Per la quarta giornata di ritorno del campionato di Lega Pro girone C che si disputerà domenica 7 alle ore 14 al “Marcello Torre” di Pagani è stato designato Alessandro PIETROPAOLO della sezione di Modena a dirigere la gara tra Paganese e Juve Stabia.
Pietropaolo, nato a Vignola in provincia di Modena il 25 aprile 1986 è al suo secondo campionato in Lega Pro, nelle stagioni passate non ha mai diretto gare della Juve Stabia.
Gli assistenti entrambi della sezione di Cesena saranno rispettivamente Luca BIANCHINI e Lorenzo BIASINI.
Giovedì 4 migliora al Nord, ultime piogge in Abruzzo, Molise e al Sud, anche con temporali su Messinese e Reggino. Venerdì bellissima giornata di sole. Sabato inizia a peggiorare al Nordovest con prime deboli piogge su Liguria, poi Piemonte. Entro sera piogge diffuse al Nordovest e neve sulle Alpi sopra i 900 metri.
Giovedì 4 Febbraio 2016
Venti di Tramontana: migliora al Nord, pioggia sul versante adriatico, Calabria tirrenica, Campania, Puglia, Messinese, qui anche con temporale. Neve sui confini alpini a 200 metri.
NORD
Bel tempo su tutte le regioni con cielo terso e limpido. Neve sui confini alpini a bassa quota.
Temperature
Stazionarie
CENTRO e SARDEGNA
Al mattino ultime piogge in Abruzzo e Molise. Bel tempo soleggiato sul resto delle regioni. Neve a 500 metri.
Temperature
In leggero aumento.
SUD e SICILIA
Al mattino piogge su Puglia, Campania, Basilicata e Calabria tirrenica. Nel pomeriggio migliora e piogge con qualche temporale potranno interessare il Messinese e il Reggino. Bel tempo entro sera.
Temperature
In leggera diminuzione.
Venerdì 5 Febbraio 2016
Tutto sole e clima mite ovunque. Venti forti di Tramontana su basso Adriatico e Ionio.
NORD
Cielo poco nuvoloso.
Temperature
In aumento le massime, in calo le minime.
CENTRO e SARDEGNA
Bel tempo. Venti da Nord in Adriatico. Più nubi in Sardegna, anche con pioviggine occasionale.
Temperature
In aumento le massime, in calo le minime.
SUD e SICILIA
Tutto sole. Venti impetuosi di Tramontana su Adriatico e Ionio.
Temperature
Stazionarie.
Sabato 6 Febbraio 2016
Tempo in peggioramento. Peggiora gradualmente al Nordovest, alta Toscana, Alpi e Prealpi con nubi in aumento e piogge via via più moderate nel corso del pomeriggio/sera. In nottata piogge diffuse su gran parte della Pianura Padana e alta Toscana con neve sulle Alpi sopra i 700/900 metri. Peggiora al Centro con nuvolosità in aumento.
NORD
Nuvolosità in aumento al Nordovest con piogge deboli in Liguria e Piemonte. Entro sera molto nuvoloso ovunque con piogge diffuse al Nordovest e neve sulle Alpi sopra gli 800 metri.
Temperature
Stazionarie
CENTRO e SARDEGNA
Nubi in aumento sulla Toscana settentrionale con pioviggine. Entro sera peggiora su questo settore con piogge diffuse e neve a 1300 metri. Nubi in aumento anche sulla Sardegna.
Temperature
In leggero aumento.
SUD e SICILIA
Cielo sereno o poco nuvoloso.
Temperature
Domenica 7 Febbraio 2016
MALTEMPO al Centro-Nord. Piogge diffuse al Nord, anche moderate o molto forti in Liguria e forte maltempo sul Friuli Venezia Giulia. Neve copiosa sulle Alpi sopra i 900/1000 metri. Nel pomeriggio peggiora su Toscana, Umbria e Lazio, quindi Campania con piogge diffuse e locali temporali. Venti sostenuti di Libeccio sui mari occidentali e Scirocco in Adriatico. Acqua alta a Venezia.
METEO ~ domenica 7, Carnevale a rischio MALTEMPO. Neve sulle Alpi a 900 m, piogge diffuseLunedì 8 Febbraio 2016
Lunedì 8 Febbraio 2016
Molte nubi al Nord, ma con scarse piogge e più concentrate al Nordest, qui con maltempo sulla Venezia Giulia. Qualche pioggia sull’alta Toscana. Temporali sulle coste tra il Lazio e Campania. Piogge sparse su coste tirreniche e ioniche siciliane.
Martedì 9 Febbraio 2016
Nuova fase di maltempo al Centro-Nord con piogge via via più diffuse e forti dal pomeriggio/sera, anche con possibili nubifragi tra Liguria e Toscana e poi su Veneto prealpino e gran parte del Friuli Venezia Giulia. Neve ancora copiosa sulle Alpi sopra i 900/1000 metri. Verso sera e poi notte peggiora anche su Toscana, Umbria, Lazio, Sardegna e Adriatiche interne con piogge intense e diffuse e neve a 1000/1200 metri.
Mercoledì 10 Febbraio 2016
Al mattino ultime piogge al Nordest con maltempo intenso sul Friuli Venezia Giulia, ma migliora. Piogge diffuse e con temporali su Toscana, Umbria e Lazio, piogge sparse su regioni adriatiche, specie settori interni. Maltempo intenso sulla Campania, anche con nubifragi sul Salernitano. Piogge in Basilicata e Calabria, specie tirrenica. Qualche piovasco su Nord Sicilia e settori settentrionali della Sardegna.
APPROFONDIMENTO anche per singole Regioni e Città su:
Non ha la numero 10, non è Argentino, ma poco importa. Perché Lorenzo Insigne lo ricorda, e tanto, quel Diego Armando Maradona. Forse per la statura, per quello sguardo un po’ vispo e per quel tocco di palla che è caratteristico dei campioni. L’ha esaltato anche Aurelio De Laurentiis, al termine del match tra i partonopei e l’Empoli, paragonando proprio l’attaccante al Pipe De Oro. Contrariamente, però, Sarri la tocca piano, preferendo rimanere cauto. “Era difficile fare gol da lì– riferiata alla punizione contro i toscani- ma Maradona l’ha fatto anche dentro l’area quindi lasciamolo sempre su un altro pianeta”, ha dichiarato il tecnico azzurro. Parole chiare, chiarissime, di chi lo apprezza, ma allo stesso tempo lo sprona a fare sempre meglio. Maradona è lì, dove risiedono i grandi, che lo guarda e aspetta; uno scudetto e una Europa League per avvicinarsi. Difficile, ma non impossibile.
