Ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli è intervenuto Ciro Borriello, assessore allo sport del Comune di Napoli. Ecco quanto evidenziato:
“Bisogna stare tranquilli: per il primo agosto il prato del San Paolo sarà nuovamente in ottime condizioni, grazie anche al gesto di Gigi D’ Alessio. Monitoreremo tutti la situazione affinché il manto torni come quello di qualche giorno fa.
Escludo categoricamente la possibilità che il Napoli giochi le gare di Champions League a Palermo, siamo tutti uniti per adeguare ed elevare alcune aree dell’ impianto” .
Ass. Borriello: “Tranquilli… il prato del San Paolo tornerà in perfette condizioni”
Quando il pettegolezzo diventa reato
Si rischia una condanna per diffamazione, a volte persino aggravata
Il pettegolezzo, si sa, ha la capacità di diffondersi a chilometri di distanza, forse proprio perché parlare degli altri è percepito come un piacevole passatempo collettivo. La chiacchiera, per quanto vituperata, ha il potere straordinario di sedurre e di stimolare la curiosità delle persone.
Eppure il pettegolezzo può avere conseguenze legali non altrettanto gradevoli: può essere infatti alla base di una condanna per diffamazione.
Una esagerazione? Non proprio, se si pensa che la Corte di cassazione, con una sentenza (la numero 8348 del 2013) ha reso definitiva la condanna di un uomo che aveva “spettagolato” appunto, di una relazione adulterina in cui era coinvolta una vicina di casa.
Con l’occasione la Corte ha peraltro precisato che la condanna non aveva nulla a che vedere con la verità della notizia: infatti il diritto dei cittadini alla riservatezza e il rispetto della loro dignità per i giudici possono essere messi in secondo piano solo se c’è un pubblico interesse alla diffusione della notizia, ma non di certo sempre e comunque, anche quando manca il bisogno sociale a divulgare il fatto.
Quello appena analizzato non è peraltro un caso isolato.
Tra i tanti, si pensi alla pronuncia numero 44940/2011, con la quale la Cassazione ha detto basta ai pettegolezzi in ufficio, confermando la condanna per il reato di diffamazione in capo a un uomo che aveva diffuso la notizia che l’impiegata di una banca stava portando avanti una relazione clandestina con un uomo sposato, facendo partire un vociare di commenti tra i diversi dipendenti. Nonostante la relazione fosse adulterina solo per l’uomo sposato, la riprovazione sociale che da un simile pettegolezzo è derivata, nel caso di specie e come sempre avviene, ha riguardato entrambi i partner, tanto che il gossip si è dimostrato perfettamente idoneo ad assumere natura diffamatoria.
Una precisazione, a questo punto, si rende doverosa: quando può dirsi integrato, dunque, il reato di diffamazione?
Quando la reputazione di una persona non presente (che è l’interesse tutelato dalla norma) viene offesa in qualsiasi modo. Trattasi, del resto, di reato di mera condotta e a forma libera.
È tuttavia necessaria la comunicazione con più persone, ovverosia la diffusione della notizia incriminata.
Se poi l’offesa consiste nell’attribuzione di un fatto determinato (come nel caso dei pettegolezzi) il reato è addirittura aggravato ai sensi dell’articolo 595, secondo comma, del codice penale.
In definitiva chi si fa i fatti suoi non solo “campa cent’anni”, come dice un vecchio proverbio, ma lo fa con la fedina penale pulita!
Avv. Valeria ZeppilliE-mail: valeria.zeppilli@gmail.com
Laureata a pieni voti in giurisprudenza presso la Luiss ‘Guido Carli’ di Roma con una tesi in Diritto comunitario del lavoro. Attualmente svolge la professione di Avvocato ed è dottoranda di ricerca in Scienze giuridiche – Diritto del lavoro presso l’Università ‘G. D’Annunzio’ di Chieti – Pescara
vivicentro.it/l’esperto/ Quando il pettegolezzo diventa reato Valeria Zeppilli (www.StudioCataldi.it)
Il coraggio del domani nella poesia di Maria Rosa Bertellini
Nell’introdurre la nuova raccolta di poesie di Maria Rosa Bertellini dal titolo “Spiragli di luce” (ed. ab/arte), Andrea Barretta scrive di una confessione partecipativa dell’autrice tra poesie semplici e versi a rime incrociate nell’impianto di sonetti nell’ordine caro a Petrarca. Ma appunta anche il confine della metafora del tempo che passa fino alla pienezza di un itinerario esistenziale identificato in poesie che hanno sogni non ancora risolti e attese malinconiche.
di Andrea Barretta
A volte capitano amicizie straordinarie nel senso che vivono oltre l’ordinario, ossia di un ritrovarsi lontani nella vicinanza, nell’allontanarsi e nell’avvicinarsi nel dirsi e nel sapere che si è comunque presenti nell’assenza che non la rovina. Con questo non ho voluto sfoggiare ossimori, ma solo l’essenza di un legame quarantennale con Maria Rosa Bertellini che non ha mai avuto bisogno di una grande frequentazione, perché quando c’incontriamo è come se ci fossimo lasciati un istante prima.
