diventando un punto fermo della squadra e guadagnandosi, addirittura, il soprannome di “piccolo Causio”.

Senza scomodare un campionissimo del passato come Franco Causio, campione del mondo nel 1982, speriamo che Grifoni possa ripercorrere le orme di un altro esterno scuola Fiorentina che alla Juve Stabia ha fatto benissimo: Maxwell Acosty.

L’ufficialità dell’affare dovrebbe arrivare nella giornata di domani.

 

Napoli-Empoli, i voti di Vivicentro: è sempre Higuain!

Il Napoli strapazza l’Empoli al San Paolo e comanda sempre la classifica con due punti di vantaggio sulla Juventus. Questi i voti di Vivicentro.it:

Reina 6, Hysaj 6.5, Albiol 6.5, Koulibaly 6.5, Ghoulam 6, Allan 6.5, Jorginho 6.5, Hamsik 6.5, Callejon 8, Insigne 7.5, Higuain 7. A disp: Gabriel, Rafael, Strinic, Valdifiori, Maggio, Mertens 6.5, David Lopez sv, Chiriches, Gabbiadini 6, El Kaddouri, Luperto, Chalobah. All. Sarri 7

dal nostro inviato al San Paolo, Ciro Novellino

FAMILY DAY, una folla che chiede di essere ascoltata

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Roma.  “God made Adam & Eve, not Adam & Steve”. Questo uno dei primi striscioni comparsi al Family Day ieri mattina. Un fiume di gente arrivato da nord, sud ed isole comprese. Uomini, donne con i propri bambini, anziani fin dalla prima mattina si sono predisposti sulla’ arena per partecipare meglio all’ evento. Muniti di fornelli, teli da spiaggia, sedie si sono adagiati sul prato del Circo Massimo. Più di mille i pullman che hanno raggiunto l’area.  Tante le istituzioni presenti. Maroni ha mantenuto la parola inviando il gonfalone della regione, lo stesso vale per la regione Liguria. Tanti sindaci e deputati tra cui Gasparri, il primo ad arrivare, Renato Brunetta, Carlo Giovanardi, Giorgia Meloni, Maurizio Lupi, Roberto Formigoni.

Non erano presenti solo credenti al circo, ma anche chi non si rispecchia in quello che definisce “pasticcio giuridico”.  Il cosiddetto decreto che è in fase di approvazione e sarà discusso martedì al Senato.  Ad aprire l’incontro è stato Massimo Gandolfini. Ha fatto, in primis, chiarezza.  “Questa piazza non fa guerra a nessuno, siamo due milioni. Renzi ne tenga conto”, ha esclamato Gandolfini, che  ha insistito sulla necessità di evitare la possibilità di adozione da parte di coppie omosessuali, perché la famiglia e  i diritti dei bambini vanno tutelati: “Senza limiti, la nostra società diventa folle. Inaccettabile l’adozione mascherata da affido”.  Non è una piazza contro l’omosessualità ma contro chi ha intenzione di equiparare un matrimonio naturale ad uno con persone dello stesso sesso. 

“Questa piazza esprime la bellezza della Famiglia e non è contro le ideologie ma contro le persone”. Poi si rivolge ai parlamentari presenti. “Sarete la voce di questa piazza e vi invito ad ascoltare con attenzione. Sarete l’interprete di una piazza che oggi vi ospita con calore.”

Un altro striscione è comparso sotto forma di hashtag “#RENZICIRICORDEREMO”. Un messaggio chiaro ed immediato al presidente del Consiglio Renzi, ricordando che prima o poi dovrà passare per le elezioni. Tanta la gente che ha detto a gran voce il proprio no. 

Bisogna tenere presente il dato di ieri. Si è sfiorato il milione di partecipanti anche se gli organizzatori hanno parlato di 2Milioni. Certo è il dato che vi erano anche persone dietro il palco e sulla strada che porta all’ “arena”. 

“Siete arrivati in pullman con i bambini in braccio e avete cambiato la storia di questo paese.” Così Mario Adinolfi, acclamato da tutti, ha stimolato la folla e sfida il presidente del Consiglio. 

Tra i tanti politici i non presenti hanno preferito lasciare un messaggio. “Avanti sui diritti civili senza incertezze e stralcio secco della stepchild adoption, per affrontare altrove materia adozioni in modo organico. Ci vuole tanto a capire che è l’unica strada politicamente seria, intelligente e utile?”, queste le parole del Vice Ministro dell’ Economia Zanetti nonché segretario di Scelta Civica. Adesione piena a obiettivi manifestazione, questo quanto espresso da Angelino Alfano su Twitter. 

Presente anche il ministro dell’ Ambiente Gian Luca Galletti accompagnato dalla moglie e dai figli.  “Ognuno è qui a titolo personale. Sui valori non c’è un patto di governo né di maggioranza”. 

“Sono qui, a titolo personale e da laico, perché ritengo che il ddl Cirinnà sia sbagliato e incostituzionale, e perché ritengo che questa piazza, le famiglie italiane in generale meritino ascolto e sostegno”. Afferma Renato Brunetta,  “io penso che dobbiamo sostenere con forza la famiglia naturale, formata da un uomo e una donna, così come costituzionalmente riconosciuta. È giusto allo stesso tempo prevedere un riconoscimento alle unioni civili, una norma che ne regoli i diritti e i doveri. La Cirinnà non è la strada giusta e, conclude,  questa piazza merita ascolto.” 

