Le parole dell’ex osservatore di Carlo Ancelotti, Giorgio Ciaschini a Radio CRC
Giorgio Ciaschini, ex osservatore di Carlo Ancelotti, è intervenuto al programma “Un Calcio Alla Radio”, in onda su Radio CRC:
“Il percorso del Napoli è stato condizionato da diversi fattori, infortuni ed anche un po’ di sfortuna. E’ indubbio che la società abbia giocatori che possono giocare più moduli, sono dell’idea che Ancelotti voglia mettere tutti nelle condizioni in cui possano esprimersi al meglio”
I sanitari hanno immediatamente provveduto allo sgombero della sala rianimazione
Ancora formiche al San Giovanni Bosco, l’ospedale di Napoli già sottoposto a indagini Asl e ispezioni ministeriali per la presenza degli insetti. Questa mattina, le formiche sono state ritrovate all’interno della stanza di isolamento del reparto di Rianimazione anche sopra il letto di un paziente ricoverato.
I sanitari hanno immediatamente provveduto allo sgombero della sala e al trasferimento del paziente intubato, chiudendo i locali destinati all’isolamento e segnalando la presenza degli insetti. Dopo gli episodi più clamorosi registrati tra novembre e dicembre quando fu ritrovata una paziente ricoperta anche sul corpo dalle formiche e fu necessaria la chiusura per alcune ore del pronto soccorso, i sanitari denunciano l’accaduto come una responsabilità delle dirigenza presidiale. “Il principale responsabile di questo degrado ambientale dovrebbe essere al pari di qualsiasi altro ospedale, il responsabile sanitario dell’igiene nel nosocomio cioè il dirigente medico di presidio– afferma Vittoriano L ‘ Abbate, sindacalista Aaroi e delegato aziendale Asl na 1 Aaroi – è questa la figura dirigenziale da sottoporre al nucleo ispettivo dell’Asl e mandare al consiglio di disciplina invece che preoccuparsi reiteratamente di accusare i medici di guardia di omessa vigilanza”.
Tra qualche settimana, ci saranno le sedute dei consigli di disciplina a carico dei sanitari ritenuti in qualche modo responsabili delle vicende riguardanti le formiche e proprio per questo il sindacato incalza. “È il classico atteggiamento di chi si vuole deresponsabilizzare e fare lo scarica barile – conclude L’Abate- vanno difesi i sanitari che in questa vicenda non hanno alcuna colpa”.
Fight club nel modenese: sventata maxi rissa tra 50 minorenni
Si erano accordati tramite social, una specie di “Fight club” tra una cinquantina di minorenni. Il branco si era dato appuntamento nei pressi della stazione di Concordia sulla Secchia per scontrarsi.
A sventare il colpo sono stati i carabinieri di Carpi, dell’aliquota radiomobile e delle stazioni di Concordia, San Prospero e San Felice sul Panaro.
A segnalare ai militari dell’Arma quello che stava per accadere è stata una chiamata al 112 fatta da una donna che ha preferito non rivelare la sua identità.
Sul luogo comunicato i militari hanno identificato circa 45 minorenni, tra italiani, marocchini, moldavi, pakistani, tutti studenti di un istituto superiore del territorio.
I carabinieri sono riusciti a dissuaderli dalle loro intenzioni bellicose. Da quanto emerge dalle prime ricostruzioni dei fatti, i ragazzi si sarebbero dati appuntamento su Instagram.
Intanto le indagini proseguono per capire le motivazioni che hanno spinto i protagonisti a organizzare l’incontro.
Il Napoli pensa al futuro, niente mercato a gennaio
Si chiude la sessione di mercato invernale, Francesco Modugno ai microfoni di Sky Sport ha parlato della situazione del Napoli
“Il Napoli non ha fatto mercato poiché non era nelle idee della società. Sarebbe stato difficile ribaltare la situazione in classifica. Molti giocatori potrebbero lasciare il club, ma Ancelotti metterà la sua impronta su giovani nuovi e talentuosi. Il club era intenzionato solo a concludere Rog in uscita. Diversi i nomi in questo gennaio con il quale il Napoli ha già iniziato a muoversi”.
Zinedine Machach, centrocampista del Napoli, si è trasferito in serie B, precisamente al Crotone. Il club dei pitagorici si è assicurato le prestazioni del calciatore francese in prestito dal club partenopeo.
Il calciatore arriva in Calabria dopo l’esperienza al Carpi, durante la quale ha collezionato 10 presenze senza mai andare in rete.
