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l’innocenza perduta dei 5 stelle. FRANCESCO MERLO*

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Si sporca in società il Movimento 5 stelle, entra definitivamente nella Storia d’Italia, che è storia di briganti politici e di politici briganti, con un ballo delle debuttanti dove c’è, nientemeno, il grillino camorrista, Giovanni De Robbio, il più votato in città, uguale uguale a Nick Cosentino, o’mericano. E balla anche il grillino garantista (peloso) Roberto Fico, parlando, pensate!, come un Cicchitto imbarazzato: “Aspetteremo la fine dell’inchiesta”. Balla la grillina sindaca contigua, Rosa Capuozzo, che era sì ricattata, ma “a sua insaputa” come Scajola al Colosseo. E Beppe Grillo balla come Martelli, quando fu eletto in Sicilia, e conta i voti che non contano: “Sono voti camorristi, ma non determinanti”. A questa sceneggiata alla Zalone manca solo il luogo, il “quo vado?”.

Ebbene il “quo vado” è Quarto, che somiglia alla Palermo di Ciancimino, un cancro edilizio inarrestabile, da 10 mila a 40 mila abitanti negli ultimi anni, due volte commissariata per mafia, un feudo del clan Polverino, al quale era affiliato anche il boss di riferimento del grillino De Robbio, il malacarne Alfonso Cesarano, che gestisce pure i prezzi e le tangenti di quel triste affare sporco che si chiama il caro estinto, la malavita organizzata nella versione della malavita eterna. Sceneggiò infatti anche il famoso funerale Casamonica.

Insomma questa Quarto non è la scogliera di Garibaldi, ma una specie di Corleone tra Napoli e Caserta, dove tutti conoscono il male di tutti (asinus asinum fricat) , tranne la sindaca grillina, che non fricat perché è “a sua insaputa”. Quarto è uno di quei terribili Comuni dove il vecchio Pci, come ha raccontato Isaia Sales sul Mattino di ieri, mandava solo i campioni di ferro e di purga, il senatore Eugenio Donise, il partigiano Mario Palermo, la testa d’uovo Pietro Valenza, e nei capoluoghi Giorgio Napolitano a Caserta, Bassolino ad Avellino, Chiaromonte a Napoli.

Con una classe dirigente più vessata ma meno controllata di quella comunista, il Movimento 5 stelle, grazie anche alla partecipazione straordinaria in campagna elettorale di Fico e Di Maio, vinse le elezioni con il 70,7 per cento dei voti e con lo slogan “liberiamo Quarto dalla camorra” appoggiato, ovviamente, dalla camorra. Lo provano le intercettazioni appunto di Cesarano che promette di portare a votare per la candidata sindaca “chiunque, anche le vecchie di 80 anni. Si devono portare là sopra, e devono mettere la X sul Movimento 5 Stelle”. Ma la novità qui non è la camorra-anticamorra che fu inaugurata dal mafioso Totò Cuffaro nel lontano 2005 con lo slogan “la mafia fa schifo”. La novità è il grillino camorrista, che Grillo rivendica di avere cacciato un po’ prima che l’inchiesta della magistratura diventasse stringente, ma che a Quarto, ovviamente, tutti conoscevano già, e proprio per questo aveva preso 972 preferenze: il più votato. Il consenso infatti è controllo del territorio e ai grillini non è stata messa a disposizione solo la camorra ma anche le parrocchie perché si sa che le preghiere, i ceri, i te deum e le devozioni sono lautamente finanziate dai peccatori sanguinari e dagli estortori che hanno fatto della Chiesa meridionale il loro covo, la banca dei loro sentimenti.

E anche qui non stupisce che i vecchi codici mafiosi siano tornati ad affermarsi sotto nuove vesti, ma amaramente diverte l’impaccio di Grillo e Fico, che pure hanno usato il web, il post e la rete, per epurare i dissidenti, premiare la delazione e eccitarsi nelle accuse agli avversari che sono tutti ladri, tutti maiali, tutti venduti, tutti mafiosi, tutti camorristi, tutti complici… E ora stanno invece difendendo, come farebbe l’Ncd di Alfano, la loro sindaca Rosa Capuozzo che non sapeva, non aveva capito, non si era accorta. Eppure era stata minacciata, addirittura con un dossier, dal suo compagno grillino camorrista che pretendeva il solito appalto di comodo. Ma Rosa Capuozzo non lo denunziò. Anzi, interrogata dal pm, prima negò e dopo, dinanzi all’evidenza, ammise solo un alterco ma non il tentativo di estorsione.

E mentre arriva il superpoliziotto Raffaele Cantone perché quel Comune grillino i mafiosi li ha pure aiutati davvero, chi conosce il Sud, che da sempre si definisce in rapporto al crimine, può capire facilmente lo spavento di Rosa Capuozzo che ha pianto in aula e anziché dimettersi si è rifugiata nel politichese e ha annunziato il rimpasto: “Dobbiamo creare un fronte unito contro la malavita organizzata che vuole infiltrare le istituzioni”. Il coraggio se l’è dato solo adesso: tiene famiglia anche se è grillina. Anche lei aveva quella voglia di vivere in pace che, prima che di Don Abbondio, è un impossibile pensiero meridiano tipicamente mediterraneo che si perde nella notte dei tempi, come spiegava il grande Braudel. Altre intercettazioni sono in arrivo. Altri consiglieri sono sospetti. Il Comune antimafia potrebbe essere sciolto per mafia.

A noi rimane l’amaro compito di registrare il debutto di quest’altra purezza politica nell’impurità della storia, perché come scriveva Turati già nel 1882: “È nel delitto, è in questa sciagurata materia che l’Italia ha un Primato che non è quello del Gioberti”. Ognuno ha avuto il suo ballo delle debuttanti. Senza correre troppo indietro, per il Pci il debutto avvenne con Greganti e i miglioristi di Milano, per i socialisti il ballo si aprì al Pio Trivulzio di Mario Chiesa, per la Lega di Bossi ballò il cerchio magico e fu crapula di famiglia: soldi pubblici finiti in comodato, diamanti, appartamenti, finte lauree… Ovviamente più pura è la purezza sbandierata e più sgargiante è la piccola macchia che sporca la bandiera.

Dispiace che la neoimpurità grillina diventi ora l’alibi degli impresentabili e dei peggiori, ecciti le vendette eccessive e un po’ sguaiate del Pd, legittimi tutti i mammasantissima del voto, come Vincenzo De Luca. I grillini non sono certo diventati delinquenti, anche se perdono qui la loro famosa alterità rispetto al sistema. Entra infatti a Quarto nel gioco italiano di guardie e ladri quella classe dirigente reclutata da Grillo e Casaleggio con i metodi bizzarri e sempliciotti che abbiamo imparato a conoscere: i video di autopromozione, il cartellino penale, mail, post, graticole, finte votazioni, un mondo virtuale inconoscibile e incontrollabile. Ci è parso che ogni tanto vi si fosse infilato – senza offesa – pure qualche minchione. Ora sappiamo che ci sono anche i diavoli. Torna a risuonare a Quarto l’eterno dilemma dell’Italia politica: meglio i diavoli o i minchioni?

