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Crotone-Napoli, la lista dei convocati di Maurizio Sarri

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Crotone-Napoli, la lista dei convocati di Maurizio Sarri

Allenamento mattutino per il Napoli a Castelvolturno.

Gli azzurri preparano match contro il Crotone allo Ezio Scida, anticipo dell’ultima giornata di andata di domani sera (ore 20,45).

La squadra ha svolto attivazione e di seguito partitina a campo ridotto. Successivamente seduta tecnico tattica. Escluso ancora una volta Lorenzo Tonelli, oramai non c’è più alcun dubbio a gennaio verrà ceduto. Nemmeno l’assenza di Mario Rui gli ha dato consensito di apparire in lista. Sarri ha preferito il ’99 Scarf. Chiusura con esercitazione sui calci da fermo.

Non sarà del match Mario Rui, squalificato. I convocati: Reina, Rafael, Sepe, Albiol, Chiriches, Scarf, Hysaj, Koulibaly, Maksimovic, Maggio, Rog, Jorginho, Allan, Diawara, Hamsik, Ounas, Zielinski, Giaccherini, Callejon, Leandrinho, Mertens, Insigne.

Fonte: sscnapoli.it

Giaccherini, l’agente: “Al Chievo andrebbe di corsa, ma costa tanto e sul ruolo…”

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Giaccherini, l’agente: “Al Chievo andrebbe di corsa, ma costa tanto e sul ruolo…”

L’agente del giocatore del Napoli Emanuele Giaccherini, Furio Valcareggi, è intervenuto ai microfoni del programma radio Si Gonfia la Rete in onda su Radio Crc:

Non credo che il Napoli possa ritenere incedibile Emanuele a gennaio. Le cose si sono solidificate, credo sia il 18esimo cambio. Con tutto il rispetto, non giocare nel Napoli ci può stare. Pochi calciatori giocherebbero con quei tre davanti. Ma Giaccherini è un centrocampista e non lo si è capito. Un giocatore come lui a gennaio non lo si trova.

La nostra ricchezza economica e di qualità ci consente anche di scegliere dove andare. Chi lo chiede sa di andare in un ristorante costoso. Nel calcio si guadagna per quello che si è fatto, non per quello che farà. Si allena al massimo, come se fosse un titolare. Chievo? Ci andrei di corsa, ma dipende dal fattore economico.

E’ una persona perbene che vive umilmente. Mai assenteista, si sente pronto per giocare. Ho gradimenti totali su di lui, ora comincerò a muovermi per capire cosa fare. Migliora le rose di tutti.

Zerbin? Ha fatto benissimo. Piccola vacanza a Firenze: è felice di stare a Napoli, me lo ha detto ieri”.

Gentiloni sullo Ius soli: ‘Non siamo riusciti a mettere insieme i numeri sufficienti’

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Il Premier Gentiloni si esprime sullo Ius soli durante la conferenza stampa di fine anno: “Pur avendoci lavorato alcuni mesi la verità è che non siamo riusciti a mettere insieme i numeri sufficienti per approvare la legge sullo Ius soli“.

Il Premier Gentiloni durante la conferenza stampa di fine anno si è espresso in merito Ius soli; dopo gli ultimi eventi che hanno interessato nei giorni scorsi il Movimento italiani senza cittadinanza   ritornando sull’argomento ha detto: “Pur avendoci lavorato alcuni mesi la verità è che non siamo riusciti a mettere insieme i numeri sufficienti per approvare la legge sullo Ius soli. Non esserci riusciti è un difetto dell’azione di governo, non sto dando la colpa a nessuno. Chi ci ha lavorato ha fatto una cosa più che legittima e doverosa, penso per esempio al senatore Manconi, ma non c’erano incertezze sul contenuto, c’erano purtroppo certezze sulla mancanza di numeri. Ho visto polemiche sul numero legale di sabato, ne capisco la ragione, sono polemiche fondate, ma dobbiamo essere consapevoli che se anche tutti i senatori del Pd e di Leu fossero stati presenti non ci sarebbero stato lo stesso numero legale. Il modo migliore per archiviare lo Ius soli per molti anni sarebbe stato quello di farlo bocciare. Sono convintissimo dell’importanza di questa norma, e sappiamo che il futuro si gioca sulla nostra capacità di non escludere e di non respingere, perché chi semina esclusione e respinge raccoglie odio. Ma non abbiamo avuto i numeri, non ci siamo riusciti. Vi assicuro che da parte del governo non ci sono mai state incertezze, purtroppo c’era la certezza sulla mancanza dei numeri

Grandi navi sono in arrivo quest’estate a Napoli

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“Il dragaggio del porto di Napoli finirà alla fine del 2018 ma già in estate potremo ospitare le grandi navi commerciali” . Lo ha annunciato il presidente dell’Autorità di Sistema del Mar Tirreno Centrale Pietro Spirito.

Machach, l’intermediario: “Serve qualche giorno per l’ufficialità, non è un disadattato! Si allenerà col Napoli, poi Sarri…”

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Machach, l’intermediario: “Serve qualche giorno per l’ufficialità, non è un disadattato! Si allenerà col Napoli, poi Sarri…”

L’ex portiere e intermediario di Zinedine Machach, Graziano Battistini, è intervenuto ai microfoni del programma Si Gonfia la Rete in onda su Radio Crc:

Fino a quando non si firma Machach non è ancora un giocatore del Napoli. Sembra che sia quasi fatta. Ha avuto una disavventura nel Tolosa ed è stato allontanato dalla squadra. A ottobre ha avuto un problema con un allenatore. L’ho incontrato col suo agente, non è un “cattvio” ragazzo o un disadattato. Si è gonfiato il tutto.

Nel Tolosa c’è amarezza per l’affare del Napoli, forse qualcuno ha forzato un po’ la mano. Fisicità, strappo importante e tecnicamente molto forte. Ha genialità nelle sue giocate: ci si può lavorare sopra e sarà curioso vederlo lavorare in un ambiente così forte.

Può giocare nei tre davanti, anche da esterno: sa puntare l’uomo. Credo che nel momento in cui si lavorerà con lui tatticamente, possa crescere ancora e diventare calciatore importante. Può diventare anche una mezzala importante.

Cessione in prestito? Sarà eventualmente Sarri a decidere il suo futuro da gennaio in poi. Si allenerà inizialmente col Napoli, poi si deciderà. Servirà ancora qualche giorno per chiudere la trattativa”.

Koulibaly, l’agente: “Seguito dai top club europei, ma a Napoli è felice: mai visto così”

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Koulibaly, l’agente: “Seguito dai top club europei, ma a Napoli è felice: mai visto così”

L’agente di Kalidou Koulibaly, Bruno Satin, ha parlato ai microfoni di Si Gonfia la Rete in onda su Radio Crc:

Il Napoli è in testa alla classifica, ma i conti si fanno alla fine della stagione. E’ lì che serve essere davanti.

