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Castellammare di Stabia
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Decide Anguissa: il Napoli batte 1-0 il Lecce

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Seconda vittoria consecutiva per il Napoli. La squadra di Antonio Conte batte 1-0 il Lecce al Via del Mare, nell’anticipo del turno infrasettimanale di Serie A. Decisivo il gol di Anguissa arrivato al 69′. Dopo un primo tempo in cui non ci sono state tante occasioni (diversi i cambi fatti da Conte nell’undici iniziale: dentro Elmas, Lang, Olivera e Lucca), nella ripresa è successo un po’ di tutto: Conte perde Lang per un problema fisico, al suo posto entra Neres. Al 56′, invece, viene concesso (dopo un attento controllo al var da parte dell’arbitro) calcio di rigore al Lecce per tocco di mano di Juan Jesus su calcio d’angolo. Dal dischetto si presenta Camarda, che si fa parare il tiro da Milinkovic-Savic. Si resta 0-0, con il Napoli che cresce e la sblocca al 69′: da calcio di punizione da destra, Neres mette in mezzo per Anguissa che stacca di testa e manda la palla in porta. Si tratta del secondo gol consecutivo per Anguissa, dopo la rete segnata contro l’Inter sabato. Il Napoli tornerà in campo sabato 1° novembre al Maradona contro il Como.

LECCE: Falcone; Veiga, Gaspar, Tiago Gabriel, Gallo; Berisha (77′ Pierret), Ramadani, Coulibaly (77′ Maleh) Banda (65′ N’Dri), Camarda (70′ Stulic), Pierotti (46′ Morente). All. Di Francesco

NAPOLI: Milinkovic-Savic; Di Lorenzo, Juan Jesus, Buongiorno, Olivera (61′ Spinazzola), Anguissa, Gilmour, Elmas (85′ Gutierrez) Politano (61′ McTominay), Lang (48′ Neres), Lucca (61′ Hojlund). All. Conte

Arbitro: Collu di Cagliari
Marcatori: 69′ Anguissa

Castellammare di Stabia: scuole aperte, mense attive e nuovi progetti per educare cittadini consapevoli

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Da questa settimana tutte le scuole di Castellammare di Stabia hanno ripreso regolarmente il servizio di mensa scolastica. Una buona notizia per la città, un segnale concreto di attenzione verso il mondo dell’istruzione e verso le famiglie stabiesi.

Questa mattina il sindaco Luigi Vicinanza e l’assessore all’Educazione e all’Identità stabiese Annalisa Di Nuzzo hanno partecipato all’avvio ufficiale del servizio di mensa e del tempo prolungato all’Istituto Denza nella sede di Via Annunziatella. Un momento di condivisione organizzato dalla dirigente Annapaola di Martino e che ha visto la partecipazione entusiasta dei bambini, degli insegnanti e dei genitori.

“La scuola che si apre, accoglie e diventa presidio di comunità, sono la prima risposta concreta al degrado e all’illegalità. Quando un bambino resta a scuola, apprende, cresce e costruisce relazioni positive. Investire nella scuola significa investire nel futuro della città, partendo dai più piccoli” – ha dichiarato il sindaco Vicinanza.

“Grazie all’impegno di questa Amministrazione, il servizio mensa è stato esteso, potenziato e reso più accessibile. Sono entrate in vigore le nuove tariffe che prevedono una riduzione progressiva fino al 30% con la gratuità totale per le famiglie con ISEE pari a zero” – ha spiegato il primo cittadino. Infatti per quanto concerne la mensa scolastica si va da  0,35 euro a pasto per ISEE fino a 2mila euro (–30%), fino a 3,15 euro per ISEE oltre 15mila euro (–10%). Mentre per il trasporto scolastico: da 10,50 euro al mese per la prima fascia (–30%) fino a 32,40 euro per la quinta fascia (–10%). Da quest’anno è inoltre garantito il trasporto scolastico anche per gli alunni con disabilità.

“Abbiamo ridotto le tariffe della refezione e del trasporto scolastico perché crediamo che la scuola debba essere un diritto e non un peso economico per le famiglie. Il forte aumento del costo della vita ha messo in difficoltà tanti nuclei familiari. In alcuni casi il pasto consumato a scuola rappresenta l’unico completo della giornata. È nostro dovere fare in modo che nessun bambino resti indietro, garantendo servizi essenziali e dignità a tutti” – ha spiegato l’assessore Annalisa Di Nuzzo.

Nella stessa direzione va anche la scelta dell’Amministrazione di sottoscrivere un accordo con i dirigenti scolastici per permettere a ogni istituto di poter usufruire gratuitamente fino a 60 chilometri annui per gite scolastiche e visite di istruzione, con l’obiettivo di promuovere la conoscenza delle bellezze culturali e naturali di Castellammare di Stabia.

Intanto anche per quest’anno scolastico sarà garantito il tempo prolungato presso l’asilo comunale “Carducci”. Un progetto didattico innovativo e inclusivo, in linea con gli standard europei, che ha già dato risultati eccellenti. “Abbiamo voluto assicurare la continuità di un modello educativo che concilia qualità didattica e supporto alle famiglie. L’esperienza della Carducci dimostra che la scuola può essere davvero un punto di riferimento per la comunità, capace di formare cittadini consapevoli e di favorire la piena partecipazione sociale. Investire nella scuola significa investire nel futuro della città. Stiamo costruendo un modello educativo che unisce qualità, equità e partecipazione. Castellammare vuole essere una città che cresce insieme ai suoi bambini e ai suoi ragazzi” – conclude la Di Nuzzo.

Ma l’impegno dell’Amministrazione non si ferma ai servizi di base. In collaborazione con la Capitaneria di Porto, Fincantieri, Marina di Stabia, Stabia Main Port e la Corderia, sono stati firmati nuovi protocolli d’intesa per avviare percorsi di ‘educazione non formale’ rivolti a tutti gli istituti scolastici cittadini. “Progetti come ‘I mestieri del mare’ e ‘I saperi del mare’ accompagneranno gli alunni alla scoperta della propria identità territoriale, delle tradizioni e delle opportunità legate al mare, patrimonio naturale e culturale della città – spiega l’assessore Di Nuzzo. Prosegue anche il progetto ‘La città dei bambini e delle bambine’, che il prossimo 29 ottobre ospiterà la Staffetta sui diritti, un’iniziativa simbolica per promuovere i valori della giustizia, del rispetto e della partecipazione. Così come proseguono le iniziative legate a ‘Città che legge’, per diffondere la cultura della lettura come strumento di crescita individuale e collettiva”.

“Così si educano cittadini responsabili. Una scuola viva, aperta, capace di unire educazione, cultura e legalità è la base per una città che cresce e si rigenera. È lì che si costruisce il futuro, nelle mani e nei sogni dei nostri bambini” – conclude il primo cittadino Vicinanza.

Juve Stabia, addio a Carlo Ricchetti che tutti definirono il “Re del Taglio”

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Il mondo del calcio è in lutto. Oggi ci lascia, a soli 55 anni, Carlo Ricchetti, indimenticato centrocampista che ha scritto pagine importanti del calcio italiano, soprattutto con la maglia della Salernitana. Ricchetti, nato a Foggia l’11 febbraio 1970, ha combattuto fino all’ultimo contro un male incurabile che purtroppo non gli ha lasciato scampo.

La sua scomparsa lascia un vuoto profondo nel cuore di tutti gli appassionati e, in particolare, della tifoseria granata, che lo aveva eletto a proprio idolo negli anni ’90.

L’Idolo di Salerno e la storica Serie A

Per i tifosi della Salernitana, Carlo Ricchetti non era solo un giocatore, era un simbolo. Soprannominato il “Re del Taglio”, si distinse per una capacità unica e moderna di inserirsi senza palla, spaccando le difese avversarie e creando occasioni da gol. Il suo nome è legato indissolubilmente a una delle imprese più belle della storia del club: la promozione in Serie A della stagione 1997-1998.

In quella squadra magica, guidata in panchina da Delio Rossi, Ricchetti fu un pilastro fondamentale. Il suo dinamismo, le sue instancabili sgroppate sulla fascia e la sua intelligenza tattica furono cruciali per il raggiungimento di un traguardo sognato per decenni. La sua dedizione alla maglia lo rese un beniamino assoluto dell’Arechi.