*larepubblica

L’effetto Colonia condiziona Palazzo Chigi FEDERICO GEREMICCA*

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Un singolare destino, quasi un filo invisibile, sembra ciclicamente legare le sorti di Angela Merkel e di Matteo Renzi. Dichiaratamente duellanti sul proscenio europeo, tra le mura di casa vivono ormai da settimane acutissime e crescenti difficoltà dettate dall’identica emergenza: quella determinata da flussi migratori incessanti e ormai incontrollabili. 

Le difficoltà, certo, non sono nuove: ma nelle ultime 48 ore i fatti di Colonia, da una parte, e l’idea di depenalizzare il reato di immigrazione clandestina, dall’altra, le stanno amplificando a dismisura. 

Angela Merkel paga oggi la decisione (giacobina?) assunta quest’estate di accogliere in Germania tutti i profughi provenienti dalla Siria: e sta diventando, agli occhi dell’opinione pubblica, la responsabile numero uno del clima di paura e insicurezza che si sta diffondendo nel Paese. Matteo Renzi, d’altro canto – nonostante i sondaggi segnalino da tempo un malessere assai diffuso nel Paese – non deflette dalla linea che si è dato sin da subito in materia di immigrazione: se salvare vite umane in mare vorrà dire perdere qualche voto, ebbene sono pronto a perderli. Si tratta di una linea dichiaratamente apprezzata dall’Europa e dalle gerarchie vaticane: ma con i tempi che corrono, aggiungerci la depenalizzazione dell’immigrazione clandestina rappresenterebbe una sfida (una scommessa) dagli esiti incertissimi. 

E così, il provvedimento per ora resta congelato, perché le reazioni che ha determinato (nell’opinione pubblica, nel Parlamento e nella stessa maggioranza di governo) hanno convinto il presidente del Consiglio a prender tempo per meglio valutare le mosse da fare. A consigliare prudenza non è il merito del decreto legislativo immaginato – da tempo, anzi, caldeggiato da più parti – quanto l’«opportunità politica» di procedere al suo varo in un momento in cui i fatti di Colonia e lo stillicidio di attentati piccoli e grandi stanno ulteriormente amplificando una già diffusa sensazione di paura e insicurezza.  

A Matteo Renzi non sarebbe dispiaciuto andare controcorrente anche in questa occasione, così da rimettere alla prova – come per il Jobs Act e la riforma costituzionale, per citare solo due casi – la sua leadership sia nella «cittadella politica» che presso l’opinione pubblica. Non solo: non gli sarebbe dispiaciuto (e non gli dispiacerebbe…) varare tutti assieme – e a inizio anno – provvedimenti come la legge sulle unioni civili, quella sul diritto di cittadinanza e appunto il decreto in materia di immigrazione, capaci di ridare un profilo più definito – e più «di sinistra» – al suo Pd. Molti, però – anche dall’interno dello stesso Partito democratico – gli hanno consigliato un colpo di freno, almeno sul reato di clandestinità: invocando, appunto, motivi di «opportunità politica». 

E’ possibile che fermarsi a riflettere sia la scelta migliore; è certo, però, che un buon provvedimento non vedrà per il momento la luce – e non è la prima volta che accade – per l’impossibilità di spiegarne il senso e l’utilità. Una impossibilità – sia chiaro – determinata dal clima che si respira nel Paese dopo mesi (ma sarebbe più onesto dire anni) di uso demagogico, incivile e propagandistico di tutta la tragedia-immigrazione.  

Infatti, a meno che non si voglia considerare un successo l’arrivo in Italia nel 2015 di «solo» 170 mila migranti, l’aver introdotto il reato di clandestinità non ha sortito alcun effetto. Anzi: secondo magistrati e operatori di prima linea, quella scelta ha complicato e ostacolato la guerra a «trafficanti» e scafisti, oltre ad intasare i già sommersi tribunali italiani. Per altro, non è che la legge in vigore preveda – come qualcuno strumentalmente fa intendere – l’arresto per chi venga sorpreso sul nostro territorio privo di permesso di soggiorno (solo multe salate che nessun migrante, naturalmente, è in grado di pagare). In più, trasformando automaticamente tutti gli immigrati in imputati, ha reso più difficile la loro collaborazione (potendo, per legge, avvalersi della facoltà di non rispondere alle domande degli inquirenti). 

Intervenire, dunque, sarebbe giusto: ma oggi non si può. E’ questa l’aria che tira. Non è un gran segnale per la nostra democrazia, ma bisogna prenderne atto. E magari ricordarsene quando si ripete che immigrazione e minacce terroristiche non devono cambiare le nostre abitudini e il nostro stile di vita. E’ giusto: come sarebbe anche giusto, però, tutelare il diritto-dovere di uno Stato sovrano di legiferare come e quando ritiene opportuno… 

*lastampa

Uomini di polso. MASSIMO GRAMELLINI*

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La storia di discriminazione rivelata da Carlo Tecce sul «Fatto» di ieri mette seriamente a repentaglio le nostre relazioni con l’illuminata monarchia saudita, tanto più che i protagonisti italiani sono alti funzionari ministeriali e megadirigenti di aziende pubbliche e private. Persone di indubbia autorevolezza e di ancora meno dubbia cultura, che sanno dire «è mio» in tutte le lingue del mondo.

I fatti. Era la notte dell’8 novembre e i nostri bighellonavano nel palazzo reale di Ryad al seguito di Renzi in missione per conto di Io, quando i dignitari sauditi hanno offerto a ciascun ospite un pacchetto infiocchettato. I lupetti alfa dell’economia italica lo hanno scartato con la ritrosia golosa di un bimbo alle prese con la slitta di Babbo Natale, salvo scoprire che qualcuno aveva ricevuto un micragnoso cronografo da poche migliaia di euro, mentre altri – non si sa in base a quali meriti – si ritrovavano gratificati di un Rolex del valore di un monolocale in centro. I cronografati vivevano la disparità di trattamento come un insulto al loro prestigio. I muri del palazzo rimbombavano delle urla di questi nullatenenti da un milione l’anno di stipendio che si contendevano gli orologissimi polso a polso. Per rimediare, sia pure tardivamente, al sopruso commesso, i sauditi hanno rovesciato sui rivoltosi una pioggia di Rolex di tutte le taglie che in un soprassalto di dignità nazionale gli uomini della scorta di Renzi si sono premurati di requisire. Pare che adesso giacciano in un forziere segreto di Palazzo Chigi, pronti a essere riconvertiti in reddito di cittadinanza per manager disoccupati.

Anne Sexton, grande astro della poesia americana – la Vita, un delirio da bere a piccoli sorsi

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Anne Sexton

(di Virginia Murru)

Nonostante sia trascorso quasi mezzo secolo dalla sua scomparsa, Anne Sexton è un punto fermo della letteratura in tutto il mondo, ha avuto un ruolo importantissimo nell’Arte di scrivere in versi, e ci ha lasciato un patrimonio di scritti che rappresentano una sorta di ‘transfert’ dell’animo inquieto della poetessa americana. E’ conosciuta come Anne Sexton, ma il suo vero nome era Anne Gray Harvey, era nata a Newton, nel Massachiusetts, in una famiglia dell’alta borghesia, che la viziò con tutti gli agi possibili, ma non seppe offrirle forse le attenzioni e l’affetto di cui aveva bisogno.

