20.5 C
Castellammare di Stabia
Home Blog Pagina 5693

De Laurentiis a Gomes e Maksimovic: 5 giorni o mai più!

Secondo Raffaele Auriemma su Tuttosport, il presidente De Laurentiis avrebbe lanciato un aut aut per quanto riguarda gli affari Andrè Gomes e Maksimovic: entro mercoledì bisognerà chiudere gli affari, altrimenti il club azzurro virerà su altri obiettivi. De Laurentiis non vuole correre il rischio che in pochi giorni si possano perdere due obiettivi ed allora è tornato alla carica per Roberto Soriano, l’alternativa ad Andrè Gomes. Anche qui c’è una data importante. Il 15 gennaio scade il tempo per pagare la clausola rescissoria messa da Ferrero(15 milioni). Trascorso questo tempo, De Laurentiis poi dovrebbe contrattare con il numero uno della Samp a prezzo libero e sarebbe una cosa molto complicata perchè Ferrero vorrà massimizzare la cifra da incassare.

Brescia, gridano ‘Allah Akbar’ al picchetto di protesta: 20 pakistani finiscono in questura

Il gruppo è stato portato via per essere identificato. Era composto da dipendenti di una cooperativa in lotta contro le condizioni di lavoro considerate discriminatorie.

Attimi di tensione a Desenzano del Garda, in provincia di Brescia, durante lo sgombero condotto dalla polizia a un picchetto di protesta. E’ successo davanti al magazzino del supermercato Penny Market, chiuso da alcuni giorni per lo sciopero di un gruppo di dipendenti di una cooperativa che lavora per conto del supermercato.

Un pakistano davanti agli agenti della Digos che stavano facendo alzare i manifestanti ha gridato “Allah Akbar”, facendo scatenare la reazione di altri 20 connazionali che hanno replicato urlando “Allah Akbar”. Il gruppo è stato individuato e portato in questura per gli accertamenti.

Maksimovic ai saluti, Cairo accetta l’offerta del Napoli

Come riferisce Tuttosport, il Torino vacilla all’offerta del Napoli per Makismovic e sarebbe ormai rassegnato a salutare il centrale serbo. Cairo è pronto ad accettare l’offerta di De Laurentiis e la trattativa ha spiccato il volo proprio nella trasferta granata al San Paolo. La proposta decisiva da parte del Napoli verrà formalizzata a breve e sarà la seguente: 20 milioni cash più 4 milioni in base a dei bonus facilmente raggiungibili: minutaggio stagionale, presenze e piazzamento finale della squadra. L’affare potrebbe concludersi nei prossimi giorni.

ESCLUSIVA – Andrea Cattoli: Cazzola non andrà a Lecce ma…

cazzolaIl Lecce vuole tentare l’assalto alla Serie B e Braglia sta provando a dare indicazione per portare in puglia calciatori importanti. In questo momento il Lecce sembra moltissimo un piccolo-grande cantiere dove tutto può succedere.

Moscardelli è il sogno del Benevento, Suciu è un nome caldo per la Cremonese. In entrata Piero Braglia prova a pescare dallo stagno dei suoi fedelissimi e spifferi raccontano che il tecnico toscano abbia chiesto alla dirigenza l’ex Juve Stabia, Riccardo Cazzola.

Intercettato dai microfoni di ViViCentro.it in esclusiva ha parlato il suo procuratore Andrea Cattoli, gelando i sogni di Braglia e Co:

“Cazzola non andrà a Lecce. Per adesso resta a Livorno, anche se ha offerte da molti team di serie B.”

Chiarissimo, la domanda sorge spontanea: La cordata di imprenditori leccesi proprietaria della società giallorossa, ed in particolare il Presidente Tundo, incasserà il colpo oppure tenterà un assalto decisivo?

Non sappiamo più raccontare le favole. MASSIMO GRAMELLINI*

0

Un saggio americano: solo gli inglesi riescono a inventarle. Non hanno paura del lato oscuro 

La rivista letteraria The Atlantic, americana, ha condotto un’inchiesta dettagliata ed è giunta alla conclusione che in quest’epoca di ansie assortite e lettori bisognosi di cure affabulatorie, soltanto gli inglesi siano ancora capaci di popolare l’immaginario dei bambini di ogni nazione ed età. Alla notizia che l’Inghilterra, magari con l’aggiunta dell’Irlanda, detenga l’esclusiva delle favole qualcuno storcerà il naso e opporrà le sue eccezioni, però è un fatto che il più formidabile parto fantastico degli ultimi decenni è stato il maghetto Harry Potter, britannico, la cui saga si inserisce in un filone avviato dai personaggi di Tolkien e C.S Lewis, britannici anch’essi. Sarà il rapporto più stretto con la natura e con i miti fondativi pagani, l’assenza di una religione troppo moralista e inibente, la passione diffusa per i saperi esoterici, ma gli inglesi (e gli irlandesi) sembrano avere conservato un seme di conoscenze antichissime e la capacità di diffonderle attraverso un codice di immagini e archetipi che non parla all’emisfero razionale del cervello, ma si rivolge direttamente al subconscio di tutti gli esseri umani.

