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Verso Frosinone – Juve Stabia: Abate chiama 24 Vespe per la battaglia dello Stirpe

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I dubbi sono stati sciolti e la rifinitura è terminata. La S.S. Juve Stabia 1907 ha reso nota la lista ufficiale dei calciatori che prenderanno parte alla delicata trasferta in terra ciociara.

Al termine dell’allenamento odierno, il tecnico Ignazio Abate e il suo staff hanno diramato l’elenco dei 24 convocati per il match contro il Frosinone, valido per la 15ª giornata del campionato di Serie BKT. Il calcio d’inizio è fissato per domani, lunedì 8 dicembre 2025, alle ore 15:00, nella cornice dello stadio ”Benito Stirpe”.

Le scelte di Abate: le assenze pesano

Il tecnico gialloblù dovrà fare i conti con diverse defezioni importanti. Nella lista degli indisponibili figurano nomi di rilievo come Varnier in difesa, oltre a Battistella, Burnete e Morachioli. Assenze che costringeranno lo staff tecnico a ridisegnare alcune zone del campo, chiedendo un extra sforzo al gruppo, specialmente nel reparto arretrato e nelle rotazioni offensive.

Occhio ai cartellini

Massima attenzione anche sul fronte disciplinare: Correia e Piscopo figurano nella lista dei diffidati. Per loro, un’eventuale ammonizione allo Stirpe significherebbe saltare il prossimo impegno di campionato.

Di seguito l’elenco completo dei convocati a disposizione di Mister Abate:

I CONVOCATI

  • Portieri: 1 Confente, 16 Signorini, 23 Boer.

  • Difensori: 3 Reale, 4 Ruggero, 6 Bellich, 15 Baldi, 19 Stabile, 24 Carissoni, 33 Giorgini, 76 Mannini.

  • Centrocampisti: 10 Pierobon, 17 Ciammaglichella, 20 Duca, 29 Correia, 37 Maistro, 45 Zuccon, 55 Leone, 77 Cacciamani, 98 Mosti.

  • Attaccanti: 9 Gabrielloni, 11 Piscopo, 21 De Pieri, 27 Candellone.

Indisponibili: Battistella, Burnete, Morachioli, Varnier.

Diffidati: Correia, Piscopo

Questi 24 nomi sono una garanzia, anche se le defezioni di Varnier, Battistella e gli altri pesano come macigni. Ma è proprio nei momenti di difficoltà, quando le assenze impongono di stringere i denti, che il vero spirito stabiese deve emergere. Contro una squadra forte e affamata come il Frosinone, non basterà la tattica: servirà il cuore, la garra e la consapevolezza che ogni maglia, dal primo all’ultimo minuto, vale doppio.

Mister Abate ha fatto le sue scelte, ora la parola passa al campo, ma soprattutto alla Fede Gialloblù.

Frosinone – Juve Stabia: Le Vespe incontrano di nuovo Alvini ora sulla panchina dei Ciociari

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C’è aria di big match, ma soprattutto c’è aria di rivincita. La sfida tra Frosinone e Juve Stabia non è solo un incrocio di classifica, ma un intreccio di destini che riporta le lancette dell’orologio indietro di qualche mese, riaprendo vecchie ferite e accendendo nuove ambizioni.

Il “Fattore Alvini”: Esperienza e voglia di riscatto

Questa estate, la dirigenza ciociara non ha avuto dubbi: per rilanciare un ambiente depresso da una stagione infelice, serviva una guida sicura. La scelta è ricaduta su Massimiliano Alvini, un tecnico che per questa categoria rappresenta non solo un lusso, ma una garanzia di competenza e carisma.

Eppure, per il Mister, sedersi sulla panchina giallazzurra ha il sapore del riscatto personale. L’ombra della scorsa stagione a Cosenza è ancora lunga: un’annata travagliata con i “lupi” della Calabria, terminata nel peggiore dei modi con il ritorno in Serie C e un esonero che, col senno di poi, non servì a raddrizzare la barca.

Quel pomeriggio fatale al Romeo Menti

Il destino, si sa, ha un senso dell’umorismo particolare. Se c’è una data cerchiata in rosso nel passato recente di Alvini, è quella della trasferta al Romeo Menti. Fu proprio la sconfitta contro la Juve Stabia a segnare il punto di non ritorno della sua avventura calabrese.

I tifosi delle Vespe ricordano bene quel match: una prestazione sontuosa decisa da uno straordinario Adorante, coadiuvato dai “graffi” letali di Candellone e Fortini. Quei gol regalarono a Castellammare un pezzo fondamentale di salvezza e condannarono Alvini. Oggi, il tecnico toscano ritrova quegli stessi colori, ma con una corazzata diversa alle spalle e una gran voglia di cancellare quel ricordo.

Frosinone: La “Banda Terribile” che diverte

Il matrimonio tra Alvini e il Frosinone, al momento, sembra essere nato sotto una buona stella. I Ciociari hanno ritrovato quel “veleno” agonistico e quella brillantezza che sembravano perduti.

Se il Monza appare, per rosa e investimenti, la fuoriserie del campionato, il Frosinone — insieme alla sorpresa Cesena — si sta prendendo la palma della squadra più divertente. Un calcio fatto di velocità, verticalizzazioni improvvise e un lavoro collettivo maniacale. Non è solo vincere, è il come si vince che sta riaccendendo l’entusiasmo allo “Stirpe”.

Vespe avvisate: Serve un cambio di marcia

Per la Juve Stabia, la trasferta in Ciociaria rappresenta un esame di maturità ai limiti del proibitivo. La squadra di Ignazio Abate arriva all’appuntamento con diverse incognite, specialmente lontano dalle mura amiche del Menti.

In trasferta, le Vespe hanno spesso dato l’impressione di “sparare a salve”, faticando a concretizzare la mole di gioco e palesando una fragilità che contro l’attacco del Frosinone potrebbe rivelarsi letale. Servirà qualcosa di drasticamente diverso rispetto alle ultime uscite: più cinismo, più attenzione e quel furore agonistico che ha fatto la fortuna dei gialloblù in passato.

Basta moviola: Che parlino solo i protagonisti

C’è infine un ultimo auspicio che accompagna la vigilia di mister Abate e dei suoi ragazzi. La speranza è che al fischio finale si possa parlare solo di tattica, di gol e di gesti tecnici.

Ultimamente, gli episodi da moviola non hanno certo sorriso ai colori di Castellammare di Stabia, lasciando spesso l’amaro in bocca e la sensazione di aver raccolto meno di quanto seminato. A Frosinone servirà una prestazione perfetta, ma anche la serenità di una direzione di gara che lasci ai ventidue in campo il compito di decidere il destino del match.

Precedenti: Frosinone-Juve Stabia sono 8 in campionato in ciociaria

Sono otto i precedenti disputati a Frosinone in campionato tra canarini e vespe

Frosinone e Juve Stabia, si sono affrontate otto volte in campionato (una volta in serie D, cinque in serie C e due in serie B) in terra ciociara.

gialloblù di Castellammare non hanno mai vinto, quattro volte hanno strappato un pari ed in altri quattro incontri sono usciti sconfitti.

Questi i dettagli dei precedenti disputati al Matusa:

– 1963 / 1964 – Campionato Nazionale di Serie D girone E

–  15° giornata di ritorno:  FROSINONE – JUVE STABIA 3 – 0.

– 1972 / 1973 – Campionato Nazionale di Serie C girone C

24 settembre 1972 – 2° giornata d’andata: FROSINONE – JUVE STABIA 1 – 1 Flaminio DE BIASE (JS) e Maselli (F).

– 1973 / 1974 – Campionato Nazionale di Serie C girone C

12 maggio 1974 – 14° giornata di ritorno: FROSINONE – JUVE STABIA 1 – 0 Masiello.

– 1985 / 1986 – Campionato Nazionale di Serie C2 girone D

17 novembre 1985 – 9° giornata d’andata: FROSINONE – JUVE STABIA 0 – 0.

– 1986 / 1987 – Campionato Nazionale di Serie C2 girone D

5 ottobre 1986 – 3° giornata d’andata: FROSINONE – JUVE STABIA 2 – 1 (arbitro Franco Costamagna di Torino) doppietta di Mariotti (F) e Marcello PRIMA (JS).

– 2005 / 2006 – Campionato Nazionale di Serie C1 girone B

16 ottobre 2005 – 8° giornata d’andata: FROSINONE – JUVE STABIA 3 – 2 (arbitro Marco Barbirati di Ferrara) Bellè (F) su rigore, Fabrizio FERRIGNO (JS), Ischia (F), Luigi CASTALDO (JS) e Ginestra (F).

I precedenti in serie B disputati allo Stirpe:

– 2019 / 2020 – Campionato Nazionale di Serie BKt 

13 luglio 2020 – 15° giornata di ritorno: FROSINONE – JUVE STABIA 2 – 2 (arbitro Valerio Marini di Roma 1) Bellè (F) su rigore, Alessandro MALLAMO (JS), Brighenti (F), Francesco FORTE (JS) e Dionisi (F) su calcio di rigore.