Kalidou? Cresce ancora come leader e nelle sue partite sta mostrando un livello molto alto, mai visto prima. Questa cosa gli dà fiducia e si sente pronto anche nel parlare di più.

Mercato? Serve recuperare quanto prima Ghoulam, la sua assenza sta pesando molto. I terzini sinistri sono pochi forti in Europa, non esistono. Poi spetta a Sarri dire cosa serve per la propria squadra, anche perchè un nuovo calciatore ci mette sempre un po’ di tempo per adattarsi alla sua tattica.

Van Dijk? Era già stato cercato in estate, è partita un’asta. Non mi va di paragonarlo alla valutazione di Kalidou: è presto e non è il momento. Dipende sempre dal club: il Napoli lotta per vincere lo scudetto, potrebbe valere anche di più.

Interessamenti? Giocando in questo Napoli è seguito da molti club, è oggi uno dei centrali che potrebbe fare il salto di qualità in un grandissimo club. A Napoli è felice.

Chelsea? Tutti lo seguono. Guardiola? Non credo stia cercando un titolare, penso ad un’alternativa e quindi non a Koulibaly”.

Baraccopoli nell’auditorium di Scampia

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Una baraccopoli nel cuore di Scampia. L’auditorium che ormai da tempo ospita parte della comunità Rom precedentemente insediata nel campo di via Cupa Perillo è diventato la “casa” di decine di famiglie. Sono diverse le tende ricavate negli spazi del teatro dell’VIII Municipalità che fungono da rifugio anche per i minori che sono all’interno e che – a quanto affermano i genitori – risentono di diversi problemi e criticità.

«Sono sempre malati e molti di loro vanno avanti e indietro dagli ospedali della città», commentano. «I riscaldamenti ci sono solo per poche ore al giorno e stiamo peggio di come stavamo all’interno del campo che ci incendiarono l’estate scorsa. Vogliamo che le istituzioni del territorio ci diano una mano a trovare una sistemazione».

Campagna elettorale: aperta la caccia all’area moderata

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Campagna elettorale: aperta la caccia all’area moderata EDITORIALI

Nel suo editoriale su La Stampa, Lucia Annunziata ragiona sul perché “a destra come a sinistra, tutte le forze politiche lanciano messaggi mirati soprattutto ad ottenere i consensi dell’ area moderata ”.

Tutti in corsa per i voti dei moderati

Il convitato di pietra della prossima campagna elettorale non è un’idea, ma uno stato d’animo: il malcontento. Chi più riuscirà a rappresentarlo, o a sanarlo, sarà il vincitore, si dice. Come mai allora ovunque si guardi, a destra come a sinistra, tutte le forze politiche lanciano messaggi mirati soprattutto ad ottenere i consensi dell’area moderata?

In primissima fila ai blocchi di partenza, non a caso spicca la figura di Silvio Berlusconi, l’unico leader che ha attraversato (quasi) intatto il ventennio. E’ nella sua versione proporzionale, ma fa da perno all’unica coalizione che può raggiungere una maggioranza. Silvio e il partito che guida da sempre sono entrambi ridotti nelle forze: Silvio ha venti anni in più, ha varcato gli ottanta, e Forza Italia quasi venti punti in meno rispetto ai fasti del passato. Ma entrambi sono, in questa loro semplice resistenza all’usura, diventati la prova materiale (e psicologica) che non tutto cade, o si deteriora. Questo atto di sopravvivenza , in tempi che hanno consumato ideologie, idee, partiti e reputazioni, vale da solo un programma politico. Curiosamente, infatti, il Silvio che oggi torna a raccogliere consensi indossa abiti totalmente diversi da quelli del primo Silvio.

La discesa in campo nel 1994 fu un atto di sfida, la promessa/minaccia di un Prometeo che voleva riscrivere il panorama della politica italiana – e ci riuscì, rompendo il panorama tardopost-guerra-fredda che durava in Italia da troppo tempo. Il sistema dell’epoca non lo amò molto – come poi si è visto. Ma non è stato alla fine cancellato. E oggi torna come la nemesi di sé stesso: Silvio oggi è leader rassicurante (per la sua stessa durata). Promette tranquillità, continuità, non si è fatto attrarre da sovranismi, da guerre contro l’Europa, ma nemmeno dalla favola del populismo che accontenta tutti gli altri leader a destra. Il re dei moderati, insomma.

E qui incontriamo Matteo Salvini, erede ma solo per via formale, di quella Lega con cui Silvio ha costruito in passato le sue fortune. Passato il tempo in cui la sua attività politica sconfinava nel goliardismo, con provocazioni più atte ad attirare l’attenzione mediatica che a costruire un partito, Salvini guida una Lega che del passato ha perso persino il nome Nord con cui si identificava. La Lega è sempre forte lì dove è nata e governa, il Veneto e la Lombardia, ma a Salvini è sempre stata stretta questa regionalissima identità – le patrie locali un po’ lo fanno soffocare, si ha l’impressione. Da quando ha mosso i suoi primi passi, molti di questi passi hanno calcato suolo e suggestioni estere: la Russia di Putin, l’identitarismo dei francesi lepenisti, l’ironia separatista inglese di Farage, e l’America di Trump. Salvini ama i grandi temi, e ne ha trovato uno perfetto alla fine: il rifiuto dell’immigrazione come grande collettore di ogni suggestione identitaria, bianca, e indipendentista.

Ovviamente a Salvini è rimasto il gusto di scuotere, e dunque di spararle grosse – ma alla fin fine in questa vigilia elettorale le parole più gravi le ha già messe nell’armadio – di rompere con l’Europa non si parla molto, e di campagne contro i migranti non si sente tanto. Del resto Salvini ha davanti una partita ben più grande: quella di declinare il malcontento in chiave tale da attirare anche una parte dei moderati di destra che sta oggi con Berlusconi. E questo sì che sarebbe un colpo: come va ripetendo da un po’, «se batto Silvio anche di un solo voto faccio il premier».

Il Principe dello «scontento» è per ora, comunque, il più giovane dei politici che calcherà la scena elettorale. Luigi Di Maio è il candidato premier del movimento che ha per primo intercettato e aiutato a coagulare lo scontento in forza politica. Sono stati i pentastellati il maglio che ha spaccato la struttura (già esanime) della Seconda Repubblica. Il loro programma appare dunque, fin da questo inizio, quello destinato al maggior successo. Le cifre dei poll gli danno numeri da primo partito. Alla lettura dei quali sorge tuttavia una domanda: ma perché un movimento dedito ad aprire il sistema «come una scatoletta da tonno», presenta come proprio candidato a Palazzo Chigi Luigi Di Maio, giovane con abiti ed abitudini, nonché idee molto istituzionali, o magari meglio ancora dire moderate?