“Sono qui al Family Day in veste di esponente politico e di donna e, se Dio vorrà, la prossima volta starò qui anche in veste di madre visto che ho appreso da poco di aspettare un bambino, dice Giorgia Meloni.  Questo è un giorno di festa, una manifestazione piena di gente, che scende in piazza non contro qualcuno, ma per qualcuno. Quei bambini che non possono difendersi da soli e che lo Stato ha, per questo motivo, il dovere di difendere prima di tutto il resto.” Una sorta di autogol per l’ex ministro del Governo Berlusconi. Una donna incinta e non sposata al FamilyDay non rappresenta il massimo della coerenza. 

“Grazie a questo splendido popolo che è qui con grande sacrificio a testimoniare il suo amore per la famiglia e insieme diciamo no al disegno di legge Cirinnà”. Queste le parole di Roberto Formigoni. Continua dicendo che “ il testo è un DDL ipocrita che introduce nei fatti il matrimonio gay e l’utero in affitto anche se usa altri termini soprattutto inglesi per confondere la gente. Questa gente non si lascia confondere la testa”.

 A concludere è stato sempre Gandolfini. “Qui ci sono elettori di tutti i partiti. Vi dico: guardate chi ci sta aiutando e chi vi oscura. I prossimi passaggi della legge li seguiremo minuto per minuto e vedremo chi ha ascoltato il messaggio di questa piazza e chi lo ha messo sotto i tacchi. Al momento delle elezioni ci ricorderemo chi si è messo dalla parte della famiglia e dei bambini e chi no, rendendo possibile l’abominevole pratica dell’utero in affitto”. 

Un messaggio rivolto anche alla senatrice Cirinnà che, a CorriereTV, affermò che nessuna piazza poteva ostacolare il parlamento, dimenticando che la piazza vota. Insomma Martedì ci saranno tante sorprese a Palazzo Madama.

Bilancio Forum dei Giovani. Ferrara (GN) a Cascone: “Non si può essere fieri per così poco”

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Il bilancio delle attività svolte presentato dal presidente del Forum dei Giovani, Cascone, ha creato delusioni a chi si aspettava un Forum diverso. Infatti, alcuni  hanno mostrato il proprio dissenso nei confronti della “gestione” Cascone, risultato vincente proprio un anno fa. Per la prima volta in assoluto si è avuto a Castellammare un Forum attivo, oltre che essere totalmente elettivo. La discussione può essere più che legittima, visto che ognuno ha il proprio punto di vista. Un bilancio, quello presentato, che vede inserito punti come  “Proposta modifica Regolamento”, “Redazione documento della non violenza”, “Sede Forum dei Giovani”. 

Proprio Come se l’ “ordinaria amministrazione” abbia lo stesso valore  delle proposte messe in campo per lo sviluppo delle politiche giovanili, aiutare i giovani che vivono tante difficoltà dovute anche dai tanti problemi che la città presenta. 

 

In merito a questo è intervenuto anche Luciano Ferrara, neo coordinatore di Gioventù Nazionale. Il gruppo giovanile di Fratelli d’Italia non ha alcun rappresentante all’ interno del Forum dei Giovani, non riuscendo ad eleggere alcun consigliere. Da precisare che il “parlamentino” è apartitico ma alcuni membri sono iscritti a partiti politici. Di seguito riportato il suo pensiero.

“Tempo fa, quando non ero ancora coordinatore di gioventù nazionale, appoggiammo come candidato presidente del forum Ciro Carolei.

Come tutti sapete la vittoria andó al candidato opposto, Michele Cascone. 

Ed oggi mi chiedo: “chissà se fosse salito Ciro magari si sarebbe fatto di più?” 

“Se fosse salito Ciro il Forum sarebbe stato effettivamente funzionante?” 

Nell’incertezza noi di GN vogliamo mostrare quanto siamo contrari e delusi dell’operato e del bilancio presentato dal FDG, essendo un bilancio che superficialmente appare pieno ma in verità è davvero scarno. 

Ad iniziare dal fatto che presidente in carica, Michele Cascone, non ha rispettato minimamente i punti del suo programma che aveva presentato ad inizio candidatura.  Altro problema di questo deludente forum di Castellammare di Stabia è l’assenteismo dei consiglieri che si palesa nel menefreghismo nei confronti della città stessa ed è una vergogna che un consiglio di 30 persone mostri una tale inefficienza. 

Inoltre, come coordinatore di Gioventù Nazionale non mi permetterei mai di presentarmi e vincere un’elezione politica e rappresentare il Forum con una carica politica al di fuori di esso, appunto per non creare conflitti di interesse. Invece nel caso di specie non è così. I Conflitti di interesse ci sono sia per la mancata comunicazione tra il Forum e il comune e sia per la doppia carica politica che possiede il presidente del forum.  Ingiustificabile appare la scusante dell’atteso congresso che si poteva svolgere prima per chiarificare l’attuale contrasto. 

Per tali motivi chiediamo in primis al presidente del FDG di dimettersi dalla carica di segretario dei gd, di prendersi le proprie responsabilità e dare il buon esempio al consiglio tutto nel minor tempo possibile. 

