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Castellammare di Stabia
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RILEGGI LIVE – Dimaro, seduta pomeridiana: Neri vs Verdi 0-0

Segui il nostro LIVE

18:46 – La squadra si dirige in palestra

18:45 – Callejon a tu per tu con Sepe: miracolo del portiere

18:41 – Ci prova Allan al volo, palla alta sopra la traversa

18:31 – Botta di destro di David Lopez, palla a lato

18:26 – Neri vs Verdi, via al match a campo ridotto.

NERI: Sepe; Hysaj, Koulibaly, Luperto, Strinic; Grassi, Jorginho, Hamsik; R. Insigne, Dumitru, El Kaddouri
VERDI: Rafael; Maggio, Albiol, Chiriches, Ghoulam; Allan, Valdifiori, David Lopez; Callejon, Gabbiadini, Dezi

18:20 – Entra in azione la sparapalloni: lavoro ancora più duro per Sepe e Rafael

18:13 – Pressing alto, recupero palla e ripartenza con cross dalla fascia e conclusione a rete

18:02 – Neri e Verdi, comincia il lavoro tattico: si provano gli schemi

17:54 – Neri e Verdi, via alla partita di possesso palla con le mani

17:38 – Gruppo diviso in due, esercizi di guida della palla e conclusione in una porta piccola

17:35 – Squadra in campo!

17:21 – Ormai manca poco all’inizio

16:58 – Palestra anche per El Kaddouri

16:56 – Lo staff di Sarri prepara il lavoro da svolgere questo pomeriggio

16:54 – Albiol si dirige in palestra con David Lopez e Hamsik

16:47 – Gli azzurri sono attesi al campo

Buon pomeriggio e benvenuti alla diretta testuale della seduta di allenamento pomeridiana. Vivicentro.it vi aggiornerà in tempo reale.

dal nostro inviato a Dimaro, Ciro Novellino

Sky – Koulibaly verso il rinnovo, possibile l’ inserimento di una clausola

Dopo il malcontento delle ultime settimane Kalidou Koulibaly sembra ormai vicino al rinnovo con il Napoli. Secondo quanto riferisce Sky Sport la società partenopea sarebbe propensa a ritoccare l’ ingaggio del difensore franco-senegalese e ad inserire  una clausola rescissoria nel nuovo contratto. Richiesta avanzata dall’ entourage stesso del calciatore ma De Laurentiis è pronto a discutere solo per una cifra molto elevata.

Sportitalia – Il Napoli ora può: pronto l’ assalto per Milik

Arkadiusz Milik è di diritto al terzo posto nella lista segreta di Sarri per il nuovo attacco del Napoli. Una lista che comprende mine vaganti (Tevez e Gabigol) e anche la possibilità di fare un paio di operazioni considerato che Gabbiadini – stimatissimo – è in una posizione in bilico. Manolo potrebbe restare, ma anche andare, è stato proposto all’Inter, ha estimatori all’estero. E anche per questo motivo nelle ultime ore è stata alzata l’offerta all’Ajax per Milik, il Napoli è disponibile a sfondare il muro dei 20 milioni pur di accontentare gli olandesi. Ora i soldi ci sono, quindi si gioca su più tavoli, gli attaccanti in arrivo possono essere due e Milik piace moltissimo a Sarri. Ecco perché il Napoli…”. Lo rivela, in esclusiva, Alfredo Pedullà su proprio sito ufficiale.

Da alfredopedullà.com

Sportitalia – Icardi in cima alla lista per il dopo Higuain ma non si escludono sorprese

Mauro Icardi (e non Bacca) è in cima alla lista del Napoli per il dopo Higuain. Ex aequo con Morata (situazione difficilissima), tenendo conto che verrà fatto un tentativo per Tevez e che possono esserci mine vaganti. L’incontro tra i vertici azzurri e un intermediario a Verona, confermato dalla stessa Wanda Nara, ha portato alla conferma di questa traccia: il Napoli vuole provare ad arrivare fino in fondo per Maurito. Vediamo adesso qual è la posizione dell’Inter, con gli uomini mercato in partenza domani e con una situazione – quella di Icardi – che dunque potrà essere rivisitata non prima di una settimana. L’Inter in buona sostanza sintetizza così: a) Icardi non è sul mercato; b) non c’è una clausola, contrariamente a Higuain, e quindi il suo futuro dipende da noi; c) in linea di massima Suning non cede i top player pur avendo ereditato una situazione difficile almeno per il primo anno; d) il contratto non gli è stato rinnovato tre anni fa e quindi non si avverte la necessità di un adeguamento ulteriore. Questa la posizione dell’Inter, è una situazione che in ogni caso farebbe gioco alla moglie agente per chiedere adeguamento in caso di conferma. Il Napoli legittimamente ci proverà, Icardi resta in cima alla lista di Sarri, ma dovrà partire da una base di almeno 55 milioni per sentirsi chiedere di più”. È quanto rivela Alfredo Pedullà, giornalista di Sportitalia, sul proprio portale ufficiale.