– 2024 / 2025 – Campionato Nazionale di Serie BKt 

1° settembre 2024 – 4° giornata d’andata: FROSINONE – JUVE STABIA 0 – 0 (arbitro Kevin Bonacina di Bergamo).

 

Frosinone – Juve Stabia, è anche la partita dell’ex Giacomo Calò: Una sfida al passato per spezzare il tabù

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Non sarà una domenica qualunque per Giacomo Calò. Quando il direttore di gara fischierà l’inizio di Frosinone-Juve Stabia, per il centrocampista giallazzurro inizierà una partita nella partita, un match dal sapore speciale che sa tanto di resa dei conti personale. Arrivato in Ciociaria con l’obiettivo dichiarato di imporsi come uno dei migliori registi della Serie B, Calò si trova davanti allo specchio del suo recente passato, pronto a sfidare quei colori che conosce fin troppo bene.

Un conto aperto con le Vespe

L’incontro dello “Stirpe” non è solo una tappa fondamentale per il cammino del Frosinone, ma l’occasione perfetta per Calò di esorcizzare un vero e proprio tabù. La memoria corre alla scorsa stagione, quando l’incrocio con le Vespe si trasformò in un incubo sportivo: due partite, due vittorie per i campani. Un bottino pieno per la Juve Stabia che lasciò nell’ex l’amara sensazione di non essere riuscito a incidere contro la sua vecchia squadra.

Ora il calendario offre la chance del riscatto. Se lo scorso anno il campo ha sorriso solo ai gialloblù, questa volta Calò scende in campo con il “dente avvelenato” (sportivamente parlando), determinato a riscrivere il finale di una sceneggiatura che finora lo ha visto soccombere.

Cuore in panchina, testa al campo

Giacomo Calò a Castellammare non è stato uno di passaggio. Con la maglia della Juve Stabia ha lasciato un segno tangibile, deliziando il “Menti” con la sua visione di gioco e quella capacità balistica sui calci piazzati che lo rende un pericolo costante. Ma allo “Stirpe”, per novanta minuti, non ci sarà spazio per i sentimenti. L’affetto e i ricordi verranno messi da parte per lasciare spazio alla pura rivalsa agonistica.

I tifosi stabiesi, che ben conoscono le sue qualità, sperano che la “legge dell’ex” non si applichi e che la storia possa ripetersi come l’anno scorso. Dall’altra parte, però, c’è un giocatore che vuole dimostrare il suo valore proprio davanti a chi lo ha applaudito in passato.

Le chiavi del centrocampo

Tutti gli occhi saranno puntati sulla zona nevralgica del campo. Calò sarà il metronomo chiamato a dettare i ritmi, a cucire il gioco per gli attaccanti del Frosinone e, perché no, a cercare il colpo risolutore su palla inattiva, la specialità della casa.

Per il Frosinone, la partita è un test cruciale per consolidare la classifica e inseguire gli obiettivi stagionali. Per Calò, è l’opportunità di chiudere un cerchio. Spezzare il tabù, fornire una prestazione maiuscola e prendersi la rivincita: il piatto è ricco. Sarà la volta buona per un finale diverso? La risposta, come sempre, spetta insindacabilmente al campo.

Inaugurata in Piazza Spartaco l’8a Aiuola d’artista, un’iniziativa dell’IIS “M.P. Vitruvio” di Castellammare

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Con “Aiuola d’artista” una Castellammare più bella e vivibile, partendo dalla riqualificazione delle aree verdi poste all’interno della nostra città.

Ieri mattina 6 dicembre, alle ore 10,00 in Piazza Spartaco è stata inaugurata l’ottava “Aiuola d’artista”, un progetto di riqualificazione urbana dell’Istituto Superiore “M.P. Vitruvio” di Castellammare di Stabia in sinergia con l’Amministrazione comunale.

Una piazza più bella e accogliente grazie all’impegno di alunni e personale scolastico dell’Istituto Vitruvio di Castellammare di Stabia, che anche negli anni precedenti hanno curato il ripristino di aiuole nei luoghi più iconici della città.

In una splendida giornata di sole, gli alunni delle classi terze, quarte e quinte dell’istituto Vitruvio, nelle loro impeccabili divise, hanno pacificamente invaso la piazza e partecipato con entusiasmo all’evento.

Il progetto di arte ambientale dell’aiuola in Piazza Spartaco – pulizia, scerbatura e piantumazione – è stato portato a termine con impegno dagli alunni della classe 5A dell’indirizzo “Agraria, Agroalimentare e Agroindustria”.

A coordinare gli interventi i proff. Vincenzo Somma e Dario Vitiello, con l’aiuto di tecnici e collaboratori scolastici dello storico istituto stabiese.

La cerimonia inaugurale si è svolta alla presenza della Dirigente Scolastica dell’I.I.S. “M.P. Vitruvio” prof.ssa Angela Cioffi, del sindaco di Castellammare dott.  Luigi Vicinanza, dell’assessora prof.ssa Annalisa Di Nuzzo e del consigliere comunale dott. Alessandro Langellotti.

Hanno partecipato alla cerimonia la prof.ssa Angela Antonelli, Dirigente Scolastica dell’IC1°Cecchi-Stabiae e il prof. Pasquale Iezza Dirigente Scolastico dell’Istituto Superiore “Axel Munthe” di Anacapri.

Tra i presenti anche il vicepresidente del Rotary Club di Castellammare di Stabia Mario Afeltra con la consigliera Rosanna Angiò; l’Ing. Catello Lamberti presidente del Comitato Terme di Stabia e la presidente dell’Associazione “Achille Basile – Le ali della lettura” Carmen Matarazzo.

Non potevano mancare il vicepreside, prof. Alessandro Cascone, e tanti altri docenti e personale Ata dell’Istituto Vitruvio.

Era presente, inoltre, una nutrita rappresentanza della Polizia Municipale, che con il suo intervento ha vigilato sull’incolumità delle tante persone che sostavano nella piazza.

la D.S. prof.ssa Angela Cioffi ha ringraziato quanti hanno reso possibile la realizzazione di questa bella iniziativa, tra cui il titolare del “Bar Nunzio”, Antonino La Monica.

Il titolare del “Bar Nunzio”, con cui l’Istituto Vitruvio ha una convenzione triennale di formazione e lavoro, si è preso l’impegno di aiutare i ragazzi nel progetto, offrendo supporto per le utenze e la successiva manutenzione delle piante.

La Dirigente ha sottolineato lo spirito di servizio con cui l’Istituto Vitruvio porta avanti tante iniziative per la città, per il territorio e per i giovani, ma anche la necessità di un aiuto dalle altre istituzioni e, come in questo caso, anche da privati cittadini.

Per il sindaco di Castellammare Luigi Vicinanza: “Questo progetto rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione tra un’istituzione pubblica, l’amministrazione comunale e le associazioni del territorio. Da solo nessuno ce la fa. – ha affermato.

“Oggi inaugurando questa aiuola nel cuore di Castellammare a Piazza Spartaco, per i più anziani Largo Fusco, apriamo ufficialmente le iniziative per il Natale 2025”.

“Abbiamo voluto che proprio questo evento aprisse il calendario, con più di quaranta iniziative da oggi fino alla festa di San Catello. Ci rivediamo domani sera qui, perché accenderemo l’albero di Natale, come li accenderemo in tutta Castellammare.”

Ad officiare il rito della benedizione dell’aiuola il diacono don Domenico Maurizio Longobardi, che con le sue parole ha generato un’intensa emozione condivisa, un forte senso di unità e speranza:

“La pace sia in questa piazza e in tutti quelli che vi passano. La bellezza, il decoro e l’armonia possano regnare in questa piazza e in tutta la città. Che il Signore possa proteggere gli abitanti di Castellammare e farli vivere nella concordia.”

Molte le parole di apprezzamento per “Aiuola d’artista”, che ha anche un alto valore simbolico: piantare un fiore simboleggia la capacità di superare le difficoltà e di rinnovarsi, un modo per donare bellezza e un messaggio di sostegno che va oltre le parole.

La cura degli spazi verdi urbani rende la nostra città più accogliente e bella, migliorando la qualità dell’aria, favorendo il benessere psicofisico e sociale, e aumentando l’attrattività turistica.

Un plauso al progetto “Aiuola d’artista” dell’Istituto Vitruvio di Castellammare di Stabia che, creando luoghi di aggregazione e bellezza condivisa, vuole ricordare che una città più vivibile nasce dalla collaborazione di tutti noi.

Immacolata di passione e pallone: la Juve Stabia sogna l’impresa allo “Stirpe”

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Il calendario segna l’8 dicembre. Non è una data qualunque. Non è solo la prima, vera festività che accende le luci del Natale e l’entusiasmo dei bambini. Per la gente di Castellammare di Stabia, l’Immacolata è molto di più: è identità, è tradizione viscerale, una ricorrenza sentita quasi quanto quella del Santo Patrono. È in questo clima di festa e devozione che la Juve Stabia scende in campo, cullando il sogno di impacchettare un regalo speciale da consegnare, al fischio finale, ai propri tifosi.

