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Gherardi: “Ferrari può pensare di vincere qualche GP fino alla fine del Mondiale”

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Filippo Gherardi, responsabile dell’area motori di Sportitalia, ha parlato in esclusiva a Carlo Ametrano per fare un punto sulla F1.Ecco le sue dichiarazioni.

Filippo, si torna in pista.

Da dove riparte la F1?

“Si riparte da McLaren.Veniamo da una prima parte di stagione in cui c’è stato praticamente un dominio da parte loro, sembrano fare un altro sport.

Hanno fatto qualcosa di sensazionale.Faccio davvero fatica a ricordare una crescita così lineare.

Se le analizziamo, io nei vecchi anni ho visto solo crescite progressive.McLaren invece è una scuderia che è partita nel 2024 come quarta-quinta forza e ora si ritrova a dominare questo sport, senza cambi di regolamento.

C’è stato solo il lavoro.Questa è una cosa per cui si può solo applaudire.

Ho la percezione che, a differenza degli altri domini, questo della McLaren innervosisca anche meno.La F1 ripartirà da qui”.

Venendo a una notizia dell’ultima ora: Cadillac ha scelto Perez e Bottas come piloti, che ne pensi?

“Onestamente avrei fatto scelte diverse.

Volendo pensare male, mi sembrano due scelte ‘acchiappa sponsor’.Cadillac arriva in un luogo in cui mancava da tempo e lo fa inserendo piloti che hanno un certo appeal commerciale.

Mi riferisco soprattutto a Perez.Mi è capitato di seguire gare a Città del Messico e tu lì hai la percezione di come Perez sia davvero un affare commerciale.

Credo che questo ingaggio abbia una doppia valenza, anche perché resta un buon pilota.Stesso discorso per Bottas, che è una persona splendida.

Cadillac si è presa due vice-campioni del mondo che ti proiettano sulle copertine.Forse avrei scelto due piloti più giovani, ma capisco appieno la loro scelta”.

Voglio metterti in difficoltà: la Ferrari vincerà una gara fino alla fine?

“Io penso di sì, o meglio spero di sì.

Penso di sì perché Ferrari si è dimostrata di essere la seconda forza del Mondiale.Non solo a livello numerico ma anche per quanto visto nelle ultime gare.

Ovviamente davanti c’è la McLaren che fa completamente un altro sport.Ora si va in Olanda, che non è proprio un circuito impossibile per poter vincere.

Onestamente penso che la Ferrari sia cresciuta, spero che la sosta non abbia fatto male e che si possa ripartire da quanto di buono fatto prima”.

Juve Stabia: Confermata la lesione del crociato per Battistella, operato oggi, la sua stagione sarà in salita

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Brutte notizie in casa Juve Stabia con il centrocampista Thomas Battistella che ha riportato la lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio destro confermato da altre diagnosi e operato oggi.Un infortunio grave, che lo costringerà a un lungo percorso di riabilitazione lontano dal campo di gioco.

Il calciatore si è infortunato nel corso del primo tempo della gara disputata allo stadio “Via del Mare” contro il Lecce nella partita di Coppa Italia, costringendolo all’immediata sostituzione e destando subito preoccupazione nello staff medico e tecnico delle Vespe.A conferma della serietà dell’infortunio è arrivato il bollettino ufficiale della S.S.

Juve Stabia 1907. “La società,” si legge nella nota, “rende noto che il centrocampista Thomas Battistella, dopo essersi sottoposto ad accertamenti specialistici presso la Casa di Cura Madre Fortunata Toniolo di Bologna, ha riportato la lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio destro.”

Il club ha agito con tempestività.Nella mattinata di oggi, il calciatore è stato sottoposto a un intervento chirurgico di ricostruzione del legamento, eseguito dal professor Stefano Zaffagnini presso la medesima struttura sanitaria bolognese.

L’operazione, come comunicato dalla società stabiese, è “perfettamente riuscita”.Ora per Battistella inizia la fase più delicata, quella del recupero. “Nei prossimi giorni,” prosegue il comunicato, “il calciatore inizierà il percorso di riabilitazione finalizzato al pieno recupero e alla ripresa dell’attività agonistica.” La strada, però, sarà lunga.

I tempi di recupero per questo tipo di infortuni si aggirano intorno ai sei mesi.Ciò significa che, nella migliore delle ipotesi e salvo complicazioni, il centrocampista potrebbe tornare a disposizione di mister Ignazio Abate presumibilmente nel mese di febbraio 2026.

Il percorso riabilitativo dipenderà da diversi fattori e sarà monitorato costantemente dallo staff medico.A chiusura del comunicato, la società ha voluto mandare un messaggio di incoraggiamento al proprio tesserato: “Forza Thomas, ti aspettiamo in campo.” Un augurio a cui si unisce tutta la tifoseria gialloblù, che dovrà rinunciare a uno dei suoi protagonisti per gran parte della stagione.

Juve Stabia, l’ex Adorante ritorna al Menti : “Sarà una grande emozione ma difenderò i colori del Venezia”

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Un nuovo capitolo si apre per Andrea Adorante e per l’attacco del Venezia.Il centravanti, classe 2000, approda in laguna dopo una stagione da incorniciare con la maglia della Juve Stabia, culminata con 17 sigilli personali.

Un bottino che ha acceso i riflettori di mercato su di lui, ma la chiamata del club veneto ha fugato ogni dubbio, rappresentando un’opportunità irrinunciabile per il suo percorso professionale.

“La proposta del Venezia mi ha convinto immediatamente,” ha esordito Adorante nel suo primo incontro con la stampa. “Percepisco questa piazza come l’ambiente perfetto per elevare ulteriormente il mio livello di gioco e maturare.Sono un finalizzatore, l’area di rigore è il mio habitat naturale, ma la mia filosofia è sempre stata quella di mettermi al servizio del collettivo.

Il bene della squadra viene prima del traguardo personale.”

Il giovane bomber ha rivelato di avere modelli di riferimento ben precisi nel panorama calcistico internazionale, citando Robert Lewandowski e Mauro Icardi come fonti di ispirazione. “Con Mauro ho avuto il privilegio di condividere il campo durante gli allenamenti ai tempi dell’Inter, un’esperienza da cui ho assorbito insegnamenti preziosi,” ha confidato.Il suo percorso formativo, iniziato nel prestigioso settore giovanile nerazzurro, è stato un tassello cruciale per la sua tempra di atleta e di uomo. “All’Inter sono diventato grande.

Successivamente, le battaglie affrontate in Serie C mi hanno forgiato, insegnandomi l’arte del sacrificio e facendomi assaporare le prime vere sfide del calcio dei grandi.”

Il destino ha voluto che la sua prima trasferta con la nuova maglia sia carica di significato: lo stadio Menti contro il suo recente passato. “Sarà inevitabile provare una certa emozione, ma spero in un’accoglienza calorosa.Una volta iniziata la gara, però, la concentrazione sarà massima.

Porterò grande rispetto per i miei ex compagni e tifosi, ma la mia unica priorità sarà difendere i colori del Venezia.”

Adorante ha poi illustrato l’intesa già solida con il tecnico Giovanni Stroppa e la sua visione di gioco. “Il mister ci chiede di essere audaci, di gestire il gioco con personalità per creare costantemente pericoli.Stiamo lavorando per assimilare pienamente i suoi dettami tattici e, sebbene sia necessario del tempo, sentiamo di essere sulla strada giusta.”

Infine, il nuovo ariete lagunare ha affrontato con serenità il tema dell’importante eredità lasciata da Joel Pohjanpalo, idolo dei tifosi veneziani nelle ultime stagioni. “Joel ha scritto pagine memorabili per questo club.

Il mio desiderio è quello di lasciare un’impronta altrettanto positiva, ma senza subire alcuna pressione.Siamo atleti con caratteristiche distinte; il mio impegno sarà totale per contribuire ai successi della squadra con le mie qualità.”

Alla domanda sulle differenze percepite rispetto alla sua precedente esperienza, Adorante ha concluso: “Ogni realtà ha la sua storia ma qui a Venezia si respira la passione di una città intera e il peso di una maglia gloriosa.

L’atmosfera è incredibilmente motivante, c’è un grande fervore e una forte ambizione. È un privilegio essere qui.”

Con determinazione e la fame di chi vuole continuare a stupire, Andrea Adorante è pronto a inaugurare la sua avventura in laguna, con l’obiettivo di trasformare i successi passati in nuove gioie per i suoi nuovi tifosi.

Juve Stabia – Venezia sarà diretta da Daniele Perenzoni. La nostra scheda con statistiche e curiosità

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La Juve Stabia è pronta per il debutto casalingo in serie B con il Venezia dell’ex Adorante.