Concorde con Khalil Gibran quando afferma che “un amico lontano è a volte più vicino di qualcuno a portata di mano. È vero o no che la montagna ispira più riverenza e appare più chiara al viandante della valle che non all’abitante delle sue pendici?”. No, Maria ed io non siamo così distanti: entrambi viviamo a Brescia e le nostre case sono a un tiro di schioppo l’una dall’altra. Eppure la nostra “vicinanza” è data dalla poesia, fin dagli anni Ottanta durante la mia direzione dell’Associazione Arte Poesia confluita nella Faber, la federazione che univa varie realtà culturali bresciane di cui ero presidente in quegli anni e Maria una fedele assistente nell’organizzazione. Ecco, da allora i nostri contatti sono sempre stati improntati a una cordiale stima reciproca che oltrepassa e supera qualsiasi confine creato dai diversi impegni che per me si sono succeduti, e resta la condivisione di momenti importanti in cui ci si rende conto che nulla è cambiato quando a incontrarsi sono anime sensibili alla poesia.
Come adesso, nel tempo che è trascorso dalla cura e presentazione di “Nella sera che annega”, e ritrovarsi nel curare la sua prima raccolta in forma antologica composta di poesie inedite, in una storiografia letteraria che proprio nel compendio di testi scelti fa conoscere la linea propositiva. Difatti, nelle pagine che seguono, sono punto di riferimento per interpretare l’evoluzione della sua opera, laddove emergono eventi e comprensione dell’impegno nella lirica contemporanea, in versi ispirati dai valori in pensieri emozionali ed esperienziali, quali la speranza, la fede, l’amore, l’amicizia, suddivisi in quattro capitoli: stagioni e colori, luoghi e pensieri, eventi e riflessioni, affetti.
Sono “Spiragli di luce”, confessione innanzitutto partecipativa tra poesie semplici con i passerotti che cercano briciole sul davanzale, e magiche notti fra luccichii di polvere d’argento che accendono il buio, a farci tornare tutti bambini prima di inoltrarci in complessi componimenti a rime incrociate nell’impianto di sonetti con due terzine finali nell’ordine caro a Petrarca,. Ma anche il confine della metafora del tempo che passa fino alla pienezza di un itinerario esistenziale identificato in un “Paesaggio”, a raccontare del destino di un castello dove “appare l’arcaico paese, / come presepe steso accanto al fiume, /nel biancore di alberi centenari”.
Poesie che hanno sogni non ancora risolti ma senza attese malinconiche di dimensioni diverse rispetto a paesaggi armoniosamente poetici assimilati a capacità pragmatiche nel comprendere la vita. C’è la forza delle emozioni nella misura di parole che creano parvenze cristallizzate in reminiscenze, “nel mistico silenzio della stanza” che cattura “un pensiero consueto / dilatando un sentore vago e inquieto, / mentre impietosa e lesta l’ora avanza” (In me non è mutato), in sentimenti che persistono nutriti “dalla prima sera” e palpitanti perché alimentati “da sostanza vera / che non teme l’usura”. E’ l’ardente inclinazione a rendere la verità, ed è la tenace e continua confessione del bisogno di un equilibrio diverso ma efficace, quasi rispondendo a una sorta di burrascosa energia nel trasferire la pronuncia poetica in un campo letterario di quartine a rima raddoppiata, per ricongiungerci “negli angoli dell’antica piazzetta” agli “archi di luce e carta colorata” che “sorridono al millennio che s’affretta / a promettere vita rinnovata”.
Non possiamo non intravedere criteri che arrivano soprattutto dai suoi studi universitari, determinati dalla laurea in lingue e letterature straniere alla Bocconi di Milano conseguita nel 1965, e dagli anni come docente di lettere. E sono solo alcuni dei modi con i quali si è confrontata la poesia di Maria Rosa Bertellini, raffigurati in accordi di rara bellezza come per uno spartito che definisce canoni di stili letterari distribuiti in una raccolta d’impianto filologico nel rapporto fra testo e tradizione, fra oggettività condivise e libertà del verseggiare. In effetti, ha saputo coglierne l’eredità intellettuale, soprattutto se guardiamo ai particolari di archetipi nell’accezione filosofica di essenza sostanziale delle cose sensibili. Qui mi riferisco a versi sciolti con un disegno ritmato dalle esperienze del vers libre, spesso qui trattato nell’accentuazione dell’aspetto orfico, ossia della cifra evocativa intensamente lirica corrisposta nell’ideale costitutivo di disciplina estetica. Un modello di linguistica diacronica che mira all’identità umanistica in una dimensione fonetica o lessicale calata nella situazione critica che, ad esempio, contrapponeva Pasolini a Saba, e che ancora oggi non è del tutto esplicata finché la poesia, come nella conclusione di Garcia Lorca, non sarà conscia di non cercare seguaci ma amanti, perché ogni poesia è inesplicabile, affermava Borges, e “nessuno sa interamente ciò che gli è stato concesso di scrivere”.
E’ in queste prime letture intrise di appunti che propongono l’idea poetica, scopriamo il mondo bertelliniano nello scorgere genuini ambienti dove le parole si distendono nella libertà di scansioni date non soltanto dagli accenti, dalla rima o dal numero di sillabe, ma dall’avanzare della musicalità che ne caratterizza i versi. Ma la nostra autrice non manca neanche di misurarsi con la soggettività di un autobiografismo tra punti d’inizio e istanti di cesura, “momenti grigi / cui nessuno sfugge”, o con regolarità meditative.
Credo sia una tesi dialettica il paradosso dell’edonismo di dispensare un ordine alle cose nell’andare a capo e tornare al piacere della centralità della lirica pura, e credo che questa pubblicazione sia un momento di rinuncia al pessimismo e un inno alla serenità. Questo, però, non aggiorna il suo criterio narrativo, né il rifiuto a soggiacere a motivi che non riconoscano la possibilità di mutamenti che spingono fuori dai soliti schemi, che corrono lungo la sua intera produzione. Tant’è che ora la poesia di Maria Rosa Bertellini s’è allontanata da quella impegnata socialmente degli anni Settanta del Novecento e rifugge il formalismo che la precedeva e in parte l’ha seguita; ora la sua poesia aspira all’affrancazione dell’anima dal corpo, e si basa su una scelta condizionata dall’età che giunge al riassunto dei modi di essere nell’esserci, in cui scrivere è per lei bisogno primario in una sorta di ricostruzione, di crestomazia come valore documentario di una vita.