La carriera: da Foggia a Salerno, con un passaggio a Castellammare

Dopo l’apice raggiunto a Salerno, la carriera di Ricchetti continuò su altri campi. Nella stagione 1999/2000, i tifosi campani lo videro vestire un’altra maglia prestigiosa, quella della Juve Stabia. Ricchetti arrivò alle Vespe nell’ottobre del 1999, portando la sua esperienza in Serie C1, prima di trasferirsi nella sua città natale, al Foggia, nel luglio del 2000.

I tifosi della Juve Stabia si ricordano del gol contro l’Avellino che valse la vittoria per le Vespe: sgroppata sulla fascia destra, taglio verso l’area senza palla, in sua dote, assist ricevuto e gol con conseguente scontro con Sassanelli che gli procurò oltre 30 punti di sutura alla coscia destra.

Una vita per il calcio, da giocatore ad allenatore

Ritiratosi dal calcio giocato nel 2004, la passione di Carlo Ricchetti per questo sport non si è mai spenta. Ha intrapreso la carriera di allenatore, riversando la sua esperienza e la sua visione di gioco nelle nuove generazioni.

Spesso ha ricoperto il ruolo di vice allenatore in diversi staff tecnici professionistici, lavorando al fianco di ex compagni di squadra e amici fraterni della Salernitana, come Roberto Breda e Mirko Cudini, a testimonianza dei legami profondi creati dentro e fuori dal campo.

Nonostante le molte tappe della sua carriera, la figura di Ricchetti resta indelebile nella memoria dei sostenitori della Salernitana, per i quali è e rimarrà sempre una bandiera. Oggi piangiamo non solo il calciatore, ma anche l’uomo, che ha lottato con forza fino alla fine.

Alla sua famiglia, ai suoi amici e a tutti i club che ha rappresentato, vanno le più sentite condoglianze. Addio, Carlo.

Castellammare e il cuore gialloblé: le emozioni di Danilo Rufini

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​L’ex calciatore della Juve Stabia, Danilo Rufini, ha aperto il suo cuore ai microfoni della trasmissione “Il pungiglione stabiese”, raccontando il suo profondo legame con Castellammare di Stabia e rievocando momenti e figure chiave della sua esperienza in maglia gialloblé. Le sue parole dipingono il ritratto di una piazza che vive di calcio, un ambiente passionale in cui la squadra è al centro della vita quotidiana.

​La Mentalità Vincente e l’Affetto per la Città

​Rufini non ha nascosto il grande affetto che lo lega alla città, un sentimento che permea i suoi ricordi. Ha sottolineato l’importanza della “bella mentalità vincente” portata dall’allenatore Abate, il cui approccio, tenendo i calciatori “sulla corda”, si è rivelato cruciale, specialmente nei momenti difficili contrassegnati dai “tantissimi infortuni”.
​Il cuore pulsante del suo racconto, tuttavia, è la straordinaria passione dei tifosi stabiesi:

​”Castellammare è una piazza che vive di calcio. Quando uscivo per strada con mia moglie era un continuo via vai di informazioni e ragionamenti sulla Juve Stabia dai più grandi ai più piccoli.”

​Il Ricordo dei Talenti Inespressi

​L’ex centrocampista si è soffermato anche sulle qualità di alcuni suoi ex compagni di squadra, esprimendo un velo di rammarico per il loro potenziale non pienamente realizzato ai massimi livelli. In particolare, ha citato Castaldo e Sibilli come due giocatori con “grandi qualità che avrebbero meritato di giocare in categorie importanti anche nella massima serie”.
​Un discorso a parte lo ha meritato Ingenito, calciatore che, pur essendo stato a Castellammare solo sei mesi, ha dimostrato di essere un vero “top”. Rufini ha definito un “mistero” il motivo per cui, nonostante i tanti gol segnati, Ingenito non sia riuscito a compiere il “famoso salto di qualità nelle categorie superiori”.

​Menzione d’Onore ad Altri Compagni

​Il viaggio nei ricordi di Rufini si è concluso con l’omaggio ad altri calciatori che hanno condiviso con lui l’esperienza stabiese. Ha citato Ambrosi, definito un calciatore “importante” capace di segnare “tanti gol in carriera anche in Serie B”. Infine, ha menzionato i giovani Guarro e Andreulli, per i quali si intravedeva già all’epoca la presenza di qualità promettenti.
​Le parole di Danilo Rufini sono una chiara testimonianza di come l’esperienza alla Juve Stabia non sia stata solo una tappa calcistica, ma un periodo intriso di umanità, passione e un forte legame con un ambiente che non dimentica i suoi protagonisti.

Juve Stabia, un investimento perfetto: Omar Correia, l’acquisto estivo che vale oro

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Poche volte un acquisto estivo riesce a integrarsi e a imporsi con una rapidità e una qualità tali da ribaltare gli equilibri di una squadra. Ma è esattamente ciò che sta accadendo a Castellammare con Omar Correia, il centrocampista arrivato in estate e ormai assurto al ruolo di vero e proprio faro della mediana di Ignazio Abate.

Il suo stile di gioco energico, fatto di recuperi palla chirurgici e verticalizzazioni improvvise, ha subito deliziato il pubblico locale, che ora lo acclama a ogni tocco. L’entusiasmo è palpabile: i tifosi hanno trovato in lui non solo un metronomo affidabile, ma una vera e propria dinamo capace di accendere l’azione in qualsiasi momento.

Equilibrio e transizione

L’innesto di Correia ha garantito quell’equilibrio cruciale tra fase difensiva e offensiva che forse mancava. La sua intelligenza tattica gli permette di intercettare le linee di passaggio avversarie con una frequenza impressionante, trasformando immediatamente la palla recuperata da pericolo sventato a opportunità d’attacco.

Ciò che stupisce di più è la sua onnipresenza. Non è raro vederlo arretrare per dare il via all’azione dalle retrovie, scambiando con i difensori, per poi trovarlo pochi istanti dopo nell’area avversaria, pronto a fornire l’assist vincente o a tentare la conclusione. È questa capacità di coprire il campo in tutta la sua lunghezza che lo rende un elemento insostituibile nello scacchiere di Abate.

Oltre i numeri

Ci sarebbero da analizzare molti dati per quantificare il suo impatto – palle recuperate, passaggi chiave, chilometri percorsi – ma al di là delle statistiche, è la sua costante positività e l’esempio che dà in campo a cementare il suo valore. Correia non smette mai di correre, incita i compagni ed è il primo a sacrificarsi.

L’investimento fatto dal club in estate si sta ripagando con gli interessi, e le prestazioni dominanti di Omar Correia stanno trainando l’intera squadra verso il traguardo stagionale. Se il buongiorno si vede dal mattino, l’Uragano del centrocampo è destinato a lasciare un segno indelebile in questa stagione.

Chiave dei Diritti e della Pace: la Staffetta dei bambini Luigi Bellocchio arriva a Castellammare di Stabia

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La città di Castellammare di Stabia si prepara ad accogliere un importante momento di riflessione e partecipazione dedicato all’infanzia. Mercoledì 29 ottobre, farà tappa in città la Staffetta sui diritti dei bambini ‘Luigi Bellocchio’, un’iniziativa che si inserisce nel più ampio programma di attività proposte dal Laboratorio ‘Città dei bambini e delle bambine’.

L’evento itinerante, partito da San Giorgio a Cremano, sta attraversando i territori dei vari comuni che hanno aderito al progetto, portando un messaggio forte e chiaro. Il tema scelto per l’edizione 2025 è “la chiave dei diritti e della pace”.

Un tema dal forte valore simbolico: la chiave rappresenta lo strumento per superare l’indifferenza e l’indifferenza. Come sottolineato dagli organizzatori, si tratta di una chiave che “simbolicamente, permette di aprire la porta chiusa dell’indifferenza da aprire con la solidarietà”. Ma è anche una chiave per “una porta del silenzio da aprire con la chiave dell’ascolto” e, infine, per “una porta del conflitto da aprire con la chiave della Pace”.

staffetta dei diritti dei bambiniIl programma della giornata

La manifestazione a Castellammare di Stabia prenderà il via nella mattinata di mercoledì.

