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La minaccia dei vulcani: allarme per il supervulcano dei Campi Flegrei (VIDEO)

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Un’eruzione dei Campi Flegrei, l’enorme catino di 29 vulcani a Nord di Napoli, è più vicina di quanto si pensi, secondo una ricerca pubblicata su Nature. Il monito giunge al termine di uno studio che ha osservato le deformazioni del suolo, utilizzando un nuovo approccio di ricerca.

“Sos per il supervulcano dei Campi Flegrei”

Ricerca su “Nature”: l’eruzione è più vicina di quanto si pensi

NAPOLI – «La caldera dei Campi Flegrei è più vicina all’eruzione rispetto a quanto si pensi». Si apre così il comunicato dello University College di Londra per presentare la ricerca redatta da Christopher Kilburn (dipartimento di scienze della Terra) con Giuseppe De Natale e Stefano Carlino, due colleghi dell’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

Il «paper», pubblicato su «Nature Communications», anticipa la possibilità di una nuova eruzione da parte del supervulcano a Nord di Napoli, tra il promontorio di Posillipo e capo Miseno: la punta che chiude il golfo di Pozzuoli. La fase critica potrebbe essere all’orizzonte. Da qui il monito di Kilburn: «Le autorità devono essere preparate a un’eventuale eruzione». Sia chiaro: nulla di imminente. Ma è bene tenere alta la guardia, visto che già dal 2012 la Protezione Civile ha alzato il livello di guardia da «verde» a «giallo» e tenendo conto che i supervulcani sono un piccolo ma terribile gruppo di bombe a orologeria, pronte a esplodere: da Yellowstone, negli Usa, al Lago Toba, in Indonesia, passando per altri giganti. Spiccano il Mount Aniakchak in Alaska, il Monte Aso in Giappone, il Lago Taupo in Nuova Zelanda e il Monte Warning in Australia. Da questi luoghi potrebbero scatenarsi eruzioni globali, in grado di alterare il clima dell’intero Pianeta.

Nella sua storia la caldera dei Campi Flegrei ha prodotto eruzioni ciclopiche. L’attuale depressione risulta essersi formata a causa di due violente eruzioni, una di 40 mila anni fa (la cosiddetta Ignimbrite Campana) e l’altra di 15 mila (il Tufo Giallo Napoletano). L’ultima eruzione degna di nota, dopo un periodo di quiescenza, risale al 1538. Fu in quella occasione che si formò il Monte Nuovo: il più giovane vulcano d’Europa, sul lago Lucrino.

Ora il monito dei ricercatori giunge al termine di uno studio in cui sono state osservate le deformazioni del suolo e sono state comparate al tasso di sismicità dell’area. Obiettivo: prevedere le eruzioni dei vulcani da lungo tempo quiescenti. Un approccio che – spiega De Natale – «è stato utilizzato per studiare i fenomeni di bradisisma che dal 1950 a oggi hanno prodotto oltre 4 metri di sollevamento nel porto di Pozzuoli e circa 20 mila scosse». Un approccio nuovo, dal momento che, finora, i modelli predittivi delle eruzioni erano stati stilati «focalizzando l’attenzione sull’eventuale presenza di intrusioni magmatiche superficiali», spiega il fisico. D’ora in poi, invece, converrà porre l’attenzione sulla risposta della caldera alle sollecitazioni interne.

Deformazione e sismicità: ecco i parametri da tenere sotto controllo. L’eruzione – si legge nella ricerca – «diventa più probabile quando il terreno viene allungato fino al punto di rottura, dal quale il magma può fuoriuscire». Un processo che non ha però tempi standard, dato che «il magma può anche ristagnare prima di raggiungere la superficie».

Secondo Kilburn, di conseguenza, «non sappiamo quando e se questa lunga fase di agitazione porterà a un’eruzione, ma il trend dei Campi Flegrei è lo stesso che abbiamo visto durante le ricerche condotte su altri vulcani: come il Tavurvur in Papua Nuova Guinea, l’El Hierro alle Canarie e il Soufriere Hills sull’isola caraibica di Montserrat». Vulcani tornati a far sentire la propria voce nell’ultimo ventennio, con eruzioni tanto spettacolari quanto non prive di conseguenze, se per colpa del vulcano a Montserrat furono 19 le vittime di un’eruzione nel 1997.

Il suolo dei Campi Flegrei ha iniziato a sprofondare lentamente per secoli e il processo si è interrotto intorno al 1950, quando l’area ha ripreso a sollevarsi. Il fenomeno ha manifestato tutta la sua violenza tra il 1982 e il 1985, periodo in cui il suolo si è sollevato di quasi 2 metri, con un «accompagnamento» di terremoti e l’evacuazione di migliaia di abitanti di Pozzuoli. In 10 anni, infatti, il terreno si è sollevato di 30 centimetri. Segno della probabile comparsa di un «sill», ovvero un laghetto di magma formatosi a bassa profondità.

