15.5 C
Castellammare di Stabia
Home Blog Pagina 6510

IL PESCARA A CAGLIARI HA EVIDENZIATO TUTTI I SUOI LIMITI CARATTERIALI

0

Diciamolo francamente. Una sconfitta a Cagliari, contro la corazzata rossoblù, che come rendimento interno ha uno score impressionante, certificato dalle 13 vittorie su 14 gare disputate – nemmeno squadre del livello di Barcellona, Napoli e Juventus hanno saputo fare di meglio – era ampiamente pronosticabile nel pre-gara e non può e non deve meravigliare nessuno, sebbene alla vigilia erano state riposte tante speranze in questo match in casa abruzzese, dove l’inguaribile ottimismo trasudava da tutti i pori. Inoltre, dopo 9 risultati utili di fila, una sconfitta non può essere considerata al pari di un dramma, sempre sportivamente parlando.

Piuttosto, spunti di riflessione, possono derivare da come è maturata questa sconfitta, che qualcuno ha definito essere una “beffa”, ma che ha evidenziato, a nostro sindacabile e personalissimo giudizio, i limiti caratteriali e di personalità di questa squadra, incapace di chiudere una gara, che aveva visto l’undici abruzzese passare in vantaggio dopo appena 120”, grazie ad un ottimo ed intelligente schema proposto su punizione e finalizzato da Torreira.

Partita che si era subito messa in discesa per la squadra abruzzese, che da quel momento in poi ha avuto una serie sesquipedale di occasioni per rendere il suo vantaggio ancora più pinguo, ma che, anche a causa della giornata non esaltante del suo bomber, Lapadula, il quale non solo ha sbagliato porta in occasione della sua clamorosa autorete, ma che si è dimostrato anche più impreciso del solito, è tornata a casa con le pive nel sacco. L’impressione è che se “Lapacadabra” non gira, in avanti si fa molta fatica. Almeno in fase di concretizzazione.

La squadra biancazzurra, con questo atteggiamento “garibaldino”, votato all’attacco a “testa bassa”, si è andata spegnendo nella seconda frazione, permettendo al Cagliari di uscire dal suo guscio, e di approcciarsi, seppur con colpevole ritardo, al match in maniera consona a quelle che sono le sue potenzialità, nonché ambizioni. Le due reti sarde, infatti, non sono frutto del caso, ma delle maggiore personalità e forza caratteriale dell’undici isolano, doti emerse dopo un periodo di “rodaggio” nel match, ma che alla distanza hanno fatto la differenza.

Gli abruzzesi non hanno potuto fare altro che prestare il fianco a quella che si è dimostrata essere una squadra completa sotto tutti i punti di visti. Massimo Oddo dovrà lavorare proprio sotto questo aspetto. Perché in serie A non ci si va solo facendo proclami a destra e manca, ma anche dimostrandosi una squadra con grinta e con carattere. La strada che porta alla promozione diretta è irta e piena di ostacoli, sebbene ancora ampiamente percorribile. A patto che non si ostenti troppo la sicurezza nei propri mezzi. E che si lavori sull’aspetto mentale. Ma questo siamo sicuri che a Pescara lo sanno. Almeno, ce lo auguriamo. Sabato, intanto, a Pescara scenderà l’Ascoli, per il più classico dei testa-coda. Il Delfino sarà chiamato ad una prova di carattere, grinta e orgoglio.

CHRISTIAN BARISANI

Costruiamo un Paese che attragga i cervelli. Salvatore Settis*

0

Se i nostri studiosi hanno successo nel mondo non sarà perché la nostra vituperata scuola è migliore di quel che amiamo credere?

CERVELLI in fuga, rientri dei cervelli, successi dei ricercatori italiani all’estero. Su questo fronte si scontrano due opposte retoriche, le geremiadi sull’Italia matrigna che costringe all’emigrazione i migliori e l’esultanza sul talento italiano che trionfa nel mondo. C’è del vero in entrambe, ma una più quieta analisi rivela altri elementi. Il tasso di emigrazione (a prescindere dal grado di istruzione) è raddoppiato negli ultimi cinque anni, e intanto l’attrattività dell’Italia è drammaticamente calata.

Nel 2014 il saldo migratorio con l’estero nell’età più produttiva registra una perdita di 45.000 residenti, dei quali 12.000 laureati, che hanno trovato impiego in Europa, ma anche in America e in Brasile. Dati preoccupanti, che accrescono l’età media di un Paese già tra i più vecchi del mondo (157,7 ultra-65 per 100 minori di 15 anni). Ma l’emigrazione di chi fa ricerca ha risvolti economici e produttivi, non solo demografici.

Prima di tutto, perché dalla ricerca (anche da quella “pura”, le cui applicazioni vengono dopo anni) nasce l’innovazione, che a sua volta genera produttività e occupazione. E poi perché gli anni di formazione, dalle elementari ai dottorati, hanno per il Paese un costo pro capite altissimo, ed è dissennato e antieconomico “regalare” ad altri un ricercatore di prima qualità dopo averlo allevato a caro prezzo.

C’è qui un equivoco da dissipare: da sempre chi fa ricerca si muove da un Paese all’altro, anzi l’esistenza di clerici vagantes è un requisito della libertà intellettuale. Niente di male se un biologo o un archeologo italiano va a lavorare in Svizzera o in Canada. A meno che questo flusso non sia unidirezionale, cioè in netta perdita. È quel che accade in Italia, dove il saldo negativo è intorno a 10 a 1 (uno straniero che fa ricerca in Italia per ogni 10 italiani all’estero).

Ma il trend comincia già negli anni universitari, dove l’Italia è sempre meno attrattiva per gli studenti di altri Paesi: nel 2014 quasi 50.000 italiani sono andati a studiare all’estero, solo 16.000 stranieri sono venuti in Italia (contro i 68.000 che sono andati in Germania o i 46.000 della Francia).