In secundis, inoltre, come opposizione e coordinatore di Gioventù Nazionale consigliamo al presidente del forum di concretizzare coi fatti e non con le parole le cose da fare, invitandolo, al contempo, a fare di più perché dopo un anno di inattività non si può essere fieri per cosi poco.”

 

Costanzo Federico

Se l’Italia cambia marcia a Bruxelles MAURIZIO MOLINARI*

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Cancellerie straniere, funzionari di Bruxelles e giornali europei si interrogano con insistenza sulle intenzioni del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, protagonista di un approccio dell’Italia all’Unione Europea che segna una discontinuità con il passato.  

Dalla firma dei Trattati di Roma, prossimi ai 70 anni, il nostro Paese ha operato quasi sempre all’ombra dell’asse franco-tedesco, oscillando quanto necessario per contribuire al rafforzamento dell’Unione e tutelando al tempo stesso gli interessi nazionali.  

Ciò ha consentito all’Italia di essere protagonista della costruzione europea pur pagando il basso profilo con compromessi – come sul cambio lira-euro all’atto di nascita dell’Unione monetaria – di cui continuiamo a subire le conseguenze.  

Davanti al bivio se rinnovare o modificare tale approccio a Bruxelles, l’attuale inquilino di Palazzo Chigi ha scelto la seconda strada, puntando a ridefinire il ruolo dell’Italia: non più mediatore dietro le quinte per superare gli ostacoli con maratone negoziali in vertici a porte chiuse, ma protagonista di scelte di alto profilo, alla luce del sole, fino al punto di duellare senza perifrasi con chi – come la Germania di Angela Merkel – esercita di fatto una leadership riconosciuta a Bruxelles grazie al peso politico dei partiti popolari ed a quello economico di Berlino. 

Se c’è un’immagine che riassume la svolta di Renzi è nella descrizione che un veterano di Bruxelles fa di quanto avvenuto ad un recente incontro fra leader europei: «Il vostro premier era l’unico attorno al tavolo che sollevava obiezioni alla Germania, in maniera incalzante, facendo capire che la posizione di Berlino non doveva essere per forza accettata». Non si tratta di un’Italia anti-tedesca, come il vertice di venerdì nel Kanzleramt ha dimostrato, bensì della scelta strategica di trasformare Roma nel motore di un processo di integrazione comunitaria assai ambizioso.  

Sono due i pilastri di questo approccio italiano. Il primo è nella frase «chi vuole distruggere Schengen vuole distruggere l’Europa» che Renzi ha pronunciato a Ventotene, dove Altiero Spinelli scrisse il Manifesto del federalismo, parlando all’unisono con il collega francese Manuel Valls che pochi giorni prima, dai microfoni della Bbc, aveva osservato come «il crollo di Schengen porta al collasso del progetto europeo». 

Ciò che accomuna Valls e Renzi è la convinzione che per rilanciare la costruzione europea serva un approccio innovativo sul tema più spinoso: l’immigrazione. «Abbattendo le sue frontiere interne, l’Europa ha dimenticato che quelle esterne esistono ancora» ha detto Valls. «L’Europa deve tornare un grande sogno, non può essere un grigio dibattito tecnico» gli ha fatto eco Renzi. La convergenza è nella volontà di rafforzare le frontiere esterne dell’Unione con scelte diverse da quelle finora guidate da Berlino: norme comuni e più rigide sull’immigrazione extracomunitaria anziché il restringimento di Schengen con la reintroduzione temporanea dei controlli interni, più severità nei confronti dell’ambigua Turchia anziché consegnare ad Ankara miliardi di euro sperando nella sua benevola cooperazione sulla chiusura delle frontiere con la Siria, proteggersi dai terroristi jihadisti con maggiore integrazione fra sistemi di sicurezza. Ma non è tutto, perché ad accomunare Renzi e Valls è infatti anche l’offensiva sul lavoro: il premier francese è reduce dal superamento del tabù delle 35 ore settimanali e quello italiano parla di un’Europa chiamata a risolvere in fretta «la presenza di senza lavoro».  

Si tratta di segnali ma meritano attenzione perché mentre il presidente François Hollande continua ad aver un rapporto privilegiato con Angela Merkel – torneranno a vedersi a inizio mese – il premier Valls mostra sintonia di contenuti con Renzi. D’altra parte su un tema delicato come il rinnovo delle sanzioni alla Russia per la crisi in Ucraina – previsto in giugno – Italia e Francia ritengono che si debba tener conto del rispetto dell’Accordo di Minsk. Ovvero: non avverrà automaticamente. Se è vero che la crisi in Libia, con l’ipotesi di un intervento militare alleato contro Isis, resta un terreno di disaccordo fra Renzi e Hollande, le sintonie con Valls suggeriscono possibili novità in arrivo a Bruxelles delle quali anche la Germania di Merkel dovrà in qualche maniera prendere atto. 

*lastampa

 
Alcuni diritti riservati

Maurizio Sarri, da zero a se stesso:”Ci sono tanti allenatori in gamba nelle serie minori che vanno valorizzati”

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”Io sono stato fortunato, altri come me o addirittura più bravi non ce l’hanno fatta a sfondare”

Da zero a Maurizio Sarri. Il Napoli calcio vive un momento di particolare splendore grazie a risultati fantastici che lo stanno proiettando in vetta al campionato italiano di serie A.