Usa accusano aSSad di esecuzioni di massa

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L’amministrazione di Donald Trump accusa il governo siriano di Bashar al-Assad di eseguire esecuzioni di massa dei prigionieri e di bruciarne i corpi in un grande crematorio fuori Damasco per nascondere le prove.

Le atrocità, secondo il Dipartimento di Stato, si consumerebbero nella prigione militare di Saydnaya, a 45 minuti da Damasco, dove ogni giorno vengono impiccati circa 50 detenuti. Il governo di Assad «è sprofondato in un nuovo livello di depravazione con il sostegno di Russia e Iran» -ha detto Stuart Jones,

assistente del segretario di Stato per il medio e vicino Oriente – mostrando le foto dell’edificio della prigione militare che sarebbe stato modificato per creare il crematorio.

LEGGI ANCHE: aSSad brucia gli oppositori: crematori costruiti nella prigione di Sednaya (o Saydnaya) – VIDEO

LE FOTO DAL SATELLITE

Tutto è partito dalle foto scattate da satelliti commerciali che coprono un periodo che va dal 2013 ad oggi, passando dall’agosto di quattro anni fa al gennaio del 2015, quindi all’aprile del 2016 e 2017. Non provano in modo assoluto – ha precisato Jones – che l’edificio inquadrato sia un crematorio, ma mostrano una costruzione connessa a quel genere di utilizzo.

LE ACCUSE DI AMNESTY INTERNATIONAL

Lo scorso febbraio Amnesty International mosse la stessa accusa di “sterminio” contro il regime di Damasco, calcolando 13mila persone impiccate tra 2011 e 2015 proprio nella prigione di Saydnaya. La cifra è contenuta in un rapporto di Amnesty sulla Siria, redatto sulla base delle interviste a 84 testimoni oculari, tra cui guardie carcerarie, ex detenuti, magistrati e avvocati, oltre che a esperti nazionali e internazionali.

CONTINUANO I BOMBARDAMENTI

È di circa 20 civili uccisi, di cui 12 donne, il bilancio di raid aerei della Coalizione a guida Usa nel nord della Siria in una zona in mano all’Isis. Lo riferiscono l’Osservatorio nazionale per i diritti umani e media locali.

Secondo le fonti, il bombardamento aereo avrebbe colpito la località di Akayrshe, a sud-est

Debora VELLA

Migranti, il malaffare della ‘ndrangheta arriva anche in Chiesa (VIDEO)

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Le mani della ‘ndrangheta fanno affari sulla pelle dei migranti: i fondi per la gestione dei rifugiati, 32 dei 105 milioni di euro destinati al Cara di Isola Capo Rizzuto, in Calabria, venivano dirottati in Svizzera. Per gli inquirenti il centro di accoglienza era diventato “il bancomat della cosca Arena”. In Calabria, Francesco Grignetti, inviato de La Stampa, ha trovato voci incredule: le anziane difendono il parroco, arrestato, che secondo le indagini collaborava con i mafiosi.

Il prete-boss, i volontari e i mafiosi nel paese che sfrutta l’accoglienza

La Fraternita ha creato una rete che dava lavoro a 300 famiglie. Le anziane: «Don Edoardo? Impossibile, lui non c’entra nulla»

ISOLA CAPO RIZZUTO – Il primo impatto è da urlo: lungo il corso, tre ragazzotti su un motorino scalcagnato, rigorosamente senza targa, e senza casco, fanno lo slalom tra le auto. E poi i soliti vecchietti, seduti sulle panchine in ombra. Infine, e questa è la nota nuova, a trotterellare lungo la strada ci sono tantissimi giovani immigrati, per lo più dell’Africa nera. Benvenuti a Isola di Capo Rizzuto. «Comune del sole e dell’accoglienza», recita il cartellone all’ingresso del paese, appena usciti dalla statale ionica. Un paese dove, secondo l’ultima inchiesta della magistratura, s’era formata un’immonda alleanza tra il parroco, il sindaco, il volontariato e la ’ndrangheta. Tutti assieme voluttuosamente ad abbuffarsi con i soldi che lo Stato spende per accogliere i richiedenti asilo, trasformando la cassa del Centro nel bancomat (la «bacinella») per la cosca.