Il punto di caduta per i pentastellati nella campagna elettorale è dunque, un po’ come per la Lega, il giusto equilibrio che saprà trovare fra scontento e moderazione: dopotutto, una cosa è aizzare con i «vaffa», altro è governare.

L’area moderata, chiamata riformista e moderna, è dichiaratamente anche il bersaglio di Matteo Renzi in questa che sarà la sua prima campagna elettorale nazionale: come ricorderete l’ex premier è riuscito ad arrivare a Palazzo Chigi prima che in Parlamento. L’idea con cui si è presentato in politica è quintessenzialmente moderata – rompere con il passato ideologico della sinistra tradizionale. A questa idea ha sacrificato molto. Ha subito la sconfitta del referendum, ha perso Palazzo Chigi ed ha rotto (o ha subito la rottura, come preferite) un partito forte e di lunga tradizione quale il Pd.

Ora che c’è un nuovo Pd renziano, è l’ora per Matteo Renzi di mettere alla prova davvero la sua capacità di attrazione nonché la sua capacità di formare il destino della nazione. Sullo stesso banco di prova anche per lui: l’area moderata. Direttamente, prendendone i voti. O indirettamente, magari, come tutto lascia pensare dalle scelte del Pd, in una grande coalizione fra le forze di Berlusconi e quelle di Renzi. Che sarebbe poi la creazione di un grande fronte moderato al centro.

Le forze radicali sono invece quasi tutte raccolte intorno a nuclei minori. Liberi e Uguali, movimento dei fuoriusciti dal Pd non pare goda al momento di grandi favori elettorali. In ogni caso, la nuova formazione ha scelto come guida un ex magistrato, una figura superistituzionale come l’ex presidente del Senato Grasso. Cos’è questa scelta se non una forma di rassicurazione contro gli strappi per chi vota a sinistra?

Moderati ovunque, insomma. Sotto la coltre pesante di scontento, appare la richiesta di non portare il Paese a sbattere.

Ma se questa è la domanda segreta delle urne, va a finire che vero vantaggio nella campagna elettorale lo godrà il governo Gentiloni che ha chiuso le Camere ma non si è dimesso, e che, secondo molti auspici, potrebbe essere pronto a continuare anche dopo il voto. Dopotutto, è il governo che finora, poll alla mano, pare abbia più rassicurato il Paese.

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lastampa/Tutti in corsa per i voti dei moderati LUCIA ANNUNZIATA

Smog, migliora la situazione in Lombardia

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Smog, migliora la situazione in Lombardia

MILANO, 28 DIC – Migliorata la qualità dell’aria a Milano e in tutta la Lombardia. Lo ha reso noto l’Arpa, precisando che i dati rilevati ieri 27 dicembre dalle centraline della Lombardia confermano in tutta la regione una media di Pm10 al di sotto del limite di 50 microgrammi per metro cubo: Milano 32.9 µg/m3, Monza 23, Bergamo 22.3, Brescia 14.7, Varese 13, Como 4, Lecco 11, Pavia 38.4, Lodi 39.8, Cremona 36.3, Mantova 29. Si interrompe dunque la serie di giorni consecutivi sopra la soglia, ma nei prossimi giorni sono previste di nuovo condizioni meteo favorevoli all’aumento delle concentrazioni di Pm10.
(ANSA).

Ci sono ancora tre metri di macerie da rimuovere dalla Basilica di Norcia

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Ci sono tre metri di macerie ancora da rimuovere dall’interno della Basilica di San Benedetto di Norcia. “Per farlo stiamo predisponendo un nuovo progetto specifico e siamo in attesa delle coperture economiche per avviare i lavori. Servirà circa un milione di euro” ha spiegato la soprintendente ai Beni culturali dell’Umbria, Marica Mercalli. La quale ha illustrato all’ANSA le tappe che porteranno alla definitiva messa in sicurezza della chiesa.

“La situazione è abbastanza complessa – ha detto Mercalli -, dato che non sappiamo cosa possa succedere quando andremo a sgomberare le macerie. Quindi dobbiamo essere in grado di togliere le pietre e contestualmente puntellare dall’interno”.
Per la soprintendente il rischio è che la parte muraria della chiesa possa cedere senza l’attuale fronte di macerie. “Che di fatto oggi – ha spiegato – è un piede di sostegno per la Basilica rimasta ancora in piedi e in particolare per la cripta”.

“Prima di Natale abbiamo organizzato una riunione a Roma presso l’Istituto superiore del restauro – ha spiegato quindi la soprintendente – per definire gli interventi ancora da eseguire per poi passare alla fase della ricostruzione”. Mercalli si è quindi augurata che il finanziamento per il nuovo intervento “arrivi al più presto”. “In tal senso – ha aggiunto – stiamo attendendo una risposta della Protezione civile. Se tutto andrà nei tempi giusti contiamo di rimuovere tutte le macerie entro la primavera, così da iniziare, in estate, la fase della progettazione per la ricostruzione”.

Sembra più agevole, invece, il progetto da portare avanti per la chiesa di San Salvatore di Campi di Norcia. “Qui le macerie sono state praticamente tutte rimosse – ha spiegato la soprintendente – adesso contiamo di realizzare all’interno un laboratorio per il restauro degli affreschi presenti”. Laboratorio che avrà una struttura in vetro e “potrà essere visitabile e quindi diventare anche un’attrattiva per il territorio”, ha concluso Mercalli.

Violenza nel derby Bari – Foggia: daspo per nove tifosi

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Violenza nel derby Bari – Foggia: daspo per nove tifosi

 

Nove tifosi denunciati per il lancio di oggetti e petardi durante il derby Bari-Foggia

Nove tifosi – sei foggiani e tre baresi – sono stati denunciati e colpiti da Daspo per gli episodi verificatisi durante il derby Bari-Foggia dello scorso 26 novembre.

Il lancio di oggetti e il petardo contro lo steward

La polizia ha identificato infatti i presunti resposabili del fitto lancio di oggetti, compresi petardi, tra le due tifoserie, verificatosi in particolare subito dopo il gol che ha sancito la vittoria dei biancorossi per 1 a 0. In particolare, un petardo lanciato dal settore occupato dai tifosi del Foggia è esploso vicino ad uno steward, che arginava il tentativo di alcuni tifosi del Bari di avvicinarsi pericolosamente al settore ospiti con il fine di provocare i tifosi foggiani, procurandogli ferite.