Secondo l’Ocse, che ha diffuso questi dati, lo squilibrio è dovuto ai bassi salari e alla difficoltà di trovar lavoro in Italia, dove «nel 2014 solo il 65% dei laureati fra 25 e 34 anni hanno trovato impiego, ed è questo il livello più basso d’Europa (media 82 %)».

Un indice significativo è offerto dai finanziamenti Erc (European Research Council) per i giovani (entro 12 anni dal dottorato): fino a 2 milioni per ogni progetto, che il vincitore può spendere dove crede, scegliendo una host institution in uno dei Paesi Ue. Colpisce, guardando le statistiche 2015 (oltre un miliardo di euro di fondi distribuiti), il contrasto fra due dati: da un lato, l’Italia è al secondo posto dopo la Germania, con 61 progetti vincenti. Dall’altro lato, il numero degli italiani che portano in altro Paese la propria “dote” è il più alto d’Europa: 31 su 61, il 50%.

Niente di male se un italiano preferisce un laboratorio inglese; ma nel Regno Unito, se i vincitori sono 54 (meno degli italiani), a scegliervi la host institution sono ben 115, con un saldo nettamente positivo (+ 61).

Lo stesso vale per Germania, Francia, Olanda, e così via: l’Italia è il fanalino di coda (è stata scelta da due soli stranieri, un portoghese e una romena), con forte saldo negativo (- 30). Perché? La verità è che ricercatori di alto livello e studenti alle prime armi tendono a diffidare dell’Italia per le stesse ragioni, carenza delle strutture e incertezza delle prospettive; per non dire degli stipendi universitari, congelati da anni e non competitivi.

Davanti a questi dati, chi vuole o l’insulto o l’applauso è in difficoltà. Bisogna esser contenti di quanto siamo bravi, o scontenti perché spendiamo la nostra intelligenza altrove? Ma la maggiore urgenza è fare un passo indietro, e domandarci: se i nostri studiosi hanno tanto successo nel mondo, non sarà prima di tutto perché la nostra vituperata scuola, a partire dal liceo classico di cui improvvisati censori reclamano la morte, è molto ma molto migliore di quel che amiamo credere, e abitua al pensiero creativo assai più di altri sistemi educativi?

E perché allora sottometterla al ripetuto elettroshock di riforme ricche di codicilli ma prive di indirizzo culturale? Seconda domanda: i ricercatori italiani tanto ricercati a Harvard, a Berlino, a Oxford, a Parigi sono stati formati nelle università italiane, che da Tremonti in qua vengono considerate (e a volte sono) la sentina di ogni vizio. Ma non avranno anche qualche virtù, se producono fior di studiosi ricercati dappertutto?

La scuola, l’università, la ricerca sono prove di futuro. A giudicare dai risultati le nostre istituzioni, nonostante la disgregazione di questi anni, hanno sfornato ottimi studiosi. Sapranno farlo ancora dopo il dissanguamento di risorse umane e di finanziamenti? Come ha notato l’Ocse, «l’Italia spende nell’educazione terziaria lo 0,9% del Pil, al penultimo posto fra i Paesi Ocse, con un livello simile a Brasile e Indonesia, mentre Paesi come il Canada, il Cile, la Danimarca, la Corea, la Finlandia e gli Stati Uniti spendono nel settore oltre il 2% del Pil».

Micidiali nubi si addensano sul futuro: i Prin (“progetti di ricerca di interesse nazionale”) sono stati finanziati nell’ultimo bando (dicembre 2015) con la ridicola cifra di 91 milioni per tutta Italia, per tutte le discipline (in Germania la sola Exzellenzinitiative comporta fondi di ricerca per tre miliardi in cinque anni).

Perdura il quasi-blocco delle assunzioni, che condanna a una perpetua anticamera migliaia docenti abilitati a cattedre di prima e seconda fascia. La scuola pubblica viene definanziata in favore della scuola privata, e riforma dopo riforma perde la natura di teatro della conoscenza e della creatività e si fa addestramento a frammentarie “competenze” di obbedienti esecutori. Perciò a ogni affermazione di ricercatori italiani all’estero dovremmo pensare: oggi campiamo di rendita, consolandoci coi successi di chi è stato formato da una scuola e da un’università che, intanto, stiamo distruggendo.

Ma domani? I giovani migliori (se abbienti) dovranno formarsi all’estero, perché la nostra scuola si immiserisce in microriforme senz’anima e le nostre università mancano di docenti, laboratori, biblioteche? Gli italiani che emigravano cent’anni fa erano padri, e mandavano le rimesse in patria per il futuro dei figli. I nuovi emigranti sono per lo più figli: quel che stiamo perdendo non sono solo le loro rimesse, ma la ricchezza che essi stessi rappresentano.

Trasporti pubblici, arrivano i rimborsi: se l’autobus è in ritardo, biglietto ripagato

0

PullmanLo prevede la bozza del decreto sui servizi locali: risarcimenti dopo mezz’ora.Stretta anche sui furbetti: chi non paga il biglietto rischierà 200 euro di multa.

Gli evasori di bus e metro, ovvero quelli che prendono i mezzi pubblici senza pagare, vanno incontro a multe salate. Lo prevede la bozza del decreto sui servizi pubblici locali, che dedica diversi articoli al Trasporto pubblico locale.

Per contrastare l’evasione nel settore del trasporto pubblico locale chi non “striscia” il titolo di viaggio va incontro a una sanzione pecuniaria da definire con legge regionale e dove la legge manca, si legge nella bozza, la multa «è pari a 60 volte il valore del biglietto ordinario e comunque non superiore a 200 euro».