  • Ore 9.30: È previsto l’arrivo della delegazione proveniente dal comune di Terzigno. Il punto d’incontro sarà Piazza Giovanni XXIII.
  • A seguire: Dalla piazza partirà un corteo che vedrà la partecipazione delle autorità cittadine e di una folta delegazione degli alunni stabiesi.
  • L’evento: Il corteo raggiungerà lo spazio antistante la ‘Cassarmonica’, luogo simbolo della città, dove si terrà l’evento centrale. Il programma prevede una serie di interventi istituzionali e, soprattutto, performance e riflessioni preparate dagli stessi studenti delle scuole stabiesi, veri protagonisti della giornata.

Si tratta di un’occasione fondamentale per ribadire l’impegno della comunità nella promozione e nella difesa dei diritti dei più piccoli, trasformando i principi in azioni concrete di ascolto, solidarietà e costruzione della pace.

Juve Stabia, dalla panchina alla gloria: De Pieri e Cacciamani storie di riscatto vissute all’Euganeo

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La sfida tra Padova e Juve Stabia, terminata 2-2, non è stata solo una battaglia calcistica, ma il palcoscenico di due grandi storie di riscatto, quelle di Cacciamani e, soprattutto, di Giacomo De Pieri. L’attaccante in prestito dall’Inter, arrivato a Castellammare con grandi aspettative, non aveva vissuto un inizio di stagione semplice, spesso relegato in panchina e faticando a trovare il suo spazio con poco minutaggio e gettoni di presenza.

Un inizio in salita

Per De Pieri, il talento forgiato nelle giovanili nerazzurre, le prime giornate in Serie B sono state un banco di prova duro. Troppo spesso il campo lo ha visto solo per pochi scampoli, facendo sorgere qualche dubbio sulla sua collocazione tattica e sul suo adattamento al calcio cadetto. Un momento non semplice, in cui la panchina sembrava essere diventata una scomoda abitudine.

Le critiche feroci

Cacciamani a differenza di De Pieri aveva visto il campo dall’inizio della stagione e per più minuti. Il calciatore però era finito nel mirino della critica feroce dopo l’espulsione a Catanzaro (sul 2 a 0 per le Vespe) che ha condizionato la gara dei gialloblù che sono riusciti a portare a casa un punto (gara terminata 2-2). Secondo alcuni la sua espulsione sul finire del primo tempo era stata ingenua e non aveva permesso alle Vespe di portare a casa l’intera posta in palio.

La svolta: il gol della liberazione

Ma è nelle difficoltà che si vedono i veri campioni.

Al 25′ Abate decide di sostituire Piscopo (fuori partita) con Cacciamani. Il giovane esterno stabiese in prestito dal Torino entra con l’argento vivo addosso e inizia a martellare sulla fascia sinistra creando apprensione negli avversari. Al minuto 47′ (in pieno recupero) arriva l’occasione giusta: Candellone protegge palla a centrocampo e di tacco serve Cacciamani che riceve palla e si invola a tutta velocità verso la porta avversaria, entrato in area si libera di Ghiglione con una finta e con un destro a giro batte Fortin sul secondo palo.

Al 58′ Mister Abate manda in campo De Pieri al posto di Burnete (insieme a Zuccon per Leone), e anche lui come Cacciamani risponde con la determinazione di chi deve dimostrare il proprio valore.

Dopo dieci minuti dal suo ingresso (68′) realizza una rete non banale per lui e per la Juve Stabia, ma il gol della liberazione per il giovane attaccante. Un guizzo d’opportunismo che ha illuminato una fase delicata del match, portando in vantaggio le Vespe e regalando a lui l’emozione della prima rete in maglia gialloblé in campionato. Se Cacciamani ha mostrato la classe, De Pieri ha messo in campo l’istinto killer e la tenacia.

Il pareggio finale di Bortolussi non oscura le prestazioni di questi due giovani talenti: Cacciamani e De Pieri hanno ritrovato il sorriso e, soprattutto, la consapevolezza di poter essere elementi fondamentali per questa Juve Stabia.

Si chiude il progetto Lezioni d’Acqua, protagonisti Terre di Campania e il Rossi Doria

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Un intero anno dedicato alla riscoperta dell’importanza della risorsa idrica, attraverso la conoscenza, non solo delle buone pratiche legate alla sua gestione, ma anche dei luoghi legati all’acqua presenti in Campania.

Mercoledì 29 ottobre, a partire dalle 9:30, presso la sede dell’ISS Manlio Rossi Doria di Marigliano (NA), saranno presentati i risultati del progetto, che ha visto la partecipazione attiva degli alunni delle classi terze e quarte degli indirizzi di Agraria, Amministrazione finanza e marketing, Turismo ed Enogastronomia.

I ragazzi sono stati impegnati in diverse attività e laboratori tematici dedicati a “Acqua e Agricoltura”, “Acqua e Cibo”, “Acqua e territorio” e “Acqua e buone pratiche quotidiane”, producendo svariati lavori e output progettuali, tra cui un menù a base di prodotti super-idratanti che sarà presentato e degustato proprio al termine dell’evento.

Le uscite sul territorio hanno favorito la scoperta di tesori naturalistici e artistici, sconosciuti ai nostri giovani, come le sorgenti dei fiumi campani (Caposele in provincia di Avellino) e le fontane della Città di Napoli, come la Fontana del Nettuno, Fontana della Selleria e la Fontana di Monte Oliveto.

L’acqua è stata quindi trattata non solo come risorsa naturale, ma anche come motore economico, sociale e gestionale, spaziando tra temi di geopolitica, di marketing territoriale, di arte, di urbanistica, di diritto all’accesso all’acqua e di gestione dei beni pubblici, temi interdisciplinari che rientrano pienamente tra i contenuti di studio degli indirizzi frequentati dagli studenti coinvolti in un’esperienza pratica di cittadinanza attiva.

Gli incontri con esperti e momenti di formazione dedicati ai volontari che hanno preso parte al progetto, realizzati grazie alla partecipazione degli esperti di GORI S.p.A., partner di progetto, hanno costituito il cuore di un’iniziativa che si colloca nel solco delle numerose attività che l’Associazione Terre di Campania svolge in favore della tutela delle nostre acque.

Locandina EventoAll’incontro prenderanno parte: Angela Buglione, Dirigente Scolastico Manlio Rossi Doria; Gaetano Bocchino Sindaco di Marigliano; Luigi Amato, Assessore Comune di Marigliano; Vittorio Cuciniello, Amministratore Delegato GORI S.p.A.; i rappresentanti delle associazioni coinvolte. Un progetto sposato in pieno dal Rossi Doria, che vede così ribadito il suo ruolo di istituzione protagonista del panorama socioculturale ed educativo della Città di Marigliano, ancora una volta teatro della diffusione dal basso di buone pratiche di vita civile. Soddisfazione per i risultati raggiunti viene espressa sia dai rappresentanti di Terre di Campania che della scuola, che auspicano la replicabilità del progetto nel prossimo futuro.

Il progetto è finanziato dalla Regione Campania con risorse statali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Auto e Moto d’Epoca 2025, Bologna accende la passione del motorismo storico.

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Bologna 26 ottobre 2025 – Quattro giorni di emozioni, motori e memoria: La 42ª edizione di Auto e Moto d’Epoca, ospitata a Bologna Fiere dal 23 al 26 ottobre, ha confermato il capoluogo emiliano come la capitale europea del motorismo storico.
Un evento che non è solo una fiera, ma una celebrazione collettiva della passione: 235.000 metri quadrati, 14 padiglioni, quattro percorsi tematici e migliaia di visitatori provenienti da tutta Europa. Un crocevia dove cultura, mercato e sogno si incontrano.

Dalle origini al mito: un viaggio nella storia del motore.

Quest’anno, Auto e Moto d’Epoca ha acceso la passione sin dal primo passo.

Il viaggio iniziava idealmente con un omaggio alla genialità italiana: nel grande ASI Village i visitatori hanno potuto ammirare il Motore Barsanti e Matteucci, il primo motore a scoppio della storia, progettato in Toscana nel 1853. Accanto, un’icona del motorsport come l’Alfa Romeo 184T di Formula 1, guidata da Eddie Cheever e Riccardo Patrese nel Mondiale 1984, ricordava come il genio meccanico italiano abbia saputo evolversi senza mai dimenticare le proprie radici.