L’AIA ha reso noto le designazioni arbitrali e per la gara tra Vespe e lagunari è stato designato Daniele Perenzoni che l’anno scorso ha diretto a Castellammare di Stabia la gara Juve Stabia – Cittadella finita con la vittoria dei veneti per 1 a 0 firmata Orji Okwonkwo.

Daniele Perenzoni, arbitro appartenente alla sezione di Rovereto, ha raggiunto un importante traguardo nella stagione 2022-23: la promozione all’organico arbitrale della CAN, la commissione responsabile della designazione degli arbitri per le partite di Serie A e B. Questo avanzamento di carriera rappresenta un giusto premio per il giovane direttore di gara, che nelle annate precedenti ha evidenziato una crescita notevole. Le sue prestazioni si sono distinte per qualità e affidabilità, portandolo a essere designato per gare di difficoltà e prestigio sempre maggiori.

L’Influenza Familiare e gli Inizi nella Carriera Arbitrale Una passione nata grazie alla sorella Denise

L’avvicinamento di Perenzoni al mondo arbitrale è legato a un legame familiare: la sorella Denise. Fu proprio lei, di quattro anni più giovane, a coltivare per prima l’interesse per le direzioni di gara. Seguendo Denise sui campi di gioco all’inizio del suo percorso, anche Daniele, il fratello maggiore, ha iniziato a sentire il fascino e l’attrazione per l’arbitraggio. Divenuto ufficialmente arbitro il 13 dicembre 2009, ha fatto il suo debutto nella categoria Giovanissimi nel 2010.

Un Percorso Arbitrale in Ascesa: Dalle Categorie Giovanili alla Serie A e B Le tappe fondamentali della carriera di Perenzoni

La carriera arbitrale di Perenzoni ha avuto uno sviluppo costante e progressivo. Dopo l’esordio tra i Giovanissimi, nel 2013 è passato alla Commissione Arbitri Interregionale, nel 2014 alla CAN D, nel 2018 alla CAN C e, infine, nel 2022 ha raggiunto l’ambito traguardo della CAN di A e B.

Daniele Perenzoni: Arbitro e Perito Chimico Un profilo professionale e personale di un arbitro di Serie A

Nato a Rovereto nel 1988, Perenzoni affianca all’attività arbitrale la professione di perito chimico presso la Fondazione Edmund Mach. Coloro che lo conoscono da vicino lo descrivono come una persona precisa e scrupolosa. Il destino ha voluto che il suo esordio in Serie B avvenisse in modo inatteso: il 9 ottobre 2021, è subentrato in corso di gara a Tremolada, a causa di un infortunio di quest’ultimo, facendo così il suo debutto nella serie cadetta. Con la sua promozione, Perenzoni ha già scritto una pagina di storia per la sua sezione: è infatti il primo arbitro della sezione di Rovereto a raggiungere il massimo livello nazionale.

Stile e Caratteristiche dell’Arbitraggio di Daniele Perenzoni I principi guida di un arbitro di successo secondo Perenzoni

Secondo Daniele Perenzoni, le qualità fondamentali per un buon arbitro sono: leadership, rispetto, credibilità, coraggio e personalità, ma anche costanza e concentrazione. Questi concetti chiave sono stati illustrati dallo stesso arbitro di Rovereto durante una lezione tenuta ad aprile 2022 ai giovani arbitri della sezione di Trento. In quell’occasione, Perenzoni ha spiegato il suo metodo di lavoro durante la settimana e nel giorno della partita. Secondo la sua esperienza, la costanza nell’allenamento e nella cura dei propri comportamenti porta naturalmente a sviluppare e mantenere la concentrazione necessaria in campo in ogni situazione, indipendentemente da fattori esterni o eventi specifici. Parola di Daniele Perenzoni, arbitro di Serie A.

Le statistiche sull’arbirto e gli altri componenti del sestetto arbitrale

Il sig. Daniele Perenzoni finora ha diretto in carriera 104 gare con questo score: 41 vittorie interne; 31 pareggi e 32 affermazioni esterne; 34 i rigori assegnati e 32 le espulsioni decretate.

Quest’anno finora ha diretto 1 gara (Coppa Italia) tra il Monza e il Frosinone terminata con la vittoria 1 a 0 degli ospiti e con l’espulsione del calciatore del Monza, Silvere Ganvoula, a tempo abbondantemente scaduto

Conta 3 precedenti con la Juve Stabia con questo bilancio: 0 vittorie, 1 pareggio e 2 sconfitte

24/25    Serie BKT 01.03.2025 Juve Stabia – Cittadella (0-1: Orji Okwonkwo)

21/22    Serie C 03.04.2022 Taranto FC   0:0 Juve Stabia

20/21    Serie C 03.03.2021 Juve Stabia  0:2 Bari (Marras (2))

Conta 3 precedenti con la Venezia con questo score: 2 vittorie, 1 pareggio e 0 sconfitte

Assistenti

Primo Assistente sig. Filippo Bercigli della sezione di Firenze

Secondo Assistente dal sig. Gianluca Grasso della sezione di Ariano Irpino

IV° ufficiale sig. Andrea Colombo della sezione di Como

VAR sig. Antonio Giua della sezione di Olbia

AVAR sig. Marco Piccinini della sezione di Forlì

Juve Stabia: Tra campo e mercato sarà una settimana di passione gialloblù in attesa del Venezia

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La Juve Stabia ha raccolto un pareggio a casa della Virtus Entella.La gara di Chiavari ha raccontato di una squadra sicuramente generosa ed organizzata ma con delle lacune evidenti in molte zone del campo.

Manca l’attaccante ma anche quel centrocampista capace di offrire quantità e qualche gol che non sarebbe mai una cattiva idea.Sabato il pubblico di Castellammare potrà finalmente riabbracciare la sua Juve Stabia.

Il popolo colorato di giallo e blu ha potuto assistere solo ad un allenamento prima di Chiavari e una gran parte della piazza è sicuramente delusa dall’ andamento del calciomercato, fin qui deludente e della solita questione “Giornata gialloblù” ossia far pagare due biglietti anche ai possessori di abbonamento.Fatte queste sacrosante considerazioni, allo Stadio Romeo Menti arriva il Venezia che ha battuto il Bari di Fabio Caserta.

La squadra di Giovanni Stroppa è retrocessa dal massimo campionato all’ ultimo tuffo dopo una sconfitta contro la Juventus ma può vantare una rosa importante come il portiere Stankovic, il figlio di Dejan ex Inter e Lazio, oppure Duncan centrocampista di esperienza e valore ma anche dell’ attaccante Yeboah.Ovviamente il nome caldissimo è Andrea Adorante, l’uomo più atteso e molto probabilmente anche il più tenuto.

Servirà una Juve Stabia più frizzante rispetto quella vista a Chiavari ma ovviamente dalle parti del Rione San Marco si spera che possa arrivare presto quella qualità e quei calciatori capaci di farti fare il classico salto in avanti e magari anche capire alcune situazioni sulla casella partente.Venezia e Calciomercato, una settimana di passione per i colori giallo e blu.

Dopamine Decor nel 2025: perché i rivestimenti murali gioiosi conquistano le case

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Il 2025 si preannuncia come l’anno in cui le nostre case si vestiranno di ottimismo, colore e una buona dose di audacia.Dimentichiamo il minimalismo austero e le palette neutre che hanno dominato per anni: è l’era del “Dopamine Decor”, una tendenza che porta la gioia direttamente tra le mura domestiche attraverso scelte d’arredo che stimolano il buonumore.Il concetto è semplice ma potente: circondarsi di oggetti, colori e pattern che sprigionano energia positiva e benessere psicologico.In questo scenario, i rivestimenti murali emergono come protagonisti indiscussi, trasformando pareti anonime in veri e propri inni alla felicità.

Il Dopamine Decor non è solo una moda passeggera, ma riflette un desiderio collettivo di rinascita e leggerezza, una risposta estetica a periodi complessi.Dopo anni di incertezze globali, le persone cercano rifugio e ispirazione nelle proprie abitazioni, trasformandole in santuari personali dove l’espressione di sé e la ricerca della felicità visiva diventano prioritarie.Colori vivaci, stampe esuberanti, texture tattili e accostamenti inaspettati sono gli ingredienti chiave.Non si tratta di creare ambienti caotici, bensì spazi attentamente curati che riflettono la personalità e le passioni di chi li abita, promuovendo un senso di benessere quotidiano.

Per chi desidera esplorare questa tendenza e trasformare radicalmente un ambiente con un impatto visivo immediato, l’idea di scegliere una carta da parati che esprima appieno questa estetica della gioia è più che mai attuale.

L’onda di ottimismo che travolge le case

Il termine “Dopamine Decor” deriva dal neurotrasmettitore dopamina, associato al piacere, alla motivazione e alla ricompensa.L’idea è di riempire gli spazi abitativi con elementi che provocano sensazioni positive e stimolano l’umore.Non si tratta di un approccio superficiale, ma di una strategia consapevole per influenzare il proprio stato d’animo attraverso il design.I rivestimenti murali, in particolare, offrono una tela immensa per esprimere questa filosofia.