Da alfredopedullà.com

Usa e l’Election Day dell’8 novembre: il camaleonte repubblicano BerluTrump

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Il teatrante Donald Trump, per noi italiani cresciuti alla scuola di Berlusconi, non ci appare poi tanto alieno anzi, a noi appare come un camaleonte che ben conosciamo. Si adatta a tutte le situazioni e ne fagocita pensieri, ideali ed aspettative per cui, come il nostrano si faceva capostazione, panettiere, finanche spazzino o texano o russo col colbacco o ….. e ogni volta si faceva panettiere, operaio, impiegato, diplomatico, studente discolo che fa le corna alla fotografia di gruppo ecc ecc, e di tutti diceva non solo di ben conoscere le esigenze ma di appoggiarle ritenendole più che giuste e promettendo di provvedere a sistemare ogni cosa, così Trump ha giocato finanche con il dna dei repubblicani facendolo apparire ANCHE l’opposto di quello che è, o era, perché ormai le giravolte sono così tante che cominciano a soffrire di una crisi d’identità ritrovandosi con un miliardario che passa dalla high class alla working class nel giro di un giorno con la stessa velocità che si impiega a scendere da uno yacht in perfetta tenuta nautica per montare su un monopattino, zaino in spalla. éerché? A che scopo? Semplice! Il tutto unicamente perché, Trump come il nostro, ben sa cosa funziona sui media e sui social network che usa come chiave d’apertura di giornali e tv che, come lui ben sa, da lì attingono input per fare notizia e se è spazzatura, meglio

Sul camaleonte d’oltre oceano si cimenta anche Molinari che, nell’articolo apparso oggi su la Stampa, ne analizza salti e capovolte tratteggiandone un chiaro identikit.

Usa, cambia il rapporto col potere MAURIZIO MOLINARI

La Convention di Cleveland che ha assegnato a Donald J. Trump la nomination per la Casa Bianca è un evento spartiacque nella politica americana: è cambiata la natura del partito repubblicano, la favorita Hillary Clinton si trova davanti ad un finale anomalo di campagna e la nazione si interroga se è arrivato il momento di affidare la presidenza ad un candidato di brusca rottura con l’establishment.

Il «Grand Old Party» ha cambiato identità perché durante i lavori nella Quickens Loans Arena «l’opposizione ad aborto e diritti gay è stata sostituita dalla difesa di disoccupati, madri lavoratrici e poliziotti», riassume uno dei più stretti collaboratori di Trump. Dopo aver sconfitto i candidati del vecchio partito repubblicano nelle primarie, Trump ha pronunciato un discorso di 76 minuti per rifondarlo. Assegnandogli altre priorità: risollevare i consumi del ceto medio riscrivendo gli accordi sul commercio, proteggere le famiglie imponendo «legge ed ordine», restringere l’immigrazione per favorire i bassi redditi. Gli eccessi verbali e politici di Trump sono lo strumento con cui punta a raggiungere, in maniera assai spregiudicata, quel 40 per cento di cittadini che in genere non vota perché si sente ai margini della vita pubblica. Per capire da dove nasce il «Manifesto di Trump» bisogna ascoltare le parole della figlia Ivanka.

Bisogna ascoltarla quando lo descrive «campione della gente comune», indicando in particolare una svolta nell’approccio ai diritti delle donne: «Bisogna proteggere il diritto al lavoro della madri». Ovvero: ad essere discriminate di più – sulla base delle differenze di salario – sono le donne con figli e dunque servono più asili e sale giochi per pari opportunità.

Se tutto ciò prospetta alla favorita Hillary Clinton un finale anomalo di campagna elettorale è perché il clima in cui è immersa l’America è segnato dalla paura: instabilità e insicurezza dovute a impoverimento, violenze inter-razziali, terrorismo e smacchi internazionali. «Tutto ciò ricorda il 1980» osserva Michael Barone, il più stimato studioso di elezioni presidenziali, riferendosi a quanto avvenne quando in una nazione in preda alla crisi degli ostaggi a Teheran ed al caro-benzina l’amministrazione democratica di Jimmy Carter venne travolta dal repubblicano Ronald Reagan. Rispetto ad allora Hillary è sicuramente più forte di Carter perché le minoranze – afroamericani, ispanici, asiatici e originari del Pacifico – pesano in misura senza precedenti nell’assegnazione degli Stati decisivi e considerano Trump una sorta di candidato dell’Apocalisse. Ma più recenti dati etnici sulle contee pro-Trump suggeriscono che sta avvenendo qualcosa: prende oltre il 50 per cento dei voti dove prevalgono gli scozzesi-irlandesi nella regione degli Appalachi – dal Nord dell’Alabama all’Ovest della Pennsylvania – e fra gli italiani in un raggio di 160 km da New York City, mentre perde fra tedeschi e olandesi nelle città del Mid-West. Ciò significa che può essere la genesi di una coalizione protestataria, fondata sui ceti disagiati ed avversata dai redditi più alti. La spaccatura non è più su fede o interventi militari all’estero ma sulla povertà. Il 75 per cento di gradimento registrato dai «focus groups» tv dopo il discorso di Cleveland è un campanello d’allarme per Hillary che non a caso ha reagito scegliendo come vice il senatore Tim Kaine: volto del ceto medio bianco della Virginia – Stato conservatore conquistato da Obama nel 2008 e nel 2012 – che parla spagnolo come l’inglese e può dunque rivolgersi tanto ai bianchi degli Appalachi che alle minoranze inquiete. La Convention democratica di Philadelphia che si apre domani vedrà Hillary esaltare proprio l’identità dell’America come nazione mosaico di identità diverse al fine di travolgere la rivolta di Trump.