Interdetto tratto di mare delle Sette Scogliere a Rovigliano a Torre Annunziata
L’Ufficio Circondariale Marittimo di Torre Annunziata, guidato dal T.V. Vito Limanni, ha emesso un’ordinanza di interdizione che vieta sia il transito che la balneazione oltre allo svolgimento di ogni attività di superficie o subacqua.
Nel dettaglio il provvedimento, è legato alla revoca della concessione demaniale da parte del Comune di Torre Annunziata alla Air Naval, uno dei cantieri nautici presenti nell’ex area industriale di via Terragneta, che stava realizzando la vasca d’alaggio. Nella zona interessata dall’interdizione sono presenti piloni in cemento armato che fuoriescono dall’acqua, rendendo quindi pericolosa qualsiasi attività.
Il premier Giuseppe Conte ha tenuto a precisare che definire Salvini “immune” riguardo al caso Diciotti è uno sbaglio. I senatori saranno chiamati a giudicare il suo comportamento. Il vicepremier e Ministro dell’Interno ha agito per un interesse pubblico o per interessi personali? A loro la risposta al quesito giuridico.
“Parlare di immunità è uno strafalcione giuridico, definire questo voto un salva-Salvini è un falso che rischia di favorire il dibattito pubblico. Bisogna avere chiaro il quesito giuridico a cui saranno chiamati a rispondere i senatori: se abbia agito per il perseguimento di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante o di un interesse pubblico inerente alla funzione di governo o se abbia agito al di fuori del suo ruolo ministeriale per i suoi propri interessi personali”. Queste le parole rilasciate ai giornalisti del premier Giuseppe Conte sul caso Diciotti.
“Ognuno voti secondo coscienza: mi sorprende che con le tante cose che ci sono da fare in Sicilia si lavora su un atto politico che rifarei”, ribadisce a “Porta a Porta” il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini. “Chi ha letto le carte sa cosa è successo, che è stato un atto politico. Lascio ai M5s la loro scelta, ma penso che voteranno di conseguenza, avranno le idee chiare”.
“Avevo avvertito della lettera al “Corriere della Sera” la Presidenza del Consiglio e il vicepremier Di Maio”, prosegue Salvini che dice: “Io ero tranquillo. Ma tutti gli amici mi hanno detto che il processo sarebbe stata un’invasione di campo senza precedenti. Il Senato dovrà dire se l’ho fatto per interesse pubblico o mio capriccio personale”. “E’ stato un atto politico che rifarei: ho agito da ministro, mica da milanista…”.
Il Napoli pensa al futuro trattativa aperta con l’Empoli per Bennacer
Manca poco alla chiusura della sessione di calciomercato, come riportato da Sportitalia il Napoli è in trattativa con l’Empoli per Bennacer. La società partenopea vorrebbe bloccare il giocatore in ottica futura. Nella giornata di ieri c’è stato un contatto tra i dirigenti delle due squadre.
Michelangelo Minieri, procuratore di Christian Kouamè, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di SportItalia per parlare del futuro del suo assistito. Minieri ha detto a chiare lettere che il numero 11 del Genoa resterà nella città della lanterna almeno fino a giugno, smentendo anche un possibile inserimento della Juventus tra il calciatore ed il Napoli.
Ecco le sue parole: “Kouamè sta benissimo al Genoa, deve pensare a fare sempore meglio ed è felice di stare al Genoa, il percorso è quello giusto. Interesse di Napoli e Juve? Fa piacere, però si deve restare con i piedi per terra. Forte interesse della Juventus? Non è vero, la verità è che essendo giovane è molto seguito. Fa piacere che ci sia dell’interesse”.
Donato Orgnoni, agente di Simone Verdi, attaccante del Napoli, ha parlato della presunta richiesta del Milan di portare il calciatore in rossonero. Ai microfoni di PianetaMilan, il procuratore ha dichiarato:“Non abbiamo mai parlato con il Milan. Per il Napoli Verdi è incedibile”.
Il calciatore ex Bologna era stato accostato ai rossoneri in questa ultime ore di calciomercato, ma il suo agente ha prontamente smentito ogni voce su un suo possibile addio al Napoli.