Il Centro per richiedenti asilo è un grande spazio recintato, con i soldati al cancello, poco fuori dal paese, dirimpetto a un aeroporto che esiste solo sulla carta e sulle note spese di qualche ente locale. Dentro, ci sono appartamentini prefabbricati e una grande sala per la mensa. Millecinquecento posti per migranti e quasi mai un letto vuoto. L’ingresso è sbarrato agli estranei. Ogni tanto si sente una voce dagli altoparlanti. È come nei camping, ma qui chiamano qualcuno alla visita medica, oppure a un colloquio, o perché lo trasferiscono da qualche altra parte.

Ecco, il cartello dice bene: Isola di Capo Rizzuto è uno di quei paesi che hanno scoperto l’industria dell’accoglienza. Al popolo dei gommoni serve tutto, dai pasti alla biancheria pulita, all’assistenza sanitaria, ai vestiti. E qui a gestire le cose c’è una Misericordia, benemerita associazione di volontariato che in Italia esiste dal Medioevo, ma che a Isola di Capo Rizzuto pare avere assunto le vesti di un’arcigna ’ndrina.

Nel 2014, il Centro è costato 14 milioni di euro. Quasi 100 milioni in otto anni. E su questi soldi si sono buttati in tanti. Il principale accusato si chiama Leonardo Sacco ed è il gestore da una decina di anni. La «sua» Misericordia nel frattempo è diventata il motore economico del paese: non soltanto fa lavorare 300 famiglie per i servizi accessori al Centro, ma gestisce il poliambulatorio, il centro anziani, un ex cinema che stanno trasformando in bar-ristorante, la polisportiva annessa al santuario della Madonna greca.

La Misericordia era il braccio esecutivo del parroco, don Edoardo Scordio, il motore immobile che da quarant’anni tutto può e tutto muove a Isola di Capo Rizzuto. Bene lo sa l’ex sindaco, Carolina Girasole, schiantata per essere entrata in conflitto con don Edoardo quella volta che osò affidare alcune terre confiscate al clan Arena a una cooperativa di «Libera» e non ai soliti noti. Lei si mise di traverso. Ed è finita che fu arrestata e infangata con l’accusa di voto di scambio, salvo essere assolta al processo (ma ora pende l’appello).

Gli Arena, poi, sono i potentissimi capimafia. Se si guarda agli spelacchiati prati del Centro di accoglienza, tutt’intorno si notano soltanto le immense pale di un parco eolico che loro, quelli del clan, avevano creato sui propri terreni e certo non per spirito di ecologismo. A ben guardare, poi, quei terreni sono coltivati con pregiati finocchi, melanzane, pomodori. È una terra ricca, quella di Isola Capo Rizzuto. Ma state sicuri che a rompersi la schiena c’è qualche immigrato.

Loro, ultimo gradino della società, entrano ed escono dal Centro ad occhi bassi. Racconta Djabati Alassane, 23 anni, della Costa d’Avorio, in un francese stentato: «Nel mio paese, lavoravo come meccanico. Ora sono qui dal 24 dicembre. Non faccio nulla, non c’è nulla da fare: mangio e dormo, e poi di nuovo mangio. E poi dormo». Kibron Tsesuly, 29 anni, eritreo, parla inglese: «Non c’è lavoro per noi, io ho chiesto asilo politico e ho indicato come possibili destinazioni la Svizzera, la Germania e l’Olanda». La sua storia è come quella di mille altri. «Ho pagato in tutto 3 mila e quattrocento dollari per passare dall’Eritrea all’Etiopia, poi al Sudan, ho attraversato il Sahara, ho aspettato 4 mesi in Libia e finalmente mi hanno fatto imbarcare su una barca piccolissima di legno. Come mi trovo? Bene. Il cibo italiano è buono, mi piace. Mangio molto pollo».

È su questi disgraziati che la ’ndrangheta faceva affari, spacciando pasti che non esistevano o comunque erano di qualità infima. E chi doveva controllare, era complice. Anche il parroco? «Noi non ci crediamo», dicono risolute Elisabetta, Pina e le altre signore del paese, all’entrata del Duomo. Al pomeriggio si sono riunite in fretta per pregare. «Lo facciamo per don Edoardo».

vivicentro.it/sud cronaca
vivicentro/Migranti, il malaffare della ‘ndrangheta arriva anche in Chiesa
lastampa/Il prete-boss, i volontari e i mafiosi nel paese che sfrutta l’accoglienza FRANCESCO GRIGNETTI – INVIATO A ISOLA CAPO RIZZUTO

Vecino ritrova Sarri, il tecnico che l’avrebbe voluto al Napoli

Vecino ritrova Sarri, il tecnico che l’avrebbe voluto al Napoli

Quella di Napoli sarà una partita particolare per Matias Vecino. Primo perché ritrova Sarri, che quando era a Empoli lo ha migliorato e valorizzato. Non è un caso che lo stesso tecnico la scorsa estate lo avrebbe voluto nel suo Napoli, ma l’offerta di 20 milioni fu rispedita al mittente dalla Fiorentina. Lo riporta La Nazione.