Le indagini

A seguito dell’attività investigativa condotta da personale della Digos di Bari, con la collaborazione della Digos di Foggia e con l’ausilio tecnico del Gabinetto Regionale della Polizia Scientifica, attraverso l’esame delle videoriprese effettuate dal personale e dall’impianto di videosorveglianza dello stadio San Nicola, si è giunti alla identificazione di alcuni dei responsabili degli episodi.

I provvedimenti

In particolare, sono state segnalate all’Autorità giudiziaria, a vario titolo, 9 persone, di cui 6 tifosi del Foggia e 3 del Bari, per i reati di “lancio di materiale pericoloso in occasione di manifestazioni sportive”, “violenza e minaccia nei confronti degli steward”, “possesso ed utilizzo di artifizi durante le manifestazioni sportive” e “lesioni personali”. Nei confronti degli autori degli illeciti penali sono stati adottati anche provvedimenti amministrativi di D.A.SPO. (divieto di accesso alle manifestazioni sportive) ai sensi dell’art. 6 della legge 401/89 per un periodo di tre anni.
-BariToday

I messaggi ricevuti in carcere dal 15enne arrestato per il tentato omicidio di Arturo

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Proseguono le indagini per identificare tutta la banda di baby criminali che, nella serata del 18 dicembre scorso, ha accerchiato e accoltellato alla gola il 17enne Arturo, riducendolo in fin di vita, nei pressi della Caserma Garibaldi in via Foria, nel centro storico di Napoli: per l’aggressione, grazie ai filmati delle telecamere di sorveglianza, è stato fermato un 15enne del Rione Sanità. Proprio intorno alla figura del minorenne fortemente indiziato, insieme ad altri coetanei, della brutale aggressione, oggi emergono nuove ombre: come scrivono Leandro Del Gaudio e Nico Falco sul Mattino, sui profili Facebook degli amici del 15enne sono comparsi inquietanti messaggi di solidarietà nei confronti del ragazzino detenuto.

Messaggi del tipo “Ti aspetto qui fuori, fatti forza in quelle mura” corredati da emoticon di cuori e altre dimostrazioni di affetto 2.0. Messaggi del genere ce ne sono a decine sulle bacheche degli amici del 15enne da quando è stato trasferito in carcere per l’accusa di tentato omicidio: e proprio nella cerchia di amici del ragazzino arrestato gli uomini della Squadra Mobile di Napoli indagano per cercare di individuare gli altri componenti della baby gang che non ha esitato a ridurre in fin di vita un loro coetaneo sferrandogli una ventina di coltellate soltanto per rubargli il cellulare, o forse pochi spiccioli.

Nel frattempo, davanti al gip che ha convalidato l’arresto, nel corso dell’interrogatorio durato tre ore, il 15enne ha ribadito con fermezza la sua estraneità all’aggressione di Arturo, dichiarando di non essere lui quello nelle immagini delle telecamere e di essere a casa con la madre quella serata del 18 dicembre. I fatti, però, direbbero il contrario, e anche per questo il giudice si è convito a convalidare il fermo. In primo luogo ci sono due testimoni, Arturo e un ragazzino scampato poco prima alla sua stessa sorte, che lo hanno indicato in via Foria, tra il gruppo di baby malviventi. Poi ci sarebbe il giubbino rosso indossato dal 15enne che appare in maniera inconfondibile nelle immagini delle telecamere. Ad ogni modo, secondo il giudice il ragazzo non avrebbe sferrato direttamente le coltellate, ma avrebbe circuito Arturo, facendolo cadere nella trappola dei suoi aguzzini.

 

Pullman si ribalta sull’A 12,almeno 15 feriti

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Pulman si ribalta sull’A 12, almeno 15 feriti

VILLA SAN GIOVANNI (REGGIO CALABRIA), 28 DIC – Quindici persone sono rimaste ferite, tra cui due donne in modo grave anche se non sono in pericolo di vita,in seguito al ribaltamento del pullman su cui viaggiavano.
L’incidente è avvenuto nei pressi dello svincolo di San Giovanni dell’A2 autostrada del Mediterraneo. Il pullman con 45 persone a bordo, era partito da Urbino e diretto a Catania. I feriti sono stati trasportati negli ospedali riuniti di Reggio Calabria dove si trovano anche le due donne più gravi, che sono attualmente in prognosi riservata. Sono in corso da parte della Polizia Stradale di Villa San Giovanni gli accertamenti per stabilire la dinamica dell’incidente. Immediati i soccorsi da parte degli operatori del 118 e dei vigili del fuoco che hanno consentito di estrarre dal pullman tutti i passeggeri e i due autisti. Presenti mezzi di soccorso e personale di Polizia di Stato, Carabinieri. Gli operatori dell’Anas hanno lavorato per effettuare le operazioni di messa in sicurezza del pullman.

-Ansa

Nuoro, sparatoria e banditi in fuga

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Nuoro, sparatoria e banditi in fuga

NUORO, 28 DIC – Sparatoria nella notte a Oliena (Nuoro) dopo che tre malviventi sono stati intercettati da una pattuglia dei Carabinieri in località Su Gologone mentre a bordo di un camion e di una pala meccanica, risultati poi rubati, si dirigevano verso il paese. I tre, tutti con il volto coperto da passamontagna, alla vista dei carabinieri si sono dati alla fuga, esplodendo alcuni colpi di arma da fuoco all’indirizzo della pattuglia dell’Arma che ha immediatamente risposto al fuoco. Nessuno è rimasto ferito.
Il fatto è avvenuto intorno alle 2. Sono scattate subito le ricerche con rastrellamenti in tutta la zona, che hanno visto impegnati i Cacciatori di Sardegna, il Reparto squadriglie di Nuoro e le Squadriglie di Monte Pizzinnu. E’ stata recuperata un’Alfa 147, utilizzata per la fuga, risultata rubata a Sassari.
L’ipotesi degli investigatori è che i malviventi stessero preparando un colpo. Possibile che volessero tentare una rapina a un portavalori o scardinare un bancomat.

-Ansa

D’Alema inizia la sua campagna elettorale partendo dalla Puglia

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Diverse le tappe fatte da D’Alema nella sua giornata in Puglia: Nardò, poi Ruffano, Patù, Tricase e infine Marina di San Gregorio. Prima di una cena con gli elettori, la visita in una fabbrica di scarpe
D’Alema inizia la sua campagna elettorale e lo fa partendo dalla Puglia – POLITICA

D’Alema inizia il suo tour in Puglia e, parlando con Fabio Martini, paventa l’ipotesi di una “legislatura costituente”.