La Biblioteca comunale di Torre Annunziata sarà nei locali ubicati di Palazzo Criscuolo: approvato il progetto esecutivo
Approvato il progetto esecutivo che prevede il trasferimento della Biblioteca comunale di Torre Annunziata nei locali sarà nei locali ubicati al primo piano di Palazzo Criscuolo
«La volontà dell’Amministrazione Comunale – affermano gli assessori Luigi Ammendola (Lavori Pubblici) e Aldo Ruggiero (Cultura) – è quella di trasferire il patrimonio librario della città all’interno di uno dei locali che si trovano presso la sede comunale di corso Vittorio Emanuele III, 293. L’obiettivo è quello di dare una collocazione più prestigiosa alla Biblioteca, nella prospettiva futura di una riqualificazione completa di Palazzo Criscuolo, in modo che possa diventare il centro delle attività culturali cittadine. Il locale, attualmente in disuso, offre tra l’altro una magnifica vista sul porto di Torre Annunziata».
L’Ufficio Tecnico Comunale, diretto dall’ing. Nunzio Ariano, ha redatto per lo scopo un progetto per la riqualificazione dei locali per una spesa complessiva pari a 200 mila euro, fondi che saranno oggetto di richiesta di finanziamento alla Regione Campania.
De Meo e Longo saranno gli assistenti al San Paolo
L’Associazione Italiana Arbitri ha ufficializzato le scelte del designatore Nicola Rizzoli per le gare della ventiduesima giornata del campionato di Serie A. Al San Paolo sarà Luca Pairetto della sezione di Nichelino, i suoi assistenti saranno De Meo e Longo. Al VAR ci sarà La Penna.
Ecco tutte le designazioni arbitrali: CAGLIARI-ATALANTALunedì 04/02 h. 21:00
VALERI
DEL GIOVANE – MARRAZZO
IV: MARINI
VAR: PICCININI
AVAR: VUOTO
EMPOLI-CHIEVOSabato 02/02 h. 15:00
DI BELLO
CALIARI – LIBERTI
IV: RAPUANO
VAR: DOVERI
AVAR: PRETI
FROSINONE-LAZIOLunedì 04/02 h. 19:00
FABBRI
TASSO – SANTORO
IV: DI PAOLO
VAR: MAZZOLENI
AVAR: PASSERI
I sindacati fortemente preoccupati per il rischio di fallimento della Città Metropolitana di Messina dichiarano stato di agitazione sindacale.
Com’è noto due giorni addietro sulla propria pagina FB il sindaco di Messina Cateno De Luca nella sua qualità anche di sindaco della Citta Metropolitanascriveva <<Chiuso per fallimento. Grazie Regione e Stato”, la denuncia del Sindaco metropolitano De Luca. Blocco immediato delle attività finanziarie e del pagamento degli stipendi. Il sindaco metropolitano Cateno De Luca, di fronte alle perduranti difficoltà finanziarie di Palazzo dei Leoni che stanno determinando l’impossibilità di garantire le funzioni fondamentali dell’Ente,chiude I battenti della Città Metropolitana di Messina. La denuncia è il frutto della paralisi dell’ex Provincia che ha condotto alla mancata approvazione del bilancio di previsione 2018 ed al cronico disavanzo strutturale ereditato che trova origine nel prelievo forzoso dello Stato che, in questi anni, ha determinato una ingiustificata decurtazione delle entrate proprie dell’ex Provincia. Un disastro di ancor maggiore portata se si considera che la Città Metropolitana di Messina perderà l’opportunità di utilizzare le risorse provenienti dal Masterplan per importanti infrastrutture e da altri trasferimenti nazionali per un importo pari a 140 milioni di euro circa, mentre per l’edilizia scolastica risultano già finanziate, ma paralizzate, opere per 20 milioni circa. Alla luce della situazione sin qui delineata, il sindaco metropolitano De Luca ha disposto che gli Uffici finanziari blocchino l’attività gestionale interrompendo ogni atto di impegno finanziario, compresa l’erogazione degli stipendi agli 840 dipendenti. Si tratta di un’azione di forza nei confronti degli interlocutori nazionali davanti all’impossibilità per le Città Metropolitane di continuare con uno stillicidio del genere affinchè si attivino immediatamente le procedure per porre fine al prelievo forzoso>>.
Oggi i sindacati in una nota unitaria e preoccupati per il rischio di fallimento della Città Metropolitana di Messina, hanno proclamato lo stato di agitazione:
“I dipendenti della Città Metropolitana di Messina pronti alla protesta. “I rappresentanti RSU e le Segreterie Provinciali- si legge in una nota unitaria dei sindacati- fortemente preoccupati per la situazione in cui versa l’Ente, già più volte evidenziata dalle OO.SS. e formalizzata anche dal Sindaco Metropolitano con l’atto di indirizzo n°188 del 29/01/2019, nella consapevolezza che il totale disinteresse del governo Regionale e Nazionale sta producendo l’inevitabile dissesto degli Enti con gravi ricadute sui territori e sulla erogazione dei servizi e sulla serenità del personale a tempo indeterminato e determinato, hanno deliberato le seguenti iniziative:
Proclamazione stato di agitazione e iniziative di sciopero con sit in, nel rispetto dei termini previsti dalla legislazione vigente sul raffreddamenti di conflitti;
Convocazione di una riunione da tenersi nella Città Metropolitana di Messina alla presenza del Sindaco e della deputazione Nazionale e Regionale;
Richiesta alle Segreterie Regionali di attivazione di iniziative unitarie atte a risolvere la delicata vertenza anche con la programmazione di sciopero e manifestazione unitaria a Palermo”.