Antognoni: “Con il Napoli ci giochiamo l’Europa”

Le sue parole

Giancarlo Antognoni ha rilasciato un’intervista a Il Corriere Fiorentino: “La voglia è quella di costruire una squadra che mantenga le posizioni di classifica ottenute in questi anni. Probabilmente ci sarà qualche sacrificato. Kalinic? È un grande attaccante e non piace solo al Milan…” In effetti il bomber è anche nel mirino del Borussia Dortmund e di qualche club di Premier. Sulla decisiva sfida di Napoli: “Nelle prossime due giornate ci giochiamo l’Europa”. Ecco, proprio un’impresa contro Sarri potrebbe aiutare a ridurre la distanza. Anche se la vera partita per il rilancio viola si giocherà con Kalinic, Berna e sulla costruzione della nuova Fiorentina targata Pioli.

De Laurentiis non ha paura di Chelsea ed Atletico: vuole Conti!

De Laurentiis non ha paura di Chelsea ed Atletico: vuole Conti!

Come riporta il Corriere dello Sport, chi trova un amico, può rastrellare un tesoro: Aurelio De Laurentiis e Antonio Percassi, reciprocamente, ne sono consapevoli e nel tempo hanno avuto modo di stringere un rapporto che è andato consolidandosi. Un anno fa, e sembra un’eternità, quando è stato chiuso l’affare-Grassi (nove milioni in gennaio investiti dal Napoli, contro-prestito gratuito appena sei mesi dopo), c’è stato modo di parlare d’altri: di Andrea Conti (23) ad esempio, intanto divenuto una primissima scelta, da tempo soggetto del desiderio di Cristiano Giuntoli, che con Giovanni Sartori, il suo omologo bergamasco, ne aveva già parlato. E’ chiaro che le situazioni cambiano ed è lampante che questo Conti, quello che esce da una stagione a dir poco entusiasmante, sia «diverso» dal precedente: non è mutato l’atteggiamento del Napoli, che continua a ritenere il ragazzo un profilo ideale per il proprio progetto. A De Laurentiis, si sa, non piacciono le aste, dunque poco incide che Chelsea e Atletico Madrid siano andate anche nel vecchio «Brumana» a prendere visione delle potenzialità del fluidificante che sa giocare sia a destra che a sinistra.

Sarri spinge per la conferma di Ghoulam

Sarri spinge per la conferma di Ghoulam

Come riporta La Gazzetta dello Sport, Ghoulam ce la sta mettendo tutta per convincere il Napoli a rinnovargli il contratto in scadenza nel 2018: i tre «regali» confezionati ai compagni nelle ultime due partite (per la doppietta di Mertens contro il Cagliari e per il secondo gol di Callejon a Torino) sono la dimostrazione di quanto può essere utile alla causa anche in prospettiva futura. Non a caso, Sarri si è speso in prima persona per la sua conferma. Classe ‘91, Ghoulam è un «giovane veterano» che fa gola a club importanti come Tottenham, Chelsea ed Atletico Madrid. Jorge Mendes, il potente agente che sta sondando il terreno per presentare eventuali offerte al Napoli, sa bene però che l’algerino sarebbe ancor più appetibile il prossimo anno a parametro zero anche se il desiderio del ragazzo è restare a Napoli, dove pure la moglie si è ambientata molto bene, purché gli venga riconosciuto un ingaggio da oltre due milioni di euro visto che non ha mai chiesto un ritocco in precedenza e che attualmente ne guadagna 900.000.

Sarri sprona la squadra: “Non molliamo!”

Sarri sprona la squadra: “Non molliamo!”
La raffica di record da una parte, l’amarezza per il probabile e immeritato terzo posto dall’altra. L’agrodolce sprint del Napoli è sintetizzato da una statistica solo da incorniciare: il ritardo dimezzato (-5) nei confronti dalla Juve, che ad appena 180’ dalla fine tiene matematicamente gli azzurri ancora in lizza per lo scudetto, un evento che non si verificava alla penultima giornata da 27 anni.
Come riporta La Repubblica: “La resa dei conti è vicina e già da ieri mattina – alla ripresa della preparazione – Sarri ha dovuto dunque lavorare anche sulla psicologia dei suoi uomini: raccomandando a tutti di non mollare la presa. Gli azzurri lo devono ai tifosi e soprattutto a se stessi, per concludere bene la stagione e se possibile fare incetta di record. Il Napoli vanta infatti anche la migliore differenza reti (+50, 86 segnate e 36 subite), che è sinonimo di equilibrio e dal 2007 ha sempre premiato la formazione campione d’Italia, fino alla malaugurata eccezione di quest’anno. Gli azzurri vantano inoltre il migliore attacco e hanno perso meno partite di tutti: solo 4, contro le 5 della Juve e le 7 della Roma. Numeri da scudetto, insomma. Li ha sollecitati personalmente Sarri”.