“75:1 – 75 years, one seat”: 75 anni di Formula 1 in una mostra mai vista

Uno dei momenti più attesi di questa edizione è stato il tributo ai 75 anni della Formula 1. La mostra-evento “75:1 – 75 years, one seat” ha riunito 30 monoposto autentiche, raccontando l’evoluzione tecnica, sportiva e culturale della massima competizione automobilistica mondiale.
Dalla Ferrari 500 F2 di Alberto Ascari – con cui la Rossa conquistò i titoli mondiali del 1952 e 1953 – alla Mercedes-Benz W196R di Juan Manuel Fangio, fino alla Ferrari F2007 di Kimi
Räikkönen, ultima campionessa del mondo del Cavallino: un percorso che ha fatto vibrare il cuore degli appassionati.
Un viaggio che non è solo nostalgia, ma identità e innovazione, un racconto dell’uomo e della macchina che cresce e cambia insieme alla storia.

Honda Classic: la leggenda delle due ruote

A rendere ancora più speciale questa edizione, la presenza di Honda Motor Europe Italia con lo spazio Honda Classic, 600 mq e 38 moto che ripercorrono oltre 75 anni di storia.
Un percorso in quattro aree tematiche che ha fatto rivivere la magia delle RS 125 GP, delle NSR 250 e 500, della mitica RC211V con cui Nicky Hayden conquistò il titolo mondiale nel 2006.
Non mancavano i modelli da fuoristrada, da competizione e da produzione di serie come la leggendaria CB750 Four, la VFR750R (RC30) e la visionaria NR750 con pistoni ovali.
Un omaggio alla passione, alla tecnologia e all’evoluzione di un marchio che ha saputo coniugare velocità e poesia meccanica.

Dalla Germania a Bologna: le rarità della Loh Collection

Grande curiosità anche per la partecipazione del Nationales Auto Museum – The Loh Collection, che ha portato a Bologna gioielli unici come la Mercedes-Benz CLK-GTR, prodotta in soli 25esemplari, e la BMW M1 Procar, la stessa con cui Niki Lauda vinse il campionato inaugurale del 1979.
Auto nate per correre, diventate simboli di un’epoca in cui il coraggio e la competizione si
fondevano con l’arte dell’ingegneria.

Heritage HUB Stellantis: i capolavori italiani

Dall’Heritage Hub di Torino, Stellantis ha portato tre icone che raccontano l’anima italiana
dell’automobile: la Fiat-Abarth 750 Record del 1956, manifesto dell’aerodinamica firmato
Bertone; l’avveniristica Alfa Romeo Scarabeo 1600, simbolo di sperimentazione e stile; e la
Lancia D25, erede della leggendaria D24, simbolo di un’epoca eroica del motorsport tricolore.

Il mercato e il nuovo pubblico del Classic

Oltre allo spettacolo, il 2025 ha portato anche segnali concreti di crescita: le vendite sono in ripresa, con molti espositori soddisfatti e una presenza crescente di acquirenti tra i 30 e i 50 anni.
“Il collezionismo sta cambiando – spiega Daniele Ferrua, CEO di Autoluce – oggi contano unicità e qualità più dell’età. Le auto si comprano come opere d’arte, e un evento come questo è il luogo perfetto per far nascere quella scintilla tra macchina e appassionato.”
E la conferma arriva dai visitatori: più giovani, più curiosi, più consapevoli. La passione si rinnova, e il Classic diventa un linguaggio universale.

Motor Valley e club storici: l’anima dell’Emilia-Romagna

La Motor Valley ha portato in fiera il meglio della terra dei motori: Ferrari, Lamborghini, Maserati, Pagani, Dallara, ma anche circuiti leggendari come Imola, Misano e Modena.
Un ecosistema unico, dove industria e cultura corrono sullo stesso tracciato.
Accanto, i Club e Registri Storici hanno animato la manifestazione con rarità e anniversari: dai 70 anni della Citroën DS ai 30 della Lancia Y Elefantino Rosso, dai tributi alla Jaguar XJS alle monoposto d’epoca del Registro Fiat Italiano. Un mosaico di storie, colori e orgoglio.

Collezionismo e stile: il tempo in mostra

Tra le aree più visitate, quella dedicata ai ricambi d’epoca e alla sezione Automobilia, con pezzi rari, oggetti da collezione e memorabilia capaci di far rivivere epoche intere.
Nella raffinata Gallery Hall, è tornato anche Time on Show, l’appuntamento internazionale
dedicato agli orologi vintage e da collezione, dove la precisione meccanica incontra la bellezza del design.
Un dialogo perfetto tra due mondi che condividono la stessa anima: quella della passione per il dettaglio.

Bologna, la casa del motorismo storico

“Auto e Moto d’Epoca non è solo una fiera, ma un’esperienza culturale e umana – afferma
Mario Carlo Baccaglini, presidente di Intermeeting –.

L’entusiasmo del pubblico e il fermento del mercato dimostrano che la passione per il Classic è più viva che mai”.
Sulla stessa linea Antonio Bruzzone, AD di BolognaFiere: “Auto e Moto d’Epoca è parte
dell’identità di Bologna e della Motor Valley. È un evento che unisce tradizione e innovazione, cultura e industria”.

E la stampa internazionale lo conferma, definendolo “la più bella e completa fiera del motorismo storico in Europa”.
A Bologna, il motore è molto più di un oggetto: è memoria, arte, emozione. È la voce di una passione che non conosce confini, e che ogni anno, ad Auto e Moto d’Epoca, torna a farsi sentire più forte che mai.

GUARDA LA NOSTRA FOTOGALLERY (foto di Antonio Toscano)

Il Giudice Sportivo punisce la Juve Stabia dopo la gara con il Padova valida per la nona giornata di serie B

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Arrivano le decisioni del Giudice Sportivo, avv. Emilio Battaglia, in seguito alle gare della nona giornata di campionato. Dalla riunione tenutasi oggi, 27 ottobre 2025, alla presenza di Stefania Ginesio e del Rappresentante dell’A.I.A. Moreno Frigerio, è emerso il primo provvedimento disciplinare a carico delle società.

Nel mirino è finita la Juve Stabia, sanzionata con un’ammenda di € 5.000,00.

Come si legge nel comunicato ufficiale, la sanzione è stata comminata “per avere suoi sostenitori, nel corso della gara con il Padova, lanciato tre petardi e cinque fumogeni nel recinto di giuoco”.

Il Giudice Sportivo ha inoltre specificato che si tratta di una “sanzione attenuata ex art. 29, comma 1 lett. b) del codice di giustizia sportiva”.

Il comunicato precisa infine che queste decisioni sono state deliberate “in base alle risultanze degli atti ufficiali” e che resta la “riserva dell’assunzione di altre eventuali decisioni, in attesa del ricevimento degli elenchi di gara”.

Savoia calcio, vittoria sulla Vibonese per 1 a 0. La fotogallery

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Vittoria di misura al “Giraud” per il Savoia contro la Vibonese per 1 a 0.

Una partita molto equilibrata nel corso del primo tempo con occasioni che si alternano da una parte e dall’altra, in particolare al 25′ per il Savoia Favetta colpisce di testa alto sopra la traversa un cross dalla destra.

Pochi minuti dopo, al 30′, mischia in area della Vibonese, che si risolve con un nulla di fatto. Ma è ancora Favetta per il Savoia che al 31′, liberatosi magistralmente in area, spreca clamorosamente un’ottima opportunità, tirando di sinistro in alto.

Nel corso della ripresa i padroni di casa continuano sciupare diverse opportunità per andare a segno.

Al 19′ Reis, entrato al posto di Favetta, è lanciato a rete, ma il suo tiro viene respinto dal portiere calabrese, anche se l’arbitro segnala il fuorigioco.

Risponde la Vibonese al 22′ col tiro di Bucolo, ma la palla si spegne sul fondo. Ancora al 27′ la Vibonese in attacco con il colpo di testa di Dicorato sugli sviluppi di un corner, ma il portiere blocca in sicurezza.

Quasi al termine del tempo regolamentare altra occasione per il Savoia con Munoz che in velocità, a tu per tu con il portiere avversario, tira centrale sui piedi dell’estremo difensore.

Finalmente la rete del vantaggio nel recupero.

Da un fallo laterale di Fasson sulla destra arriva la palla a Rioda che di tacco smarca Munoz. Tiro forte in area di sinistro sui piedi di Meola che la mette dentro facendo esplodere i tifosi oplontini.

Goal che consente il Savoia di staccare i diretti avversari in classifica.

Il tacco di Rioda che smarca Munoz per il tiro che serve Meola.

