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Del Sante: Vittoria di cuore, ad Ischia per la salvezza (VIDEO)

                                  Stefano Del Sante ai nostri microfoni

Le parole di Del Sante in conferenza Nella consueta conferenza stampa infrasettimanale, si è presentato in sala stampa al Comunale di Casola, l’attaccante delle vespe Stefano Del Sante.

Ecco le parole del centravanti perugino:

“Quella con il Messina è stata una gara dura, sembrava quasi stregata. Abbiamo preso 3 pali e abbiamo creato tantissime occasioni ma la palla non voleva entrare. Per fortuna siamo riusciti poi a ribaltare la partita e a conquistare tre punti che ci danno una spinta in più per vincere ad Ischia e chiudere quanto prima il discorso salvezza. La salvezza passa da noi e non dagli altri, se le vinciamo tutte non dobbiamo dar conto agli altri. Con il Messina è stata dura anche a causa di un gol nettamente irregolare dei peloritani che ci aveva un po’ bloccato, per fortuna siamo stati bravi a ribaltarla. I gol tardano ad arrivare? Noi attaccanti ci sacrifichiamo per la squadra, contano i tre punti e poi i gol personali. Il 5-5 dell’andata? Io ero al Pavia e non ho giocato quella gara, non dobbiamo vendicare nessun match, dobbiamo solo andare lì e giocarcela a viso aperto mettendo in campo tutte le nostre qualità, possiamo vincere senza dubbio, è nelle nostre corde e daremo tutto per conquistare i tre punti anche al Mazzella”

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NOTA:
Società Sportiva Juve Stabia
La Società Sportiva Juve Stabia, abbreviata in Juve Stabia, è una società calcistica italiana con sede nella città di Castellammare di Stabia che milita in Lega Pro. Il simbolo del club è la vespa, mentre i colori sociali sono il giallo e il blu.
Anno di fondazione: 1907
Campo/stadio: Stadio Romeo Menti di Castellammare di Stabia
Località: Castellammare di Stabia (NA)

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Campionato Berretti, Ischia sabato in casa del Siena

Logo-ischia-isolaverde-BERRETTI

Dopo il vittorioso recupero interno contro la Paganese, l’Ischia Isolaverde in questa giornata ha osservato un turno di riposo, come da calendario. I ragazzi di mister Numerato hanno ripreso ad allenarsi per prepararsi alla trasferta di  sabato prossimo in casa del Siena. Un’altra trasferta abbastanza lunga per i giovani gialloblù. La Robur nella ventisettesima giornata ha perso in casa dell’Aquila (4-3). In classifica la capolista Arezzo continua a volare, (4-0 sul campo della Lupa Castelli Romani) . Il Tuttocuoio che insegue gli amaranto in classifica ha vinto (2-1 in casa della Virtus Lanciano). Nella zona bassa della classifica L’Avellino batte la Juve Stabia 2-1 in un derby tutto campano e lascia così l’ultimo posto in classifica,occupato dalla Salernitana a 15 punti.

Da S.S.Ischia Isolaverde

CLASSIFICA Gir. C: Arezzo 61; Tuttocuoio 54; Teramo 49; Pisa e Lupa Roma 41; Paganese 40; Juve Stabia e L’Aquila 39; R.Siena 33; Ischia Isolaverde 31; V.Lanciano 25; Lupa Castelli Romani 22; Pontedera 18; Avellino 17; Salernitana 15.

Libreria Rinascita di Brescia, presentazione libro: “ La bellezza dischiusa ” di Ettore Goffi

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                                                       La bellezza dischiusa, copertina

Mercoledì 13 aprile alle ore 17,30 Andrea Barretta presenta presso la Libreria Rinascita di Brescia il libro “ La bellezza dischiusa ” dell’artista e scrittore Ettore Goffi.

Nelle pagine del breve saggio c’è la sensibilità di una ricerca intellettuale come capacità di coinvolgimento incondizionato, e c’è la storia personale dell’autore che “dipinge” con la forza razionale che gli deriva dall’aver viaggiato per il mondo tra culture diverse.

Libreria Rinascita, Brescia, Via della Posta 7 (angolo Piazza Vittoria).

Ingresso libero.

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XI Giornata Ecologica di Lunghezzina: l’appuntamento è per sabato 16 aprile

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XI Giornata Ecologica di Lunghezzina: l’appuntamento è per sabato 16 aprile.

Roma- L’Associazione Nuova Urbe scende di nuovo in campo sabato 16 aprile, per la XI Giornata Ecologica, con nuovi programmi e splendide iniziative per il quartiere.

Nelle periferie romane ormai si moltiplicano queste iniziative all’insegna dell’Ecologia: esse rappresentano una terapia d’urto contro lo Stato assente che lascia tutto all’abbandono. In questi casi, l’intervento dei cittadini volontari e degli associati, diventano risolutivi per una migliore vivibilità del quartiere e allo stesso tempo fungono da monito verso chi contribuisce allo stato di degrado in cui versano le periferie romane.

L’attività svolta dall’Associazione mira a restituire il senso civico ai cittadini e a diffondere il seme della cultura in questi quartieri spesso privi di un luogo di aggregazione sociale e culturale. Si parte dalla piazzetta di Largo Montenerodomo presso la quale si ritroveranno i più volenterosi alle ore 9.15.

I murales. Il presidente di Nuova Urbe, Antonio Cataldi, oltre alla consueta pulizia di alcune strade del quartiere di Lunghezzina, di marciapiedi e spazi verdi abbandonati, ha anche organizzato la “pittura murale” da parte di adulti e ragazzi sul tema della tutela dell’ambiente e del bene comune.