Se, come sostengono gli psicoanalisti, l’infanzia e l’adolescenza costituiscono le fondamenta della personalità di un soggetto, e decidono anche il suo futuro equilibrio, certamente ad Anne Sexton qualcosa d’importante  deve essere mancato in quegli anni. Nonostante, dopo la sua scomparsa, tanti dettagli della tormentata esistenza siano poi confluiti nelle pagine della biografia, gli anni della sua formazione in famiglia restano nell’ombra, e forse lei stessa stese un velo di silenzio sulle esperienze vissute in quel periodo.

Secondo i biografi, in particolare Diane Middlebrook, quella che forse di più si è avvicinata alle profonde fratture della sua vita, alle vicissitudini e all’instabilità di Anne, non vi era intesa con i genitori, era piuttosto un rapporto conflittuale, ma basato sulle convenzioni del ceto sociale al quale apparteneva.

La Sexton non aveva dimostrato grande attrazione o inclinazione agli studi nel corso della sua formazione scolastica, aveva frequentato regolarmente l’iter previsto, fino all’iscrizione ad una scuola professionale, non certo stimolante per l’animo istintivo ed esuberante che aveva. Non concluse infatti gli studi, perché nel ’47, a soli 19 anni, sposò Alfred Muller Sexton. Un’unione irresponsabile, un modo come un altro per tentare di aprire una porta nuova nella sua esistenza, e soprattutto per raggiungere quell’indipendenza di cui il suo carattere autonomo aveva bisogno. E fu uno dei tanti errori che non si risparmiò.

Il marito era impegnato con l’esercito all’epoca, trovandosi spesso sola, decise di misurarsi in qualcosa che la scuotesse dalla staticità che non si conformava alla sua indole, così, intraprendente qual era, si dedicò ad un periodo di esperienze nuove,  ad una segreta passione, il lavoro di modella. La bellezza del resto non le mancava. Ma si trattò di una semplice parentesi. Poco dopo la sua mente fragile, nonostante l’apparenza impetuosa ed energica, le prospettò la prima sfida con il male divorante che sarebbe diventato l’ombra insidiosa del suo equilibrio e della sua esistenza: la tendenza agli stati depressivi, quel senso di non essere che le velava gli occhi e allontanava sogni e progetti dal suo avvenire.

L’instabilità emotiva, le oscillazioni dell’umore, erano la sintomatologia di questo male oscuro, emerso in seguito ad una depressione post partum, dopo la nascita del primo figlio. Inutile ribellarsi, minacciare di accartocciare il mondo, impartire ordini al soqquadro della  mente, inutile: avrebbe dovuto, suo malgrado, convivere tutta la vita con i pensieri e uno stato emozionale che deragliavano continuamente, nonostante la terapia farmacologica, nonostante l’assistenza di un terapeuta. Anne era intelligentissima, e affrontava il mostro osservandolo negli occhi, sfidandolo, anche, con la sua tendenza alla trasgressione; prendeva a morsi la vita ovunque vi fosse un vicolo aperto, una porta socchiusa.. E non le importava gran che di peggiorare il suo equilibrio ricorrendo all’alcool, se questo si rivelava un mezzo sia pure illusorio e fittizio, che sapeva portarla verso un oltre, purché non fosse la dura realtà del quotidiano.

Non aveva neppure preclusioni o argini di carattere morale, quando si trattava di concedersi qualche occasione con un partner al di fuori della sua relazione coniugale. Queste esperienze, poi fluivano dietro le correnti di quel fiume in piena che era il suo estro poetico.  Le congestioni del  vissuto destabilizzavano le giornate, e lei osservava quella dissolvenza negli angoli liberi della coscienza, non aveva nemmeno pietà di un profilo psicologico che rischiava di deturpare la sua identità, quella che gli altri potevano ‘intuire’,  oltre la compiacenza di una maschera quasi ineccepibile.  L’anomalo metabolismo mentale lo riversava nei suoi i versi, come fosse una catarsi che le consentiva di liberarsi della parte più sovversiva del  sé, o almeno, quella era la sensazione del momento. Ma erano solo fughe.

Lottò, Anne, lottò strenuamente e implacabilmente contro questa ombra subdola, che per lei era simile ad una dannazione, ma sembrava che stesse lottando contro un destino ineluttabile, che aveva già deciso per lei. Frequentò dei laboratori di poesia, e vi si dedicò con tutta la passione di cui era capace, ossia con grande slancio. Le parve in quel periodo di avere trovato la strada, quella che invano aveva sempre cercato. Ecco, la poesia era la seconda anima, e aveva le misure del suo pensiero inquieto, a tratti irrazionale. Teneva i corsi del laboratorio, Robert Lowell, che lei stimava molto. Qui, per una strana e inspiegabile circostanza della sorte, incontrò un’altra poetessa, Sylvia Plath, anche lei di Boston, innamorata pazza della poesia, come Anne. Più tardi, anticipandola di una decina d’anni, si sarebbe suicidata, e dopo la sua morte le sarebbe stato assegnato il tanto agognato ‘Premio Pulitzer’, esattamente come Anne, solo che lei almeno ebbe la fortuna di riceverlo quando ancora era in vita.. Sconcertante l’incontro di due destini così simili tra loro, ci fu anche una bella amicizia, fatta di confronti sulla produzione poetica, sulle sottigliezze del loro stile a livello espressivo. Poi le loro strade si divisero, chiamate dalla stessa voce, in direzioni diverse.

I loro caratteri non erano tuttavia simili; Anne era spregiudicata e irruente, disinibita, non c’erano paure che si frapponessero tra il suo desiderio d’essere e apparire, mentre Sylvia, soprattutto dopo l’incontro con l’uomo della sua vita, era più portata per la tranquillità degli affetti, pur amando allo stesso modo la Poesia e la narrativa. Entrambe aderirono allo stesso stile (non propriamente d’avanguardia), ‘lo stile confessionale’, ossia prettamente autobiografico.

Anne, nella sua poetica, aveva percorso sentieri fino ad allora interdetti alla società americana degli anni cinquanta, nei suoi versi troviamo temi come il divorzio, l’aborto, o puramente femminili, argomenti che avevano ancora aloni di un’eresia che rimandava ad epoche puritane nei luoghi in cui la poetessa era nata.

Scrisse tanto, le opere più rappresentative restano “To Bedlam and Part way back” – raccolta di testi pubblicati nel 1960 – “All my pretty ones” – del ’62 e “Live or die” del 1966, silloge che le valse l’assegnazione del Premio Pulitzer. Ma Anne era già notissima prima che le fosse assegnato questo importante riconoscimento, famosa anche in Europa. I suoi versi erano disarmanti, veri e acuti, precisi tecnicamente come frecce scagliate in un bersaglio, bellissimi. E ottenne molti altri prestigiosi riconoscimenti, che neppure ricordava se qualcuno gliene chiedeva conto..

Aveva tutto, aveva bruciato ancora giovane ogni traguardo, era ammirata e coccolata, ma il successo non divenne mai una droga nella quale affogare quel male sottile che l’assediava giorno e notte, avvelenando ogni conquista, ogni sorso d’aria pura. Si fidava più dei sedativi e degli psicofarmaci che della gente che aveva intorno, i farmaci erano i veri medium tra l’essere e il non essere, i soli veri amici del suo tempo.