Con la loro capacità di coprire grandi superfici, hanno il potere di definire immediatamente l’atmosfera di una stanza, rendendola vibrante e accogliente.Questa tendenza incoraggia la libertà creativa, invitando a rompere gli schemi e ad abbracciare scelte audaci.Si possono mescolare stili, epoche e culture diverse, purché il risultato finale trasmetta un senso di armonia personale e gioia.L’importante è che ogni elemento scelto risuoni con chi vive lo spazio, evocando ricordi felici, stimolando la creatività o semplicemente regalando un sorriso.

Dai colori alle texture: gli elementi chiave dei rivestimenti murali gioiosi

I rivestimenti murali che incarnano il Dopamine Decor si distinguono per alcune caratteristiche principali:

  • Colori vibranti e saturi: Rosa shocking, blu elettrico, giallo sole, verde smeraldo, arancione vitaminico.Le palette sono energiche e cariche, spesso abbinate tra loro in contrasti audaci che catturano lo sguardo e infondono vitalità.L’uso del colore non è casuale: ogni tonalità è scelta per il suo impatto emotivo, creando un’atmosfera che è sia stimolante che confortante.
  • Pattern esuberanti e audaci: Dalle stampe floreali oversize ai motivi geometrici complessi, dai disegni astratti alle illustrazioni giocose, i pattern sono tutto tranne che timidi.Spesso si vedono soggetti ispirati alla natura, alla cultura pop, all’arte o a fantasie surreali.L’obiettivo è creare un punto focale che sia intrigante e divertente, rompendo la monotonia delle pareti.
  • Texture tattili e materiche: Non è solo una questione visiva.Il Dopamine Decor abbraccia anche la dimensione tattile, con rivestimenti che invitano al tocco.Superfici in rilievo, velluti, tessuti intrecciati, fibre naturali come la juta o il rafia, aggiungono profondità e un senso di lusso accessibile, stimolando un ulteriore senso e arricchendo l’esperienza dello spazio.
  • Accostamenti inaspettati: La bellezza del Dopamine Decor risiede anche nella sua capacità di combinare elementi apparentemente discordanti in un insieme coerente e affascinante.Un motivo animalier può convivere con mobili vintage, o una parete floreale con dettagli industriali.Non ci sono regole ferree se non quella di seguire il proprio istinto e il proprio gusto personale.

Trasformare ogni ambiente con la giusta scelta murale

Ogni stanza della casa può beneficiare dell’energia del Dopamine Decor attraverso i rivestimenti murali:

  • Soggiorno: In questa area conviviale, si può osare con una parete accentuata che presenta un grande motivo floreale o geometrico, magari in colori vivaci.Questo crea un punto focale immediato e un argomento di conversazione, rendendo l’ambiente dinamico e accogliente per gli ospiti.
  • Camera da letto: Qui l’obiettivo è creare un’oasi di serenità ma con un tocco di personalità.Si possono scegliere pattern più delicati ma comunque gioiosi, come nuvole stilizzate, motivi botanici in tonalità pastello vivaci o texture morbide che invitano al relax.L’importante è che il motivo scelto ispiri tranquillità e felicità al risveglio.
  • Cucina e Sala da pranzo: Questi sono spazi ideali per introdurre stampe a tema cibo, pattern geometrici energici o disegni che richiamano elementi naturali in colori freschi.Un rivestimento impermeabile e facilmente lavabile con un motivo vivace può trasformare una cucina funzionale in un luogo di creatività e convivialità.
  • Bagno: Il bagno può diventare un vero e proprio gioiello di design con il Dopamine Decor.Si pensi a rivestimenti con motivi tropicali esuberanti, fantasie marine stilizzate o un mix di colori intensi.Esistono soluzioni resistenti all’umidità che permettono di osare anche in questo ambiente, trasformandolo in una spa personale ricca di carattere.
  • Studio o ufficio domestico: Per stimolare la creatività e la concentrazione, si possono scegliere pattern astratti, motivi ispirati all’arte contemporanea o colori che notoriamente aumentano la produttività, come il giallo o il verde, ma sempre con un twist giocoso e personale.

Oltre l’estetica: i benefici psicologici del Dopamine Decor

Il successo del Dopamine Decor non è solo estetico; affonda le radici nella psicologia umana.

Vivere in un ambiente che percepiamo come bello, stimolante e ricco di significato personale ha un impatto diretto sul nostro benessere mentale.Colori vivaci possono migliorare l’umore, ridurre lo stress e aumentare i livelli di energia.Pattern complessi possono stimolare la mente e la creatività.Texture tattili possono offrire un senso di conforto e sicurezza.

In un mondo sempre più digitale e a volte alienante, la casa diventa il luogo dove riconnettersi con il proprio io, esprimere la propria individualità e trovare un rifugio accogliente.I rivestimenti murali giocano un ruolo fondamentale in questo processo, perché sono la prima cosa che percepiamo entrando in una stanza.Hanno il potere di definire l’identità di un ambiente, di raccontare una storia e di evocare emozioni.

Come abbracciare il Dopamine Decor senza eccessi

Adottare la filosofia del Dopamine Decor non significa necessariamente trasformare la propria casa in un carnevale di colori e stampe.Si può iniziare con piccole modifiche, come una singola parete accentuata, o scegliere pattern che, sebbene audaci, mantengano una certa coerenza cromatica con gli arredi esistenti.

L’equilibrio è fondamentale: l’obiettivo è creare un ambiente che sia stimolante ma non opprimente.Un consiglio utile è quello di scegliere un tema o una palette di colori guida e sviluppare il design attorno ad essa.Ad esempio, se si ama il tema tropicale, si può optare per un rivestimento murale con foglie di palma o fiori esotici, abbinando poi cuscini o piccoli accessori con richiami ai colori presenti nel pattern.In definitiva, il Dopamine Decor nel 2025 non è solo una tendenza di design, ma un invito a vivere in spazi che riflettano la nostra gioia interiore.

Con i rivestimenti murali come alleati, è possibile creare ambienti unici, personali e, soprattutto, felicemente energici, trasformando ogni casa in un luogo dove il benessere e l’ottimismo sono sempre di casa. È il momento di lasciare che le pareti parlino, raccontando storie di colori vibranti, fantasie audaci e una gioia contagiosa.

La grande danza per la storia d’amore più suggestiva di sempre

Il Balletto di Roma incanta il Teatro Antico di Taormina con il capolavoro di Fabrizio Monteverde

Ieri sera, al Teatro Antico di Taormina, il cielo stellato ha abbracciato la tragedia più celebre di tutti i tempi: Giulietta e Romeo, rivisitato dal genio coreografico di Fabrizio Monteverde e danzato dal Balletto di Roma. Un appuntamento che ha unito arte, poesia e verità in uno scenario che già di per sé è teatro eterno.

Non è stata soltanto la riproposizione di un grande classico, ma una vera e propria esperienza estetica ed emotiva, capace di toccare corde profonde. Da cultrice della danza, diplomata in conservatorio e con anni di esperienza nella direzione di una scuola di danza, ho seguito ogni gesto con sguardo tecnico e appassionato. Ed è proprio questo a rendere il racconto che segue una recensione dal cuore e dalla competenza.

Un Romeo e una Giulietta del nostro tempo

Monteverde trasporta gli amanti di Verona in un Sud del dopoguerra, polveroso e fragile, dove la vita rinasce tra macerie morali e fisiche. La scenografia essenziale, con il muro decrepito a evocare le ferite di un conflitto, non è un semplice fondale, ma un personaggio silenzioso che amplifica la tensione drammatica.

La Giulietta di questa versione non è l’icona eterea e passiva che spesso abbiamo conosciuto: è ribelle, tormentata, sospesa tra l’ingenuità adolescenziale e la consapevolezza di un destino di oppressione. Ogni suo movimento, a tratti impetuoso, a tratti lirico, parla di un corpo che cerca libertà e di un cuore che reclama il diritto di amare. Romeo, dal canto suo, diventa incarnazione di un amore assoluto, puro, quasi incosciente. Insieme, i due protagonisti creano una danza che non è mai soltanto virtuosismo tecnico, ma linguaggio viscerale.

La forza di una coreografia senza tempo

La scrittura coreografica di Monteverde si conferma in tutta la sua potenza: dinamica, intensa, ricca di contrasti. Alterna sequenze di gruppo dal ritmo serrato, dove il corpo di ballo diventa massa ostile e compatta, a momenti di duetto in cui il respiro dei danzatori sembra fondersi con quello del pubblico. Le diagonali rapide, le cadute controllate, i gesti spezzati che si aprono in slanci improvvisi creano una tensione continua che restituisce la violenza e la fragilità dell’amore proibito.