I NUMERI- E’ nato nel 91, quando l’epopea Maradona era terminata già da un bel po’. Sono passati 25 anni da allora, Insigne è cresciuto, ed adesso sta scrivendo la sua, di storia. Col Napoli sempre protagonista. L’era Benitez è ormai dimenticata, così come il brutto infortunio. 23 partite e 10 gol: numeri da vero attaccante, che non sfigurano accanto a quelli di Gonzalo Higuain. 10 anche gli assist messi a segno: un vero e proprio patrimonio per la squadra, dunque. Assist-men e bomber, una duplice funzione che fa sorridere Sarri. Nessuno meglio di lui, né in Italia né in Europa. Messaggio chiaro anche ad Antonio Conte, in vista di Euro 2016. Insigne lavora anche per la convocazione dunque, conscio che tutto passa per Napoli. Tanta strada dovrà percorrere prima di giungere in Francia. La sensazione, però, è che il cammino intrapeso sia quello giusto e che possa fare le fortune del ct e dei partenopei.
Atteso un peggioramento per domenica 7 febbraio con neve sulle Alpi e piogge diffuse al Centro-Nord
Con questo articolo desideriamo sottoporre ai nostri affezionati lettori il cambiamento delle condizioni del tempo sull’Italia all’inizio del prossimo mese: un primo peggioramento è avvenuto già il 3 Febbraio, mentre un secondo, più incisivo e intenso, si verificherà il 7 Febbraio, con l’inizio del peggioramento già da sabato 6 al Nordovest. Prenderemo come data di riferimento ciò che potrebbe accadere il 7 Febbraio, attraverso la mappa esclusiva del nostro esclusivo modello ETA-ZEUS 2015.
SITUAZIONE– Nella settimana che ci porterà fino al primo weekend di Febbraio, il flusso perturbato atlantico inizierà a scendere di latitudine, relegando l’alta pressione a latitudini più meridionali. Questa azione favorirà la discesa di un centro di bassa pressione che dall’Oceano Atlantico si porterà verso il Regno Unito e quindi la Francia. La sua posizione richiamerà intensi venti di Libeccio, con intensità fino a 100 km/h, che sospingeranno una perturbazione ricca di piogge e nevicate sulla nostra penisola. I fenomeni potranno essere localmente forti, con neve abbondante sulle Alpi.
CONSEGUENZE –L’arrivo di questa perturbazione, accompagnata da fortissimi venti di Libeccio e poi fortissimo Scirocco in Adriatico, come ci mostra la mappa visibile in fondo all’articolo, porterà un deciso peggioramento del tempo al Centro-Nord. Domenica 7 piogge forti e locali nubifragi si abbatteranno soprattutto su Liguria e alta Toscana, maltempo intenso sui settori prealpini di Veneto e Friuli. Precipitazioni intense su tutto l’arco alpino e prealpino con nevicate copiose sulle Alpi sopra i 900/1000 metri e piogge diffuse sulla Pianura Padana, sul resto della Toscana, sull’Umbria e sul Lazio in serata. La neve cadrà copiosa e abbondante sulle Alpi, con possibili accumuli fino a 80 centimetri sopra i 1500/1600, fino a 30 cm sopra i 1000 metri. Attenzione: i venti intensi di Sciroccoriporteranno l’Acqua alta a Venezia.
PEGGIORAMENTO VERSO IL CENTRO ITALIA – Nel corso della giornata di Lunedì 8 Febbraio ultime piogge riguarderanno le regioni centro-meridionali tirreniche, mentre altrove ci sarà già bel tempo.Mappa tecnica prevista per domenica 7 febbraio
APPROFONDIMENTO anche per singole Regioni e Città su:
In un periodo ‘movimentato’, dove le polemiche tra Sarri e Mancini sono scoppiate per parole forti nei confronti del tecnico dell’Inter, tanto si è detto e tanto si è scritto, mettendo la parola fine la scorsa settimana, quando si giocò Napoli-Positano. L’omofobia, quella parola tante volte sentita e ripetuta in questo periodo, che ha a che fare, principalmente, con il timore, la rabbia e il disprezzo verso tutto ciò che riguarda il mondo omosessuale. Sentimenti che sembrano superati ai nostri tempi, e che invece ancora ci animano.
In gara contro l’omofobia. Promuovere una cultura delle differenze nello sport e attraverso lo sport, è questo il titolo del concorso a premi che il Centro SInAPSi – Servizi per l’Inclusione Attiva e Partecipata degli Studenti universitari – dell’Università Federico II (Napoli) ha deciso di promuovere. Si tratta di un’interessante iniziativa rivolta a tutti gli amanti degli sport con l’intento di sensibilizzare le persone ai valori dello sport per contrastare l’omofobia e la transfobia. Il concorso richiede a gruppi di “sportivi”di realizzare un cortometraggio sui temi dell’omo-transfobia, della discriminazione e delle violenze legate al genere e all’orientamento sessuale, previo precedente percorso formativo-esperienziale, della durata di due incontri, previsto nel periodo compreso tra il 12 Maggio e il 13 Luglio 2016. I cortometraggi pervenuti entro il 23 settembre 2016 verranno pubblicati sul sito www.bullismoomofobico.it e sulla pagina fb del Centro di Ateneo SInAPSi dell’Università Federico II, ammirati e valutati dal popolo web tramite un semplice “mi piace”. I 5 video più votati, entro il 31 ottobre 2016, saranno valutati da una giuria di esperti. La partecipazione al concorso è assolutamente gratuita ed è aperta a tutti coloro che svolgono attività sportiva, agonistica e non, ma non a livello professionistico. Per maggiori informazioni è possibile consultare il bando completo di seguito.
L’obiettivo principale del progetto è prevenire e contrastare il fenomeno dell’omofobia negli ambienti legati allo sport, nonché promuovere un’idea condivisa dello sport come fattore di inclusione delle differenze di ciascun individuo. Tale obiettivo sarà realizzato attraverso azioni di formazione e sensibilizzazione mirate.