D’Alema inizia in Puglia il tour elettorale: “Legislatura costituente”

Prima tappa nel suo Salento, dove partì anche Prodi: «Non credete a Renzi, il nostro vero leader è Grasso»

ROMA – C’è qualcosa di nuovo, anzi d’antico negli umori dell’opinione pubblica alla vigilia della campagna elettorale e se ne sta accorgendo Massimo D’Alema ogni volta che pronuncia questa battuta: «Vedete, io me ne sono andato per fare largo alle nuove leve, ma visti i risultati ho fatto male…». Puntualmente scatta l’applauso. Un battimani non solo politico: accanto ad un diffuso rancore, in giro sta cominciando ad affiorare anche una certa nostalgia per quelli di prima. Massimo D’Alema, tornando in campo, non immaginava di ritrovarsi in favore di vento. Per ora solo un venticello, ma vai a sapere. Ma è altrettanto vero che per D’Alema ci voleva un certo coraggio nel riproporsi una volta ancora, lui che nella vita ha fatto tutto: dal presidente del Consiglio al segretario del Pds, dal ministro degli Esteri al presidente della Bicamerale.

E tornando, trent’anni dopo la prima volta, D’Alema ha deciso di ricominciare esattamente dove, nel 1987, tutto era cominciato: in Puglia. Eccolo a Tricase, nel tacco salentino: «Un tempo questo era un comune cattolico-democristiano: il Pci aveva due consiglieri comunali, la Dc 22…. Ricordo la prima volta che venni qui, negli anni Ottanta: mettemmo il palco fuori quella bellissima chiesa e quando i cittadini uscirono alla fine della messa, appena videro la falce e martello, scapparono. Sul sagrato della chiesa, l’unico che mi rimase ad ascoltare, era il parroco. Si chiamava don Tonino Bello. Stavolta mi ha invitato un gruppo cattolico e parlerò nel teatro parrocchiale».

Dalla bianchissima Tricase è partita la campagna elettorale del “candidato” D’Alema e proprio qui, ricorda lui, «iniziò il viaggio del pullman dell’Ulivo di Prodi» e dunque «si tratta di un luogo ad altissimo contenuto simbolico». Un mese prima della formazione delle liste, con grande anticipo su tutti gli altri, è partita la campagna dalemiana. Con un programma di appuntamenti che sembra tirato fuori dall’album dei ricordi: ore 11, Nardò, sala Cream&Caramel, incontro col mondo agricolo salentino; ore 14,30, Ruffano, Calzaturificio Mariapia, visita azienda e incontro con i lavoratori; ore 15, Patù, riunione con i volontari della campagna elettorale; ore 18,30 Teatro Tricase, apertura campagna elettorale; ore 21, Marina di San Gregorio, cena con gli elettori.

Un porta a porta all’antica, che prelude ad un ritrarsi del D’Alema “nazionale”? Un suo auto-confinamento nel Salento, per lasciare spazio a Pietro Grasso? «Non presterò il fianco ai giochetti di Renzi, che continua a ripetere che il “vero capo” è D’Alema. Questo gioco se lo era inventato Berlusconi nel 2001, quando il candidato del centrosinistra era Rutelli. Renzi ripete stancamente, ma anche in questo è un imitatore. No, il leader è Grasso e presto si affiancheranno altre personalità importanti». Nella campagna di D’Alema sembra ben celata anche un’ambizione al momento inconfessabile: quella di riuscire a conquistare un collegio sulla carta impossibile per un piccolo partito come il suo.

E magari di risultare l’unico, tra i Liberi ed eguali, capace di questo exploit in tutta Italia? «È molto difficile fare queste valutazioni, soprattutto con questa legge elettorale, sgangherata ed inefficace, che si presenta come uninominale maggioritaria, anche se poi gran parte degli eletti saranno votati di “risulta”. Certo, potrebbe contare il fatto che quando sono stato deputato del Salento, ho fatto tante cose per questa terra; che nel collegio di Gallipoli il centrosinistra perdeva e io vincevo. Però l’ultima volta che si è votato con i collegi era il 2001 e ora qui la squadra da battere è il centrodestra, che può mettere in campo uno squadrone».

E sul dopo-elezioni? Lo scenario proposto da D’Alema non segue la corrente di chi dà per scontata l’ingovernabilità: «Nessuno sarà in grado di disporre di una maggioranza per governare. Per questo penso che si aprirà una legislatura inevitabilmente costituente e si dovrà mettere mano ad alcune regole istituzionali e ad una legge elettorale, con un metodo – spero – meno arrogante e fallimentare di quello sinora dispiegato da Renzi». Un contesto – ecco la novità – dentro il quale Massimo D’Alema pensa che la sua lista farà la sua partita: «Si era sbagliato chi ci aveva immaginato come un gruppetto di vecchi comunisti. Noi avremo molte carte da giocare, non saremo una forza marginale». Anche se i Cinque stelle, dopo le elezioni, proponessero un governo col Pd («purché Renzi sia out», fanno sapere) e con Liberi ed eguali? «Per noi le discriminanti programmatiche e dei valori sono fondamentali e quindi molto dipenderà dagli orientamenti che preverranno nei Cinque Stelle…», dice un D’Alema che non scarta scenari. E già pregusta il ritorno in “serie A”.

“Il centrosinistra non sa più parlarsi” commenta Federico Geremicca

vivicentro.it/POLITICA
vivicentro/D’Alema inizia la sua campagna elettorale e lo fa partendo dalla Puglia
lastampa/D’Alema inizia in Puglia il tour elettorale: “Legislatura costituente” – FABIO MARTINI

Addio ad Angelo, centauro di Gragnano: aggiornamenti sulla dinamica dell’incidente

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Morte di Angelo Cesarano, il 32enne di Gragnano che ha perso la vita nei giorni di Natale:  aggiornamenti sulla dinamica dell’incidente.

L’uomo, mentre procedeva lungo Viale delle Puglie, in direzione Castellammare, con il suo scooter,era andato a sbattere contro un palo della luce morendo sul colpo: inizialmente, si pensava avesse perso da solo il controllo della moto ma invece, secondo l’ultima ricostruzione delle forze dell’ordine, ci sarebbe stata, alla base dell’incidente,  una manovra azzardata da parte di un guidatore di un’auto. Il conducente, scappato dopo lo schianto, è stato  fermato e accusato di omicidio stradale.

Oggi, alle 15:30 si terranno, a Gragnano, i funerali del 32enne: l’uomo era padre di due figli, mentre il terzo è ancora in arrivo, così come riporta Punto Stabia News.