Una sfida da brividi

Facile a dirsi, molto più difficile a farsi. Perché se il cuore vola verso casa, le gambe dovranno correre sul prato del “Benito Stirpe”, tana dei Canarini. Il Frosinone non ha bisogno di presentazioni: è una delle corazzate del campionato, capace di esprimere un calcio spettacolare e offensivo. Per le Vespe sarà un banco di prova durissimo, ma il calcio vive di corsi e ricorsi storici, e la mente non può che tornare a quanto accaduto solo pochi mesi fa.

Il flashback: quando i ruoli si invertirono

Lo scorso campionato è stato un romanzo ricco di colpi di scena proprio in questo incrocio. All’andata, il pareggio strappato allo “Stirpe” fu il primo vero segnale della solidità della truppa allora guidata da Pagliuca: un punto d’oro contro un avversario sulla carta più quotato, che fece capire di che pasta erano fatte le Vespe.

Poi, con il volare dei fogli dal calendario, le gerarchie si ribaltarono clamorosamente. Il Frosinone, partito per dominare, si ritrovò impantanato nei bassifondi della classifica, mentre la Juve Stabia, con umiltà e consapevolezza, spiccava il volo verso le zone nobili.

Al ritorno al “Romeo Menti”, la storia si ripeté ma a parti inverse: finì ancora in parità, complice l’ennesimo episodio VAR che penalizzò i gialloblù. Quel giorno, il punto guadagnato fece tirare un sospiro di sollievo ai ciociari e lasciò l’amaro in bocca agli stabiesi: la prova lampante di come il mondo si fosse capovolto. Il resto è storia nota: la Juve Stabia arrivata a un passo dal grande sogno e il Frosinone salvo per il rotto della cuffia, complice anche il caso Brescia.

Nulla è ancora scritto

Oggi, il copione sembra essere tornato quello di un’estate fa. Il Frosinone parte con i favori del pronostico, forte della sua rosa e del fattore campo. Ma il calcio è l’unica scienza inesatta dove nulla è scritto finché non rotola il pallone.

La Juve Stabia arriva nel Lazio con quella voglia matta di stupire ancora, di ribaltare i pronostici e di dimostrare che il divario tecnico può essere colmato dal cuore e dall’organizzazione. In questo giorno di festa, il pomeriggio dello “Stirpe” promette scintille: una sfida tutta da vivere, con la speranza che l’Immacolata porti in dote non solo la tradizione, ma anche punti pesanti per la classifica.

Juve Stabia, bottino punti che nelle ultime 3 gare grida vendetta: Solo 2 punti tra episodi contro e sfortuna

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Due punti su nove disponibili. È questo il magro bottino raccolto dalla Juve Stabia nel trittico di fuoco contro Sampdoria, Monza e Bari. Ma se la matematica non è un’opinione, il calcio giocato racconta spesso una storia diversa dai freddi numeri. Se il pareggio contro il Monza può essere archiviato come un risultato positivo nonostante l’episodio del mancato calcio di rigore (con possibile espulsione) in favore delle Vespe, perchè ottenuto contro la capolista, le altre due partite gridano vendetta.

La classifica virtuale e il “mal di fischietto”

C’è un senso di incompiutezza nell’ambiente gialloblù. Un pareggio a Marassi e una vittoria contro il Bari avrebbero potuto restituire alla Juve Stabia quel qualcosa che manca ai fini della classifica attuale. Si può parlare di sfortuna, certo, ma è impossibile ignorare una serie di decisioni arbitrali che hanno decisamente indispettito la tifoseria stabiese.

L’elenco è nutrito: si parte dal calcio di rigore fischiato contro a Genova, passando per il penalty negato a Candellone contro il Monza, fino ad arrivare al gol annullato nella sfida contro il Bari. Se la decisione sul gol dell’ex Triestina, Correia, è arrivata dopo una valutazione di fuorigioco, è il gol cancellato a Gabrielloni a lasciare decisamente perplessi per la dinamica dell’azione. Episodi che pesano come macigni e che alimentano il rimpianto per una classifica che avrebbe potuto essere ben più sorridente.

La montagna Frosinone e il mal di trasferta

Non c’è tempo, però, per le recriminazioni. Domani pomeriggio la squadra di Ignazio Abate sarà chiamata ancora una volta a un esame di maturità. E non sarà un esame facile. Al “Benito Stirpe” attende il Frosinone, una squadra in salute che, tra le mura amiche, esprime un calcio spettacolare.

La sfida assume i contorni della classica “montagna da scalare”, soprattutto se aggiungiamo al contesto una Juve Stabia che, lontano dal “Menti”, è apparsa finora troppo timida. Servirà un cambio di passo mentale e tattico per arginare l’esuberanza ciociara e provare a strappare punti pesanti.

Emergenza in infermeria: Abate conta gli uomini

A complicare i piani del tecnico c’è la gestione della rosa. Ignazio Abate ha il peso degli uomini contati e le scelte sono quasi obbligate. La situazione fisica preoccupa: con Burnete e Varnier ai box e Bellich costretto a stringere i denti pur di esserci, la gestione dei cambi diventa un rompicapo sia in difesa che in attacco.

Pesa, e non poco, anche l’assenza di Zuccon: in partite “sporche”, fatte di corsa e di lotta, la sua energia sarebbe stata una pedina fondamentale per dare ossigeno alla mediana e rompere il ritmo avversario.

Cuore e orgoglio oltre l’ostacolo

Il momento, inutile negarlo, non è positivo sotto il profilo dei risultati. Eppure, scusando il gioco di parole, di positivo resta molto: le prestazioni importanti, la voglia di non arrendersi mai e una classifica che, nonostante tutto, resta in perfetta media con i piani di inizio stagione.

Questa Juve Stabia sta gettando il cuore oltre l’ostacolo, mostrando un’identità precisa e battagliera. Un pizzico di fortuna in più non guasterebbe, ma la strada tracciata da Abate sembra quella giusta: sofferenza, lavoro e orgoglio. Lunedì, a Frosinone, serviranno tutti e tre.

Juve Stabia, Giacomo Stabile: La maturità di un veterano nel corpo di un giovane talento

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Se lo 0-0 contro il Bari lascia in eredità rimpianti per le occasioni sfumate e le decisioni arbitrali, l’analisi dei singoli consegna alla Juve Stabia una notizia splendida, forse la più importante in ottica futura: l’esplosione definitiva di Giacomo Stabile.

Nel cuore della difesa, laddove ogni errore si paga a caro prezzo, il giovane centrale ha sfoderato una prestazione che definire “promettente” sarebbe riduttivo. Contro il Bari, Stabile ha giocato con l’autorità e la lucidità di un veterano, annullando il gap anagrafico con gli avversari e prendendosi la scena.

Un difensore moderno e glaciale

Contro un attacco insidioso come quello dei galletti, Stabile è stato un manifesto di sicurezza. La sua non è stata una gara di sola rottura: ha letto le linee di passaggio in anticipo, ha gestito le marcature con il fisico e con la testa, ma soprattutto ha mostrato le doti del difensore moderno.

Palla al piede, il ragazzo non trema. Invece di spazzare via la sfera nei momenti di pressione, ha cercato l’impostazione con calma olimpica e precisione chirurgica. Una spavalderia tecnica che denota una personalità fuori dal comune per la sua età: Stabile gioca come chi è abituato a calcare palcoscenici importanti da anni.

Una crescita esponenziale

La gara contro il Bari non è un exploit isolato, ma la conferma di un trend. Stabile sta vivendo una crescita esponenziale, migliorando uscita dopo uscita. Sembra assorbire ogni esperienza, trasformando ogni minuto giocato in un tassello del suo bagaglio tecnico. Gli errori, fisiologici per un giovane, sono diventati lezioni apprese, lasciando spazio a una solidità mentale impressionante.

Il nuovo pilastro delle Vespe

Se Lorenzo Carissoni, sulla fascia, ha incarnato lo spirito di sacrificio e la “garra” della squadra, Giacomo Stabile ne ha rappresentato l’intelligenza tattica e l’equilibrio. La Juve Stabia può sorridere: ha scoperto in casa un talento capace di reggere la pressione di un campionato difficile come la Serie B. Le Vespe non hanno trovato la via del gol, è vero, ma hanno trovato un pilastro difensivo su cui costruire il presente e il futuro. Il domani di Stabile appare luminosissimo, e per gli attaccanti avversari, superarlo sarà sempre più difficile.

Recensione di “Ghost Love – Tra noi niente, eppure tutto” prima opera di Maria Musso

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C’è una sottile linea di confine dove la realtà sfuma nel desiderio, dove ciò che non è mai accaduto possiede una densità emotiva superiore agli eventi reali. È in questo limbo agrodolce che si muove “Ghost Love – Tra noi niente, eppure tutto”, la prima opera narrativa di Maria Musso.

Per comprendere appieno la profondità di quest’opera, è necessario guardare all’autrice non solo come scrittrice, ma come figura poliedrica: psicologa “con un’anima musicale”, professoressa di musica, giornalista (nota firma del nostro quotidiano ViViCentro.it e corrispondente per TRM Canale 13) e maestra di danza. Maria Musso che tutti conoscono come Mariella si definisce un “ponte tra mente, corpo e parola”, e questo romanzo è l’architettura perfetta di quel ponte.