Spalancare gli occhi come finestre in un cielo libero non serviva, sentiva d’avere tenaci catene ai piedi, nonostante tutto, che la condizionavano, le creavano impedimenti di ogni genere: la sua mente, il motore del suo sussistere, era schiava di qualcosa che non aveva né volto né anima, era una maschera oscura che divorava il suo tempo senza scampo. Non si arrese, continuò a scrivere, e nel ’69 pubblicò “Love poems” , altro riconosciuto ‘masterpiece’. Una carriera ormai solida, le sue opere erano credenziali che non avevano necessità di referenze, cosa mai poteva desiderare di più? Quello che non aveva, che non aveva mai avuto: la serenità e la pace interiore. Un miraggio. Nelle ultime opere, nei testi contenuti in esse e perfino nei titoli, era possibile già intuire la deriva e quel buco nero che l’attraeva inesorabilmente, e furono “The book of Folly” e “The Death Notebooks”, piuttosto eloquenti, un drammatico presentire, il suo..

Era iniziato ormai da anni il periodo più turbolento e instabile della sua esistenza, un conto alla rovescia inesorabile. Affetti e amici ne furono molto provati, era difficilissimo starle vicino, per via dei suoi sbalzi d’umore, e le reazioni spesso esacerbate dall’uso di farmaci e alcool. E tante furono le degenze in cliniche specializzate, diversi anche i tentativi di suicidio.

Nel 1974 arriva al capolinea della sua esistenza tormentata, dove l’angoscia in fin dei conti era stato l’elemento caratterizzante, un fumo nero che l’aveva circondata e  ostacolata,  insidiata e  irrisa.

A ottobre, dentro il garage della sua abitazione, dopo una giornata in apparenza normale, non peggiore di tante altre, lei aveva  già deciso che sarebbe stato l’ultimo ponte verso la vita. Accese la sua auto e si lasciò travolgere dal monossido di carbonio. Una scelta tragica, cosciente, le cui redini però erano in mano del tiranno che la governava: la sottile follia, unica e sola padrona di quel drammatico vissuto.

Postume furono pubblicate altre raccolte, tra le quali “Words for doctor Y” – “ Mercy Street”-

La letteratura ha perso quel giorno un Astro, che aveva brillato come pochi nell’Universo dell’Arte.

L’avversario, pres.Frosinone: “Il Napoli fa venire mal di testa…”

Ai microfoni di Radio Punto Zero, il presidente del Frosinone, Maurizio Stirpe, ha presentato il match di domenica tra il suoi ragazzi e il Napoli: “Non ho ancora affrontato gli azzurri, ma ho guardato il primo tempo contro il Torino: ho cambiato canale dopo quindici minuti perché mi faceva male la testa. Il Napoli andrà affrontato con le dovute cautele, non possiamo pensare di giocare provando a ribattere colpo su colpo. Sicuramente non snatureremo le nostre caratteristiche perché rischiamo di fare un pasticcio. Lo stadio è già esaurito, i biglietti destinati ai tifosi azzurri sono finiti in 36 ore. Escluso Higuain, Insigne mi sta colpendo molto. Domenica ha fatto un grandissimo gol. Mercato? Sento spesso De Laurentiis ma sarà difficile fare affari col Napoli per i parametri economici differenti. Con il presidente azzurro ho un ottimo rapporto”.

Felicità Reina, De Magistris rivela: “Vogliamo conferire la cittadinanza onoraria a Pepe”

Sempre più Reina. Ai microfoni di radio Kiss Kiss, infatti, il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, elogia il portierone azzurro e rivela: “Il comune sta pensando di conferire la cittadinanza onoraria a Pepe Reina.” Un rapporto che si stringe e diventa sempre più solido, dunque: giorno dopo giorno, partita dopo partita, parata dopo parata. 

Risolto il contratto con il calciatore Nicola Modesti

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S.S. Juve Stabia rende noto che è stato risolto consensualmente il contratto, in scadenza il 30 giugno 2016, con l’estremo difensore, classe ’90, Nicola Modesti. Al portiere va l’augurio di un futuro ricco di soddisfazioni personali e professionali.

Nome nuovo in difesa: il Napoli punta Barba

Il Napoli fa spese in casa Empoli. Secondo quanto riporta Tuttomercatoweb, infatti, gli azzurri sarebbero vicini all’acquisto del giovane Federico Barba, difensore classe 93, che tanto ha fatto bene in questi mesi in toscana. Il ragazzo piacerebbe tantissimo a mister Sarri che ricontrerebbe proprio al Napoli. 

Napoli, Strinic: “Sarri mi fa sentire importante, qui sto bene”

Ai microfoni di alcuni colleghi croati di SlobodnadalmacijcIvan Strinic, difensore del Napoli, ha parlato anche degli azzurri e del suo rapporto con mister Sarri: “Resto dell’idea che il mio trasferimento al Napoli sia stata la mossa migliore per la mia carriera. Anche perchè in Ucraina c’è questa guerra che dura da molto e non ho pensato solo al calcio. A Napoli ho una vita tranquilla, un livello migliore ed è importante per la mia famiglia. Trasferimento alla Samp? Solo speculazioni, il Napoli ha bisogno di due squadre ed il mio compito è aumentare la loro qualità. Quando sono arrivato ero infortunato, tuttavia Benitez mi ha rassicurato e devo dire che questo è accaduto anche col nuovo allenatore. In allenamento Sarri mi fa sentire importante. Ora arriva una serie di partite importanti in pochi giorni, dovrei giocare, molto probabilmente in Europa League contro il Villarreal. Abbiamo una squadra forte, il miglior giocatore è Higuain, una macchina da gol con una grande fame di gol.” 

Permesso premio per le feste a Giovanni Brusca

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Palermo – L’ex boss Giovanni Brusca ha trascorso le festivita’ di fine anno in permesso premio, fuori dal carcere romano di Rebibbia, per farvi rientro oggi allo scopo di partecipare in videoconferenza all’udienza del processo sulla trattativa Stato-mafia, in cui e’ imputato, ma anche testimone e principale caposaldo dell’accusa. Il collaboratore di giustizia, reo confesso di centinaia di omicidi, tra cui quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, avvenuto venti anni fa, aveva goduto di permessi regolari fino al settembre 2010, ma un’inchiesta della Procura di Palermo aveva portato alla sospensione del “trattamento premiale” in suo favore. Secondo quanto scoperto dai carabinieri, infatti, l’ex capo del mandamento di San Giuseppe Jato (Palermo), gia’ fedelissimo di Toto’ Riina, avrebbe approfittato dei periodi trascorsi fuori dal carcere per curare affari personali, per gestire alcuni beni attraverso una rete di prestanome e per cercare di farsi restituire un appartamento di sua proprieta’, ma la cui titolarita’ formale era di terze persone. Il processo scaturito da questa vicenda si e’ pero’ concluso con l’assoluzione – oggi definitiva – di Brusca dall’accusa, derubricata da estorsione in tentativo di violenza privata. La fittizia intestazione di beni era stata invece dichiarata prescritta in fase di indagini per tutti gli indagati e ancora prima erano stati restituiti al capomafia i circa 200 mila euro che gli erano stati sequestrati e la cui provenienza era risultata lecita.