E’ una partita aperta. Non solo perché gli Stati in bilico sono gli stessi delle ultime due elezioni presidenziali – Ohio, Pennsylvania, Florida, Virginia e North Carolina – ma in ragione del fatto che il populismo non è estraneo alla tradizione politica americana. Nel 1829 Andrew Jackson fu il primo a vincere come «campione del popolo» avversato dalle élites del Nord-Est ed ora Trump pone l’interrogativo se è arrivato il momento di eleggere alla Casa Bianca un candidato di drammatica rottura. In realtà anche Hillary esprime discontinuità – essendo la prima donna a poter diventare Presidente – ed in ultima istanza dunque l’Election Day dell’8 novembre sarà deciso da quale tipo di svolta gli americani sceglieranno. Comunque vada Donald «il gladiatore», come lo definiscono i suoi fan, avrà ridisegnato il rapporto fra cittadini e potere politico.

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Per un Higuain che va, un Man’Oro che resta: carpe diem!

L’attaccante ha un’occasione ‘Man’oro’!

Gonzalo Higuain, ‘o traditor per i tifosi del Napoli, o almeno la maggior parte di essi, è ormai andato e presto sarà sposo dei nemici di sempre. Ora tocca alla dirigenza e ad Aurelio De Laurentiis trovare il degno sostituto. Ma occhio alle scelte. In silenzio, mai un segno di cedimento, anche se tanta sofferenza, il Napoli ha un attaccante straordinario, ed è già in rosa. Si è tanto parlato in questo periodo della partenza del Pipita e del nuovo arrivo, ma il nome caldo è soltanto uno: Manolo Gabbiadini. Sarri vede l’attaccante prima punta e con la partenza di Higuain, trovare spazio, diventa più semplice al di là di chi lo sostituirà. Ancora in gol, come nella prima uscita contro l’Anaune, anche ieri a Trento, con una doppietta, ma due gol straordinari da oltre 30 metri oltre a tanta grinta, cuore e carattere: un giocatore così va tenuto in campo. De Laurentiis non è abituato a fare investimenti a perdere. Il presidente del Napoli è maestro in questo e nell’ultima sessione di mercato ha rifiutato offerte per 28 milioni di euro. Ora bisogna essere sicuri che sarà lui il volto nuovo della prossima stagione, ora inizia il momento più importante, quello del cogli l’attimo, ma colui che può dare la svolta nella stagione prossima e portare il Napoli a raggiungere i propri sogni è proprio lui Manolo Gabbiadini, carpe diem!

a cura di Ciro Novellino

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Sky – Incontro terminato, il Napoli fa sul serio per Icardi: tutti i dettagli

“Da un argentino all’altro, da Gonzalo Higuain a Mauro Icardi. E’ il centravanti dell’Inter il vero obiettivo del Napoli per sostituire il ‘Pipita’. Priorità assoluta per Maurizio Sarri, primo nome della lista del direttore sportivo Cristiano Giuntoli. Quest’ultimo era presente ad un incontro con un intermediario, insieme al presidente De Laurentiis e l’amministratore delegato Chiavelli. In collegamento telefonico da Milano anche Wanda Nara, moglie ed agente di Icardi. Che tra l’altro su Twitter ha confermato quest’appuntamento tra un intermediario e gli azzurri. Incontro che si è concluso poco fa.
Il Napoli è pronto ad offrire un ingaggio importante all’argentino, con una parte fissa sui 5/5,5 milioni a cui andranno poi aggiunti dei bonus. Ancora da raggiungere l’accordo totale per i diritti d’immagine ma si va sul 50% lasciato al calciatore e il restante 50% agli azzurri. Chiesto anche l’inserimento di una clausola, che potrebbe aggirarsi intorno ai 90 milioni. Ed ora il Napoli dovrà trattare con l’Inter, pronta la prima offerta ufficiale che sarà presentata ai nerazzurri attraverso l’intermediario incontrato questa mattina. Si va verso una proposta iniziale di 40/42 milioni di euro, destinata però a salire. Per poter convincere l’Inter a vendere si potrebbe arrivare sui 55/60 milioni di euro. I nerazzurri, in passato, hanno sempre dichiarato l’argentino incedibile e potrebbero comunque restare su questa posizione. Ma il Napoli fa sul serio, spinge per Icardi: è l’attaccante dell’Inter il grande obiettivo per il dopo Higuain”, così Gianluca Di Marzio sul proprio sito ufficiale.