Queste poesie si animano e vanno a stare in un luogo abitato dalla luce ancestrale che fino allora profanato dal buio interrotto da raggi di sole che entrano dalla finestra della vita. Sarà energia fulgida nel riflesso di una presenza viva, ispiratrice del rimembrare voci e suoni degli incontri e dei momenti in cui cercare il senso del tacere o la distensione della parola che si fa silenzio. E proprio questa carica poetica resuscita una scena tra mura palpabili e al contempo inafferrabili, alle quali si delega l’oblio di un orizzonte da raggiungere in un paesaggio interiore.
L’aria compendia l’espressione degli affetti vissuti come valore, nella dicotomia del diario e dell’identità, che rilegge il passato nel presente come futuro che non vuole dimenticare le emozioni vissute, perché la vita – precisa Gabriel Garcia Márquez – non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla. Allora sono la semplicità e la genuinità gli aspetti comuni rilevabili in versi che aggiungono la coscienza della possibilità di un contrappunto nelle difficoltà giornaliere, nella continua scoperta di rendere il cambiamento come rinnovamento per sentirsi parte del mondo in un racconto che è anche la nostra storia.
Con questo non voglio dire che Bertellini è indifferente al mondo. Non è così. Anche quando appunta ancora che “scivola il tempo / silenzioso e vorace / su tenebre e pleniluni”, ecco che bilancia la forza interiore per sondare la condizione umana nella sua sostanza, con l’appello “a consolare chi cede allo sconforto, / a inventare una fiaba / per far felice un bambino”. E fa notare le ambiguità della quotidianità, nel non ignorare “l’appello disperato delle madri, / le lacrime di creature innocenti, / la solitudine acuta dei vecchi”, intanto che si rasserena nell’ascoltare “il presente / cantare per noi / armonie di vita”; dunque restituisce alla spiritualità e al cuore la fisicità che trascende, e si addentra nella poesia che è la prova del vivere, e “se la tua vita arde”, spiega Leonard Cohen, “la poesia è la cenere”.
Non manca, pertanto, una delle forme che personalmente reputo la più bisognosa di cure e di attenzione, ossia la gratuità della poesia, intesa non come manifestazione commerciale ma come rivelazione di un dono, di volare alto nell’anelito di un oltre, in “un vento dolce / come grappolo succoso / di uva matura”. E’ ciò per cui adoperarsi per guardare avanti, esempio non solo per pensieri plurali ma per il compiacersi in riferimenti personali e personalizzanti, per il lasciarsi andare in un’astrazione universale che l’ambito letterario concede, e che aveva colto una figura appassionata della poesia bresciana, l’amico editore Enzo Bruno, nel decifrare “una voce di quelle che lasciano il segno nei versi sgorgati dall’anima che fanno riflettere, che trasmettono emozioni”, perché “non c’è mai il buio fitto, ma una pacatezza, una dolcezza, uno spazio di luce che genera un rivo di speranza, il coraggio di andare avanti”, appunto.
E’ l’abbandono, comunque, ciò che rievoca nel trascorrere di qualcosa che non dobbiamo perdere, per credere in una contemporaneità che corre freneticamente ma che ci appartiene nella conclusione di episodi marginali pur di raggiungere una conoscenza e una consapevolezza sempre più trasparente di noi stessi. La sua evoluzione stilistica, infatti, sia per la metrica sia per la poetica, diviene strumento di versificazione quando percepisce e tramanda il risultato di significato e di significante tra versi piani, tronchi e sdruccioli, o nell’epizeusi per un palloncino che “spinge e lo solleva piano piano”. Poi la prammatica delle allitterazioni come per “Mi solleva se cado, / mi culla dolcemente” o di “Nel silenzio / si adunano i ricordi, / mi accarezzano, / mi avvolgono”. Così come tornano certi fonemi che conducono a effetti fonetici onomatopeici, in “Carillon di campane al crepuscolo / si spande sulla via semi deserta, / fa eco al chioccolio della fontana”, e in “Il vagito” nel “balbettio sonoro di un bambino”, mentre fanno eco forme come “la chiaria del cielo”, il “brusio di voli”, e il dipingere in un “tripudio di colori” la “fioritura di cieli e di ninfee” nei riflessi “di tramonto arancione e vele – crema / in cangiante fusione acqua – terra”.
Ecco, Maria Rosa Bertellini pittura liriche che andrebbero sviscerate in una concretezza della rappresentazione visiva che l’accomuna all’arte figurativa, congiunta ai dettati di estetica oggi contrapposti a una cultura schiacciata su se stessa, e colora versi fluidi come pigmenti sulla tela a creare piani che accrescono direzioni di sintesi per uscire dal margine apologetico.
Così, la sua scrittura s’inserisce nella poesia contemporanea e cerca di dare risposte nel dibattito dell’interrogazione poetica avviato da molte antologie in mancanza di autori innovativi, e rimane decifrabile l’abbattimento degli elementi prevedibili che non portano ad alcun raccoglimento, a nessun riflesso introspettivo, nel momento in cui sembra accompagnarci in un porto sicuro, pagina dopo pagina.