L’appuntamento culturale. Dalle ore 19.00 alle 21.30, presso la sala teatro della parrocchia di S. M. di Loreto, ci sarà il momento dedicato a spunti e riflessioni per un percorso di recupero civico: “LA REPUBBLICA TUTELA IL PAESAGGIO E IL PATRIMONIO STORICO ARTISTICO DELLA NAZIONE” (dall’art. 9 della Costituzione), A CHE PUNTO SIAMO? DA ANTONIO CEDERNA AL CASO DELL’EST ROMANO.

Intervengono:

RITA PARIS, Direttrice Sovrintendente del Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo alle terme, dei monumenti e del parco dell’Appia Antica;

il PRINCIPE URBANO BARBERINI, Assessore alla Cultura del Comune di Tivoli;

l’ARCHITETTO ANDREA DE CAROLIS, Presidente del Comitato di Quartiere di Castelverde;

Daniela Ferdinandi, Presidente del Comitato Discarica Castelverde

Moderatore: ANTONIO CATALDI, Presidente Associazione Nuova Urbe.

Sabato 16 Aprile XI Giornata Ecologica
Sabato 16 Aprile XI Giornata Ecologica

Foto del Torneo della Legalità: ITS Sturzo e Polizia Di Stato

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La fotocronaca del secondo Torneo della Legalità

Torneo della legalità è l’epilogo finale del progetto scolastico “Scuola & Legalità” dell’Istituto Tecnico Statale “Luigi Sturzo”. Guarda le foto realizzate dal nostro fotografo Ciro Bergamasco, che ci racconta così la seconda edizione del torneo della legalità, triangolare di calcio che si è disputato lunedi 11 aprile dalle ore 09:30 allo stadio Romeo Menti di Castellammare di Stabia.

Il personale, gli alunni dell’I.T.S. “Luigi Sturzo” di Castellammare di Stabia e i dipendenti del locale commissariato della Polizia di Stato hanno dato vita a questo triangolare di calcio nell’ambito del progetto “Scuola & Legalità”.

Quest’anno il torneo è stato dedicato alla memoria dell’alunno Giuseppe Pio Di Martino deceduto proprio un anno fa alcuni giorni prima del torneo per un male incurabile.

Cori e striscioni in ricordo del compagno sono stati inscenati dagli alunni sulle scalee della tribuna scoperta dello stadio cittadino di Castellammare di Stabia.

Per la cronaca il triangolare è stato vinto dagli alunni dell’ITS “Luigi Sturzo” che hanno avuto la meglio in entrambi i match sulle formazioni della Polizia di Stato e dei dipendenti dell’istituto: 2-1 con il corpo di Polizia e 4-0 con il personale dell’Istituto.

L’incasso della manifestazione, tolte le spese di gestione, è andato ancora una volta al fondo dello “Sturzo” per l’acquisto di materiale da destinare alle attività didattiche.

Durante la manifestazione è stato estratto un biglietto per l’assegnazione di un telefonino “android” che è stato vinto da una alunna della 3G (Turismo).

Tutto è andato per il verso giusto e la giornata sarà sicuramente ricordata da tutti come una bella pagina di sport e aggregazione ma soprattutto tanta legalità.

Appuntamento quindi al prossimo anno per raccontare ancora di questa bella iniziativa che è diventata una tradizione dell’Istituto Tecnico Statale “Luigi Sturzo”.

Clicca qui per vedere tutte le foto

Roma, mafia capitale: prorogati termini custodia cautelare per tutti gli imputati

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MAFIA CAPITALE. I giudici della decima sezione penale hanno accolto la richiesta della Procura che sollecitava il prolungamento della carcerazione preventiva di altri due anni

Saranno prorogati i termini di custodia cutelare per gli imputati di Mafia Capitale. Lo hanno deciso i giudici della decima sezione penale del tribunale di Roma accogliendo una richiesta avanzata giorni fa dalla Procura che sollecitava il prolungamento della carcerazione preventiva di altri due anni sia per chi deve rispondere di associazione mafiosa che dei reati fine (la corruzione ‘in primis’). Il provvedimento di sospensione dei termini, letto questa mattina nell’aula bunker di Rebibbia dal presidente Rosanna Ianniello, fa riferimento, infatti, a chi è detenuto in carcere e a chi si trova agli arresti domiciliari e vale “per tutto il periodo necessario per il dibattimento e per la sentenza”.

I termini, a questo punto, scadono per tutti nel maggio del 2019, giusto in tempo per scontare una eventuale condanna. Il collegio ha respinto le argomentazioni delle difese che, sollevando anche una questione di costituzionalità, ritenevano che quella della Procura fosse un abuso e una evidente forzatura e determinasse una disparità di trattamento fra quanti hanno già visto decadere la misura (e hanno potuto lasciare il carcere) e gli altri. La Procura, volendo evitare i rischi di una sentenza che potrebbe essere pronunciata con gli imputati già in stato di libertà, aveva auspicato il congelamento dei termini, alla luce della complessità dibattimentale, della gravità delle accuse e del numero degli imputati (39) sotto processo.

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NOTA:
Mafia italiana e appalti
Il rapporto tra mafia italiana e appalti è stato fondamentale nella costruzione del potere della mafia in Italia; soprattutto per quanto riguarda la gestione, amministrazione, esercizio illecita del sistema di aggiudicazione degli appalti pubblici in Sicilia e in altre regioni da parte di Cosa Nostra e delle altre mafie italiane.