Rinnovo Ghoulam, ora può restare con l’inserimento di una clausola

Rinnovo Ghoulam, ora può restare con l’inserimento di una clausola

Il Napoli cerca di convincere Ghoulam a restare all’ombra del Vesuvio. C’e’ ora maggiore fiducia anche per la sua firma: puo’ entrare in gioco anche nel suo caso l’introduzione di una clausola rescissoria, dopo che il club azzurro ha alzato l’offerta dell’ingaggio a 2 milioni. Se entro fine mese non arriva un affondo decisivo da parte dei club di Premier, potrebbe arrivare, quindi, anche la firma dell’algerino. In caso contrario a giugno verrebbero prese in esame le offerte, visto che poi se arrivasse a scadenza andrebbe poi via a parametro zero. Lo riporta Il Mattino.

Juve Stabia, il programma gare del settore giovanile: gara importante per la Berretti

Juve Stabia, il programma gare del settore giovanile: gara importante per la Berretti

Dopo, purtroppo, l’eliminazione dai playoff degli Under 17 e degli Under 15, si torna in campo. Questo il programma gare del fine settimana:

Berretti: Fidelis Andria – Juve Stabia sabato 20 maggio ore 15 stadio degli Ulivi – Andria

2004: Juve Stabia – S. Aniello martedì 23 maggio ore 16 comunale di Casola

a cura di Ciro Novellino

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Pescara: terzo concerto dell’iniziativa “Musica in Ospedale”

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3° Concerto dell’iniziativa “Musica in Ospedale”

Giovedì 18 Maggio 2017 – ore 16.30

Aula Biblioteca – 2° piano del Presidio Ospedaliero di Pescara

Via Fonte Romana n. 8

 

 

Giovedì 18 Maggio 2017 alle ore 16.30, presso l’Aula Biblioteca – 2° piano del Presidio Ospedaliero di Pescara, sito in Via Fonte Romana n. 8 –, si terrà il terzo concerto dell’iniziativa “Musica in Ospedale”, un progetto sperimentale di umanizzazione dei luoghi di cura, mediante la musica da condividere con i pazienti/utenti ed il personale dipendente.

L’iniziativa può contribuire a migliorare il ruolo dell’Ospedale facendolo divenire non solo luogo di cura, ma anche di vita sociale, di integrazione, di cultura.

aSSad brucia gli oppositori: crematori costruiti nella prigione di Sednaya (o Saydnaya) – VIDEO

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Un dossier americano denuncia la presenza in Siria di  crematori costruiti dal regime di Assad nella prigione di Sednaya per bruciare i cadaveri degli oppositori uccisi e cancellare le prove dei crimini commessi. La ricostruzione agghiacciante riporta alla mente l’orrore dei campi di concentramento nazisti. Sono rivelazioni che consentono a Washington di imputare a Russia e Iran di essere “alleati di un regime criminale”.

Il mattatoio del regime con 50 impiccagioni al giorno

Nella prigione rinchiusi militari disertori e oppositori del dittatore. Le esecuzioni nella notte. Molti detenuti morti per torture e stenti

BEIRUT – Il «mattatoio» di Bashar al-Assad ora è anche «forno crematorio». Un dettaglio che avvicina ancora di più gli orrori della guerra civile siriana a quelli dell’Europa nazista. Il luogo è sempre quello, la prigione di Sednaya. Trenta chilometri a Nord-Est di Damasco. Il nome della località viene da Saydna, Nostra Signora, perché il punto più alto delle alture che culminano a 1500 metri è dominato da uno dei più belli e importanti santuari dedicati alla Madonna in Siria. Luogo millenario di pellegrinaggi.

Più in basso, alla periferia della cittadina, si trova però la più famigerata delle carceri del regime. Dal paradiso all’inferno. Il mattatoio è cominciato nel 2012. Il complesso si distingue per due edifici. La «divisione rossa», per i civili, e la «divisione bianca», per i militari. Sednaya è soprattutto una prigione dell’esercito, ma con lo scoppio della guerra civile deve far fronte a un flusso di prigionieri sempre più massiccio. La maggior parte sono soldati e ufficiali disertori.