Da gianlucadimarzio.com

DIMARO LIVE – Seduta del mattino, gli scatti di Vivicentro.it

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Vivicentro.it vi offre gli scatti della seduta di questa mattina, prima di giornata. Una seduta molto movimentata, sugli spalti, per i tanti cori.

dal nostro inviato a Dimaro, Ciro Novellino

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DIMARO LIVE, VIDEO – Montuori: “Vado via da Dimaro, sogno svanito. La colpa non solo di Higuain…”

Queste le sue parole

Il Napoli continua a lavorare a Dimaro sotto gli occhi attenti di Maurizio Sarri. Dopo la vittoria di ieri sera contro il Trento, ci si ritrova per una doppia seduta, ma a tenere banco è il caso Higuain, ormai sposo bianconero: Ne abbiamo parlato con Gennaro Montuori.

dal nostro inviato a Dimaro, Ciro Novellino

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Napoli-Icardi, Wanda Nara conferma l’ incontro tra le parti

Non ci sono dubbi: il Napoli ha scelto Mauro Icardi per sostituire Higuain, profilo che piace alla società e al tecnico Maurizio Sarri. In queste ore è in corso un incontro tra la dirigenza partenopea e l’ entourage del bomber argentino. Le conferme arrivano direttamente da Wanda Nara, moglie ed agente del calciatore che sul proprio profilo Twitter scrive così:
“Incontro con l’ intermediario, io sono nel mio ufficio a Milano, bacio :)”.

Sky – Il Napoli punta su Icardi per sostituire Higuain: incontro in corso con gli agenti

Higuain alla Juventus, il Napoli prova a rispondere sul mercato all’addio del ‘Pipita’. Il nome caldo questa mattina è quello di Mauro Icardi, un altro centravanti argentino da regalare a Maurizio Sarri. Napoli che si è subito mosso con l’entourage del calciatore, tutt’ora in corso un incontro con gli agenti dell’attaccante dell’Inter. Per il Napoli presenti il presidente De Laurentiis, l’amministratore delegato Chiavelli e il direttore sportivo Giuntoli. Non è presente invece Wanda Nara, in collegamento da Milano.
Si discutono i dettagli del contratto, con l’ostacolo che potrebbe essere rappresentato dai diritti d’immagine. Il Napoli sarebbe disposto a lasciare al calciatore il 50% degli stessi, tenendo per sè l’altra metà. Ma gli azzurri partirebbero comunque da una parte fissa per l’ingaggio molto alta, intorno ai 5/5.5 milioni di euro con dei bonus poi per i gol segnati, un eventuale titolo di capocannoniere e altri obiettivi da raggiungere. Gli agenti del calciatore, inoltre, hanno poi chiesto l’inserimento di una clausola risolutoria all’interno del contratto. Il Napoli fa sul serio, continua a parlare con l’entourage di Icardi per poi andare dall’Inter per trattare il costo del cartellino. Per regalare a Maurizio Sarri un altro argentino per il dopo Higuain”. Lo riporta l’ esperto Gianluca Di Marzio sul proprio portale ufficiale.

Da gianlucadimarzio.com

CURIOSITA’ – Juve Stabia, le regole del ritiro di Gubbio

Juve Stabia, le norme di comportamento per i calciatori in ritiro

Il ritiro è da sempre in ambito calcistico un’esperienza particolare, in grado di formare, o meno, equilibri che possono rivelarsi decisivi sulla stagione di una squadra.

Discorso analogo per il ritiro della Juve Stabia, raggiunto dalla nostra redazione per uno speciale che sarà on line nelle prossime ore.

Curiosità raccolta dalla nostra redazione sono le regole, o norme di comportamento, valevoli per i tesserati della Juve Stabia pressenti a Gubbio. E’ fondamentale tenere alta la concentrazione e focalizzarsi esclusivamente sul lavoro da fare e sulla preparazione in vista della stagione.

Lo scatto qui sotto racconta quali sono le norme cui i calciatori stabiesi devono adeguarsi. Le riportiamo anche scritte, vista la poca luce nella foto: sveglia ore 7.30, ore 9-9.30 allenamento, ore 12.30 pranzo, ore 15.50 sveglia pomeridiana, ore 16.30 secondo allenamento, ore 20 cena, ore 23 in camera.

Telefonini da usare solo durante le ore libere, divieto di fumo in presenza di allenatore e calciatori.

 

RIPRODUZIONE RISERVATA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE

 

Juve Stabia, goleada in amichevole con il Ponte d’Assi. La cronaca del match

Juve Stabia-Ponte d’Assi: la diretta su ViViCentro.it

Questo pomeriggio alle 17 la Juve Stabia si esibirà nella seconda amichevole del ritiro precampionato di Gubbio e noi ne daremo la diretta.

