Tanto tuonò che alla fine piovve e venne il gelo sui conti italiani

L’Italia rallenta ed anche Bruxelles è pronta a tagliare le stime come ha fatto il...

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L’Italia rallenta ed anche Bruxelles è pronta a tagliare le stime come ha fatto il Fondo Monetario Internazionale che tuona contro le politiche dell’Italia ed evoca il rischio contagio dai conti italiani; rischio che potrebbe essere globale.

Il Fondo Monetario conferma, per l’Italia, una crescita del PIL allo 0,6% per il 2019 e boccia il Reddito di Cittadinanza e Quota 100, ossia le due misure simbolo della manovra gialloverde. Secondo il Fondo Monetario le due misure sono rischiose. Il reddito di cittadinanza è: “troppo alto rispetto ad analoghe pratiche a livello internazionale” – ed aggiunge – “i benefici sono relativamente più generosi al sud dove il costo della vita è più basso e quindi disincentivano il lavoro” mentre i costi di Quota 100 peseranno sulle generazioni future

Occhi puntati dunque sull’Italia e la sua crescita, o meglio la non crescita.

Con il taglio dell’istituzione di Washington, e con quello che la Commissione Europea si accinge a fare oggi, tagliando drasticamente le stime di crescita, il nostro paese non trova certo pace.

Oggi, infatti, saranno pubblicate le previsioni economiche di questo inverno e secondo indiscrezioni la crescita del prodotto interno lordo italiano dovrebbe essere tagliata allo 0,2% dall’1,2% stimato solo tre mesi fa, e questa è la previsione peggiore fatta finora. Lontana anche dal 1% di incremento del PIL fissato dal governo nella Manovra.

Fonti comunitarie, commentando le anticipazioni, tengono a precisare che la stima rivista al ribasso tiene già in considerazione gli effetti della manovra varata da Roma a dicembre: “avremo una discussione sull’Italia nelle prossime settimane” dice il presidente della commissione Junker mettendo le mani avanti preoccupato di non riaccendere, in piena campagna elettorale, il confronto con l’Italia ma, tenendo conto che l’attuale commissione rimarrà in carica fino all’autunno, sembrerebbe più propenso a spostarlo a dopo il voto di maggio.
Non è però da escludere che, di fronte ad un peggioramento dell’economia e ad un suo impatto estremamente negativo sui conti, Bruxelles non chieda una manovra correttiva sul 2019 in corso d’opera.

Tanto per far peso netto, anche per l’ufficio parlamentare di bilancio che, a sua volta, stima una crescita dello 0,4% puntualizzando – inoltre – che ci sono pesanti rischi di ulteriore ribasso, lo scenario che si apre all’orizzone è di fuoco, altro che Boom Economico e Meraviglioso 2019 quindi.

Ma il governo non ci sta e, con Di Maio ribatte:

“il Fondo Monetario ha affamato i popoli. Non può criticare l’Italia”

soccorso, in questo, dal ministro dell’economia Tria che è pronto ad affermare:

“il Fondo sottovaluta la necessità di sostenere la crescita, non c’è motivo per creare allarmismi”

Non così la pensa il presidente degli industriali Vincenzo Boccia che a Torino, dove si è aperto un tavolo dedicato al futuro dell’automotive, pone l’accento sul fatto che l’economia rallenta non soltanto in Italia e questo – afferma – rende urgenti misure a sostegno dell’Industria e ribadisce che servono soluzioni per far ripartire il paese facendo delle proposte in merito ai cantieri.

Cci sono 26 miliardi di risorse stanziate che non intaccano il deficit pubblico del paese. I dati previsionali di gennaio ci dicono che il rallentamento è ancora in atto e che quindi bisognerebbe reagire quanto prima aprendo anche un confronto serrato con il governo. Confronto che potrebbe però trasformarsi in una vertenza se non ci saranno risposte.

Grandina quindi sul PIL ed è una corsa continua ad abbassare le stime.

Bene che vada avrà ragione la banca d’Italia che aveva stimato una crescita dello 0 6% ma, come ha fatto capire Ignazio Visco dal podio del Forex, bisogna stare preoccupati un pò per cause interne e un pò internazionali per cui servono cure shock per favorire la crescita. Cure che purtroppo non sono alle viste e la gigantesca operazione su Quota 100 e Reddito di Cittadinanza non avrà impatti significativi sul PIL: serve altro, servono investimenti veri.

I cantieri sono congelati – rimarca Visco – e un intero settore sta morendo, e non è un settore qualunque perché le costruzioni sono il vero volano dell’occupazione e hanno il moltiplicatore più grande quanto è impatto sulla crescita economica.

Ciò che deve preoccupare ora – aggiunge – è che non c’è da escludere una correzione dei conti già in corso d’anno, correzione che potrebbe arrivare fino a 7-8 miliardi, e che sul prossimo biennio gravano già 52 miliardi di clausole di salvaguardia da disinnescare grazie alla nuova moda contabile che l’Italia ha adottato da qualche anno ma che in pratica è una forma differenziata di potenziale indebitamento.

Questa l’orizzonte che questa mattina l’Italia ha di fronte a se, e somiglia tanto ad un : se tutto va bene siamo rovinati!, ed in tutto questo i gialloverdi che fanno? Niente! Continuano a sparare contro chiunque non la pensi come loro, continuano a spargere ottimismo e a dire che tutto va bene ma intanto continuano a litigare anche tra loro per quasi tutto, a partire dal TAV che, per Di Maio è e resta solo un buco in una montagna (e nei conti) mentre per Salvini è una spinta all’economia, di sicuro alla sua campagna elettorale, e quindi non ci pensa proprio (per ora) a rinunciarci.

Certo poi se …… ma questo è altro!

Intanto, come recita il nostro Inno: stringamoci a coorte e tiriamo avanti sperando in bene come da sempre recitiamo con il nostro mantra dell’: Io speriamo che me la cavo

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