Non è un caso che questa produzione, con oltre 350 recite e più di 200.000 spettatori, sia lo spettacolo di danza italiano più applaudito di sempre. È un’opera che riesce a rinnovarsi a ogni replica, senza mai perdere intensità.

La musica, anima della tragedia

Le musiche di Sergej Prokofiev, con la loro forza epica e i momenti di struggente lirismo, hanno dialogato perfettamente con la coreografia. I danzatori hanno dato corpo a una partitura che alterna potenza e delicatezza, amplificando ogni gesto, sostenendo la drammaturgia fino al finale che lascia senza fiato.

Un’emozione che resta

Seduta in seconda fila, ho avuto il privilegio di percepire ogni dettaglio: lo sguardo degli interpreti danzatori, il respiro affannoso dopo le corse, la tensione dei muscoli nei pas de deux. È questa vicinanza che mi ha permesso di cogliere la verità profonda del lavoro di Monteverde e la dedizione del Balletto di Roma. Non ho assistito solo a uno spettacolo: ho vissuto un atto d’amore verso la danza, il teatro e la vita stessa.

Giulietta e Romeo del Balletto di Roma non è solo un balletto, ma una lezione di umanità. Una coreografia che trascende la storia shakespeariana per farsi specchio del nostro presente: i conflitti, le divisioni, ma anche la forza ribelle dell’amore e della speranza.

Al Teatro Antico di Taormina, il mito è rinato ancora una volta. E ci ha ricordato che la grande danza, quando incontra un luogo così eterno, diventa poesia viva, incisa nella memoria di chi ha avuto la fortuna di esserci.

Lo spettacolo è stato proposto dalla Fondazione Taormina Arte Sicilia, nell’ambito del Festival Taormina Arte, sotto la direzione artistica di Gianna Fratta. Una scelta che conferma la professionalità della Fondazione nel saper coniugare qualità artistica, valorizzazione del territorio e prestigio internazionale, trasformando il Teatro Antico di Taormina in un palcoscenico senza tempo, dove arte e bellezza continuano a regalare emozioni indimenticabili.

Mariella Musso – Giornalista pubblicista / Vivicentro

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Juve Stabia, Langella ancora no? Il Presidente blocca il mercato, la pazienza dei tifosi è agli sgoccioli

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Sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico.Un proverbio che a Castellammare di Stabia risuona con crescente insistenza quando si parla del calciomercato delle Vespe e delle decisioni del Presidente Federale Andrea Langella.

A soli sei giorni dalla chiusura delle trattative, la situazione è critica: il mercato è bloccato, le trattative imbastite dal Direttore Sportivo Matteo Lovisa vengono sistematicamente fermate e il rischio di presentarsi ai nastri di partenza del campionato con una rosa incompleta si fa sempre più concreto.La storia si ripete, quasi come un copione già visto nelle precedenti sessioni.Il Presidente Langella, che detiene il potere di veto sul mercato fino al 1 settembre 2025, sembra ancora una volta anteporre la rigida logica economica a quella sportiva e passionale.Una scelta che stride, soprattutto quest’anno.

L’estate 2025 ha infatti portato nelle casse della società un “piccolo tesoretto”, frutto di cessioni, premi di valorizzazione, minutaggio e controriscatto.Risorse fresche che, secondo la logica del calcio moderno, andrebbero reinvestite per rafforzare la squadra.E chi meglio di un imprenditore di successo come Andrea Langella dovrebbe comprendere il concetto di investimento?Il calcio, in fondo, segue dinamiche simili: si punta su un giovane di prospettiva, lo si valorizza – e la Juve Stabia, come celebrato persino dalla Gazzetta dello Sport con il titolo “De Pieri, Cacciamani e…

Riapre il laboratorio Juve Stabia: dove il talento diventa oro”, ha dimostrato di saperlo fare magistralmente – per poi raccogliere i frutti con importanti plusvalenze future.Un’apparente inversione di rotta si era avuta a giugno, con il rinnovo del DS Lovisa.In quell’occasione, il Presidente aveva compiuto un sacrificio economico per venire incontro in parte alle richieste del direttore, un gesto che lasciava presagire una ritrovata sintonia e una visione comune.Oggi, quell’apertura sembra un lontano ricordo.I veti presidenziali, definiti “inspiegabili”, stanno di fatto ostacolando il lavoro di chi dovrebbe costruire la squadra.

Il pomo della discordia, ancora una volta, sarebbero le commissioni da riconoscere ai procuratori.Se la richiesta esorbitante (si parla di 500mila euro) per il centrocampista Correia può aver giustamente indotto alla prudenza – con la trattativa che, comunque, non sarebbe ancora del tutto tramontata – non si può dire lo stesso per altri affari.Secondo le indiscrezioni, ben tre trattative in dirittura d’arrivo con due club di Serie A e uno di Serie B per un difensore centrale e due attaccanti sarebbero state bloccate per cifre ritenute congrue nel mondo del calcio per le procure.Ignorare che la professionalità degli agenti vada retribuita e che questi tendano a collaborare con chi riconosce il loro lavoro significa non comprendere le dinamiche di questo sport.

Il risultato è che la Juve Stabia rischia di perdere giocatori di altissimo profilo.Uno degli attaccanti in questione, ad esempio, è un profilo d’esperienza che ha contribuito in maniera decisiva alla promozione in Serie A della sua attuale squadra e che, trovando meno spazio, cerca ora una nuova sfida per rilanciarsi.Un innesto che potrebbe garantire quella tranquillità necessaria per puntare alla salvezza.Ma non è tutto.

Oltre a questi tre nomi, altri tre calciatori, tra cui un ex gialloblù che si è distinto in Serie B negli ultimi due anni, sarebbero stati bloccati.In totale, sei potenziali rinforzi tenuti in stand-by dalle decisioni presidenziali.A complicare ulteriormente il quadro si aggiunge la questione della fideiussione aggiuntiva, legata all’aumento del monte ingaggi.Senza questo passaggio burocratico è necessario prima cedere per poi acquistare, un’ulteriore difficoltà che si aggiunge in una corsa contro il tempo.

È fondamentale, e doveroso, fare un inciso: la piazza di Castellammare sarà sempre grata al Presidente Langella per quanto fatto in questi anni.

Non si tratta di un attacco personale, ma di un grido d’allarme dettato dall’amore per i colori gialloblù e per la verità.Non si può far finta di nulla di fronte a una situazione che mette a repentaglio la stagione.Il tempo stringe.la seconda di campionato è alle porte e la Juve Stabia, pur con le sue grandi potenzialità, rischia di disputare un girone d’andata con delle lacune evidenti, compromettendo la lotta per una salvezza che è l’obiettivo primario.

I tifosi attendono, con il fiato sospeso, sperando che la perseveranza, questa volta, non sia davvero diabolica.

Juve Stabia, Baldanzeddu: “Castellammare è la mia famiglia, è una città che ti entra dentro e ti rende uomo”

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Ivano Baldanzeddu, ex calciatore della Juve Stabia, è intervenuto a “Il Pungiglione Stabiese” condividendo ricordi, emozioni e riflessioni sul suo passato in maglia gialloblù, il rapporto speciale con la piazza di Castellammare di Stabia e la sua visione del calcio odierno.La sua partecipazione è stata accolta con grande affetto da tifosi e conduttori, che lo hanno definito un “idolo” e un “grande uomo”.

La Juve Stabia: “Famiglia” e “Trampolino di Lancio”
Baldanzeddu ha subito sottolineato l’indissolubile legame con la Juve Stabia, definendola “famiglia”.Ha ricordato come l’esperienza a Castellammare sia stata un “trampolino di lancio” per la sua carriera.

Nonostante momenti difficili, come la perdita del padre e gli infortuni, ha affermato che queste sfide lo hanno aiutato a “crescere e diventare uomo”.La sua avventura con la Juve Stabia è stata un “mix perfetto” di tifosi, un campionato prestigioso e una dirigenza solida, che gli ha fatto provare ancora oggi i “brividi”.

Un Calore Ineguagliabile e Anni Indimenticabili
L’ex difensore ha descritto il pubblico stabiese come un elemento propulsivo in campo: “Il pubblico mi spingeva talmente tanto che volevo la palla” per ogni discesa sulla fascia, generando “adrenalina pazzesca”.Questa connessione con i tifosi è ciò che rende la Juve Stabia unica: “si respira subito un’aria, un calore diverso che ti entra dentro e ti fa avere quel senso di appartenenza che in altre squadre non riesci ad avere”.

Per Baldanzeddu, non è solo una questione di minore o maggiore qualità nelle altre piazze, ma un “fatto proprio energetico”, di “clima di passione”.I suoi “anni più belli” e le “più emozioni” nel calcio sono stati vissuti proprio alla Juve Stabia.