Uno dei momenti più emozionanti della mia vita è stata la scoperta che, accanto al significato letterale, le favole ne celavano un altro simbolico. Uno dei momenti più tristi è stato accorgermi che di questa scoperta non importava niente quasi a nessuno. Eppure mi vengono ancora i brividi quando penso agli artisti illuminati che dalla notte dei tempi hanno rivestito i segreti dell’esistenza e persino le future rivelazioni della fisica quantistica con le metafore dei racconti per l’infanzia. Quando penso che la Bella e la Bestia è la storia dello spirito che si riconcilia con la materia. Che la spada nella roccia è un simbolo fallico e la sua estrazione da parte del giovane Artù un rito di iniziazione sessuale. Che il bacio del principe azzurro alla bella addormentata è la metafora di quel risveglio consapevole che sta alla base di ogni antica tradizione spirituale. Che la rinuncia al simbolo del potere – sia esso l’anello elfico che Frodo va a gettare nel vulcano di Mordor o la bacchetta di sambuco che Harry Potter decide di spezzare dopo averla vinta a lord Voldemort nel duello finale – è l’atto supremo di distacco che completa l’evoluzione interiore dell’eroe.

Non è importante comprenderli con la mente, certi significati reconditi. L’emozione della favola li porta egualmente là dove devono andare: al di sotto della corteccia dell’Ego, nel regno della coscienza che Jung chiamava il Sé. La lettura delle favole procede su due livelli. Il subconscio infatti non comprende le parole. Il suo alfabeto è fatto di immagini e suoni. Mentre il piccolo lettore ascolta le avventure di principi e principesse, da qualche parte dentro di lui si forma l’immagine simbolica su cui potrà fare affidamento per il resto della vita. Quando, smarrita la sbornia di “realtà” tipica dell’età dello sviluppo, sentirà il bisogno di attingere a una conoscenza eterna per lenire le proprie paure e sviluppare i propri talenti.

Tutto questo gli inglesi non lo hanno dimenticato. E hanno avuto la forza di ricordarlo al mondo. Non è solo questione di lingua. Anche gli americani scrivono in inglese, ma le loro trame per l’infanzia esprimono un intento educativo, e dunque pragmatico, che smorza sul nascere lo sbrigliarsi della fantasia. Huck Finn è un capolavoro e Mark Twain un genio, ma si tratta di un capolavoro e di un genio intrisi di realtà. Persino la metafisica Moby Dick di Melville è appesantita da decine di pagine francamente noiose sulle varie tipologie di balene, quasi che lo scrittore avesse voluto rimarcare la base scientifica della sua straordinaria creazione. La cultura nordamericana ha compresso l’irrazionale fin dalle origini, assieme ai nativi indiani che ne sarebbero stati i naturali cantori. La concretezza etica della società fondata dai Padri Pellegrini ha spinto i compositori di favole a interpretarle non come una vacanza del pensiero, ma come il rivestimento zuccheroso di una medicina fatta di regole morali da impartire sotto forma di apologo con morale incorporata.

E gli italiani? Avendo copiato gli americani praticamente in tutto, non potevamo che seguirli anche in questa strage della fantasia immolata sull’altare della cosiddetta realtà. Pinocchio è un gigante della narrativa universale, eppure fu ignorato per un certo periodo persino dai suoi contemporanei. Le biografie di Collodi pubblicate dai giornali dopo la sua morte liquidano il burattino in poche righe. L’autore stesso non ebbe piena consapevolezza della sua opera, che toccò a Benedetto Croce sdoganare almeno dal punto di vista letterario. Collodi era un massone e non c’è pagina di Pinocchio che non contenga un riferimento alchemico (a cominciare dal nome del protagonista che si rifà alla ghiandola pineale, il “terzo occhio” di cui ogni tradizione esoterica si ripropone l’attivazione). Ma non ha lasciato eredi. Oggi si scrivono favole anche molto poetiche, intasate soprattutto di animali che parlano e ragionano come gli umani, ma manca la magia della spiritualità che in un Paese cattolico come il nostro viene ancora associata esclusivamente alla religione. Mentre il misticismo pagano che è alla base delle fantasie immortali degli inglesi si nutre di boschi, di orfani e di lettori che abbiano voglia di lasciarsi lambire dalla loro ombra a costo di perdervisi.

Al dragone mancano i consumatori FRANCO BRUNI*

0

L’economia cinese preoccupa e i suoi guai possono avere forti ripercussioni mondiali. Si svaluta la sua moneta, crolla la Borsa e la crescita del Pil pare rallentare più di quanto ci si attendesse. Che cosa succede? Al di là di voci e fattori volubili, che di giorno in giorno influenzano i mercati, il problema è che in Cina si stanno sovrapponendo due complesse trasformazioni.  

La prima è il passaggio da un’economia il cui sviluppo è trainato dal settore che produce per le esportazioni a un sistema più concentrato nella produzione di beni e servizi per il consumo interno. E’ una transizione tipica dei Paesi che emergono dal sottosviluppo e la cui crescita deve a un certo punto fare un salto di qualità. Prima tutti gli sforzi sono per affacciarsi e affermarsi sui mercati mondiali, anche a costo di sacrificare quantità e qualità dei propri consumi. Ma arriva il momento in cui la differenza fra la modernità del settore esportatore e l’arretratezza del resto del sistema è eccessiva. Occorre allora cambiare modello: sviluppare il settore dei consumi e dei servizi interni, dove salari e profitti devono crescere per attirare lavoro e capitale e sostenere la domanda di ciò che si produce. 