IL TABELLINO

MARCATORI: 47′ st F. Meola (S)

SAVOIA 1908 (3-4-2-1): F. De Lorenzo, J. Caballero Vargas, H. Muñoz (↓ 49′ st), F. Umbaca (↓ 31′ st), S. Ledesma, P. Pisacane (↓ 11′ st), P. Schiavi, C. Frassón, A. Cadili, A. Carlini (↓ 15′ st), C. Favetta (↓ 15′ st)
A disposizione: L. Sciammarella, G. Bitonto, F. Meola (↑ 31′ st), M. Reis Daquinto (↑ 15′ st), J. Tiveron, Z. Rioda (↑ 15′ st), F. Forte (↑ 49′ st), M. Sellaf (↑ 11′ st), D. Esposito
All: Catalano Raimondo

VIBONESE CALCIO (3-5-2): F. Marano, F. Dicorato, M. Musy Hernández (↓ 38′ st), G. Di Gilio, B. Balla, R. Bucolo (↓ 27′ st), C. Keita, A. Marafini, A. Caiazza (↓ 33′ st), M. Bonotto (↓ 5′ st), L. Dick
A disposizione: M. Ferilli, K. Michael (↑ 33′ st), U. De Salvo (↑ 5′ st), A. Marsico (↑ 38′ st), A. Carnevale (↑ 27′ st), D. Fiumara, D. Fragalà, D. Mariani, A. Andreacchio
All: Esposito Raffaele

AMMONITI: P. Schiavi (S), C. Frassón (S)

ARBITRO: A. Papagno
ASSISTENTI: B. Popovic, S. Colella

STADIO: Comunale Alfredo Giraud, Torre Annunziata

 

GUARDA LA NOSTRA FOTOGALLERY (foto di Antonio Toscano)

IL MORSO DELLA VESPA. Pari d’oro a Padova con due “reti-baby”. Lo Stabia c’è, nonostante tutto.

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Finisce con un emozionante 2-2 la sfida tra il Padova di Andreoletti e la sorprendente Juve Stabia di mister Abate. Un punto prezioso per le “Vespe” campane, arrivate in Veneto dopo una settimana di fuoco, segnata dal rinvio della gara infrasettimanale contro il Bari e dalle tensioni per le vicende giudiziarie che hanno lambito il club.
​Nonostante il clima teso e le assenze importanti (Pierobon, Varnier, Duca e Gabrielloni), la Juve Stabia ha dimostrato ancora una volta sul campo la sua unità e compattezza, confermandosi una delle rivelazioni del torneo cadetto.

​Botta e Risposta: Un Primo Tempo Infuocato

​Nonostante il rinvio dell’esordio padovano del “Papu” Gomez, sono gli stabiesi a partire a tavoletta, creando subito pericoli. Al 7′, un affondo di Leone scalda i guantoni di Fortini, e all’11’ una clamorosa traversa di Mosti fa tremare i padroni di casa.
​Un minuto dopo, però, un errore in retropassaggio di Giorgini regala un corner al Padova. Sugli sviluppi, la sfortuna si accanisce su Piscopo, il cui braccio largo in area costringe l’arbitro, dopo il check del VAR, a decretare il rigore. Bortolussi non sbaglia, portando in vantaggio i biancoscudati.
​Il gol subito innervosisce la Juve Stabia. Piscopo, già ammonito, lascia il campo a Cacciamani, un cambio che si rivelerà decisivo. Allo scadere, una superba imbucata di Candellone lancia l’ex Torino Cacciamani, che si libera di un avversario e deposita in rete il gol del pareggio: 1-1 al riposo.

​Vantaggio e Reazione: Equilibrio Trovato

​Nella ripresa, i campani continuano a fare la partita, dimostrando grande personalità. Mentre Andreoletti getta nella mischia Lasagna, mister Abate pesca il jolly inserendo De Pieri al posto di un Burnete apparso in ombra.
​È proprio l’ex Inter De Pieri a premiare la scelta del tecnico gialloblù al 24′. Ancora una volta, l’invenzione è di Candellone, che assiste il compagno, lesto a ribadire in rete per il sorpasso stabiese: 1-2!
​La gioia dura solo tre minuti. Il Padova non demorde e trova il pari grazie a un’invenzione di Fusi, che serve un filtrante perfetto per l’indiavolato Bortolussi. Quest’ultimo, con freddezza, batte Confente in uscita fissando il risultato sul 2-2 finale.

​Il pareggio muove la classifica e, soprattutto, infonde tanto morale alla Juve Stabia, che con grinta e qualità ha dimostrato di sapersi isolare dalle difficoltà esterne per continuare a stupire nel campionato cadetto.

Padova – Juve Stabia (2-2): Il podio e il contropodio gialloblù

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La Juve Stabia torna in campo dopo il derby con l’Avellino confermando i segnali ampiamente positivi già visti contro la squadra irpina. Il successo sfugge però alle Vespe a causa di qualche disattenzione che consente al Padova di recuperare dopo la rimonta stabiese.

PODIO

Medaglia d’oro: ad Alessio Cacciamani, rivistosi bella versione scintillante della gara di Coppa Italia di Lecce. Il giovane scuola Toro entra in campo quasi subito e spacca la gara con dribbling brucianti ed accelerazioni devastanti. La sua progressione in occasione del pari, primo gol tra i professionisti, è impressionante, come la freddezza nello sterzare e nel chiudere il destro a giro. Non sazio, battezza anche la rete di De Pieri con l’ennesima giocata ad alta velocità della sua gara. Grazie al 77 sulla schiena, e non solo per quello, ricorda il Kvaratskhelia versione Napoli scudettato.

Medaglia d’argento: a Lorenzo Carissoni, ormai padrone assoluto della fascia destra. L’addio di Floriani Mussolini, in estate, aveva lasciato un comprensibile sconforto nella piazza, immediatamente riparato dalla vena dell’ex Cittadella, elemento di esperienza voluto da Lovisa. Castellammare ha scoperto non solo l’affidabile difensore ben noto alla categoria ma anche un elemento di qualità sorprendente, in grado di sorprendere avversari con la sua imprevedibilità. Finte, tagli, cross e il terzo gol in campionato solo sfiorato: con lui i pericoli non mancano mai.

Medaglia di bronzo: a Marco Ruggero, che nella sua città natale mostra la sua migliore versione. Dopo il turno di stop della scorsa settimana, il 4 gialloblù torna a farsi apprezzare non solo in fase di marcatura ma anche sganciandosi spesso in progressione. La condizione non è ancora tornata quella ottimale ma i segnali sono positivi per lui che, numeri alla mano, è diventato il calciatore dal valore più alto nella attuale rosa della Juve Stabia. Menzione anche per Omar Correia, travolgente ma a tratti un pizzico troppo innamorato del pallone: a volte la palla va scaricata prima.

CONTROPODIO

Medaglia d’oro: a Kevin Piscopo, che costringe Abate a richiamarlo quasi subito in panchina. Non è il fallo di mano in area di rigore a macchiare i minuti di Piscopo, che anzi prova a tappare la falla della distrazione collettiva della squadra, bensì l’assoluta confusione che precede e segue il rigore. Pronti via e si fa soffiare palla sbagliando un dribbling forzato, commettendo poi il vistoso fallo da giallo, che rischia di diventare rosso dopo l’ennesima trattenuta quando il Padova è in vantaggio. In mezzo l’occasione da gol cestinata un attimo dopo la traversa di Mosti.

Medaglia d’argento: ad Andrea Giorgini, che prosegue nel suo momento un po’ opaco. Non impeccabile con l’Avellino ed ugualmente a Padova, dove per poco non cuoce la frittata insieme a Confente. Dal retropassaggio distratto nasce poi il vantaggio veneto, cui Giorgini reagisce con “garra” ma anche con qualche imprecisione di troppo, come nell’occasione del pari del Padova.

Medaglia di bronzo: a Rares Burnete, che non sfrutta forse l’occasione più ghiotta della gara. Il ragazzo ha fame e voglia, si vede, ma allora perché non calcia in porta quando ha la comoda palla sul sinistro a tu per tu con Fortin? Cervellotica la sua scelta di virare sul destro per poi inevitabilmente farsi murare la conclusione dalla difesa del Padova.

Castellammare di Stabia, Una magica atmosfera al Supercinema: “Quarta Edizione del premio Michele Esposito”

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Anche quest’anno Castellammare ha celebrato uno dei suoi cittadini più illustri, il maestro Michele Esposito, musicista e compositore di grande talento, con un evento organizzato dall’Archeoclub Aps Stabiae, in collaborazione con “Liceo Scientifico F. Severi” – “I.I.S. Enzo Ferrari” – “Istituto Marco Pollione Vitruvio” di Castellammare di Stabia.