Ha ringraziato i tifosi per l’affetto e la disponibilità, affermando che “è il minimo che puoi fare quando entri in campo”.Il “Doppio Ex”: Venezia vs.

Juve Stabia
In vista dell’incontro tra Juve Stabia e Venezia, squadre nelle quali ha militato, Baldanzeddu ha offerto una prospettiva diversa da Walter Novellino, che aveva il “cuore diviso”.Per Baldanzeddu, pur avendo vissuto bene anche a Venezia, una “bella piazza con una tifoseria molto importante”, “la bilancia pende molto più per la famiglia”, riferendosi alla Juve Stabia.

Compagni di Squadra e Progetti Futuri
Rievocando lo spogliatoio dell’epoca, Baldanzeddu ha raccontato che molti erano “pazzi”, ma il più “pazzo” di tutti era Antonio Zito, anche se sapeva essere “serio” e un po’ “orso”.Ha confermato di essere ancora in contatto con molti ex compagni e con mister Braglia, mentre ha descritto il presidente Manniello come un “secondo papà”.

Riguardo al suo percorso post-calcio, Baldanzeddu ha rivelato di non fare più l’allenatore né il procuratore, seguendo il calcio “in maniera relativa”.Ha comunque espresso un giudizio positivo sui giovani calciatori come Mussolini , definendolo “un ottimo giocatore”, “molto giovane” e con una “carriera lunga davanti”.

Un Messaggio di Fiducia alla Piazza
Concludendo il suo intervento, Ivano Baldanzeddu ha voluto lanciare un messaggio di tranquillità alla piazza stabiese, specialmente in un momento di incertezza sul calciomercato: “state tranquilli che tanto, anche se non arriva nessuno, i giocatori daranno sempre il meglio per questa maglia qua perché è l’ambiente che porta a fare questo”.Ha infine espresso il desiderio di tornare presto a vedere una partita al “Menti” di persona, un appuntamento a cui tiene “veramente tanto”.

Juve Stabia, Novellino: “Empoli favorita in B. Il mio cuore è diviso fra le vespe ed il Venezia”

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L’ex allenatore Walter Novellino, “maestro del calcio” e figura di spicco per la sua carriera sia da calciatore che da tecnico, ha condiviso le sue acute osservazioni sull’attuale panorama calcistico italiano, con un focus particolare sulla Serie B e sulle sue ex squadre, Venezia e Juve Stabia, durante la trasmissione Il Pungiglione Stabiese, in onda tutti i Lunedì dalle 20:30 sui canali social Vivicentro.L’Eredità di Pagluca e l’Ascesa dei Giovani Allenatori
Novellino ha iniziato il suo intervento sottolineando l’importanza di non dimenticare il “grandissimo lavoro” svolto da mister Pagluca, sia nella precedente stagione con la Juve Stabia che nel suo attuale percorso all’Empoli.

Ha definito Pagluca un “ottimo allenatore,” “giovane” e uno che “sa il fatto suo”.Riguardo alla crescente presenza di giovani allenatori, come mister Abate (Juve Stabia) e Chiappella (Entella), Novellino ha affermato che “il mondo va avanti” e l’evoluzione del calcio ha “talmente cambiato tutto”.

Crede che tutti dovrebbero avere l’opportunità di fare esperienza e ha espresso grande fiducia nei “giovani che vogliono arrivare”.Pronostici per la Serie B e il mercato aperto
Per quanto riguarda la favorita per il campionato di Serie B, Novellino ha giocato “contro tendenza” indicando l’Empoli di Pagluca, riconoscendo il “gran lavoro” svolto dal tecnico.

Ha enfatizzato che per tutte le squadre è fondamentale “partire bene” e mantenere una buona “condizione fisica”.Sulla controversa questione del calciomercato aperto durante l’inizio del campionato, Novellino ha ammesso che questo crea “difficoltà” agli allenatori, che vorrebbero “tutto subito” per impostare il gioco.

Tuttavia, ha anche riconosciuto che le società devono “fare i loro interessi” e “ottimizzare la propria azienda”.La sua conclusione è che gli allenatori devono “convivere con questo” e concentrarsi sul “lavorare sugli uomini che abbiamo a disposizione” con pazienza.

Il Calcio di Oggi vs.il Calcio di Zeman
Interrogato sul confronto tra il calcio di Zdeněk Zeman (citando il Pescara del 2011) e quello attuale, Novellino ha dichiarato che si tratta di un calcio “talmente diverso”.

Ha descritto il gioco moderno come basato su “aggressione riaggressione uomo contro uomo” e sulla fisicità, con meno ruoli predefiniti e più “marcatura uomo nella zona”.Ha trovato il costante gioco “palla dietro” “molto noioso”.

Novellino ha anche espresso preoccupazione per la scarsa presenza di calciatori italiani di qualità, capaci di “saltare l’uomo”, a causa della forte presenza di stranieri, prevedendo difficoltà per la Nazionale.L’Importanza del Settore Giovanile
Per la crescita dei giovani calciatori, Novellino ha fortemente raccomandato di investire nel “settore giovanile”, che deve essere “importante”. È cruciale insegnare “la tecnica di base”, “le posture nelle marcature”, “come si marca” e “come salta l’uomo”.

Ha sostenuto che la “tattica non esiste più” nel senso tradizionale, ma contano i “principi di gioco”, e gli allenatori devono essere leader nell’insegnamento, nella psicologia e nella preparazione atletica.Un Cuore Diviso: Venezia e Juve Stabia
In vista dell’incontro tra Juve Stabia e Venezia, squadre per le quali Novellino ha ricoperto il ruolo di allenatore, ha ricordato di aver “vinto tutto col Venezia” e di aver portato la Juve Stabia ai playoff, credendo che avrebbero potuto fare “molto meglio” senza gli infortuni.

Ha definito la prossima partita “importante” contro una squadra “molto buona” e “allenata”.Con un “cuore diviso”, ha dichiarato che farà il tifo per entrambe le squadre, esprimendo gratitudine alla Juve Stabia per averlo richiamato due volte.

Juve Stabia: Candellone e Confente sono luci a Chiavari, ma la serata non è stata tutta rose e fiori

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Al termine del pareggio tra Virtus Entella e Juve Stabia, l’attenzione si sposta sulle prestazioni individuali.Alcuni giocatori hanno brillato, confermando le aspettative, mentre altri sono apparsi sottotono, lasciando qualche perplessità.

Tra i più positivi, spicca senza dubbio il capitano Leonardo Candellone.Con un gol che porta la sua firma e una leadership in campo che non è passata inosservata, ha dimostrato di essere il vero faro della squadra.

La sua prestazione non si è limitata alla rete, ma è stata un costante punto di riferimento per i compagni, confermando il suo status di leader indiscusso.Un’altra nota lieta arriva da Alessandro Confente.

Il portiere ha salvato il risultato in più occasioni con interventi decisivi, dimostrando sicurezza e reattività.La sua gara è stata una conferma delle sue qualità e un messaggio rassicurante per tutta la difesa.

Il giovane Alessio Cacciamani ha mostrato sprazzi di grande talento.Entrato in campo con piglio e personalità, ha dato una scossa alla manovra offensiva, offrendo un barlume di speranza per il futuro.

Le sue giocate hanno acceso il reparto avanzato, confermando che il ragazzo ha tutte le carte in regola per diventare una risorsa importante per la squadra.Non tutto è andato per il verso giusto.

La prestazione di Kevin Piscopo è stata al di sotto delle aspettative.Il giocatore non è riuscito a incidere, apparendo spesso in ombra e non trovando la giusta posizione in campo.

Una gara anonima che lascia un po’ di amaro in bocca, considerando le sue potenzialità.Altrettanto deludente è stata la prova di Giacomo De Pieri.

Praticamente mai in partita, non è riuscito a offrire il suo contributo né in fase offensiva né in fase difensiva.L’impressione è che debba ancora trovare il suo posto negli schemi di mister Abate.

Porto di Catania: già rimossi 14 dei 48 relitti affondati

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Pronto un piano anche per Augusta

Prosegue l’operazione di bonifica del porto di Catania con la rimozione dei relitti affondati o semiaffondati. Nei primi giorni di attività sono già state eliminate 14 delle 48 imbarcazioni censite, tra cui barche da pesca in vetroresina e legno, motovedette, pescherecci, barche a vela e natanti da diporto, abbandonati da anni nei fondali.

L’intervento, avviato come annunciato lo scorso maggio, è reso possibile grazie a una gru su pontone per le unità lontane dalle banchine o in aree prive di spazi di manovra; per i relitti più vicini alla rada vengono invece utilizzate gru terrestri. Le operazioni si avvalgono del lavoro di sommozzatori, mezzi di supporto a terra e in mare e prevedono:

  • monitoraggio ambientale continuo,

  • contenimento e raccolta dei materiali solidi o liquidi caduti in acqua durante i sollevamenti,

  • bonifica del fondale circostante e smaltimento dei materiali recuperati.