A guidare i partenopei dalla scorsa estate è il toscano Maurizio Sarri, un passato da dipendente in banca ed allenatore di calcio sui campi polverosi di periferia nel tempo libero.

Sarri è il perfetto identikit del padre di famiglia lavoratore severo ma giusto, parole poche ma tanti fatti; uno di quegli uomini per cui il lavoro duro è la soluzione a tutti i problemi, e come dargli torto.

Dopo l’ennesima vittoria della sua squadra (contro la Lazio all’Olimpico ndr) Sarri ha voluto fare un tuffo nel suo passato, ricordando da dove è partito e tutti gli allenatori che ha conosciuto lungo la strada sui polverosi campi di provincia:

”Non si tratta di umiltà, si tratta di dire le cose come stanno. Io mi ritengo un allenatore fortunato, direi un privilegiato, perchè se mi volto per un momento e butto un occhio al mio passato, da dove sono partito, mi rendo conto di quanta fatica e quanta fortuna io abbia avuto nell’essere riuscito ad arrivare dove sono adesso. Ho conosciuto tanti allenatori in gamba, alcuni con un gran talento, nelle serie minori che non ce l’hanno fatta ad emergere perchè non hanno avuto la stessa fortuna che ho avuto io. Quello che sta accadendo a me capita soltanto a poche persone. Non sono qui a dire che me lo sono meritato perchè ho lavorado sodo, no, sicuramente ho fatto in modo che accadesse con il duro lavoro e con la consapevolezza di poter rendere un lavoro ben pagato una mia grandissima passione, il calcio. Cerco sempre di essere me stesso, nel bene e nel male.”

Le difficoltà saranno anche state enormi, ma considerato il rendimento del Napoli in campionato e soprattutto il rendimento del suo attaccante Higuain, la società partenopea farebbe bene a tenerselo stretto Maurizio Sarri, l’allenatore in tuta in mezzo a tanti completi gessati che sta stupendo tutti, a cominciare da se stesso.

Mario Miccio

Con sorriso e con rabbia Angela e Matteo fan buchi nella sabbia (EUGENIO SCALFARI *)

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VOLEVO scrivere oggi sull’Europa e della crisi che la sta devastando nonostante l’indifferenza che ha pervaso le sue istituzioni e la cosiddetta classe dirigente che le amministra; una crisi che è apparsa ancor più chiaramente nell’incontro di venerdì scorso tra Angela Merkel e Matteo Renzi a Berlino.

Lo farò tra poco, ma prima debbo premettere alcune considerazioni sull’incontro in Vaticano tra papa Francesco e Hassan Rouhani, presidente dell’Iran, ed anche sulla preannunciata riunione che avverrà il prossimo 31 ottobre in Svezia tra Francesco e i rappresentanti delle Chiese protestanti di tutto il mondo per celebrare la riforma luterana di mezzo millennio fa in quello stesso giorno, quando Martin Lutero attaccò sulla porta della cattedrale di Wittenberg le sue tesi che spaccarono in due la religione cristiana.

Cinquecento anni, durante i quali si scatenarono guerre religiose, stragi, roghi, torture inflitte da ambo le parti e con l’appoggio dei diversi sovrani che utilizzavano a proprio vantaggio politico quelle tragiche guerre religiose. Uno soltanto tentò la via della riconciliazione nel 1541 e fu Carlo V d’Asburgo, imperatore di Germania e di Spagna, ma il tentativo fallì e le guerre religiose continuarono a insanguinare l’Europa.

Il culmine fu raggiunto nella notte di San Bartolomeo nel 1572 quando gli ugonotti (i protestanti francesi) guidati dal re di Navarra, dal principe di Condé e dall’ammiraglio de Coligny, furono massacrati dai soldati di Caterina de’ Medici e da suo figlio Carlo IX di Valois. Furono ventitremila le vittime di quella mattanza a Parigi e poi continuarono per secoli.

Il 31 ottobre prossimo quella spaccatura in due della cattolicità sarà celebrata e superata. Francesco ha già chiesto perdono ai valdesi, che precedettero di molto la scissione luterana e chiederà perdono anche a Lutero e ai suoi discendenti e il perdono sarà reciproco perché i protestanti hanno anche loro responsabilità di tanto sangue sparso. L’obiettivo di entrambe le parti è di superare quelle divisioni affratellandosi di nuovo nel nome di Cristo. I riti e la liturgia resteranno distinti, ma l’affratellamento sarà aperto nell’ambito di una Chiesa pastorale e missionaria che con una svolta di queste proporzioni, alla quale sono da aggiungere gran parte degli anglicani e in un futuro prossimo anche gli ortodossi delle Chiese d’Oriente, sarà la religione numericamente più diffusa nelle due Americhe, in Europa, in Russia, in Africa, in Asia e in Australia.