Da qui la nuova concessione di permessi premio, prima goduti regolarmente dal pentito, con una media di cinque giorni al mese trascorsi fuori dal carcere. Per le festivita’ di fine anno, come di consueto, Brusca ha goduto del permesso in formale stato di liberta’, ma sotto la scorta del Gom, il Gruppo operativo mobile della polizia penitenziaria: e’ stato cioe’ comunque sorvegliato. Tutto questo avviene a pochi giorni dal ventesimo anniversario dell’orribile omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo, tenuto prigioniero per 26 mesi, allo scopo di indurre il padre, il pentito Santino Di Matteo, a ritrattare e poi fatto strangolare dal capomafia l’11 gennaio del 1996, in coincidenza con la sentenza che condanno’ lo stesso Brusca al suo primo ergastolo, per l’omicidio dell’esattore mafioso Ignazio Salvo. Secondo una notizia che si era sparsa in un primo momento ieri sera, il pentito avrebbe ottenuto la detenzione domiciliare, dopo essere rimasto in cella dal 20 maggio 1996, ma in realta’, secondo quanto si e’ appreso da fonti dell’amministrazione penitenziaria, si tratterebbe solo di uno dei permessi temporanei, gia’ concessi a Brusca sin dal 2004. Anche dodici anni fa, comunque, la notizia aveva scatenato polemiche pesantissime. Brusca, dopo quasi 20 anni di carcere, ha da tempo i requisiti per essere ammesso alla detenzione fuori dal carcere, come il fratello Enzo Salvatore, che la ha avuta gia’ nel 2003, e in ogni caso, poiche’ e’ stato condannato a una pena complessiva di 30 anni, potra’ ottenere la liberazione definitiva al piu’ entro il 2020. 

ROMA DA PSICOANALISI, MILAN IN CRISI: QUANDO UNA SFIDA HA TANTO DA RACCONTARE

Allenatore nuovo, difensore nuovo, terzino nuovo, ds nuovo, dg nuovo, stadio nuovo, preparatore atletico nuovo, presidente nuovo … i tifosi della Roma vorrebbero cambiare tutto. Qui, però, l’acquisto più urgente da fare sembra essere quello di uno psicoanalista. E che sia pure uno bravo, perché la squadra di Garcia ha evidenti limiti psicologici prima ancora che di equilibrio tattico sul campo. “Perché subiamo tutti questi gol? E’ un problema complicato da risolvere, una volta si tratta di errori individuali che non provengono mai dallo stesso giocatore, una volta ci abbassiamo troppo ma forse la ragione di tutto questo va cercata più in profondità. Probabilmente c’è il fantasma di quanto successo negli appuntamenti precedenti . Tuttavia sono convinto che sia sufficiente un click, una partita in cui saremo avanti sul tabellone riuscendo a resistere fino alla fine per archiviare definitivamente questa storia” dice oggi il mister ai giornalisti. Insomma, 9 gol subiti negli ultimi finali di gara ed una fragilità mentale prima ancora che strutturale hanno ormai allontanato dalla vetta i giallorossi, che pur rimanendo quinti in classifica, si son visti rosicchiare due punti da Juve, Napoli, Fiorentina ed Inter (tutte vincitrici nel turno precedente) scivolando a 6 punti di distanza dalla prima della classe. I capitolini, però, non sono gli unici a ritrovarsi ad un bivio: pure Mihajlovic è sotto scacco. Del resto lui non ci può contare sui Gullit, i Rijkaard e sui Van Basten di sacchiana memoria e deve fare di necessità virtù con i vari Honda, Cerci e pure Boateng, perché si sa, Galliani è un romanticone ed i ritorni in grande stile li ha sempre graditi (leggi Shevchenko, Kakà, Balotelli). Due squadre che hanno smarrito le loro certezze, due allenatori sulla graticola e pure un filone di calciomercato in comune completano il quadretto: a Sabatini piace il milanista El Shaarawy e per tutta l’estate ha tenuto banco la telenovela che ha portato Alessio Romagnoli in rossonero per ben 25 milioni di euro. Sarà pure la partita degli ex: i fischi di quel che rimane dell’Olimpico saranno tutti per il difensore di Anzio, reo di aver preferito starsene all’ombra della Madunina anziché del Colosseo, ma non è l’unico. La formazione di Miha pullula di ex romanisti: da Mexes a Bertolacci, da Menez a Cerci non si può certo dire che questa sfida non sarà sentita dagli uomini che scenderanno in campo.

La sensazione è che il risultato sarà nefasto per l’allenatore che soccomberà. Garcia o Mihajlovic? Chi verrà buttato giù dalla torre? Staremo a vedere. L’appuntamento è di quelli imperdibili, domani alle 20 e 45 allo stadio Olimpico.

Claudia Demenica

BITETTO: ”LA VERA ISCHIA LA VEDREMO SOLTANTO QUANDO RECUPEREREMO FALL E ORLANDO,ABBIAMO RITROVATO LO SPIRITO GIUSTO”

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L’Ischia dopo il mini ritiro svolto sull’isola di quattro giorni dopo le festività natalizie, nella giornata di ieri è ritornata sull’isola per svolgere l’ultima seduta di allenamento in vista dell’impegno casalingo di sabato contro il Cosenza allo stadio “Mazzella. Nel pomeriggio di ieri la squadra gialloblu ha svolto l’allenamento al Rispoli di Ischia,questa mattina invece ci sarà di consueto la rifinitura. Gli isolani domani pomeriggio sono attesi da un’importante sfida contro un avversario come il Cosenza. Mister Bitetto sembra essere sereno,che la sosta abbia portato di nuovo quel pizzico di entusiasmo. “Noi abbiamo sempre fatto sul serio,e ovvio che lo spirito è completamente nuovo. Abbiamo fatto un bel po’ di giorni di riposo,recuperando anche un po’ di convinzione rispetto al solito,proprio per farci trovare pronti in questa prima gara dell’anno nuovo”.

Per la gara contro il Cosenza, il reparto offensivo sarà ancora in grande difficoltà. Saranno assenti giocatori importanti come Orlando e Fall.Ci si attende un’Ischia guarita.