Presso il Teatro Supercinema, sabato sera 25 ottobre, si è svolta la “Quarta Edizione del Premio “Michele Esposito” Musicista e Compositore” con l’evento” Magie sonore. Incanto divino tra Stabia e Dublino”.

Ad introdurre la serata Massimo Santaniello, socio fondatore dell’Archeoclub Aps Stabiae, associazione molto attiva sul territorio che si occupa della promozione e della valorizzazione di tutte le bellezze storiche di Castellammare, anche attraverso il ricordo dei suoi cittadini più illustri.

Con la Quarta Edizione del “Premio Michele Esposito”, L’Archeoclub ha voluto commemorare, inoltre, altri due grandi musicisti e compositori stabiesi: il fratello di Michele, Eugenio Esposito, e Luigi Denza che, come ha evidenziato Massimo Santaniello, “fondarono il trio delle meraviglie dell’Ottocento stabiese”.

Massimo Santaniello ha ringraziato le tre istituzioni scolastiche di Castellammare che hanno collaborato con l’Archeoclub per la realizzazione dell’evento, in particolare l’Istituto “M.P. Vitruvio” di Castellammare per l’attività di accoglienza svolta con professionalità durante la serata dagli alunni dell’indirizzo “Turismo”.

Ha ringraziato inoltre tutti gli sponsor della serata, il Direttore Artistico Ciro Massa e il pubblico appassionato di musica e cultura presente in sala, tra cui i docenti delle istituzioni scolastiche stabiesi, intervenuti in rappresentanza delle loro scuole.

L’evento è stato presentato da una giovanissima e talentuosa conduttrice, Maddalena Esposito, che con disinvoltura e simpatia ha introdotto le performance delle artiste e raccontato alcuni aneddoti significativi della vita del maestro Esposito.

Sul palco in concerto Raphaela Mangan, uno dei più importanti mezzosoprani d’Irlanda, e la pianista Annalisa Monticelli, docente presso la Royal Irish Academy of Music, artiste di fama internazionale che con le loro interpretazioni hanno incantato la platea, creando un’atmosfera veramente magica.

A rendere ancora più suggestiva la serata, le performance di un giovane talento del territorio, la violinista stabiese Flavia Patierno, che ha eseguito cinque brani insieme alle due famose musiciste, evidenziando notevole virtuosismo nelle interpretazioni ed emozionando il pubblico.

Durante il concerto, sul palco le più belle composizioni di Michele Esposito, come “The Shadow of a dream”, “My Rose of Hope”, “Irish Melodies”, “O hush o” e una selezione di brani di A. Patterson e di J. Larchet, un brano di suo Fratello Eugenio, e “Funiculì funiculà” di Luigi Denza, in interpretazioni emotivamente coinvolgenti.

Dalla struggente malinconia delle note del maestro Michele Esposito, forse per la nostalgia della patria lontana, all’allegria di “Funiculì funiculà”, l’evento è stata un’esperienza immersiva, che ha celebrato gli artisti e la loro città, integrando elementi sonori con frammenti di storia stabiese.

Attraverso questo linguaggio universale, i nostri illustri concittadini, con l’impegno e la tenacia, sono riusciti a diventare dei grandi compositori, tracciando un solco nella storia.

Il Maestro Michele Esposito, nato a Castellammare di Stabia il 29 settembre del 1855, si diplomò nel Conservatorio di Napoli S. Pietro a Majella nel 1873 e nel 1878 si trasferì a Parigi dove rimase per quattro anni.

Nel 1882 si recò a Dublino, dove fondò la “Dublin Orchestral Society”, e una casa editrice, componendo opere famose suonate in tutto il mondo. Oggi in Irlanda egli è famoso come Giuseppe Verdi in Italia.

Eugenio Esposito, il fratello di Michele, nacque a Castellammare di Stabia nel 1863. Si diplomò nel 1883 presso il conservatorio di Napoli S. Pietro a Majella e, dopo un soggiorno a Parigi, si trasferì nel 1892 in Russia, dove fu direttore d’orchestra presso i teatri di San Pietroburgo e Mosca ed ottenne un grande successo.

Luigi Denza, autore della celeberrima canzone “Funiculì funiculà”, nacque a Castellammare di Stabia il 23 febbraio 1846. Iniziò gli studi musicali al Conservatorio di Napoli, studiando con Saverio Mercadante e Paolo Serrao. Fu un compositore molto prolifico, con circa 800 composizioni all’attivo.

Dopo aver lavorato al Conservatorio di Napoli, Denza emigrò a Londra nel 1879. Qui divenne condirettore della London Academy of Music e, dal 1898, professore di canto alla Royal Academy of Music.

Alla fine del concerto è salito sul palco il Presidente dell’Archeoclub Aps Stabiae, Enzo Esposito, per la premiazione delle artiste di Dublino. A ricevere una bella targa commemorativa, oltre alle due famose concertiste irlandesi, anche la violinista Flavia Patierno, che è stata premiata “per aver incarnato il progetto dell’Archeoclub, da allieva attenta a professionista”.  Flavia è uno dei giovani talenti stabiesi di cui sentiremo presto parlare.

Un plauso alla bella iniziativa dell’Archeoclub Aps Stabia che col concerto dal vivo ”Magie sonore – Incanto divino tra Stabia e Dublino” ha creato un evento coinvolgente e dal forte impatto emotivo.

Juve Stabia, che cuore a Padova! 2-2 e punto d’oro che sta stretto ma che in trasferta è sempre prezioso

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Un punto d’oro, meritato e spettacolare, quello conquistato dalla Juve Stabia sul campo del Padova nella nona giornata di Serie B che in trasferta non può essere considerato mai banale. Le Vespe di Mister Ignazio Abate hanno dato vita a una prestazione maiuscola, dimostrando carattere, qualità e organizzazione nel 2-2 finale contro i biancorossi, una delle formazioni più in forma del momento.

Eppure, a voler analizzare i novanta minuti, questo punto sta quasi stretto ai colori gialloblù. Per la verità, le Vespe potevano e forse avrebbero meritato di raccogliere qualcosa in più.

La sfortuna, infatti, aveva già bussato alla porta stabiese in avvio di gara, quando una velenosa conclusione di Mosti si è stampata sulla traversa. Poco dopo, un errore quasi inspiegabile sotto porta di Piscopo ha fatto intendere che la fortuna non aveva intenzione di regalare baci ai ragazzi di Castellammare di Stabia.

Nonostante un buon approccio, la Juve Stabia si è trovata a inseguire al 17′, quando Bortolussi ha trasformato con freddezza un calcio di rigore che ha portato in vantaggio i padroni di casa. La reazione stabiese, però, è stata veemente e di grande impatto. Abate ha letto subito le difficoltà dei suoi, inserendo Cacciamani al posto di uno spento Piscopo. Mossa vincente: il neo-entrato ha ripagato la fiducia con un gol da “fuga per la vittoria”, che ha permesso alle Vespe di recuperare immediatamente lo svantaggio.

Nella ripresa, la Juve Stabia ha continuato a credere nel colpo grosso. Mister Abate, pur dovendo gestire numerose assenze, ha letto la gara alla perfezione e ha rispolverato dalla panchina De Pieri. Come Cacciamani, anche lui ha lasciato il segno: il suo “graffio” appena entrato è valso il gol del sorpasso, il momentaneo 1-2 che ha fatto sognare i tifosi stabiesi.

La gioia del vantaggio, tuttavia, è durata troppo poco. Ancora Bortolussi, in evidente giornata di grazia, ha trovato la zampata giusta per ristabilire la parità. Nel finale di gara, il pareggio è sembrato accontentare molto più la squadra di Andreoletti che quella di Abate. Le Vespe, infatti, non hanno smesso di attaccare e le azioni costruite da Carissoni prima e Candellone poi lasciano ancora l’amaro in bocca.

In sostanza, si tratta di un pareggio decisamente prezioso, ma al netto di quello che si è visto in campo, il risultato finale lascia decisamente perplessi.