La redazione di ViViCentro ha raggiunto gli uomini di Fontana per uno speciale sul ritiro della Juve Stabia che sarà on line nelle prossime ore. Farà ovviamente parte dello speciale anche il live dell’amichevole della Juve Stabia contro il Ponte d’Assi, che andrà in scena oggi alle 17.

Tutti i tifosi delle Vespe che sono quindi interessati all’andamento del match possono collegarsi a partire dalle 17 all’indirizzo dove sarà possibile seguire la diretta live della seconda amichevole dei gialloblù.

Ricordiamo che la prima partita amichevole della Juve Stabia è stata giocata il 21 luglio contro il Real Padule ed è terminata 16-1 per gli uomini di Fontana.

Siamo pronti a raccontarvi live le emozioni dell’amichevole tra Juve Stabia e Ponte D’Assi.

Ecco le formazioni:

JUVE STABIA 4-3-3: RUSSO, CANCELLOTTI, LIOTTI, CAPODAGLIO, ATANASOV, BERTOLO, ZIBERT, IZZILLO, DEL SANTE, MAROTTA, CICERELLO. A Disp: BACCI, PALUMBO, SANTACROCE, LIVIERO, ESPOSITO, SERVILLO, ROSAFIO, RIPA, LISI, MATASSA.

PONTE D’ASSI 4-4-2: MEARINI, BELARDI, BRUNELLI, TOMASSOLI, MANCI, COLDAGELLI, ATTADIA, SCALAMONTI, BARBACCI, MONARCHI E. MONARCHI A. A Disp: MENICONI, FABBRETTI, URBANI, MAURIZI, PASCOLINI, PIEROTTI, URBANELLI, HOXA, ORSINI

1′: Inizia l’amichevole

3′:  Zibert prova la conclusione da fuori, palla di poco lontana dal palo

4′: Rigore per le vespe: Mearini para il rigore di Marotta ma non può nulla su Del Sante, 1-0 per le vespe

8′: Raddoppio Juve Stabia, Zibert lancia in profondità Del Sante che firma la doppietta

19′: Tris delle vespe: corner di Marotta e colpo di testa vincente di Atanasov

34′: Quarto gol della Juve Stabia: grandissimo lancio di Zibert per Izzillo, che scarta il portiere e segna

37′: Cinquina gialloblu: Izzillo, con una magia, serve Cicirello che segna il 5 a 0

45′: 6 a 0 delle vespe: cross al bacio di Cancellotti per il migliore in campo Zibert che, al volo, segna il gol del 6 a 0. Sul gol dello sloveno finisce il primo tempo.

46′ inizia il secondo tempo, ecco la formazione: BACCI, PALUMBO, SANTACROCE, LIOTTI, LIVIERO, ZIBERT, ESPOSITO, SERVILLO, LISI, RIPA, ROSAFIO.

52′: 7 a 0. Cross di Rosafio e colpo di testa vincente di Ripa

57′: Gol di Rosafio direttamente da calcio d’angolo. 8 a 0

58′: Doppietta di Rosafio. Il portiere avversario respinga il tiro di Ripa ma nulla può sul tap in di Rosafio. 9 a 0

69′: Rigore Juve Stabia, Ripa fa gol. 10 a 0

80′: Ripa fa sedere il portiere e segna il gol dell’11 a 0

83′: palo di Lisi e palla che arriva a Rosafio, tiro a porta spalancata e miracolo del portiere avversario

90′: Finisce qui. La Juve Stabia batte 11 a 0 il Ponte D’Assi

Gramellini e l’invito ai mussulmani a mobilitarsi

Nel Buongiorno di oggi, Gramellini si è sentito obbligato a tornare sul quanto ha scritto nel suo ultimo articolo d’opinione che era una lettera aperta ai mussulmani titolata: Caro musulmano i tuoi fratelli adesso siamo noi, scritta subito a ridosso dei fatti di Nizza, e che è stata presa come un mero invito alla delazione suscitando un “vespaio” di commenti e pareri pro e contro la succitata “delazione”. Di tutto – commenti pro e contro – Gramellini ci rende nota premettendo il suo pensiero sull’inattesa “querelle” venutasi a creare.

Personalmente, leggendo i commenti “CONTRO”, mi sento molto ma molto avvilito nel dover prendere atto, ancora una volta, di quanto lassismo travestito da “perbenismo benpensante di persone democratiche e civili” permane in troppe persone. Ho letto domande stucchevoli tipo:

  1. Ma allora, io siciliano, dovrei dissociarmi dalla mafia per affermare che sono onesto? ed ancora
  2. Ma allora, chi non si dissocia, mussulmano, cattolico o altro, da chi male agisce è connivente?
  3. Ma allora, il cattolico che non si dissocia dai preti pedofili è connivente?
  4. Ma llora, io calabrese che non sono mai sceso in pazza contro la ‘ndrangheta sono connivente?

e via di questo passo con tante altre “amenità” del genere.