«Un lavoro preceduto da accurate indagini strumentali di mappatura del fondale – spiega Francesco Di Sarcina, presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia orientale – che rappresenta un passo decisivo nel processo di riqualificazione ambientale e funzionale dello scalo etneo. A breve sarà definito anche il piano per il porto di Augusta, dove giacciono una decina di relitti».

Sul fronte augustano, infatti, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica sta completando le verifiche per l’approvazione del monitoraggio ambientale. Entro fine mese è previsto un incontro tra Ministero, progettisti e AdSP per la definizione delle modalità di intervento.

«La rimozione dei relitti – aggiunge Di Sarcina – non è soltanto un’azione di recupero funzionale per i porti, ma significa anche tutela dell’ambiente marino, salvaguardia degli ecosistemi e maggiore sicurezza della navigazione».

Le attività nel porto di Catania si svolgono sotto la vigilanza costante del personale ARPA, che verifica il rispetto del programma di messa in sicurezza, trasporto, demolizione e smaltimento secondo le prescrizioni autorizzative. L’appalto è stato affidato al raggruppamento temporaneo COMAP e SEAP, aggiudicatario della gara.

Mariella Musso – Giornalista pubblicista / Vivicentro

Juve Stabia: Un ringraziamento speciale al comune di Santa Maria La Carità per la concessione dello stadio

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In un gesto che rafforza i legami e sottolinea l’importanza della sinergia territoriale, la Juve Stabia ha voluto esprimere pubblicamente la propria gratitudine al vicino comune di Santa Maria La Carità.La società gialloblù, attraverso un comunicato ufficiale, ha ringraziato l’amministrazione comunale e la dirigenza sportiva locale per aver concesso l’utilizzo dello Stadio Comunale per gli allenamenti della squadra nel corso di questa settimana.

L’ospitalità ricevuta non è solo un atto di cortesia, ma un segnale tangibile di come la Juve Stabia sia considerata un patrimonio dell’intero ager stabianus, un’area che va oltre i confini di Castellammare e abbraccia le comunità limitrofe in un unico sentimento di appartenenza.Il comunicato della società stabiese recita: “La S.

S.Juve Stabia 1907 ringrazia il comune di Santa Maria la Carità nelle persone del sindaco Giosuè D’Amora, del Consigliere regionale Franco Cascone e dell’assessore allo sport Fabiana Alfano”.

Un ringraziamento esteso e non formale, che evidenzia l’impegno delle istituzioni nel supportare la principale realtà calcistica del comprensorio.Un plauso particolare è stato rivolto all’Acd Santa Maria la Carità, la squadra di casa, “nelle persone dei presidenti Vincenzo D’Oriano e Salvatore Abagnale, per la gentile e cortese ospitalità dello Stadio Comunale di Santa Maria la Carità nel corso di questa settimana e in maniera particolare nell’allenamento previsto per il pomeriggio di oggi, alternandoci con gli allenamenti del club sammaritano”.

Questa collaborazione dimostra uno spirito di sacrificio e di condivisione che è fondamentale per la crescita sportiva e sociale del territorio.La nota del club si conclude con un riferimento alla propria missione: “anche nell’ottica societaria di essere la squadra del territorio e dell’intero ager stabianus”.

Una dichiarazione d’intenti che trova concretezza in queste iniziative, dove i campanili si abbassano per lasciare spazio a un obiettivo comune, cementando un’alleanza preziosa tra Castellammare di Stabia e Santa Maria La Carità nel nome dello sport e della passione per i colori gialloblù.

Virtus Entella – Juve Stabia: Il podio e il contropodio gialloblù

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Primo punto in campionato per la Juve Stabia, che sul campo di Chiavari raccogli un pari con la Virtus Entella, avversario diretto nella corsa salvezza.Per i giallo blu il primo gol della stagione porta la firma di Leonardo Candellone.

PODIO

Medaglia d’oro: a Leonardo Candellone, capitano trascinatore.

La maglia “collage” non depotenzia l’attaccante della Juve Stabia, che con una giocata acrobatica buca Colombi in apertura di secondo tempo.Rinnovo festeggiato nel migliore dei modi per il 27 giallo blu, che non fa mancare il consueto apporto anche in fase di aiuto alla manovra di squadra.

Medaglia d’argento: ad Alessio Cacciamani, strumento spacca gara di Abate.

Il prodotto del vivaio granata conferma le buone sensazioni trasmesse a Lecce, garantendo dopo l’ingresso in campo superiorità numerica, dribbling e spunti in velocità.Addirittura gol sfiorato da Cacciamani con un gran mancino che scheggia la traversa.

Medaglia di bronzo: ad Alessandro Confente, sicuro al suo esordio in Serie B.

Felino il riflesso con cui consente alla Juve Stabia di chiudere sullo 0-0 il primo tempo come sicure sono tutte le uscite del numero uno.Unica sbavatura, la palla sfuggitagli e non insaccata dall’Entella dopo il gol del pareggio.

CONTROPODIO

Medaglia d’oro: a Kevin Piscopo, ancora a corto degli spunti di fantasia che servono alla Juve Stabia.

L’attaccante giallo blu non brilla per iniziativa né per imprevedibilità, non offrendo un contributo concretamente incisivo.

Medaglia d’argento: a Giacomo De Pieri, che non vive una prima facile in Serie B.La gara è sporca, non semplice per un giovane calciatore più propenso alla qualità che alla quantità.

Da rivedere in gare con uno spartito diverso.

Medaglia di bronzo: a Lorenzo Carissoni, che spinge tanto però in modo, a volte, non ordinato.Prestazione comunque solida, macchiata dalla disattenzione che lo porta a perdere la marcatura su Marconi sul piazzato che condanna le Vespe.

Juve Stabia: Un “like” di Langella, presidente federale delle Vespe, scatena la bufera sui social dei tifosi

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I social per il calcio sono opportunità ma anche un mondo pericoloso.Non a caso molte rotture o strappi avvengono proprio nel mondo virtuale, basti pensare al recente caso di Lookman che cancella tutte le foto con la maglia dell’Atalanta o a Osimhen, la cui rottura con il Napoli avviene dopo un video postato su Tik Tok dalla società azzurra.

Ebbene ora c’è un caso che scuote anche la Juve Stabia e coinvolge proprio il presidente federale Andrea Langella.Tutto parte dall’analisi di un noto giornalista, nonché speaker della società gialloblù, sulla gara delle Vespe contro la Virtus Entella, terminata con un pareggio per 1-1.

Un’analisi, quella del giornalista, pacata, tranquilla e molto equilibrata, in cui si sottolineava che nella squadra c’è potenziale ma che bisogna completare la rosa.Come sempre ci sono stati tantissimi commenti, tra tifosi che si definivano d’accordo e altri no, come logico che sia in una democrazia.

Sta di fatto che un commento in particolare ha colpito il presidente Andrea Langella.Un tifoso si definiva in disaccordo con il giornalista, spiegando che lui non aveva visto aspetti positivi, sottolineando carenza tecniche e tattiche della squadra, di aver visto calciatori non pronti a essere titolari in serie B, che i suoi dubbi su Abate come allenatore dopo questa gara erano aumentati e che non andava a dormire tranquillo.

Un commento lecito per un tifoso, molto meno per un addetto ai lavori come Langella che ha apposto il suo like al commento.Un mi piace che ha scatenato subito altri tifosi, tra cui uno che ha sottolineato come un presidente non potesse mettere like a un commento in cui si andava contro i suoi stessi tesserati.

Perché in effetti quel commento andava contro Lovisa (colpevole di aver scelto calciatori non da B), Abate e squadra.In pochi minuti lo screen del like del presidente ha fatto il giro di numerose chat di tifosi gialloblù, scatenando un putiferio social.

Anche perché se il presidente, come il tifoso, non è convinto della rosa perché non investe e la rinforza?Non è stato lui a sottolineare, più volte, che è lui, e non Brera, a capo delle decisioni in ambito sportivo?

Quindi se il mercato non è soddisfacente la colpa sarebbe innanzitutto sua.Perché non può essere certo colpa di Abate se ha dovuto fare un ritiro con solo due acquisti, Confente e Carissoni, non è certo colpa dello stesso tecnico se si ritrova al 24 agosto, con due impegni ufficiali già giocati, senza un attaccante anche se si sapeva che Adorante sarebbe stato ceduto già da mesi.