Arriva anche una stretta su corse cancellate o ritardi, a tutela dei pendolari e di quanti si muovono con i mezzi pubblici. Il diritto al rimborso del biglietto scatta dopo mezz’ora se si tratta di mezzi pubblici cittadini o dopo un’ora se si allarga il raggio a livello locale, a meno che i problemi derivino da scioperi, calamità naturali o altri eventi imprevedibili.

*lastampa

Licenza Creative Commons
Alcuni diritti riservati

Napoli-Villarreal, sarà assente Jonathan Dos Santos

Out per circa due mesi. Non ci sarà dunque, Jonathan Dos Santos, centrocampista del Villarreal, giovedi prossimo, al San Paolo. Il ragazzo uscito in barella tre giorni fa, infatti, dovrà star fermo a causa della rottura miotendinea al bicipite femorale della coscia sinistra. 

Trasporti pubblici, arrivano i rimborsi: se l’autobus è in ritardo, biglietto ripagato

0

Lo prevede la bozza del decreto sui servizi locali: risarcimenti dopo mezz’ora.Stretta anche sui furbetti: chi non paga il biglietto rischierà 200 euro di multa.

Gli evasori di bus e metro, ovvero quelli che prendono i mezzi pubblici senza pagare, vanno incontro a multe salate. Lo prevede la bozza del decreto sui servizi pubblici locali, che dedica diversi articoli al Trasporto pubblico locale. 

Per contrastare l’evasione nel settore del trasporto pubblico locale chi non “striscia” il titolo di viaggio va incontro a una sanzione pecuniaria da definire con legge regionale e dove la legge manca, si legge nella bozza, la multa «è pari a 60 volte il valore del biglietto ordinario e comunque non superiore a 200 euro». 

Arriva anche una stretta su corse cancellate o ritardi, a tutela dei pendolari e di quanti si muovono con i mezzi pubblici. Il diritto al rimborso del biglietto scatta dopo mezz’ora se si tratta di mezzi pubblici cittadini o dopo un’ora se si allarga il raggio a livello locale, a meno che i problemi derivino da scioperi, calamità naturali o altri eventi imprevedibili.  

 
Alcuni diritti riservati

Alex su Higuain: “Pericolo numero uno, lui come Ibra”

I rossoneri in allarme: Gonzalo Higuain è il pericolo numero uno. L’obiettivo sarà, chiaramente, quello di fermarlo. A confermare ciò, ai microfoni del Corriere dello Sport, Alex, difensore rossonero, che rivela: “Bisognerà fare molta attenzione, in questo momento Higuain è tra i più forti attaccanti al mondo. Può fare la differenza in qualsiasi momento della partita. A chi lo paragono? Ho giocato anche con Ibrahimovic, ha la stessa personalità e il medesimo carisma. Gonzalo è imprevedibile, è molto veloce. Bisogna essere almeno in due per cercare di fermarlo. Uno lo anticipa, l’altro gli sta alle spalle pronto a intervenire. “

Le ultime da Castel Volturno: il report della seduta pomeridiana in vista del Milan

Seduta pomeridiana per il Napoli a Castelvolturno.

Gli azzurri preparano il match con il Milan, per il “monday night” della 26esima giornata di lunedì 22 febbraio al San Paolo.

La squadra ha svolto attivazione e di seguito partitella a campo ridotto. Chiusura con lavoro tecnico tattico.

Domani ancora allenamento di pomeriggio.

FONTE: Ssc.Napoli. 

Massima concentrazione: annullata la conferenza di Sarri, alla vigilia di Milan-Napoli

Non sono permesse perdite di tempo. Guai a perdere la concentrazione. Milan-Napoli è, infatti, una partita troppo importante. Per questo motivo, la società azzurra ha deciso di annullare la conferenza stampa di Sarri, in programma domani. No alle chiacchiere, almeno fino al termine del match. Ad annunciarlo la radio ufficiale del Napoli, radio Kiss Kiss. 

Spezia-Lanciano 2-0: primo ko per Maragliulo

0

Prima sconfitta della gestione Maragliulo per il Lanciano, che cade per 2-0 al “Picco” di La Spezia, contro gli Aquilotti di Di Carlo, rigenerati dal tecnico di Cassino. Al 7′ padroni di casa in vantaggio con un colpo di testa di Nenè, su cross di Migliore. I liguri sfiorano il raddoppio con l’ex Piccolo, ma la prima frazione termina con il vantaggio di misura da parte degli Aquilotti.

Nel secondo tempo si è visto un Lanciano più convinto, il quale si è visto annullare una rete a Ferrari, oltre ad avere avuto una buona chance con Di Francesco al 67′. All’86’ è arrivato il raddoppio dei bianconeri, griffato Acampora, il cui sinistro non ha lasciato scampo a Cragno.

La formazione virtussina rimane nei bassifondi della classifica e sabato al “Biondi” cercherà un difficile successo contro il Bari, per non morire e per continuare a sperare in una salvezza che rimane molto difficile da ottenere.