Quello di essere “poeta” dà seguito a sensibilità diverse nella tendenza a nominalizzare anche i pensieri più difficili, perché c’è l’obiettivo di comprendere e di mediare, perché ci sono la pratica corporeità del tangibile e un sano pragmatismo. In tal modo Maria Rosa Bertellini può imprimere ciò che la ragione rappresenta, e tenerne conto, nella straordinaria modernità di versi nei quali rivela anche le sue fragilità, languori e sussurri, nostalgie e passioni, senza nascondere la “Solitudine” che ognuno prova anche in “una vita vissuta”, e chiama a sentire “un brusio” che “fende l’aria / e diffonde nel cielo / un grido – preghiera”.
La conclusione è in tutto quanto contraddistingue un’altra maniera di percepire se stessi, nell’affinità che aggrega il lettore al poeta su un sentiero che per quanto possa essere buio alfine offre i suoi spiragli di luce, oltre le paure che nascondono la bussola delle possibilità, … il coraggio del domani, che sia luminosa dinamica di trasmissione di valori diversi che non l’assenza.
Andrea Barretta
- “Spiragli di luce”, di Maria Rosa Bertellini, pp. 128, ed. ab/arte, Brescia.
Successo per il Festival Franciacorta d’Estate 2016
FESTIVAL FRANCIACORTA D’ESTATE 2016. Era l’evento più atteso nel ricco cartellone di appuntamenti che, fino al 3 luglio, animano la Franciacorta in concomitanza con The Floating Piers
E’ stata veramente una grande, animatissima festa, che ha coinvolto l’intera Franciacorta nel week end del 25 e 26 giugno: il Festival Franciacorta d’Estate ha richiamato migliaia di enoturisti, giovani, wine lovers, famiglie, che sabato hanno visitato le cantine dove era stati organizzati microeventi e hanno gustato in ristoranti e trattorie i Menu a tema realizzati per l’occasione, e domenica si sono dati appuntamento a Palazzo Monti della Corte di Nigoline di Corte Franca che, con il suo parco secolare, è stata la location perfetta del Pic Nic all’insegna dello Street Food d’autore a base di prodotti franciacortini e del successivo aperitivo con musica serale. Successo, quindi, per il Festival d’Estate, l’evento più atteso nel ricco cartellone di appuntamenti che, fino al 3 luglio, animeranno la Franciacorta in concomitanza con The Floating Piers, la celeberrima installazione di Christo, evento artistico mondiale dell’anno.
Organizzato dalla Strada del Franciacorta, il Festival ha avuto come protagonisti vignaioli e chef che domenica, tutti insieme in una delle più scenografiche dimore franciacortine, hanno dato vita a una giornata indimenticabile.
Apprezzatissimi gli Street Food creati dall’ ospite Lorenzo Cogo (lo Chef/imprenditore stellato più giovane d’Italia) e dagli chef dei più rinomati ristoranti della Franciacorta: Fabio Abbattista de L’Albereta, Alberto Bittu della Trattoria del Gallo, Alessandro Cappotto del Ristorante Villa Calini, Stefano Cerveni delle Due Colombe, Matteo Cocchetti della Dispensa Pani e Vini, Simone Gaibina della Trattoria da Gina, Andrea Martinelli della Trattoria del Muliner, Ennio Zanoletti dell’Hostaria Uva Rara, Piercarlo Zanotti della Cucina San Francesco del Cappuccini Resort, affiancati da Vittorio Fusari ora al Al Pont de Ferr di Milano e Fabrizio Albini ora al Ristorante Gazebo del Cristallo Hotel di Cortina d’Ampezzo, e dal pizzaiolo Corrado Scaglione.
Un successo il Banco d’assaggio, dove il pubblico ha avuto la possibilità di degustare i Franciacorta di oltre 60 cantine, raccontati dai vignaioli stessi.
Il prossimo appuntamento è, il 17 – 18 settembre 2016, con il Festival Franciacorta in cantina
Per informazioni: Associazione Strada del Franciacorta
tel. 030 7760870 – info@stradadelfranciacorta.it – www.stradadelfranciacorta.it
La Strada del Franciacorta
Nata nel 2000 dalla sinergia tra operatori privati (aziende vitivinicole, produttori di prodotti tipici e artigiani, alberghi, dimore storiche, ville in affitto, ristoranti, trattorie, osterie, wine bar, aziende agrituristiche, campeggi, enoteche, agenzie viaggi, campi da golf, noleggio biciclette) ed enti pubblici e privati (Comuni, associazioni per la promozione del territorio) la Strada del Franciacorta –fra le prime in Italia – è un percorso di 80 km che ha lo scopo di promuovere e sviluppare le potenzialità turistiche, in particolar modo legate al turismo enogastronomico, della Franciacorta. I soci sono 204. Socio onorario è Gualtiero Marchesi. La presidente è Lucia Barzanò.
COLLEGATA:
Fabinho, l’intermediario: “Niente di nuovo, serve liberare un posto da extracomunitario”
Le sue parole
Ai microfoni di Crc, è intervenuto Giuseppe Cannella, intermediario nella trattativa per portre Fabinho al Napoli: “Fabinho? Ne abbiamo parlato tante volte, ma non c’è nulla di nuovo: il suo discorso è legato al posto da extracomunitario per il Napoli, gli azzurri sanno quanto devono pagare ma ha la forza di aspettare perchè è una società che affronterà la Champions ed è appetibile per i calciatori. Non c’è niente di nuovo per Fabinho, dovrebbe ‘uscire’ ad esempio Zuniga”.