Le condizioni peggiorano rapidamente. I primi a farne le spese sono gli ammalati. Vengono portati all’ospedale di Tishreen, a Damasco, solo per essere lasciati morire senza cure, come hanno raccontato alcuni sopravvissuti alle organizzazioni umanitarie. Una delle prime testimonianze è quella di un ex ufficiale delle forze speciali, raccolta dal Syrian Observer, vicino all’opposizione. L’uomo ha assistito alla morte di quattro compagni, tanto che «più nessuno voleva essere portato all’ospedale, preferivano morire in cella». Spesso i compagni, e qualche volta anche lui, «speravano che morissero in fretta, in modo di poter prendere il loro cibo e i loro vestiti».

Con l’intensificarsi della guerra e della repressione la «Divisione rossa» si riempie all’inverosimile. È un edificio a forma di stella a tre punte, a cinque piani, due sotterranei. Ogni piano ha 60 camerate, ciascuna può ospitare fino a 50 prigionieri. In tutto possono starci circa 15 mila persone. Manca il cibo, i detenuti si indeboliscono e si ammalano. Molti vengono semplicemente «lasciati andare», ma per altri ci sono i processi sommari e le esecuzioni.

Il rapporto di Amnesty  

È quello che ha ricostruito un’indagine di Amnesty International, pubblicata lo scorso febbraio. Migliaia di corpi, secondo l’inchiesta, sono stati sepolti «in fosse comuni» nei dintorni di Damasco. Per cinque anni esecuzioni e sepolture si sono svolte di notte. Ogni giorno verrebbero impiccate 50 persone. Amnesty ha raccolto 84 testimonianze, ricostruito il percorso di morte di 31 uomini, sia della «Divisione rossa» che della «Divisione bianca». Il rapporto testimonia che molti altri, ammalati, sono morti all’ospedale militare di Tishreen e sepolti in terreni dell’esercito a Nahja, a Sud di Damasco, e nella cittadina di Qatana. Il rapporto, redatto da Nicolette Waldman, non fa però cenno ai «forni crematori».

La necessità di bruciare corpi si è manifestata probabilmente nell’ultimo periodo. Un modo per nascondere le esecuzioni, evitare sospetti. Per Waldman, «non ci sono ragioni di credere che le impiccagioni si sono fermate». Le ha definite «una politica di sterminio». I processi durano «pochi minuti». Le condanne sono sottoscritte dal ministro della Difesa.

La fine della de-escalation  

Ora le rivelazioni sui «forni crematori» aggiungono orrore all’orrore. La denuncia arriva in un momento positivo per il regime. I ribelli di due quartieri periferici di Damasco, Qabun e Barzé, si sono appena arresti, e l’evacuazione dei combattenti è cominciato ieri. Fra poco toccherà a Yarmouk e a quel punto i ribelli controlleranno solo la zona del Ghouta. La fine dell’insurrezione a Damasco, dopo Aleppo. L’opposizione ridotta a qualche frangia di territorio al confine con la Turchia e la Giordania. Per Jones, assistente del Segretario di Stato, la terribile scoperta getta cattiva luce anche sull’intesa raggiunta ai colloqui di pace di Astana per l’istituzione di «zone sicure» e la «de-escalation» del conflitto. Gli Stati Uniti restano «scettici».

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lastampa/Il mattatoio del regime con 50 impiccagioni al giorno GIORDANO STABILE INVIATO A BEIRUT

Eboli, un cane uccide un altro cane. La padrona termina in ospedale

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Eboli – Un cane Corso ha aggredito e poi ucciso un meticcio di piccole dimesioni davanti agli occhi della sua proprietaria, una signora di 60 anni che nel pomeriggio passeggiava nel centro cittadino, in via Usa, con il suo amico a quattro zampe.

Il grosso molosso lo ha sbranato senza mai lasciarlo. La padrona del cane addentato, ha avuto un malore che ha reso necessario l’arrivo dell’ambulanza del 118. Constatato che fosse sotto shock per il dolore e lo spavento è stata trasferita in ospedale, dove si è ripresa diverse ore dopo.

Il proprietario del cane Corso si è allontanato in fretta dal luogo, sperando che nessuno arrivasse a lui, ma è stato identificato dai vigili urbani.

Ora l’uomo corre il rischio di una denuncia penale: il cane camminava nel pieno centro cittadino senza museruola, necessaria secondo la norma, e non era neanche al guinzaglio, quindi si parla di una querela di omessa custodia e mal governo di animali.