 

CSPEZIA: (4-3-3) Chichizola; Valentini, Postigo, Terzi, Migliore; Pulzetti (15′ st Vignali), Sciaudone (36′ st Acampora), Errasti; Piccolo (30′ st Catellani), Nenè, Situm. All. Di Carlo
A disp: Sluga, Saloni, Acampora, Prados, Catellani, Vignali, Ciurria, Tamas, Antezza

VIRTUS LANCIANO: (4-2-3-1) Cragno; Aquilanti, Rigione, Amenta, Salviato; Rocca (18′ st Giandonato), Vitale; Vastola (24′ st Turchi), Marilungo, Di Francesco; Ferrari (29′ st Bonazzoli). All. Rizzo-Maragliulo

A disp: Casadei, Boldor, Turchi, Bacinovic, Di Filippo, Padovan, Di Matteo, Giandonato
Arbitro: Luca Pairetto di Nichelino

Reti: 7′ Nenè, 41′ st Acampora

Note: ammoniti: Valentini, Vastola

CHRISTIAN BARISANI

Cagliari-Pescara 2-1: abruzzesi ko dopo 9 turni

0

Si ferma a 9 la striscia di risultati utili consecutivi del Pescara, che viene sconfitto per 2-1 a Cagliari, contro la formazione di Rastelli, al termine di una gara ricca di emozioni. Gli adriatici erano passati in vantaggio dopo appena 2’, ed avevano sprecato l’impossibile, prima di scendere di tono nella ripresa, per vedersi prima raggiungere e poi superare dalla formazione isolana, che dopo un primo tempo giocato in maniera contratta, è uscita nella ripresa dimostrando tutto il suo enorme potenziale. Gli abruzzesi recriminano per la tante occasioni fallite nella prima frazione. In classifica, i sardi volano, ed hanno 13 punti di vantaggio proprio sul Pescara, terzo in graduatoria. Quarto il Cesena, che ha assottigliato il suo svantaggio dagli abruzzesi a 5 punti.

LA CRONACA – Sfida dall’alta quota al “Sant’Elia” di Cagliari, dove va in scena la sfida tra la capolista sarda, e il Pescara, terza forza della cadetteria. Incontro che si preannuncia spettacolare e ricco di emozioni, visto anche i tanti ex in campo da una parte e dall’altra. Entrambe le formazioni si schierano con il 4-3-1-2: Joao Pedro sulla trequarti, a supporto delle 2 punte, Melchiorri e Farias per gli isolani. Nel Pescara, il trequartista è Benali, mentre le due “bocche di fuoco” dell’attacco sono composte dal tandem, Caprari-Lapadula. Arbitra Abisso di Palermo.

Passano appena 2’, e subito arriva il vantaggio del Pescara: ottimo schema su punizione per gli abruzzesi, con Torreira che tutto solo davanti a Storari trova il tap-in vincente che vale la rete del prezioso vantaggio. I sardi sembrano frastornati dalla rete subita a freddo, e all’ 8’ Lapadula sfiora la rete del raddoppio, ma il suo shot dalla distanza finisce fuori bersaglio.

Il Cagliari è in grande difficoltà, mentre il Pescara gioca in scioltezza, e quando si distende in contropiede crea apprensione agli isolani, come 23’ con Lapadula, il cui tiro viene murato in corner da Krajnc, sui cui sviluppi ancora Lapadula si fa respingere il tiro da un difensore sardo. Altro buona chance per il Pescara, ma gli isolani si salvano ancora in angolo.

Al 39’ Pescara pericoloso con un’azione orchestrata dalla coppia Lapadula-Caprari, con quest’ultimo che perde l’attimo buono, calciando da posizione defilata: nessun problema per Storari, ma l’attaccante abruzzese avrebbe potuto concludere prima l’azione.

Al 44’ cross di Benali, ottima scelta di tempo da parte di Storari, che anticipo di un soffio Lapadula, pronto per battere a rete. Sul finire di parziale si vede per la prima volta il Cagliari con un velenoso colpo di testa Joao Pedro: grande colpo di reni da parte di Aresti, che devia in corner.

Prima tempo tutto di marca abruzzese, con i sardi in grandissima difficoltà. Il vantaggio di 1-0 sta decisamente stretto alla formazione ospite, che ha menato le danze per tutta la prima frazione.

L’inizio di secondo tempo vede subito un ottimo cross dalla destra da parte di Memushaj, con Lapadula che non trova la deviazione vincente per un soffio.

Al 49’ ottimo spunto da parte di Melchiorri, il quale, defilandosi dalla destra, entra in area e lascia partire un tiro che timbra in pieno la traversa.

Al 52’ Joao Pedro approfitta di un disimpegno errato da parte della difesa abruzzese, per effettuare un tiro che termina fuori target. Al 59’ corner battuto da Caprari, si crea una mischia furibonda in area, ma Storari si salva ancora.

Al 60’ arriva il pari del Cagliari: ottima apertura di Cinelli per Farias in area, il cui tiro fredda Aresti. Undicesima rete stagionale per l’attaccante rossoblù.

Al 65’ doppia chance per i sardi: prima Melchiorri impegna con un sinistro Aresti, poi Farias da buona posizione non riesce a trovare la rete del sorpasso, che, invece, arriva al 67’ con un clamoroso autogoal di Lapadula, che nel tentativo di liberare la propria area, impatta sfortunatamente il pallone, infilando la propria porta. Il bomber del Pescara cerca subito il riscatto, ma il suo potente tiro scheggia la traversa.

Il Cagliari sembra controllare agevolmente la partita, mentre il Pescara, in questa seconda frazione, non è stato pimpante come nella prima. All’85’ buona chance per Mitrita, che non impatta, però, bene con il pallone.

La partita finisce con la vittoria del Cagliari per 2-1.

Cagliari: Storari, Balzano, Salamon, Krajnc, Barreca, Cinelli, Di Gennaro (26’pt Colombatto), Fossati (12’st Giannetti), Joao Pedro, Farias (34’st Deiola), Melchiorri. In panchina: Rafael, Pisacane, Ceppitelli, Sau, Cerri, Murru. All. Rastelli

Pescara: Aresti, Zampano, Mandragora (37’st Acosta), Zuparic, Mazzotta, Memushaj (30’st Mitrita), Torreira (30’st Cocco), Verre, Benali, Caprari, Lapadula. In panchina: Fiorillo, Bruno, Pasquato, Selasi, Vitturini, Orlando. All. Oddo

RETI: 2’pt Torreira, 16’st Farias, 22’st autogol Lapadula

 

Arbitro: Rosario Abisso di Palermo.

