Regionali Calabria: vince il centrodestra, fermo il centrosinistra, minimo per il m5s

Cresce la percentuale dei votanti. Vince il centrodestra con il 55,4%. Il centro sinistra si...

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Cresce la percentuale dei votanti. Vince il centrodestra con il 55,4%. Il centro sinistra si ferma al 30,1%. Il M5s scende al 7,3%.

Cresce seppure di poco la percentuale di votanti in Calabria passando al 44,32% contro il 44,16% delle precedenti elezioni. Per quanto riguarda i voti, seppure ancora i dati non sono del tutto definitivi tuttavia ormai sono quasi completi.

Vittoria netta del centrodestra. Vince Jole Santelli (centrodestra) che con 2.234 sezioni scrutinate su 2.420 incassa il 55,3% dei consensi, mentre Filippo Callipo (candidato ‘civico’ appoggiato dal Pd e da una lista di centrosinistra) si ferma al 30,2%. Molto distaccati gli altri due protagonisti della corsa a quattro: Francesco Aiello, appoggiato dal Movimento Cinquestelle, è al 7,3%, infine Carlo Tansi, sostenuto da tre liste civiche, è al 7,1%.

Nonostante la sconfitta di Callipo il Pd resta il primo partito con il 15,8%, segue Forza Italia (12,58) mentre dimezza i consensi la Lega (12,21), che alle Europee di otto mesi fa aveva ottenuto il 22,6%. Fratelli d’Italia ottiene invece l’11,14%. Scivola anche qui il Movimento 5 Stelle, che raccoglie il 6,2%.

Il nuovo presidente della Regione Calabria è Jole Santelli, per la prima volta una donna, cinquantun anni, cosentina di nascita ma da tempo romana d’adozione, tanto che non ha potuto votare alle regionali. Di professione avvocato, dopo essersi laureata e specializzata in diritto e procedura penale presso l’Università di Roma La Sapienza, inizia la pratica forense con Tina Lagostena Bassi, quindi Vincenzo Siniscalchi, infine entra nello studio di Cesare Previti. Nel 1994 si è iscritta a Forza Italia e dal giugno del 1996 ha collaborato con l’ufficio legislativo del gruppo di Forza Italia al Senato, per poi passare a quello della Camera nel 1998; dal 2000 coordina il dipartimento giustizia del partito azzurro e diventa assistente parlamentare di Marcello Pera. Nel 2001 è stata eletta deputato con il sistema maggioritario nella circoscrizione Calabria, nel collegio di Paola, membro della commissione Giustizia. Sottosegretario alla Giustizia (dal 2001 al 2006) nel secondo e terzo governo Berlusconi, e sottosegretario al Lavoro e Politiche sociali (da maggio a dicembre 2013) nel governo Letta, oggi è vicepresidente della commissione parlamentare antimafia. Dal 2014 è anche coordinatrice (e plenipotenziaria) di Forza Italia in Calabria. Nella sua Cosenza, ha sempre potuto contare sull’appoggio di Mario Occhiuto, attualmente sindaco della città, a cui ha fatto da vice e assessore alla Cultura fino a inizio dicembre scorso, quando il nome di Santelli ha iniziato a circolare come possibile candidato governatore.

Su Facebook, l’attuale reggente del Movimento Cinque Stelle Vito Crimi che qualche settimana addietro ha surrogato il dimissionario (ex) Capo Luigi Di Maio, dopo l’evidente ennesimo calo elettorale del Movimento, ha scritto “Il voto delle regionali ha sempre visto il Movimento raccogliere risultati inferiori rispetto alle tornate nazionali, ma va riconosciuto che in Calabria ed Emilia Romagna i risultati sono stati inferiori alle aspettative. Questo però non ci induce ad arrenderci: semmai è vero il contrario. Abbiamo già avviato il lavoro di organizzazione che ci consentirà un maggiore coordinamento e ci permetterà di essere più presenti sui territori. Sarà fatica e sudore, ma so che siamo in grado di farlo. A una condizione: quella di restare uniti, di non lasciarsi irretire da facili sirene, di ricordare sempre quali sono gli obiettivi e le motivazioni che ci hanno portati nelle istituzioni e alla guida del Paese”.

L’opinione.

Da queste pagine si è sempre scritto che il voto dei cittadini va rispettato e non additato, come anche le opinioni, l’estrazione, i concetti, il colore, la confessione, salvo non siano orientati al clientelismo, mercimonio, corruzione, criminalità e oppressione. Mentre, sempre ad avviso di queste pagine, sono i piani medio-alti del sistema pubblico-politico-giuridico che si devono legittimamente criticare, anche aspramente, se non sembra facciano il loro dovere di raggiungere fini ed interessi comuni per la società intera e per i quali sono anche lautamente pagati. Tuttavia occorrono anche quei momenti, per un partito, movimento, collettività ed individuo, di provare a non rimanere recintati in qualche stantio labirinto mentale, ideologico, fondamentalista, delirante, pertanto non riuscendo più ad immaginare che possa esserci altro, tanto più quando si può materialmente ed economicamente ancora farlo. Poiché più passa il tempo e più questo labirinto, senza che ci accorgiamo, si chiude attorno a noi. Ad esempio il Movimento Cinque Stelle, nell’ultimo anno e mezzo, è come rimasto intrappolato in quella sua, a detta di molti, sistematica Piattaforma, quasi senza riuscire a rinnovarsi nelle persone e visioni, forse pure trascurando che fuori c’è un mondo reale, ci sono territori, concittadini spesso anche stanchi, frustrati, avviliti, disperati, quindi problemi quotidiani, battaglie civili, forzose regole ingannevoli deviate e assoggettanti nonché mafiosità imbellettata e delinquenziale. I concittadini quindi non avevano e non hanno più il tempo né la voglia di aspettare, tanto più verso chi sembra vaporizzarsi dalla percezione soggettiva essendosi sentito un gradino sopra. Sicché anche il voto è diventato come un labirinto per i cittadini, finendo questi ultimi con l’andare, ad ogni tornata elettorale, un po’ di qua e di là, senza mai di fatto farcela ad uscire dal ginepraio italiano. Così continuando la Società italiana lentamente si sta sgretolando, disfacendo. Si scrutano e veicolano nemici all’esterno dei confini per non accettare e ammettere che gli annosi mali sono dentro di noi, addirittura rimuovendoli come se non si accrescessero più tossici e persino indisturbati. Ma ciò potrà continuare fino a che ci saranno i soldi del debito pubblico e quelli dell’estorsione fiscale (il ‘pizzo’ costituzionale allo Stato, Regioni e Comuni). Questo infatti diffuso dire, quasi con saccente ironia, che ogni cosa, comunque andrà avanti lo stesso, come sempre e come al solito da decenni in questa Nazione, non potrà oggettivamente durare. Il risveglio potrebbe essere piuttosto traumatico, soprattutto per molti cittadini sul filo del rasoio esistenziale. E purtroppo specialmente per i nostri ragazzi che sembrano non comprendere il pericolo, anche perché come i loro genitori escono da una preordinata rafferma scuola dell’obbligo. Già, i nostri ragazzi, dei quali non ci si fa neanche più scrupoli se non con retoriche a parrocchetto e monologhi stucchevoli. E una società che non ha neanche attenzione per  la propria forza biologica ma risaputamente per quella cosiddetta figlia d’arte o raccomandata, è già estinta.

Adduso Sebastiano

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