Le continue indagini giudiziarie, i processi quasi settimanali, l’arresto dei prestanome e le confische delle proprietà dei malfattori mettono in rilievo sia la grossa consistenza economica sia la sua espansione su tutto il territorio. Questa attività mafiosa è servita sia per l’accumulo di enorme ricchezza sia per esercitare il controllo prepotente e sovente violento sul territorio.

Il controllo degli appalti pubblici è utilizzato dai delinquenti mafiosi per fornire lavoro nero ai suoi affiliati, eludendo l’autoregolamentazione sindacale dei rapporti di lavoro. In questo modo viene messo sotto controllo non solo l’appalto ma anche la gestione del lavoro e la speculazione sull’acquisto delle materie prime. La gestione mafiosa degli appalti pubblici ha anche favorito la corruzione nelle pubbliche amministrazioni e ha accresciuto, con il voto di scambio, l’associazione mafiosa della classe politica con i gruppi criminali.

La corruzione perpetrata riguarda anche quelle persone che dovrebbero controllare la qualità delle opere pubbliche a fine lavori. Il gettito di denaro pubblico di cui i criminali si sono appropriati attraverso gli appalti pubblici, ha contribuito sia a finanziare il sistema mafioso con denaro pulito, che a riciclare il denaro sporco.

Cortese Direttore, sono un elettore attento (Celso Vassalini)

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Cortese Direttore, sono un elettore attento. Ricordo innumerevoli referendum intorno ai quali ora questa ora quella parte politica e/o movimenti laici e non hanno espresso inviti espliciti al non voto. Anche per il referendum sulle trivelle stiamo difronte ad un gioco trasversale delle parti nani e sciacalli politico di stile gattopardismo alla propria sopravvivenza! Figure Istituzionali farebbero bene a tenersene alla larga starsene alla larga. Non ho apprezzato la sortita pro-voto al referendum del presidente della Corte Costituzionale, Paolo Grossi. Sul fatto che votare sia un dovere civico non ci piove. Tuttavia nel caso del referendum, come immaginato dai Padri Costituenti, i cittadini e cittadine dovrebbero essere chiamati a votare su grandi scelte.

Referendum illegittimo!?! << certo che no e/o certo che ni. La consultazione sulle trivelle però è il più classico degli esempi di come strumento di interesse dell’istituto referendario stesso>>.

Dunque io sono favorevole all’estensione, solo in questo democratico passaggio referendario.

<<Ma per motivi istituzionali non indico e non sforzo il non voto. Inoltre, per farlo fallire, dovrei attivare il mio pensiero che questo referendum valga qualcosa quando invece la sua portata è vicino allo zero, tipo il Governo della Regione Lombardia>>.

<<Sia che vinca il “si”, sia che vinca il “no”, permane il divieto a nuove trivellazioni nell’area delle 12 miglia nautiche equivalgono a 22.224 chilometri>>. Per quelle esistenti, se vince il “si” le concessioni attuali possono arrivare fino all’esaurimento dei giacimenti tramite proroghe concesse dalle Regioni. Se vince il “no” le concessioni arrivano fino all’esaurimento del giacimento. In ogni caso già oggi i controllo ambientali possono determinare la revoca della concessione>>. I gattopardeschi travestiti da agnellini, dovrebbero proporre una ulteriore nuova politica energetica. Anche se negli ultimi due anni il Governo Renzi, lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili è stato imponente. Ed è già stato deciso di non rilasciare nuove concessioni. Quindi i gattopardi del Mov5balle, nani e ballerine di F.I., il Carroccio scricchiolante e i puffi della nuova Dux di che parlano? Non nego le opposizioni stanno caricando il referendum di un valore politico anti-Partito Democratico-pse. <<Anche se è legittimo che le opposizioni puntino a far cadere il governo e si può far politica anche salendo sul Carroccio referendario. Ma resta il fatto che questa consultazione non suscita interesse e leggerne i risultati in chiave PD-pse “si” o PD-pse “no” sarebbe un errore. Però rilancio il tema del plebiscito per l’altro referendum: quello sulla nuova Costituzione in autunno dove noi Cittadini e Cittadine siamo chiamati come Legislatori a dare un nostro contributo della effettiva partecipazione dei Cittadini e Cittadine al governo. Quello di ottobre sarà un vero Referendum. Per i suoi contenuti e perché diventerà una cartina al tornasole della voglia di cambiamento. Domenica 17 aprile non andrò a votare al referendum bollato di intempestività-inopportuno dal fariseismo gattopardesco politico.

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Albiol come Bonucci: ha sfruttato il momento

Il Corriere del Mezzogiorno scrive

Albiol mostra la maglietta strappatagli da un avversario all’arbitro Celi. S’infuria, toglie la maglia e platealmente protesta per il fallo subito. Il direttore di gara lo ammonisce e lui sfacciatamente gli dà la classica pacca sulla spalla, alza il pollice della mano e si allontana. Intuisce, Albiol, che l’occasione è propizia per farsi rispettare. Soprattutto, per far rispettare la sua squadra. E insiste: tornando a metà campo, si volta verso il guardalinee e applaude. Tutto accade verso la fine del primo tempo della sfida tra Napoli e Verona, a rigor di regolamento il difensore azzurro poteva anche beccare il cartellino rosso. Non è accaduto. E Albiol lo aveva previsto. Azzardo calcolato, sfruttando il momento: il Napoli, reduce da una settimana di polemiche per l’espulsione di Sarri e di Higuain a Udine, destinatario di una sanzione eccessiva del giudice sportivo (quattro giornate al bomber argentino) e con la tifoseria tutta che si era sentita vittima di un complotto. Albiol come Bonucci ne ha approfittato per tirare fuori rabbia e artigli, sapendo di non rischiare nulla. Rizzoli in Juve-Torino ammonì e non espulse Bonucci che platealmente si opponeva al calcio di rigore fischiato a favore degli avversari, fino ad avere un incontro ravvicinato con il direttore di gara. Celi ha ammonito e non espulso Albiol. La sudditanza psicologica esiste e il difensore spagnolo ha saputo essere come il collega juventino. Anche questa è forza.

