Altra caduta rovinosa fuori casa per la Juve Stabia, mai in gara contro un Catanzaro che senza alcuna fatica liquida i gialloblu.
PODIO
Medaglia d’oro: a Danilo Russo, che nonostante la sconfitta fa una bella figura. Schierato per dare un turno di riposo, soprattutto mentale, a Barosi, il portiere della Juve Stabia risponde presente ai tentativi del Catanzaro, tanti sin dalle prime fasi della partita. Può poco sul gol del vantaggio e solo per sfortuna non riesce a respingere il rigore di Iemmello.
Medaglia d’argento: a Denis Tonucci, autore di una buona prestazione. Sicuramente migliore delle precedenti la gara del capitano stabiese, che lotta su ogni pallone con personalità e giusta cattiveria, quella che secondo Colucci spesso manca. Peccato che la sua gara gagliarda coincida con una giornata storta per l’intera squadra.
Medaglia di bronzo: a Luca Berardocco, rivistosi dal primo minuto. L’assenza del regista della Juve Stabia si è sentita e molto; ritrovata salute e maglia da titolare, il 14 smista palloni come può, in un contesto dove poche sono le idee anche in fase di movimenti e smarcamento dagli avversari. Tenta di produrre gioco in un contesto a lui non congeniale.
CONTROPODIO
Medaglia d’oro: a Marco Caldore, in confusione per tutti i 61 minuti giocati. Non è assolutamente la fase di stagione più brillante del difensore campano, che al pronti via subito va in affanno. La lucidità , poca sin dall’inizio, va scemando col passare dei minuti fino all’espulsione che sancisce la fine della gara della Juve Stabia.
Medaglia d’argento: a Ugo DellOrfanello, spaesato e costantemente preso di mira, in senso tattico, dal Catanzaro. L’assenza di Mignanelli lascia una voragine in termini di personalità e di tecnica che, come purtroppo preventivato, il giovane brasiliano non riesce a colmare. La buona volontà c’è, molto meno i mezzi per far fronte ai calabresi.
Medaglia di bronzo: a Vincenzo Della Pietra e Michele Peluso, troppo acerbi. Ruoli diversi ma stessa non incisivitĂ per i due che, giocano nei rispettivi ruoli a tempi di gioco invertiti, senza mai fare la cosa giusta. Allo stato, probabilmente, sarebbe piĂą opportuno per loro e per le Vespe farli crescere e fortificarli in categorie diverse.