Prima volta con il Rende per l’arbitro salentino De Santis, un solo precedente con le vespe
Daniele DE SANTIS della sezione di Lecce è l’arbitro designato per la direzione di gara tra Rende e Juve Stabia valevole per la quinta giornata di ritorno del campionato di serie C girone C che si disputerà a Rende domenica 3 febbraio alle ore 16 e 30 allo stadio “Marco Lorenzon”.
De Santis, nato a Lecce l’8 luglio 1987, è al suo terzo campionato in Serie C, non vanta alcun precedente con il Rende, mentre ha diretto la Juve Stabia nella scorsa stagione calcistica; era il 15 dicembre 2017 e si giocava l’ultima gara d’andata, al Menti le vespe vinsero contro la Reggina per due ad uno con reti di Fortunato per gli amaranto e di Luigi VIOLA e Matteo BACHINI in rimonta per i gialloblù.
L’assistente numero uno sarà Claudio BARONE della sezione di Roma 1;
l’assistente numero due Francesco RIZZOTTO della sezione di Roma 2.
Nel “D Day” dello sbarco delle truppe nemiche contro le quali il fiero Salvini ha combattuto, ed ancora combatte fino all’ultima balla, con il supporto degli aiutanti Di Maio e Conte pronti ad asciugargli la fronte e a passargli le munizioni (balle a tiro rapido) mentre, nelle retrovie, le crocerossine Santanché* e Meloni difendono il centro medico dove provano a curare le ferite da esplosione delle balle lanciate in campo usando la cura di “balla nuova guarisce balla vecchia”, ecco che si ode un preoccupante Ffssss al quale presto si sovrappone un suono che Dante definisce “trombetta”: è il segnale della caduta del fronte del PIL. Ma i nostri impavidi non si abbattono, individuano immediatamente i colpevoli della disfatta, e subito mettono in campo una formidabile difesa: le loro lingue che subito sparano a raffica nuove balle che seguono le altre ed esplodono alzando un gran fumo dietro il quale nulla più si riesce a distinguere.
E le 47 bombe umane? Beh, sembra che si sia scherzato tanto che, una volta giunte a Catania, mentre la nave resta lì, gli assalitori del sacro patrio suolo vengono fatte tornare a Siracusa dove poi saranno (forse) smistate. Superba azione da grande statista e stratega epperò non penso che sia lezioso porsi qualche domanda:
1) Perchè ha voluto, come ora risulta evidente, che la Sea Watch entrasse nella giurisdizione di Catania? Una risposta chiara ed evidente c’è ma aspettiamo conferma da qualche ennesima azione in continuità di altre che, in due anni, hanno portato solo a figuracce e spese ma che conta: paghiamo noi pantaloni, mica i prodi difensori della Patria e del suo sacro suolo?
2) E, di spesa in spesa, chi pagherà le ingenti spese che ci sono già state per:
2a) forze dell’ordine e mezzi mobilitati e tenuti in campo per 11 giorni in allerta di guerra per difenderci
contro quelle gabbate come 47 bombe umane a bordo della Sea Watch; 2b) spese di trasporto per riportare, come nel classico gioco dell’oca, i 47 alla base di partenza quindi, a
Siracusa?
Boh! Se lo si chiedesse ai commensali si può essere certi chi si atterrebbero tenacemente, come una cozza allo scoglio, al classico: “numquam nega, raro adfirma, distingue frequenter”che, tradotto in italiano suona: “non negare mai, afferma raramente, distingui frequentemente”per cui, meglio risparmiare tempo e ulteriori prese in giro.
Meglio magari osservare quanto, in concreto, fanno e sparano per creare una loro barriera di protezione come anche prendere atto di quanto dicono.