EBBENE, sempre personalmente, rispondo con una grande SI: SI, SI, SI …… SI ed ancora SI, non di connivenza diretta (alcuni anche) ma di lassismo per comodità questo SI.

Avranno ben visto, sentito, letto, questi “cuori nobili e puri” (del non disturbatemi, devo riposarmi, ho altro da fare, tengo famiglia) di manifestazioni ed esternazioni di pensiero esecranti alcune azioni ed alcune affiliazioni. Cosa sono questi per loro? Matti o gente anti-liberali e antidemocratiche, magari impiccioni che non hanno null’altro da fare e che non si fanno gli affari loro? Cosa? mi piacerebbe proprio saperlo come anche mi piacerebbe sapere cosa c’è di veramente nobile nel girare la testa e far finta di niente. Condannare l’estremismo mussulmano, la mafia, la delinquenza, il mal-comportamento ed invitare i tanti altri corretti (mussulmani, cattolici, induisti, buddisti, taoisti, scintoisti, rasta, testimoni di Geova, laici o quel che vi pare) a farlo NON è cosa esecrabile ed il farlo, il condannare, non è cosa indegna.

Questo modo di prendersela con comodità e lassismo mi ha riportato alla memoria quanto diceva il grande Petrolini :”Io non ce l’ho con te, ce l’ho con quello che sta vicino a te e non ti butta di sotto”. Ecco. Io non ce l’ho con i “corretti” ma con i “corrotti” e con quanti, conoscendoli, nulla fanno per “arrestarli” (in tutti i sensi possibili del termine).

Ciò detto, leggiamo quanto Gramellini scrive e la testimonianza dei pensieri che ci riporta in:

Cari lettori, vi spiego perché credo che i musulmani debbano mobilitarsi. MASSIMO GRAMELLINI

La querelle nata dopo la strage di Nizza e l’invito a denunciare i fondamentalisti

Sinceramente, e lo scrivo col sorriso sulle labbra, mai avrei immaginato che un famigerato seguace del politicamente corretto come il sottoscritto si potesse trasformare con tanta rapidità in un emulo della Fallaci. Il mio articolo, vergato sull’onda emotiva dei fatti di Nizza, non era una chiamata di correo, ma una mano tesa e una richiesta di collaborazione.

Mi spiace che le voci critiche, alcune intrise di un vittimismo francamente stucchevole, abbiano ignorato il riferimento storico alla vicenda delle Br. Neanche gli operai comunisti erano fiancheggiatori dei brigatisti. Anzi, è proprio perché non lo erano che riuscirono a isolarli. Ma cominciarono a farlo il giorno in cui smisero di usare formule generiche come l’attuale «Not in my name» per riconoscere che la malapianta non veniva da Marte, ma dal loro stesso giardino.

Non dubito che la giornalista italiana di religione islamica che si rifiuta di considerarmi suo fratello sia in prima fila nel battersi per estirpare la pianta che uccide «infedeli» e musulmani in numero addirittura superiore. Ma non può affermare in coscienza che il giardino le sia estraneo (i seminatori di morte agiscono in nome di Allah) né che gli islamici d’Occidente impegnati con lei nella difesa dei nostri valori – in primis la laicità delle istituzioni e del diritto – siano già la maggioranza. Per un imam francese che attacca le stragi ce ne sono dieci che tacciono o le giustificano (come denunciato la settimana scorsa da quello di Nîmes). E ancora l’altro ieri ci è toccato leggere su Facebook le parole del presunto leader di una comunità islamica italiana e di suo figlio che grondavano ammirazione per il sultano bigotto Erdogan.

Forse non sono abbastanza autorevole per sostenere certe tesi. Segnalo dunque alla sorella giornalista e ai suoi estimatori questo passaggio della recente intervista a uno dei massimi esperti mondiali di mondo arabo e Islam politico, il professor Gilles Keppel. «Solo la società civile, le famiglie e gli amici dei potenziali terroristi possono fermare i jihadisti. Come nei primi Anni Ottanta i brigatisti rossi vennero fermati anche dalla sinistra italiana, che iniziò a chiamarli terroristi e non più compagni che sbagliano, così oggi occorre che le società musulmane da noi denuncino e fermino i potenziali terroristi tra loro». Sarà diventato populista anche Keppel?