Ciò richiede complesse ristrutturazioni di imprese, nuovi direzioni del credito e degli investimenti, una diversa attenzione politico-amministrativa: è una transizione difficile. Per aiutarla è meglio che il cambio rimanga forte. Con uno yuan forte le esportazioni cinesi sono più care per il resto del mondo, che perciò ne domanda meno, dando così un incentivo ai produttori cinesi perché puntino di più sui mercati interni.  

Lo yuan sta invece svalutandosi. E’ la conseguenza di un altro difficile cambiamento deciso da Pechino per completare la modernizzazione del Paese: passare da un’economia chiusa ai movimenti di capitali con l’estero a una Cina dov’è libera l’entrata e l’uscita di risparmi e investimenti, con lo yuan trattato in tutto il mondo. Aprire le frontiere ai capitali significa però offrire ai cinesi più opportunità di diversificare la loro ricchezza investendola all’estero, comprando altre monete, vendendo yuan e dunque svalutando. Per compensare questa pressione al ribasso del cambio occorrerebbe che, mentre escono capitali cinesi, entrino più capitali esteri, attirati proprio da quella modernizzazione che la Cina persegue. Al momento questo non succede abbastanza, per diverse ragioni, compresa una carenza di fiducia nell’effettiva capacità della Cina di guidare a buon fine le difficili trasformazioni che dovrebbero modernizzarla. Sicché le uscite di capitali prevalgono e la speculazione, nonché l’attesa di rialzi dei tassi di interesse in Usa, le trasforma in fughe precipitose, che svalutano il cambio e i corsi di Borsa. Un eccesso di svalutazione sarebbe un guaio anche perché in questi giorni sta emergendo che la Cina ha molti debiti in dollari e questi son più gravosi col cambio debole. 

Perché l’economia cinese viri durevolmente in positivo serve più credibilità della sua leadership politica che sta facendo i conti con l’aumento di trasparenza, libertà e democrazia che per modernizzare il Paese è altrettanto importante delle trasformazioni della sua economia. Le quali devono diventare più celeri e nitide: ristrutturando radicalmente le imprese pubbliche, riformando davvero i mercati dei beni, dei servizi, del lavoro, vincendo la battaglia intrapresa contro la corruzione, modernizzando e depoliticizzando le burocrazie. La Borsa va ripulita da titoli e operazioni economicamente inconsistenti e puramente speculative. Il governo deve smettere di confondere gli operatori internazionali promettendo mercati liberi salvo poi pasticciarli con pesanti controlli e obbligar le banche a comprare azioni per evitarne il crollo.  

E lo yuan? Le autorità cinesi stanno perdendo credibilità sul mercato valutario, con dichiarazioni e interventi che creano confusione e alimentano la fuga di capitali. Devono prendere un impegno chiaro e mantenerlo: potrebbe esser quello di tener stabile il valore in valuta cinese di un paniere di valute estere, magari proprio quel paniere nel quale il Fmi ha deciso di ospitare anche lo yuan, mostrando un’attenzione diplomatica per gli sforzi cinesi che dovrebbe incoraggiarli.

 

franco.bruni@unibocconi.it / lastampa

ISCHIA, VICINO LA FIRMA DEL GIOVANE DE CLEMENTE

0

L’Ischia dopo il tesseramento del centrocampista Spezzani, sta per mettere a segno il suo secondo colpo in questa sessione di mercato. La società gialloblu tessererà a breve il giovane Giuseppe De Clemente classe ’97. Il centrocampista mancino ha iniziato la stagione con il Chieti Calcio in serie D, collezionando 4 presenze. Nelle prossime ore è attesa l’ufficialità da parte della società isolana.

CALCIOMERCATO, ISCHIA: ”PER IL VICE IULIANO SI PENSA A MODESTI DELLA JUVESTABIA “

0

L’Ischia Isolaverde con il d.s Femiano è alla ricerca di un vice Iuliano. Dopo la rescissione con il giovane Mirarco,approdato poi a Monopoli in questa sessione di mercato, la società gialloblu aveva chiuso l’accordo per il ritorno sull’isola di Daniele Giordano, ma l’ex allenatore Sasà Campilongo, ora al Taranto ha fatto saltare definitivamente la trattativa. In questi giorni si era parlato di un interessamento sia per Bernardino D’Agostino in forza alla Casertana e dell’ex Matera Giovanni Russo. Ma in queste ore la società sembra aver individuato il vice Iuliano. Si tratta di Nicola Modesti classe ’90 della JuveStabia. Il portiere delle vespe vanta una sola presenza in campionato. L’estremo difensore in carriera ha indossato le maglie di Martina Franca, Aquila Calcio nell’ex serie C2 e in Serie D con il Morro D’Oro. Nei prossimi giorni la trattativa potrebbe concludersi con la firma del calciatore.