Varriale: “Il Napoli di Sarri ha vinto due gironi, ora bisogna mettere insieme i due successi”

Varriale: “Il Napoli di Sarri ha vinto due gironi, ora bisogna mettere insieme i due successi”

Ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli, è intervenuto Varriale, giornalista Rai, il quale ha dichiarato: “Il Napoli sotto la gestione Sarri ha di fatto vinto due gironi: quello d’andata di un anno fa e quello di ritorno di quest’anno. Ora bisogna ovviamente mettere insieme questi successi in un’unica stagione: comunque finirà questo campionato, e probabilmente sarà al terzo posto, bisogna essere soddisfatti di quanto visto”.

Report azzurro- Oggi seduta mattutina, domani allenamento pomeridiano

Report azzurro- Oggi seduta mattutina, domani allenamento pomeridiano

Dopo il successo di Torino, il Napoli ha ripreso subito gli allenamenti a Castelvolturno.

Gli azzurri preparano il match con la Fiorentina al San Paolo per l’anticipo della 37esima giornata di Serie A in programma sabato alle ore 20.45.

La squadra si è divisa in due gruppi. Chi ha giocato dall’inizio all’Olimpico ha svolto attivazione rigenerante. Gli altri uomini della rosa sono stati impegnati in un lavoro di attivazione e una serie di partitine 8 contro 8.

Maksimovic è rientrato in gruppo ed ha svolto seduta completa.

Domani allenamento pomeridiano.

Fonte: SSC Napoli

Conti: “In Italia sto bene, il sogno è giocare in una big”

Conti: “In Italia sto bene, il sogno è giocare in una big”

Ai microfoni di Premium Sport, ha parlato Andrea Conti, giocatore dell’Atalanta, che tanto piace al Napoli, il quale ha dichiarato: “Futuro? Non so, è il sogno di ogni bambino giocare in una grande squadra. In Italia sto bene, può cambiare tutto, c’è ancora l’Europeo under 21, l’Atalanta con me e tanti ragazzi ha fatto molto bene”

FOTO- Il Napoli celebra il rinnovo di Insigne con una maglia speciale

FOTO- Il Napoli celebra il rinnovo di Insigne con una maglia speciale

Una maglia gara limited edition “Insigne 2022” con autografo e dedica ai primi 50 affezionati tifosi azzurri, solo sul Web Store store.sscnapoli.it

Una maglia unica, che riceverai insieme ad un video di Lorenzo mentre la autografa con la dedica personalizzata.

Scopri la limited edition Insigne 2022

Fonte: SSC Napoli

Ass.Borriello: “A fine anno sostituzione sediolini, la capienza scenderà di 7-8 mila posti”

Ass.Borriello: “A fine anno sostituzione sediolini, la capienza scenderà di 7-8 mila posti”

Ciro Borriello, assessore al comune di Napoli, ai microfoni del Corriere del Mezzogiorno, ha dichiarato: “Tra poco partirà la seconda tranche dei lavori, questa sarà la prima vera sfida. Abbiamo ricevuto delle indicazioni dall’Uefa che riguardano i bagni negli altri settori e i sediolini. Vedremo il colore, ma penso che il 99% dei tifosi napoletani li vogliano azzurri. Opere? A fine anno daremo il via alla sostituzione dei sediolini, come ci ha indicato l’Uefa ma c’è anche una normativa di sicurezza che dobbiamo rispettare. Probabilmente la capienza scenderà dagli attuali 62 mila posti ai 54-55 mila. Campionato iniziato? Ad ottobre-novembre siamo pronti a mettere in campo le nostre forze, abbiamo già pronte le procedure di gara. Con 3,6 milioni di euro possiamo costruire i bagni di un’intera curva, sulla falsariga di quanto fatto con la tribuna stampa. Siamo in attesa della fine del campionato per la firma. A questo punto è inutile accelerare mancano pochissime partite e quindi aspettiamo che il Napoli concluda i suoi impegni e ci metteremo a un tavolo. La nostra volontà è risolvere la questione al più presto”.

Roma, Florenzi: “Con la Juve abbiamo messo la tigna”. Capello: “Sicuri che Totti smette?”

NOTIZIE AS ROMA – Quest’oggi Alessndro Florenzi è stato ospite alla presentazione del G-Expo “Football trade meeting”, la fiera del calcio che si terrà a Pechino l’8 e il 9 novembre 2017 sotto la direzione di Alessandro Moggi. Oltre al centrocampista di Vitinia, erano presenti all’Hotel Rome Cavalieri di Monte Mario anche Immobile, Del Piero, Capello, Leonardo e Sconcerti. Queste le dichiarazioni rilasciate da Alessandro:

Tu sei una stranezza a questo tavolo, sei l’unico che ha un presidente americano. Hai vissuto solo l’esperienza americana alla Roma, non hai fatto in tempo a lavorare con Sensi.
Con Sensi no, ho vissuto il passaggio da Rosella e Maria Sensi agli americani.