M5s, è morto Gianroberto Casaleggio

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                                                      Gianroberto Casaleggio

Gianroberto Casaleggio *, cofondatore dei Cinque Stelle con Beppe Grillo. Aveva 61 anni. Sul blog del Movimento: “Ciao, hai lottato fino all’ultimo”

ROMA – Addio a uno dei fondatori del Movimento Cinque Stelle. E’ morto a 61 anni Gianroberto Casaleggio, dopo una lunga malattia che l’aveva costretto anche a un intervento alla testa, nell’aprile del 2014. Era l’inventore del Movimento che aveva fondato insieme a Beppe Grillo. Sul blog di Grillo si legge: “Ciao, Gianroberto. Hai lottato fino all’ultimo”.

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NOTA:
*Gianroberto Casaleggio – Imprenditore
Gianroberto Casaleggio è stato un imprenditore e politico italiano, socio fondatore e presidente della Casaleggio Associati s.r.l., società informatica ed editoriale che si occupava di consulenze in … Wikipedia
Data di nascita: 14 agosto 1954 (età 61), Milano
Azienda Fondata: Movimento 5 Stelle
Figli: Davide Casaleggio, Francesco Casaleggio

Il Movimento 5 Stelle (M5S) è un partito politico italiano fondato a Milano il 4 ottobre 2009[14] dal comico e attivista politico Beppe Grillo e dall’imprenditore del web Gianroberto Casaleggio[15] sulla scia dell’esperienza del movimento Amici di Beppe Grillo, attivo dal 2005, e delle Liste Civiche a Cinque Stelle, presentate per la prima volta alle elezioni amministrative del 2009.

GRAFICO – Napoli, un cammino triennale da 300 gol

Il grafico

Il Corriere dello Sport analizza il triennio azzurro partendo dai primi due anni di Rafa Benitez, terminando con questo di Maurizio Sarri. Il bomber che ha realizzato più gol? Gonzalo Higuain con 84, seguono Callejon (44) e Mertens (31). Nelle prime due stagioni, quelle di Benitez, sono state messe a segno 104 reti sia nel 2014 che nel 2015, mentre in questa stagione, si è giunti già a quota 92 con ancora diverse gare, sei, da disputare. Un cammino incredibile, fatto di gol su gol, messi insieme: partiti da un tecnico votato all’azione offensive, tralasciando un po’ quella difensiva, giungendo ad un altro che con alcuni accorgimenti ha risolto quasi il problema.

corriere

Cesari: “Irrati riduce la pena ad Higuain. Albiol? C’era rigore”

Le sue parole

Durante Tiki Taka su Italia Uno, l’ex arbitro Cesari dichiara: “Ci sono buone possibilità che il ricorso del Napoli venga accolto, anche perché la presenza di Higuain è un fatto molto importante: sembra che da una telefonata del giudice del secondo grado di appello, Irrati abbia ammesso che quel movimento è stato assolutamente sconveniente. Riduzione di una giornata, gli azzurri tenteranno di ridurla di due turni ma sarà difficile. Albiol? Si toglie la maglia protestando giustamente con Mazzoleni: c’era rigore netto per trattenuta, impossibile da non vedere. Ammonizione giustissima ad Albiol, alla sua reazione doveva scattare il rosso”.

Elezioni Milano, 13 candidati: il voto è una bagarre. La sinistra divisa tra cinque nomi

13 candidati perché per uno che si ritira, Corrado Passera, altri ne arrivano. Ed è record di candidature, in attesa di vedere chi riuscirà a raccogliere le firme e sostenere la campagna

Cinque anni fa la scheda elettorale per gli elettori milanesi era già un lenzuolo: 9 candidati sindaco, 30 liste collegate. Fra poco meno di due mesi, di questo passo, servirà stampare schede maxi: gli aspiranti primi cittadini sono già 13, soltanto ieri sono arrivati tre nuovi candidati, e forse non è finita qui. Perché per uno che si ritira – leggi Corrado Passera, approdato tra i sostenitori di Stefano Parisi – altri ne arrivano. E se adesso il record di candidature spetta alla sinistra, con cinque concorrenti, anche tra generici “civici” e nel centrodestra non mancano gli annunci.

Certo, bisognerà vedere quanti di questi arriveranno a formalizzare la loro discesa in campo: perché annunciare una candidatura è ben diverso da arrivare a depositare tutta la documentazione necessaria per l’ufficializzazione. Sempre che, nel frattempo, non si decida di ritirarsi a favore di altri: anche l’ex preside del Parini Carlo Arrigo Pedretti – di cui, peraltro, era ignota la candidatura – che corre(rebbe) con Rivoluzione Cristiana di Gianfranco Rotondi potrebbe cedere il passo a Parisi. Se anche volesse candidarsi, comunque, dovrebbe, come gli altri, depositare entro il 5 maggio (un mese prima delle elezioni, anche se il decreto non è ancora sulla Gazzetta) simbolo, programma elettorale, una previsione di bilancio delle spese e, soprattutto, una lista formata da non meno di 32 e non più di 48 candidati al Consiglio comunale, assieme alle firme di non meno di mille e non più di 1500 milanesi. Un numero che sembra facilmente raggiungibile, ma va considerato che ogni lista e ogni candidato sindaco devono raccogliere le proprie firme.