Il Servizio Antidiscriminazione e Cultura delle Differenze del Centro di Ateneo SInAPSi (Università Federico II di Napoli) ti invita a partecipare al concorso “In Gara contro l’omofobia. Promuovere una cultura delle dif- ferenze nello sport e attraverso lo sport”.
Realizza un cortometraggio e potrai vincere uno dei tre premi in denaro in palio!
Al termine della seduta d’allenamento odierna, svolta nel pomeriggio a Torre del Grifo Village e seguita dalla conferenza pre-gara, l’allenatore del Catania Giuseppe Pancaro ha convocato 20 giocatori per la sfida all’Ischia Isolaverde, in programma sabato alle 14.00 allo stadio “Enzo Mazzella” e valida per la ventunesima giornata del torneo in corso. Prima convocazione per i neo-rossazzurri Francesco Felleca, Axel Gulin, Florin Logofatu ed Arturo Lupoli. Prima chiamata in vista di una gara di campionato per il centrocampista della Berretti Davide Di Stefano, classe 1999.
Questi gli atleti a disposizione di mister Pancaro:
Una petizione su change.org e un gruppo Facebook per chiedere che il docente 43enne venga reintegrato
Una petizione su change.org e un gruppo su Facebook: i social si mobilitano per Stefano Rho, docente bergamasco licenziato per un fatto (oltretutto molto banale) avvenuto 11 anni fa. Non solo, sulla vicenda c’è anche l’interrogazione parlamentare di Antonio Misiani (Pd): “È una vicenda paradossale e assurda, chiederò tutti i chiarimenti e gli interventi necessari alla ministra della pubblica istruzione”.
La motivazione del licenziamento, come riporta il Corriere della Sera, è non aver dichiarato in un’autocertificazione per il Ministero dell’Istruzione di essere stato condannato a una multa di 200 euro per aver fatto la pipì in un cespuglio. Fatto che risale a 11 anni fa. La storia di Rho, 43 anni, sposato e padre di 3 figlie comincia nel Ferragosto del 2005 quando a sera tardi viene sorpreso dai carabinieri mentre fa la pipì in un cespuglio di Averara, in valle Brembana. Aveva passato la serata con gli amici a bere a mangiare e, pare, non ci fossero locali pubblici a disposizione per quella necessità.
Nel suo iter la denuncia arriva sul tavolo del giudice di pace e per il professore scatta la multa di 200 euro per “atti contrari alla pubblica decenza”. Il 2 settembre 2013 il docente firma per il ministero dell’Istruzione l’autodichiarazione in cui certifica di non aver subito condanne o provvedimenti. Tre mesi dopo, il dirigente scolastico gli comunica che da un controllo è emerso che risulta “destinatario di un decreto penale passato in giudicato” e, sentite le sue spiegazioni, lo “censura”. Non è dello stesso avviso la Corte dei Conti, secondo la quale a un’autocertificazione non veritiera deve seguire il licenziamento. Così il dirigente scolastico di Bergamo, Patrizia Graziani, ha dichiarato la decadenza dell’insegnante.
La formazione etnea nella giornata di ieri è partita alla volta della Campania,dove si fermerà a Napoli e soltanto nella giornata di venerdì raggiungerà l’isola di Ischia, per l’impegno di sabato allo stadio “Mazzella” in programma alle ore 14:00. Il tecnico della formazione siciliana è intervenuto in conferenza stampa ai microfoni di catanista.com ,analizzando così la prossima sfida:” “Vincere fa bene soprattutto per il morale e noi ne avevamo bisogno contro il Matera.
Adesso dobbiamo cercare di andare a vincere anche ad Ischia, con grande rispetto per l’avversario che è vivo e che nelle ultime tre partite ha fatto molto bene. Adesso i punti iniziano a pesare sia per chi si deve salvare, sia per chi deve vincere. Sarà difficile, sarà importante sfruttare gli episodi. Non siamo favoriti, non esistono partite scontate. Le gare diventano facili se sei bravo ad approcciarle nella maniera giusta. L’Ischia ci darà battaglia perché vorrà fare bene di fronte ai propri tifosi. Non abbiamo alternative alla vittoria, ci allontaneremmo molto dalla zona a rischio.
Capitolo Mercato? Sul mercato abbiamo fatto quello che dovevamo fare, sono in linea con le scelte. Questa squadra è forte, non avevamo bisogno di rivoluzione. Dispiace che siano partiti diversi ragazzi però era giusto dargli la possibilità di andare a giocare con più continuità.
Bombagi per caratteristiche è una mezzala, sa giocare a calcio, ha grossissime qualità tecniche, può ricoprire più ruoli. Per la formazione è ancora presto, mancano tre giorni alla partita. I nuovi si sono allenati solo oggi. Partiamo prima perché è il modo migliore per affrontare questa trasferta. Felleca e Gulin sono due giovani interessanti, bisogna dargli il tempo di adattarsi ed ambientarsi senza mettergli pressioni. Lupoli è un giocatore molto importante, può fare sia l’esterno di destra, sia la punta centrale. Bastrini e Parisi possono essere, all’occorrenza, i vice-Nunzella. Nel nostro centrocampo, nella prima parte di stagione, è andato bene quasi tutto. La partenza di molti giocatori è dettata solo dalla possibilità di farli giocare di più.
Sono soddisfatto di quanto fatto contro il Matera, affrontavamo una squadra molto forte, che non perdeva da ottobre e non prendeva due gol nella stessa partita da settembre.
Sono molto dispiaciuto per la partenza di Scarsella, è un grande giocatore ed un bravo ragazzo. In questo momento, però, qui aveva meno possibilità di giocare. Merita la possibilità che gli abbiamo dato. Giochiamo sempre fino all’ultimo secondo di partita per vincere, non ci siamo mai accontentati. Abbiamo fatto fino ad oggi molto bene ma ci sono anche gli avversari che ha volte ti possono creare difficoltà.
Dispiace per l’atteggiamento dei tifosi. Li capisco, so cosa hanno dovuto passare e so la delusione e l’amarezza che hanno e non mi permetto di giudicarli. Sicuramente noi stiamo dando tutto quello che abbiamo per questa maglia; i ragazzi stanno dando tutto per cercare di portare il Catania più in alto possibile.