Un presidente straniero porta una cultura straniera o rispetta l’italianità dell’azienda?
Penso ci debba essere il giusto mix per portare innovazione. Possiamo imparare tanto dagli americani per come si approcciano al calcio, per come ad esempio hanno portato la tecnologia all’interno della Roma. Il presidente ha portato tutto questo, però si è adattato anche al “gioco italiano”, avendo collaboratori italiani che stanno facendo bene sotto questo punto di vista. Secondo me siamo molto bravi in questo.

Per i giocatori avere un allenatore straniero è una difficoltà per la comunicazione? Preferite un allenatore italiano?
Io ho avuto Rudi Garcia per due anni e mi sono trovato benissimo. Garcia ha imparato l’italiano in fretta, è vero, però abbiamo capito da subito i suoi schemi di gioco e quello che voleva trasmetterci.

Ricominci a luglio?
Ricomincio quando sto bene.

Cosa si vede da fuori di questa Roma un po’ contraddittoria?
Contraddittoria? Non lo so. Siamo al secondo posto e mancano due giornate alla fine. Ieri abbiamo vinto una partita veramente molto importante per noi. Tanti ci davano per spacciati, anche dopo la vittoria del Napoli. Abbiamo giocato una partita con la tigna, come ha detto anche il mister. C’erano tanti giocatori che volevano dire la loro.

Ci credi un pochino allo scudetto oppure no?
Io ho sempre pensato “Finché la matematica non ci condanna…”. Ma adesso il nostro obiettivo è il secondo posto, quello a cui dobbiamo puntare. Tante volte la Roma viene criticata, viene presa a male parole da tanti perché ha pareggiato una partita o perché ne ha persa un’altra. Se andate a vedere, in questo girone di ritorno abbiamo fatto veramente tante cose buone che, per ora, hanno portato a questo secondo posto. La partita di ieri non conta nulla se non entri con il doppio o il triplo della forza e della cattiveria contro il Chievo e contro il Genoa.

Anche Fabio Capello è stato invitato a dire la sua sulla squadra giallorossa ed in particolare sul gap con la Juve: “Nel calcio internazionale abbiamo qualche problema, eccetto la Juve che ha un DNA superiore alle altre. Quando parliamo del calcio italiano, dobbiamo anche andare a vedere in giro cosa è successo, avere risposte in questo senso. Nel calcio internazionale siamo in difficoltà, questa è la realtà delle cose
Totti? È sicuro che smette? Non l’ha ancora detto! Sembra che smetta. If!. Non mettetemi in mezzo al calderone della questione Totti-Spalletti. Io allenatore dell’Inter? L’ho sentito anche io ieri sera. Non c’è stato niente nella maniera più assoluta. Ora faccio un altro lavoro, il vostro. E’ una grande soddisfazione: vinco sempre, non perdo mai”.

TRIGORIA – Intanto, la squadra è scesa in campo per l’allenamento mattutino sotto la guida di Luciano Spalletti alle 11,30. Chi ha giocato ieri ha effettuato lavoro di scarico mentre Dzeko (assente contro la Juve a causa di un guaio muscolare) si è allenato individualmente dividendosi tra palestra e campo. Per domani il mister ha concesso una giornata di riposo perciò il gruppo si ritroverà al Fulvio Bernardini mercoledì.

Claudia Demenica

A partire dal 1° gennaio 2018, addio a 1 e 2 centesimi.

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La sorpresa in Manovra

Un emendamento del Pd, primo firmatario Sergio Boccadutri, al decreto legge di correzione dei conti pubblici dispone che ” A far data dal 1 gennaio 2018 è sospeso il conio delle monete da 1 e 2 centesimi ”

I costi di fabbricazione di ciascuna moneta da un centesimo, si rileva, “ammontano a circa 4,5 centesimi di euro; quelli di ciascuna moneta da due centesimi a 5,2 centesimi di euro”.

Gli effetti di risparmio sono quindi quantificabili in Italia in almeno 20 milioni di euro ogni anno”. Anche per simili ragioni alcuni Paesi europei, tra cui la Finlandia e i Paesi Bassi, “hanno bloccato il conio delle suddette monete”

Il risparmio derivante dagli effetti della norma è destinato al Fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato”

Inoltre, sempre “con Decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze, da adottarsi entro il 1 settembre 2017, si stabiliscono le modalità attraverso cui i pagamenti effettuati in contanti sono arrotondati nel periodo di sospensione”