ESCLUSIVA – Fabiola Balestriere, giovane stella del cinema italiano: “Quando recito metto sempre qualcosa di mio nel personaggio che interpreto”

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Fabiola Balestriere è una ragazza di Castellammare di Stabia, ha 15 anni, studia, e nonostante la sua giovane età, può dire di aver realizzato, in parte, il suo sogno: diventare un’attrice.

E’ risaputo che il mondo del cinema e della tv sia un mondo difficile e pieno di insidie, soprattutto se sei una ragazza di 15 anni e lavori in questo ambiente da quando ne avevi 7. Nonostante questo, Fabiola Balestriere, ha affrontato l’inizio di questa grande avventura con il sorriso e con spensieratezza, grazie soprattutto al sostegno della sua famiglia, ed oggi è qui con la redazione di VIVICentro.it, per raccontare la sua personale esperienza.

Allora Fabiola, come è iniziata la tua carriera nel mondo del cinema? 

Nel 2008, ero dal parrucchiere con mia madre, e lì c’era anche un’agente, Marianna De Martino della Scuola Teatro Cinema e Danza “La Ribalta”, la quale mi ha notata per la mia vivacità e il mio carattere solare. Marianna ha visto in me del potenziale,così il giorno dopo ho ricevuto una chiamata in cui mi veniva detto che era interessata ad avermi nella sua agenzia. I miei genitori inizialmente erano contrari, ero troppo piccola e non volevano catapultarmi in un mondo di adulti così spietato come il mondo del cinema, ma nonostante la mia giovane età, ho voluto fare questa esperienza, che si è dimostrata essere molto gratificante.

In quali film e fiction hai recitato?

Dalla famosa telefonata è iniziata la mia carriera. Ho iniziato innanzitutto col fare la modella per cataloghi poi successivamente e arrivata la tv ed il cinema. Ho iniziato con la fiction della Rai “Un posto al sole”, dove recito ancora adesso, poi successivamente ho recitato “Nell’ombra del destino” un film di Pier Belloni, girato in Tunisia. Proprio nello stesso periodo, era estate, fui scelta per recitare al fianco di Anthony Hopkins, nel film “Il Rito” che è stato girato a Zanzibar,ma io nel frattempo ero in Tunisia, quindi la troupe del film si spostò da Zanzibar a Roma per darmi la possibilità di recitare. Subito dopo ho recitato in “Ris Roma Due”, al cinema con “Babbo Natale non viene dal Nord”, “Squadra antimafia”, ho avuto anche una piccola parte in ” Troppo Napoletano” e infine quest’anno è uscito nelle sale cinematografiche “Veleno” del regista Diego Olivares, in cui ho recitato al fianco di Giancarlo Gallo, Salvatore Esposito e Nando Paone. In “Veleno”, un film ambientato nel contesto della terra dei fuochi, interpretavo la figlia di Salvatore Esposito.

Al di là del contesto televisivo e cinematografico, se ti dovessi descrivere, cosa diresti di te stessa?

Sono una ragazza di 15 anni, che frequenta il liceo classico ” Plinio Seniore” a Castellammare di Stabia, studio, esco con gli amici, mi piace fare shopping, soprattutto sono affascinata dal mondo del makeup, leggo molto e passo la maggior parte del mio tempo con la famiglia. Sono una persona solare e soprattutto leale che crede molto nell’amicizia, anche se per ora sulla mia strada ho incontrato davvero pochi amici; sono molto espansiva ed amo gli animali, in particolar modo il mio cane Pixel, che è un membro della famiglia a tutti gli effetti per me. Mi divido tra lo studio e la recitazione, quest’ultima in maniera particolare mi ruba molto tempo, ma non mi pesa, anzi sono sempre entusiasta di studiare i nuovi copioni o di prepararmi per un provino. 

Per te recitare è più un lavoro o un hobby?

La recitazione è la mia passione e ho tutte le intenzioni di farlo diventare il mio lavoro in futuro. Aver già recitato in grandi film e fiction molto seguite non fa di me un’attrice esperta, anzi io sono consapevole che la strada che dovrò percorrere è tutta in salita e sono pronta ad impegnarmi e a dare il 100%, ed è  necessario che io lo faccia  già adesso senza perdere tempo. Quando recito io mi sento me stessa e metto un po di me nel personaggio che interpreto; quando studio i copioni cerco sempre di immedesimarmi nel personaggio, di capire le dinamiche che lo circondano e questa è una cosa che ho acquisito crescendo, in quanto inizialmente non avevo una grande consapevolezza di ciò che facevo e di tutto il lavoro che c’è dietro un film o una fiction. 

Hai dei consigli per chi vuole intraprendere questa strada?

Non è facile intraprendere la strada della recitazione e del cinema, bisogna lavorare con serietà, e i sacrifici da fare sono molti. Io consiglio sempre di studiare recitazione presso una scuola di cinema e teatro, in quanto in questo ambiente bisogna essere sempre pronti e aggiornati e soprattutto bisogna riuscire ad interpretare tantissimi ruoli contemporaneamente; consiglio anche di seguire corsi di dizione. In sostanza alla base di questa carriera, come d’altronde di tutte le carriere, c’è molto studio, non si diventa attori dal nulla come invece delle volte vogliono farci credere. 

Quali sono i tuoi sogni nel cassetto?

Come già ho detto prima, voglio fare della recitazione il mio lavoro, ma non mi fermo qui. Per prima cosa aspiro ad essere una persona istruita; mi diplomerò e mi iscriverò all’università. Molti mi dicono che per la mia spigliatezza e loquacità, sarei molto adatta alla facoltà di legge, ma a me piacerebbe diventare medico come il mio papà.

Che progetti hai per il futuro?

Al momento ho deciso di arricchire la mia esperienza con il teatro, quindi ho in cantiere diversi corsi di recitazione teatrale. Il teatro è un mondo completamente diverso dal cinema e tutti gli attori con cui ho lavorato mi hanno consigliato di studiare recitazione teatrale in quanto è un’esperienza che forma l’attore. Io mi sono trovata a recitare prima al cinema, ma ora che sono più consapevole di ciò che faccio e di come si lavora nel mondo della recitazione, sento che l’esperienza teatrale sarà un’esperienza che mi fortificherà e che mi darà le basi per diventare una buona attrice in futuro.

Attraverso la recitazione cerchi di mandare un messaggio al pubblico che ti guarda?