Con questo punto, la Juve Stabia consolida la sua posizione in classifica e questa è decisamente una bella notizia. La prestazione dell’Euganeo dimostra che questa squadra può giocarsela alla pari con chiunque, anche in trasferta e contro avversari quotati. È un risultato che non solo muove la classifica, ma inietta una dose massiccia di fiducia in tutto l’ambiente gialloblù. La sconfitta di Carrara è sicuramente dimenticata.

Domenica, però, ci sarà una partita difficilissima che andrà ad aprire il mese di novembre: la trasferta in casa della capolista Modena. Sarà una gara per cuori forti, ma in questa squadra non esiste la parola “paura” dell’avversario. Rispetto, sì, ma paura no. Perché, come ha insegnato Padova, niente è ancora stato scritto.

Terremoto in Irpinia, scuole chiuse oggi ad Avellino e in altri Comuni

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Scuole chiuse oggi lunedì 27 ottobre ad Avellino e in altri Comuni, dopo la forte scossa di magnitudo 4 registrata sabato sera, per favorire verifiche e controlli negli edifici.

L’ordinanza dopo il terremoto di sabato

Un’ordinanza commissariale ha disposto ad Avellino per l’intera giornata di oggi la “sospensione delle attività didattiche delle scuole di ogni ordine e grado, pubbliche e private, compresi gli asili nido” e il “divieto di accesso a tutti i plessi scolastici del territorio comunale fatta eccezione per il personale tecnico incaricato delle verifiche di agibilità e sicurezza, per il personale dell’ufficio tecnico comunale, per le forze dell’ordine e per il personale di Protezione civile nell’esercizio delle proprie funzioni e per i tecnici incaricati dagli istituti scolastici”.

Un’ordinanza sindacale per la chiusura delle “scuole di ogni ordine e grado” per la giornata di oggi, è stata emessa anche dal Comune di Montefredane, il più vicino all’epicentro del sisma, per effettuare “le verifiche tecniche”.

E per svolgere le “opportune verifiche strutturali” anche il sindaco di Benevento Clemente Mastella ha firmato un’ordinanza disponendo per oggi “la chiusura: delle scuole pubbliche, private e paritarie di ogni ordine e grado, compresi gli asili nido, del territorio comunale di Benevento; degli uffici comunali (con onere per i dirigenti di individuare i servizi essenziali per i quali sarà garantito il regolare funzionamento); della villa comunale e dei parchi cittadini; del cimitero comunale (ferme restando le attività di accoglienza dei funerali con sola presenza di familiari) e dei teatri cittadini”. Una decisione presa dopo le “scosse di terremoto, con epicentro in provincia di Avellino a Montefredane e avvertite anche nella città di Benevento”, si sottolinea in una nota del Comune.

Fonte AdnKronos

L’Italia e le carte da gioco: quali sono i mazzi più diffusi dopo il boom del digitale?

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Nonostante la diffusione sempre più capillare dei giochi digitali e delle app dedicate al divertimento virtuale, le carte da gioco tradizionali continuano a occupare un posto rilevante nella cultura popolare, soprattutto durante le festività, ma anche all’interno dei circoli ricreativi e soprattutto tra le mura domestiche, magari nelle occasioni in cui le famiglie più numerose si ritrovano.

La loro storia affonda le radici nel Medioevo, e si è evoluta nei secoli dando origine a numerosi mazzi regionali che ancora oggi, nel 2025, vengono utilizzati quotidianamente in molte zone d’Italia, resistendo alla digitalizzazione. Anzi, talvolta l’innovazione si fonde con la tradizione, come nel caso di Balatro, un videogame di carte dalla grande somiglianza con un gioco di ruolo vero e proprio, in grado così di avvicinarsi ad un pubblico ancora più ampio.

Tornando però con l’attenzione rivolta ai mazzi italiani, è possibile fare una distinzione principalmente per i semi e lo stile grafico, che variano sensibilmente da una regione all’altra. A differenza del mazzo francese, più standardizzato e universalmente noto grazie alla presenza di cuori, fiori, quadri e picche, le carte italiane presentano semi tradizionali come coppe, denari, bastoni e spade, oltre a illustrazioni che richiamano motivi storici e culturali tipici del territorio di provenienza.

Tra i mazzi più diffusi ancora oggi si trovano le carte napoletane, caratterizzate da un formato compatto e da figure riconoscibili, utilizzate non solo in Campania ma anche in Lazio, Abruzzo, Molise e parte della Puglia. Accanto a esse, il mazzo piacentino è molto popolare nell’Italia settentrionale, in particolare in Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto. Questo mazzo, dal disegno elegante e sobrio, ha origini nel XIX secolo ed è tuttora tra i più commercializzati a livello nazionale.

Nell’Italia centrale e meridionale, resistono anche le carte siciliane, facilmente riconoscibili per le loro figure allungate e colorazioni vivaci, usate non solo in Sicilia ma anche nella vicina Calabria. Tornando invece più a nord, le carte bergamasche, più diffuse nelle province lombarde, si distinguono per un formato più grande e decorazioni complesse, mentre nel Triveneto, il mazzo veneziano-triestino conserva una tradizione radicata. Al centro, in Toscana e Umbria, il mazzo fiorentino e quello bolognese, con particolarità come il sistema di numerazione diverso o la mancanza di certe figure, rappresentano un patrimonio culturale a sé stante.

La varietà dei mazzi non è solo estetica: è anche funzionale alle attività che si praticano con essi. Non sono pochi i giochi che vengono praticati esclusivamente con i mazzi regionali, come nel caso della scopa, della briscola e del tressette, mentre a seconda delle regole del solitario classico è possibile adoperare le carte italiane come i mazzi francesi. Molti di questi giochi sono tramandati oralmente, con piccole varianti da zona a zona, e sono spesso al centro delle riunioni familiari o delle serate tra amici.

Nonostante la presenza crescente di piattaforme online che riproducono virtualmente le carte regionali, come avviene per esempio con la briscola e il tressette nelle app per smartphone, la dimensione fisica del mazzo rimane insostituibile per molti appassionati. Le partite dal vivo, con la ritualità del mescolare, del distribuire e del leggere gli sguardi degli avversari, mantengono un fascino che il digitale ancora non riesce a replicare del tutto.

Anche in ambito turistico, le carte regionali italiane rappresentano un oggetto-simbolo del folklore locale. Non è raro trovarle in vendita nei negozi di souvenir, in versioni artistiche o personalizzate, spesso apprezzate tanto per il loro valore ludico quanto per quello decorativo.

Formula Uno, GP Messico 2025: le pagelle di Carlo Ametrano

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Lando Norris vince in Messico ed è il nuovo leader del Mondiale di Formula 1. Il britannico ha chiuso davanti alla Ferrari di Leclerc e alla Red Bull di Max Verstappen. Quarto un super Bearman, quinto invece Piastri che perde così il primo posto in classifica. Oggi abbiamo ascoltato per la nostra rubrica “Un voto per la Formula Uno” lo scrittore stabiese Carlo Ametrano, autore del libro “Ayrton… per sempre nel cuore” e grande appassionato di Formula Uno. Con lo scrittore è stato fatto il punto sul Gran Premio svolto ieri a Città del Messico.

Pubblichiamo l’estratto dell’intervista telefonica

Ciao Carlo, prima di iniziare con il pagellone ti chiediamo una considerazione sulla gara.

“Abbiamo un nuovo leader, avevo già detto che l’idea della McLaren è quella di far vincere il titolo a Norris e così sarà”.

Primo posto per Lando Norris, nuovo leader del Mondiale! Voto?

“Ora è il favorito, weekend perfetto. Non ha sbagliato nulla. Voto 10 e lode”.

Seconda piazza per Charles Leclerc su Ferrari. Voto?

“Parliamo di un ottimo podio, ma la Ferrari non vince mai. Voto 7”.

Terzo posto per la Red Bull di Verstappen. Che ne pensi?

“Il titolo inizia ad allontanarsi. Voto 6.5”.

Quarta piazza per un super Bearman! Voto?

“Futuro pilota Ferrari. Voto 7.5”.

Quinto invece Piastri, che perde il primo posto in classifica. Che ne pensi?

“Ci sono ancora quattro gare, ma ora è dura recuperare su Norris. Voto 6.5”.

Sesta piazza per Antonelli. Come valuti la sua gara?

“Pilota giovane e italiano, ottima prova. Voto 6.5”.

Che mi dici della prova e della settima posizione di Russell?

“Punti buoni per il team. Voto 6.5”.

Segue Hamilton, voto?