SI VOTA IL 5 GIUGNO

Senza considerare, poi, che una campagna elettorale costa: e quindi bisogna trovare anche chi è disposto a finanziarla, visto che i partiti hanno meno soldi e alcuni candidati sono sostenuti da movimenti nati per l’occasione. È il caso di Massimo Emanuelli, un giornalista che ha fondato il movimento “Sosteniamo Milano” (simbolo: una lavatrice con la scritta “Per una Milano pulita”) e che si candida assicurando di essere l’unico vero candidato civico. Poco più strutturato il movimento “Fuxia People”, nato in Regione un anno fa, quando la consigliera Maria Teresa Baldini ha abbandonato la lista Maroni: ora prova a correre per Palazzo Marino, puntando sul fatto che è l’unica candidata donna. Nel pienone di questi ultimi giorni, si è presentato anche Luigi Santambrogio, assessore al traffico ai tempi di Formentini, leghista pentito, che si candida con i socialisti riformisti che non hanno appoggiato la scelta di Basilio Rizzo fatta dal movimento Milano in Comune.

Non che sia finito qui il parterre di sinistra: la candidatura di Beppe Sala sembra aver prodotto una moltiplicazione di concorrenti, visto che il Partito comunista e il Partito comunista dei lavoratori ne hanno uno a testa (Tiziano Tussi e Natale Azzaretto) e c’è anche il Radicale Marco Cappato. Nel 2011, tra i candidati sindaco, c’erano un candidato 5 Stelle (Mattia Calise, adesso tocca a Gianluca Corrado), un esponente di Forza Nuova e una del Partito dei pensionati: bisognerà vedere se replicheranno questa volta o se, nel caso dell’estrema destra, sceglieranno Parisi, vista anche l’alleanza con la Lega. Nel centrodestra, poi, c’è ancora spazio per qualche ripensamento: bisognerà capire cosa fa Nicolò Mardegan. Mentre Marco Cozzi, candidato da ieri dell’Udc, spiega: “Non ci sentiamo rappresentati da Salvini”.

vivicentro.it-nord-politica / larepubblica / Elezioni Milano, 13 candidati: il voto è una bagarre. La sinistra divisa tra cinque nomi di ORIANA LISO

Forte contusione alla caviglia destra per Gabbiadini

I dettagli sul problema fisico

Nessun allarme, le condizioni di Manolo Gabbiadini non preoccupano. Bisognerà aspettare oggi per saperne di più sulla forte contusione alla caviglia destra rimediata domenica e che l’ha costretto ad uscire ma non dovrebbero esserci notizie preoccupanti. C’è ottimismo e già ieri il centravanti stava meglio: Inter-Napoli rientra tra gli appuntamenti irrinunciabili. Intanto positiva la prestazione col Verona, la seconda in Serie A come titolare.

Higuain vuole esserci, ma le regole vieterebbero la sua presenza

Tuttosport scrive su Gonzalo Higuain

“Il Pipita freme, vuole tornare presto, dopo aver scontato contro il Verona la prima delle 4 giornate di squalifica dopo l’espulsione di Udine. Dovrebbe rientrare contro l’Atalanta, ma il Napoli punta alla riduzione della pena e domani sarà depositato il ricorso che venerdì la Corte Sportiva d’Appello dovrebbe discutere. Ma c’è una novità: nonostante Higuain abbia chiesto di essere ascoltato per far valere le proprie ragioni, le regole non lo consentirebbero. Con o senza il Pipita, comunque, l’obiettivo non cambia: la strategia dell’avvocato Grassani punta ad ottenere la riduzione di una o due giornate di squalifica, così da permettere al Napoli di riaverlo già nella partita contro il Bologna o, nella peggiore delle ipotesi, per la delicata sfida della Capitale contro la Roma”

De Laurentiis scende in campo per blindare il secondo posto

La Repubblica scrive su De Laurentiis

“Guai a chi gli scippa la Champions League, il traguardo da cui dipendono il futuro e le ambizioni del club azzurro, a rischio di depressione dopo le ultime due annate di Europa League, sopportate come un esilio doloroso e forzato dai top team. Solo grazie ai conti in regola, curati con virtuosa e morbosa diligenza, la società ha potuto ammortizzare in apparente scioltezza il primo bilancio in rosso dell’era post fallimento: senza mettere all’asta nella scorsa estaste neppure uno dei suoi big. Adesso, però, sta per arrivare l’ora della verità. Il primo posto, salvo eventi miracolosi, sembra essere ormai sfumato, per la comprensibile amarezza dei tifosi. Ma l’imprenditore De Laurentiis non ha intenzione di mettere a rischio il secondo: vale per il Napoli la qualificazione diretta per la Champions. Ecco perché il presidente si prepara a una full immersion al seguito della squadra. Gli errori di Udine non devono ripetersi più”.