Come ti dicevo, quando recito metto sempre un po di me nell’interpretazione, in più mi è stata data più volte la possibilità di inviare un messaggio al pubblico attraverso i vari  personaggi che ho interpretato. Ad esempio in “Un posto al sole” interpreto Alice e in una delle puntate, attraverso il mio personaggio, è stata affrontata la tematica del bullismo e del cyberbullismo, tematica a me molto cara in quanto io stessa ne sono stata vittima, poiché i ragazzi della mia età vedono il diverso come un qualcosa che mette paura, ed io ero etichettata come diversa perché recitavo, perché secondo loro io non vivevo la vita come doveva viverla una ragazzina della mia età. In realtà  io ho sempre vissuto la mia vita con spensieratezza e mai mi è pesato recitare o studiare per farlo, quindi la paura dei miei coetanei nasceva nel momento in cui io vivevo una vita diversa dalla loro. Tutto questo mi ha portato a non voler andare più a scuola e a rintanarmi in casa, ma per fortuna grazie ai miei genitori e a mia sorella maggiore Liviana e al mio fratellino Francesco, e grazie ai miei veri amici, ho superato le difficoltà e sono andata avanti.  

a cura di Vincenza Lourdes Varone

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Cassiera di un discount non vuole lavorare a San Silvestro: trasferita a 100km di distanza

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Trasferita per una settimana ad un centinaio di  chilometri di distanza.

Questo è quello che è accaduto ad una cassiera di un discount di Susa, nell’area metropolitana di Torino. La donna,  impiegata con un contratto che prevede il riposo domenicale e l’orario lavorativo dal Lunedì al Sabato. A denunciare l’accaduto il sindacato di categoria della Cisl, la Fisascat, che nei giorni scorsi ha promosso una mobilitazione che ha interessato l’assessorato regionale alle Pari opportunità, ed ora attende una risposta da parte dell’azienda.

Come riporta “Il Mattino”, secondo il racconto del responsabile torinese di Fisascat Cisl, la signora a metà dicembre avrebbe detto alla sua responsabile di non essere disponibile per la vigilia  di Capodanno. Il giorno dopo avrebbe ricevuto comunicazione di doversi recare per una settimana a lavorare nel Canavese. Interpretando il fatto come una conseguenza del suo rifiuto a lavorare Domenica 31 Dicembre la donna si è rivolta al sindacato che ha già promosso uno sciopero e preannuncia altre mobilitazioni in caro di mancata soluzione positiva della vicenda.

Renzi svela il piano su alleanze e riforme

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Su Berlusconi. «Ho fatto i calcoli delle ultime tre proposte elettorali di Berlusconi. Siamo già oltre 150 miliardi e la cosa folle è che non si scandalizzi nessun editorialista. Come le paga? Spunta un miliardario cinese all’improvviso come è successo per il Milan o alza le tasse?»
Renzi svela il piano su alleanze e riforme – POLITICA

Intervistato da Carlo Bertini il segretario del Pd Matteo Renzi presenta il piano su alleanze e riforme. L’ex premier ritiene “difficile” l’accordo con Grasso. Inoltre spera che “a Palazzo Chigi vada un uomo del mio partito”. Sul fronte delle riforme parla di “protezione del ceto medio”.

Renzi: “Il Pd ha rimesso l’Italia in carreggiata, Europa e ceto medio le nuove sfide”

«Un accordo con Grasso? Vedendo i loro sondaggi non mi pare realistico. Il premier? Spero per l’Italia che sia un uomo del nostro partito»

Si chiude una legislatura tra le più travagliate. Matteo Renzi, quali sono le riforme che più hanno trasformato il Paese?

«Lavoro, tasse e diritti. Ma nessuna riforma di questa legislatura ha trasformato radicalmente il nostro Paese, sarebbe presuntuoso sostenere il contrario. Più semplicemente l’Italia era in grave difficoltà, a un passo dalla bancarotta: con l’impegno di questa legislatura siamo tornati in carreggiata. Le riforme più importanti hanno riguardato il mondo del lavoro con il Jobs Act e Industria 4.0; il mondo delle tasse con 80 euro, Irap costo del lavoro, Imu prima casa; il mondo dei diritti, dalle unioni civili al terzo settore, dal “dopo di noi” al “fine vita”. Lavoro, tasse, diritti: in questi settori il cambio di passo c’è stato e nessuno che sia in buona fede può negarlo. Ma è un cambio di passo, non una trasformazione radicale. La strada è ancora lunga».

Lei era sceso in campo per cambiare l’Italia. Dove sente di aver colto i risultati maggiori e quali sono state le resistenze più difficili da superare?

«Il fatto che la cultura non sia più giudicata la cenerentola dei bilanci ma richieda investimenti straordinari, dalla gestione dei musei al finanziamento dei privati è una piccola cosa nel dibattito pubblico ma per me è elemento di grande orgoglio. Non siamo invece riusciti a portare con noi la maggioranza dei lavoratori del pubblico impiego e soprattutto della scuola: spero che il rinnovo del contratto sia una buona occasione ma non c’è dubbio che questo sia stato uno dei settori in cui abbiamo sofferto di più le resistenze».

E ora quale dovrebbe essere una nuova agenda di riforme per il prossimo governo?

«Non ci sono ricette magiche, ma c’è solo da continuare migliorando ciò che è stato impostato. Secondo Istat i lavoratori italiani erano 22 milioni nel 2014, sono 23 milioni oggi. Bene, un milione in più. Dobbiamo creare le condizioni per arrivare a 24 milioni, certo. Ma dobbiamo anche porci il problema di come migliorare la qualità di quel lavoro, non solo la quantità. E per farlo servono gli incentivi e gli sgravi certo, ma anche la certezza della giustizia o la semplicità della burocrazia. Una visione di insieme per i prossimi anni. Possiamo permetterci di parlare di futuro perché abbiamo fatto uscire l’Italia dalle sabbie mobili. Ma dire futuro non significa sparare promesse in libertà: oggi ho fatto i calcoli delle ultime tre proposte elettorali di Berlusconi. Siamo già oltre 150 miliardi e la cosa folle è che non si scandalizzi nessun editorialista. Come le paga? Spunta un miliardario cinese all’improvviso come è successo per il Milan o alza le tasse? Noi del Pd non proporremo riforme mega-galattiche, non scriveremo un libro dei sogni: siamo coerenti e concreti».

Solo in Gran Bretagna risiedono 500 mila nostri connazionali, in gran parte giovani che hanno lasciato l’Italia negli ultimi 15 anni. Quali riforme potrebbero convincerli a tornare?

«L’Italia deve essere all’avanguardia nell’attrarre intelligenze. Dobbiamo creare centri di ricerca globali dove poter far crescere i nostri talenti. Dove ricollocare chi vuole tornare in Patria, certo. Ma anche dover invitare i migliori cervelli di tutto il mondo. Non c’è solo l’emergenza dell’immigrazione da barconi, che abbiamo affrontato con umanità e onore, a differenza di altri Paesi europei: c’è anche un’immigrazione diversa, da coltivare e promuovere nelle università del Sud-Est asiatico o dell’America latina, nei centri di ricerca europei e africani. Fare dell’Italia un grande centro di attrazione di cervelli di tutto il mondo, bloccando la fuga e iniziando a importare ciò che oggi esportiamo».