“Ci si aspettava di più. Da dopo Roscoe non ha più la testa, e lo capisco benissimo. Voto 6”.

Che voto dai al nono posto di Ocon?

“Ottimi punti per la squadra. Voto 6”.

Cosa mi dici invece della decima piazza Bortoleto.

“Non è facile per un rookie andare a punti. Voto 6”.

Carlo noi ti facciamo i complimenti e ti ringraziamo dando appuntamento con il pagellone con il GP del Brasile, in programma tra due settimane. Per salutarci ci vuoi aggiornare sui tuoi appuntamenti?

“Sono stati mesi incredibili! Come ultima esperienza sono stato al Minardi Day, davvero un’esperienza pazzesca che ho avuto il modo di vivere con il team del Senna Day, che ringrazio come sempre per avermi accompagnato in maniera impeccabile per tutta questa lunga stagione. Prima ancora sono stato a Roma al grandissimo evento all’Orgoglio Motoristico Romano, organizzato come sempre benissimo dal presidente Stefano Pandolfi. Sono stato anche a Imola, dove ho visto il GP! Una bellissima esperienza e soprattutto un’altra bella pagina chiusa. Siamo reduci inoltre anche dal fantastico Senna Day! Davvero grandioso, è stato un evento eccezionale alle Cantine Zuffa. Un grazie ai tanti che sono venuti, tra cui una tv brasiliana, e che hanno passato con noi questa splendida serata. Per me è un sogno essere l’organizzatore di questo evento. Ci tenevo a ringraziare Odeon tv con Filippo Gherardi, Martina Renna, Serena Salmi e Federica Afflitto per avermi confermato per questa nuova stagione di F1. Chiuderemo poi con gli incontri del cinema, in programma a inizio dicembre a Sorrento”.

Padova – Juve Stabia (2-2), l’analisi di Andreoletti: “Un Punto che Sa di Vittoria”

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Al termine di un confronto ad alta intensità contro la Juve Stabia, conclusosi sul 2-2, il tecnico del Padova, Matteo Andreoletti, esprime una soddisfazione profonda per il risultato acquisito. L’allenatore equipara questo pareggio a un successo pieno, sottolineando il valore della reazione avuta dalla squadra dopo essersi trovata sotto per 2-1 e rimarcando l’elevata qualità dell’avversario, definito come un organico ricco di individualità di spicco e ottimamente preparato.

La Svolta Tattica e le Scelte Individuali

Andreoletti non ha nascosto la sua frustrazione al termine della prima frazione di gioco. Sebbene la strategia di attendere l’avversario e ripartire (la fase di non possesso) avesse prodotto i suoi frutti creando occasioni, la gestione della sfera è stata giudicata insufficiente. La scelta, insolita per lui, di effettuare tre sostituzioni ravvicinate è stata dettata dalla necessità di pareggiare l’energia fisica degli ospiti e inserire forze fresche.

Riguardo alle scelte di formazione, il mister si è assunto la piena responsabilità per l’impiego di Ghiglione sulla corsia sinistra. Pur riconoscendo i meriti del giocatore, ha ammesso che posizionarlo sul piede debole è stata una valutazione non corretta da parte sua, e la sostituzione non è dipesa da una prestazione negativa del singolo.

Elogi a Bortolussi e Fiducia nel Reparto Avanzato

L’allenatore ha speso parole importanti per Mattia Bortolussi, autore della doppietta decisiva. Definito un “grande giocatore”, la sua seconda rete è stata etichettata come un gesto tecnico da categoria superiore. Tuttavia, Andreoletti ha voluto evidenziare non tanto la vena realizzativa, quanto l’incredibile spirito di sacrificio dell’attaccante, paragonando la sua disponibilità in campo a quella di un difensore. Ha inoltre confermato la piena fiducia in Lasagna, per cui il gol è considerato solo una questione di tempo, e ha rivelato che il giovane Seghetti era pronto a subentrare prima che il pareggio cambiasse i piani tattici.

La Necessità di Maturare Rapidamente

Nonostante la capacità di raddrizzare la partita, il tecnico ha insistito sulla necessità di una crescita collettiva. La Serie B, ha ammonito Andreoletti, è un campionato che “non fa prigionieri”. La squadra deve migliorare nella “lettura dei momenti” della gara, evitando leggerezze nella gestione di contropiedi, rimesse laterali o avanzate difensive nei minuti finali, errori che hanno rischiato di compromettere il risultato. Dopo nove giornate, è richiesta un’esperienza che la squadra deve acquisire rapidamente.

Bilancio Positivo e il Legame con l’Euganeo

Il bilancio dopo questo avvio di stagione è giudicato eccellente, specialmente considerando il dispendio di energie di una settimana con tre impegni ravvicinati, unica squadra tra le venti a sostenere tale ritmo. L’allenatore si è detto felice della posizione attuale, vicina alle zone nobili della classifica, ma ha richiamato tutti all’umiltà (“testa bassa”) e al lavoro.

Infine, Andreoletti ha rigettato l’idea che la squadra si esprima meglio lontano da casa, ribadendo il suo amore per lo stadio Euganeo, sia per il terreno di gioco che per il pubblico. Ha sottolineato con orgoglio la crescita esponenziale dei tifosi, ricordando le prime trasferte con pochi sostenitori e confessando l’emozione provata nel sentire l’inno cantato da uno stadio finalmente partecipe.

 

Padova – Juve Stabia (2-2): Le pagelle dei gialloblù

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Al termine di Padova – Juve Stabia terminata con il punteggio di 2-2 grazie alla doppietta di Bortolussi per i veneti e ai gol dei baby gialloblù Cacciamani e De Pieri stiliamo le pagelle con i voti a tutti i calciatori in forza alle Vespe.

Questi sono i voti:

Contente 5.5: insieme a Giorgio costruisce il pasticcio su cui arriva l’angolo del primo gol. Per il resto sulle due reti può poco e non compie chissà che interventi.

Ruggero 6.5: a tratti si rivede il calciatore dello scorso anno. Tranquillo, anche propositivo in fase offensiva.

Giorgini 5: primo passaggio a vuoto. Confezione il retropassaggio errato da cui nasce l’angolo del gol ed è lui a mantenere in gioco Bortolussi sul secondo gol.

Bellich 6.5: talmente poco impegnato in fase di e d’oca che si sgancia con continuità in quella offensiva. Si arrende a un problema muscolare. (Stabile 6: fa il suo, non andando mai in affanno e contenendo con attenzione).

Carissoni 6.5: nel primo tempo poco arrembante ma mette al dentro un pallone pericolosissimo. Nella ripresa Fortin gli nega il gol. In difesa preciso e puntuale.

Mosti 7: a tutto campo. Colpisce una traversa nella prima frazione ed è sempre nel vivo del gioco. In più si sfianca in fase difensiva.

Leone 6: impegna subito Fortin e si fa vedere spesso, ma come nella scorsa gara sbaglia qualche passaggio di troppo. (Zuccon 5.5: perde un paio di palloni davanti alla difesa che potrebbero essere pericolosissimi).

Correia 7: straripante e dominante a livello fisico. Giganteggia in mediana. Lascia un dubbio sul 2-2 del Padova: poteva spazzarla?

Piscopo 4,5: primo pallone: palla persa. Secondo: palla persa, fallo e ammonizione. Terzo: spara in curva dopo la traversa di Mosti. Quarto: rigore per fallo di mano. Quinto: altro fallo rischiando il rosso. Oggi non in partita e giustamente sostituito al 25′ del primo tempo. (Cacciamani 7.5: trova il gol con una discesa sublime. È lui a mettere la palla al centro sul secondo gol. Sfortunato nello svirgolare la palla da cui arriva il pari del Padova).

Candellone 7: il gol di Cacciamani arriva su suo tocco e relativa protezione palla. Sul secondo gol crede sulla palla e la serve in scivolata. Fortin gli nega il gol.

Burnete 5: perché non tirare subito sull’appoggio di Candellone? Altra gara senza spunti e altra chance sprecata. (De Pieri 7: entra con l’argento vivo addosso. Al posto giusto e al momento giusto trova la rete. Poi imbecca anche Candellone).

Abate 6.5: la sua Juve Stabia oggi è un po’ dottor Jekyll e mr Hyde. Ha sempre il pallino del gioco e ha le occasioni migliori, ma si fa male da sola con errori banali. Unica pecca il continuare a scegliere Piscopo, corpo estraneo alla squadra.