Di Capitan Salvini ho già su scritto oggi e tant’altro nei giorni scorsi quando, tra l’altro, ho annotato con quanto ardore – e clamore – s’era speso, e si spende, a difesa del sacro patrio suolo: altro che oche del Campidoglio. Da millantato Re Leone, ha mostrato la sua vera natura per cui, dopo aver sbruffonato tanto dicendo: “sono qui, processatemi”, eccolo lì ora a stranazzare (come e più delle famose colleghe), per dire:
non sono stato solo io, lo abbiamo fatto tutti insieme. Io l’ho fatto per difendere la patria. Non possono accusarmi, men che meno provare a processarmi.
E con questo lasciamo Capitan Salvini a lisciarsi le penne; altro non serve annotare per cui, passiamo a quello che ormai è uno dei suoi principali valletti: Luigi Di Maio, nominato a sua volta viepremier e finanche ministro del lavoro, ma sono cose molto marginali e fatte tanto per farlo star tranquillo. Sono, insomma, come il lecca lecca che si dà al bambino ed al quale si dice: ecco, ciuccia e mi raccomando, sta fermo lì a far la guardia e lasciami fare!
Di Maio ringrazia e dice: sì mio prode! E si adopera a prestare l’azione di guardia!
Anche qui, ormai, è inutile spendere tante parole. Basta ascoltare le sue con la certezza che la sua abilità tafazziana è e sarà comunque superiore a qualsiasi altra azione ponibile in campo per cui, ascoltiamo (e vediamo) la sua ultima prodezza (o se si preferisce, le sue ultime martellate alla tafazzi date al M5S) mentre attacca il precedente governo, sostenendo che ha mentito:
Poi c’è Conte. Anche lui in campo per confermare (in sostanza), anzitutto che sì, “è vero, non è stato Salvini a bloccare la Diciotti o, quantomeno, non l’ha fatto da solo e per sua volontà ma l’ha fatto per adempiere all’incarico ricevuto dal Governo” (e qui, per strafare, lasciano circolare anche che l’azione si rese necessaria perché, a bordo, sembrava che ci fossero dei terroristi). Sic!
Se la cosa non fosse seria, messa così e visto come si è sviluppata, ricorda tanto la barzelletta del: va avanti tu che a me vien da ridere! E Salvini, vogliono far credere, è andato avanti beato e contento ad assolvere al suo compito di “Oca del Campidoglio”.
Poi, visto il Ffssss del PIL che segnala e certifica il processo di impoverimento messo in moto che certifica il peggior risultato degli ultimi 5 anni, eccolo lì pronto, con Di Maio che (come su ascoltato e visto) attacca i governi precedenti affermando: “Hanno mentito, non ci hanno portato fuori dalla crisi”ed altre vecchie e strasentite amenità in auge dalla seconda repubblica in poi, a dire a sua volta, intervenendo all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore dopo quanto già detto ieri alla riunione con gli indistriali (incavolati):
“I responsabili del bene comune, in particolare chi ha responsabilità di governo, devono porre in essere ogni sforzo per invertire questo processo con politiche redistributive più eque”. “Anche l’economia – ha aggiunto – richiede un supplemento di umanità, come ha ricordato anche Papa Francesco. La globalizzazione non ha sempre prodotto gli effetti sperati, alimentando anche un portato di disagio sociale: ampi strati di popolazione sono scivolati al di sotto della soglia di povertà. Alcuni essenziali diritti sociali sono compromessi se non addirittura negati e la ricchezza torna a concentrarsi nelle mani di pochi”.
e quindi, in sintonia con Di Maio rilancia: “il decreto Dignità sta funzionando come avevamo previsto” e conferma che il rilancio avverrà nel secondo semestre dell’anno.
Ci sarebbe ora da spendere qualche parolina sull’operato delle crocerossine Santanché e Meloni ma francamente di polvere e fesserie ne ho già ascoltate e documentate tante per cui, perdere tempo anche con loro proprio non me la sento (almeno in questa occasione) anche se, ad esempio, per Daniela Santanché (all’anagrafe Daniela Garnero, divorziata da Paolo Santanchè del quale ha voluto continuare a mantenere il cognome perché “così le andava” e le faceva e fa comodo) qualcosina vorrei anche annotare subito ma, ripeto, “ora non mi va”, e così faccio felice la Meloni che magari potrà dire: non ha detto altro “perchè così gli va”.
Comunque sia, ripeto, questo è altro di cui , prima o dopo, sarà interessante parlare; ma non ora. Per ora affidiamoci al mantra del: “io speriamo che me la cavo”
Le vie del mercato sono infinite e in queste ore, a poco dalla fine, si creano opportunità, occasioni. È il caso della Juve Stabia.