Ammoniti: Balzano, Colombatto, Storari, Cinelli, Torreira

CHRISTIAN BARISANI

Sanità : a sud le ASL pagano i fornitori anche dopo 412 giorni

0

Le ASL del Sud, pagano i fornitori con ritardi spaventosi. A sottolinearlo è la Cgia di Mestre secondo la quale gli ultimi dati del 2015 dimostrano che l’azienda sanitaria regionale, salda i propri creditori dopo 412 giorni, dal limite previsto dalla legge che stabilisce che la transazione economica debba avvenire entro 60 giorni dall’emissione della fattura. L’ASL Napoli 1 centro, presenta un ritardo medio di 401 giorni, mentre quella di Roma A si ferma a 397 giorni, quella di Catanzaro a 315 e quella di Bari a 92 giorni. A differenza del Sud, al Centro – Nord, invece, i pagamenti avvengono in anticipo; c’è l’USL della Valle d’Aosta, l’AUSL di Bologna, l’ASL 3 di Genova e l’ASL di Milano che pagano i creditori con 3 giorni di anticipo rispetto al limite stabilito dalla legge ( 60 giorni), l’azienda sanitaria dell’Alto Adige e quella di Trento fanno ancora meglio impiegano 4 giorni in meno rispetto alla scadenza.

Fabio D’Amora

De Laurentiis: “Con il Villarreal daremo tutto ma del Milan non parlo. San Paolo? Renzi si svegli”

Aurelio De Laurentiis ha rilasciato le seguenti dichiarazioni a Kiss Kiss Napoli:

Sul match di ritorno in Europa League: Al Villarreal ci penseremo da martedì, gli spagnoli verranno qui per dare il tutto per tutto e noi dovremo fare altrettanto”.

 Cosa pensa del trentennale della presidenza Berlusconi: “Se arriverò anche io ad un traguardo del genere dipenderà dalla continuità dei successi e dai tifosi, se vorranno restare con me: io lavoro per loro.
Dobbiamo essere entrambi capaci di lavorare insieme in un mondo che sta cambiando. Il calcio dobbiamo cambiarlo insieme per il bene di questo sport e per il bene soprattutto dei tifosi, che spendono tanti soldi per seguire la squadra del proprio cuore”.

 A proposito di Berluscon, al San Paolo arriva il Milan: “Vorrei evitare di parlarne, la squadra deve restare concentrata e fare il suo lavoro, quando si parla troppo si può finire per dare delle indicazioni al nemico.
Però leggo che segniamo poco con centrocampo e difesa rispetto all’attacco, ma le squadre non possono mai essere omologhe, quando si fa sempre l’esame a qualcuno paragonandolo ad altri è sempre sbagliato, siamo tutti diversi. I paragoni non hanno senso”.

 

Su Bologna-Juve: “I rossoblù sono una squadra allenata molto bene, Donadoni lo abbiamo già visto al Parma, hanno una società seria con persone canadesi ed uno spirito corretto verso i giovani.
Ieri abbiamo visto dei ragazzi molto intriganti, c’era addirittura un diciottenne schierato: nel calcio le cose cambiano, non si può sempre essere vincenti anche se la Juve veniva da 15 vittorie consecutive, un incidente di percorso poteva esserci”.

 Sulla querelle San Paolo: “Abbiamo capito che il decreto legge sugli stadi è inapplicabile, De Magistris è un’ottima persona e lo ha capito. C’è tutta la volontà di fare le cose giuste all’interno delle opportunità che ci verranno offerte da altre leggi, stiamo studiando che cosa poter fare.
Se Renzi potesse dare ai sindaci e ai club una cabina di regia prioritaria, concedendo delle deroghe di percorso per velocizzare qualsiasi attività atta risanare impianti dedicati allo sport sarebbe un grande passo avanti.
Se noi vogliamo pensare alle Olimpiadi in Italia, visto che l’amico Luca Di Montezemolo e Malagò hanno presentato all’Eur questa candidatura, bisogna che gli impianti sportivi vengano rimessi in pista, se a un certo punto lo Stato non ha oggi fondi da mettere a disposizione, almeno per invogliare i privati a mettercene dei propri serve sburocratizzare il tutto.
Il sindaco ed il presidente di una società sportiva devono avere l’autorità per far sì che tali impianti ci mettano in condizione intelligente di essere a disposizione per i Giochi Olimpici. Renzi, svegliati! Non chiediamo denaro, ma una sburocratizzazione per poter fare: smettiamola di cincischiare e di rallentare, che ci ha fatto perdere in questi anni posizioni importanti del mondo”.

Numeri 1 in Tour, date e ora del prossimo stage

Brexit, Cameron annuncia: “Referendum in Gb il 23 giugno”

0

“Lasciare l’Europa minaccerebbe la nostra sicurezza economica”.

LONDRA – Gli elettori britannici saranno chiamati a votare il 23 giugno per il referendum sulla permanenza o meno del Regno Unito nell’Ue. Lo ha annunciato il primo ministro conservatore, David Cameron, a margine di una riunione straordinaria del governo svoltasi oggi dopo l’accordo di Bruxelles della scorsa notte su quello che Downing Street definisce “il nuovo status speciale della Gran Bretagna” all’interno del Club dei 28.

“Andrò in Parlamento e proporrò che il popolo britannico decida il nostro futuro in Europa attraverso un referendum giovedi 23 giugno”, ha dichiarato parlando davanti alla sua residenza al numero 10 di Downing Street. Il Consiglio dei ministri ha approvato la posizione del governo di raccomandare l’adesione del Regno Unito a un’Europa riformata.