I Maio: “Non abbiamo cacciato nessuno.” E su A. Piccolo…

0

La Virtus Lanciano non sta vivendo un momento felice. Penultimo posto in classifica e autentica dismissione della squadra in atto. La società frentana, infatti, in questo primo scorcio di calciomercato, ha già perso i centrocampisti, Paghera, Di Cecco, Il difensore Pucino, e il bomber Antonio Piccolo, il quale, attraverso una registrazione che circola tra i tifosi, avrebbe parlato di “Giocattolo dismesso”, e usato toni che Guglielmo e Valentina Maio, rispettivamente vice-presidente e presidente del sodalizo frentano, non hanno digerito, come tutte le critiche piovute nei loro confronti, condite anche da insulti di natura personale.

Ecco, allora, che i due rampolli della famiglia Maio, titolari di una nota ditta che si occupa dello smaltimento dei rifiuti, hanno tenuto nella mattinata odierna una conferenza stampa congiunta, nella quale hanno voluto chiarire alcuni punti fondamentali. Toni decisi e incisivi quelli dei due giovani dirigenti rossoneri, che non le hanno certo mandate a dire.

Il primo a prendere la parola è Guglielmo Maio: sguardo scuro e tono perentorio: “Il Lanciano sta operando un mercato di rifondazione, per ripianare il budget e il bilancio. Poi, i nostri sforzi saranno tutti rivolti alla salvezza della squadra: noi non abbiamo assolutamente mollato (usa un epiteto forte ndc). Noi ci mettiamo vita, passione, cuore e non siamo l’agnello sacrificale di nessuno. Noi teniamo al club, che viene prima di tutto, anche di me, di mia sorella e di mio padre, visto che siamo bersagliati tutti i giorni. In questi anni ci siamo tolti una marea di soddisfazioni, anche contro tutto e tutti. Stiamo solo operando per ripianare il budget societario, come fanno tutte le squadre. Non abbiamo problemi economici. Vogliamo solo che la S.S. Virtus Lanciano sia un’azienda indipendente.”

Gugliemo Maio, è un fiume in piena: “Questo è sport: si vince e si perde. Le annate possono andare bene come possono andare male. Mancanza di comunicazione da parte nostra? Non mi pare. Ho sempre risposto a tutti. Ho rilasciato tantissime interviste. Io e la mia famiglia ci abbiamo sempre messo la faccia. Non permetto a nessuno di mancare di rispetto alla mia famiglia. La società è sana. Non mi sono mai messo in tasca un euro grazie al Lanciano. Se i giocatori piangono perché vanno via (il riferimento è a Paghera ndc), si vede che qualcosa di buono da queste parti è stato costruito.”

La parola passa al presidente, Valentina Maio, di solito sempre sorridente e solare, ma non in questa circostanza: “Volevo aggiungere, che non accetto più attacchi personali verso me e la mia famiglia. Vanno in giro audio con giocatori che hanno parlato con i tifosi (il riferimento è alla conversazione di Piccolo con un tifoso). Allora, vi spiego cosa ho detto ai giocatori: io ho un carro da riempire, chi ne vuole fare parte è ben accetto. Ma io e la mia famiglia non abbiamo cacciato nessuno. Ho detto loro di avere bisogno di uomini. Ognuno, poi, ha fatto le sue scelte.” Riguardo Antonio Piccolo, il quale in una conversazione audio con un tifoso avrebbe rilasciato commenti pochi cortigiani verso la società rossonera, ecco il commento di Valentina Maio: “ Basta con questa storia di Piccolo, che è stato eretto a paladino della giustizia. Piccolo è andato allo Spezia perché il Pescara gli aveva offerto di meno. Se il Lanciano non avesse investito su Antonio Piccolo, a quest’ora non sarebbe dove si trova… Dovete avere fiducia in questa società. Non abbiamo fatto male a nessuno. Anche ai giornalisti chiedo rispetto. Ho letto di persone interessate al rilevare la nostra società. Allo stato attuale nessuno ci ha fatto una richiesta concreta. Colasante? Personalmente, nemmeno lo conosco. Ai calciatori avevamo chiesto una mano. Abbiamo detto che potrebbero arrivare 1/2 punti di penalizzazione, e che gli stipendi sarebbero stati pagati in maniera dilazionata, ma sicuramente entro il mese di giugno. A qualcuno la nostra proposta non è andata a genio, e a preferito fare le valigie. Sono scelte di vita.”

La chiosa riguarda il futuro. Ecco cosa dichiarano i fratelli Maio: “La priorità è la salute del club. Lotteremo fino alla fine per salvarci e sono convinto che ci salveremo. Noi faremo il nostro campionato e in campo manderemo 11 persone che lotteranno ogni giornata, senza regalare niente a nessuno.”

Queste le dichiarazioni dei fratelli Maio, nel momento più difficile della loro gestione. Riuscirà la famiglia, che dal 2008 detiene le redini del club abruzzese, a salvare anche quest’anno il club rossonero riportando il sorriso sul bellissimo volto di Valentina Maio? Ai posteri l’ardua sentenza…

CHRISTIAN BARISANI

Il Pungiglione Stabiese: I Satanelli? Serve un Del Sante!

DIRETTA

“Il Pungiglione Stabiese” programma webradio condotto da Mario Vollono andrà in onda eccezionalmente oggi 07 gennaio alle ore 20:15.