Prof insulta i gay in classe, scatta la rivolta dei ragazzi del Parini: il caso al Provveditorato

Avrebbe preso posizioni nette contro le unioni gay. I ragazzi di una quinta ginnasio denunciano il fatto al preside con una lettera: “Toni irrispettosi”. Il docente chiamato a rapporto

In aula usa “toni irrispettosi” nei confronti delle coppie gay. E i suoi studenti scrivono al preside per denunciare il loro disagio. Succede al liceo Parini di Milano, dove le parole pronunciate da un insegnante – arrivato da pochissimo nel famoso classico milanese grazie all’ultima ondata di assunzioni della Buona scuola – scatenano un polverone fra gli adolescenti che finisce sul tavolo del Provveditorato.

L’episodio risale alla settimana prima di Pasqua ma la lettera è stata consegnata nelle mani del dirigente scolastico, Giuseppe Soddu, solo pochi giorni fa. Un testo di una pagina che racconta di una normale ora di lezione che si è trasformata in un’accesa discussione sull’omosessualità e sui diritti civili. Dibattiti su un tema come questo non sono certo una rarità nelle scuole. A maggior ragione negli ultimi mesi in cui l’argomento è molto caldo e di attualità anche in parlamento. Ma il professore, arrivato in questa classe del ginnasio di via Goito per sostituire un altro collega assente, avrebbe preso posizioni nette contro le unioni gay, usando toni particolarmente duri. Offensivi nei confronti degli omosessuali, secondo i ragazzi, che spiegano di aver fatto fatica anche solo a replicare. I suoi modi bruschi, quasi da crociata, su un tema così delicato hanno turbato gli adolescenti. Il Parini, fra l’altro, è da sempre un liceo particolarmente avanti in tema di diritti e i suoi studenti sono abituati al dialogo e al confronto aperto. Così, hanno deciso di bussare alla porta del preside e di raccontare quello che era successo.

“Stiamo facendo tutte le indagini necessarie per chiarire cosa è successo davvero, naturalmente sentendo tutte le versioni”, spiega Soddu, che ha inviato una comunicazione urgente all’Ufficio scolastico provinciale per capire il da farsi. Oggi l’insegnante sarà ricevuto dal preside per discutere dell’accaduto, ma eventuali provvedimenti nei suoi confronti saranno in ogni caso stabiliti dalle istituzioni scolastiche. E all’interno del liceo, all’uscita da scuola, anche fra gli insegnanti da giorni non si parla d’altro. Di quei toni così “fuori luogo”, specialmente fra ragazzi così giovani che potrebbero sentirsi feriti in prima persona. “Se quelle frasi fossero confermate sarebbe davvero molto sgradevole, a maggior ragione in una scuola aperta al dialogo come la nostra e dove nessuno si permette di esprimere giudizi sulle inclinazioni sessuali”, commenta uno dei rappresentanti degli studenti, che prima di puntare il dito contro il professore vanno comunque con i piedi di piombo: “Aspettiamo comunque che si faccia chiarezza per giudicare”.

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ESCLUSIVA – Apicella: “Inter senza dirigenza, Napoli più forte anche senza Higuain”

Le sue parole in esclusiva

Inter-Napoli, è la settimana giusta. Gli azzurri andranno a Milano, sabato, per affrontare la squadra di Roberto Mancini. Abbiamo raggiunto un amico di ViViCentro.it, Gianluca Apicella, giornalista di Magazinepragma.com e queste sono le sue dichiarazioni:

Sabato si affrontano Inter e Napoli. Ad inizio stagione, almeno sulla carta, dovevano essere due squadre a ruoli invertiti.

“Onestamente sulla carta l’Inter era inferiore alla Juventus, alla Roma ed al Napoli. Per me non si puo’ parlare di “Ruoli Invertiti”. Possiamo dire che l’Inter poteva almeno provare a giocarsi un posto Champions visto il girone di andata molto positivo, non per la mole di gioco, ma per i risultati. Adesso riprendere la Roma e’ una impresa disperata.”

Chi ti ha deluso di più in questa stagione nella squadra di Mancini?

“Sarebbe facile fare un nome. Io vorrei fare una riflessione piu’ approfondita: l’Inter da gennaio a gennaio ha comprato gente come Shaqiri, Podolski, Telles, Kondogbia, Melo, Eder, Jovetic, Santon. I primi due sono stati ceduti questa estate, gli altri non giocano praticamente mai. La domanda sorge spontanea: “E’ colpa dell’Allenatore che chiede determinati giocatori e poi li brucia, oppure e’ colpa del Direttore Ausilio che non accontenta le richieste dell’allenatore?” In una societa’ seria, con un presidente ed una dirigenza vera, da tempo si sarebbe trovato il colpevole a questa situazione molto particolare e puntuale sarebbe arrivata una risposta molto semplice, colpa di Mancini, colpa di Ausilio, colpa di entrambi. Visto che l’Inter non ha una dirigenza forte, dai tempi di Oriali e Branca, questo dato molto particolare e’ destinato a continuare”.

E chi ti ha sorpreso di più di questo Napoli?

“Non mi aspettavo un Insigne con questa vena realizzativa. Allan mi ricoda molto Alemao, ma per me il Napoli ha un altro Top Player nascosto in difesa: Kalidou Koulibaly. Il giocatore africano deve migliorare in alcuni aspetti, ma se si conferma anche per la prossima stagione, puo’ tranquillamente fare le fortune del Napoli a livello economico. Considera che in Europa i difensori latitano. Nicolas Otamendi, non un fulmine di guerra, e’ stato preso dal Manchester City per 45 milioni di euro. Con questo esempio penso di aver reso bene il concetto”.