La trama: un amore sospeso

La storia ci porta nel cuore di un “non-amore”, quello tra la protagonista e Luca. Un legame fatto di silenzi assordanti, di sguardi che urlano e di una tensione che non trova mai lo sfogo del contatto fisico. È un “Ghost Love”, un amore fantasma: non c’è una relazione da etichettare, eppure c’è tutto. La narrazione è un viaggio attraverso le “sincronicità”, quei segnali che l’universo sembra inviare per alimentare un fuoco che la logica vorrebbe spegnere. La protagonista vive sospesa tra il sogno e la realtà, intrappolata nel dubbio amletico: è stato amore vero o solo una proiezione?

La musica come co-protagonista

Data la formazione accademica dell’autrice – laureata AFAM al Conservatorio “A. Corelli” – non stupisce che la musica non sia un semplice orpello decorativo, ma la spina dorsale del romanzo. La playlist del libro è la mappa emotiva dei personaggi. Si passa dalla malinconia classica italiana di “Te lo leggo negli occhi” di Sergio Endrigo, che racconta tutto ciò che le labbra non dicono, all’angoscia esistenziale di “Creep” dei Radiohead, inno di chi si sente inadeguato di fronte all’oggetto del desiderio. La Musso usa le note per dire ciò che le parole, da sole, non riuscirebbero a spiegare.

Un percorso psicologico di rinascita

È qui che emerge l’anima della psicologa. Il libro non è solo la cronaca di un sentimento mancato, ma un potente strumento di introspezione. Attraverso il dolore dell’assenza, la protagonista è costretta a guardarsi dentro. L’autrice, esperta nell’accompagnare le persone a “riscoprirsi e sbloccarsi”, fa compiere al suo personaggio lo stesso percorso: dal bisogno dell’altro alla consapevolezza di sé. Il finale è una liberazione, un atto di forza interiore. La protagonista comprende che la sua identità non dipende da Luca, né dalla realizzazione di quel sogno.

Conclusioni

“Ghost Love” è un libro che risuona potente in chiunque abbia vissuto un amore non corrisposto o rimasto in sospeso. Mariella Musso, con la sensibilità dell’artista e l’acutezza della psicologa, ci insegna che talvolta le storie più importanti non sono quelle che viviamo con gli altri, ma quelle che, attraverso gli altri, ci permettono di incontrare finalmente noi stessi.

Su questa sua opera Mariella ci dice: “Quello che avevo annunciato ieri… oggi prende forma. 
Sotto il mio albero, quest’anno, c’è un pezzo di cuore che finalmente ho deciso di condividere con il mondo.
È nato Ghost Love – Tra noi niente, eppure tutto.
Un romanzo che parla di legami invisibili, di parole sospese, di tutto ciò che resta anche quando sembra non esserci più nulla.
Da oggi è disponibile qui:
www.ghostlove.mariamusso.com
E se quest’anno vuoi regalare qualcosa che arrivi dritto al cuore, questo libro forse è esattamente quello che stavi cercando.
Grazie a chi mi sta sostenendo in ogni passo.
Il mio Natale inizia così.”

Una lettura consigliata a chi cerca risposte nei silenzi e a chi vuole scoprire come trasformare un’assenza in una nuova, fortissima, presenza interiore.

Giudice Sportivo: Ammenda per la Juve Stabia e due calciatori in diffida. Il bollettino post-gara con il Bari

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Arrivano le decisioni del Giudice Sportivo, avv. Emilio Battaglia, in merito al recupero della giornata n.10 del campionato di Serie BKT 2025-2026 che ha visto la Juve Stabia ospitare il Bari. La riunione del 5 dicembre 2025 ha portato in dote alla Juve Stabia non solo sanzioni economiche legate al comportamento del pubblico, ma anche un campanello d’allarme disciplinare per due pedine fondamentali dello scacchiere gialloblù.

Ammenda di 8.000 euro alla Società

Il Giudice Sportivo ha inflitto un’ammenda di € 8.000,00 alla società Juve Stabia. La sanzione scaturisce da due episodi distinti riportati negli atti ufficiali di gara: al 1° minuto del primo tempo, sono stati lanciati due fumogeni nel recinto di gioco e al 28° minuto del secondo tempo, alcuni sostenitori hanno indirizzato un fascio di luce-laser verso il portiere avversario Cerofolini che si era lamentato richiamando l’attenzione del direttore di gara Abisso.

Va sottolineato che la sanzione è stata applicata tenendo conto dell’attenuante prevista dall’art. 29, comma 1 lett. b) del CGS (Codice di Giustizia Sportiva), che solitamente riconosce alla società l’operato fattivo per prevenire o limitare tali comportamenti o la collaborazione con le forze dell’ordine.

Situazione disciplinare: Correia e Piscopo in diffida

Oltre alla multa, il comunicato ufficializza la situazione dei cartellini gialli rimediati durante il match. Scatta l’ammonizione con diffida (quarta sanzione) per Omar Correia e Kevin Piscopo.

Entrambi i giocatori sono stati sanzionati per “comportamento scorretto nei confronti di un avversario”. Essendo giunti alla quarta ammonizione stagionale, entrano ufficialmente nella lista dei diffidati: al prossimo cartellino giallo scatterà automaticamente un turno di squalifica. Una situazione che imporrà massima attenzione nella gestione dei falli nelle prossime, delicate, sfide di campionato.

Rinaldi: “Credo nello Stabia ai Playoff. Il VAR sta facendo disastri”

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L’ex difensore della Juve Stabia, Geppino Rinaldi, noto per aver fatto del contatto fisico la sua cifra distintiva in campo, ha offerto la sua prospettiva sulla stagione delle vespe, concentrandosi sull’impatto della direzione arbitrale e sulle potenzialità della squadra. Rinaldi è intervenuto per discutere come un calciatore possa mantenere la calma quando l’arbitro si mostra rigoroso con la propria squadra e morbido con gli avversari.

Prospettive Play-off e Mercato di Gennaio

Secondo Rinaldi, il campionato della Juve Stabia sta riflettendo il percorso di un allenatore giovane (Abate) che sta incontrando difficoltà in un torneo molto complesso. Nonostante ciò, l’ex giocatore crede che la squadra possa ambire ai play-off. La classifica attuale, che vede la Juve Stabia a pari punti con Avellino e Catanzaro, rafforza questa possibilità.
Rinaldi ha espresso fiducia nel fatto che l’ingresso della nuova società possa consentire di rafforzare la rosa durante il mercato di gennaio.

Leone in Serie A e la Pressione della Piazza

Analizzando i singoli, Rinaldi ha mostrato un forte legame con il centrocampista Leone, definendolo un giocatore che lo fa “impazzire”. Ritiene che Leone abbia la qualità e la personalità per poter giocare in Serie A.
Rinaldi, avendo vissuto sia momenti positivi che negativi a Castellammare, ha sottolineato l’intensità della piazza: i momenti brutti si percepiscono in modo amplificato (“tutto ampliato”) perché gli allenamenti si svolgono con circa 200 persone sugli spalti. Tuttavia, le piazze calorose come Castellammare sono importanti perché, quando le cose vanno bene, ti fanno sentire come un re.
Un altro elemento positivo per la squadra è l’apprezzamento che arriva dall’esterno: i complimenti di un allenatore esperto come Vivarini alla Juve Stabia non fanno altro che bene, aumentando l’autostima dei giocatori e dando forza per proseguire la stagione con spensieratezza.

Il Giudizio sul Sistema Arbitrale e il VAR

Rinaldi ha toccato con empatia il difficile compito degli arbitri attuali, ammettendo che stanno commettendo tantissimi errori, specialmente con le nuove regole e l’introduzione del VAR. Ha avvertito che se i calciatori non mantengono i nervi saldi, rischiano espulsioni ogni domenica e devono quindi estraniarsi e concentrarsi unicamente sulla partita.
Rinaldi ha definito il VAR come un sistema che sta facendo “disastri” in tutte le categorie. Quando il VAR richiama l’arbitro, è come se gli venisse data una “patata bollente”, generando dubbi e complicando la decisione finale. Ha suggerito che gli arbitri più giovani tendono a fare maggiore affidamento sul VAR, mentre gli arbitri esperti preferiscono vedere le situazioni in campo per primi. In definitiva, Rinaldi ritiene che l’arbitraggio oggi sia “difficilissimo”.

Ricordando i suoi anni in campo, ha scherzato sul fatto che un tempo i difensori potevano usare un po’ di “furbizia” e “scaltrezza” per intimidire gli attaccanti, cosa impossibile oggi a causa della costante sorveglianza del VAR.

In chiusura, Rinaldi ha rievocato partite memorabili della Juve Stabia, come la vittoria contro il Frosinone, che fu un momento di grande orgoglio per la squadra in un periodo societario difficile, dimostrando la forza del gruppo nonostante la mancanza di sostegno da parte della dirigenza.