In studio ci saranno Gianluca Apicella (Magazine Pragma), e Salvatore Sorrentino (ViViCentro).

Parleremo del calciomercato della Juve Stabia che ha visto Del Sante la prima operazione conclusa dalle Vespe. Per l’occasione avremo come ospite telefonico il suo procuratore Andrea Cattoli che ci parlerà del suo assistito.

Parleremo della prossima gara, ultima del girone di andata, in cui le Vespe faranno visita al quotatissimo Foggia di Mister De Zerbi. Per conoscere meglio il prossimo avversario avremo in collegamento telefonico il collega Attilio Scarano di Calciofoggia.it.

Chiuderemo la puntata come di conseutudine parlando del settore giovanile della Juve Stabia collegandoci telefonicamente con Alberico Turi responsabile del settore giovanile.

Avvisiamo i radioascoltatori che è possibile intervenire in diretta telefonica chiamando il numero 081.048.73.45 oppure inviando un messaggio Whatsapp al 338.94.05.888.

Gli ascoltatori possono inoltre scrivere, nel corso del programma, sul profilo facebook “Pungiglione Stabiese” per lasciare i loro messaggi e le loro domande.

“Il pungiglione stabiese” è la vostra casa. Intervenite in tanti! 

Vi ringraziamo per l’affetto e la stima che ci avete mostrato nel precedente campionato e speriamo di offrirvi una trasmissione sempre più bella e ricca di notizie.

Perugia, bomba rudimentale davanti filiale di Banca Etruria Confezionata per esplodere

0

Dentro il pacco, alcune lattine con dei chiodi collegate a una batteria. Ad accorgersene è stato un cliente della banca che ha allertato i carabinieri: il plico è stato fatto brillare.

PERUGIA – È considerato dagli investigatori un ordigno rudimentale seppure a basso potenziale quello trovato stamani davanti all’ingresso della filiale di Banca Etruria a Ponte San Giovanni, alla periferia di Perugia. È stato disinnescato dagli artificieri dei carabinieri che stanno svolgendo accertamenti. Ad accorgersi del pacco è stato un cliente della banca. Il pacco era pronto ad esplodere.

Chiodi e pile per l’innesco

L’ordigno rudimentale era stato confezionato con una busta lasciata davanti all’ingresso dell’istituto di credito. Per precauzione gli artificieri l’hanno fatto esplodere. All’interno sono stati trovati dei chiodi arrugginiti dentro delle lattine, della polvere fertilizzante e delle pile per l’innesco. Materiali che – secondo i primi accertamenti – erano in grado di provocare una fiammata. La busta è stata lasciata probabilmente durante la notte. I carabinieri hanno subito avviato le indagini per risalire a chi l’abbia lasciata. Al vaglio degli investigatori anche le immagini di sorveglianza della zona.

La condanna del gesto

L’Associazione Vittime del Salva-Banca condanna l’episodio «Apprendiamo – si legge in una nota – dagli organi di stampa la notizia di un pacco bomba rudimentale davanti alla filiale di Banca Etruria a Ponte S. Giovanni (Pg). Qualora tale episodio fosse accertato, condanniamo con determinazione tale gesto e qualsiasi altra forma di protesta criminosa. La nostra protesta continuerà nella legalità e nel rispetto delle regole che ci ha sempre contraddistinto».

 

 

 

Mafia Capitale, prime condanne per i politici

0

Roma – Prime condanne per i politici nel quadro del procedimento Mafia Capitale a Roma. Il Gup Alessandra Boffi ha inflitto 2 anni 2 mesi a Daniele Ozzimo, ex assessore alla Casa della giunta Marino, in quota Pd, e 2 anni e 4 mesi di reclusione all’ex consigliere comunale di Centro democratico Massimo Caprari. I due rispondevano di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio al pari di Gerardo e Tommaso Addeo, gli ex collaboratori di Luca Odevaine (gia’ componente del Tavolo di Coordinamento Nazionale per i richiedenti asilo) ai quali il gup ha inflitto un anno e dieci mesi di carcere a testa, e di Paolo Solvi, condannato a due anni e due mesi nella veste di ex braccio destro dell’ex presidente del Municipio X (Ostia) Andrea Tassone. 
“Me lo aspettavo. Si sa come vanno a finire queste cose in questo Paese…”, ha commentato a caldo Ozzimo. “Siamo pronti a presentare appello”, ha annunciato l’ex esponente Pd.
Sempre oggi, altri 4 imputati hanno patteggiato la pena. Due anni e otto mesi per Francesco Ferrara, due anni e sei mesi per Domenico Cammisa, Salvatore Menolascina e Carmelo Parabita, oltre alla confisca di 400mila euro: sono queste le condanne che gli ex dirigenti della cooperativa ‘La Cascina’ hanno concordato, d’intesa con la Procura di Roma, davanti al gup Alessandra Boffi. Erano accusati di concorso in corruzione nei confronti di Luca Odevaine, il quale, come componente del ‘Tavolo di Coordinamento Nazionale sull’accoglienza per i richiedenti e i titolari di protezione internazionale’, avrebbe ricevuto dai quattro “la promessa di una retribuzione di 10mila euro mensili, aumentata a 20mila dopo l’aggiudicazione del bando di gara del 7 aprile del 2014 relativo all’appalto per la gestione del Cara di Mineo”, affinche’ si creassero le condizioni per assegnare i flussi di immigrati alle strutture gestite dal gruppo ‘La Cascina’, previo accordo con i dirigenti della stessa cooperativa del contenuto del bando. Secondo l’ipotesi accusatoria, Odevaine ricevette i soldi dal 2011 al 2014, in parte direttamente e in parte attraverso due suoi collaboratori, i quali, assieme a Gerardo e Tommaso Addeo (giudicati oggi in abbreviato) “curavano la predisposizione della documentazione fittizia finalizzata a giustificare l’ingresso delle somme nelle casse delle fondazioni e delle societa’ riferibili a Odevaine”.