Non dimentichiamo però la visita alla sinagoga di Roma di papa Francesco e l’incontro con Rouhani al Palazzo Apostolico il 26 scorso. Il comunicato emesso con l’accordo delle due parti dice così: «Durante il colloquio si sono evidenziati i valori spirituali comuni e si è poi fatto riferimento ai buoni rapporti tra la Santa Sede e la Repubblica Islamica dell’Iran. Si è altresì rivelato l’importante ruolo che l’Iran svolge, insieme ad altri Paesi della Regione per promuovere adeguate soluzioni politiche ai problemi che affliggono il Medio Oriente contrastando la diffusione del terrorismo. Al riguardo è stata ricordata l’importanza del dialogo interreligioso e la responsabilità delle comunità religiose nel promuovere la tolleranza e la pace».

Due iniziative, con i protestanti luterani e con l’Iran islamico, dalle quali esce rafforzata la libertà religiosa, la convergenza umanitaria nonché le ripercussioni politiche di queste iniziative prese in gran parte da papa Francesco. Altre volte l’ho definito profetico e rivoluzionario. Alla base del suo pensiero e della sua azione c’è sempre la fede in un unico Dio che nessuno aveva proclamato con il vigore di Francesco e che rappresenta la scomunica dei fondamentalismi di ogni genere e dei terrorismi e delle guerre che quei fondamentalismi alimentano.

  • Il Presidente del Consiglio dei Ministri a Ventotene

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Ed ora l’Europa e l’incontro a Berlino tra Angela Merkel e Matteo Renzi che è in ordine temporale l’episodio più recente della politica europea. Ma c’è un altro episodio con il quale desidero aprire questo capitolo domenicale: ilviaggio di Renzi all’isola di Ventotene, nei pressi di Ischia, per commemorare il “Manifesto per l’Europa” redatto in quell’isola dove erano confinati gli antifascisti ai tempi del regime mussoliniano, da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi.

Sono stato amico di entrambi: Spinelli lo conobbi a casa della figlia Barbara che lavorò per molti anni con Repubblica ; Ernesto lo conobbi al Mondo di Mario Pannunzio nel 1949 e lavorammo insieme giornalisticamente e politicamente da quell’anno fino al 1963. Lo dico perché conosco, al di là del Manifesto che peraltro è chiarissimo, il loro pensiero e l’azione che sostennero per l’unità democratica dell’Europa. Spinelli e Rossi puntavano agli Stati Uniti d’Europa sul modello istituzionale degli Stati Uniti d’America. Questo volevano e per questo lavorarono finché vissero, Altiero soprattutto.

Mi rallegro molto con Renzi per questa visita a Ventotene in ricordo ed omaggio all’europeismo di Spinelli (di Rossi non ha mai parlato come se quella firma fosse inesistente) ma forse Renzi non si è mai battuto per gli Stati Uniti d’Europa, cioè per un’Europa federata e non soltanto confederata. In questi ultimi tempi Renzi si è anzi distinto per il suo contrasto con la Commissione europea, battendo i pugni sul tavolo, tenendo in testa il cappello e riaffermando l’autonomia dei governi nazionali i quali, sia pure nel quadro delle regole europee, debbono avere piena libertà di applicarle nei tempi e nei modi decisi autonomamente dai rispettivi governi.

È vero che esistono temi che l’Europa ha finora lasciato nelle mani dei governi nazionali, ma è vero anche che le regole sono emesse dalla Commissione dopo l’approvazione del Consiglio dei ministri dei 28 Stati membri e dal Parlamento di Bruxelles. Rafforzare l’autonomia degli Stati nazionali, i quali detengono la sovranità collegiale della confederazione col voto spesso unanime e talvolta a maggioranza qualificata significa non già rafforzare l’Unione europea ma indebolirla ulteriormente.

Renzi si sta dunque muovendo su una strada di totale ma consapevole incoerenza, che è già stata negativamente giudicata anche da Giorgio Napolitano oltreché dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, ma che non pare sia stata adeguatamente sostenuta dall’opposizione interna del Pd che si definisce più a sinistra di Renzi.

Questa scarsa sensibilità della dissidenza ha purtroppo un solo significato: la sinistra non c’è più o almeno non si sa che cosa significhi oggi essere di sinistra. L’ha detto più volte Alfredo Reichlin, uno dei dirigenti dell’antico Partito comunista, tuttora presente nella battaglia politica. A Renzi oggi conviene dirsi alla guida d’un partito di sinistra. Questo lo distingue dalla Merkel che capeggia una democrazia moderata, ancorché alleata con il partito socialista tedesco che peraltro conta poco o niente nel determinare la politica della Cancelliera.

Dunque un Renzi di sinistra che si distingue così dalla Merkel moderata e tende a fare tandem con lei proponendosi come il capo di governo che fronteggia o si accorda volta per volta e problema per problema con la Germania. Insomma al posto del tandem Germania-Francia, un nuovo tandem Germania-Italia. Mica male come prospettiva renziana, politicamente parlando. Resta il contrasto economico tra crescita (Renzi) e austerità (Merkel). Ma questo è un contrasto fittizio perché non dipende da nessuno dei due. Dipende invece da quanto sta avvenendo nel mondo intero: in Usa, in Cina, in Giappone, in Russia, in Brasile, nel Medio Oriente. Dipende dall’andamento di alcune materie prime e da alcune attività economiche, a cominciare dall’industria manifatturiera e dalle fonti di energia, petrolio e gas. Dipende dall’andamento climatico e dal fattore demografico. Dipende dalle diseguaglianze sociali e territoriali.