Un Catania che andrà ad Ischia con una serie di infortunati ? L’infortunio di Plasmati ha caratteristiche diverse rispetto a Calil. Peccato per il suo infortunio perché viveva un buon momento, adesso lo perdiamo per un po’. Non facciamo distinzioni tra i tifosi rispetto ai settori in cui stanno. Per noi tutti loro sono importanti, tutti amano il Catania.
Per la partita di sabato contro il Catania confermato il 4-3-3 o ci saranno delle novità? La continuità è la parola d’ordine, anche se nel girone d’andata, eccezion fatta per qualche partita, ci manca solo qualche vittoria. Bisogna continuare su questa strada e sfruttare meglio qualche episodio. Il 4-2-3-1 è un modulo che potremmo utilizzare anche a inizio partita, anche se col 4-3-3 abbiamo determinate certezze, è sistema che abbiamo avallato“.
L’Ischia oggi finalmente torna sull’isola. Dopo tanti mesi di polemiche, riunioni con i tifosi, da oggi inizia un nuovo ciclo per i gialloblu, con l’obiettivo di raggiungere la salvezza diretta. Proprio per questo i supporters gialloblu saranno al fianco della squadra per sostenerli durante gli allenamenti ma soprattutto nelle partite casalinghe al “Mazzella”. Un ingrediente che va aggiunto a questa ricetta, che spesso e volentieri ha fatto una grande differenza,che ha portato la squadra isolana col passare degli anni a diverse salvezze storiche, come quella della scorsa stagione nel playout contro l’Aversa Normanna, sia all’andata che al ritorno. Appuntamento oggi alle ore 14:30 al “Mazzella”, dove la squadra riabbraccerà i suoi tifosi. Ci sarà anche chi in questi mesi, soffrendo da lontano, non è entrato allo stadio fino a quando la squadra non tornasse ad allenarsi sull’Isola. Ad annunciare il ritorno sull’isola è stato lo stesso presidente Luigi Rapullino, durante la conferenza stampa di lunedì all’Hotel Re Ferdinando. Per la squadra isolano saranno tre mesi durissimi, si dovrà lottare tutti insieme per raggiungere l’obbiettivo. Per la partita di sabato contro il Catania in programma alle ore 14:00, ci si attende una grande cornice di pubblico.
Controlli di polizia davanti all’obitorio dove si trova la salma di Giulio Regeni (reuters)
Indiscrezioni sui risultati dell’autopsia: la morte provocata da un forte colpo alla testa, sul corpo segni di accoltellamento, tagli, ustioni. Renzi chiede “piena chiarezza e subito rimpatrio salma”. Mattarella: “Collaborazione con autorità egiziane, sia fatta piena luce”. Per la polizia “morto in incidente d’auto”. Scriveva sul Manifesto sotto pseudonimo: “Negli ultimi tempi era preoccupato”. I familiari diffidano il quotidiano dal pubblicare l’ultimo articolo. Il suo paese proclama lutto cittadino. Sette investigatori italiani seguiranno le indagini al Cairo
IL CAIRO – Il cadavere di Giulio Regeni, scomparso la notte del 25 gennaio al Cairo e ritrovato ieri, dieci giorni dopo, “presenta chiari segni di percosse e torture”. Secondo le prime indiscrezioni sui risultati dell’autopsia, emerge che la morte è stata provocata da un forte colpo alla testa.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, “auspica che, attraverso la piena collaborazione delle autorità egiziane, sia fatta rapidamente piena luce sulla preoccupante dinamica degli avvenimenti, consentendo di assicurare alla giustizia i responsabili di un crimine così efferato, che non può rimanere impunito”.
Ma le indagini degli investigatori egiziani sono al momento contrastanti. Il procuratore egiziano – che ha disposto l’autopsia – riferisce che sono stati trovati segni di coltellate sulle spalle. Il corpo, ha aggiunto, era martoriato: un orecchio mozzato, tagli sul naso, ustioni di sigarette sulle braccia, ecchimosi da pugno in faccia. “È stata una morte lenta”, ha concluso. Il cadavere è stato trovato senza vestiti dalla vita in giù, buttato sul ciglio della strada che collega Il Cairo ad Alessandria, in un luogo lontano sia da casa sua (el Dokki, quartiere centrale di Giza) sia dal luogo dove aveva appuntamento con il suo amico il 25 gennaio (centro del Cairo). Accompagnati dall’ambasciatore italiano, Massimo Massari, i genitori hanno riconosciuto il corpo del proprio figlio all’obitorio di Zeinhome. Poi, in serata, hanno sentito al telefono il premier Renzi. Per tutta la giornata sono rimasti in silenzio. Non si sa quando faranno ritorno dall’Egitto.
La Procura ha “ordinato di interrogare immediatamente gli amici del dottorando italiano”.
Giulio Regeni
Ma non ci sono elementi chiari. Ashraf al Anany, direttore dell’ufficio stampa del ministero dell’Interno egiziano, smentisce la ricostruzione fornita da Hosam Nassar, direttore della procura di Giza: “La questione è delicata e nessuno dovrebbe fare simili osservazioni. Non c’è stata alcuna tortura e l’assenza di segni è stata confermata dai funzionari dell’obitorio di Zeinhom, dove si trova il corpo del ragazzo”.
Veli che si levano, e dalla redazione de il Manifesto, il giornalista Simone Pieranni conferma quanto raccontato ai microfoni di Radio Popolare dal collaboratoreGiuseppe Acconcia: Regeni aveva scritto più volte per il quotidiano, sotto pseudonimo. Aveva preferito non firmare gli articoli perché “aveva paura per la sua incolumità“. Il quotidiano annuncia l’intenzione di pubblicare l’ultimo articolo ricevuto una decina di giorni prima della sua sparizione sui movimenti operai egiziani. Ma la famiglia del ricercatore si oppone e, attraverso il proprio avvocato, invia una diffida al giornale che, però, non cambia idea. “L’inchiesta di Regeni – confermano al Manifesto – sarà in edicola”.