“Lasciare l’Europa minaccerebbe la nostra sicurezza economica”, ha aggiunto il primo ministro britannico. Il voto sarà “una delle più importanti decisioni che questo Paese affronterà nella sua esistenza”. Secondo Cameron, la Gran Bretagna sarà “più sicura, più forte e più prospera in un’Europa riformata” di quanto lo sarebbe uscendo dall’Ue.

Il primo ministro britannico ha poi sottolineato che chi è a favore della Brexit rischia di danneggiare sia l’economia, sia la sicurezza del Regno Unito di fronte a criminalità e terrorismo, aggiungendo di aver mantenuto “la promessa fatta tre anni fa”, quando annunciò di voler negoziare una revisione dei rapporti con l’Ue e convocare poi un referendum sulla permanenza della Gran Bretagna nell’Unione. E ha infine confermato che i ministri del governo conservatore – in parte contrari all’accordo da lui raggiunto – avranno “libertà di voto”.

*larepubblica

ElectionDay: tutti uniti tranne…

0

 

 

Da qualche giorno si parla di amianto a Castellammare, addirittura c’è la possibilità che l’Eternit abbia contaminato anche i 5 chilometri di costa del litorale stabiese. Insomma un grave problema (uno dei tanti ndr) che dovrà affrontare la prossima amministrazione comunale. I giorni trascorrono e, pian piano, tutti si stanno organizzando. Nel centrosinistra si è tenuto anche il congresso dei giovani del PD che hanno votato per il rinnovo dei propri vertici, eleggendo alla segreteria locale il 24enne Ciro Esposito e alla presidenza Gennaro de Risi, un prodigio avendo solo 20 anni. Le primarie salteranno e un documento unico sosterrà il candidato sindaco Dem.  Dall’ altro lato c’è Forza Italia che ha aperto una sede nuova e alla ricerca del candidabile.  Al centro ci sono le liste civiche che stanno elaborando un programma ma non riescono a convergere su un nome singolo.  Poi ci sono loro, i cosiddetti grillini. Una speranza per molti.  Stanno da mesi per cercare di stilare un programma elettorale e scegliere i criteri per eleggere i candidati al consiglio comunale e alla carica di sindaco. SI sono formate al suo interno più correnti che stanno bloccando le procedure democratiche che, da sempre, sono per loro come un vangelo. Alcuni tra i candidati stanno facendo di tutto per blindarsi ed essere scelti. Chi sta facendo pressioni è lo stesso Alessandro Criscuolo che ha intenzione di scendere come primo candidato a qualsiasi prezzo. Il giovane, affetto da manie di protagonismo, ha già un gruppetto di iscritti che potrebbero sostenerlo, asfaltando praticamente l’altro candidato più giovane Luigi de Rosa. Tra tutto questo marasma ci sono i due Enzo Amato e Luigi Battista.  Quest’ultimo  sembra aver iniziato la campagna elettorale prendendo una strada propria, dopo aver riabbracciato il proprio gruppo. Democrazia diretta e partecipazione popolare. è proprio così? Un post di un attivista  fa riflettere e ne riportiamo solo l’ultima parte. 

 

“Ora l’ amministrarore cancellerà questo post perché nessuno debba mai venire a sapere che qualcuno vuole vincere facile blindandosi dietro le opzioni scelte da meno della metà degli aventi diritto al voto . Discussioni prima di queste sull’ argomento in essere già sono state cancellate da Alessandro Criscuolo amministratore e candidato.” 

 

Prima dei candidati dovrebbero ricercare il valore della democrazia.  Addirittura chi scrive sul gruppo pubblico corre il rischio di essere censurato. Ma Casaleggio & Co. predicano questo? Chissà. 

 

In regione il Gruppo M5S ha fatto aprire lo “sportello cancro” sul sito della Regione Campania e non vi è stata una presa di posizione sulla questione amianto dall’ eletto pentastellato stabiese. L’ultima ancora di salvezza per la città delle acque è proprio l’ente regione, capace di poter attingere ai fondi necessari per eventuali bonifiche territoriali.  Con la salute dei cittadini non si può scherzare, non più. 

 

 

 

SPALLETTI TRA LA DEVOZIONE AI 60 MILA DELL’OLIMPICO E LA PATATA BOLLENTE TOTTI…

Non c’è pace per Daniele De Rossi. Ieri gli esami strumentali hanno evidenziato un nuovo guaio al soleo del polpaccio rimediato a causa dell’ingresso in campo nella sfida stellare contro i blancos di Zidane. Si riacutizza, dunque, un problema che ha tormentato il centrocampista di Ostia circa circa 5 volte negli ultimi due anni. “Forse avrei dovuto usare più prudenza nel farlo entrare dopo uno stop, faccio mea culpa, è mia la responsabilità del fatto che ora lo perdiamo per un po’ di tempo (un mese circa a quanto è emerso dalle indagini diagnostiche). Perdiamo un giocatore importante ma abbiamo le possibilità di sostituirlo. Vainqueur per esempio ha fatto vedere di essere un giocatore su cui possiamo appoggiarci, senza contare che Strootman sarà con noi da domani, verrà convocato come lo stesso Keita. Insomma, siamo coperti ma dispiace non avere un giocatore dello spessore di Daniele”.

ED IL RUOLINO DI MARCIA? “Mi aspettavo di poter incidere maggiormente all’inizio sotto l’aspetto del contributo nervoso. Ci abbiamo messo qualche giorno più del previsto per oliare certi meccanismi. Alcune partite potevano andare diversamente, anche certe vittorie. Ovviamente non voglio dire che non ce le siamo meritate ma a volte abbiamo prestato il fianco a situazioni favorevoli per l’avversario e pericolose per noi. Ho forza e fiducia per il futuro perché vedo la giusta predisposizione al lavoro da parte dei ragazzi”.