Mertens: “Al primo posto non ci pensiamo ora, a Frosinone per vincere”

Dries Mertens ha rilasciato alcune dichiarazioni a Radio Gol su Kiss Kiss Napoli: “A Bergamo abbiamo fatto una buona gara, ieri abbiamo iniziato bene il 2016. Con tre punti contro il Torino. I granata giocano molto bene, siamo stati bravi perchè dopo la sosta non è mai facile vincere”.

In conclusione i saluti del belga: “Grazie a tutti i tifosi azzurri, buon anno e divertitevi!”.

Il gruppo è unito? “Sono arrivato qui tre anni fa insieme a tanti calciatori, dopo tanti anni insieme le cose vanno sempre meglio. I calciatori sono sempre insieme, è un fattore buono per il gruppo e i risultati si vedono”.

L’intesa con Higuain? “Non c’è solo con lui, siamo 25 calciatori in rosa e siamo tutti uniti. Anche la panchina è importante”.

Cosa dobbiamo aspettarci dal Napoli? “Dobbiamo proseguire così, poi vedremo. Dobbiamo valutare gara dopo gara, bisogna vincere a Frosinone. Poi vedremo”.

Feeling con le curve? “Si, dobbiamo portarla sempre. Non solo quando giochi bene, i tifosi sono importanti perchè se giochi e hai delle difficoltà i tifosi ti aiutano”.

Tu e tua moglie state bene in città? “Certamente, non era facile trasferirsi da giovane in un’altra città con la fidanzata. Qui c’è tanta gente che ti aiuta sempre, è bellissimo”.

Insigne avversario in occasione di Italia-Belgio all’Europeo? “Insigne, Jorginho, Valdifiori e Gabbiadini. Spero che quel giorno possano esserci tanti napoletani in campo”.

Quanto è cresciuto Mertens in questi anni? “Sono molto contento per il mio progetto a Napoli, quest’anno è importante e speriamo che alla fine possa dare di più anche io”.

Vuoi vincere l’Europeo? “E’ come l’Europa League, abbiamo vinto sei gare nel girone ma se perdiamo col Villarreal sarà come aver fatto nulla. Così anche col Belgio, dobbiamo mettere da parte il ranking. Siamo primi ma non abbiamo vinto nulla, vogliamo rimediare”.

Belgio ancora primo nel ranking Fifa? “Siamo contenti, è una cosa bella per un Paese piccolo”.

L’Europa League resta un obiettivo? “Sì, ma dobbiamo dimenticare le sei vittorie nel girone. Il Villarreal è una squadra forte, dobbiamo iniziare così come abbiamo finito”.

La grande stagione finora? “Sappiamo che non dobbiamo parlare troppo, ma continuare su questa strada”.

La trasferta di Frosinone? “Siamo tutti preparati, siamo pronti. Abbiamo vinto ieri in casa ma dobbiamo farlo anche a Frosinone”.

Il Napoli resta in contatto con la vetta: “Non pensiamo agli altri, ma solo a noi stessi. Come dice sempre Sarri”.

 

Foggia-Juve Stabia, parte la prevendita

0
S.S. Juve Stabia rende noto che sono disponibili, come da vigente normativa, ESCLUSIVAMENTE per i possessori della Tessera del Tifoso, i tagliandi di ingresso del Settore Ospiti dello Stadio “Pino Zaccheria” di Foggia per assistere all’incontro di calcio Foggia-Juve Stabia, in programma domenica 10 gennaio alle ore 15,00 e valevole per la 17a giornata del Girone C della Lega Pro Divisione Unica 2015/16.      
 

Il Foggia Calcio, nel rispetto delle direttive ministeriali, NON HA ADERITO al progetto “Porta un amico allo stadio”. Inoltre, la vendita dei tagliandi ai residenti della regione Campania è limitata ESCLUSIVAMENTE al Settore Ospiti dello Stadio “Pino Zaccheria”.
I biglietti sono in vendita al prezzo di € 15.00, più diritti di prevendita, fino alle ore 20,00 di venerdì 8 gennaio, presso le rivendite del circuito Booking Show. A Castellammare di Stabia punto vendita abilitato presso:  

 TICKETPOINT di Amoroso Giuseppina , Corso Alcide de Gasperi 32  

Parigi, uomo con finta cintura esplosiva entra in commissariato: ucciso. Urlava Allahu Akbar (VIDEO)

0

Un uomo è stato ucciso mentre cercava di entrare nel commissariato del quartiere della Goutte d’or (diciottessimo arrondissement) di Parigi. Secondo le prime ricostruzioni, indossava un ordigno simile a “una cintura esplosiva” ed era armato con un coltello: l’ipotesi degli inquirenti è che la cintura fosse falsa, ma alcuni testimoni hanno detto che “si vedevano dei fili sporgenti che uscivano dalla giacca”. Intorno alle 12 avrebbe cercato di entrare nella struttura e avrebbe gridato “Allah akbar” (“Allah è grande”). A confermare la dinamica è stato il portavoce del ministero dell’Interno. A un anno esatto dall’attentato al settimanale satirico Charlie Hebdo che ne ha decimato la redazione e quasi due mesi dopo la strage del 13 novembre scorso, Parigi torna a dover affrontare la minaccia concreta del terrorismo.