Così come non è colpa del tecnico, o di Lovisa, se la maggior parte degli acquisti sono arrivati tra fine luglio e inizio agosto perché mancavano gli ok alla definizione degli stessi.Insomma più che un like social Andrea Langella dovrebbe fare un mea culpa e magari cercare di investire davvero in questi ultimi giorni di calciomercato per regalare 4 acquisti di spessore alla, ancor sua per il 48% anche se forse lo ha dimenticato, Juve Stabia.

Caravaggio ritrovato arriva a Napoli, Ecce Homo a Capodimonte

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Dal 24 luglio al 2 novembre la mostra “Capodimonte Doppio Caravaggio” sarà un’occasione unica per ammirare l’Ecce Homo di Madrid, l’ultimo capolavoro ad essere entrato nel corpus del pittore il cui vero nome era Michelangelo Merisi, eccezionalmente in dialogo accanto alla Flagellazione di Cristo (1571-1610).

Dopo lo straordinario successo alla mostra romana “Caravaggio 2025”, La Flagellazione (di proprietà del Fondo edifici di culto) rientra infatti al Museo e Real Bosco di Capodimonte di Napoli, dove è custodita per ragioni di tutela dal 1972. Dalla grande esposizione organizzata a Palazzo Barberini per il Giubileo proviene anche Ecce Homo che torna così dopo quattro secoli a Napoli, la città dove l’opera fu dipinta negli stessi anni in cui il Merisi realizzava La Flagellazione per la Chiesa di San Domenico. Il quadro spagnolo, riscoperto nel 2021, è esposto per volere del nuovo proprietario al Museo del Prado e può lasciare la Spagna solo per eccezionali occasioni. Quella di Napoli è l’unica tappa italiana prevista prima del rientro a Madrid.

“Questa volta il nostro Ospite è davvero speciale – sottolinea il direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte, Eike Schmidt – appena abbiamo saputo che l’Ecce Homo sarebbe arrivato in Italia ci siamo messi al lavoro per averlo a Capodimonte al termine della mostra romana per la quale ci è stata richiesta la nostra Flagellazione. L’Ecce Homo negli ultimi anni, com’è noto, è al centro dell’interesse scientifico e anche mediatico mondiale. Ma la nostra motivazione era forte e siamo felici oggi di poter annunciare che le due opere di Caravaggio saranno esposte nei prossimi mesi insieme sulla stessa parete della sala 62, per un dialogo unico e di immensa suggestione. Siamo quindi particolarmente grati al Ministero della cultura spagnolo, al proprietario del quadro e al Museo del Prado. Doppio Caravaggio ci sembra una bellissima proposta culturale per i 2500 anni di Napoli. Ringrazio il Sindaco Gaetano Manfredi, la Direttrice artistica di Napoli 2500 Laura Valente, e il Comune di Napoli per averci voluto affiancare nella promozione dell’esposizione”.

Anche “Doppio Caravaggio” fa parte del ciclo di piccole ma preziose mostre denominate “L’Ospite” che Capodimonte sta realizzando mentre completa il rinnovamento degli spazi, in costante dialogo con i grandi musei italiani e internazionali e con una politica dei prestiti improntata sempre al protagonismo del museo napoletano e all’esaltazione del suo patrimonio.

Caso più unico che raro tra le attribuzioni di dipinti a Caravaggio dell’ultimo mezzo secolo, l’Ecce Homo, tela di media grandezza, il consenso della critica è stato pressoché unanime. L’Ecce Homo si trovava nel salotto di una casa privata, nel 2021 il quadro venne messo in vendita con una base d’asta di 1.500 euro come opera di “scuola di Ribera”. La casa d’arte spagnola Ansorena pubblica allora un catalogo con l’opera e attraverso un tam-tam di segnalazioni attorno al dipinto in pochi giorni si riuniscono i principali esperti del pittore, inclusi mercanti d’arte e curatori di museo da tutto il mondo. Mentre il quadro consolidava sempre più la sua reputazione di originale perduto di Caravaggio, il governo spagnolo ne sanciva la non esportabilità, vincolandone, quindi, la permanenza sul suo territorio. Nell’estate del 2024 l’Ecce Homo, acquistato da un filantropo britannico, che vuole restare anonimo, residente in Spagna, è esposto in una sala dedicata del Museo del Prado di Madrid.

Già Roberto Longhi, nei suoi studi fondativi sul pittore, aveva pubblicato un’immagine di una copia del quadro di Madrid, intravedendo, primo fra tutti, oltre le vernici ossidate e la banalizzazione di un mediocre copista tutta la forza di un’autentica idea caravaggesca ancora da rintracciare. Lo studio sulla storia del dipinto si deve, però, interamente a Maria Cristina Terzaghi che ne ha rintracciato il passaggio nell’Ottocento dall’Academia San Fernando di Madrid e che ha proposto di riconoscere lo stesso in un Ecce Homo di Caravaggio appartenuto a un viceré di Napoli – Garcia Avellaneda y Haro – alla metà del Seicento.

L’Ecce Homo – tra gli ultimi episodi della vita di Cristo precedente alla Crocifissione e successivo alla Flagellazione – è un’iconografia che ebbe ampia diffusione, nell’intera penisola italiana, tra Quattro e Cinquecento. Nel quadro di Madrid, Caravaggio dispone le figure in profondità, suggerendo una loggia buia da cui si sporge Ponzio Pilato, il giudice che indica Cristo dolente alla folla, mentre un aguzzino con la bocca aperta lo spoglia (o forse lo ricopre dopo averlo spogliato) per mostrarne ulteriormente il corpo martoriato. Geniale e dal forte valore simbolico è la soluzione caravaggesca di rappresentare, sopra la fronte di Cristo, la sezione a mo’ di piccola fiamma di un ramo di rovi spiccato dal tronco principale, più chiara rispetto alla variazione di bruni della corona di spine.

Poiché, in tutta probabilità, fu realizzata a Napoli, è con i quadri dei due periodi napoletani che la tela madrilena può mettersi più facilmente in relazione ed è proprio a potenziare la suggestione che la pala di San Domenico maggiore del 1607 e il quadro da stanza di Madrid sono stati nuovamente messi in dialogo nella sala con i capolavori del Museo di Capodimonte. L’importanza del dipinto è attestata dalla ripresa di alcune pose nella pala della Stella del 1607-1608 di Battistello Caracciolo (1578-1635), tra i più fedeli seguaci di Caravaggio e che ebbe anche rapporti diretti con l’artista durante i suoi soggiorni napoletani. Su di una parete laterale, nella stessa sala, si è poi deciso di esporre proprio un’opera di Battistello proveniente dai depositi del museo: un altro Ecce Homo dal formato orizzontale. Capodimonte propone quindi una occasione di confronto unica che illustra e documenta anche la fortuna napoletana del modello caravaggesco. La prossimità stilistica con alcune opere finali del Merisi ha permesso di confermarne la realizzazione nel periodo giovanile, proprio negli anni in cui Caravaggio era a Napoli o in quelli compresi tra i suoi soggiorni, come ha confermato Stefano Causa in una mostra tenutasi proprio a Capodimonte. Ed ecco che il ritrovamento dell’Ecce Homo di Madrid permette di dare nuovo significato alla suggestione dello studioso che in catalogo si chiedeva se all’opera di Battistello non potesse aver “sovrainteso” lo stesso Caravaggio. Rimane, tuttora, rischioso spingersi a dire di più, ma gli esperti e il grande pubblico potranno tornare a vedere con occhi nuovi opere della collezione permanente di Capodimonte, grazie a un prestito straordinario, anello intermedio di una catena che dalla Flagellazione di San Domenico maggiore muove verso l’Ecce Homo di Battistello e si spinge certamente oltre.

A conferma dello straordinario interesse per la scoperta del quadro di Madrid, e il suo riconoscimento come autografo del Merisi, ricordiamo che la vicenda è narrata anche nel thriller documentaristico “Il Caravaggio perduto” uscito quest’anno nelle sale italiane, recentemente trasmesso su Sky Arte.

Fonte AdnKronos

Femminicidio Montecorvino , l’ex di Tina Sgabrini si avvale della facoltà di non rispondere

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Si è avvalso della facoltà di non rispondere Christian Persico, l’ex compagno 36enne di Tina Sgarbini, la donna 47enne uccisa in casa a Montecorvino Rovella (Salerno). L’uomo, rintracciato ieri sera dai carabinieri alcune ore dopo il ritrovamento del corpo senza vita della donna, è stato portato in caserma a Battipaglia dove è rimasto in silenzio nel corso dell’interrogatorio davanti al pm che ha disposto il fermo per l’accusa di omicidio pluriaggravato.

A difendere l’uomo è l’avvocato Michele Gallo. “L’ho visto solo per il tempo strettamente necessario per l’interrogatorio – dice all’Adnkronos il penalista – e nelle prossime ore farò un’istanza per avere un colloquio con lui”. Ora Persico si trova recluso nel carcere di Fuorni.