I FAVOREVOLI  

– Hai pienamente ragione. Da musulmana e da italiana ti prometto che farò il possibile per proteggere questa mia bellissima l’Italia. (La Omi)

– Condivido. Pensiero bellissimo e concreto. Ma non vedo per il momento nessun corteo di musulmani moderati scendere in piazza e manifestare contro tutta questa barbarie. (Mara Franceschelli)

– É esattamente quello che penso da sempre. Lo penso come ex ragazzina cresciuta in una famiglia di iscritti al P.C.I., e come insegnante di tanti bimbi musulmani con le cui famiglie mi sono confrontata nel corso di questi anni. (Anna Marinucci)

– Caro Massimo, condivido ciò che dici, ma rimane solo un bel pensiero, forse un sogno. Non vedo da nessuna parte, in nessuna comunità, la volontà forte di comunione per fermare la violenza, di qualsiasi colore essa sia. (Nadia Paci)

– Ho sempre pensato che solo la collaborazione con gli islamici può sconfiggere l’estremismo isolandolo dall’interno, perché essere islamici non significa essere terroristi, così come essere siciliani (ed io lo sono) non significa essere mafiosi. (Anna Garufo)

– Condivido il tuo pensiero, e mi è piaciuto molto l’esempio di Guido Rossa. Anche per me la sua uccisione è stata la chiave di volta per l’isolamento dei brigatisti e del loro fallimento. Aiutiamo i musulmani moderati a trovare il coraggio di fare la stessa cosa. (Giuseppe Migliarino)

– Da musulmana, italiana di adozione, fa male vedere questi scenari. Però non voglio più sentire la parola «tolleranza». O ti comporti bene o fuori di qua. Punto. Hanno sognato l’Europa, la libertà, la bellezza. Basta! (Fatiha Ouahli)

– Ho letto l’articolo sulla Stampa e condivido. L’importante è essere coscienti che si deve condannare. È un dovere! L’indifferenza coincide con la connivenza. (Morena Trerè)

– I musulmani devono denunciare, così come facevano gli operai di sinistra quando sospettavano o sapevano che un loro collega era brigatista. (Riccardo Milanesio)

– I musulmani dovrebbero iniziare ad uscire fuori, rendersi parte civile e parlare. Non basta più rammaricarsi e dichiararsi diversi da questi folli, dovete agire, perché solo voi, nella vostra comunità potete captare segnali d’allarme. Personalmente ho letto nell’articolo una richiesta di aiuto, ed è quello che tutti vi stanno chiedendo. (Alan Dindo)

I CONTRARI  

LAPRESSE

-Ho un amico musulmano, ma non penso che lui ne sappia più di me e di lei sull’identità di chi ci sta attaccando. Non si riesce a capire che questa continua richiesta di presa di distanza non fa altro che esasperare persone oneste, vittime come e più di noi di questa situazione. (Miriam Zirna)

-Sta quindi affermando che milioni di musulmani si macchiano di omertà con i loro oppressori? Quanti morti sta producendo il fondamentalismo in Medio Oriente, tra i musulmani? Noi rivolgiamo lo sguardo da quella parte solo se sono coinvolti altri occidentali, altrimenti troviamo più interessante un gossip estivo. (Scleraclara Silvestri)

– Che responsabilità ha una persona musulmana di quello che fa un terrorista? Tutti i cattolici sono forse responsabili per i preti pedofili? (Cristina Moretto)

– Fermare i terroristi non è compito dei musulmani perché noi siamo le prime vittime dei terroristi e della gente che punta il dito, fa battute e fissa lo sguardo. Del fatto che dobbiamo essere grati all’Italia (Europa) perché ci accoglie mi dispiace ma è il contrario perché penso di aver dato all’Italia più di quanto ho ottenuto. (Ayoub Moussaid)

– Quindi alla stessa maniera io siciliano mi dovrei dissociare dalla mafia? (Ruggero Albanese)

– Quando i musulmani scendono in piazza per protestare contro l’Isis e quando fanno circolare gli hashtag #notinmyname lei ha l’internet che non funziona? (Giuliana Maria Dea)

– Sono tempi difficili per i musulmani d’Italia. Non deve essere semplice trovarsi tra l’incudine e il martello, tra una certa Italia che ti considera un terrorista o un loro fiancheggiatore solo perchè hai un’altra religione e alcuni tuoi connazionali che ti considerano un traditore perchè «vivi all’occidentale» (Alessandro Brambilla)

– Distinguendo i «noi» e i «loro» continuiamo a non creare i ponti e ad aspettarceli da altri. Così si continuerà ad andare da nessuna parte. (Virginia Castiglione)

– Lei non considera la complicità dell’Occidente e gli errori commessi, complicità che esula dal discorso religioso e che oggi paga salato il conto. (Claudia Chillemi)

– Un musulmano che non condanna l’Islam estremista non è un complice, è un musulmano come un altro. Bisogna fare una dichiarazione per venire considerati persone per bene? Io sono di origini calabresi ma non sono mai sceso in piazza a manifestare contro la ’ndrangheta: sono omertoso allora? (Matteo Aroi)

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vivicentro.it/opinione
vivicentro – Gramellini e l’invito ai mussulmani a mobilitarsi STANISLAO BARRETTA
lastampa – Cari lettori, vi spiego perché credo che i musulmani debbano mobilitarsi. MASSIMO GRAMELLINI

DIMARO LIVE – Il tifo si è schierato: cori pro Sarri e anti Juve e Higuain

Ecco cosa sta accadendo

Una tribuna gremita oggi al comunale di Carciato. I tifosi sono accorsi in massa e si sono schierati: tanti cori anti Juve e Higuain, cori contro De Laurentiis con il tormentone ‘Aurelio fuori i milioni’, ma anche cori per Marek Hamsik e brividi all’ingresso in campo di Sarri che hanno fatto molto piacere al tecnico. Vola anche un “Higuain bastardo sei tu!” Ma non solo, arriva anche un ‘Spezzagli le gambe, oh Tonelli spezzagli le gambe”

dal nostro inviato a Dimaro, Ciro Novellino

Juve Stabia, in ritiro a Gubbio altre tre Vespette!