Compagnone (Radio Day): “Il Frosinone è lanciatissimo. Sarà una gara a viso aperto, temo Gabrielloni”

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Nicola Compagnone di Radio Day Frosinone ha fornito la sua analisi in vista del match tra Frosinone e Juve Stabia, evidenziando il momento “lanciatissimo” dei ciociari e il contesto di nervosismo che circonda la Juve Stabia a causa delle polemiche arbitrali che persistono dalla gara con il Padova.
Aspettative Tattiche e Volatilità della Serie B
Compagnone si aspetta una partita che sarà sicuramente giocata “a viso aperto”. Ritiene che sia il Frosinone sia la Juve Stabia siano due squadre a cui piace giocare a calcio, e questo sarà il leit motiv del match allo stadio Stirpe.
Pur definendo l’inizio di stagione del Frosinone “sorprendente”, l’esperto mantiene un approccio cauto, ricordando che la Serie B è un campionato dove è facile salire ma anche scendere. Basta perdere due partite, infatti, per essere risucchiati dalla lotta play-off e vedere cambiare le prospettive stagionali. L’inizio inaspettato del Frosinone deriva dal fatto che gran parte della rosa è la stessa che si è salvata lo scorso anno grazie alla retrocessione d’ufficio del Brescia.
Entrambe le squadre, ha sottolineato Compagnone, condividono l’obiettivo dichiarato della salvezza da raggiungere il prima possibile, per poi costruire qualcosa di importante.
Un elemento chiave che suggerisce una partita aperta è la difficoltà del Frosinone nel gestire il risultato. La squadra gioca bene e porta a casa i punti quando attacca, ma ha dimostrato di non essere in grado di difendere, come provano i pareggi 2-2 contro Südtirol e Modena, e l’1-1 con la Sampdoria, tutte partite in cui i ciociari erano in vantaggio.
I Talenti del Frosinone e il Timore per Gabrielloni
Riguardo ai giocatori del Frosinone, Compagnone ha messo in luce due elementi:
1. Calò: Ha un grandissimo apporto in squadra, con quattro gol e cinque assist. Calò è un giocatore da Serie A, specialmente per una squadra che punta alla salvezza, grazie alle sue geometrie e alla sua visione di gioco. Ha saputo conquistare il posto anche a discapito di giocatori importanti come Francesco Gelli.
2. Raimondo: Attaccante classe 2004, Compagnone ha sempre apprezzato il suo stile, poiché non si limita a occupare l’area di rigore ma svaria a centrocampo per cercare il pallone e impostare l’azione. Raimondo è un attaccante tecnico che attualmente è il titolare ideale per l’attacco di Alvini e per il suo modo di giocare è paragonabile a Leonardo Candellone.
Analizzando l’attacco avversario, Compagnone ha espresso la sua preoccupazione maggiore nei confronti di Gabrielloni. Teme l’attaccante della Juve Stabia per il suo trascorso e il suo storico di gol in tutte le categorie (Serie C, B e A). Per Compagnone, Gabrielloni è un giocatore che ha dimostrato di essere importante per la categoria, paragonando la sua influenza alla crescita del Como negli anni precedenti.
Giudizio sugli Allenatori
Riguardo al tecnico del Frosinone, Alvini è stato definito un “allenatore di campo” e un “operaio della panchina”, in contrapposizione ai cosiddetti “allenatori filosofi”. Alvini è bravo a dialogare con i giocatori e a far rendere una squadra giovanissima: il Frosinone, infatti, scende in campo con un’età media di soli 23 anni, una delle più basse della Serie B.
Infine, Compagnone ha espresso ammirazione per Abate, definendolo un “allenatore emergente”. Abate ha dimostrato di avere idee chiare e un approccio alle gare volto a far giocare bene le sue squadre, cercando di imporre il gioco dal primo all’ultimo minuto, motivo per cui si aspetta una gran bella partita.

Pfas Verdi nel settore auto e come sfruttare la persistenza per realizzare circolarità evitando di inquinare

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I PFAS VERDI, sono una generazione, di fluoropolimeri e lubrificanti progettati per mantenere le prestazioni critiche dei PFAS tradizionali nel settore auto, riducendo però bioaccumulo e tossicità e rendendo più facile la gestione a fine vita. Nel comparto automotive, sono presenti in guarnizioni, lubrificanti speciali, rivestimenti e componenti elettrici, e la loro persistenza può diventare una leva di circolarità se vengono progettati per durare a vita e per essere recuperati in maniera controllata.

I PFAS VERDI (GREEN), nel settore AUTOMOTIVE, compaiono in guarnizioni, utilizzati in motore, trasmissione, pompe, servosterzo, impianto frenate, climatizzazione, per resistere a oli, carburanti, refrigeranti e temperature elevate, senza degradarsi. Sono presenti anche in lubrificanti ad alte prestazioni, sotto forma di grassi, oli contenenti fluoropolimeri, contenuti nei cuscinetti, giunti, attuatori meccatronici, motorini elettrici e sistemi e-drive.

I PFAS Verdi (GREEN), vanno distinti dai PFAS Rossi, in quanto questi ultimi, rappresentano la famiglia storica e più problematica, hanno molecole persistenti, facilmente mobili nell’ambiente, bioaccumulabili e che hanno una vera e propria restrizione normativa sia nazionale che europea in quanto nocivi sia per la salute che per l’ambiente.

L’Industria Automobilistica e quella in generale, sta puntando sui PFAS VERDI (GREEN) in quanto uniscono tre caratteristiche: minore tendenza al bioaccumulo, maggiore controllabilità lungo il ciclo di vita e capacità di consentire prodotti a Lubrificazione/Tenuta permanente, riducendo i consumi e le manutenzioni. Alcuni Lubrificanti e grassi a base di PFPE/PTFE, (Politetrafluoroetilene) pure se persistenti, rispettano le norme europee in quanto sono considerati non pericolosi, perché consentono una lubrificazione a vita, per cui la loro persistenza viene incanalata in un uso molto duraturo e circoscritto, riducendo i rilasci diffusi a prodotti di più breve durata.

Dal punto di vista della circolarità e della sostenibilità, la persistenza dei PFAS VERDI (GREEN), che costituisce un problema, se la sostanza è dispersa nell’ambiente, può diventare invece un alleato della circolarità, se confinata in sistemi chiusi e durevoli. Il concetto chiave è passare da un uso “Usa e Disperdi”, ad un uso “Chiuso a vita”, con tracciabilità e recupero a fine ciclo. Nel Settore Auto una strategia è quella di Progettare componenti serrati per tutta la vita, come per esempio inserire un PFAS VERDE all’interno di un cuscinetto o riduttore e-drive, evitando rabbocchi, perdite e sostituzioni frequenti, procedere al recupero di motori elettrici, riduttori e moduli termici, progettati per essere smontati, consentendo di intercettare fluoroelastomeri e lubrificanti PFAS verdi in centri di rigenerazione e riciclo, anziché inviarli tal quali allo smaltimento.

Questa logica, si integra con le Norme Europee più recenti, che spingono verso un’economia circolare e responsabilità estesa del produttore, imponendo una progettazione per la durabilità, tracciabilità delle sostanze e gestione finale dei rifiuti complessi. 

Juve Stabia – Bari (0-0): Le foto dei protagonisti in campo e del pubblico presente

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Guarda le foto di Juve Stabia – Bari realizzate dal nostro fotografo Giovanni Donnarumma che ci raccontano così il pareggio delle Vespe con i Galletti allenati da Vincenzo Vivarini allo stadio Romeo Menti di Castellammare di Stabia.

Il tabellino ufficiale

Juve Stabia (3-5-2): Confente; Ruggero (80′ Bellich), Giorgini, Stabile (80′ Mannini); Carissoni, Correia, Leone (63′ Maistro), Pierobon (63′ Mosti), Cacciamani (55′ Piscopo); Candellone, Gabrielloni

A disposizione: Signorini, Boer, Reale, Baldi, Ciammaglicella, Duca, De Pieri

Bari (3-4-2-1): Cerofolini; Meroni, Vicari (79′ Pucino), Nikolaou; Dickmann, Braünoder, Verreth, Dorval; Pagano (68′ Rao), Castrovilli (79′ Patipilo); Moncini (68′ Gytkjaer)

A disposizione: Pissardo, Burgio, Bellomo, Kassama, Antonucci, Mane, Colangiuli, Cerri

Direttore di gara: sig. Rosario Abisso della sezione AIA di Palermo

Primo assistente: sig. Federico Fontani della sezione AIA di Siena

Secondo assistente: sig. Ivan Catallo della sezione AIA di Frosinone

IV° ufficiale: sig. Fabio Rosario Luongo della sezione AIA di Frattamaggiore

VAR: sig. Alberto Santoro della sezione AIA di Messina

AVAR: sig. Davide Ghersini della sezione AIA di Genova

Marcatori: –

Angoli: 8 – 0

Ammoniti: 1′ Pierobon 25′ Castrovilli 38′ Dorval 46′ Cacciamani 57′ Piscopo 87′ Correia

Espulsi: –

Recupero: 2 min p.t. – 5 min s.t.

Note: Terreno in erba artificiale. 1 minuto di silenzio in memoria di Pietrangeli.

