Juve Stabia, il Podio Gialloblu della prima parte di stagione

Chiuso il 2022 con un sorprendete quarto posto in classifica, la Juve Stabia guarda al 2023 con fiducia

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Chiuso il 2022 con un sorprendete quarto posto in classifica, la Juve Stabia guarda al 2023 con fiducia, consapevole di ciò che ha funzionato e cosa meno nella prima parte di stagione.

PODIO

Medaglia d’oro: a Davide Barosi, il Superman della Juve Stabia. La prima, scintillante, parte di stagione dei gialloblu porta la firma, difficile da apporre con i guanti, dell’ex Grosseto, decisivo in quasi ogni gara con parate di assoluto rilievo. Portiere essenziale, dedito molto più alla sostanza che ai voli per i fotografi, il numero 1 ha blindato la porta della Juve Stabia, consegnandole numeri e inviolabilità da caveau di una banca. Prestazioni e numeri che ricordano quelli di Paolo Branduani, ultimo grande portiere con la maglia gialloblu. Merito del ragazzo e di chi in estate ha scelto di non puntare sul pur ottimo Dini per scommettere sul giovane Barosi.

Medaglia d’argento: a Daniele Mignanelli, padrone assoluto della fascia sinistra. Salutato senza troppi rimpianti dall’Avellino, il terzino lombardo ha ritrovato a Castellammare fiducia e brillantezza. Terzino sì ma definizione limitativa per il 19 della Juve Stabia, autentico regista decentrato delle trame di gioco dei ragazzi di Colucci. Sempre pronto a spingere sull’acceleratore, preciso nel cercare i compagni in area (chiedere a D’Agostino e Pandolfi) e potente quando prevale la soluzione personale, Mignanelli è diventato leader carismatico e tecnico dell’undici stabiese. Un “pazzo”, come affettuosamente definito da Colucci, ma terribilmente lucido in campo.

Medaglia di bronzo: a Marco Caldore, colonna difensiva della Juve Stabia. Allo scoccare dei due anni in maglia gialloblu, l’ex Taranto ha definitivamente completato il processo di crescita e di scalata alle gerarchie iniziato due stagioni fa. Attorno a lui sono cambiati tanti compagni ma Caldore è rimasto la certezza del reparto, attorno alla quale si sono alternati gli altri centrali. Partito, come da consuetudini, ad inizio stagione non con i gradi da titolare, Caldore ha conquistato la maglia da titolarissimo senza più lasciarla. Travolgente dal punto di vista fisico, netti sono i progressi anche in tempismo e tecnica per il muro della Juve Stabia.

CONTROPODIO

Medaglia d’oro: ad Accursio Bentivegna, quasi non pervenuto nella prima parte di stagione. La scorsa stagione, con la fiducia in condizionata di Novellino, ha forse alzato le aspettative sul rendimento del 10 siciliano, mai in grado di incidere in modo costante e profondo nel campionato in corso. Troppo innamorato del pallone e della giocata personale, Bentivegna è progressivamente uscito dai radar di Colucci, scavalcato dai giovani D’Agostino, Silipo e Guarracino.

Medaglia d’argento: a Denis Tonucci, capitano più fuori che dentro il campo. Il suo attaccamento ai colori stabiesi è palese e lo dimostrano i tanti passi concreti fatti verso il club ma i continui acciacchi fisici hanno portato il capitano a vedere pochissimo il campo. Se a condizionare Cinaglia sono stati infortuni ad intermittenza, purtroppo molto più duraturi si sono rivelati i guai fisici dell’ex Catania, con la difesa costretta ad assorbire (fortunatamente con ottimi risultati) Altobelli dal centrocampo. Inoltre quando ha giocato, le prestazioni di Tonucci non sono state pienamente convincenti.

Medaglia di bronzo: ad Alberto Gerbo, ben lontano dall’essere guida della mediana stabiese. E’ stato forse il fiore all’occhiello della campagna acquisti estiva ma il rendimento dell’ex Ascoli ancora non è quello che ci si aspetta da lui. “Prigioniero” della sua duttilità, Gerbo non ha mai fatto la differenza nei ruoli in cui Colucci lo ha utilizzato, galleggiando in campo senza mai brillare. Solo qualche sprazzo di tecnica eccellente nel suo girone di andata ma senza alcun acuto; problemi di ambientamento, ed anche per lui fisici, hanno consegnato alla Juve Stabia un Gerbo a mezzo servizio.

Juve Stabia TV


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