Secondo quanto raccolto dalla redazione di ViViCentro.it, la Juve Stabia avrebbe messo a segno il colpo Lorenzo Borri, difensore centrale classe ‘97 del Pontedera. Su di lui ci sarebbe una opzione per il prossimo anno. Si lavora per lo scambio di documenti entro le ore 20 ore di chiusura del calciomercato.
I dati diffusi dall’Inail evidenziano una situazione quanto mai allarmante: 1133 morti sul lavoro nel 2018; già 45 nel gennaio del 2019. Questo è il triste bilancio nell’ultimo anno, comunicato dall’Inail: ben il 10.1% in più rispetto al 2017. In media tre vittime al giorno.
Le zone maggiormente colpite sono il Nord-Ovest e il Sud, in particolare la Campania (+27), la regione con il maggior numero di incidenti mortali.
Aumentate anche le denunce di patologie correlate all’attività svolta (1456 casi, cioè il 2,5% in più rispetto al 2017). Molti inoltre i morti nel tragitto tra la propria abitazione e il posto di lavoro (+22,6%).
Non mancano le polemiche delle opposizioni sul taglio di 200 milioni all’anno per la formazione sulla sicurezza attuato dal Governo.
Il ministro del Lavoro Luigi Di Maio, durante il question time alla Camera dello scorso 22 gennaio, ha sottolineato in merito che nella legge di bilancio 2019 sono previsti dei tagli alle tariffe Inail, in quanto calcolate sulle morti sul lavoro del 1995 e mai aggiornate.
“Non si tratta di togliere soldi a chi ha diritto ai risarcimenti – ha evidenziato – ma di applicare tariffe giuste agli imprenditori».
Di Maio ha inoltre affermato che il fondo di sostegno per le famiglie delle vittime di gravi infortuni sul lavoro è stato alzato da 3,4 milioni a 4,4 milioni di euro e che il numero degli ispettori del lavoro è stato implementato con 930 unità e 20 dirigenti.
Ma nonostante le continue denuncie dei sindacati sulla scarsa applicazione delle norme in materia di sicurezza sul lavoro e la richiesta di un maggior coordinamento tra imprese e governo, le stragi continuano. Come mai?
Soprattutto per i seguenti motivi:
– spesso le misure di prevenzione sono disattese per tagliare i costi di produzione;
– le ispezioni e i controlli pubblici sono carenti;
– i corsi obbligatori sui rischi correlati all’attività lavorativa sono visti come una mera formalità e seguiti con scarsa attenzione;
– ci sono troppi lavoratori precari che, per la continua rotazione delle mansioni, non riescono ad assimilare le giuste norme di comportamento per prevenire i rischi;
– c’è ancora tanto “lavoro nero” e i dipendenti sono costretti a situazioni pericolose col ricatto del licenziamento.
Sappiamo tutti come la formazione alla sicurezza possa salvare la vita e che le opportune misure preventive debbano essere attuate per tutti i lavoratori, anche per quelli temporanei o irregolari, ma spesso ciò non accade, perché a prevalere è la logica del profitto.
Adelaide Cesarano
ndr:
Chiedo ospitalità per ricordare un grande stabiese che ebbe a scrivere una poesia inerente porprio la piaga dei morti sul lavoro: Fravecature, di Raffaele Viviani
All’ acqua e a ‘o sole fràveca cu na cucchiara ‘mmano, pe’ ll’ aria ‘ncopp’ a n’anneto fore a nu quinto piano Nu pede miso fauzo, nu movimento stuorto, e fa nu volo ‘e l’angelo: primma c’arriva, è muorto Nu strillo; e po’ n’accorrere gente e fravecature. -Risciata ancora… E’ Ruoppolo! Tene ddoie criature! L’ aizano e s’ ‘o portano Cu na carretta a mano. Se move ancora ll’ anneto Fore d’ ‘o quinto piano. E passa stu sparpetuo cchiù d’uno corre appriesso; e n’ato, ‘ncopp’a n’anneto, canta e fatica ‘o stesso. ‘Nterra, na pala ‘e cavece cummoglia a macchia ‘e sango, e ‘ sghizze se scereano cu ‘e scarpe sporche ‘e fango. Quanno o spitale arrivano, ‘a folla è trattenuta, e chi sape ‘a disgrazia racconta comm’è gghiuta. E attuorno, tutt’ ‘o popolo: -Madonna!