Herrera, l’intermdiario: “Stiamo lavorando per portarlo in azzurro”
Le sue parole
Claudio Vigorelli, intermediario della trattativa per Herrera ed agente di Mattia Destro, ha dichiarato a Radio Kiss Kiss: “Ci sono dei lavori in corso, vediamo come si evolverà la situazione. Nel mercato tutto può succedere, ma ad oggi non si sa quanto possiamo chiudere. Ce la mettiamo tutta per portarlo a Napoli. Destro al Napoli? Perché no, magari in futuro…”
Castellammare, controlli dei carabinieri: ci sono un arresto e diverse denunce
I dettagli dell’operazione
I Carabinieri di Castellammare di Stabia hanno svolto uno specifico controllo del territorio, con perquisizioni e controllo a pregiudicati della zona. E’ stato arrestato per furto un 53enne, rumeno, già noto alle forze dell’ordine, sorpreso e bloccato nei pressi della società immobiliare Nuove Terme di Stabia, mentre tentava la fuga dopo aver rubato materiale per l’edilizia. La refurtiva è stata restituita all’avente diritto. Accompagnato nella sua abitazione, è agli arresti domiciliari in attesa di rito direttissimo. Denunciati anche per tentato furto negli uffici delle Nuove Terme un 19enne e un 17enne incensurati, un 49enne ed un 51enne, già noti alle forze dell’ordine, tutti del luogo.
FOTOGALLERY – A spasso nel nuovo sito della Juve Stabia
Ecco le foto del nuovo sito
S.S. Juve Stabia è lieta di annunciare ai propri tifosi che è on-line il nuovo sito ufficiale delle Vespe. Raggiungibile all’indirizzo internet www.ssjuvestabia.it, il sito appare in una veste grafica completamente rinnovata, con una home page ricca di contenuti e di elementi multimediali: foto e video accompagneranno durante la navigazione i nostri utenti, che con l’inizio della stagione sportiva 2016/17 troveranno tanti nuovi materiali e pagine costantemente aggiornate con news, comunicati, statistiche, risultati e classifiche, dalla prima squadra alle formazioni giovanili. Il restyling, resosi necessario per offrire a tifosi, simpatizzanti e addetti ai lavori un servizio migliore e più moderno, compatibile con gli standard supportati dai modelli più recenti di tablet e smartphone, è stato curato dalla Web Agency “FlashEx” di Pierluigi Della Sala.
S.S.Juve Stabia
“Festival Franciacorta d’Estate 2016 “Palazzo Lana “ Cantine Guido Berlucchi” (VIDEO – Diana Maropulopulos)
In occasione del Festival Franciacorta d’Estate, Palazzo Lana ha ospitato chi ha saputo scegliere con sagacia da intenditore tra le proposte in calendario, le cantine Guido Berlucchi.
Nulla togliere al Palazzo Monti della Corte di Nigoline, dove si è svolto, domenica 26 Giugno, lo Street Food . D’altro canto Palazzo Lana , dimora del ‘600 di proprietà dei Conti Lana dei Terzi, antenati di Guido Berlucchi , è qualcosa di molto suggestivo , attraente. Così anche le cantine , a dieci metri sotto il livello del suolo,con le mura vetuste sono qualcosa di unico, è qui che nel 1961 nasce il primo Franciacorta. E’qui che migliaia di bottiglie vengono depositate per il remuage. E’qui che possiamo restare incantati dalla prima e unica bottiglia rimasta dell’annata 1961, custodita in una teca in vetro e sottochiave . Ma per i visitatori l’itinerario non finisce dopo aver visitato le cantine . Il gruppo , garbatamente accolto da Francesca Facchetti addetta alla comunicazione , viene accompagnato , attraversando un enorme cortile interno racchiuso tra alte mura, nelle stanze del sontuoso e storico Palazzo Lana. Stanze ancora interamente arredate . Dove si possono osservare la collezione privata di pipe, i vari Trofei e Coppe vinte dall’elegante Guido Berlucchi per la partecipazione alla competizione della Mille Miglia. Proprio tra queste mura, avvenne l’incontro tra un giovane di “belle speranze ”Franco Ziliani , enologo, e il Nobile Guido Berlucchi. Questo giovane intraprendente osò in modo impavido fare una proposta al Nobile , creare uno spumante metodo classico in Franciacorta.
Correva l’anno 1955. Guido Berlucchi accettò la sfida e la storia ha dato ragione ad entrambi. Continuando l’itinerario guidato ci portiamo in cucina dove ci attende il cuoco filosofo di fama Nazionale Vittorio Fusari. Per l’occasione ha preparato un piatto tradizionale del luogo, il manzo all’olio, rivisto dallo stesso. Una rivisitazione unica, verso una purezza gustativa che abbinata al Berlucchi ’61 Nature 2009 non poteva che essere apprezzata in modo sicuro dalle Signore . Questo vino è composto da 80% Chardonnay e dal 20% Pinot Nero, privo di sciroppo di dosaggio ,indicato a tutto pasto, uve dalle vendemmie del 2009, annoverata tra le annate particolarmente felici. Le sorprese non finiscono. Mentre si pasteggia, la padrona di casa dottoressa Ziliani Cristina con accanto il nipote figlio del Fratello, ci racconta con semplicità ma al tempo stesso in modo accattivante sui particolari dello storico incontro tra suo papà con Guido Berlucchi, soddisfacendo esaustivamente a tutte le curiosità dei presenti. Per gli amanti dell’arte e per gli amanti del vino visitare le cantine Berlucchi è un’ esperienza da non perdere, è qualcosa di trascendentale , è semplicemente una storia da favola.