Secondo Acconcia, la testimonianza di una giornalista egiziana che avrebbe visto uno straniero arrestato alla fermata della metropolitana di Giza, al Cairo, è molto importante. Che Regeni volesse intervistare “attivisti per i diritti dei lavoratori” è quanto rivelato al quotidiano filogovernativo Al-Ahram anche da uno degli amici egiziani di Regeni, che ha preferito restare anonimo. La fonte ha spiegato di aver ricevuto diverse mail e telefonate dal giovane che gli chiedeva contatti di attivisti per i diritti dei lavoratori da poter intervistare per la sua ricerca.
Restano due ipotesi, contrastanti e diffuse rispettivamente da procura e polizia: che Regeni sia stato ucciso, oppure che sia morto in seguito a un incidente stradale. La prima è stata confermata da Nassar, direttore della procura di Giza, la seconda è stata diffusa dal direttore del Dipartimento investigativo di Giza, Khaled Shalabi: “Il movente criminale è da escludere, le prime indagini evidenziano che è stato vittima di un incidente d’auto”, ha detto. Poi ha negato che il dottorando sia stato colpito da “spari o coltellate”. Una squadra di sette uomini (polizia, carabinieri e Interpol) seguirà le indagini in collaborazione con le autorità egiziane.
L’Italia si muove. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha parlato nel pomeriggio con l’omologo egiziano Abdel Fattah al-Sisi. Gli ha rappresentato l’esigenza che la salma – attualmente in un ospedale italiano al Cairo – sia presto restituita alla sua famiglia, all’Italia, e che sia dato pieno accesso ai nostri rappresentanti per seguire da vicino tutti gli sviluppi delle indagini. Il presidente al-Sisi ha detto al premier italiano di aver ordinato al ministero dell’Interno e alla Procura generale di “perseguire ogni sforzo per togliere ogni ambiguità” e “svelare tutte le circostanze” della morte di Giulio Regeni, un caso al quale “le autorità egiziane attribuiscono un’estrema importanza”. “L’Italia troverà una cooperazione costruttiva da parte delle autorità egiziane”, ha aggiunto al-Sisi, esprimendo le proprie condoglianze. Su indicazione del ministro degli Affari Esteri Paolo Gentiloni, il segretario generale della Farnesina Michele Valensise ha convocato con urgenza l’ambasciatore egiziano Amr Mostafa Kamal Helmy.
“Chiediamo che la verità emerga fino in fondo” ha detto a Londra Gentiloni. “Lo dobbiamo in particolare alla famiglia colpita in modo irreparabile ma che almeno pretende di conoscere la verità”, ha aggiunto. E nel frattempo il ministero degli Esteri egiziano ha convocato l’ambasciatore italiano, per “seguire gli sviluppi” delle indagini. La procura di Roma ha aperto un fascicolo per omicidio. L’indagine contro ignoti è affidata dal procuratore capo Giuseppe Pignatone al pm Sergio Colaiocco.
Giulio Regeni
“Com’è potuto accadere?”, “sul corpo segni di violenza e tortura”, sono alcuni dei tweet che da ieri sera ininterrottamente partecipano al dolore per la morte di Giulio Regeni. Messaggi inviati all’hastag #whereisGiulio, anche in lingua inglese come quello di un’amica che chiede: “…and now we want to know the truth! The real one #whereisgiulio”.
Il tono dei messaggi è cambiato rispetto ai giorni scorsi quando si chiedeva di sapere dove si trovasse. Da ieri l’attenzione è puntata sul tentativo di capire cosa sia realmente accaduto.
Sui social i pensieri degli amici rivolti ai familiari. E appare anche il tweet di Paolo Dean, sindaco di Fiumicello negli anni in cui Regeni era primo cittadino dei ragazzi: “Una notizia che non avrei mai voluto apprendere.. Ancora adesso spero non sia vera.. Ciao Giulio..”.
Giulio Regenida settembre, abitava in un appartamento del Cairo per scrivere una tesi sull’economia egiziana presso l’American University. Era scomparso il 25 gennaio. Era il quinto anniversario dell’inizio della rivolta studentesca di piazza Tahrir, breve momento di democrazia nella sua millenaria storia. Regeni aveva un appuntamento in piazza Tahrir. Ma quel giorno la piazza e il resto dell’immensa metropoli erano presidiate anche più del solito da forze armate e polizia.
All’appuntamento non è mai arrivato e dopo tre giorni la polizia aveva escluso l’ipotesi della scomparsa del ragazzo per un errore dei servizi di sicurezza egiziani. Si pensava che potesse essere incappato in una retata durante una manifestazione antiregime che si era svolta proprio il giorno della scomparsa. Ipotesi smentita con forza dai servizi di sicurezza egiziani.
La giunta comunale di Fiumicello ha proclamato il lutto cittadino, di fatto già in atto, e ha annullato la festa del patrono, San Valentino, del 14 febbraio. È stato deciso questa mattina al termine di una riunione alla quale era presente il parroco. In paese le bandire di tutti gli edifici pubblici sono già listate a lutto. “A Giulio Regeni sarà intitolato il Centro di aggregazione giovanile di Fiumicello”, ha deciso la giunta. Il centro è sorto di recente e l’amministrazione ha preferito decidere subito in merito. “A Fiumicello siamo unitissimi, è come se fosse venuto a mancare un figlio nostro” ha detto il sindaco Ennio Scridel, “il clima è pesantissimo ed è piombato un silenzio che esprime più del dolore”. Così domenica pomeriggio ci sarà una fiaccolata organizzata dal consiglio comunale dei ragazzi, per ricordare quello che è stato per anni il “sindaco dei piccoli”.
Giulio Regeni a 12 anni, quando era sindaco dei ragazzi
Lentamente i profili degli amici di Giulio iniziano a scomparire. Cose che erano apparse negli articoli, ora sono sostituite da scritte che avvertono ‘contenuto non disponibile’, qualcosa che non c’è più. La ricerca di Giulio Regeni è finita, ora resta quella della verità.