LE FOTO DEI PROTAGONISTI IN CAMPO

LE FOTO DEL PUBBLICO PRESENTE AL MENTI

Juve Stabia – Bari: Oltre lo 0-0 e i rimpianti, brilla la stella inesauribile di Lorenzo Carissoni

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Il tabellino finale del “Menti” recita un freddo 0-0, un risultato che lascia in bocca un retrogusto decisamente amaro. Per quanto visto in campo, tra le vespe e i galletti, il pareggio sta stretto ai padroni di casa: due gol annullati (a Gabrielloni e Correia), un palo clamoroso colpito da Mosti e una serie di decisioni arbitrali che faranno discutere. Eppure, se c’è un elemento che dissipa le nubi del rammarico e proietta una luce di fiducia sul futuro, quello è la prestazione maiuscola di Lorenzo Carissoni.

Una maratona sulla fascia

L’esterno gialloblù è stato unanimemente riconosciuto come uno dei migliori, se non il migliore in campo. Carissoni non si è limitato a svolgere il “compitino”; ha trasformato la sua gara in una vera e propria maratona agonistica.

Il giudizio sulla sua prova è netto: grinta pura e chilometri macinati. Ha interpretato il ruolo con una dedizione totale, trasformando la fascia di competenza in un binario personale percorso avanti e indietro senza sosta. Ha garantito ampiezza alla manovra offensiva e chiusure puntuali in quella difensiva, senza mai mostrare il minimo calo di tensione atletica.

Il dato che più impressiona è la resistenza: quando la partita scivolava verso il 90′ e le gambe degli altri si facevano pesanti, Carissoni trovava ancora le energie per lanciare l’ultima spinta, segno inequivocabile di un motore che aveva ancora benzina da vendere.

Il cuore pulsante delle Vespe

Lo spirito di sacrificio del numero 28 è diventato, minuto dopo minuto, il manifesto dell’intera squadra. La sua performance riflette l’atteggiamento di una Juve Stabia che, pur penalizzata dagli episodi e dalla sfortuna sotto porta, non ha mai smesso di cercare la vittoria.

Se le Vespe avrebbero meritato i tre punti – visti i gol cancellati e quel legno che ancora trema sulla conclusione di Mosti – è proprio grazie a giocatori come l’instancabile Carissoni che la squadra ha potuto creare una mole di gioco così importante. Lui è l’esempio di chi onora la maglia al di là del risultato numerico.

Guardare avanti con fiducia

Il pareggio è amaro, inutile negarlo. Ma l’analisi a mente fredda regala certezze fondamentali per il prosieguo del campionato. La Juve Stabia ha la qualità nei guizzi di Gabrielloni, ma soprattutto ha trovato un leader silenzioso, un leader “di fatica” che su quella fascia non si ferma mai.

In un campionato equilibrato e rognoso come la Serie B, avere una “Freccia” come Lorenzo Carissoni è una risorsa inestimabile. Se questa è l’intensità, i risultati pieni non tarderanno ad arrivare ancora in futuro.

Teatro Karol Castellammare, Platealmente: Lo scrittore Massimo Carlotto col suo noir “A esequie avvenute”

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Nell’ambito della rassegna Platealmente – dal libro alla scena, mercoledì sera sul palco del Teatro Karol di Castellammare, Massimo Carlotto, uno dei migliori scrittori di noir e hard boiled a livello internazionale, ha presentato il suo ultimo noir A esequie avvenute.

A discorrere con l’autore il giornalista Pierluigi Fiorenza e la prof. Eliana Bianco che col loro abituale garbo hanno evidenziato i punti salienti e le caratteristiche peculiari dell’opera.

Massimo Carlotto nel suo noir racconta le grandi trasformazioni criminali e sociali avvenute nel nord-est d’Italia negli ultimi anni. I personaggi sono gli stessi della fortunata serie, ma sono cambiati, si sono evoluti, anche l’interazione tra di loro non è più quella di trent’anni prima.

“Sono trascorsi trent’anni dalla pubblicazione del primo romanzo con protagonista l’Alligatore e in questi decenni non solo la criminalità è cambiata, ma soprattutto la società con la decadenza di valori etici del cosiddetto mondo dei regolari. Sembra che lo stesso Moratti arrivi a una sorta di compromesso, sintomo di saggezza senile o resa? – ha chiesto all’autore Pierluigi Fiorenza.

“L’Alligatore non è più quello di un tempo – ha affermato l’autore – sono passati trent’anni. Io non ho mai creduto come gli autori americani che i personaggi sono sempre uguali a loro stessi, mentre il mondo cambia intorno a loro. Io credo invece che sia importante che i personaggi invecchino all’interno della serialità, perché c’è un elemento fondamentale nel romanzo che è il tempo.”

“Il tempo può raccontare un personaggio che ha la sapienza della memoria e dell’esperienza. Quindi arrivano all’oggi dopo trent’anni di vita, si guardano anche indietro, fanno le valutazioni, conta molto anche l’esperienza. In base ad essa i personaggi in questo romanzo si muovono in modo diverso.”

Per quanto riguarda le trasformazioni socioeconomiche, una è legata alla criminalità delle banche clandestine cinesi. Nate a Prato, poi si sono diffuse sul territorio e sono una vera piaga perché ormai stanno assorbendo parte di quello che dovrebbe essere il flusso legale del denaro.

L’altro aspetto criminale che racconta il romanzo è quello della mafia ucraina, che è molto invasiva, ma dopo gli eventi bellici degli ultimi anni non se ne parla più. Nel territorio veneto la mafia ucraina si occupa soprattutto di tratta, perché la guerra ha determinato l’uscita dal paese di migliaia di giovani donne, molte finite nella rete di questi trafficanti.

“La criminalità economica è accettata socialmente – ha sottolineato Massimo Carlotto – perché si pensa che chi si muove sul terreno di questa criminalità sia solo uno furbo e, con un discorso politico speso per moltissimi anni nel territorio, la gente pensa che non pagare le imposte sia un atto di resistenza della gente veneta contro lo strapotere di Roma. La cosa è efficace. Fino a pochi anni fa nei bar c’era un bollino con scritto: “Se sei un patriota non chiedi lo scontrino”.

“Quello è il substrato culturale nel quale si è creata l’illegalità diffusa, di massa, quasi si può dire, e qui c’è la modificazione antropologica e il noir serve proprio a cogliere le modificazioni antropologiche tra crimini e società.”

“C’è stata una grande modificazione, perché queste persone che delinquono non delinquono per sempre. Lo fanno per sei mesi, un anno, due, cinque perché usano il crimine come scorciatoia per diventare ricchi.”

Oltre alle importanti riflessioni sul presente e sui cambiamenti sociali, in “A esequie avvenute” troviamo lo scavo psicologico dei personaggi con il tema dell’amicizia e quello dell’amore.  A rendere ancora più avvincente il romanzo la trama complessa e ricca di colpi di scena.

Protagonista del romanzo è L’Alligatore, soprannome di Marco Buratti, personaggio nato nel 1995 dalla penna di Carlotto col romanzo “La verità dell’Alligatore”, il primo di una fortunata serie.

Buratti, un ex cantante blues condannato a sette anni di carcere per un crimine non commesso, durante la detenzione ha maturato le conoscenze e le abilità che, da uomo libero, gli hanno consentito di diventare un investigatore privato atipico, perché senza licenza.

Egli si muove con disinvoltura negli ambienti criminali del Nord-Est italiano, utilizzando i contatti e l’esperienza maturata in prigione. Non usa armi ma si affida al suo ingegno e a una rete di fedeli collaboratori. La sua figura è protagonista di una serie di romanzi, fumetti e serie televisive.

In “A esequie avvenute” l’Alligatore e i suoi soci Max la Memoria e Beniamino Rossini vengono assoldati da un imprenditore per recuperare la sua amante rapita. L’incarico non va a buon fine: il milione di euro del riscatto viene pagato, ma la donna non è liberata.

Questo porta il trio a svolgere un’indagine parallela per scoprire la verità. Intanto, Rossini entra in conflitto con la mafia ucraina, nel tentativo di salvare altre giovani donne, scatenandone le brutali reazioni.

Accanto all’Alligatore ci sono sempre i fidatissimi Max la Memoria e Beniamino Rossini, un trio dalla fedina penale non immacolata, ma che ha un fortissimo senso della giustizia, più ancora di chi indossa una divisa o di chi è preposto ad amministrarla.

Al Teatro Karol nel comitato d’accoglienza, oltre al folto pubblico di tutte le età intervenuto all’evento, c’era anche il direttore artistico del Festival del Giallo Città di Napoli, Ciro Sabatino, con il Collettivo degli scrittori campani di crime “Piazza Veraldi”, nove scrittori, che hanno salutato con entusiasmo Massimo Carlotto.

Ciro Sabatino ha colto anche l’occasione per ricordare un grande scrittore di gialli, il napoletano Attilio Veraldi, scomparso nel 1999, a cui è dedicato il collettivo degli scrittori campani.

“Ci ha fatto molto piacere l’invito – ha affermato Ciro Sabatino nel salutare l’autore padovano – perché Massimo Carlotto è uno scrittore di crime che noi amiamo molto. Da quattro anni abbiamo avviato il festival perché a Napoli c’è un numero incredibile di scrittori di crime.

“Sono molti a pensare che sia uno dei festival più importanti d’Italia e ci piacerebbe portare un pezzo del festival qui a Castellammare e, se questo incontro passasse anche attraverso scrittori come Massimo Carlotto, ne saremo felici”.