Ecco di chi si tratta

Il ritiro a Gubbio continua a svolgersi per la Juve Stabia, agli ordini di Gaetano Fontana. Si lavora sul mercato, ma, intanto, si cerca di allungare la rosa con qualche altro tassello e rinforzo dalla Berretti che lo scorso anno fu allenata da Nicola Liguori e che bene ha fatto. Il settore giovanile del direttore Alberico Turi sforna sempre giovani calciatori che riescono anche ad affermarsi. Secondo quanto raccolto dalla redazione di Vivicentro.it i tre giovani sono Giampaolo Montella, portiere classe ’98, Davide Servillo, centrocampista classe ’98 e Francesco Matassa, attaccante classe ’98.

a cura di Ciro Novellino

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Valdifiori vuole il Torino, ma De Laurentiis si è legato al dito il passato

I dettagli da Tuttosport

La trattativa tra Napoli e Torino per Valdifiori prosegue. Il calciatore ha già fatto sapere di gradire la destinazione, ma De Laurentiis al momento valuta il giocatore non meno di 5 milioni. De Laurentiis si sarebbe legato al dito il tira e molla di Cairo quando il Napoli voleva Maksimovic e per questo motivo vorrebbero fare la stessa cosa per Valdifiori che però spinge per accasarsi al Toro.

Quattro contropartite: Marotta insiste per un accordo con De Laurentiis

I dettagli

Tuttosport non esclude contropartite nell’affare Higuain: “Marotta, come prima mossa, ha infatti avvisato il consigliere delegato del Napoli, Andrea Chiavelli, dell’avvenuta intesa tra la Juventus e Higuain. Lasciando aperta ogni possibilità ad una trattativa vera e propria da qui al 31 luglio, quando cioè scadrà la clausola che può liberare Higuain. Nell’affare, come contropartite tecniche, potrebbero rientrare il trequartista Roberto Pereyra (che il Napoli voleva prima che si accendesse l’affare Higuain), il portiere Neto, eventualmente il centrocampista Mario Lemina e l’attaccante Simone Zaza. Elementi ritenuti sacrificabili o non più funzionali al progetto. Se De Laurentiis decidesse di aprire alla trattative, allora si procederà alla valutazione caso per caso delle contropartite proposte. Altrimenti, Marotta farà partire la comunicazione ufficiale e chiuderà l’operazione”.

I due profili preferiti da Sarri sono Icardi e Morata

I dettagli

La Gazzetta dello Sport parla dell’erede che dovrà prendere il posto di Higuain: “I due profili preferiti da Sarri sono anche i più difficili e portano dritti a Icardi e Morata. Ma se per lo spagnolo ex Juve sembra una missione impossibile per costo di cartellino e ingaggio, per il capitano dell’Inter il Napoli ha già mosso i primi passi, sotto forma di un assegno da 30 milioni più il cartellino di Gabbiadini (da sempre gradito a Mancini). Offerta rispedita al mittente perché l’Inter — a cui gli azzurri hanno chiesto informazioni pure per Brozovic, seguito dall’Arsenal — ritiene il capitano incedibile, o quantomeno intrattabile per meno di 50/60 milioni. Ma siamo solo ai primi sondaggi. Effettuati anche con l’altro club di Milano”.

De Laurentiis-Higuain, la rottura nel post Napoli-Lazio

I dettagli

La Gazzetta dello Sport racconta un retroscena su Gonzalo Higuain: “A Napoli si è consacrato nell’Olimpo dei più grandi centravanti del mondo. Tre stagioni e due trofei vinti di cui uno, la Supercoppa, da protagonista assoluto. Doppietta alla Juve con gol del pari ad un minuto dalla fine dei supplementari, roba che i napoletani non possono dimenticare. Gioie e dolori: il rigore calciato alto contro la Lazio all’ultima giornata del campionato 2014-2015 sembrava una cicatrice difficile da rimarginare ma la scorsa stagione ha suturato pure quella ferita. Tuttavia, il suo rapporto con De Laurentiis è cambiato proprio dopo quel penalty sbagliato. Nello spogliatoio il Pipita era molto rammaricato. Si aspettava una parola di conforto dal presidente ed invece, raccontano i ben informati, ci fu solo freddezza. Poco dopo la macchina sui cui Gonzalo viaggiava in compagnia di mamma Nancy venne colpita da alcuni pseudo tifosi ancora infuriati”.