“L’Ischia guarita l’avremo quando ci saranno altre alternative in attacco. Adesso con il solo Kanoute e il giovane Manna siamo deficitari. Quando recupereranno Fall e Orlando,si potrà contare di rivedere quell’Ischia brillante. Come ho sempre detto l’emergenza continua o quasi,nel reparto offensivo ci ha fatto smarrire quell’identità iniziale che con molta cura e con molta disponibilità dei ragazzi si era creta sin dall’inizio della stagione”. L’anno nuovo per l’Ischia si aperto con l’acquisto di Spezzani,dove a breve firmeranno anche il portiere Modesti che ricoprirà il ruolo di vice Iuliano e il giovane centrocampista De Clemente classe ’97. Ma a questa squadra manca ancora qualche innesto importante.”Ci sono delle problematiche,è inutile nascondersi e non lo fa neppure la società. Per noi è difficile avere la disponibilità per poter operare, senza far uscire prima qualcuno. La rosa corta l’avevamo dall’inizio,poi c’è stata un’alternanza di infortuni e squalifiche che hanno ancor di più peggiorato la situazione. Se andranno via giocatori altri entreranno. La proprietà ha posto dei paletti ben definiti. Meglio impegnarsi,pur nella difficoltà,dando molto di più in una situazione sana con una società che possa arrivare fino alla fine della stagione,piuttosto che il contrario”. Un’Ischia che messa in campo con gli undici titolari è un’ottima squadra,ma se manca qualcuno si può sopperire una volta,ma non sempre come è successo fin’ora. “Il problema è solo li davanti,perché forse abbiamo bisogno più di disponibilità. Purtroppo Mancino è stato fuori per squalifica, Kanoute per qualche piccolo problema muscolare, Fall non l’abbiamo avuto già dall’inizio,Orlando è arrivato in ritardo e poi si è fermato, e il giovane Manna ha bisogno di fare il suo percorso di crescita”. Una difesa quella dell’Ischia abbastanza solida all’inizio della stagione,ma poi ha iniziato a subire reti anche in maniera pesante basti pensare che in tre partite sono stati incassati 12 gol.”In difesa qualche problema è sorto e dobbiamo cercare di cambiare qualche situazione di gioco, che ci possano permettere di far tornare la squadra che avevamo prima”. Nel mercato in entrata, allora ci aspetteremo soltanto qualche scambio,visto le difficoltà della società. “Qualcosa si dovrà fare, e qualche iniziativa si sta già intraprendendo per qualche possibile scambio. Verranno concretizzati soltanto dopo la partita contro il Cosenza,tranne per il vice Iuliano che potrebbe firmare a breve”. In queste ultime settimane si è parlato di un giocatore che fa gola a diverse società di calcio,stiamo parlando di Nicola Mancino con il suo futuro che sembrava lontano da Ischia,ma mister Bitetto ha dichiarato che il fantasista ex Casertana resterà ad Ischia. “ Mancino è un nostro giocatore-commenta Bitetto- e resterà con noi. In questo mese di calciomercato può succedere di tutto,ci sono sempre dei rumors che possono sempre danneggiare la grande forza e volontà di rimanere in una squadra. Io,però mi affido sempre alla professionalità dei calciatori. Fino a quando sono qui,devono esserci con la testa,con le gambe e con la grande passione che tutti i calciatori dovrebbero sempre avere”. Mancino in avvio di seduta,si è fermato e c’è stato un po’ timore di non poterlo vedere in campo sabato contro il Cosenza. “Si,si è fermato in via precauzionale,perché ha avvertito un risentimento al punto gli dava fastidio l’altro ieri”. Sabato come dicevamo prima,c’è l’impegno casalingo contro il Cosenza,un avversario da non sottovalutare. “ E’ una realtà ottima,con un presidente con buone risorse finanziare, visti i movimenti di mercato effettuati fin ora. Hanno creato una rosa solida e importante per questa categoria. Il Cosenza non sarà squadra da vertice,ma sono meritatamente nelle zone nobili della classifica”.

UFFICIALE ISCHIA: INGAGGIATO GIUSEPPE DE CLEMENTE

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La Società Sportiva Ischia Isolaverde comunica di essersi assicurata le prestazioni sportive di Giuseppe De Clemente. Centrocampista, nato a Napoli il 10 Maggio 1997, nella prima parte della stagione ha vestito la maglia del Chieti (Serie D). Il giocatore è a disposizione di mister Bitetto per la gara di domani contro il Cosenza.

LEGAPRO DATE E ORARI DELLA 19ma GIORNATA ISCHIA-MESSINA SI GIOCA DOMENICA 24 ALLE ORE 14:00

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La Lega Pro ha reso noto le date e gli orari della 19^giornata del girone C. 19^Giornata (23-24-25 Gennaio 2016)

  • Benevento-Lupa Castelli Romani domenica ore 17.30
  • Catanzaro-Foggia domenica ore 15.00
  • Cosenza-Catania sabato ore 20.30
  • ISCHIA ISOLAVERDE-MESSINA domenica ore 14.00
  • Lecce-Juve Stabia domenica ore 17.30
  • Matera-Fidelis Andria lunedì ore 20.00
  • Melfi-Casertana sabato ore 15.00
  • Monopoli-Akragas sabato ore 17.30
  • Paganese-Martina Franca domenica ore 15.00

ISCHIA ISOLAVERDE, DUE NOVITA’TRA I CONVOCATI PER IL MATCH CONTRO IL COSENZA

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Al termine della seduta di rifinitura effettuato questa mattina,il tecnico Bitetto ha reso noto la lista dei convocati per la partita Ischia Isolaverde-Cosenza, valevole per la 17^giornata del girone C di Lega Pro in programma sabato 9 Gennaio alle ore 14.00. Tra i convocati spiccano due novità: I nuovi acquisti Spezzani e De Clemente.

PORTIERI: D’ERRICO Raffaele, IULIANO

DIFENSORI: BRUNO Francesco, FILOSA Liberato, FLORIO Filippo, GUARINO Vincenzo, MORACCI

Leonardo, PATTI Matteo, PORCINO Antonio, SAVI Davide.

CENTROCAMPISTI: ARMENO Gennaro, CALAMAI Matteo, DE CLEMENTE Giuseppe, IZZILLO Nicolas, MANCINO Nicola, MEDURI Fabio, PALMA Giuseppe, SPEZZANI Mattia.

ATTACCANTI: KANOUTE Mamadou Yaye, MANNA Giuseppe.

INDISPONIBILI: BARGIGGIA Luca, FALL Ameth, ORLANDO Luca.

L’ORDA AZZURRA – Ore 20 per una puntata speciale con tanti ospiti e cuoriosità: prima del 2016!

Questa sera non perderti l’appuntamento con L’Orda Azzurra, il programma che va in onda sulle frequenze di Vivi Radio Web la radio ufficiale di Vivicentro.it. Tutto quello che c’è da sapere sul Napoli, sempre live…

A condurre il programma, Ciro Novellino (giornalista di Vivicentro) e al suo fianco Mario Vollono (vicedirettore di Vivicentro). Tanti ospiti al telefono e in studio, ma i protagonisti siete voi, come sempre. Mandate i vostri messaggi sulla pagina Facebook della radio, o chiamate allo 081 048 73 45 oppure mandare un messaggio Whatsapp al 338 94 05 888. Non mancate, L’Orda Azzurra sta arrivando…!

Come sempre potrete ascoltarla in diretta a questo indirizzo:

dalle 20:15 e in differita due ore dopo la fine della trasmissione a questo indirizzo http://www.spreaker.com/show/tracce-di-lorda-azzurra

Scarano (Calciofoggia.it): “Foggia favorito. Allo Zaccheria è dura per tutti.”

AttilioScaranoNel corso della puntata de “Il Pungiglione stabiese, programma radiofonico a cura della redazione di Vivicentro.it, abbiamo sentito con piacere il collega Attilio Scarano di Calcofoggia.it per presentare al meglio il match tra i satanelli e le vespe di Zavettieri.