Obama ritiene che le democrazie avanzate debbano porsi la necessità di un nuovo welfare per far fronte all’impatto delle nuove tecnologie sul mercato del lavoro. Anche l’Italia ha bisogno di un nuovo welfare?

«L’Italia ha un sistema di welfare che gli americani si sognano. Però possiamo e dobbiamo fare meglio. Perché la mancanza di sicurezza non è solo nella paura del crimine, ma anche nella paura del futuro. La gente è spaventata perché non ha più le certezze del passato, chiede protezione. E studiare un paracadute nuovo che protegga il ceto medio spaventato è una delle imprese più difficili da realizzare. Qui però sta la grande sfida dell’Europa. E la prossima legislatura dovrà vedere un protagonismo italiano su questo punto, accompagnando e stimolando la crescente leadership della Francia di Macron».

Come mai ha scelto di correre per fare il senatore dopo aver caldeggiato la trasformazione della Camera alta in Senato delle autonomie? Non le pare una contraddizione?

«Non è un contrappasso dantesco, ma la scelta responsabile di inchinarsi alla volontà popolare. Continuo a pensare che questo Paese avrebbe funzionato meglio con una sola Camera a dare la fiducia, ma ho perso quella battaglia. I cittadini hanno scelto di tenere vivo il Senato e adesso trovo doveroso sottopormi al voto degli italiani per entrare o meno in Senato. Anzi: ho letto che Salvini vuole sfidarmi dove mi candido io: lo aspetto nel collegio senatoriale di Firenze».

Quale atteggiamento terrà nei riguardi dell’Europa di qui al voto? In primavera come sempre dovranno giudicare i nostri conti pubblici…

«Noi diciamo da tempo che siamo per un’Europa capace di ripensarsi. Europa sì, ma non così. Tuttavia se guardiamo gli schieramenti in campo noi siamo l’unico polo realmente europeista. Pur di prendere una trentina di collegi in più Berlusconi ha imbarcato Salvini, unico caso europeo di popolari e populisti che stanno dalla stessa parte. Dall’altro i Cinque Stelle sono impressionanti nella loro assurda visione europea: propongono un referendum che non si può fare per votare no alla permanenza nell’Eurozona, sapendo che questa scelta affosserebbe la nostra economia. In questo scenario il centrosinistra è davvero l’unica chance di un’Italia europeista che vuole un’Europa diversa, più forte e più giusta. Quanto ai conti pubblici, abbiamo messo a posto i conti, nonostante il Fiscal Compact: dall’Europa ci attendiamo elogi, non polemiche».

In caso di stallo dopo le urne, lei darebbe il suo ok ad un governo istituzionale, magari a guida Gentiloni? O chiederebbe un ritorno alle urne?

«Quello che accadrà il giorno dopo lo deciderà il Presidente della Repubblica dopo aver visto i risultati e aver ascoltato le forze politiche. Nutro un rispetto non formale per le attribuzioni che la Costituzione ha dato al Capo dello Stato. Spero in un Governo guidato da un premier Pd non per spirito di corpo ma perché lo considero un fatto positivo per l’Italia. L’Italia è più sicura se guidata dal Pd: non è tempo di apprendisti stregoni che si qualificano come nuovi o del ritorno di chi ha fatto schizzare lo spread a livelli record. È tempo di solidità e di forza tranquilla».

Ritiene possibile dopo il voto un accordo con il partito di Grasso per formare un governo, se aveste i numeri sufficienti?

«Non abbiamo niente contro Grasso, ma vedendo quanto sono accreditati nei sondaggi non mi pare l’ipotesi più realistica».

Il Pd cala nei sondaggi, anche per via delle banche. Cosa farà per invertire il trend?

«Sulle banche rivendico ciò che abbiamo fatto a cominciare dalla riforma delle popolari. Non credo che i sondaggi calino per quello, ma c’ un solo modo per invertire la rotta: faremo tutti insieme la campagna elettorale. E appena partirà la campagna, finalmente, la musica cambierà. Il Pd se la gioca sul filo dei voti per essere il primo partito contro i Cinque Stelle: non dimentichiamo che due terzi dei seggi vengono attribuiti sulla base del sistema proporzionale dove conta il singolo partito. Sul terzo restante, che viene definito dai collegi, sono fiducioso del fatto che metteremo i candidati migliori. E che saremo il primo gruppo in Parlamento: pronto a scommetterci».

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Guardia di Finanza: operazione ‘Easy Money’ per combattere riciclaggio, autoriciclaggio e fatture false

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I finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria, coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma, stanno eseguendo 4 misure cautelari personali emesse dal GIP del Tribunale di Roma nei confronti di altrettanti imprenditori romani, posti al vertice di una organizzazione criminale dedita all’emissione di fatture false, al riciclaggio e all’autoriciclaggio.

Il sodalizio criminale – che operava in Roma da diversi anni – era costituito da numerosi associati, tutti indagati e molto attivi all’interno della struttura criminale, che provvedevano a procacciare nuovi clienti, costituire società c.d. “cartiere”, predisporre false fatture e riciclare il denaro corrisposto a fronte del pagamento dei documenti fraudolentemente emessi.  In alcuni casi l’articolato sistema di frode è stato usato anche per sottrarre risorse a società prossime al fallimento, creando un grave danno per i creditori delle stesse. È stata l’efficacia del c.d. “presidio antiriciclaggio” che ha permesso di portare alla luce numerose operazioni finanziarie anomale.

Le società “cartiere”, che hanno emesso false fatture per circa 78 milioni di euro, erano intestate a “teste di legno”, retribuite con un compenso di 1.000 euro al mese. I clienti, invece, pagavano le fatture con bonifico bancario e, successivamente, il denaro veniva distribuito ai “camminatori” che, ogni mattina, avevano il compito di prelevarlo. Le somme prelevate giornalmente da ciascun soggetto venivano poi imbustate e restituite alle centinaia di clienti dell’organizzazione.  Tra gli “addetti ai prelievi” figurava anche un intero nucleo familiare, composto da madre, padre, figlio e fidanzata, che svolgeva l’attività “a tempo pieno”. Il flusso finanziario creato e gestito dalla complessa impresa criminale, ha consentito di riciclare oltre 55 milioni di euro. Oltre alla custodia in carcere disposta nei confronti dell’ideatore dell’organizzazione, il GIP ha disposto gli arresti domiciliari di altri due vertici e l’obbligo di presentarsi quotidianamente alla Polizia Giudiziaria nei confronti di un quarto sodale.