L’Assessore all’Educazione e Identità Stabiese, Annalisa Di Nuzzo, presente in sala, ha portato i saluti del sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Vicinanza, e di tutta l’Amministrazione Comunale.

Alla presentazione non poteva mancare un rappresentante dell’amministrazione, perché la città ha ottenuto recentemente l’ambito riconoscimento di “Città che legge”, quale centro di promozione culturale e della lettura.

Dopo aver salutato l’autore e tutti i presenti, l’assessore ha sottolineato l’impegno dell’amministrazione nel portare avanti come “Città che legge” un percorso in rete, una serie di interessanti iniziative con il coinvolgimento attivo delle scuole e delle associazioni della città.

Tra esse, letture emozionali e letture in contesti urbani che tradizionalmente non sono deputati alla lettura o in altri luoghi iconici della città, per avvicinare i giovani alla letteratura e per far comprendere il profondo legame tra l’opera letteraria e il territorio in cui essa è nata.

Tornando al test presentato nel corso della serata, “A esequie avvenute” di Massimo Carlotto, Einaudi Editore, oltre ad essere un libro gradevole da leggere per la qualità della prosa, è una vera e propria lente di ingrandimento che analizza ingiustizie, corruzione, problemi sociali del mondo in cui viviamo, offrendoci notevoli spunti di riflessione sulle complesse dinamiche della nostra società.

IL MORSO DELLA VESPA. Non basta una gara dominante allo Stabia. Con il Bari è solo 0-0

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Finisce a reti bianche il recupero della decima giornata di Serie B tra Juve Stabia e Bari. Al “Menti” le Vespe di mister Abate hanno dominato per lunghi tratti la gara, creando numerose occasioni, ma la poca concretezza sotto porta e un pizzico di sfortuna hanno negato la vittoria. Il risultato finale di 0-0 permette comunque alla Juve Stabia di fare un passo avanti in classifica, salendo all’ottavo posto, a pari merito con Catanzaro e Avellino.

Primo Tempo: Due Gol Annullati Tra le Polemiche

Il match è stato caratterizzato da un forte controllo del gioco da parte dei padroni di casa, che nel primo tempo sono andati a segno due volte, vedendosi annullare entrambe le marcature.

Al 27′, la prima doccia fredda: il colpo di testa di Gabrielloni che aveva sbloccato il risultato viene invalidato dal direttore di gara Abisso per un presunto fallo di Candellone su Dickmann, generando forti proteste tra i calciatori stabiesi. Pochi minuti prima del riposo, al 40′, è il fuorigioco a fermare la seconda esultanza delle Vespe, con Correia colto in offside di pochi centimetri dalla linea difensiva biancorossa.

Ripresa: Palo e Occasioni, Ma il Muro Regge

La seconda frazione di gioco si è aperta con il consueto dominio territoriale della Juve Stabia. Tuttavia, il Bari, guidato dal neo-tecnico Vivarini, si è dimostrato abile a contenere gli assalti, cercando di pungere in contropiede.

Al 72′ è il Bari a sfiorare il vantaggio, al suo primo tiro in porta, con una punizione di Verreth che termina di poco a lato del palo sinistro di Confente. Lo spavento scuote la Juve Stabia, che torna a spingere con maggiore convinzione. La sfortuna si abbatte nuovamente sulle Vespe al 77′, quando la conclusione di Mosti viene respinta in pieno dal palo.

Fino all’ultimo secondo, la Juve Stabia ha cercato la rete della vittoria, in particolare con i tentativi dalla distanza di Maistro, l’ultimo dei quali su punizione al 95′, ma senza trovare la precisione necessaria.

Il triplice fischio sancisce un pareggio che, per le statistiche finali (17 tiri a 3), sta stretto agli uomini di Abate. La testa è ora alla difficile trasferta di lunedì a Frosinone.

Frosinone – Juve Stabia sarà diretta da Daniele Perenzoni. La scheda con statistiche e curiosità

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L’AIA ha reso noto le designazioni arbitrali e per la gara tra i Ciociari e le Vespe è stato designato Daniele Perenzoni che in questo campionato ha già diretto la Juve Stabia nella gara inaugurale casalinga contro il Venezia (terminata 0-0).

Daniele Perenzoni, arbitro appartenente alla sezione di Rovereto, ha raggiunto un importante traguardo nella stagione 2022-23: la promozione all’organico arbitrale della CAN, la commissione responsabile della designazione degli arbitri per le partite di Serie A e B. Questo avanzamento di carriera rappresenta un giusto premio per il giovane direttore di gara, che nelle annate precedenti ha evidenziato una crescita notevole. Le sue prestazioni si sono distinte per qualità e affidabilità, portandolo a essere designato per gare di difficoltà e prestigio sempre maggiori.

L’influenza familiare e gli inizi nella carriera arbitrale

L’avvicinamento di Perenzoni al mondo arbitrale è legato a un legame familiare: la sorella Denise. Fu proprio lei, di quattro anni più giovane, a coltivare per prima l’interesse per le direzioni di gara. Seguendo Denise sui campi di gioco all’inizio del suo percorso, anche Daniele, il fratello maggiore, ha iniziato a sentire il fascino e l’attrazione per l’arbitraggio. Divenuto ufficialmente arbitro il 13 dicembre 2009, ha fatto il suo debutto nella categoria Giovanissimi nel 2010.

Un percorso arbitrale in ascesa: Dalle categorie giovanili alla Serie A e B

La carriera arbitrale di Perenzoni ha avuto uno sviluppo costante e progressivo. Dopo l’esordio tra i Giovanissimi, nel 2013 è passato alla Commissione Arbitri Interregionale, nel 2014 alla CAN D, nel 2018 alla CAN C e, infine, nel 2022 ha raggiunto l’ambito traguardo della CAN di A e B.

Daniele Perenzoni: Arbitro e Perito Chimico

Nato a Rovereto nel 1988, Perenzoni affianca all’attività arbitrale la professione di perito chimico presso la Fondazione Edmund Mach. Coloro che lo conoscono da vicino lo descrivono come una persona precisa e scrupolosa. Il destino ha voluto che il suo esordio in Serie B avvenisse in modo inatteso: il 9 ottobre 2021, è subentrato in corso di gara a Tremolada, a causa di un infortunio di quest’ultimo, facendo così il suo debutto nella serie cadetta. Con la sua promozione, Perenzoni ha già scritto una pagina di storia per la sua sezione: è infatti il primo arbitro della sezione di Rovereto a raggiungere il massimo livello nazionale.

Stile e caratteristiche dell’arbitraggio di Daniele Perenzoni

Secondo Daniele Perenzoni, le qualità fondamentali per un buon arbitro sono: leadership, rispetto, credibilità, coraggio e personalità, ma anche costanza e concentrazione. Questi concetti chiave sono stati illustrati dallo stesso arbitro di Rovereto durante una lezione tenuta ad aprile 2022 ai giovani arbitri della sezione di Trento. In quell’occasione, Perenzoni ha spiegato il suo metodo di lavoro durante la settimana e nel giorno della partita. Secondo la sua esperienza, la costanza nell’allenamento e nella cura dei propri comportamenti porta naturalmente a sviluppare e mantenere la concentrazione necessaria in campo in ogni situazione, indipendentemente da fattori esterni o eventi specifici. Parola di Daniele Perenzoni, arbitro di Serie A.

Le statistiche sull’arbitro e gli altri componenti del sestetto arbitrale

Il sig. Daniele Perenzoni finora ha diretto in carriera 110 gare con questo score: 44 vittorie interne; 33 pareggi e 33 affermazioni esterne; 34 i rigori assegnati e 34 le espulsioni decretate.

Quest’anno finora ha diretto 7 gare (1 in serie A, 5 in serie B e 1 Coppa Italia) con questo bilancio: 3 vittorie interne, 2 pareggi, 2 vittorie esterne con 0 rigori assegnati e 3 espulsioni decretate

Conta 4 precedenti con la Juve Stabia con questo bilancio: 0 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte

25/26    Serie BKT 30.08.2025 Juve Stabia – Venezia (0-0)

24/25    Serie BKT 01.03.2025 Juve Stabia – Cittadella (0-1: Orji Okwonkwo)

21/22    Serie C 03.04.2022 Taranto FC   0:0 Juve Stabia

20/21    Serie C 03.03.2021 Juve Stabia  0:2 Bari (Marras (2))

Conta 3 precedenti con il Frosinone con questo score: 3 vittorie, 0 pareggi e 0 sconfitte

Assistenti

Primo Assistente: sig. Valerio Vecchi della sezione AIA di Lamezia Terme

Secondo Assistente: sig. Andrea Zingarelli della sezione AIA di Siena

IV° ufficiale: sig. Davide Di Marco della sezione AIA di Ciampino

VAR: sig. Francesco Cosso della sezione AIA di Reggio Calabria

AVAR: sig. Alessandro Prontera della sezione AIA di Bologna

Pompei, gli scavi a Civita Giuliana rivelano schiavi meglio nutriti dei cittadini liberi

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Paradossalmente, alcuni schiavi romani potevano godere di una nutrizione migliore rispetto ai cittadini liberi della loro epoca. È quanto emerge dalle ultime indagini archeologiche condotte nella villa di Civita Giuliana, situata appena a nord di Pompei, dove un contributo di 140mila euro nell’ambito della “Campagna nazionale di scavi a Pompei e in altri parchi nazionali”, finanziata dalla Legge di Bilancio 2024 su proposta del Ministero della Cultura, ha permesso di esplorare in profondità il quartiere servile della villa, uno dei più grandi finora noti nell’area dell’antica città vesuviana.