Ecco le parole del giovane collega:

“Il Foggia è, sulla carta, favorita per il match di domenica. Allo Zaccheria, a parte per il match con il Monopoli perso 1-2, ha un rendimento mostruoso e anche l’organico a disposizione di De Zerbi fa essere di fatto favorita la squadra pugliese.

Dopo un inizio di campionato con un solo punto in tre partite, i satanelli hanno inanellato una serie di risultati utili che hanno permesso di risalire la china fino ad arrivare al secondo posto attuale.

Forse le vittorie in Ccoppa Italia ad Agosto, soprattutto quella di Bari, avevano illuso un pò l’ambiente che dopo le iniziali difficoltà si è ricompattato.

Per la gara con la Juve Stabia saranno out Quinto e Sainz Maza, ma dal mercato sono arrivato Vacca e Chiricó che saranno convocati, ma con ogni probabilità partiranno dalla panchina.

Il Foggia cerca ancora qualche tassello per migliorare una rosa già forte, l’obiettivo serie B è a portata di mano e con qualche innesto si può sognare in grande.

In vista del match con le vespe, la probabile formazione che De Zerbi schiererà dovrebbe essere la seguente: 4-3-3: Narciso, Angelo, Loiacono, Gigliotti, Di Chiara, Coletti, Agnelli, Gerbo, Floriano, Iemmello, Sarno.”

Banca Etruria, perquisizioni in 14 società che hanno ricevuto i fidi non restituiti

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I finanzieri del Nucleo di polizia valutaria di Arezzo stanno eseguendo un serie di perquisizioni nelle sedi di 14 società che hanno ricevuto finanziamenti da Banca Etruria, nell’ambito dell’inchiesta della procura di Arezzo su Banca Etruria . Il blitz degli uomini delle Fiamme Gialle di Arezzo è scattato nei confronti di società riconducibili all’ex presidente di Banca Etruria, Lorenzo Rosi, e all’ex consigliere Luciano Nataloni. Le società destinatarie delle perquisizioni operano nei settori più diversi, dalle costruzioni di edifici alla compravendita di beni.

Perquisizioni per fidi non restituiti

Le informazioni raccolte, ha reso noto la procura, «saranno comparate con quelle già acquisite, al fine di valutare la sussistenza di condotte omissive tese a celare interessi sottostanti fra i soggetti interessati e le società che hanno ricevuto affidamenti, non restituiti, che hanno generato una sofferenza o una perdita per la banca». Le 14 società sono risultate «assegnatarie di affidamenti deteriorati, ovvero interessate a qualsiasi titolo all’erogazione di essi».

Rosi e Nataloni sarebbero indagati per «omessa comunicazione del conflitto di interesse»

Rosi e Nataloni sono indagati dalla procura di Arezzo per «omessa comunicazione del conflitto di interessi». In pratica non hanno reso noto al Cda che autorizzò la concessione dei fidi di avere un ruolo all’interno delle aziende. Il loro comportamento, per la procura, è aggravato in quanto quei finanziamenti hanno generato perdite per 18 milioni di euro. Come afferma il Corriere.it che questa mattina ha anticipato la notizia, tra le aziende sottoposte a perquisizione, alcune sono specializzate nella costruzione e la gestione degli outlet, nuova attività di Rosi con la sua Egnatia Shopping Mall. Uno dei soci di questa azienda è la Castelnuovese mentre il socio di riferimento è la Nikila Invest, a sua volta titolare di una quota del 40% nella Party srl: socio è Tiziano Renzi, padre del presidente del Consiglio, mentre la madre Laura Bovoli è amministratore unico.

La Juve Stabia non vince in trasferta col Foggia da quindici anni

Foggia e Stabia, si sono affrontate in gare di campionato al “Pino Zaccheria” (denominato campo del “Littorio” sino al 1946) di Foggia sette volte, sei sono le vittorie dei pugliesi mentre in sola occasione le vespe sono riuscite a “strappare” un pareggio. Vediamo nei dettagli tutti i precedenti:

– 1929 / 1930 – Campionato Nazionale di Prima Divisione girone ‘ D ‘

17 novembre 1929 – 7° giornata d’andata: FOGGIA – STABIA 3 – 0 pugliesi a segno con De Rosa, Pavanello e Marchionneschi.

– 1932 / 1933 – Campionato Nazionale di Prima Divisione girone ‘ H ‘

6 novembre 1932 – 5° giornata d’andata: FOGGIA – STABIA 4 – 0 il poker rossonero si concretizzò con le reti di Montanari, Baldi III° e ancora Montanari nel primo tempo e Bellotti nella ripresa.

– 1937 / 1938 – Campionato Nazionale di Serie C girone ‘ E ‘

17 ottobre 1937 – 4° giornata d’andata: FOGGIA – STABIA 3 – 2 questa la sequenza delle reti: vespe in vantaggio con DI MAIO, pareggio rossonero di Creziato, GHERARDUCCI portò nuovamente in vantaggio i gialloblù che poi nel finale furono prima raggiunti nuovamente da Creziato e superati da Valentini a dieci dalla fine.

– 1938 / 1939 – Campionato Nazionale di Serie C girone ‘ G ‘

4° giornata d’andata: FOGGIA – STABIA 1 – 0.

– 1948 / 1949 – Campionato Nazionale di Serie C girone D

10 ottobre 1948 – 2° giornata d’andata: FOGGIA – STABIA 0 – 0.

– 1949 / 1950 – Campionato Nazionale di serie C girone ‘ D ‘

1° gennaio 1950 – 15° giornata d’andata: FOGGIA – STABIA 4 – 2 questa la sequenza delle reti: satanelli in vantaggio con Lanciaprima, pareggio stabiese di GERZELI, i rossoneri allungarono con Kovi, Geraci (su rigore) e Creziato, CELARDO accorciò per lo Stabia e a quindici dalla fine ancora Geraci mise il risultato al sicuro.

– 1950 / 1951 – Campionato Nazionale di Serie C girone ‘ D ‘

1° aprile 1951 – 9° giornata di ritorno: FOGGIA – STABIA 2 – 1.

Foggia e Juve Stabia, si sono affrontate sette volte al “Pino Zaccheria” di Foggia una sola è la vittoria dei gialloblù, poi quattro sconfitte e due pareggi. Vediamo nei dettagli tutti i precedenti:

– 1998 / 1999 – Campionato Nazionale di Serie C1 girone ‘ B ‘

7 marzo 1999 – 8° giornata di ritorno: FOGGIA – JUVE STABIA 3 – 1 (arbitro Fabio Ferlito di Prato) i dauni in gol su rigore con Oshadogan, Bordacconi e Perrone per le vespe il gol fu siglato dall’ala destra Alessandro MANCA.

– 2000 / 2001 – Campionato Nazionale di Serie C2 girone ‘ C ‘

18 marzo 2001 – 9° giornata di ritorno: FOGGIA – JUVE STABIA 1 – 2 (arbitro Carlo Battistella di Conegliano Veneto) la gara si disputò in campo neutro al “Partenio” di Avellino. Poco prima della mezz’ora del primo tempo, le vespe “marcarono il cartellino” con Giuseppe VIVES, nella ripresa intorno al ventesimo pareggiò Sanseverino per i rossoneri e a due minuti dalla fine Lorenzo BEDIN siglò la rete della vittoria i gialloblù .