Noura Wahby, è stata la prima a dare l’allarme della scomparsa di Regeni. Il suo profilo Fb è stato attivo fino al giorno del ritrovamento del corpo del suo amico. La foto di loro due insieme non è più visibile ma questo è l’ultimo post: “Giulio è il mio migliore amico. E’ scomparso dal 25 gennaio. Ci siamo incontrati all’inizio dei nostri studi nel 2014 a Cambridge, Regno Unito. Studia la lingua araba da anni. Ama l’Egitto. Ama la gente. Pensa che meritiamo il meglio. Era mia guida a Cambridge. Avrei dovuto essere la sua guida al Cairo. Ho avuto modo di guardare la mia amata città attraverso i suoi occhi. Abbiamo bevuto ‘nos darba’ in piccoli negozi di succhi di frutta. La scorsa settimana aveva appena scoperto il sahlab (una bevanda tipica a base di latte, ndr). Il 15 gennaio è stato il suo compleanno. Ha imparato a fare il tiramisù nella nostra cucina per la sua ragazza. Sua mamma ne ha mangiato la metà. Questa è una foto di noi due quando abbiamo passato gli esami di primo anno. Allora avevo pensato che avremmo dovuto rifare la stessa foto il giorno della laurea. Dobbiamo fare quella foto. Trovatelo. Per favore”
Il Napoli capolista sta regalando gioie calcistiche al presidente Aurelio De Laurentiis, ma il club partenopeo continua ad avere un notevole impatto, e stavolta molto negativo, sui conti del gruppo Filmauro, la storica casa di produzione e distribuzione cinematografica fondata nel 1975, cui fa capo il controllo della società di calcio. Come raccontano i colleghi di Calcio e Finanza, “la perdita di 13,1 milioni registrata nell’esercizio fiscale 2014-2015 dal Napoli, la prima dopo otto anni di profitti, ha impattato sul bilancio consolidato della FilmAuro, che ha registrato una perdita superiore a 10 milioni, mentre la capogruppo ha invece beneficiato dei risultati positivi, seppure in netto calo sul fronte di ricavi, del tradizionale business di famiglia”.
Il fatturato 2014-2015 dell’area cinema, home video, tv e diritti musicali, pesa solo per l’11% dell’intero giro d’affari della FilmAuro e si è attestato a 13,4 milioni, “in flessione del 40% rispetto allo stesso dato dell’anno precedente, ma grazie al contestuale taglio dei costi, scesi da 26 a 16,7 milioni, il margine operativo lordo è risultato positivo per 9,1 milioni (-33,9%) generando un utile netto di 2,2 milioni (-35,2%)”.
Nel frattempo i ricavi sono scesi da 277,8 a 165,5 milioni di euro visto che da luglio 2014 a giugno 2015 sono mancati i proventi della Champions League e non ci sono state plusvalenze come accaduto negli anni scorsi grazie alle cessioni al Paris Saint-Germain di Ezequiel Lavezzi ed Edinson Cavani: “il margine operativo lordo è sceso da un +19 milioni a -5,7 milioni, il risultato netto ha visto una perdita appunto di 10,6 milioni contro un utile di 24 milioni per l’anno precedente”.
Il Mattino riporta le parole di Lavezzi e del suo agente Alejandro Mazzoni in un’intercettazione telefonica. C’è anche un passaggio nel quale si parla del progetto di Lavezzi e del suo manager di andare via da Napoli per sistemarsi in un’altra squadra nella telefonata fra il calciatore argentino e il suo manager Alejandro Mazzoni, del 20 gennaio 2012, che ha dato spunto all’inchiesta della Procura di Napoli sulla presunta evasione fiscale in cui sono coinvolte numerose società nonché giocatori e procuratori. Nella telefonata Mazzoni riferisce di avere parlato con il presidente al quale ha detto: «Nessun problema, solo che il ragazzo non ce la fa più. Vive da cinque anni chiuso in casa. In un carcere di lusso e di questo ne abbiamo già parlato l’anno scorso in barca e lui mi ha detto: ‘si, si, ma come prima cosa si deve trovare la squadra che paghi la clausolà». «Gli ho detto: ‘pres, la clausola è un prezzo orientativo in modo che la società sia protetta, un prezzo alto quando l’abbiamo messa». Lavezzi: «Ma noi siamo stati chiari!». Mazzoni: «…è normale, ognuno fa il suo discorso. Ovviamente uno cercherà di trovare i quei soldi… credo che se uno trova la società … se gli interessi a una società come il Manchester City, Paris Saint-Germain (la squadra alla quale sarà ceduto, ndr) quei tipi di società che spendono quantità di soldi, si rispetta la clausola altrimenti io penso che il prezzo logico è 25 milioni di euro… ovviamente lui ha detto: ‘noi l’abbiamo valorizzatò. ‘no, presidente, non è così, quando lui è arrivato era già un campione, sono cresciuti insieme, io credo che il Napoli gli ha dato molto però anche lui ha dato molto al Napoli»
La moviola della Gazzetta dello Sport: “L’episodio chiave della gara al 23’ p.t., sull’azione del gol che sblocca la parita. Jorginho lancia in verticale per Higuain e Callejon, che al momento del lancio sono entrambi in posizione regolare. Ma il dubbio arriva al momento del mancato controllo del numero 9 del Napoli: le immagini non chiariscono bene, la sensazione è che Higuain pur lisciando il pallone tocchi con la suola e dunque la posizione successiva di Callejon (che serve l’assist a Higuain) sia irregolare. Chiamata comunque difficilissima. È regolare invece la posizione di Callejon sull’azione del 2-0. Nella ripresa Irrati sospende per qualche minuto il gioco per i cori discriminatori della Curva della Lazio, che inneggia al Vesuvio e copre di ululati Koulibaly”.
La Repubblica scrive sulla vittoria del Napoli contro la Lazio: “Era un esame vero, per il Napoli. Il più insidioso da quando la squadra di Sarri si è arrampicata spavaldamente in testa, macinando successi e bel gioco. Le vertigini hanno smesso di fare danni già da un po’ e anche i tifosi hanno imparato a gestire il primato con maturità: accompagnando senza eccessi la marcia della squadra. Ma la trasferta dell’Olimpico contro la Lazio, in serie positiva da sette giornate, aveva comunque un coefficiente di difficoltà maggiore ed era infatti attesa con la guardia alta pure degli azzurri: costretti a rinunciare per squalifica a Hysaj e Allan, due dei titolarissimi che hanno trascinato finora la capolista. Qualche scompenso difensivo c’è stato, in effetti: all’inizio e nel finale. L’emergenza ha però creato più problemi a Pioli, costretto a giocarsela con gli uomini contati e un centrocampo muscolare. Sono mancate molto le geometrie di Biglia”.