FRANCESCO CECORO
vivicentro.it/nord/terza-pagina
“Festival Franciacorta d’Estate 2016 “Palazzo Lana “ Cantine Guido Berlucchi”
FRANCESCO CECORO
(VIDEO – Diana Maropulopulos)
Mertens, l’eterno ballottaggio e il rapporto con Sarri
Lo riporta Il Corriere dello Sport
La capacità di Dries Mertens di accettare sfide dalla panchina, vita difficile ma il folletto belga si è preso le sue soddisfazioni: “E alla fine, quando il gioco s’è fatto duro, il ct belga, Marc Wilmots, ha deciso di far giocare i duri. Compreso uno di colore azzurro: Dries Mertens. Bella soddisfazione, vero? Dopo una stagione trascorsa a galleggiare tra la panchina e il campo al cospetto di un Insigne quasi sistematicamente vincitore dell’eterno ballottaggio, l’attaccante che De Laurentiis definì, un killer dell’area, ha messo in bacheca una bella soddisfazione: a vincere il ballottaggio con Carrasco e Fellaini negli ottavi dell’Europeo con l’Ungheria, questa volta, è stato lui. Con Sarri il rapporto è molto buono, a dire il vero, nonostante l’impiego non proprio continuo nel corso della loro prima stagione insieme. Numeri: 40 presenze complessive, 33 delle quali in campionato ma soltanto 6 dal primo minuto (poi sempre Insigne). E ancora: 5 partite in Europa League e 2 in Coppa Italia. Niente male il computo dei gol: 11, 5 in campionato e in Europa, uno in coppa. Una chicca: nonostante la stagione incredibile del Pipita, la prima tripletta stagionale del Napoli è stata di Mertens, con il Bologna al San Paolo. Un primato azzurro che poi, nella notte dei record, Higuain provvide a eguagliare”.
De Sciglio, l’agente: “Napoli? Ho parlato col club e dire no sarebbe impossibile”
Le sue parole
A Radio Crc nel corso di “Si Gonfia la Rete” è intervenuto Donato Orgnoni, manager di Mattia De Sciglio:
“Sono sempre abbastanza cauto, ma stavolta mi esprimo a favore di Mattia De Sciglio perché ieri ha disputato un’ottima prestazione e l’Italia, i compagni di squadra e il mister lo hanno aiutato molto. La panchina dell’Italia ieri ha vissuto intensamente la partita: tutti hanno esultato, imprecato, è stato bellissimo, il gruppo è importante e grande merito va allo staff della Nazionale.
La voglia, la fame, la determinazione e la passione sono gli elementi che fanno la differenza in un giocatore. Ho vissuto gli alti e i bassi di De Sciglio e l’ultimo anno e mezzo è stato davvero difficile.
Il futuro di De Sciglio? In questo momento siamo concentrati solo sull’Italia e dobbiamo ragionare passo dopo passo. Non ho ancora parlato col ragazzo di mercato, lo dico con grande onestà. La cosa più importante per un giocatore è fare bene perché solo il campo dimostra il valore di un giocatore, poi il resto viene da se. Siamo stati chiari con chi ci ha interpellato, alle società abbiamo detto che la nostra testa è alla nazionale. Volevamo prima di tutto che Mattia tornasse sereno. Tra queste società c’è anche il Napoli. L’ambiente azzurro è bellissimo e dire di no sarebbe impossibile, ma c’è da valutare le possibilità che ci saranno. Detto questo, non dimentichiamo che De Sciglio appartiene ancora al Milan con cui ha anche due anni di contratto”.
Napoli, l’ex Primavera Prezioso firma un triennale
I dettagli
Mario Prezioso e il Napoli, la storia riparte con l’ex classe ’96 della Primavera azzurra, reduce da un’ultima stagione spesa in prestito tra Melfi e Teramo, che ha infatti firmato un contratto di 3 anni con il club di De Laurentiis. Il calciatore verrà girato in prestito anche quest’anno per un’ulteriore crescita.
Altro che Lapadula, il Napoli potrebbe chiudere due affari col Pescara
L’affare per l’attaccante Gianluca Lapadula non è andato a buon fine con il Pescara, con l’attaccante che è finito al Milan, ma i rapporti tra Pescara e Napoli potrebbero portare a qualche altro affare di mercato: il Napoli vorrebbe chiudere per Gianluca Caprari ed Valerio Verre lasciando entrambi in prestito in Abruzzo, con il secondo probabilmente per due anni.
Ischia, Di Bello incontro fissato con gli imprenditori isolani

L’amministratore unico Di Bello, nella giornata di oggi sbarcherà ad Ischia per incontrare gli imprenditori isolani, ed esporre le condizioni per il futuro. Come annunciato nei giorni scorsi attraverso i comunicati dell’Avvocato Di Meglio, però i vari gruppi della terraferma che si sono interessati all’Ischia hanno posto la condizione dell’isola arrivi un contributo dal punto di vista economico. Di Bello e Di Meglio proveranno quindi ad unire la forze dei gruppi di terraferma con le disponibilità che riuscirà a garantire l’imprenditoria ischitana. Sull’isola qualcuno si è già interessato ma vuole vederci chiaro. La conferenza stampa di Di Meglio ha chiarito, per vie generali,la situazione ma prima di intraprendere un nuovo percorso che potrebbe essere molto dispendioso, si vuole conoscere dettagliatamente le condizioni societarie dell’Ischia. Una situazione debitoria sicuramente c’è ma, come detto nei giorni scorsi, Di Bello non ha alcuna intenzione di affrontarla. Quest’ultimo ritiene di averla ereditata da una vecchia gestione e, nei due anni di sua amministrazione, di non averla fatta crescere se non per qualche cifra ritenuta. Le persone interessate, sull’isola e anche quelle sulla terraferma, vogliono vederci chiaro per non trovarsi poi di fronte a spiacevoli sorprese. E quest’oggi Di Bello sarà ad Ischia proprio per questo motivo, per incontrare ad entrare in società. C’è qualche imprenditore che potrebbe dare una mano, e dall’altra parte, anche un gruppo di tifosi che stanno cercando di reperire sull’isola risorse economiche per dare una mano a chi si farà portavoce della parte ischitana. Di Bello chiarirà la situazione economica con cui l’Ischia si presenta a queste trattative, le condizioni dei gruppi di terraferma e poi le prospettive per il futuro. Un primo passo per provare a creare quest’intesa che potrebbe salvare le sorti dell’Ischia, da un possibile fallimento.