Questo è lo scacchiere. Ma non pare che Renzi ne sia consapevole. O meglio: lo sa ma è più sensibile alla raccolta del consenso, tema a breve raggio temporale. Il consenso serve subito e bisogna farlo durare almeno un anno per poi recuperarlo con nuove ricette elettoralistiche. Il futuro è breve per mantenere il potere. Ce lo ha insegnato Giulio Andreotti, che fu il meglio del peggio nella storia del nostro Paese.

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Dell’incontro Merkel-Renzi abbiamo già detto. Riassumendolo in queste ultime righe dirò che si sono scambiati alcuni biscottini ma nulla di più, né un bel piatto di fettuccine al ragù né una bistecca di manzo. L’appetito è rimasto intatto, non tanto per la Cancelliera che mangia poco, quanto per il nostro presidente del Consiglio che è molto più giovane ed ha una fame arretrata. Quella c’è ancora e non si sa se potrà saziarla, almeno in Europa.

In Italia sì e a volte con soddisfazione generale. Anche nostra, l’ho già scritto domenica scorsa e lo ripeto oggi per quanto riguarda la legge sulle unioni civili. La legge Cirinnà avrà qualche emendamento sull’utero in affitto e sulle adozioni volute da coppie omosessuali con figli non propri. Se altri emendamenti ci fossero ci sarebbe da preoccuparsi e quindi speriamo di no.

Chiuderò con alcuni versi, tratti da una vecchia poesia di Ernesto Ragazzoni scritta nel giugno 1914. Si intitola Ballata (ndr: ascoltala recitata da V. Gasman, mp3) e descrive molto bene quello che spesso accade a chi non ama il potere e si contenta di quel poco che può fare per ingannare il tempo che passa e vola via. A volte poche rime chiariscono molte cose.

«Sento intorno sussurrarmi

che ci sono altri mestieri…

bravi, a voi! Scolpite marmi,

combattete il beri-beri,

allevate ostriche a Chioggia,

filugelli in Cadenabbia,

fabbricate parapioggia.

Io fo buchi nella sabbia.

O cogliete la cicoria

od allori, o voi, Dio v’abbia

tutti quanti in pace e gloria!

Io fo buchi nella sabbia».

*larepubblica

 

RILEGGI LIVE – Napoli-Empoli 5-1 (28′ Paredes; 32′ Higuain; 37′ Insigne; 52′ Au Camporese; 83′, 88′ Callejon)

Premi F5 per aggiornare

90′ Fine partita!

88′ GOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOL del Napoli. Altra pennellata al centro di Mertens e Callejon di destro realizza 5-1!

85′ Dentro David Lopez e fuori Marek Hamsik

83′ GOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOL del Napoli. Pennellata al centro di Mertens, Gabbiadini non ci arriva, ma Callejon si ed è 4-1!

82′ Fuori Croce per l’Empoli e dentro Krunic

81′ Ci prova Buchel dal limite, para Reina in due tempi

79′ Giallo per Buchel per un bruttissimo fallo su Hamsik

74′ Per il Napoli fuori Insigne e dentro Mertens

71′ Dentro Gabbiadini per il Napoli e fuori Higuain

69′ Higuain a giro dal limite: tiro che finisce alto sopra la traversa

68′ Camporese di testa sugli sviluppi di un corner mette a lato di poco. Secondo cambio per l’Empoli: dentro Mchedlidze e fuori Maccarone

63′ Spettacolare palla di Insigne per Higuain, l’argentino viene atterrato in area di rigore da tre empolesi ma pre Massa non è rigore!

58′ Primo cambio per l’Empoli: dentro Buchel, fuori Saponara

54′ Cross rasoterra di Higuain, Callejon non riesce ad anticipare Skorupski

52′ GOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOL del Napoli. Callejon crossa e Camporese devia nella propria porta

50′ Giallo anche per Marek Hamsik per un duro intervento a centrocampo

45′ Partiti, palla all’Empoli!

SECONDO TEMPO

 

46′ Fine primo tempo

45′ Ci prova Allan di destro, tiro deviato

44′ Giallo per Allan, diffidato anche lui salterà la Lazio

39′ Giallo per Hysaj, salterà la trasferto di Roma con la Lazio

37′ GOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOL del Napoli. Insigne, punizione imparabile: 2-1!

36′ Giallo anche per Zielinski per un tocco di mano su conclusione di Hamsik dal limite dell’area di rigore

33′ Callejon resta a terra, Jorginho commette fallo e Reina protesta: giallo per il portiere azzurro

32′ GOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOL del Napoli. Insigne al centro per la testa di Higuain: 1-1!

28′ Gol dell’Empoli su punizione: Paredes calcia con uno strano effetto, deviazione anche di Callejon e Reina non riesce a prenderla

26′ Cross al bacio di Allan per Hamsik che sfiora, la sfera finisce ad Higuain che prova il pallonetto, ma Tonelli salva in rovesciata

23′ Insigne ruba palla e calcia di sinistro, conclusione alta

19′ Maccarone si prova, Reina salva. Riparte il Napoli con Higuain che calcia, palla in corner

17′ Insigne prova la conclusione della domenica dalla trequarti: palla alta!