I CASI…SPINOSI: “Mire (Pjanic) è un giocatore dalla qualità immensa. È vero che ha offerto una prestazione al di sotto del suo livello contro il Real ma c’è da dire che ha corso molto e questo è positivo perché vuol dire che ha ben recepito il mio messaggio: io volevo che mantenessimo più possesso palla rispetto agli avversari, in modo da fare meno fatica e da far emergere al meglio le capacità sue e dei compagni. Quando poi il pallino del gioco ce lo ha avuto il Real la situazione si è complicata e noi ci siamo dovuti adeguare. Ovviamente, però, è vero che il bosniaco può e deve fare di più”. L’esclusione di Edin Dzeko dall’11 titolare di mercoledì sera è stata una scelta a dir poco roboante, soprattutto se si considera che nell’ultimo turno di campionato il compagno di nazionale di Pjanic si era sbloccato trovando la rete su azione dopo un lunghissimo digiuno. Ovviamente i cronisti presenti in sala stampa non mancano di sottoporre anche questo imput al tecnico di Certaldo. “Quando si è ad allenare in una squadra come la Roma, bisogna che qualcuno rimanga fuori. Chiaramente chi viene escluso ci resta male, è nell’ordine delle cose. Tuttavia quello che conta per me è che si rimanga sempre entro il solco dei giusti comportamenti professionali e questo finora non è mai mancato. L’altra sera in panchina non c’era solo Dzeko. Domani potrà giocare come altri. Iago Falque finora è rimasto a fare dei lavori in più rispetto agli altri perché sentiva il bisogno di incrementare la forma fisica ed è un calciatore che mi piace perché sa fare più ruoli quindi lo tengo in considerazione. Anche Castan si sta impegnando in maniera straordinaria. Cerco di fare il massimo per il bene della Roma giacchè la cosa più importante è la squadra ed i suoi risultati. Dobbiamo tenere in considerazione soprattutto i 60 mila presenti l’altra sera. Quello è un patrimonio a cui essere devoti ma nei confronti del quale abbiamo una responsabilità”.

La vera patata bollente degli ultimi giorni in casa giallorossa è però soprattutto quella legata al Capitano. Pare che Totti, nel post partita di Champions abbia risposto ad un cronista iberico che avrebbe voluto intervistarlo: “ormai cosa ci fai con me?” come ad esprimere il profondo disagio di chi avverte di essere stato accantonato. Su questo punto, Spalletti è molto chiaro: “considero in maniera così forte Francesco come calciatore che lo valuto al pari degli altri perché il nostro obiettivo sono i risultasti ed è in virtù di questi che svolgo il mio ruolo. Son convinto che lui possa dare un immenso contribuito alla squadra dal punto di vista qualitativo facendolo però da dentro il gruppo perché lui non può stare laggiù da solo. In questo periodo si sta allenando bene e con continuità, è venuto il giorno dopo la partita con il Real ed ha fatto tutto quello che doveva fare. Può esser pronto per giocare. Non faccio il trombettiere, ma l’allenatore eppure forse ho contribuito anche io a farlo stare al di fuori del gruppo nella gestione precedente. Lui riesce a darti qualità purchè la squadra faccia un buon lavoro. Potrà essere titolare domani ma questo non esclude assolutamente Dzeko, non esistono contrapposizioni. Potrebbero anche giocare entrambi”.

Claudia Demenica

LEGA PRO GIRONE C PRESENTAZIONE 23ma GIORNATA

0

Nella 23^ giornata del campionato di Lega Pro girone C sono attesi affascinanti scontri al vertice.

Sabato si affrontano Lecce-Foggia in un derby tutto pugliese, mentre alle 20:30 la Casertana al Pinto riceve il Cosenza.

Il Benevento sarà l’ultimo a scendere in campo con il vantaggio di conoscere già il risultato delle sue inseguitrici. Gli stregoni di Auteri saranno di scena domenica a Monopoli.

La domenica si apre alle 14:00 con il match tra Andria-Akragas. Gli ospiti sono alla ricerca della 5 vittoria consecutiva,ma occhio ai pugliesi che dopo un lungo digiuno di vittorie la scorsa settimana hanno ritrovato il successo contro la Lupa Castelli Romani,fanalino di coda del girone.

Alle 15:00 al “Ceravolo” si affrontano Catanzaro-Catania in uno match che mette in palio punti pesanti per allontanarsi dalla zona calda.

Alla stessa ora sfida delicata tra Melfi ed Ischia, squadre divise appena da un punto.

Sabato alle 14:00 apre Matera-Messina,con i lucani che godono di un ottimo momento di forma dopo aver fermato la scorsa settimana il Foggia. 

Alle 17:30 è la volta della Paganese che ospita la Lupa Castelli Romani,fanalino di coda.

Alle  20:30 al “Menti” di Castellammare scende in campo la Juve Stabia contro il Martina Franca, con le vespe che sono alla ricerca di una vittoria che manca da oltre due mesi.

Napoli, gara di selfie all’uscita da scuola “Ucciso un ragazzo mando la foto a casa”. DARIO DEL PORTO*

0

La fossa dove è stato sepolto Vincenzo Amendola

Il 18enne era scomparso due settimane fa Il corpo trovato in un campo Attorno al fosso il capannello di coetanei e gli scatti shock.

Lo zaino con i libri sulle spalle, il cellulare in pugno. All’uscita di scuola, un gruppo di studentesse si ritrova sul luogo di un delitto: proprio davanti alla fossa dove, fino a poche ore prima, era sepolto il corpo di un ragazzo di appena diciotto anni. Qualcuna sorride, altre scattano foto con il telefonino.