Secondo quanto pubblicato sull’E-Journal degli Scavi di Pompei, nel primo piano di uno degli ambienti destinati ai servi sono state rinvenute anfore contenenti fave, di cui una semivuota, e un grande cesto con frutta – pere, mele o sorbe – alimenti che integravano la dieta a base di grano, solitamente destinata agli schiavi agricoli. Questi “strumenti parlanti” – così li chiamavano i Romani – vivevano in celle di appena 16 metri quadrati, ciascuna contenente fino a tre letti, ma l’attenzione nella conservazione del cibo e la presenza di alimenti nutrienti indicano che il padrone della villa aveva interesse a mantenere la loro forza fisica e la loro salute.

Il cibo conservato al primo piano aveva probabilmente una duplice funzione: da un lato proteggerlo dai roditori, già documentati nei piani inferiori con resti di topi e ratti rinvenuti nel 2023; dall’altro, facilitare il razionamento giornaliero, calibrato in base all’età, al sesso e al ruolo di ciascun lavoratore. È possibile che i servi più fidati del padrone, alloggiati al piano superiore, controllassero la distribuzione del cibo tra gli altri, secondo un sistema gerarchico già suggerito da studi precedenti sul quartiere servile.

I calcoli archeologici stimano che per sostenere circa cinquanta lavoratori, capienza complessiva del quartiere, fossero necessari 18.500 chilogrammi di grano all’anno, prodotti su circa 25 ettari di terreno. Tuttavia, una dieta basata esclusivamente sul grano avrebbe esposto gli schiavi a malattie legate alla malnutrizione. Integrare la dieta con proteine, come le fave, e vitamine, presenti nella frutta, garantiva non solo la sopravvivenza, ma anche la piena efficienza lavorativa di uomini, donne e bambini ridotti in schiavitù. Questa strategia alimentare spiega perché, in alcuni casi, gli schiavi delle ville pompeiane fossero meglio nutriti di cittadini liberi, le cui famiglie spesso erano costrette a chiedere elemosine per sopravvivere.

Gli scavi hanno anche restituito numerosi reperti di interesse architettonico e tecnologico. Al piano terra del quartiere servile sono stati recuperati calchi di porte e strumenti agricoli, tra cui un possibile aratro a spalla o una stegola, usata per guidare un aratro trainato da animali. Un altro calco, di dimensioni maggiori, potrebbe corrispondere a un’anta di portone a doppio battente, in attesa di riparazione. Questi elementi contribuiscono a ricostruire l’organizzazione funzionale della villa e il rapporto tra spazi abitativi, magazzini e laboratori.

Le indagini archeologiche si sono concentrate lungo il tratto urbano di Via Giuliana, sotto il quale sono emerse strutture murarie riferibili ai piani superiori della villa. Sono stati individuati quattro ambienti delimitati da tramezzi in opus craticium, collocati tra il settore residenziale a nord e il quartiere servile a sud, un’area finora poco indagata. La scoperta permette di verificare le informazioni recuperate dalle indagini giudiziarie condotte dalla Procura di Torre Annunziata, partner fondamentale della campagna di scavo avviata nel 2017 per contrastare il saccheggio sistematico della villa.

“È nei casi come questo che l’assurdità del sistema schiavistico antico diventa evidente – commenta Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco archeologico di Pompei e co-autore dello studio sul quartiere servile – Trattati come macchine, gli schiavi restavano esseri umani: respiravano la stessa aria dei liberi e, in alcuni casi, mangiavano persino meglio. Temi di schiavitù e libertà, presenti allora, non appartengono solo al passato: oltre 30 milioni di persone oggi vivono in condizioni assimilabili a forme moderne di schiavitù”.

L’attenzione alla dieta e alla conservazione dei viveri mostra come la gestione della villa fosse un’attività complessa e organizzata, in cui la cura della forza lavoro servile era parte integrante della produzione agricola. La scoperta delle anfore con fave e dei cestini di frutta, conservati al piano superiore, evidenzia la conoscenza pratica dei rischi legati a malattie e parassiti e l’importanza di garantire alimenti nutrienti in modo sicuro.

Il progetto attuale, denominato “Demolizione, scavo e valorizzazione in località Civita Giuliana”, prevede la demolizione di due edifici sovrapposti al quartiere servile e l’ampliamento degli scavi, finanziati con fondi ordinari del Parco Archeologico. L’obiettivo è ricostruire un quadro più completo della planimetria della villa e della vita quotidiana dei suoi abitanti, servili e liberi, e sviluppare nuove strategie di conservazione e valorizzazione dell’area. Gli scavi di Civita Giuliana rappresentano un tassello fondamentale per comprendere l’organizzazione delle grandi ville pompeiane e il complesso rapporto tra proprietà, forza lavoro e alimentazione. Allo stesso tempo, offrono uno spunto di riflessione sul concetto di libertà e schiavitù, collegando il passato romano a problemi attuali di disuguaglianza e sfruttamento del lavoro. Le piccole celle, i magazzini, le porte e gli strumenti agricoli restituiscono una storia che è insieme materiale e umana: quella di uomini e donne costretti a vivere come strumenti di produzione, ma che, attraverso dettagli come il cibo e la gestione degli spazi, rivelano la loro resilienza e la complessità della vita quotidiana nell’antichità. (di Paolo Martini)

Fonte AdnKronos

Juve Stabia – Bari, lo 0-0 è una bugia clamorosa. Dominio assoluto con tanta sfortuna e veleni arbitrali

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La sfida del “Romeo Menti” contro il Bari si conclude con un risultato che urla vendetta: uno scialbo pareggio a reti inviolate (0-0) che, a conti fatti, rappresenta una bugia clamorosa per la Juve Stabia. Le Vespe, guidate da Mister Abate, hanno messo in mostra una prestazione di grande carattere e dominio per larghi tratti della gara, sfiorando la vittoria in ogni modo possibile. Ma il verdetto finale è la sintesi amara di un pomeriggio in cui la squadra gialloblù si è scontrata contro la sfortuna, l’imprecisione sotto porta e, non da ultimo, contro l’arbitro.

Due gol annullati e l’implacabile Gabrielloni

Dopo un avvio caratterizzato da un palpabile equilibrio nervoso, la gara si rompe grazie alle iniziative di Gabrielloni, l’uomo più pericoloso tra i suoi. L’attaccante prova ad inquadrare lo specchio della porta per ben due volte in pochi minuti, con la mira che gli nega il vantaggio per un soffio.

Il gol sembra arrivare al 27′, e porta proprio la sua firma: un colpo di testa che fa esplodere il Menti. Ma la gioia è strozzata immediatamente dal fischietto dell’arbitro: la rete viene annullata per un presunto fallo in attacco di Candellone. Una decisione che appare dubbia e che farà certamente discutere per tutta la settimana.

Ma non è finita qui. La sfortuna continua a perseguitare le Vespe: al 39′ è il turno di Correia di esultare, ma anche la sua conclusione vincente viene vanificata per un fuorigioco. Due reti annullate in pochi minuti che pesano come macigni sul morale e sul risultato. Prima del riposo, un gran tiro di Candellone su assist dell’instancabile Carissoni (uno dei migliori in campo) trova solo la provvidenziale respinta di Nikolaou con il volto, salvando il Bari. Si va al riposo con un’amara parità.

Un palo e le occasioni mancate

Mister Abate prova a dare una scossa tattica inserendo Piscopo per l’ammonito Caccimani, ma i cambi non scalfiscono la determinazione della Juve Stabia. Pierobon, nonostante il giallo iniziale, dimostra la personalità di un veterano e sfiora il vantaggio al 61′ con un bel tiro, prima di lasciare il campo per Mosti. Entra anche Maistro per Leone, alla ricerca della giocata illuminante.

Il Bari, a sua volta, prova a rispondere con i cambi di Vivarini, che inserisce Gytkjaer e Rao, e sfiora il vantaggio con una punizione insidiosa di Verreth al 72′.

La risposta della Juve Stabia è rabbiosa e, ancora una volta, incredibilmente sfortunata: Mosti si avventa su un pallone in area e scarica un tiro potente che colpisce in pieno il legno della porta difesa da Cerofolini. L’ultimo vero sussulto è una punizione di Maistro al 95′ che sfiora l’incrocio dei pali, chiudendo definitivamente un match che ha lasciato l’amaro in bocca.

Il carattere è la nota positiva

Lo 0-0 finale non rende giustizia a una Juve Stabia che ha dato tutto e ha creato le occasioni più nitide. La squadra di Abate esce dal campo con la consapevolezza di aver dominato un avversario blasonato, ma anche con la frustrazione per due gol annullati e un palo che gridano vendetta. La nota più positiva, in una giornata storta, è il carattere indomito: la Juve Stabia c’è.