16′ Sugli sviluppi del corner, Insgne calcia di destro ma non trova la porta

15′ Clamorosa parata di Skorupski che salva il risultato sul tiro a botta sicura di Higuain

12′ Callejon di testa ancora per Higuain che calcia al volo: palla alta

9′ Insigne per Higuain in area, palla a lato di poco

7′ Allan libera Callejon che crossa troppo forte al centro per Higuain: il Pipita non può arrivarci

6′ Prova l’incursione Hamsik, ma viene fermato da Tonelli

5′ Ci prova Higuain di prima, dal limite dell’area, ma calcia altissimo su passaggio di Callejon

3′ Napoli in pressing alto, ma non ancora pericoloso

1′ Partiti, palla al Napoli!

PRIMO TEMPO

 

15:00 – Squadre in campo

14:44 – Ultime fasi di riscaldamento per le due scquadre

14:23 – Con l’urlo del San Paolo, scende in campo il Napoli per il riscaldamento

14:22 – In campo l’Empoli per il riscaldamento

14:16 – In campo Pepe Reina per il riscaldamento, oltre ai portieri dell’Empoli

Le formazioni ufficiali:

NAPOLI (4-3-3) – Reina, Hysaj, Albiol, Koulibaly, Ghoulam, Allan, Jorginho, Hamsik, Callejon, Insigne, Higuain. A disp: Gabriel, Rafael, Strinic, Valdifiori, Maggio, Mertens, David Lopez, Chiriches, Gabbiadini, El Kaddouri, Luperto, Chalobah. All. Sarri

EMPOLI (4-3-1-2) – Skorupski; Laurini, Tonelli, Camporese, Mario Rui; Zielisnki, Paredes, Croce; Saponara; Pucciarelli, Maccarone. A disp: Pugliesi, Pelagotti; Zambelli, Bittante, Mchedlidze, Maiello, Diousse, Piu, Cosic, Krunic, Livaja, Buchel. All. Giampaolo

14:00 – In campo Gabriel e Rafael per il riscaldamento

Buongiorno e benvenuti alla diretta testuale della gara di campionato tra Napoli e Empoli delle ore 15. Vivicentro.it vi aggiornerà in tempo reale.

dal nostro inviato al San Paolo, Ciro Novellino.

Occhio al giallo, ci sono tre azzurri a rischio per la gara con la Lazio

Tre azzurri diffidati. In caso di ammonizione contro l’Empoli salteranno la gara di mercoledì a Roma contro la Lazio. Elseid Hysaj, Jorginho e il brasiliano Allan devono fare molta attenzione. Sponda Lazio, invece, occhio a Danilo Cataldi e Sergej Milinkovic-Savic che in caso di ammonizione salterebbero il match.

Insigne prenota il gol da 10 e lode

Lorenzo Insigne prenota il gol da 10 e lode, già dal match di oggi contro l’Empoli. Dieci gol in campionato nel mirino, e pensare che il meglio deve ancora venire come si legge sull’edizione odierna del Corriere dello Sport. Perchè “un Insigne così il Napoli non l’ha mai avuto […] Il meglio c’è già, lo sussurrano le nove reti in campionato ma per lanciarsi ulteriormente verso l’alto, per sentirsi uomo da scudetto, per proporre a Conte la propria candidatura, conviene rafforzarsi in classifica cannonieri, andare a prendere a spallate la concorrenza”. Anche perchè, per l’Europeo, bisognerà battere la concorrenza anche dei vari Eder e Pavoletti.

Regini ha superato le visite mediche, domani sarà ufficiale

La Repubblica scrive sul nuovo acquisto della Ssc Napoli Vasco Regini. Il giocatore oggi sarà in tribuna al San Paolo e non in panchina per le tempistiche relative al deposito del contratto: “Maurizio Sarri non si è ancora pronunciato sul difensore romagnolo che completerà il reparto arretrato. Il diretto interessato non è stato convocato per la sfida di oggi al San Paolo. Il suo trasferimento sarà completato nelle prossime ore: ieri pomeriggio, intanto, ha superato le visite mediche e adesso bisogna solo depositare il contratto. Arriverà a Napoli in prestito con diritto di riscatto (a meno di 2 milioni) e lui guadagnerà 180 mila euro circa fino al termine della stagione. Contro l’Empoli, dunque, il quarto difensore sarà Sebastiano Luperto che il diesse Giuntoli intende confermare nonostante le richieste per il prestito di Pescara e Novara”

Curva A chiusa? Il San Paolo è strapieno lo stesso!

Curva A chiusa dal CASMS, con accesso limitato agli abbonati? Il San Paolo sarà pieno anche oggi. Infatti, contro l’Empoli, secondo il Corriere dello Sport, saranno presenti in quarantacinquemila sugli spalti. Fino a ieri erano stati staccati quarantaduemila tagliandi, considerata anche la quota degli abbonati, per un match che potrebbe regalare la nona vittoria su undici partite in campionato. Come si legge sul quotidiano, “scatta la caccia al biglietto per la grande sfida a Torino contro la Juve. Il Ciuccio vola letteralmente. E non c’è trucco e non c’è inganno, tanto che sempre più numerosi vogliono assistere coi propri occhi al “miracolo”. Ciò che in effetti non si vedeva (così smaccatamente) da circa 26 anni”.