La polizia ha chiesto agli abitanti delle case vicine al commissariato di chiudere le finestre e di non affacciarsi ai balconi. Il portavoce del ministero dell’Interno, che da subito si era mostrato cauto limitandosi a dire che l’uomo indossava «un dispositivo che potrebbe essere una cintura esplosiva», ha spiegato che «secondo le prime informazioni che ci sono state riferite, l’uomo avrebbe agito da solo». Sull’accaduto, ha aggiunto, «bisogna essere estremamente prudenti, è presto per parlare di atto terroristico».

È presente sul posto anche il ministro dell’interno Bernard Cazeneuve.

VIDEO 1

VIDEO 2

 

Quando la tifosa Pampanini seguì la Roma a Castellammare

Era il 4 maggio 1952 quando la giovanissima e bellissima Silvana Pampanini la nota attrice romana scomparsa nel giorno dell’Epifania a novantanni, prese posto sulle scalee del vecchio campo San Marco per seguire la “sua” Roma impegnata a Castellammare contro lo Stabia.

Nell’allora campionato di B la Roma era in corso per la vittoria del torneo e quindi accedere alla massima serie mentre lo Stabia s’avviava ad un mesto ritorno in serie C.

Questo il ricordo del tifoso Luigi della “vecchia guardia”: “ricordo che io poco più che quindicenne seguivo già le sorti della squadra di Castellammare, andavamo sotto al campo e chiedevamo all’adulto di turno: capò pòzzo trasì cu voi? – in quella gara di fine campionato c’era la bellissima Pampanini e in tanti tra gli adolescenti s’intrufolavano sotto le scalee del San Marco che a quel tempo erano in legno per cercare di vedere le gambe della bella Silvana! Altro aneddoto legato a quella gara, continua ancora Luigi, fu quello legato al nostro portiere Renato Giudici che quando venne a sapere della presenza in tribuna della Pampanini chiese se a fine gara poteva incontrarla essendone un grande fan e gli fu risposto che se avesse avuto un buon rendimento sarebbe stato accontentato. Lo Stabia pur essendo ultimo riuscì a pareggiare contro la capolista e Giudici con i suoi prodigiosi interventi riuscì a mantenere la porta inviolata e vide esaudita la sua richiesta!”.

Castellammare di Stabia 4 maggio 1952 – Campo San Marco

Campionato di Serie B – STABIA – ROMA 0 – 0

Le formazioni:

STABIA: Giudici; Ciccone, Tiriticco, Mainiero, Vultaggio, Sforza, Lopez, Palma, Rosi, Di Costanzo, Malavasi.

ROMA: Albani, Tre Re, Cardarelli, Acconcia, Bortoletto, Venturi, Merlin, Galli, Bettini, Zecca, Sundqvist.

Arbitro: De Leo di Mestre.

Giovanni MATRONE

Il mappamondo inatteso della felicità: vince la Colombia, malissimo l’Italia

0

La ricerca del Gallup su speranza, ottimismo economico e felicità premia il Paese sudamericano. La penisola compare tra i dieci peggiori Stati per ogni voce: ultimi nella speranza che il 2016 sia migliore del 2015, terzultimi nelle aspettative economiche e decimi (peggiori) insieme alla Francia per felicità complessiva.

MILANO – Un mappamondo della felicità rovesciato rispetto a quello che ci si aspetterebbe in base al sentore comune: lo disegna il Gallup, istituto di ricerche di mercato, nel tradizionale rapporto su speranza e soddisfazione economica. Un lavoro che premia, per la voce della felicità, un terzetto inatteso: Colombia al primo posto, poi Fiji ed Arabia Saudita. In fondo alla classifica, Iraq, Tunisia e Grecia.

La ricerca è condotta intervistando (telefonicamente, online o direttamente) oltre 66mila persone in 68 Paesi, con un campione nazionale equamente diviso di un migliaio di uomini e altrettante donne. Il periodo di osservazione è tra il settembre e il dicembre 2015. Globalmente, il report dice che la felicità netta (il risultato tra coloro che si dichiarano felici meno quelli che sono infelici) è del 56%. Il dato è frutto di un 66% che si definisce felice (in calo dal 70% del 2014), un 23% a mezza via e il 10% che si dice infelice. Dal punto di vista economico, il 45% del mondo pensa che l’anno appena iniziato sarà migliore dello scorso e il 22% è pessimista.