– 2005 / 2006 – Campionato Nazionale di Serie C1 girone ‘ B ‘

8 gennaio 2006 – 1° giornata di ritorno: FOGGIA – JUVE STABIA 1 – 0 (arbitro Massimo Mannella di Avezzano) gol vittoria dei rossoneri con Stefani.

– 2006 / 2007 – Campionato Nazionale Serie C1 girone ‘ B ‘

17 settembre 2006 – 3° giornata d’andata: FOGGIA – JUVE STABIA 1 – 1 (arbitro Michele Cavarretta di Trapani) alla rete dei gialloblù di Gigi CASTALDO, replicò per i rossoneri Dall’Acqua.

– 2008 / 2009 – Campionato Nazionale Prima Divisione girone ‘ B ‘

28 settembre 2008 – 5° giornata d’andata: FOGGIA – JUVE STABIA 1 – 0 (arbitro Roberto Bagalini di Fermo) gol vittoria su calcio di rigore per i dauni con Del Core.

– 2010 / 2011 – Campionato Nazionale Prima Divisione girone ‘ B ‘

13 febbraio 2011 – 6° giornata di ritorno: FOGGIA – JUVE STABIA 4 – 1 (arbitro Gianluca Aureliano di Bologna) poker pugliese con Insigne (su calcio di rigore), Romagnoli, Sau e ancora Insigne; Adriano MEZAVILLA mise a segno il “gol della bandiera”.

– 2014 / 2015 – Campionato Nazionale di Lega Pro girone ‘ C ‘

29 marzo 2015 – 13° giornata di ritorno: FOGGIA – JUVE STABIA 1 – 1 (arbitro Carlo Amoroso di Paola) il match si concretizzò tutto a metà ripresa, infatti in due minuti prima andarono in vantaggio i pugliesi con Miguel Angel e poi un autogol di Potenza chiuse la gara sul pari.

Giovanni MATRONE

Veloci perturbazioni, neve sulle Alpi Sabato maltempo al CentroNord, neve sulle Alpi; vero gelo dopo il 15

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 Sabato prima forte perturbazione con tanta NEVE sulle Alpi a 1300-1400 m, piogge diffuse al Nord, Toscana, poi Lazio e Umbria. Domenica migliora. Lunedì 11, superneve sulle Alpi, poi 15-22 Gennaio: gelo e neve sull’Italia!

Situazione ed evoluzione generale
Venerdì giornata con scarse precipitazioni, e comunque sotto forma di pioviggine, specie in Emilia Romagna e Calabria e Appennini. Sabato una perturbazione atlantica porterà neve sulle Alpi, dapprima dai 1400 metri poi fin sopra i 1200 metri, piogge diffuse al Nord con maltempo sullo Spezzino e Venezia Giulia. Maltempo anche sulla Toscana settentrionale e qualche pioggia, in tarda serata, raggiungerà il Lazio, l’Umbria e anche la Campania. Domenica giornata prevalentemente soleggiata su gran parte delle regioni, salvo locali e ultimi residui piovaschi al Sud. Temperature in costante aumento al Centro-Sud con valori massimi quasi primaverili.
Venerdì 8 Gennaio 2016
Giornata piuttosto soleggiata, ma spesso nuvolosa con pioviggine sparsa soprattutto in Emilia Romagna, piogge deboli su alta Toscana e piovaschi in Calabria. 

NORD

Generalmente nuvoloso o parzialmente nuvoloso con pioviggine occasionale, specie in Emilia Romagna.

Temperature

Stazionarie con gelo notturno.

CENTRO e SARDEGNA

Piogge deboli su alta Toscana, più soleggiato altrove.

Temperature

In aumento.

SUD e SICILIA

Precipitazioni quasi assenti se non qualche pioggia in Calabria.

Temperature

In deciso aumento.

Sabato 9 Gennaio 2016
Perturbazione al Centro-Nord. Neve diffusa sulle Alpi sopra i 1300 metri, piogge sul resto del Nord, forti sulla Venezia Giulia e Liguria di levante, da deboli a moderate altrove. Piogge forti e con temporali sull’alta Toscana, poi Umbria, Lazio e Campania in nottata.

NORD

Peggiora ovunque con precipitazioni diffuse. Temporali sullo Spezzino, piogge moderate al Nordest, molto forti sulla Venezia Giulia. Neve diffusa sulle Alpi a partire dai 1300 metri, in calo fino sopra i 1200 metri la sera.

Temperature

Stazionarie

CENTRO e SARDEGNA

Peggiora fortemente in Toscana, specie Massese, Lucchese, Pistoiese e Pisano con piogge e temporali, piogge più sparse sul resto della regione. Dalla tarda serata piogge in Umbria e Lazio. Neve dai 1750 metri.

Temperature

Clima mite.

SUD e SICILIA

Bel tempo fino a sera/notte quando giungeranno piogge in Campania e Cosentino. 

Temperature

In aumento con clima quasi primaverile.

Domenica 10 Gennaio 2016
Il tempo migliora. Residue nevicate sulle Alpi, piogge deboli sul Friuli Venezia Giulia, piogge sullo Spezzino, alta Toscana, rare lungo le coste tirreniche laziali e campane. Più soleggiato altrove.

NORD

Residue nevicate sulle Alpi sopra i 1000/1100 metri, piogge deboli sul Friuli Venezia Giulia, moderate sullo Spezzino, più asciutto ma nuvoloso o nebbioso altrove.

Temperature

Stazionarie

CENTRO e SARDEGNA

Piogge sull’alta Toscana, rare sulle coste tirreniche e in Sardegna. Più sole altrove.

Temperature

Senza particolari variazioni.

SUD e SICILIA

Sporadiche piogge tra Salernitano e Cosentino, più asciutto e soleggiato altrove.

Temperature

Mite di giorno.

Lunedì 11 Gennaio 2016
Neve copiosa e abbondante sulle Alpi sopra i 1100/1200 metri. Piogge al Nord, forte maltempo tra Liguria e Toscana, Trentino e Lombardia con temporali e locali nubifragi. Dal pomeriggio piogge sparse in estensione all’Umbria, Lazio e Campania, mentre migliora al Nord. Venti sostenuti di Libeccio. Neve con accumuli fino a 60/70 cm sul Trentino, Lombardia e Friuli.
Martedì 12 Gennaio 2016
Tempo piuttosto soleggiato su gran parte delle regioni. Locali piogge breve lungo gli Appennini e al Sud, specie tra Salernitano e calabria tirrenica. Neve forte in Val d’Aosta sopra i 400/500 metri. Venti molto forti di Ponente sui mari.
Mercoledì 13 Gennaio 2016
Venti di Maestrale. Nevicate sui confini alpini. Piogge su Calabria tirrenica. Sole prevalente altrove.
Giovedì 14 Gennaio 2016
Venti forti di Libeccio su mar Ligure e alto Tirreno, piogge forti tra Spezzino e alta Toscana. Piogge sparse sul resto del Nord, specie su basso Veneto ed Emilia Romagna. Dal pomeriggio piogge sparse su Umbria, entroterra laziale e poi brevi in Campania. Neve forte in Val d’Aosta sopra i 1000 metri, debole altrove sopra i 400/500 metri.