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Fonte AdnKronos

Come gioca il nuovo Napoli scudettato? Ecco la prima analisi tattica

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Il Napoli vince a Reggio-Emilia, il Sassuolo non può nulla contro i Campioni d’Italia. Ecco come si è presentato il nuovo Napoli scudettato di Antonio Conte.

Gli 11 titolari

Il primo Napoli 2025/26 scende in campo con:

4-1-4-1

Meret

Di Lorenzo, Rrahmani, Juan Jesus e Olivera

Lobotka

Politano, Anguissa, De Bruyne e McTominay

Lucca

La fase difensiva

Durante la fase difensiva il Napoli si abbassa creando due linee, diventando un 4-4-1-1 con la linea dei centrocampisti formata da Politano a destra, che supporta Di Lorenzo, Anguissa; Lobotka e McTominay a sinistra.

Lucca sulla trequarti e De Bruyne più alto, col centrocampista belga che è ancora in evidente risparmio energetico.

Fase d’impostazione

In fase di impostazione il Napoli si mette a tre dietro, con Lobotka che va in mezzo ai due centrali ad impostare, all’occorrenza, quando Lobotka è schermato; De Bruyne va a vestire il ruolo di play ed è lui che va ad impostare la manovra, con McTominay che va a prendere il suo posto in mezzo al campo.

Durante l’impostazione, Lucca allunga la squadra e i laterali entrano in mezzo al campo per dare più soluzioni.

Napoli Empoli 3-0 Serie A 2024-2025 (31) MCTOMMINAY

La fase offensiva

La fase offensiva è un capolavoro di Antonio Conte. Quello che ci si poteva aspettare con un 3-4-2-1, con De Bruyne e McTominay sotto la punta e una linea di centrocampo formata da Politano; Anguissa; Lobotka e Olivera, non è per nulla così.

Il Napoli gioca realmente con un 4-5-1 asimmetrico. In fase offensiva, spesso, De Bruyne e McTominay si scambiano di ruolo, col belga che si allarga a sinistra e lo scozzese che va a fare il sottopunta come lo scorso anno.

A destra è dove si spinge di più, dove Politano ha licenza di spingere e inventare, con le solite sovrapposizioni di Di Lorenzo e il triangolo che si completa con Anguissa.

Quindi una squadra larga a destra e stretta a sinistra.

Proprio sulla sinistra, Olivera alterna momenti in cui da ampiezza a momenti in cui diventa l’uomo in più in mezzo al campo, così come fa in nazionale.

Lucca ancora non è entrato nei meccanismi, però svolge egregiamente il suo ruolo in area di rigore, infatti è lui che porta via i difensori in area di rigore.

Il primo gol è frutto proprio del movimento di Lucca verso il secondo palo che libera lo spazio per il taglio di McTominay sul primo.

La possibile evoluzione

Gli Azzurri con quattro centrocampisti funziona e anche bene, ma è evidente che non giocherà sempre così.

In panchina ieri c’erano Lang e Neres, che non sempre resteranno lì.

In arrivo ci potrebbe essere Elmas, che darebbe un’alternativa importante a centrocampo e sull’esterno.

Tra l’altro, in chiusura c’è anche l’arrivo di Rasmus Hojlund dal Manchester United, attaccante alto e veloce che potrebbe regalare a Conte anche una chiave in profondità.

In più tra dicembre e gennaio ci sarà la Coppa d’Africa, che priverà il Napoli di Zambo Anguissa, e proprio a cavallo di quel periodo dovrebbe tornare a disposizione Lukaku.

Indubbiamente sarà un Napoli camaleontico durante tutta la stagione, staremo a vedere come di evolverà Conte e soprattutto, come si completerà la rosa entro la fine del mercato.

 

Virtus Entella – Juve Stabia (1-1): Un pareggio che vale più di un punto, le Vespe partono col piede giusto

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Un punto che sa di speranza e di consapevolezza.La Juve Stabia torna da Chiavari con un pareggio per 1-1 contro la Virtus Entella, un risultato che non è solo un punto in classifica, ma un vero e proprio segnale incoraggiante per il futuro.

Le Vespe hanno dimostrato grinta e carattere.Dopo un avvio complicato, la squadra di mister Abate ha saputo reagire con determinazione dopo un primo tempo veramente poco positivo ed il gol di Candellone è stata una liberazione.

Cacciamani è entrato bene in partita con il talento del toro che ha dato un bacino alla traversa ma nel momento migliore delle vespe è arrivato il pareggio di Marconi.Mister Abate ha disegnato una Juve Stabia troppo leggera in attacco con Burnete fuori e con Piscopo e De Pieri assolutamente rivendibili dopo questa partita.

Resta il fatto degli uomini contati in mediana ed il calciomercato che per necessità dovrà regalare altri rinforzi soprattutto nella zona nevralgica del campo ed in attacco.Per tornare al vissuto storico di questa partita un merito va ad Abate perché è riuscito a restare imbattuto nel corso della prima giornata di campionato e per la prima volta nel corso della storia ( Riferimento al torneo cadetto) la Juve Stabia si porta a casa un pareggio.

Morale, classifica e buon umore ma contro il Venezia servirà una Juve Stabia più coraggiosa contro un avversario decisamente importante che vanta quel calciatore chiamato Andrea Adorante ad oggi che ha lasciato un trono libero senza eredità.

Virtus Entella – Juve Stabia (1-1): Le pagelle dei gialloblù

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Esordio stagionale in campionato per la Juve Stabia con un pareggio per 1-1 sul campo della Virtus Entella.La prima giornata del campionato 2025-2026 consegna alle vespe un punto che muove la classifica e fa morale, ma che allo stesso tempo evidenzia una squadra ancora in fase di rodaggio e bisognosa di innesti per completare l’organico a disposizione di mister Abate.

La gara di Chiavari ha mostrato due volti della formazione gialloblù: una buona metà del primo tempo contratto, seguito da una ripresa più propositiva, sbloccata dal gol del solito generosissimo Candellone.Il pareggio dei padroni di casa, firmato da Marconi, ha messo a nudo qualche disattenzione difensiva, prontamente compensata però da interventi decisivi di Confente.

È un inizio che lascia intravedere il carattere del gruppo ma che, come sottolineato anche dalla prestazione di alcuni singoli, conferma la necessità di intervenire sul mercato per affrontare al meglio un campionato lungo e dispendioso come la Serie B.

Questi i voti ai calciatori della Juve Stabia:

Confente 6.5: nel primo tempo mura alla grande Marconi.Sul gol dello stesso difensore può poco e poco dopo rischia con un’uscita bassa che potrebbe regalare il gol all’Entella.

Ruggero 6.5: preciso, puntale, attento.

Mai una sbavatura.

Bellich 6: si perde Marconi nel primo tempo ma fortunatamente Confente para.Poi si riprende e quando va a fare il braccetto di sinistra torna a essere il Bellich sempre visto.

Stabile 6: gioca un tempo e lo fa senza infamia e senza lode.

Tiene bene la posizione e non soffre mai. (Varnier 6: va dentro per far tornare Bellich a fare il braccetto.Non al meglio ma fa il suo).

Carissoni 5.5: nel complesso non demerita, facendo il suo, ma sul voto pesa il fatto che sia lui a perdersi Marconi sul gol.

Leone 6: non è la solita regia ispirata in cui tira fuori grande giocate, si limita a badare al sodo senza particolari fronzoli.

Mosti 5.5: tanti errori in fase di passaggio e da centrocampista non riesce a incidere.

Non che migliori quando passa a fare il trequartista.

Reale 6: arrivato in settimana e subito in campo.Non spinge mai, ma in fase difensiva tiene bene contro un Mezzoni che parte a tutta. (Cacciamani 7: entra con grandissima qualità.

Si fa vedere con alcuni spunti degni di nota e piazza un paio di cross che meriterebbero migliore fortuna).

Piscopo 5: mai uno spunto, mai una giocata.Sembra essere un pesce fuor d’acqua. (Burnete sv).

De Pieri 5.5: varrebbe più o meno il discorso fatto per Piscopo.

Ma lui almeno dà una mano in difesa ed era all’esordio in B. (Pierobon 6: si vede netta la differenza con lui in mediana, anche se perde un pallone velenoso).

Candellone 7: che la tocchi lui o Parodi conta poco, il gol per noi resta sua.In più si sbatte e si spende come sempre pur non essendo un centravanti.

Gara da capitano.

Abate 6.5: nel primo tempo la sua Juve Stabia combina poco, così come l’Entella.Un po’ meglio nella ripresa ma è chiaro che la società è Lovisa devono completargli la squadra.

Manca fisicità in mediana e qualità in attacco (e il solo Vavassori non basta) così come una punta di ruolo.Ma parte con un punto in classifica e va bene così.