Auchan Pompei, continua il divertimento: ecco le date e gli eventi
Ecco cosa accadrà…
L’estate è arrivata e il Centro Commerciale Auchan di Pompei organizza una serie di eventi all’insegna del divertimento. Domenica 3 luglio, il Centro diventerà il palco di grandi artisti: dalle 17.30 alle 20.00, giocolieri, acrobati, equilibristi, intratterranno il pubblico con tante esibizioni uniche e divertenti grazie agli eventi “Estate a tutto divertimento” che avrà modo di continuare domenica 10 luglio con la Posteggia Napoletana e l’interpretazione di Carmine Pignalosa. L’artista riproporrà i tradizionali brani della tradizione partenopea.
Insigne operaio, no al protagonismo: ecco come Lorenzo ha stregato Conte e l’Italia
Insigne brilla in Francia: il segreto della sua forza
Da Frattamaggiore a Saint Denis, Francia: ci sono voluti esattamente 25 anni per arrivarci. Lorenzo Insigne le cose le fa con calma, per gradi: la sua carriera insegna. Pulcini, allievi, primavera, Foggia in lega Pro, Pescara in serie B e poi Napoli e la serie A, under 20, under 21 con l’Italia. Adesso, dopo questo lungo percorso, l’Europeo coi grandi, da reale protagonista.
GLI ISTANTI – Anche con Conte è stato un po’ così: c’è stato bisogno di tanto lavoro prima di poter scendere in campo. Nulla è mai stato facile per Insigne, nemmeno il rapporto con il ct della nazionale. Dopo qualche malumore iniziale, qualche match saltato e convocazione mancata, però, il costante impegno dell’azzurro è stato premiato. La grande stagione con il Napoli, poi, ha fatto il resto. Col Belgio non è mai sceso in campo, nemmeno con la Svezia: Conte si affida ai titolarissimi e lui, al momento, non lo è. Nel match contro l’Irlanda, in cui l’Italia è già qualificata, l’ex allenatore della Juve fa turnover e al 70esimo tocca ad Insigne. Basta poco per cambiare le sorti di un match, di un campionato, di una vita. Lui entra, corre, dribbla, più veloce di tutti, s’avvicina al gol più volte e prende un palo: in un istante le gerarchie di Conte vengono stravolte, Insigne si rivela davvero l’uomo in più su cui contare, il numero 10 a cui il paese può aggrapparsi. Conte lo capisce e lo tiene per sé: valuta, ascolta, studia. Contro la Spagna, il mister leccesse mette in campo la squadra tipo e va bene così, Insigne fuori. All’80esimo c’è bisogno di Lorenzo, però: lui entra, corre, fa girare la manovra e dà ritmo. Il secondo gol di Pellé arriva da lui, dai suoi piedi e da quel modo di aver letto l’azione, che prima lo fai in testa e poi davvero, fisicamente. Poi ci pensa Darmian a dare l’assist decisivo all’attaccante del Southampton che chiude la partita. Ma è ancora Lorenzo Insigne a dare dinamismo, a cambiare l’inerzia del match, silenziosamente. Conte non si sorprende, come se lo sapesse.
FUTURO PROSSIMO – Archiviata la partita di ieri, sabato sera ci sarà la Germania, in match dal grande fascino e storia: quasi sicuramente Antonio Conte confermerà gli uomini che hanno affrontato il Belgio prima e la Spagna poi. In panchina ci sarà ancora Insigne, ma non è un problema. Le partite, soprattutto se parliamo di queste, si vincono soprattutto da lì, nei minuti finali. “Tutti sono titolari in questa nazionale”, ha spiegato Antonio Conte alla vigilia dell’Europeo: parole, queste, che si sono dimostrate vere attraverso i fatti, attraverso il gioco e il gruppo, le esultanze, i sorrisi, i rimproveri e i momenti di sconforto. Allora, senza nessuna polemica, senza nessun mugugno: Insigne si farà trovare pronto, con costanza e dedizione. Che il momento, il suo momento, arriverà. Da Frattamaggiore alla Francia, dalla Francia alla Russia magari, dove nel 2018 si scenderà in campo per i mondiali. Sempre in viaggio, ma con la consapevolezza di poter ritornare sempre a casa, a Napoli, che lo aspetta, come una madre con un figlio lontano, orgogliosa di lui.
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Benatia colpo a sorpresa per il Napoli? Staremo a vedere…
Sarebbe un grande colpo per la difesa del Napoli
Mehdi Benatia, difensore marocchino del Bayern Monaco, potrebbe tornare presto in Italia visto che vorrebbe approdare alla Juventus per sostituire Martin Caceres e potrebbe arrivare in prestito. Il Bayern Monaco ha dato l’ok per la cessione, ma vorrebbe 18 milioni di euro. La Gazzetta, però, racconta un interessante retroscena: “Il difensore preferirebbe una soluzione definitiva, però per la Juventus farebbe un’eccezione, pur sapendo che non sarebbe titolare: è l’unica tra le squadre che lo ha cercato finora (ma c’è anche il Napoli) per cui accetterebbe il prestito con il diritto di riscatto. Che poi è la formula preferita dalla Juventus”. Benatia trattato in gran segreto dagli azzurri.