Inter-Napoli è anche Icardi contro Higuain, peccato che però il pipita non ci sia per squalifica

“Posso dirti fortunatamente per l’Inter. Paragonare Higuain ed Icardi in questo momento e’ fantacalcio. Il Pipita e’ una Ferrari. Maurito una bella Bmw”.

Sarri ritrova Mancini e viceversa, sarà stretta di mano e pace sul campo? Finalmente…

“Hai detto bene finalmente. Spero che a fine partita possiamo commentare solo un 1 x 2 . Basta parlare di orrori arbitrali, di Finocchi, di cori razziali. Desidero tanto parlare di calcio giocato”.

Che Inter ti aspetti?

“Il Napoli e’ superiore anche con Gabbiadini. Mi aspetto una Inter dignitosa come vista nel derby di andata, oppure come nelle due gare contro la Roma e contro la Juventus nella gara del Meazza”.

Quale sarà, per te, l’undici che scenderà in campo?

“Indovinare la formazione titolare dell’Inter di quest’anno e come chiedere di uscire con Sophie Marceau, un’impresa titanica. Se Mancini gioca con il centrocampo a due rischia davvero una brutta figura. Io spero che giochi con Handanovic, D’Ambrosio, Miranda, Murillo, Telles, Brozovic, Medel, Kondogbia, Perisic, Ljajic e Icardi. Allo stato attuale e’ la formazione piu’ equilibrata per affrontare il Napoli”.

a cura di Ciro Novellino

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Conto alla rovescia per il premier

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RIFORMA BICAMERALISMO FEDERICO GEREMICCA

RIFORMA BICAMERALISMO Decenni di dibattiti e confronti, tanto che ormai nessuno ci credeva più. Poi la svolta, trenta mesi di lavoro serrato, sei votazioni tra Camera e Senato, ottanta milioni e passa di emendamenti e la conclusione eccola qui, che a ora di cena entra via tv nelle case degli italiani: l’aula di Montecitorio semideserta e fuori, nella piazza, proteste modeste e di maniera, niente cori, caroselli e «girotondi» in difesa della Costituzione.

Dunque sarà anche una giornata storica, come annotato dal presidente del Consiglio, quella nella quale la riforma del bicameralismo perfetto muove – finalmente – il suo ultimo passo: ma è una storia crepuscolare, avvelenata e per molti versi incomprensibile. Una giornata senza solennità, più avvilente che nervosa, con i banchi della Camera abbandonati da tutte le opposizioni.

Quasi fosse il giorno in cui va in scena un golpe e non il varo di un testo passato al voto parlamentare per ben sei volte.

La fine del bicameralismo perfetto – assieme all’Italicum «madre di tutte le riforme» targate Renzi – vede dunque la sua luce così: e nemmeno questo passaggio storico – vanamente inseguito o promesso da tutti i premier al governo nell’ultimo quarto di secolo – riesce a restituire alla cittadella politica quel senso di sé che pare pericolosamente smarrito. Si pensa ad altro, al voto amministrativo, al referendum trivelle, a cercare consenso politico ed elettorale in qualunque modo.

E così, Lega, Cinque Stelle, Forza Italia e sinistra abbandonano l’aula prima che Renzi cominci a parlare, in un clima irrimediabilmente avvelenato. Come fosse una cosa normale, Salvini e Grillo passano la mattinata ad insultare il presidente della Repubblica, dandogli del codardo o del venduto; per il caso «Tempa Rossa» i Cinque Stelle continuano a chiedere le dimissioni dell’intero governo, che non ha – al momento – neppure un ministro indagato. Si urla contro gli immigrati e si sbandierano gli scandali dell’uno o degli altri, in un drammatico tutti contro tutti. La fine del bicameralismo perfetto è celebrata così: in una sorta di inconfessabile disinteresse generalizzato.

Come sia questa riforma, che vantaggi proponga e quali incertezze e rischi apra, è cosa ormai nota. Matteo Renzi, intervenendo per l’ultima volta ieri alla Camera dei deputati, più che spiegarla ha tentato di rispondere, una per una, alle tante obiezioni diffuse. Ha citato Dossetti, La Pira e Terracini per dare spessore al suo intervento e annotare che dubbi e perplessità erano diffusi anche tra i padri costituenti. Ha cercato, insomma, di dare lui solennità ad un passaggio importante in sé e decisivo per il suo futuro. Il tentativo, bisogna dire, non è granché riuscito: se si trattasse di calcio, diremmo per impraticabilità del campo.

Due cose, però, sono ormai certe. La prima è che il Senato, così come finora conosciuto, ha i mesi contati: basta con le doppie letture, le leggi avanti e indietro, i voti di fiducia al governo ora qui, ora lì. I vantaggi, sul piano dell’operatività, dovrebbero essere evidenti: altrimenti non si spiegherebbe perché leader come Craxi e Berlusconi (ma anche Prodi e altri) hanno tentato per anni di aggirare le lentezze parlamentari mettendo mano ai regolamenti o affidandosi alla discutibilissima prassi dei voti di fiducia.

La seconda cosa certa è che il tic-tac, per Matteo Renzi, è cominciato: un lungo conto alla rovescia verso quel referendum confermativo («Ad ottobre sarebbe fantastico») al quale il premier ha legato la propria sorte. In fondo, il famoso «se perdo vado via» somiglia al più recente «quell’emendamento l’ho voluto io» (Tempa Rossa): un modo per personalizzare lo scontro politico (o giudiziario) nella convinzione di esser tutt’ora circondato da un’aurea di assoluta invincibilità.