—Avite visto? -D’ ‘o quinto piano—‘E Virgine! -E comme, Giesucristo…?! E po’ accumpare pallido chillo c’ ha accumpagnato: e, primma ca ce ‘o spiano, fa segno ca è spirato. Cu ‘o friddo dint’a ll’anema ‘a folla s’alluntana ‘e lume gia s’appicciano ‘a via se fa stramano. E a’ casa, po’, ‘e mannibbele, muorte, poveri figlie, mentre magnano, a tavola , ce ‘o diceno a ‘e famiglie. ‘E mamme ‘e figlie abbracciano, nu sposo abbraccia ‘a sposa … E na mugliera trepida , aspetta, e nn’ arreposa. S’appenne ‘a copp’a ll’asteco sente ‘o rilorgio : ‘e nnove! Se dice nu rusario… e aspetta nun se move. L’acqua p’ ‘o troppo vòllere s’è strutta int’ ‘a tiena, ‘o ffuoco è fatto cènnere Se sente na campana. E ‘e ppiccerelle chiagnano pecchè vonno magnà’ : -Mamma, mettiamo ‘a tavula! -Si nun vene papà? ‘A porta ! Tuzzuleano: -Foss’isso?—E va ‘arapi’. -Chi site?—‘O capo d’opera. Ruoppolo abita qui? -Gnorsì, quacche disgrazia ? Io veco tanta gente… -Calmateve, vestiteve… -Madonna!—E’ cosa ‘e niente. E sciuliato ‘a l’anneto d’’o primmo piano.—Uh, Dio! e sta o spitale?—E’ logico. -Uh, Pascalino mio! ‘E ddoie criature sbarrano ll’uocchie senza capì; ‘a mamma, disperannose, nu lamp a se visti’; ‘e cchiude ‘a dinto; e scenneno pe’ grade cu ‘e cerine. -Donna Rache’! –Maritemo che ssà, sta e’ Pellerine. E’ sciuliato ‘a ll’anneto. -Si, d’ ‘o sicondo piano E via facendo st’anneto, ca saglie chiano chiano. -Diciteme, spiegateme. -Curaggio.—E’ muorto?!—E’ muorto! D’ ‘o quinto piano.’All’anneto. Nu pede miso stuorto. P’ ‘o schianto, senza chiagnere, s’abbatte e perde ‘e senze. E’ Dio ca vo na pausa a tutte ‘e sofferenze. E quanno a’ casa ‘a portano, trovano e ppìccerelle ‘nterra, addurmute. E luceno ‘nfaccia ddoie lagremelle.
Muratore
Sotto la pioggia e al sole lavora il muratore con in mano la cazzuola sospeso su un’impalcatura, fuori, al quinto piano. Un piede in fallo, un movimento sghembo, e vola come un angelo: prima di giungere, è morto. Un grido e poi accorrono: gente e muratori. – Ancora respira… è Ruoppolo! Ha due bimbi piccoli! Lo sollevano e lo allontanano su una barella a mano. Si muove ancora l’asse fuori al quinto pianto. E passa questo corteo, più di uno lo rincorre; mentre un altro, sull’impalcatura canta e continua a lavorare. Per terra un mucchio di calce nasconde la macchia di sangue, e gli schizzi si diffondono con le scarpe sporche di fango. Quando giungono all’ospedale, la folla resta fuori, e chi è a conoscenza della disgrazia racconta com’è accaduta. E intorno il popolo: – Madonna! – Avete visto? – Dal quinto piano! – Vergine… – E come… Gesù Cristo…?! Poi appare, pallido, chi l’ha accompagnato: e, prima che gli chiedano, fa segno che è spirato. Col freddo nell’anima, la folla s’allontana; già si accendono le luci della sera; la strada diventa tortuosa. A casa, poi, i compagni smorti, poveri figli, lo raccontano alle famiglie a tavola, mentre mangiano. Le mamme abbracciano i figli, lo sposo abbraccia la sposa… e una moglie, trepidante, attende e non s’acquieta. Si affaccia al balcone, sente l’orologio: le nove! Recita un rosario… E aspetta e non si muove. L’acqua si consuma in pentola per il troppo bollire, il fuoco è fatto cenere. Si sente una campana. I piccoli piangono perché vogliono mangiare: – Mamma, mettiamo a tavola! – Se non viene papà… La porta! Bussano: – È lui? – Va ad aprire. – Chi siete? – Il capo d’opera. Ruoppolo abita qui? – Sì, qualche disgrazia? Vedo tanta gente… – Calmatevi, vestitevi… – Madonna! – Non è successo niente. – È scivolato dall’impalcatura dal primo piano. – Uh, Dio! Ed è all’ospedale? – È logico. – Uh, Pasqualino mio! I due piccoli sbarrano gli occhi senza intendere; la mamma, disperandosi, si vestì in un lampo, e li chiude in casa; e scendendo i gradini con una candela. – Donna Rache’ – Mio marito forse è al Pellegrini. È scivolato dall’impalcatura. Sì, dal secondo piano. E man mano quest’impalcatura sale piano piano. – Ditemi, fatemi capire. – Coraggio. – È morto?! – È morto! Dal quinto piano. Dall’impalcatura. Mise un piede in fallo. Per il dolore, senza piangere, cade e perde i sensi. È Dio che dà una pausa A tutte le sofferenze. E quando la riaccompagnano a casa, trovano i piccoli a terra, addormentati. E brillano in volto due lacrime.