Perdere Londra, per l’Unione europea, significa perdere molto. Uno dei due membri europei del Consiglio di sicurezza, con le sue capacità militari e di politica estera; una piazza finanziaria dinamica; un modello attrattivo indiscutibile per le giovani generazioni; un attore economico vitale del mercato unico. L’Ue di oggi – già investita da crisi molteplici e in crescita asfittica – non può, letteralmente, permetterselo. Trovare una soluzione è quindi cruciale, non solo per il futuro della Gran Bretagna ma per il futuro del nostro Continente. Il punto è che tale soluzione dovrà consentire di tenere Londra in Europa a condizioni che non ledano l’Unione.
Se partiamo di qui, il compromesso proposto da Donald Tusk, come presidente del Consiglio europeo, è un buon compromesso. Potrebbe infatti permettere a David Cameron di ottenere prima il via libera degli europei (un passaggio essenziale si avrà già al Consiglio europeo del 18 febbraio) e poi il via libera dei britannici, vincendo il referendum (che si terrà prevedibilmente a giugno).
Come in tutti i negoziati, il diavolo è però nei dettagli. E’ decisivo capire come potrà funzionare «l’emergency brake», il freno che Londra rivendica – per i Paesi non membri della zona euro – su eventuali decisioni dell’eurogruppo che possano influenzare anche gli interessi finanziari ed economici di chi non fa parte della moneta unica. Donald Tusk ha scritto nero su bianco che Londra non sta ottenendo un potere di veto (punto dirimente per i francesi); ma andrà appunto verificato come funzionerà un accordo che prevede il riesame di singole decisioni. Lo stesso vale per un secondo capitolo negoziale: l’accesso al welfare britannico di cittadini immigrati di provenienza europea. In questo caso il problema essenziale, per Cameron, è di riuscire a «soddisfare» l’opinione euro-scettica inglese (il meccanismo è una sospensione temporanea di parte dei benefici in circostanze eccezionali) senza mettere a rischio il principio della libertà di circolazione in Europa e senza perdere l’appoggio di Paesi come la Polonia. Non a caso, il premier inglese è in missione a Varsavia.
Per il resto, il pacchetto di Donald Tusk contiene concessioni simboliche importanti per Londra. Il riconoscimento esplicito e formale, anzitutto, che la Gran Bretagna detiene uno «status speciale» in Europa (era nei fatti già così, visti gli «opt out» dall’euro e da Schengen), che la esenta dal condividere l’obiettivo dichiarato dell’Ue: una integrazione politica progressiva. Londra sottrae così se stessa alla dinamica della «ever closer Union», di un’Unione politica sempre più stretta. E’ una posizione che stride con la lettera degli attuali Trattati (che andranno poi rivisti, accenna blandamente Tusk); ma che riflette la realtà delle cose. E la mia conclusione – ascoltando David Osborne ieri a Roma, alla conferenza Aspen con Pier Carlo Padoan – è che l’ambizione inglese sia in realtà diversa dal passato. Per anni, Londra ha cercato di frenare l’integrazione europea nel suo insieme. Oggi, e dopo la crisi finanziaria, la Gran Bretagna riconosce invece che l’area euro deve strutturarsi meglio perché l’economia continentale funzioni, con i suoi riflessi sulla City. L’interesse di Londra, insomma, non è di impedire l’Unione bancaria o fiscale; è di definire meglio i rapporti fra i Paesi «in» e i Paesi «out», difendendo la sovranità inglese e al tempo stesso promuovendo la competitività del mercato unico.
In uno scenario virtuoso, l’esito finale della partita sul Brexit – lanciata da Cameron essenzialmente per ragioni di politica interna – potrebbe essere questo: un’Unione europea fondata più coerentemente su due gambe, quella dell’euro e quella del mercato unico. Non sarebbe propriamente un’Europa a due velocità: la Gran Bretagna non aspira certo a raggiungere l’euro-zona. Sarà un’Europa a più monete e più nettamente differenziata al suo interno: che funzionerà solo se tutte le parti riconosceranno l’interesse reciproco a stare insieme e quindi accetteranno, cosa che oggi non è, l’esistenza di rischi condivisi. Tra i vantaggi, una sana riduzione dello scarto fra retorica e realtà; e la possibilità di condurre su basi più accettabili (l’adesione a un «cerchio» esterno) le trattative per futuri allargamenti (Turchia e Balcani).
Esiste, inutile negarlo, anche un rischio. Il rischio è che il caso inglese diventi, viste le fratture già esistenti in Europa, un precedente per il proliferare di rivendicazioni nazionali, che finirebbero per fare a pezzi l’Unione. E’ per questo importante che il negoziato con Londra sia considerato parte (così come è presentato del resto nella proposta di Tusk) di una revisione possibile e necessaria del funzionamento generale dell’Ue.
L’Italia – come la Germania (o come gli Stati Uniti, per andare più in là) – è pienamente consapevole dell’importanza della Gran Bretagna in Europa. E sta giocando la sua parte. Deve anche trarre, dal negoziato con Londra, le lezioni giuste. Un’Europa flessibile, a integrazione variabile è nella realtà delle cose; e avrebbe potenziali vantaggi, anche per i Paesi dell’euro. D’altra parte, l’Italia è in una posizione opposta a quella di Londra: il nostro problema non è di restare fuori ma è di restare parte del «nucleo duro» europeo, in campo economico e nelle politiche migratorie. Scenari diversi ci lascerebbero estremamente esposti all’instabilità mediterranea. Quindi certo: l’Italia – come uno dei principali contributori netti al bilancio comunitario e come Paese che ha retto per anni l’ondata migratoria dalla Libia – può e deve rivendicare ciò che le sembra giusto in termini di flessibilità. Ma non deve perdere di vista, nelle battaglie parziali, la sfida sostanziale.