“Sapevano benissimo ciò che era successo: siamo arrivati insieme e ho sentito che, fra di loro, dicevano: ora lo fotografo per mandarlo a mia madre”, racconta Marco Sales, il fotoreporter che ha ripreso la scena.

San Giovanni a Teduccio, periferia orientale di Napoli, pochi minuti dopo mezzogiorno. La vittima si chiamava Vincenzo Amendola. Non aveva mai avuto guai con la giustizia. Il 5 febbraio era sparito nel nulla. Per cercarlo, familiari e amici si erano rivolti anche a “Chi l’ha visto”. Dopo due settimane, lo hanno trovato sotto mezzo metro di terra in quel campo distante un tiro di schioppo, in linea d’aria, da un paio di istituti scolastici e dal parco pubblico intitolato a Massimo Troisi. Gli hanno sparato alla testa. Uno, forse due colpi di pistola. La squadra mobile ha fermato un sospettato: ha 23 anni e piccoli precedenti. Il movente è ancora poco chiaro. Sullo sfondo, ipotizzano gli investigatori coordinati dal procuratore aggiunto Filippo Beatrice, un movente passionale o una “punizione” decisa dalla camorra per ragioni da chiarire.

Mentre l’inchiesta va avanti, l’immagine dei “selfie” davanti alla buca fa il giro della rete, suscitando la consueta girandola di pareri contrastanti. Uno che di ragazzi ne ha conosciuti tanti, il direttore del carcere minorile di Nisida Gianluca Guida, intravede nel gesto di quelle studentesse i segnali di quella che, spiega a Repubblica, “alcuni osservatori hanno definito come la quiet generation: una generazione tranquilla, ma corazzata da un vuoto pneumatico che li circonda e li estrania da ogni emozione. Ai nostri occhi – aggiunge Guida – quella fossa rappresenta una persona che è stata uccisa. Guardandola, possiamo indignarci, commuoverci, provare rispetto verso chi non c’è più. Per questa generazione, invece, l’unico mezzo per entrare in relazione con i fatti è lo strumento mediatico. La foto è il modo con il quale si impossessano di un evento o di un luogo, ma lo fanno senza emozioni. Non lo sentono. Questa difficoltà educativa a entrare in empatia con le situazioni e con le persone rappresenta, a mio avviso, il vero campanello d’allarme”.

Marco Rossi-Doria, una vita come maestro di strada nei vicoli di Napoli, già sottosegretario all’Istruzione, ragiona: “Un fosso di periferia. Le ragazze intorno con i cellulari. Un gesto di ogni momento nel luogo che però evoca la fine terribile di un altro povero ragazzo ucciso. Perché accade tutto questo? È difficile rispondere. Ma ovunque ora – e non solo tra i ragazzi – lì per lì ogni cosa vale come le altre. Il bacio davanti al mare. Il gol al calcetto. La buca dove è stato trovato un giovane assassinato. La faccia dell’amica mentre ride di te. Succede un fatto – che sia bello, terribile, banale, nella vita individuale, nel quartiere, in classe, nella città. E io lo metto nel mio cellulare. Adesso. È tutto sullo stesso piano e dura per quel momento lì che tu scatti col cellulare. È così che lo affianchi, lo registri, lo rimandi, vai oltre. L’unica cosa che cambia è se riguarda te, proprio te. Allora ci ritorni, ti disperi o ti dà gioia. E ridiventa vero”.

Ma se le cose stanno così, aggiunge Rossi-Doria, “abbiamo, tutti, un compito. Civile, politico, umano: le cose comuni devono potere ridiventare tue. E per farlo il quartiere, la vita, il parlare, il lavoro devono ridiventare nostri. Comunità. È il compito di chi educa, di chi promuove sviluppo, di una politica che abbia senso. Di ogni città. Per tirarci fuori dall’alienazione, dalla banalizzazione. E ridare finalmente prospettiva e speranza a questi ragazzi”.

*larepubblica

 

Il Napoli prende informazioni su Denis Suarez

Il Napoli lavora per il presente, ovvero provare a strappare alla Juventus il quinto scudetto consecutivo ma anche raggiungere gli ottavi di finale di Europa League. Eppure uno sguardo al futuro lo si può iniziare a dare, proprio a partire dal Villarreal. Come si legge sull’edizione odierna di Tuttosport, in occasione della gara d’andata il club partenopeo ha potuto anche approfondire un discorso di mercato con il Villarreal: ha preso informazioni proprio su chi lo ha punito, ovvero quel Denis Suarez che, tuttavia, è di proprietà del Barcellona. Il suo agente, ieri, ha dichiarato: “Dopo il match abbiamo cenato insieme per festeggiare e mi ha detto di essere rimasto impressionato dalla forza degli azzurri: sono davvero un’ottima squadra e Denis sa bene che il San Paolo sarà un campo difficile sul quale fare risultato”.

Il subdolo campanello d’allarme degli ultimi 180’ non deve essere ignorato

Impongono un’attenta riflessione i due ko subiti dalla squadra di Sarri nello spazio di appena cinque giorni contro Juve e Villarreal. Niente di irreparabile, secondo l’edizione odierna di Repubblica, “ma il subdolo campanello d’allarme degli ultimi 180’ non deve essere ignorato, nonostante non ci siano gli estremi per parlare nemmeno di una mini crisi. Il bicchiere rimane abbondantemente pieno, analizzando i risultati e la qualità del gioco, per un gruppo che sta attraversando la stagione in modo eccellente. È altrettanto vero, però, che sarebbe riduttivo e superficiale limitarsi a prendere atto di un periodo storto, ignorando le problematiche emerse nelle ultime sfide. Pure il più sofisticato degli orologi può avere bisogno d’essere rimesso a punto. L’importante è rendersene conto, però”.