La proposta di un’orchestra è di Forza Italia e sarebbe sponsorizzata dal Presidente dell’Assemblea regionale siciliana Micciché.
La norma è stata presentata in Commissione Bilancio durante la seduta notturna ed è stata votata e approvata e farà parte di quella Finanziaria “snella” che il Parlamento regionale si appresta a votare, nel tentativo di scongiurare l’esercizio provvisorio che scade domani a mezzanotte. Nelle stesse ore, quindi, in cui si cercano i soldi per ripianare un “buco” di oltre due miliardi, i deputati pensano all’intermezzo musicale.
Quindi un nuovo ente musicale in Sicilia con tanto di poltrone, collegio dei revisori dei conti, soprintendente. Si chiamerà “Orchestra del Mediterraneo” e sarà gestita dalla Fondazione Federico II.
Il fine ufficiale è “valorizzare e rafforzare, attraverso la conoscenza e la diffusione dell’arte musicale e del patrimonio storico relativo, il dialogo interculturale fra i paesi del Mediterraneo, come strumento di pace e di superamento delle differenze“.
Di fatto creazione di alcuni posti di sottogoverno le cui nomine spettano alla politica: “L’ente – dice la proposta – sarà amministrato da un consiglio, composto da tre componenti nominati dal presidente pro tempore della Fondazione Federico II, scelti tra rappresentanti del mondo della cultura e dell’arte con specifiche competenze nell’ambito dell’arte musicale; ci sarà un collegio dei revisori dei conti e un sovrintendente scelto dal Consiglio tra soggetti dotati di comprovata esperienza nell’ambito della gestione ed organizzazione di spettacoli musicali ed eventi simili“.
Per coprire il disavanzo regionale (Regione Siciliana condannata a pagare 2,14 miliardi di euro) i siciliani dovranno pagare (stra)tasse per i prossimi trent’anni. E l’Ars pensa a un ente musicale che “per il perseguimento delle proprie finalità, può ricevere erogazioni provenienti da enti pubblici e privati, nonché partecipare all’assegnazione di risorse regionali ed extraregionali e comunitarie“. Soldi dei cittadini, derivanti da fondi europei, fondi della ex Tabella h, fondi dell’Ars per le attività culturali, come quelli che in ultimo il Consiglio di Presidenza ha deciso di aumentare di 200 mila euro.
L’opinione.
In Italia, volente o nolente, forse si sta prospettando un cambiamento. Ma in Sicilia, dove tutto prima delle elezioni cambia, di fatto poi non muta niente.
Paura a Torre Annunziata, crolla l’ala di un palazzo: i Vigili del Fuoco salvano due cani
Attimi di terrore questa mattina a Torre Annunziata. All’alba di oggi un boato seguito da una nuvola di polvere ha spaventato un intero quartiere, rievocando la triste tragedia di Rampa Nunziante.
Un’ala di un edificio, per fortuna disabitato, in via Parini è crollata. Il palazzo, situato in un parco privato, era diventato da qualche tempo riparo di alcuni clochard, in cerca di un rifugio per proteggersi dalla pioggia e dal gelo dell’inverno. Per fortuna nessuna persona sarebbe rimasta coinvolta nel crollo.
Sul posto sono giunti immediatamente i vigili del fuoco e i funzionari dell’ufficio tecnico comunale per la messa in sicurezza della zona e le verifiche sulle cause del crollo.
“Stiamo acquisendo la documentazione utile a capire se ci fossero ordinanze di demolizione per lo stabile” fanno sapere dall’ufficio tecnico.
Ma intanto, riferisce laRepubblica, i vigili del fuoco hanno tratto in salvo due yorkshire che erano rimasti intrappolati tra le macerie.
Inevitabile non pensare a quel drammatico 7 luglio 2017, quando una palazzina in via Rampa Nunziante si è sbriciolata su se stessa. Una tragedia in cui 8 persone hanno perso la vita, schiacciate dalle macerie.