Tre azzurri potrebbero ancora lasciare Napoli

Per il Napoli, in uscita sono andati via tanti ragazzi che non avevano trovato spazio in questa prima parte di stagione, e altri tre giocatori potrebbero essere oggetto di trattative tra oggi e domani: ad esempio Rafael che, per il Corriere dello Sport, “aspetta di capire se tutto ciò che si è detto si realizzi, ma serviranno telefonate dalla Francia”; oppure Sebastiano Luperto, che ha una serie di opzioni in B per fare gavetta sul campo; infine il croato Josip Radosevic, “che gira per Castel Volturno, aspetta che tra Napoli e Rijeka si arrivi ad una definizione, avendo intuito che qui non c’è posto”.

Incassi diritti tv 2015: Juve senza rivali

La Lega Calcio sta pensando ad una vera e propria rivoluzione per quanto riguarda la ripartizione dei diritti televisivi. C’è troppa distanza tra i club italiani e quelli stranieri. Questo gap poi lo si paga anche sul mercato che rende il prodotto italiano meno vendibile perchè i giocatori migliori vanno a giocare in altri campionati. Ad oggi i diritti televisivi sono ripartiti come segue: 40% in parti uguali, 30% in base al bacino d’utenza e 30% in base ai risultati sportivi. Al 31 luglio 2015, come pubblica Tuttosport, è la Juve ad avere incassato più di tutti dalle televisioni con 94mln. Seguono il Milan con 76.4 e Inter con 76.1. Quarto il Napoli con 62.

Pressing Toro per El Kaddouri, Cairo non lega l’opzione per Maksimovic

Il Torino ci proverà fino all’ultimo minuto per avere El Kaddouri dal Napoli.

TuttoSport riferisce che De Laurentiis cederebbe il marocchino e Valdifiori solo in cambio di una opzione d’acquisto per Maksimovic da esercitare entro la fine di maggio ad una cifra prefissata di 20 milioni (16 fissi e il resto legati a bonus). Il numero uno granata, dal canto suo, vuole slegare l’operazione El Kaddouri da Maksimovic.

I rapporti con l’entourage del serbo sono ottimi, ma tira aria di addio. Secondo TuttoSport chi gestisce gli affari del gigante ex Stella Roma ha però ribadito che Nikola in un modo o nell’altro finirà all’ombra del Vesuvio, è solo questione di tempo. Il Torino per El Kaddouri offre prestito con diritto di riscatto fissato a 5 milioni. La sensazione è che si possa chiudere un’operazione last minute, senza Valdifiori e con una promessa di matrimonio di Maksimovic nel prossimo mercato.

Chi fermerà l’entusiasmo del Pescara?

L’affermazione per 3-1 ottenuta dal Pescara contro il Bari, ha certificato il settimo successo consecutivo per la formazione di Massimo Oddo, che ha consolidato così la sua terza posizione in classifica, riuscendo a distanziare di 7 punti i galletti baresi. Successo di platino per la formazione abruzzese, anche in virtù del clamoroso scivolone interno patito del Crotone, sconfitto a domicilio dal Perugia. Ora la promozione diretta dista 5 punti, un margine non proprio risicato, ma non impossibile da colmare. L’entusiasmo in città ( ieri erano in 12000 allo stadio per sostenere la squadra abruzzese), e tra la squadra, dilaga a dismisura, e la propaganda trionfalistica, già in atto da tempo, sta attecchendo sempre di più, anche perché, il numero delle persone aggrappiate al carro biancazzurro cresce sempre di più. Rimarranno tutti fino alla fine, oppure lo abbandoneranno alle prime difficoltà? Chi vivrà vedrà.

Tornando al match, bisogna sottolineare come dopo un primo tempo piuttosto velleitario, il Bari di Camplone si sia scosso nella seconda frazione, e, una volta raggiunto il pari, abbia veramente messo in difficoltà il Pescara, sfiorando addirittura il vantaggio. Ma le imprecisioni della squadra pugliese sono state punite da Caprari e Lapadula, quest’ultimo in grandissimo spolvero nella gara di ieri. L’attaccante scuola Juventus, sta facendo la differenza nel campionato cadetto, e non solo per le sue 14 reti, ma anche per il suo grande lavoro in fase di costruzione dell’azione offensiva. Con questo Lapadula e con questa collettivo, coraggioso, spigliato e sempre più sulle ali dell’entusiasmo, nessun traguardo sempre precluso. Il campionato, tuttavia, è ancora lungo e pieno di insidie. Una di queste potrebbe essere rappresentata dalla prossima trasferta di Salerno, contro la Salernitana, formazione alla disperata ricerca di punti salvezza.

La giornata nera per i galletti, è stata completata anche da episodi di vandalismo e di tafferugli con le forze dell’ordine, adoperati da alcuni facinorosi fans pugliesi, alla fine del match (circa 1800 sono stati i tifosi giunti dalla Puglia), che hanno danneggiato gli impianti igienici della Curva Sud dell’Adriatico – “Cornacchia”, oltre ad avere saccheggiato il bar presente nello stesso settore. Feriti lievemente alcuni tifosi baresi, insieme ad almeno un agente di pubblica sicurezza. Una giornata assolutamente da dimenticare per la formazione biancorossa.

CHRISTIAN BARISANI