Auguri a Paolo Ruggirello, 88 anni da poeta
Paolo Ruggirello, una vita da poeta, oggi compie 88 anni
Marsala- Il poeta marsalese Paolo Ruggirello oggi compie 88 anni. Il poeta che ama la Vita e la Natura, il poeta che riesce a trasformare quest’amore in versi con una naturalezza rara. Amore per la terra, per il creato, amore per la poesia. I suoi versi in rime sono un omaggio alle bellezze che ci circondano, ma non mancano le profonde riflessioni che scuotono il lettore e spesso fungono da monito a chi affronta la vita con leggerezza e superficialità.
L’ultima volta che ho avuto il piacere di incontrare il Sig. Paolo Ruggirello, circa un mese fa, l’ho ascoltato per 3 ore di seguito, l’ho ammirato mentre recitava le sue poesie dallo stile unico e inconfondibile: centinaia di versi in rime alternate, letti o recitati a memoria, che trasmettevano un’emozione indescrivibile e tutta la sua passione per un’arte che non s’impara sui libri di scuola perché “Pueta si nasci”, come si titola una delle più belle poesie di Paolo Ruggirello.
Mi spiegava, con cura e dovizia di particolari, come prendeva forma ogni sua “creatura”: dall’origine di quei pensieri che si agitavano nella sua mente, alla materializzazione in parole poi trasformate in versi fluidi, scorrevoli, rimati. Complici un foglio bianco e una penna, attraverso i quali poteva esprimere ed imprimere il dono più grande che il Signore gli avesse concesso: la sua infinita passione per la scrittura. Mi raccontava che la sua vitalità scaturisce proprio dalla voglia di scrivere, sempre. E quella vitalità la leggevo sul suo volto, vispo e fiero, che nulla ha da invidiare ad un poeta alle prime armi.
Lo avrei ascoltato ancora per ore, ma mi sembrava indelicato chiedere al poeta “ancora una poesia” dopo che, con tanta pazienza e altrettanta gentilezza, mi esponeva i retroscena inediti della sua vita, muse ispiratrici che svelavano il senso di quelle opere di straordinaria bellezza.
Nello scrigno più prezioso della mia mente, conservo con gioia l’emozione che mi ha regalato ed oggi, attraverso il nostro giornale, vogliamo fare noi un regalo al poeta: insieme agli auguri di BUON COMPLEANNO da parte di tutta la Redazione di Vivicentro.it, pubblichiamo due poesie inedite di Paolo Ruggirello: “Gli anni: la stanchezza” (1/11/2015) in cui traspare tutta l’insofferenza di un mondo che va troppo di corsa rispetto all’età che avanza, e “Voglia di vivere” (21/12/1987) dove, quasi in contrapposizione alla poesia precedente, emerge la gioia per la vita, quella vissuta ogni giorno davanti a un sole che sorge, al volo di un gabbiano, immagini capaci di emozionare e far superare le paure.

GLI ANNI: LA STANCHEZZA
di Paolo Ruggirello
Stamattina mi svegliai stanco
pare che fossi distrutto dal lavoro,
impressionato a guardare rimango
mentre gli uccelli cantano in coro.
Guardando il viavai delle persone,
il rumore delle macchine impazzite…
la mia testa non sopporta frastuoni:
quel che succede a me, voi lo capite.
Entro in casa… e chiudo la porta.
Mi chiedo di non essere impetuoso,
ognun di questi, correre lo conforta.
Vivono questo mondo rumoroso
e mentre io mi sento cosa morta,
colui che corre, si sente favoloso.
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VOGLIA DI VIVERE

Nebbia, tanta nebbia all’orizzonte.
L’ombra mi dimezza la statura,
il fiume straripa oltre le sponde
ed io atterrito tremo di paura.
Il gabbiano spiega le ali al vento,
nel cielo si perde per incanto.
Canta la vita, il suo momento
e gli occhi miei, pieni di pianto.
All’improvviso scuoto, mi ribello.
La fronte già bagnata di sudore
rivolta al cielo: tu caro fratello.
Continua a donare il tuo calore
in quest’angolo di mondo così bello
Io con te, il giorno che non muore.
Disastro al San Paolo, il Napoli giocherà la prima di campionato in trasferta
I dettagli sul terreno di gioco del San Paolo
L’agronomo della Lega, Giovanni Castelli ha dichiarato che “l’erba del San Paolo è morta e putrefatta”, una frase forte ma che fa capire i danni causati dal concerto di Gigi D’Alessio. Il Corriere del Mezzogiorno riferisce che “il Napoli con molta probabilità chiederà di giocare la prima di campionato – il 21 di agosto – in trasferta. Ma il problema si pone già per le due amichevoli internazionali che il club aveva concordato con Siviglia (1 agosto) e Monaco”.
Meunier, il presidente: “Se parte non ci butteremmo giù”
Le sue parole
Thomas Meunier, esterno destro del Bruges, è un obiettivo del Napoli. Il presidente della società Vincent Mannaert ne ha parlato ai microfoni di Het Laatste Niewus: “Meunier? Non ci butteremmo giù se dovesse andare via, anche perchè avremmo l’opportunità di dare una chance al giovane Dion Cools che è un prodotto del settore giovanile del club”.