L’esimio vicepresidente del Senato della Repubblica Italiana, insomma Gasparri, insulta in televisione i portatori di handicap (ndr: rivolto all’intervistatore Enrico Lucci dicendo: «Questo è il “Family Day”, non è l’Handicappato Day…però ci sei anche te!») e davanti alle prevedibili reazioni gasparrofobiche di una parte ostinatamente sensibile della popolazione reagisce piccato: «Ho chiesto scusa su Twitter, che vadano in Rete!». Secondo la versione un tantino forzata di Gasparri, non soltanto il mondo deve sostenere il peso delle sue incursioni quotidiane nei territori del cattivo gusto, ma anche correre immediatamente su Internet per cercarvi e apprezzare le sue scuse, che ormai partono in automatico come il dito medio degli allenatori al primo buu della curva. Perché Gasparri è Gasparri, ma non è il solo. Anzi, se oggi esiste un’immagine che riflette l’anima profondamente cattolica del nostro Paese è quella di un immenso scusificio, dove si sbaglia e ci si scusa quasi in contemporanea e con assoluta nonchalance, pur di potere tornare a peccare al più presto in santa pace.
Ho detto Handicappato Day, ma mi scuso. Ho detto che coi tovaglioli dell’Ikea mi ci pulirò il sedere e glieli rimanderò indietro (sempre Gasparri), ma mi sono già scusato, mi sto scusando, a breve mi scuserò. Ho dato del finocchio al mio rivale, comunque gli ho chiesto scusa. Ho ammazzato mia moglie, lo so, scusate, ho fatto una cavolata. Ho tirato dell’acido in faccia a una persona però mi dispiace tantissimo, proprio tanto: adesso posso andare? Ho preso sotto un ciclista e non mi sono fermato a soccorrerlo, ma ho una voglia matta di chiedere perdono ai suoi familiari, possibilmente subito, perché stasera avrei una cena e se arrivo in ritardo poi mi toccherà scusarmi.
Il Corriere dello Sport che scrive: “La mezza Lazio di ieri non poteva reggere il confronto, non aveva lo spessore, la struttura fisica e tecnica, l’ambizione del Napoli. Era di una categoria inferiore. Il Napoli si è messo a palleggiare per far passare il tempo, sembrava in allenamento, la Lazio non sapeva più da che parte attaccarlo”. Un accenno, ovviamente, anche all’incresciosa pausa decretata giustamente dall’arbitro Irrati per i cori offensivi verso Kalidou Koulibaly ed i napoletani: “Gli stupidi, mascalzoni e vigliacchi che stavano urlando la loro idiozia dalla curva Nord si sono scatenati e per 3 minuti la partita è rimasta ferma. Hanno perso la Lazio e i laziali, contenti loro…”.
La Gazzetta dello Sport scrive sulla settima vittoria consecutiva del Napoli: “Tra le righe la gara dell’Olimpico ha evidenziato due potenziali punti deboli della capolista. Mancavano Hysaj e Allan per squalifica e Ghoulam per ricarica batterie, e i sostituti, i terzini Maggio e Strinic e il mediano David Lopez, non hanno brillato. Prestazioni oneste, ma con qualche sbavatura, ennesima conferma che gli undici titolarissimi sono stra-competitivi per lo scudetto e per l’Europa League, e che qualunque cambiamento può generare scompensi. Del Napoli poi non è piaciuto l’atteggiamento nella prima parte della ripresa, quando la squadra ha ceduto alla tentazione della sufficienza. Mai dare per scontato niente di fronte a nessuno, l’altra lezioncina che si può trarre dalla serata”.
Tuttosport scrive sull’infortunio di Caceres: “A Massimiliano Allegri non importa nulla se la tredicesima vittoria di fila arriva nella serata meno indicata per chi intendeva assistere a un match spettacolare. Sarà stata anche (se non soprattutto) colpa di un Genoa chiuso a riccio, pronto a chiudere ogni falla dinanzi ai campioni d’Italia nella loro versione meno intrigante degli ultimi tre mesi. Ma contava portare a casa altri tre punti, aspettando che il Napoli ne perda prima o poi, altrimenti tutto (o quasi) si deciderà nel dentro-o-fuori del 13 febbraio. La Juventus non molla, anche se la questione infortuni rischia di seminare granelli di pessimismo lungo la strada dello scudetto. Se i conti tornano, con i ko di Patrice Evra e Martin Caceres siamo a 39 stop stagionali di cui 27 muscolari. Tu chiamali, se vuoi, numeri… Ma il destino ha voluto scatenarsi senza pietà, anche su chi in teoria non ha il posto fisso alla Juventus ma finché può, prova a rendersi utile. Martin Caceres è uscito in lacrime, battendo i pugni sul prato dello Stadium: si toccava tibia e tallone destro, l’uruguaiano con il contratto in scadenza e alle prese con un futuro incerto all’orizzonte. E la sentenza del dopopartita è stata subito chiara e… dolorosa: lesione del tendine d’achille destro, oggi sono in programma ulteriori accertamenti ma la prima e frettolosa diagnosi parla di 6-8 mesi per il recupero completo”.
Tuttosport scrive sul divieto da parte dei tifosi napoletani di assistere al big match allo Juventus Stadium del 13 febbraio: “I “furbetti” che sperano di aggirare il provvedimento di chiusura del settore ospiti dello Stadium e il divieto di vendita dei biglietti a tutti i residenti in Campania per la sfida scudetto potrebbero rimanere delusi. Questura e Osservatorio sulle manifestazioni sportive hanno messo in preventivo che tifosi napoletani che abitano in altre parti d’Italia comprino i tagliandi per poi presentarsi allo stadio sabato 13 febbraio, ma non c’è bisogno neppure di mettere in moto le contromisure. Basta vedere i numeri dello Stadium: con 25 mila abbonamenti venduti, restano a disposizione 13 mila biglietti (la capienza è di 40 mila che scende a 38 mila escludendo il settore ospiti). E la maggior parte è già stata “bruciata” nella prelazione riservata ai Member juventini: a ieri sera le curve, la tribuna family, est e ovest 2° anello erano già esaurite, poche centinaia di tagliandi sono rimasti per gli altri settori. C’è da credere che per domani, quando dalle 11 inizierà la vendita libera, di biglietti ne restino davvero pochini, considerato anche l’appeal e il valore della partita. E visto che non è possibile neppure il cambio, di tifosi napoletani ce ne saranno con il contagocce. Del resto è stato applicato il principio di reciprocità: a settembre i sostenitori bianconeri non vennero ammessi al San Paolo, con restrizioni persino più pesanti. Nessuna speranza quindi di vedere supporter napoletani nel settore ospiti dello Stadium per evitare che si mischino con gli juventini in tribuna: la Juventus potrebbe accogliere nei duemila posti liberi i bambini delle scuole calcio”.