L’Italia non figura affatto bene: la speranza generale di un 2016 migliore rispetto ai dodici mesi precedenti è da ultimo posto in graduatoria, con un saldo del -37% che indica chiaramente quanto i pessimisti superino gli ottimisti. A seguire, ci sono l’Iraq e la martoriata Grecia. In testa, Bangladesh, Cina e Nigeria. La nazione africana domina invece la classifica sulle prospettive economico, con un saldo positivo del 61%. Anche in questo caso, il Belpaese sfigura: siamo terzultimi (-47%), gli unici che la vedono peggio di noi sono greci e austriaci. Così, nell’indice complessivo della felicità ci ritroviamo nella colonnina rossa degli ultimi dieci, a pari merito con i francesi, con un saldo di ottimismo limitato al 33% (contro, ricordiamo, una media di felicità netta del 56% e una punta dell’85% in Colombia).

Il cronista registra, pur con qualche dubbio. Il periodo di osservazione, ad esempio, è stato denso di eventi. Solo economicamente, si pensi al rallentamento della ripresa, alle mosse delle Banche centrali o al nuovo spauracchio cinese. Ancora, stride la rilevazione con il fatto che gli indici sulla fiducia economica censiti dagli Istituti nazionali ed europei sono da tempo a livelli massimi. Per non parlare di quanto accaduto sul fronte internazionale e della sicurezza, a cominciare dagli attentati di Parigi. In ogni caso, per la Colombia cominci la festa.

Hamsik: “Meglio i tre punti che le 300 partite in A!”

Marek Hamsik ha festeggiato la sua 300esima partita in Serie A, la 299esima con la maglia del Napoli, con un bel gol al Torino e commenta così sul proprio sito: “Sapevamo che iniziare bene il 2016 sarebbe stato molto importante, e siamo felici di aver vinto. E’ stato un duello molto duro, non abbiamo giocato il nostro miglior calcio ma siamo riusciti a guadagnare i tre punti. Sono felice di aver giocato ben 300 partite, ma lo sapete che per me è molto importante  aver preso i tre punti. In questo momento siamo terzi ad un punto dall’Inter in testa: andremo avanti partita dopo partita, soltanto alla fine vedremo dove siamo arrivati”.

Paolini di Ascoli Piceno arbitra Foggia-Juve Stabia

Per l’ultima giornata d’andata del campionato di Lega Pro girone C che si disputerà domenica 10 alle ore 15 al “Pino Zaccheria” di Foggia è stato designato Edoardo PAOLINI della sezione di Ascoli Piceno a dirigere la gara tra Foggia e Juve Stabia.

Paolini, nato a Ravenna il 21 gennaio 1986 è al suo quinto campionato in Lega Pro, nelle stagioni passate ha diretto in due occasioni la Juve Stabia primavera; 10 marzo 2012 a Formello le vespette impattarono uno ad uno contro la Lazio e il 24 novembre 2012 con lo stesso risultato finì la gara in casa contro il Bari.

Nello scorso campionato, il 25 ottobre 2014 alla decima giornata d’andata le vespe espugnarono il “San Vito” di Cosenza con una rete nel primo tempo di Francesco BOMBAGI.

L’assistente numero uno sarà : Francesco ROSSINI della sezione di Padova mentre il numero due Stefano VIOLA della sezione di Bari.

Giovanni MATRONE

Cairo si arrende, sì per Maksimovic

Sembra essere arrivato il momento del sì. Il Torino, ieri avversaria al San Paolo, ha finalmente dato l’ok alla cessione di Nikola Maksimovic al Napoli. Non c’è ancora l’accordo, ma il presidente granata Cairo ha detto sì al trasferimento del serbo in azzurro a titolo definitivo. Ieri lunga riunione tra i presidenti prima e durante la partita. De Laurentiis è entrato in tribuna soltanto ad inizio secondo tempo, mentre nel dopopartita è apparso molto sereno, non solo per la vittoria ma anche per la riuscita (almeno parziale) dell’operazione. 18 milioni di euro (in realtà sono 15 più bonus) per il passaggio a gennaio a Napoli. C’è il sì del giocatore, che non spinge per lasciare Torino ma che non vede l’ora di questa nuova opportunità. Ma ancora non è il momento della stretta di mano.

Il Torino ha ceduto alle pressioni del Napoli, ma ha chiesto tempo. Sì, tempo per trovare un sostituto di Maksimovic. Ventura ha bisogno di un altro difensore per sostituirlo. Giocando con la difesa a tre ha bisogno di un reparto folto, e quindi serve subito un altro giocatore. Al Napoli non è piaciuto sentire questa notizia, perché a Giuntoli non risultano trattative da parte del Torino per prendere un difensore. Non ci sono i presupposti per uno scambio.

Il Napoli cederà Henrique, è vero, ma in Brasile, e probabilmente il difensore ex Palmeiras non interessa ai granata. Chi allora? De Laurentiis non può far altro che sollecitare e aspettare. Perché, inutile girarci intorno, questo stallo può anche diventare una scusa per non mollare Maksimovic. Per questo motivo comincerà da oggi un altro pressing per sbloccare la trattativa al più presto, magari facendo leva sul giocatore, che ha giocato con la Primavera e sta dando segnali di recupero dopo il lungo infortunio. Il Torino ha promesso di fare prima possibile, ma al momento non ha chiuso con nessuno.

Il Roma