Rischioso. Perché il tempo passa, le cose cambiano e non è quasi mai vero che il potere logora chi non ce l’ha. Anche il potere logora: soprattutto se accentrato e gestito in maniera spiccia, diciamo alla fiorentina. È per questo, forse, che il discorso di Renzi ieri alla Camera ha avuto tratti «tradizionali» e perfino pedanti. Niente a che vedere con l’aria sbarazzina e le mani in tasca con le quali avviò due anni fa la sua avventura proprio nel moribondo Senato.

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I Panama Papers e l’operazione trasparenza

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I Panama Papers hanno portato ai vertici dell’agenda politica la questione della trasparenza fiscale. Oggi la Commissione europea presenta proposte volte a rafforzare la trasparenza fiscale delle multinazionali che operano in Europa, per gettare luce sul mondo complesso e talora oscuro del fisco internazionale.

Le nostre economie e le nostre società dipendono da un sistema fiscale percepito come equo. A generare una sensazione di ingiustizia è il fatto che le grandi imprese, grazie alle risorse e alle strutture su cui possono contare, riescono a trovare il modo di ridurre notevolmente la loro aliquota fiscale effettiva.

Se alcune imprese pagano meno tasse, le altre saranno costrette a pagarne di più. Le piccole che non si possono permettere adeguate consulenze fiscali, che consentano loro di ridurre al minimo le tasse, si ritrovano in sostanza a pagare per le multinazionali. Ciò è inammissibile in termini di equità e di concorrenza leale.

Per questo motivo proponiamo norme che prevedono l’obbligo per tutte le grandi multinazionali che operano in Europa di rendere pubbliche le informazioni sul luogo in cui realizzano gli utili e quello in cui pagano le tasse, fornendo i dati paese per paese. Le norme interesseranno circa 6.500 imprese con un fatturato di oltre 750 milioni di euro. Le imprese sarebbero inoltre tenute a comunicare l’ammontare complessivo delle tasse che pagano fuori dall’Ue, fornendo informazioni specifiche per le imposte versate nelle giurisdizioni fiscali problematiche (i «paradisi fiscali»).

Le informazioni sarebbero rese disponibili, per un periodo di cinque anni, su un sito Internet della società, in modo che chiunque fosse interessato possa sapere dove pagano le tasse le multinazionali. Per far sì che le imprese europee non siano le uniche a dover sottostare a tali obblighi, le stesse norme sarebbero applicate anche alle grandi filiali di imprese non europee che operano in Europa.

La proposta è un modo semplice, efficace e proporzionato per contribuire agli sforzi compiuti affinché le grandi multinazionali paghino la giusta quota di imposte e si basa su un’attenta valutazione d’impatto. Non chiediamo la divulgazione di segreti aziendali né intendiamo danneggiare la competitività globale delle multinazionali, ma dobbiamo far fronte con decisione allo svantaggio competitivo di cui soffrono attualmente le Pmi.

Le misure descritte fanno parte di un più ampio programma di riforma, precedente ai Panama Papers. A livello internazionale abbiamo collaborato strettamente con l’Ocse e con il G20 per promuovere principi globali di buona governance in materia fiscale. Riteniamo che una maggiore trasparenza possa contribuire in misura determinante a sostenere questo programma. Le violazioni della legge vanno punite con condanne penali e sanzioni severe. Se invece la legge non è stata violata e le attività smascherate non sono altro che metodi legali per eludere il pagamento delle tasse, la trasparenza può aiutarci a capire se le normative in vigore sono appropriate. Qualora non lo fossero, bisognerebbe provvedere a eliminare le scappatoie. Le imprese dovrebbero chiedersi se agiscono per tutelare gli interessi superiori a lungo termine dei loro azionisti in termini di reputazione.

Affinché le imprese possano prosperare c’è bisogno di un contesto fiscale competitivo, ma sono i governi che devono pensarci, non legali e consulenti fiscali scaltri che escogitano sistemi ancora più complicati per alleggerire il carico fiscali di alcuni privilegiati. Per generare l’occupazione e la crescita necessarie, abbiamo bisogno di imprese forti e che ispirino fiducia. Una maggiore trasparenza può contribuire a rafforzare la fiducia nelle imprese e ad assicurare una concorrenza equa.

vivicentro.it-economia / lastampa / I Panama Papers e l’operazione trasparenza VALDIS DOMBROVSKIS*, JONATHAN HILL**

*Vicepresidente Commissione Europea

** Commissario Ue per i mercati finanziari

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Ecco perché Mancini voleva con insistenza Gabbiadini

Lo riporta il Corriere del Mezzogiorno

Grande prestazione per Manolo Gabbiadini domenica col Verona, il primo a godere del privilegio di esser ripescato tra le riserve e che ancora una volta ha dimostrato tutto il suo talento. Sette gol in sei partite giocate: media di un gol ogni cento minuti. E’ stata giusta la scelta del presidente Aurelio De Laurentiis di non cedelo lo scorso gennaio al Wolfsburg per un’offerta di 25 milioni di euro. Meglio ancora, con il senno di poi, aver rifiutato le offerte insistenti dell’Inter. Mancini voleva l’attaccante bergamasco per un motivi preciso: pensava aver trovato la spalla giusta al suo centravanti argentino Icardi. Ora se lo ritroverà contro, sabato prossimo. Perché l’ex Sampdoria partirà ancora dal primo minuto.